Radar ep.3: Lettori e no, con Marino Sinibaldi - YouTube
In Italia è questo che manca. Considerare il libro, la
lettura e più in generale della cultura un fattore fondamentale
della nostra vita collettiva. Persino questo è diventato
strumento di divisione politica mentre non dovrebbe essere così
la cultura la preparazione dovrebbe stare a cuore a tutti.
A meno che qualcuno non tema dei cittadini colti, preparati
e quindi consapevoli.
Io sono Giuseppe Laterza e questo è Radar un podcast degli
editori Laterza
radar e una serie di conversazioni settimanali sulle
questioni essenziali del nostro tempo. Ogni volta in compagnia
di un esperto per cercare di andare in profondità a
rimettere ordine e orientarsi.
I dati del mercato editoriale nei primi quattro mesi e il
ventidue sono piuttosto negativi. Secondo i dati
diffusi al salone del libro dall'associazione editori la
cosiddetta varia cioè i romanzi, i saggi venduti nelle
librerie fisiche e online è inflessione di tre punto sette
punti in percentuale a valore eh e due e cinque nel numero di
copie. Anche se si sottolinea che comunque è un numero di
copie maggiore di quelle che erano vendute invece nel cioè
prima del covid. L'anno scorso invece nel primo quadrimestre
ci sono state vendite in crescita nonostante come dire
la pandemia nonostante la situazione di difficoltà di
tutti gli altri comparti culturali. Si calcola che nel
biennio addirittura il mercato sia cresciuto del sedici
percento eh cosa abbastanza straordinaria. Ecco per capire
questo quadro diciamo complesso caratterizzato anche da scarti
molto forti tra i lettori forti lettori deboli tra nord e sud,
tra i giovani e gli adulti abbiamo chiesto una riflessione
a Marino Sinibaldi che è attualmente presidente del
Centro per il Libero la promozione della lettura
istituito nel duemila e sette al ministero della cultura ma
che arriva a questo ruolo dopo una vita passata in mezzo ai
libri avendo diretto per molti anni il canale culturale della
Rai cioè radio tre all'interno del quale poi ha creato insieme
a un gruppo di collaboratori trasmissioni molto rilevanti
importanti lunga come fare Night eh dedicata ai libri.
Ecco, vorremmo cominciare proprio a chiedere a Marino,
Sinibaldi una opinione su quello che è successo in questi
due anni, cioè sulla situazione come si è evoluta, che cosa è
successo, cosa mhm ha determinato questa tenuta del
libro, se è stata una tenuta alcuni dicono che in realtà i
lettori non sono aumentati e hanno letto di più chi già
leggeva, quindi diciamo è un quadro con luce e Umbria.
Buongiorno Marino. Grazie, grazie anche delle delle
occasioni di riflessione che hai offerto con questa prima
sintesi. Che commetterei così naturalmente siamo in un'epoca
di grandissimi mutamenti, di grandissimi shock. Quando
parliamo di elettori parliamo di esseri umani. Che in questi
anni sono stati attraversati da traumi profondissimi, la crisi
economica, la crisi ecologica, la pandemia, la guerra, la
transizione digitale. È quindi evidente che ci sono mutamenti
improvvisi, scarti come dici tu, contraddizioni,
oscillazioni anche violente la stessa cosa accade in molti
altri campi della nostra vita pubblica quindi accade anche
nel mercato dell'editoria. Forse bisognerebbe aspettare,
guardare le cose come una prospettiva più lunga e forse
in una prospettiva già più lunga dei dati dell'ultimo
bimestre o del prossimo trimestre possiamo dire che sì
il libro ha tenuto come attività e come mercato, come
attività economica e come attività individuale ha tenuto
soprattutto perché i lettori forti hanno detto ancora di più
di fronte forse a situazioni come il tempo libero offerto
dal lockdown da un lato l'altro alla sollecitazione violenta di
cose che accadevano e che ci spingono a cercare evasione o
riflessione i lettori medi hanno letto di più. Poi molti
lettori medi hanno smesso di leggere perché ed è l'ultimo
dato che vorrei sottoporti in questa prima risposta. Nel
frattempo sono cambiate moltissimo le abitudini i
comportamenti relativi al rapporto coi mass media, con le
nuove piattaforme di narrazione, quindi qualcosa che
direttamente è competitivo con i libri. Siamo dentro una
tempesta, una tempesta morale, sociale geopolitica e dunque
anche culturale e dunque anche editoriale. Sì siamo certamente
dentro una situazione di grande cambiamento e di trasformazione
una tempesta come tu dici ci torniamo subito. Però prima
vorrei farti approfondire una cosa che tu hai detto
all'inizio cioè che bisogna guardare i dati in una
prospettiva più lunga. Chi ci ha sempre invitato a farlo in
passato è stato Tullio De Mauro eh un grande uomo di cultura,
un linguista, una persona che si è occupata molto di scuola e
di lettura che nell'intervista degli italiani con Francesca
Erbani eh ci ricordava il dato dell'analfabetismo che era come
dire ehm si è riallineato sulla sui valori europei molto tardi
e rimaneva forte nel cosiddetto analfabetismo di ritorno De
Mauro ricordava che delle indagini risultava per esempio
che due su tre italiani non è in grado di restituire il senso
di un articolo della costituzione quindi una
diminuzione per così dire anche di civile. Eh i dati sulla
lettura in Italia rimangono molto bassi rispetto alle medie
europee e soprattutto dei paesi del nord Europa i lettori a
fatica raggiungono la metà ci arrivano mettendo dentro i
cosiddetti lettori morbidi cioè elettori che leggono anche le
guide, i libri di cucina, oltre che i manuali. Questa
situazione come è cambiata in seguito al covid? È cambiata? E
in particolare cosa dobbiamo fare, quali sono le azioni
necessarie per appunto contrastare questa carenza
diciamo così di lungo periodo? I dati generali e i dati di
lungo periodo dunque rimangono negativi non solo dal punto di
vista diciamo così formale con le cifre ma anche da quel punto
di vista sostanziale che sottolineavi tu appoggiandoti
sulle parole memorabili di Tullio De Mauro memorabili e a
me ancora attuali faccio notare che in tutto il dibattito sul
covid e ora anche nel dibattito sulla guerra in Ucraina c'è una
evidente carenza di cultura diciamo così di conoscenza di
padroneggiare i dati dei contagi i dati delle guarigioni
o i dati dell'invasione. C'è sicuramente pregiudizi
ideologici che diciamo alterano la percezione dei fatti però
c'è anche una incapacità di disporre dei fatti, di
conoscerli per esempio. E il conoscerli si fa leggendo. Solo
ricorrendo a dei libri cioè delle cose che più in
profondità raccontano eventi come per esempio quelli che
accadono al confine eh l'Europa insomma nella parte orientale
dell'Europa. Eh e quindi questa carenza di Mauro di lungo
periodo e si vede poi quando emergono delle emergenze e
avremmo bisogno tra le tante risorse anche di quella forma
di cultura che consente di comprendere e giudicare meglio
cosa accade. Cosa fare naturalmente è molto
complicato. Bisogna agire su quelle linee di diseguaglianza
a cui accennavi tu. Noi abbiamo dei dati di lettura che sono a
livello europeo in un terzo, un quarto d'Italia. Dobbiamo
intervenire di più forse nelle zone dove questa questi dati
sono invece negativi. Bisogna usare le due grandi ancora
canali di che restano. La scuola e e i mass media. I
vecchi e i nuovi media, social media, bisogna lavorare lì.
Bisogna anche però capire dove 'sta la lettura perché questa è
un'altra frontiera che si è aperta in questi in questi
mesi, in questi anni di fortissima esperienza digitale,
in cui probabilmente si è letto anche al di fuori dei supporti
tradizionali, libri e giornali, no? Il boom per esempio dei
giornali online, o dei siti che danno notizie online, evidente,
insomma, moltiplicazioni delle relazioni di ciascuno di noi
fanno sì che cultura e informazione passino anche da
altri canali questo è un altro compito che dobbiamo porci
capire come in quei canali passa comunque un elemento di
alfabetizzazione e di informazione, di conoscenza, di
emozione capire come passa lì e magari anche lavorare lì perché
anche in quei nuovi ambienti prevalgano prevalga la qualità
diciamo quella che nella vita eh dei libri abbiamo sempre
cercato di difendere. Sì punto molto interessante questo che
tu ci dai rispetto ai cambiamenti anche in corso su
su internet sulla rete ne parla ad esempio Gino Roncalia che è
un grande esperto nell'ultimo suo libro che si chiama L'età
della frammentazione che è un sottotitolo esplicito cultura
del libro e scuola digitale facendoci notare come il
panorama in cambiamento su internet nella scuola,
nell'utilizzo che la scuola può fare di internet. Scuola,
quindi internet e poi naturalmente le biblioteche.
Ecco su questo abbiamo chiesto un parere a Giovanni Solimine
che è docente di biblioteca all'università di Roma e
presidente del Premio Strega e per la Laterza ha scritto vari
libri sulle biblioteche, la biblioteca, scenari, culture,
pratiche di servizio, l'Italia che legge senza sapere il costo
dell'ignoranza in Italia sulla lettura e l'ultimo intitolato
alla cultura orizzontale con Giorgio Zanchini. Abbiamo
chiesto a Giovanni di commentare in particolare il
recente rapporto dell'ISTAT sul benessere degli italiani che ha
messo in luce dati molto problematici. Sul calo della
frequenza le biblioteche durante la pandemia.
Ascoltiamolo. In aprile l'ISTAT ha pubblicato il rapporto sul
benessere eco e sostenibile che descrive la qualità della vita
degli italiani. L'edizione di quest'anno era particolarmente
attesa perché ci consente di comprendere quanto gravi siano
le lacerazioni prodotte dalla pandemia. Per quanto riguarda
istruzione, cultura, lettura emergono tanti motivi di
preoccupazione. Il dato che colpisce di più riguarda la
partecipazione culturale fuori casa che tra il il venti era
già passato dal trentacinque al trenta per cento e che nel
ventuno è addirittura crollata l'otto virgola tre per cento.
Rispetto alle cose di cui mi occupo più da vicino noto che
cala di qualche punto l'indicatore della lettura e
trovo molto preoccupante il fatto che in questi due anni il
numero dei frequentatori delle biblioteche si è dimezzato. Il
ventuno soltanto il sette virgola quattro per cento delle
persone dei tre anni si sono recati in biblioteca.
Confermando il calo che era iniziato già nel duemilaventi
passando dal quindici al dodici percento. Potremmo cavarcela
naturalmente con una spiegazione facile facile è
tutta colpa della pandemia e delle chiusure che ne sono
derivate. Ma non basta perché non siamo all'interno di una
parentesi che prima o poi si chiuderà. Innanzitutto dobbiamo
riflettere sul fatto che nel ventuno quando ci sono state
parzia riaperture. Le cose sono andate molto peggio che nel
venti quando per mesi era stato tutto chiuso. E cosa ancora più
preoccupante che sono i giovani ad essere venuti meno. Molto di
più degli adulti. Cosa è accaduto? Eh nel ventuno le
persone e i giovani in particolare hanno risentito più
drammaticamente del protrarsi della crisi sanitaria. Non è
solo cambiata la fruizione culturale. Tutti gli indicatori
partecipazione sociale sono calati. A giovani sono stati
sottratti due anni di fisicità nelle relazioni con i coetanei
a scuola, i luoghi di ritrovo, la pratica sportiva peggiorano
tutti i dati sul benessere psicologico e sul livello di
soddisfazione per la propria vita. Lo sfilacciamento delle
relazioni, il rintanarsi in casa, chiusi in una bolla che
abbiamo costruito attorno a noi, al cui interno c'è spazio
soltanto per la serie tv, lo stream social network questo è
l'ambiente quotidiano in cui ci si adagia. Quindi non è solo un
problema di biblioteca o di partecipazione culturale. E in
un certo senso non ho neppure un problema di disagio
giovanile o almeno non è solo questo. Siamo di fronte a una
ferita profonda difficile da ricucire. Si tratta di
questioni generali che dovrebbero stimolare interventi
di sistema e non settoriali.
Ecco le riflessioni di Solimine sono abbastanza preoccupanti
soprattutto rispetto alla partecipazione alle attività
culturali da parte dei giovani. Ecco, che ne dici? Eh dal tuo
osservatorio, come leggi i comportamenti dei giovani sulla
lettura, ma in generale, sui consumi culturali. Qui si
tratta di quanto, di quello che è accaduto in questi anni, sia
reversibile, cioè diventi una nuova eh abitudine, una nuova
normalità e quanto invece possa essere possa cambiare dovuto a
delle condizioni diciamo di emergenza e di eccezionalità.
Il tema della partecipazione che naturalmente è cruciale per
la vita politica del paese ed è collegato all'esperienza della
lettura che per me è sempre anche una forma di
partecipazione, di arricchimento di sé, di
preparazione anche all'incontro col mondo col tema della
partecipazione giovanile è molto significativo. I dati
negativi che abbiamo sono senz'altro il frutto di un
trauma che si è prodotto durante la pandemia e
l'isolamento che dobbiamo assolutamente combattere ecco
c'è poco da dire. Bisogna riportare la socialità nella
nostra vita soprattutto nella vita dei giovani come un
elemento fondamentale del rapporto col mondo se si perde
nell'età della formazione potrebbe generare l'illusione
che si possa vivere senza questa relazione e questa
socialità e questa partecipazione. Noi tra l'altro
in campo della cultura nel campo dell'attività anche del
centro per il libro ma nel campo di attività di molte
istituzioni tra le quali la tua. Giuseppe abbiamo questa
esperienza in Italia molto diffusa e molto mhm feconda dei
festival delle manifestazioni pubbliche. Abbiamo appunto dei
dati negativi sulla lettura e sul rapporto diciamo così
individuale sul libro rispetto ad altri paesi ma abbiamo dei
dati eccezionali invece ricchezza per quanto riguarda
le forme pubbliche, le manifestazioni pubbliche in cui
la lettura e i libri sono protagonisti. Ecco quella è una
cosa che forse va mhm non per suo senso ma insomma eh mi mi
sembrava potesse rischiare la ripetitività un po' scontata
prima della pandemia adesso queste occasioni per esempio
diventano un momento di questa riaffermazione di socialità e
per quanto riguarda i ragazzi che hanno vissuto questi anni
nel lockdown. L'affermazione della socialità la
dimostrazione proprio nel senso più letterale della parola di
cos'è uno spazio pubblico, di cosa possa essere condividere
in pubblico alcune passioni come la lettura, noi ci
prepariamo proprio in questi giorni all'estate che è la
stagione primavera, l'estate, la e l'autunno, la stagione in
cui in Italia si svolgono questi festival questa
quest'anno li vivremo credo in un modo particolare, non non
solo un'ottima occasione di diciamo così di fare cultura ma
anche una grande occasione di tornare a quell'elemento
condiviso socializzato e partecipato che evidentemente
rischia la crisi. Sì eh hai sottolineato un aspetto
fondamentale cioè che la lettura può essere un grande
strumento di partecipazione e socialità. Forse prima che
iniziasse il fenomeno dei festival credo il festival di
Mantova è iniziato negli anni novanta. È stato il primo
grande italiano. Eh si pensava che la cultura come
partecipazione fosse, non so, un concerto rock, eh uno
spettacolo teatrale, difficilmente ci potesse essere
partecipazione e socialità intorno alla lettura che era
concepita come un atto essenzialmente individuale
anziché richiedeva silenzio, concentrazione. Poi è arrivato
il fenomeno dei festival che come tu hai rimarcato ha avuto
uno straordinario successo. Ci sono anche all'estero ma da noi
forse per come sono fatte le nostre città si è soprattutto
in città di media dimensioni ha visto intorno alla lettura, i
libri, eh a delle conversazioni che avevano spesso rapporto
appunto con i libri una grandissima partecipazione
anche di giovani. Io ricordo uno dei nostri autori più
popolari, zigmonbaumano, ogni volta che andavo in giro con
lui mi colpiva il numero di ragazzini. Cioè quindicenni,
sedicenni che gli si avvicinavano, volevano un
autografo al suo libro, eccetera partecipazione eh è
una mhm parola importante eh che come dire è stata la base
della nascita in Puglia oltre vent'anni fa anzi esattamente
vent'anni fa di un'associazione chiamata presidi del libro che
riunisce più di sessanta gruppi di lettori disseminati in tutta
la regione finanziata anche sostenuta dalla regione e nel
duemila e quattro lo ricorderai perché sei stato tra i
protagonisti la l'associazione organizzò a Bari il primo forum
del libro che per la prima volta in tutti i protagonisti
del mondo del libro, cioè sia i librai, sia gli editori, ma
anche i bibliotecari, gli insegnanti, le associazioni gli
esponenti dei premi letterari e da quella esperienza è nato il
forum del libro che si è impegnato in tante battaglie
l'ultima delle quali la ricordo sulle biblioteche scolastiche
sostenendo che è lì che nasce l'abitudine e la lettura e che
in Italia il sistema delle biblioteche scolastiche è molto
carente rispetto a ad altri paesi il ministro Bianchi si è
impegnato a creare un su questo e la battaglia del forum poi è
stata più in generale per l'approvazione di una legge sul
sul libro più generale Franceschini ha ripetuto che è
sua intenzione farla ispirandosi anche a modelli
degli altri paesi. È stato fatto molto devo dire anche in
particolare da Franceschini negli ultimi anni ma rimane una
situazione ancora di squilibrio nell'investimento risorse
pubbliche per la lettura ecco. Anche qui oggi che tu sei a
capo presidente del del CEPEL. Eh cosa pensi, quali se pensi
che siano le le linee direttrice di un intervento
pubblico che favorisca anche appunto la partecipazione alla
socialità intorno alla vettura. Degli esempi positivi quello
pugliese è sicuramente clamoroso per la vivacità delle
dei presidi del libro che sono tornato da poco da Taranto dove
abbiamo effettuato la l'edizione del premio duemila e
ventidue per fortuna in presenza del premio dedicato a
Alessandro Lo Grande che è un premio bellissimo e che mette
in tutti i presidi del libro che partecipano appunto alla
scelta dei libri, alla nomina del vincitore. È una realtà
appunto singolare perché come sa i tassi di lettura in Puglia
sono ahimè tra i più bassi d'Italia. Eppure la vitalità
culturale è tra le più alte. Ecco questa è una
contraddizione sulla quale bisognerebbe ragionare non
arrendersi ad essa perché potremmo accontentarci delle
magnifiche dei magnifici vestiti che ci sono in Puglia
di Trani quelli di Conversano ora c'è c'è il lungomare di
Libia a Bari e chissà quanti ne dimentico. Non possiamo di
questo perché questa dimensione che pure è importante rischia
di trasformarsi in qualcosa di spettacolare e di effimero ecco
la cultura nasce qualunque forma di cultura dà una
dimensione un tempo anche diverso che va sempre
coltivato. Eh il problema poi è la disomogeneità delle
politiche nazionali che pure ci sono riescono a incidere poco
su queste differenze no? Riescono a incidere poco sulle
zone di arretratezza che non sono solo geografiche anche se
in Italia c'è questa speci del Mezzogiorno che risalta ahimè
negativamente per molti indicatori. Ehm io penso che
una delle delle cose più importanti in questo momento
sarebbe ascoltare un po' quello che accade anche un po' i
comportamenti nuovi che nasceranno se nasceranno dopo
la pandemia intervenire lì perché con i vecchi modelli che
io non rinnego e che continueremo a usare i modelli
per cui finanziamo con i bandi del CEP e del centro per la
lettura molte manifestazioni di lettura ad alta voce i festival
iniziative nascono nelle scuole non le biblioteche scolastiche
perché come sai è lì la competenza del ministero e
dell'istruzione ma stiamo cercando diciamo di contribuire
dal nostro punto di vista perché questo dibattito molto
importante sulle biblioteche scolastiche rinasca. Ecco per
esempio lì c'è un segnale non vorrei sembrare troppo diciamo
idealistico che mi sembra importante che è quello che tu
a chi entra in una scuola per le tante offerte che fai ora
poi si chiama proprio così. Offerta formativa offri i
libri. C'è addirittura in discussione una misura
collegata alla legge sul libro nuovi misure che stiamo
mettendo in atto per cui a chiunque compie cinque sei anni
viene dato un buono per acquistare libri. Sono gesti
molto importanti dal punto di vista economico. Abbiamo visto
quanto l'app diciotto aiuti il mercato del libro aiuti in
particolare proprio le librerie che sono la parte più fragile
di questa di questa rete della lettura e quindi darlo ai
bambini di cinque o sei anni come una specie di ingresso
nella vita civile. A me sembra oltre che un gesto di valore
economico un grande atto simbolico no? Ecco in Italia c'
che manca. Considerare il libro, la lettura e più in
generale della cultura un fattore fondamentale della
nostra vita collettiva. Persino questo è diventato strumento di
divisione politica mentre non dovrebbe essere così la cultura
la preparazione dovrebbe stare a cuore a tutti. A meno che
qualcuno non tema dei cittadini preparati e quindi colti,
preparati e quindi consapevoli. Sì hai toccato anche qui un
tema decisivo cioè quello degli squilibri delle diseguaglianze
che eh si snodano alla lettura. E uno di questi l'avevi citato
prima è proprio quello tra nord e sud, tassi di lettura del
nord, della parte del nord sono comparabili a quelli della
delle del medio europei ma mhm anche di più di di quelli
tedeschi o svedesi. Poi invece nel centro sud i tassi di
lettura sono e rimangono bassissimi. E mi viene in mente
una cosa tempo fa noi pubblichiamo un libro di un
sociologo economista presidente della fondazione il sud che si
chiama Carlo Borgomeo quel libro che si chiamava
l'equivoco del Sud sviluppo e coesione sociale diceva quello
che manca veramente al sud non è il PIL non è tanto il reddito
in quanto tale ma la coesione sociale lo mette insieme in un
corto circuito a un altro libro che noi pubblicamo anni fa di
una persona che tu ben conosci Antonella Agnoli che si chiama
le piazze del sapere in cui diceva la biblioteca deve
essere appunto un luogo di inclusione sociale non è solo
un luogo dove si va a leggere un libro ma è un luogo in cui
si vanno a fare corsi lingua per gli immigrati, corsi di
cucito, eh si vedono i film, ci si incontra il batter tra i
ragazzi cioè devono essere appunto delle piazze, del
sapere, allora eh questo è un tema fortissimo, che rinvia
esattamente a quello che tu detto alla fine del tuo
intervento, cioè la consapevolezza del fatto che il
libro è un grande fattore di sviluppo eh non è un lusso, non
è soltanto un piacere individuale ma è un fattore
trainante dello sviluppo di un paese, particolarmente al sud
naturalmente un tema molto spinoso perché eh come come si
riesce a riattivare questo circuito attraverso il libro?
Come si riesce a convincere anche la classe dirigente
italiana e meridionale di questa connessione così forte
tra cultura e sviluppo? Hai colto il problema no? Il sud
poi è pieno di iniziative, di gruppi magnifici che fanno cose
bellissime, devo dire persino più che nel nord come forme di
diciamo di entusiasmo e partecipazione proprio perché
in con uno scenario generale che è molto negativo. Posso
solo sottoporti un'impressione che poi quando anche alle
classi dirigenti locali proponi come stiamo facendo col Centro
per il Librio della Lettura un patto per la lettura. Proponi
naturalmente anche dei finanziamenti destinati alla
città che legge che possono partecipare a un bando di
finanziamento nazionale e per accedere a questo bando devono
firmato un patto per la lettura che contiene degli impegni più
o meno stringenti nel favorire la della cultura, della
lettura, nel difendere le biblioteche, anche le librerie,
insomma ecco, quante le classi politiche locali questo lo
proponi? Beh, devo dirti Giuseppe, che sarà retorica,
sarà diciamo eh non so se è viltà per così dire, incapacità
di rifiutare la risposta è sempre positiva, le città del
sud che si candidano a capitali del libro, la capitale l'anno
scorso è stata Vibo Valentia, una città che è nel cuore di
una delle regioni che ha più problemi da questo punto di
vista come la Calabria, le reazioni ci sono. Ecco, forse
bisogna pazienza allargare questa attività paziente sul
territorio con le istituzioni locali questo bisogna farlo con
tanta sacrificio anche perché i risultati sono lenti e arrivano
non non certo nel breve periodo e poi bisogna nel breve io
sostenere con delle misure tu giustamente ci davi l'attività
del ministero della cultura che mi sembra come tutta quella del
governo nella pandemia nella crisi è stata sollecita nel
cercare almeno di fronteggiare le difficoltà che c'erano con
varie forme di sostegno e di finanziamento forse lavorare su
questi due tempi e non pensare che una situazione così
profonda del resto dei dati del mezzogiorno che stiamo citando
sono una parte delle norme problema del mezzogiorno
italiano non pensare che mutino nel tempo. Ecco almeno una cosa
che molto dispiace è guardare che soprattutto il mondo della
lettura e della cultura dal sud delle energie migliori tentano
ad andarsene. Questo è un fenomeno annoso che è diventato
secondo me gravissimo perché è come se mancassero quelle
insomma uno che vuole impegnarsi nel libro nella
lettura dal punto di vista professionale è molto frequente
che se ne vada dal sud. Sa benissimo quanti bravissimi
editor e funzionari editoriali meridionali stanno a Milano. Eh
beh certo Milano è la capitale dell'editoria ed è naturale che
attragga questi ecco una cosa su cui bisognerebbe lavorare
forse cercare di offrire occasioni non tanto per
rimanere al sud come una forma di obbligo o di prigionia.
Quanto per fare in modo che nel sud nascano occasioni che a
queste energie, a queste a questi ingegni persona queste
qualità, questi talenti offrono la possibilità di esprimersi.
Se dovessimo chiedere qualcosa al di là delle politiche
quotidiane, al di là del lavoro più lungo periodo io chiederei
questo, lavorerei su questo, creare occasioni che lascino al
sud le sue energie migliori perché solo grazie a queste
figure. Sappiamo quando sono importanti anche singole figure
in certe realtà che solo grazie a questa attività può
rovesciare il destino che che appare sempre segnato. Ecco
vorrei farti un'ultimissima domanda su questo punto cioè ti
vorrei chiedere una riflessione sulla possibilità di realizzare
quello che tu hai detto anche mettendo insieme il nord e il
sud c'è una piccola esempio che viene dalla nostra città dalla
città di origine della casa editrice che è Bari l'anno
scorso a Bari si è fatto una manifestazione chiamata
lungomare di libri come sai che prendeva spunto da un'altra
manifestazione che si chiama Portici di Carta fatta sotto i
portici di Torino e che insieme agli altri ha organizzato
questo portici di carta che ha avuto un successo straordinario
a Torino negli anni quindi tantissima gente stati venduti
i libri si è diffusa Rocco Pinto che tu ben conosci che
lavora anche al forum del libro che fa tante iniziative è
andato a Bari e ha dato un aiuto al comune di Bari a
organizzare lungomare di libri. È è un caso in cui uno spunto
nato a Torino si è declinata naturalmente a Bari non ci sono
i portici ma c'è il lungomare. Si è declinata come dire
secondo la città. Ecco, è un è uno spunto che può darci
qualche riflessione su altre cose che si possono fare del
genere? Beh sì, innanzitutto siamo una nazione se Dio vuole.
Per fortuna e quindi le esperienze transitano da una
regione all'altra. Eh no ma è una cosa che mi 'sta molto a
cuore. L'iniziativa specifica, il lavoro di di Rocco Pinto e
di altri librai coraggiosissimi, che insomma
vedono il loro lavoro, giustamente, come un'impresa
economica ma anche come con la dimensione civile che che
soprattutto in certe situazioni non può non avere. E certo
questi sono gli esempi di che ci servono. Per esempio al sud
bisogna costruire secondo me una grande fiera del libro.
Giuseppe bisogna che gli editori, le istituzioni come il
centro per il libro, il ministero, le istituzioni
locali si mettano mhm in collaborazione e scelgano un
luogo del sud e questo naturalmente impiegherà forse
discussioni e persino divisioni e lavorino perché lì nasca una
di queste due tre grandi fiere del libro nazionale che noi
abbiamo più libri più liberi a Roma c'è il salone libero di di
Torino poi ce ne sono altre minori bisognerebbe crearne una
grande al sud perché intorno a questi eventi si addensano le
energie io ci tengo molto al tema della speranza per i
ragazzi del sud costruire qualcosa al sud significa dare
speranza ripeto non per obbligarli a rimanere là ma per
far sì che loro diventino protagonisti di questa
trasformazione del medione d'Italia di questa ehm di
questa mhm diciamo direi anche indicazione di un futuro
possibile questo passa attraverso la politica, passa
attraverso l'economia, passa attraverso il lavoro, passa
attraverso la dignità, passa sempre attraverso la cultura,
il libro e e non non non lo diciamo perché siamo apostoli
di questa religione e quindi sospetti di di pregiudizio
favorevole, di diciamo ma perché ce lo dicono un'infinità
di idee economici, un'infinità di dati sul benessere tu hai
accennato al lavoro del forum del libro che ne hai raccolti
molti, hai citato un'inchiesta dell'ISTAT, un sold out, una
ricerca all'ISTAT, quella sul sul MES anch'essa da questo
punto di vista. Noi sappiamo che senza libri non si
costruisce una società civile colta e anche ricca nel senso
più ampio della parola. Naturalmente è qualcosa di
difficile perché c'è un processo di lungo periodo
complicato e poi perché emergenze come quelle che
stiamo vivendo complicano la situazione. Però io la vedo
anche con una grande occasione. Giuseppe cioè la vedo vedo
quello che 'sta accadendo ora come un trauma una cosa
terribile un insieme di traumi che oscurano la nostra vita,
generano lutti, angoscia, dolore. Però genera una
richiesta di evasione e di introspezione che come dire due
sentimenti diversi sono però quelli di cui è fatta la
lettura che è qualcosa che ci mette in contatto col mondo ci
consente di conoscerlo meglio e ci consente di conoscere meglio
noi stessi. È una grande occasione è il fatto che
appunto con tante difficoltà e contraddizioni per tornare
all'inizio la lettura abbia resistito come attività degli
italiani in questi anni ci dà un elemento di speranza e
soprattutto ci conferma che questa è la chiave pensare al
libro come qualcosa che non può mancare all'esperienza di
formazione DL sé del sé della propria personalità e della
socialità e della collettività. Io penso che modestia, con
umiltà, ma anche insomma con la consapevolezza piena di questa
importanza noi possiamo eh possiamo proseguire nelle cose
che stiamo facendo, che non abbiamo intenzione di
abbandonare, essere aperti a degli elementi di novità che ci
consentano di intervenire su quelle situazioni che è davvero
del tutto nuova. E manifesterà i i suoi i suoi cambiamenti
ancora ancora nei mesi, nel a seguire. Bene, allora tu hai
usato due parole eh evasione e introspezione per la lettura ne
aggiungerei una terza che tu hai usato proprio, mi ricordo,
mi colpì in uno incontro, il presidio di libri in Puglia che
è immaginazione, quando dicesti Annacareni la possiamo vedere
al cinema, Harry Potter, ma quando la leggiamo ce la
immaginiamo come vogliamo noi e questa immaginazione vale anche
per la saggistica, perché non si immagina soltanto un
personaggio ma si può immaginare una società nuova.
Si immaginare un diverso futuro e la lettura è un lievito.
Abbiamo affrontato, toccato tanti temi forse in maniera
rapida ma credo, spero non banale. Alcuni non li abbiamo
affrontati per esempio, quello della cosa che stiamo facendo,
di cui tu sei stato un precursore, il podcast che sono
una forma di lettura, come dire, anomala, diversa, ma
complementare credo. Eh ci torneremo magari un'altra volta
insieme se ti va eh abbiamo detto una cosa importante e
cioè che comunità del libro si ritrova negli ultimi anni in
tutta la filiera abbiamo citato i i social ma abbiamo citato le
biblioteche, la la scuola, i librai da ultimo fammi
consentimi dire anche gli editori hanno acquisito negli
ultimi anni una consapevolezza nuova, l'associazione editori
si è impegnata nella promozione della lettura negli ultimi anni
più di quanto non facesse in passato, gli editori
singolarmente lo fanno e credo che diciamo così, abbiamo
delineato un quadro molto di ma come tutte le cose in questo
paese che ha tante contraddizioni anche con grandi
qualità con con iniziative di valore con gruppi di persone
dappertutto nel nord e il sud neanche nei piccolissimi centri
oltre che le grandi città che hanno grande passione per
quello che fanno e che vedono il libro un modo per alimentare
queste passioni e soprattutto condividerle. Credo che la
persona migliore per fare questo ragionamento sei tu
perché insomma da una vita la tua la trasmetti in maniera
chiarissima e quindi ti ringrazio molto e spero che
potremo rincontrarci e tornare a parlarne. Grazie grazie a voi
sì. Abbiamo appena cominciato. Grazie.
Avete ascoltato radar un podcast degli editori Laterza
post produzione e musica a cura di Matteo Portelli.