×

Χρησιμοποιούμε cookies για να βελτιώσουμε τη λειτουργία του LingQ. Επισκέπτοντας τον ιστότοπο, συμφωνείς στην πολιτική για τα cookies.

image

Conversazioni d'autore, 'La storia speciale: Perché non possiamo fare a meno...'

'La storia speciale: Perché non possiamo fare a meno...'

Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

www.sottotitoli.org

www.sottotitoli.org

www.sottotitoli.org

Buonasera, penso che possiamo cominciare.

Siamo qui...

Io sono Medio Feniello, presenterò stasera il professor Giusto Traina

che è uno dei massimi esperti internazionali di storia

di storia antica, di storia romana

conosciutissimo, insegna alla Sorbona

autore con la terza di diversi libri

uno bellissimo sulla Battaglia di Carre

pubblicato nel 2010

stasera parleremo di questo suo libro

che è appena uscito nelle libri

è un libro molto molto particolare

che si chiama La Storia Speciale

Perché non possiamo fare a meno degli antichi romani?

Già, perché...

è un libro che a me è piaciuto subito

è molto, a partire dall'indice dei nomi

perché ci sono anche io

compreso fra Federico Fellini e Elena Ferrante

perché, insomma, dibattiamo sempre

è giusto chi dei due sia Elena Ferrante

ma non lo sappiamo ancora con certezza

e vorrei passare subito la parola a Giusto Traina

partendo proprio dall'inizio del libro

perché l'incipit che colpisce subito

quando lui dice

questa storia, la storia romana

ti riguarda

de te fabula narratur

perché questa storia ci riguarda

mi riguarda personalmente?

Personalmente

ci possono essere tanti modi

per tirarsi la coperta

e spiegare perché bisogna studiare la storia romana

quindi al di là della risposta più semplice

e più onesta che sarebbe perché sì

infatti, di fatto, la storia romana

ci riguarda tutti perché c'è stato

la storia ce la raccontano così

c'è prima una piccola comunità

una civitas resta

che resterà sempre una comunità ufficialmente

solo che a poco a poco ha cominciato a fare

tutta una serie di accordi diplomatici

spesso, per la maggior parte dei casi

alla fine di conflitti sanguinosi

che hanno portato a poco a poco

alla creazione di un impero romano

dopo di che, vabbè

tu sei medievista

nessuno è perfetto

e teoricamente per voi la storia romana

finisce nel 476 d.C.

ci leviamo la toga e ci mettiamo i cappelloni con le corna

una cosa di questo genere

nel 476 c'era ancora un impero

soltanto che il centro dell'impero

era ufficialmente Costantinopoli

poi dopo

questo impero ha continuato ad avere una vita propria

ma una vita anche molto varia

da voi naturalmente

diavoli bianchi

presunti romani

ci sono stati tanti tentativi di imitazione

Carlo Magno

queste cose

non sono rimaste nella memoria collettiva

comunque

e tutto sommato

se qualcuno continua a credere che Carlo Magno sia

il padre dell'Europa

va bene

ognuno ha la sua mitologia

e d'altra parte abbiamo un impero romano

che a Costantinopoli è durato

diciamo che nel 1453

quando cade Costantinopoli

e diventerà poi Istanbul

diciamo che l'impero romano

non aveva più la stessa connotazione di un tempo

però poi dopo ci sono tanti altri spostamenti

poi dall'altra parte si crea questo sacro romano impero

che ufficialmente lo fa terminare Napoleone

e l'avrebbero voluto fare riprendere

se non fosse stato per il congresso di Vienna

quindi alla fine il problema è questo

quando uno dice Roma è eterna

non lo dice per ragioni

così patriottiche

lo dice perché effettivamente Roma riguarda tutti noi

e non soltanto noi italiani

o expat o europei

o occidentali

no, riguarda proprio tutti quanti

c'è a Panjikent

che è in Asia Centrale

c'è un palazzo dell'ottavo secolo

dove c'è una lupa di Roma

uno dice che ci sta a fare lì

allora naturalmente voi direte

sì, in realtà questa è un'iconografia

che rimanda ad altri miti iranici

perché tutto sommato la lupa

c'entrava anche con Ciro il Grande

però dall'altra parte

l'iconografia era quella che si trovava

su delle monete romane

monete che continuavano a circolare

soprattutto se erano d'oro

e qui comunque stiamo scadendo nella dentotica

per cui mi fermo

ti lascio

la cosa che mi colpisce

è che tu dici

questa idea della romanità

che poi è pervasiva, continua

la rivoluzione francese

che si impossessa del mito della Repubblica

che so, David

o anche la nuova nazione americana

che si impossessa di tutti i grandi simboli

dell'impero romano

che poi in qualche misura

ancora oggi poi trascendono

in varia misura

mi squilla un telefono

ma non gli damo retta

e invece per quanto riguarda la struttura del libro

di cui volevo parlarti

come mai questa scelta di parlare

di partire da una serie di

dal latinorum

da tutta questa serie di frasi

celebri della tradizione romana

Historia Magistrae Vitae ecc

Historia Magistrae Vitae

oppure tanti altri

Vispace Parabellum

come mai questa scelta narrativa

come hai cercato di impostarla in questo modo?

Innanzitutto perché il latino

è la lingua ufficiale di Roma

e lo resta anche in un impero romano

dove oggettivamente poi

c'era una parte

che capiva almeno il latino

un'altra parte che capiva il greco

poi c'era chi lo parlava

chi più, chi meno bene

e poi c'erano tante altre lingue

ora tutto sommato

tanto per fare un parallelo

paradossale

se uno pensa bene

c'è una parte dell'Africa

postcoloniale

che chiamiamo France-Afrique

perché sono dei paesi

che sono stati toccati dal colonialismo

o francese o belga

e che hanno la lingua

sempre come lingua ufficiale

il francese

e l'uomo dice perché?

Semplicemente perché sono degli stati

che hanno tante di quelle etnie

e tante di quelle lingue

che non sarebbe stato possibile

decidersi per una o per un'altra

di cui l'uso del francese

e l'uso anche di una moneta

che è il franco

CFA

ma questa è tutta una polemica

il famoso franco africano

rimanda abbastanza da vicino

a quello che poteva essere

la situazione dell'impero romano

perché noi chiaramente

quando leggiamo dei fonti

soprattutto la classe dirigente romana

che era bilingue

perché padroneggiavano

sia il latino che il greco

quindi erano capaci di esprimersi

di fare dei discorsi

di poter portare avanti

le lingue romane

e quindi le lingue romane

erano le lingue più automatiche

e queste erano le lingue

poi in contatto

con cui riuscivano poi

ad andare in contatto

con gli altri popoli

detto questo però

il greco non è mai stata

una lingua ufficiale

è stata semmai

la lingua specialistica

ad esempio della letteratura scientifica

si poteva scrivere anche in latino

però il greco

manteneva la funzione

che tutto sommato

potrebbe avere per alcuni paesi

l'inglese

come lingua tecnica

come lingua dell'accento

ma la lingua del diritto

e soprattutto la lingua

dei conquistatori

era il latino

partire dal

dal

212 quando Caracalla

decide di estendere la cittadinanza di Caracalla

ai sudditi

dell'impero

a partire da quel momento tutti si devono

tenere al diritto romano e il diritto romano

è scritto in latino

ecco

allora il problema poi

si innesta

con un modo

di considerare

diciamo

il mondo antico

che quelli che almeno hanno fatto

le cosiddette, quelli che un tempo si chiamavano

le scuole alte

passava

anche attraverso

un uso del latino

tu dici il latinorum che ci ricorda

tanto i promessi sposi

ma andando ancora indietro

si potrebbe

parlare

anche di quelli che i giuristi

diciamo i brocardi

quindi delle sentenze scritte in latino

che un tempo rientravano

in tutto un modo

di portare avanti il diritto

nel in gran parte

dell'Europa

medievale e che poi

via via hanno finito per

degenerare in citazioni

citabili

da utilizzare

fino a qualche tempo fa

per poter brillare in società

a volte era ricchissima

questo patrimonio che veniva sfoggiato

in tutte le occasioni

con sfrondoni

ontopiche terribili

anche nei discorsi parlamentari

ogni tanto ne viene

ancora oggi ne viene fuori qualcuno

parlare dell'accento, della quantità

insomma delle cose che insomma

però la cosa divertente

è che dando a ogni

capitolo

un tema

e facendo coincidere

il tema con

una frase storica o

pseudo storica

ne è venuta fuori una

ricerca che mi ha permesso anche di

scoprire tante cose per conto mio

c'erano delle cose che...

tipo?

tu dicevi Sivis Pacem Parabelum

ad esempio

quello in realtà

si richiama un po'

un passo

di un manuale tardo antico

militare che è quello di Vegetio

ma che era completamente stravolto

quando tu dici Mare Nostrum

sembra quasi una cosa

scontata, sembra

quasi una cosa... ti dà quasi l'idea

che i bambini romani a scuola

imparassero

questo diciamo

cioè non esisteva la lavagna ma

sulla tavoletta scrivevano

e poi si comincia a capire

non solo che rendi conto che anzitutto

nella maggior parte dei casi sarebbe

Nostrum Mare e questo sarebbe

niente

ma che soprattutto non significa

Mare Nostrum

non significa il mare

che ci appartiene

ma

significa il mare che ci è vicino

e che

non coincidevo con tutto il mio diagramma

ma prendiamo un'altra cosa Bellum Justum

che significa

guerra giusta ma neanche per idea

cioè Bellum Justum

è la guerra fatta

secondo

una serie di

regole che passano

attraverso riti religiosi

accordi

trattati, rottura

di trattati

ma che non ha niente a che vedere con

la guerra giusta

fino probabilmente

a Sant'Agostino

e Sant'Agostino ha cominciato

ad applicare anche questo concetto

tipicamente ciceroniano

l'idea che assomiglia

al nostro concetto più moderno

ma già medievale

di guerra santa

è un fatto ideologico, diventa una cosa molto più ideologica

ma la cosa divertente è che

un

famoso

studioso di diritto

scienza politica

di Lastri del pensiero moderno

per quanto

diciamo anche un po'

in odore di Zolfo

che è Carl Schmitt

era assolutamente convinto che

bisognasse giustificare

il concetto di guerra giusta

perché si trattava di qualcosa

che avessero già inventato

i romani

e di fatto è questo il problema

è questo che spiega

anche come la storia romana

in qualche modo ci riguarda

perché c'è ancora chi

utilizza i romani

per giustificare

magari anche per una giusta causa

delle cose che i romani non avevano

assolutamente

elaborato

prendiamo il Ius Soli

c'è chi dice ancora

che il Ius Soli c'era nel diritto romano

no, c'era nel diritto medievale

che ha elaborato

una serie di

di questioni

ma il concetto di Ius Soli

i romani non l'avevano elaborato

ed è anche evidente

perché il loro sistema della cittadinanza

e dell'integrazione

nell'ambito dell'impero

aveva naturalmente

dei presupposti di tipo diverso

che comunque non erano immutabili

perché poi si evolvevano

cambiavano

e ci potevano essere delle evoluzioni

e delle evoluzioni a seconda

dello sviluppo della storia politica

sì anche perché i tempi sono lunghissimi

la storia di Roma e dell'impero

noi misuriamo la storia della Repubblica

in appena 70-80 anni

la storia dell'impero romano

si articola

su diversi secoli

con dimensioni

articolazioni, momenti

fasi, decisioni

soluzioni che sono sempre diverse

secondo dell'epoca e del periodo

e questa è una ragione per cui

ho toccato un po' col Tardo Antico

ma non perché non ne sappia

di Tardo Antico

e anzi uno degli

argomenti che mi interessa di più

ma semplicemente perché non ci sarebbe stato

più spazio e non avrei potuto

scrivere quello che

un tempo si chiamava

l'agile libretto, se ci avesse messo anche

il Tardo Antico sarebbe diventato

un bignami

Giusto, la mia domanda invece

a questo punto è proprio questa

per te cos'è il Tardo Antico?

Perché questo è un problema

che ci si pone un po' tutti quanti

ogni tanto quando ho la possibilità

di incontrare amici

antichisti eccetera

ci sono alcuni che si presentano come Tardo Antichisti

dicono no, io mi occupo di una fase

che non è quella

repubblicana e imperiale

ma mi occupo di un pezzo

della storia differente

Per me sicuramente

non è una carriera

è un tempo come si dice

era di Israeli

che diceva che cos'è l'Oriente?

l'Oriente è una carriera diplomatica

cioè non esiste

e anche per noi

insomma così potrebbe dire

il Tardo Antico è una carriera

accademica

in realtà

diciamo se uno non conosce

tutta la storia di Roma non può studiare

il Tardo Antico

esattamente per la stessa ragione

per cui occorre

l'antichista deve anche

saperne di Medioevo

e saperne anche di quello che si tende

a chiamare Bisanzio

ma che in realtà è l'Impero

Romano d'Oriente

e quindi

di fatto

l'idea

di Tardo Antico

è difficile da distinguere

perché dal punto di vista amministrativo

si può dire

c'è un Principato

o un altro Impero

che è un Francesismo

che arriva più o meno fino all'età di Diocleziano

e Costantino

poi ci sono delle riforme strutturali

molto importanti

che danno vita a un Tardo

Impero Romano

quindi dal punto di vista amministrativo

questo è lo spartiacque

non è che ci sia

un mutamento colossale

i mutamenti più evidenti

sono nell'ambito dell'amministrazione

perché vengono separate

le carriere militari da quelli civili

e poi c'è una serie di altre

situazioni

storiche che è inutile

stare a specificare qui

poi dopo ci può essere

un lungo Tardo Antico

alla Peter Brown che arriva dal

II secolo fino all'VIII secolo

nel 1980 praticamente

in realtà è farlo

ma che in reazione

a chi appunto

vuole fare della storia

occidentale una storia

spezzata come è stato

il titolo di un famoso libro

io credo che

insomma anche qui

non bisogna prendere una posizione

netta perché

è indubbio che nel V secolo d.C.

ci sono stati dei grossi problemi

anche nel VI secolo

dove di fatto

ma diciamo i nostri

50

ascoltatori

se lo sono

visto ripetere

più volte che sotto Giustiniano

c'è stata forse la prima pandemia

della storia

poi dopo di che ci sono gli storici che confondono

pandemia con epidemia per cui

dobbiamo mettere per forza la peste

di Atene che non era una pandemia

ma comunque

non è questo il vero problema

la questione

è che

il grosso problema

dipende soprattutto

da una tendenza storica

che ha certamente rivoluzionato

il nostro modo di fare storia

ma anche in qualche modo

buttato via il bambino con l'acqua e il bagno

sia io che te

tu sei un pochino più giovane

siamo cresciuti in un'epoca

in cui

si scopriva l'importanza

della storia economica e sociale

si scoprivano

i punti nascosti

della società

le strutture

le fonti letterarie

spesso non ti raccontano

qui la storia degli schiavi

la storia delle donne

ecco però

questa non è una buona ragione

per dimenticare

la morte di Cesare

certamente no

perché se si comincia

a studiare

la storia di Evelina Onsiel

la storia degli avvenimenti

ma non è

che si scade nella storia

della histoire bataille

quella che è stata

criticata fin dal 700

no, dall'800

chiedo scusa

no, in realtà

questa storia è

il punto di partenza

se uno non conosce tutte le crisi

tutte le difficoltà

finisce per avere quest'idea un po' irenica

di una Roma

che si fa le guerre

ma tutto sommato resta

una società solida, prospera

ma era solida e prospera

perché c'era un sistema

che permetteva di superare

le crisi, crisi militari

crisi economiche, carestie

grandi crisi politiche

ma senza gli avvenimenti

senza soprattutto

capire dove si svolgono

questi avvenimenti

ma non si fa da nessuna parte

a tutt'altro si può avere un'idea

così vaga

dei romani

ma chi sono i romani?

e qual è soprattutto

l'identità di Roma?

faccio un brevissimo esempio

abbiamo

noi ci troviamo

nella Roma Ustea

e si chiede

a un cittadino romano

ma di quelli

rispettabili, presentabili

non necessariamente un senatore

ma comunque qualcuno che ha

una forte identità romana

salve

siamo io e

Feniello, veniamo dal futuro

e siccome

noi siamo degli storici

alla moda, ci piacciono i liede e i memoir

vorremmo sapere qual è

il luogo di memoria più importante

di Roma? Quello ci guarda

come dei deficienti

diciamo

è chiaro il Campidoglio

ecco, perché dove c'era

il culto di Giove

e Giunone e Minerva

bisognava sacrificare

c'erano delle copie

del Capitolium, insomma delle imitazioni

nelle varie colonie

romane

colonie nel senso di insediamenti

insomma

urbani e poi più avanti

quando si cominciano a perseguire i cristiani

si perseguitano perché i persiani

non perché siano cristiani

ma perché si rifiutano di

sacrificare

agli dei civici

ora però

noi abbiamo un contemporaneo

di questo signore che si trovava

in quel momento a Roma

si chiamava Strabone, un greco

però con ascendenze anche

iraniche, veniva dal

Ponto, quindi dall'Asia

minore

Strabone fa una descrizione di Roma

nella sua geografia

dove parla delle mura

dopodiché

si dilunga

in modo particolare sul campo marzio

che era

naturalmente una creazione

a partire da Grippa con l'età augustea

che aveva trasformato

Roma in qualcosa di più

familiare per un greco

Roma era una città caotica quindi non c'era

uno schema urbanistico, già questo ai greci

non piaceva

però il campo marzio assomigliava

quando di più possibile a quello che un greco

avrebbe chiamato allora

e poi dopodiché molto

rapidamente Strabone dice

sì vabbè poi c'è il Foro

dove un tempo facevano politica

come per dire adesso

e poi

sì c'era anche il Campidoglio

tanto per io che non me lo sono dimenticato

quindi vedete

che sono punti di vista diversi

allora se questo era il punto di vista di un greco

che aveva anche sicuramente

la cittadinanza romana

figuriamoci sempre nella stessa città

di Roma che cosa doveva pensare

un schiavo siriaco

o un

cavaliere

germanico

che si occupava della scorta

dell'imperatore

o un mercante berbero

di bestie feroci che venivano

poi

utilizzate

nei giochi

ad esempio nelle Venationes

e così via, cioè è una realtà veramente

molto complessa

e quindi non possiamo limitarci

a studiare la struttura

o anche l'identificazione

di

non so, anche di un'antropologia

dei romani

ci resterà quello che

i romani

volevano si sapesse

dei romani

ma non di tutto il resto

e questo è il grande punto

debo del modo di fare storia

adesso

con una

situazione schizofrenica

a scuola, dove la storia romana

si fa solo alle scuole alte

si fa anche agli istituti tecnici, grazie a Dio

e però poi ogni tanto

arrivano i pedagogisti e dicono

guardate che dovete fare storia globale

il che è giustissimo è sacrosanto

però tu che sei in università

io lo spieghi ai tuoi colleghi

che a partire da questo momento

non si studiano più i paggi e le prefetture

ma si studia

la storia romana

nella sua

situazione globale e dirà giustamente

ma no, io sono una persona

seria, lavoro sulle fonti

che so leggere, ci sono tante fonti

che io non riesco

a leggere e non conosco

abbastanza colleghi

o linguisti o orientalisti

che possano aiutarmi

sì, questo è un problema notevole

che si sta ponendo adesso

oddio, il sistema universitario

scolastico italiano è ancora

troppo, è totalmente

impreparato alla sfida

della globalità

in questa maniera un po' generica

però

si pone il problema reale

che diceva una professoressa francese

ricordo non solo per ho letto questa cosa

ma perché io poi non devo studiare

devo dare più importanza

a Aboumous

rispetto a Re del Mali piuttosto che

a Luigi Nono il Santo

perché è chiaro che

in una prospettiva globale

gli spazi si riducono sempre di più

e la centralità

che noi abbiamo sempre dato al Mediterraneo

all'Europa si perde

Bertolt Brecht diceva la stessa cosa

però in termini più occidentali

come per dire, cioè perché dobbiamo studiare

che i faraoni

esatto, la famosa cosa

che ha costruito la piramide

esatto, è la vecchia storia

devo dire che quella cosa

Bertolt Brecht ha avuto un successo poi

per certi versi

perché lo trovi praticamente

nell'apertura di moltissimi libri

di storia dell'economia

storia del lavoro

degli anni 70 del 900

anni 80 del 900

questa poesia di Bertolt Brecht è diventata quasi stucchevole

perché era dappertutto

adesso il paradigma della mondialità

potrebbe essere un grande problema

però mi viene

una domanda che poi si collega

anche a quello che hai detto tu prima

quindi come veniva vista

ci sono fonti che parlano di questa

di Roma, esterne a Roma?

Beh sì

pensiamo semplicemente

anzitutto

c'è l'immagine che è stata utilizzata

scusami, giusto, al di là della

contraposizione greco-latina

che poi

insomma da qualche parte

nella presentazione del libro

si è parlato del famoso passo del Talmud

che descrive naturalmente

una Roma di finanziazione

però ti dà l'idea

di questa

città che ha

365 strade

nelle strade ci sono

365 palazzi e così via

eccetera, vabbè

questo è un aspetto simbolico ma

può dare un'idea di

come ragionavano

questi sacerdoti

del giudaismo che non amavano

molto Roma

visto che fra le altre cose i Romani

gli avevano distrutto il Tempio

più avanti poi avevano

trasformato

Gerusalemme in una

colonia romana dove gli ebrei non potevano

più andare, beh certamente insomma

non c'erano rimasti bene

ma ci sono delle fonti

che sono magari

più difficili da utilizzare

perché hanno un punto di vista

differente

e la

questione è interessante perché

tornando agli

antropologi questi a un certo punto

negli anni 50

è stata

creata un'espressione

insomma che è solo per i radetti ai lavori

il termine emico

da contraporre

al termine etico

in poche parole

si dice non bisogna

studiare le civiltà degli antichi

dal punto di vista nostro

esterno bisogna entrare

e cercare di ragionare come loro

il che va già benissimo

ma la questione è

nel momento in cui questa società interagisce

con altre

civiltà allora il problema

si fa più complicato perché

ci sono alcuni popoli

che scrivevano

e che quindi avevano

la loro storiografia

o magari una tradizione epica

orale che è stata poi codificata

in forma scritta più tardi

il caso di

tante nazioni cristiane del

caucaso

come la Georgia, l'Armenia

anche l'Albania caucassica

e il caso anche dei Copti

in Egitto

sono degli effetti

collaterali di quello che si chiama

democratizzazione

della cultura come diceva un grande

storico Santo Mazzarino

ma al tempo

stesso

abbiamo poi

dei popoli di cui

si sa poco e niente

magari le fonti sono

solo numismatiche o archeologiche

e non ci aiutano

a legare che cosa

succedesse per cui

alla fine

io faccio un esempio

prima di entrare all'università

avevo lavorato con

una società

privata che faceva ricerche

per conto dell'Istituto Nazionale di

Geofisica

e bisognava fare dei cataloghi

di terremoti

il che andava benissimo perché

lo storico moderno

andava in archivio, trovava i documenti

e poi potevano venire utilizzati

il problema più difficile

erano le fonti antiche

perché le fonti antiche

ci danno soltanto

determinati argomenti

abbiamo delle fonti

che si concentrano sul Mediterraneo

per cui

erano delle zone sismiche

la fascia anatolica per carità

però

tantissimi altri terremoti nell'Europa

del Nord se ci sono stati

noi non lo sapremo mai

e la cosa

divertente è che poi

spesso gli archeologi

di tanto tempo fa

adesso gli archeologi

si sono un po'

evoluti anche loro

dicevano che

trovavano la fonte

a Marcellino

parlava di un terremoto

di uno tsunami

che aveva colpito la Creta

e le coste della Libia

e poi accanto

c'è la continuazione

di San Girolamo

che continuava la cronaca di Eusebio

di Cesarea e dice

c'è terremotus universalis

che significa

terremoto universale

in realtà è un modo per indicare

un termine tecnico greco

che era kosmikos seismos

cioè era un terremoto

di proporzione di tali

da interessare il cosmos

e quindi anche un interesse

di parte dell'imperatore

ora che cosa succede?

I grandi

studiosi

del 500 e del 600

che hanno raccolto

gli annali

con il baronio

e che facevano?

vediamo il terremoto universale

e diciamo che questo è un terremoto universale

per cui quello che faceva

una storia locale di Bergamo

diceva

che Girolamo faceva il terremoto anche qua

naturalmente un qualsiasi sismologo

ti spiegherà che le cose stavano

in maniera più o meno diversa

però è stata data una data al 365

quindi tutte le volte che gli archeologi

trovavano un crollo

in zone vicine a

eventi

che

si avvicinavano a questo tipo di terremoto

adatavano il terremoto

al 365

quindi pensa qui

e qui siamo soltanto nel Mediterraneo

pensa in realtà

dove i terremoti

avvenivano con una particolare

violenza però

non erano

particolarmente

in oggetto

di interesse

non abbiamo trovato

delle epigrafi che parlassero di terremoti

ma semplicemente di

ricostruzioni

per cui ci dovevamo

confermare

in realtà il vero problema

è che tutta la documentazione

sul mondo antico

è particolarmente strana

perché in effetti

a differenza di voi medievisti

per non parlare dei periodi successivi

in fondo tutte le fonti

diciamo

greche, romane ma anche

mettiamoci

siriache, armene

e via dicendo

tutto sommato possono essere

raccolte in

un'unica biblioteca

particolarmente grande

e uno studioso

che non sia troppo

pigro come me ad esempio

può anche decidere

di dedicare la sua vita

a studiare tutte queste fonti

quindi alla fine morirà

contento in quel modo

però detto questo le fonti sono la punta dell'iceberg

pensa noi

ad esempio

Tito Livio, non ce l'abbiamo tutto

e ci sono

ampi

pezzi di storia

del

la seconda metà

del secondo secolo avanti Cristo

quindi le ripercussioni dell'imperialismo romano

di cui sappiamo veramente

molto poco

non parliamo

del Principato

ma se tu pensa

se ti viene in mente

quali sono i grandi imperatori

della storia romana

tu mi dirai

Augusto, Traiano, Costantino

come dicevano tutti

naturalmente

solo che su Augusto

qualche cosa in più la sappiamo

perché ci sono tante fonti

che sono conservate

su Costantino è un discorso un po' diverso

ci sono tante fonti ma

alla fine se vogliamo capire

la biografia di Costantino non la scopriremo

ma per quanto riguarda

Traiano

no, certo

tu puoi, hai centinaia di iscrizioni

che

documentano

non prendiamo dei papiri

che documentano l'età di Traiano

ma se tu

vuoi capire che cosa ha fatto Traiano

la biografia di Traiano

si può forse riassumere

in cinque o sei pagine

dopodiché il resto

diventa

così

interrogativo storiografico

però puoi sapere moltissimo

dell'impero romano sotto Traiano

per cui se tu

fai una biografia di Traiano

magari metti Traiano

perché ai lettori

piacciono le biografie

ma in realtà hai una storia

una biografia dell'impero romano sotto Traiano

sì, c'è un altro

che va benissimo, quindi in realtà non è la stessa storia

non sono le stesse fonti

in determinati periodi

vengono fuori

delle cose che prima

magari non c'erano

oppure non si sono conservate

perché

prendiamo un po'

parliamo dei titoli libri, i titoli libri

lo scrive degli Annali

diciamo

non li ha chiamati Annales

l'Annale era questa

solo che di titoli libri ci rimane

poco

i libri che erano più interessanti

non si sono conservati

e dopodiché

è accanto la cosa divertente

è che c'era un contemporaneo

di titoli libri, Pompeo Trogo

che aveva scritto una storia universale

che doveva essere

interessantissima

ce l'abbiamo nel riassunto

di Giustino

e sicuramente

un autore meno interessante

sì, gli piacevano certi aspetti aneddotici

ma di fatto

lui cercava di epitomare

qualche cosa che in realtà bastava

in tantissimi

rotoli di papiro

e come tutte le grandi

opere non si sono

conservate

la stessa ragione non si è conservato Livio

questo problema

nelle fonti mi pone un problema nuovo

ma ogni tanto vedo

ci scrivono dei commenti

quello che stavo guardando

c'è chi dice sono necessarie

più redi storie di geografia a scuola

soprattutto nella scuola di primo grado

qualcuno che forse sarà

un tuo amico, Andrea Tigrino

che i dati sulla peste di Atene sono incoraggianti

l'ha detto anche Gallera

che insomma

prendono un po' in giro la situazione

anche attuale

domande specifiche non ce ne sono

però

questa idea che ci sono

più di storie a scuola

è un problema vecchio però

se io devo per esempio guardare il manuale

di mia figlia di storia

romana che arriva

al tardo antico fino perché ormai viene tutto

nel Sistema Italiano

diventa tutto omogeneo che arriva fino a

Carlo Magno, fino quasi all'anno 1000

e quindi

praticamente

il tardo antico viene concepito

come qualcosa che va dal

300 fino all'

850 insomma

fino ai figli

di Carlo Magno

quello che mi colpisce

è la forma della

narrazione che è ancora più

povera di quella che io ricordo

nei miei sussidiari

sono comunque la scuola

del primo biennio

quindi non possiamo neppure pretendere

troppo, ci sono dei ragazzi

a cui bisogna dare delle nozioni

storiche e già qualcosa

se riusciamo a dargli una griglia

cronologica

dato che i manuali

permettono le cartine perché i manuali scolastici

vendono e quindi

si può abbondare a differenza

dei manuali di un libro ormai

di fatto

se l'insegnante

sa e è sensibile

a questi aspetti

secondo me i manuali che circolano in Italia

sono ancora

certo non sono più come

quelli di una volta ma

insomma non possiamo sempre

fare...

In Francia giusto invece com'è la situazione?

Non è così rosa

perché di fatto

è molto semplice, in Francia

il manuale si legge per impararlo

molto bene

mentre invece il manuale italiano

c'è sempre la tradizione che

bisogna farlo di un certo numero

di pagine, magari non

troppo pesante perché c'è la questione

del peso

ma al tempo stesso

ci sono tanti materiali

e poi l'insegnante può scegliere

quali materiali utilizzare

quali capitoli far studiare

e poi naturalmente ci sono tutti i materiali

online

e per il resto

non voglio parlare perché ho anche

degli amici pedagogisti che poi non comprano

il libro

Non bisogna chiedersi nemici

in questo momento

per competenze

potrebbero venire fuori delle brutte cose

No, no, questi sono temi sui quali

non mi piace mai

soffermarmi. Un'ultima cosa

giusto

due domande

la prima SPQR

Che cosa sono fatti questi romani?

Marcello Marchesi

che è il traduttore

dei primi albi di Asterix

fantastici, quelli sono

gli albi fantastici

un'ora e mezza in età

poi c'era Giuseppe Gioacchino

Belli che aveva un

pretaccio

cattivo

di Manesco

che gli aveva spiegato

solo preti qui regnano

e poi naturalmente c'è la famosa

espressione senatus populusque

romanus

che di fatto

in realtà

sì, nell'età di Cicerone

si cominciava a utilizzarlo

ma non era una sigla ufficiale

a partire da Augusto

si comincia a dare molta importanza

su questi aspetti

non a caso per chi è senato

e il popolo

non è che sotto Augusto

abbessero effettivamente la stessa capacità

decisionale che avevano prima

Eh certo, non vorreste più

e invece

in tutto il tuo libro

c'è una figura che praticamente

compare, scompare

una sorta di fantasma

che è Gian Carlo

chi è questo Gian Carlo?

Vabbè ma il problema è

Gian Carlo non c'entra con la storia romana

in realtà, è un mio ricordo

universitario

e se puoi mostrare

la vignetta

di Gian Carlo che è fatta

dal mio amico Daniele Caluri

che è un grande autore

eccolo, non so se si vede

metti meglio e così via

ecco vabbè

non so se la vedete

mettilo più lontano forse

ecco si

Gian Carlo è questo

si vede un po' grosso

con le scarpe grosse e cervello grosso

che è diciamo una sorta

di iconografia del pisano di campagna

come lo vedono i Livornesi

senza offesa per i pisani di campagna

e non

in realtà, questo è il Caluri

che naturalmente ha una sua idea

identitaria

della

negatività pisana

il Gian Carlo Reale

che chissà come si chiama

e io spero che un giorno venga fuori

era uno

studente

che era visibilmente di altra

facoltà, all'epoca

andava molto per la maggiore

ingegneria quando ero studente io

e

stava lì e ci trovavamo

nello stesso

locale che era il pian terreno

dove si trovavano i vari istituti

aspettavo degli amici

per andare a mese insieme, loro aspettavano

forse, non credo, probabilmente

delle sorelle, delle fidanzate

e così via

e questo che io chiamo Gian Carlo

a un certo punto comincia

per passare il tempo a guardare i programmi

dei

esami, dei corsi

e all'epoca

ora già si mette in dubbio

l'utilità della storia romana

come disciplina

scientifica, cioè ci sono ancora molti

colleghi che la insegnano, però

cominciano ad avere un po' paura

che non ci siano più le cose come una volta

e del resto ci sono molte meno

cattedri universitari di quanto ci fossero

un tempo

e allora questo qui

comincia a guardare e vede che ci sono tanti insegnamenti

quindi storia greca, storia romana

e poi ci sono anche gli orientalisti

e c'è un insegnamento di

ittitologia

questo qui comincia a bufunchiare

a un certo punto sbotta e fa

e poi via, io senza gli titici

vivo bene

ora

qualcuno dice che cosa c'entra con la storia romana

e perché ci ho messo Gian Carlo

perché il rischio

è che tutto sommato

la storia romana diventi

the new ittitologia

se all'epoca

c'era qualcuno che poteva dirsi

e non era solo Gian Carlo

ci saranno stati sicuramente i suoi professori

in ingegneria che pensavano la stessa cosa

quindi le persone colte

che hanno studiato

che hanno, che si sono laureati

hanno ottenuto una cattedra

e che pensavano, magari senza dirlo troppo

la stessa cosa

in fondo a che serve

ecco, e questo è il problema

negli ultimi tempi in Italia

si è assistito a una

proliferazione di libri

a che cosa servono

i greci e i romani

perché dobbiamo studiare i classici

perché dobbiamo studiare la lingua greca

il liceo classico

bisogna salvarlo, non bisogna salvarlo

ecco, tutte queste cose qui

e nessuno aveva chiamato

in

causa gli storici antichi

gli storici antichi

non hanno nemmeno reagito a questi aspetti

e devo capire ancora perché

per cui io ho pensato a Gian Carlo

ho detto, no

in realtà, forse

sullo scaffale

dei vari, delle varie

modeste proposte per

studiare la situazione

il classico, il non classico

i greci, i romani

forse una cosa sulla

storia speciale che è la storia

romana

forse ci andava ancora

il libro è

abbastanza sottile

nello scaffale

ci sta ancora

qualcuno

tirerà fuori la vecchia battuta naturalmente

del tavolo con la gamba

zoppicante

prima di parlarne

comunque, allora

giusto, grazie, penso che dovremmo

chiudere, ti ringrazio

ringraziamo soprattutto le persone che ne hanno seguito, ringraziamo Gian Carlo

che ci ha dato l'opportunità

di creare e costruire questo libro

Daniele Caluri

ma anche gli amici

della Disney Italia

e Giorgio Sanmacal

che mi ha

omaggiato di un

bellissimo, una bellissima figura

con Katty Vick

e Giulio Scesa

Katty Vick è bellissima, questa vignetta è bellissima

sono belle

anche le immagini sono all'interno del libro

riferimenti da

Petrolini appunto a

Katty Vick

o alle cose più strane

relative anche a quelle che sono

i

queste moderne sceneggiate relativi a Roma

che sono

evocativi, suggestivi

ma oltre ai sceneggiati

anche il famoso film di

Menare, il primo re

quello parlato

quello con i dialoghi

in aspetto

archaico

che cosa ne pensi

in due battute del film?

è che è un film di Menare, è bellissimo

proprio per questo

allora

grazie a tutti e

a prestissimo, grazie soprattutto

a Giusto Traine e leggete questo libro che ne vale

veramente la pena

un saluto e a presto

a presto

grazie

Learn languages from TV shows, movies, news, articles and more! Try LingQ for FREE

'La storia speciale: Perché non possiamo fare a meno...' 'The special story: Why we can't do without...' 'La historia especial: por qué no podemos prescindir de...' “特别的故事:为什么我们不能没有……”

Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

www.sottotitoli.org

www.sottotitoli.org

www.sottotitoli.org

Buonasera, penso che possiamo cominciare.

Siamo qui...

Io sono Medio Feniello, presenterò stasera il professor Giusto Traina

che è uno dei massimi esperti internazionali di storia

di storia antica, di storia romana

conosciutissimo, insegna alla Sorbona

autore con la terza di diversi libri

uno bellissimo sulla Battaglia di Carre

pubblicato nel 2010

stasera parleremo di questo suo libro

che è appena uscito nelle libri

è un libro molto molto particolare

che si chiama La Storia Speciale

Perché non possiamo fare a meno degli antichi romani?

Già, perché...

è un libro che a me è piaciuto subito

è molto, a partire dall'indice dei nomi

perché ci sono anche io

compreso fra Federico Fellini e Elena Ferrante

perché, insomma, dibattiamo sempre

è giusto chi dei due sia Elena Ferrante

ma non lo sappiamo ancora con certezza

e vorrei passare subito la parola a Giusto Traina

partendo proprio dall'inizio del libro

perché l'incipit che colpisce subito

quando lui dice

questa storia, la storia romana

ti riguarda

de te fabula narratur

perché questa storia ci riguarda

mi riguarda personalmente?

Personalmente

ci possono essere tanti modi

per tirarsi la coperta

e spiegare perché bisogna studiare la storia romana

quindi al di là della risposta più semplice

e più onesta che sarebbe perché sì

infatti, di fatto, la storia romana

ci riguarda tutti perché c'è stato

la storia ce la raccontano così

c'è prima una piccola comunità

una civitas resta

che resterà sempre una comunità ufficialmente

solo che a poco a poco ha cominciato a fare

tutta una serie di accordi diplomatici

spesso, per la maggior parte dei casi

alla fine di conflitti sanguinosi

che hanno portato a poco a poco

alla creazione di un impero romano

dopo di che, vabbè

tu sei medievista

nessuno è perfetto

e teoricamente per voi la storia romana

finisce nel 476 d.C.

ci leviamo la toga e ci mettiamo i cappelloni con le corna

una cosa di questo genere

nel 476 c'era ancora un impero

soltanto che il centro dell'impero

era ufficialmente Costantinopoli

poi dopo

questo impero ha continuato ad avere una vita propria

ma una vita anche molto varia

da voi naturalmente

diavoli bianchi

presunti romani

ci sono stati tanti tentativi di imitazione

Carlo Magno

queste cose

non sono rimaste nella memoria collettiva

comunque

e tutto sommato

se qualcuno continua a credere che Carlo Magno sia

il padre dell'Europa

va bene

ognuno ha la sua mitologia

e d'altra parte abbiamo un impero romano

che a Costantinopoli è durato

diciamo che nel 1453

quando cade Costantinopoli

e diventerà poi Istanbul

diciamo che l'impero romano

non aveva più la stessa connotazione di un tempo

però poi dopo ci sono tanti altri spostamenti

poi dall'altra parte si crea questo sacro romano impero

che ufficialmente lo fa terminare Napoleone

e l'avrebbero voluto fare riprendere

se non fosse stato per il congresso di Vienna

quindi alla fine il problema è questo

quando uno dice Roma è eterna

non lo dice per ragioni

così patriottiche

lo dice perché effettivamente Roma riguarda tutti noi

e non soltanto noi italiani

o expat o europei

o occidentali

no, riguarda proprio tutti quanti

c'è a Panjikent

che è in Asia Centrale

c'è un palazzo dell'ottavo secolo

dove c'è una lupa di Roma

uno dice che ci sta a fare lì

allora naturalmente voi direte

sì, in realtà questa è un'iconografia

che rimanda ad altri miti iranici

perché tutto sommato la lupa ||||wolf

c'entrava anche con Ciro il Grande

però dall'altra parte

l'iconografia era quella che si trovava

su delle monete romane

monete che continuavano a circolare ||||to circulate

soprattutto se erano d'oro

e qui comunque stiamo scadendo nella dentotica

per cui mi fermo

ti lascio

la cosa che mi colpisce

è che tu dici

questa idea della romanità

che poi è pervasiva, continua |||pervasive|

la rivoluzione francese

che si impossessa del mito della Repubblica

che so, David

o anche la nuova nazione americana

che si impossessa di tutti i grandi simboli

dell'impero romano

che poi in qualche misura

ancora oggi poi trascendono

in varia misura

mi squilla un telefono

ma non gli damo retta ||||attention

e invece per quanto riguarda la struttura del libro

di cui volevo parlarti

come mai questa scelta di parlare

di partire da una serie di

dal latinorum

da tutta questa serie di frasi

celebri della tradizione romana

Historia Magistrae Vitae ecc

Historia Magistrae Vitae

oppure tanti altri

Vispace Parabellum

come mai questa scelta narrativa

come hai cercato di impostarla in questo modo?

Innanzitutto perché il latino

è la lingua ufficiale di Roma

e lo resta anche in un impero romano

dove oggettivamente poi

c'era una parte

che capiva almeno il latino

un'altra parte che capiva il greco

poi c'era chi lo parlava

chi più, chi meno bene

e poi c'erano tante altre lingue

ora tutto sommato

tanto per fare un parallelo ||||parallel

paradossale

se uno pensa bene

c'è una parte dell'Africa

postcoloniale

che chiamiamo France-Afrique

perché sono dei paesi

che sono stati toccati dal colonialismo

o francese o belga

e che hanno la lingua

sempre come lingua ufficiale

il francese

e l'uomo dice perché?

Semplicemente perché sono degli stati

che hanno tante di quelle etnie

e tante di quelle lingue

che non sarebbe stato possibile

decidersi per una o per un'altra

di cui l'uso del francese

e l'uso anche di una moneta

che è il franco

CFA

ma questa è tutta una polemica

il famoso franco africano

rimanda abbastanza da vicino

a quello che poteva essere

la situazione dell'impero romano

perché noi chiaramente

quando leggiamo dei fonti

soprattutto la classe dirigente romana

che era bilingue

perché padroneggiavano

sia il latino che il greco

quindi erano capaci di esprimersi

di fare dei discorsi

di poter portare avanti

le lingue romane

e quindi le lingue romane

erano le lingue più automatiche

e queste erano le lingue

poi in contatto

con cui riuscivano poi

ad andare in contatto

con gli altri popoli

detto questo però

il greco non è mai stata

una lingua ufficiale

è stata semmai

la lingua specialistica

ad esempio della letteratura scientifica

si poteva scrivere anche in latino

però il greco

manteneva la funzione he maintained||

che tutto sommato ||overall

potrebbe avere per alcuni paesi

l'inglese

come lingua tecnica

come lingua dell'accento

ma la lingua del diritto

e soprattutto la lingua

dei conquistatori

era il latino

partire dal

dal

212 quando Caracalla

decide di estendere la cittadinanza di Caracalla

ai sudditi

dell'impero

a partire da quel momento tutti si devono

tenere al diritto romano e il diritto romano

è scritto in latino

ecco

allora il problema poi

si innesta

con un modo

di considerare

diciamo

il mondo antico

che quelli che almeno hanno fatto

le cosiddette, quelli che un tempo si chiamavano

le scuole alte

passava

anche attraverso

un uso del latino

tu dici il latinorum che ci ricorda

tanto i promessi sposi

ma andando ancora indietro

si potrebbe

parlare

anche di quelli che i giuristi

diciamo i brocardi

quindi delle sentenze scritte in latino

che un tempo rientravano

in tutto un modo

di portare avanti il diritto

nel in gran parte

dell'Europa

medievale e che poi

via via hanno finito per

degenerare in citazioni

citabili

da utilizzare

fino a qualche tempo fa

per poter brillare in società

a volte era ricchissima

questo patrimonio che veniva sfoggiato

in tutte le occasioni

con sfrondoni

ontopiche terribili

anche nei discorsi parlamentari

ogni tanto ne viene

ancora oggi ne viene fuori qualcuno

parlare dell'accento, della quantità

insomma delle cose che insomma

però la cosa divertente

è che dando a ogni

capitolo

un tema

e facendo coincidere

il tema con

una frase storica o

pseudo storica

ne è venuta fuori una

ricerca che mi ha permesso anche di

scoprire tante cose per conto mio

c'erano delle cose che...

tipo?

tu dicevi Sivis Pacem Parabelum

ad esempio

quello in realtà

si richiama un po'

un passo

di un manuale tardo antico

militare che è quello di Vegetio

ma che era completamente stravolto ||||overturned

quando tu dici Mare Nostrum

sembra quasi una cosa

scontata, sembra

quasi una cosa... ti dà quasi l'idea

che i bambini romani a scuola

imparassero

questo diciamo

cioè non esisteva la lavagna ma

sulla tavoletta scrivevano

e poi si comincia a capire

non solo che rendi conto che anzitutto

nella maggior parte dei casi sarebbe

Nostrum Mare e questo sarebbe

niente

ma che soprattutto non significa

Mare Nostrum

non significa il mare

che ci appartiene

ma

significa il mare che ci è vicino

e che

non coincidevo con tutto il mio diagramma

ma prendiamo un'altra cosa Bellum Justum

che significa

guerra giusta ma neanche per idea

cioè Bellum Justum

è la guerra fatta

secondo

una serie di

regole che passano

attraverso riti religiosi

accordi

trattati, rottura

di trattati

ma che non ha niente a che vedere con

la guerra giusta

fino probabilmente

a Sant'Agostino

e Sant'Agostino ha cominciato

ad applicare anche questo concetto

tipicamente ciceroniano

l'idea che assomiglia

al nostro concetto più moderno

ma già medievale

di guerra santa

è un fatto ideologico, diventa una cosa molto più ideologica

ma la cosa divertente è che

un

famoso

studioso di diritto

scienza politica

di Lastri del pensiero moderno

per quanto

diciamo anche un po'

in odore di Zolfo

che è Carl Schmitt

era assolutamente convinto che

bisognasse giustificare

il concetto di guerra giusta

perché si trattava di qualcosa

che avessero già inventato

i romani

e di fatto è questo il problema

è questo che spiega

anche come la storia romana

in qualche modo ci riguarda

perché c'è ancora chi

utilizza i romani

per giustificare

magari anche per una giusta causa

delle cose che i romani non avevano

assolutamente

elaborato

prendiamo il Ius Soli

c'è chi dice ancora

che il Ius Soli c'era nel diritto romano

no, c'era nel diritto medievale

che ha elaborato

una serie di

di questioni

ma il concetto di Ius Soli

i romani non l'avevano elaborato

ed è anche evidente

perché il loro sistema della cittadinanza

e dell'integrazione

nell'ambito dell'impero

aveva naturalmente

dei presupposti di tipo diverso

che comunque non erano immutabili

perché poi si evolvevano

cambiavano

e ci potevano essere delle evoluzioni

e delle evoluzioni a seconda

dello sviluppo della storia politica

sì anche perché i tempi sono lunghissimi

la storia di Roma e dell'impero

noi misuriamo la storia della Repubblica

in appena 70-80 anni

la storia dell'impero romano

si articola

su diversi secoli

con dimensioni

articolazioni, momenti

fasi, decisioni

soluzioni che sono sempre diverse

secondo dell'epoca e del periodo

e questa è una ragione per cui

ho toccato un po' col Tardo Antico

ma non perché non ne sappia

di Tardo Antico

e anzi uno degli

argomenti che mi interessa di più

ma semplicemente perché non ci sarebbe stato

più spazio e non avrei potuto

scrivere quello che

un tempo si chiamava

l'agile libretto, se ci avesse messo anche

il Tardo Antico sarebbe diventato

un bignami

Giusto, la mia domanda invece

a questo punto è proprio questa

per te cos'è il Tardo Antico?

Perché questo è un problema

che ci si pone un po' tutti quanti

ogni tanto quando ho la possibilità

di incontrare amici

antichisti eccetera

ci sono alcuni che si presentano come Tardo Antichisti

dicono no, io mi occupo di una fase

che non è quella

repubblicana e imperiale

ma mi occupo di un pezzo

della storia differente

Per me sicuramente

non è una carriera

è un tempo come si dice

era di Israeli

che diceva che cos'è l'Oriente?

l'Oriente è una carriera diplomatica

cioè non esiste

e anche per noi

insomma così potrebbe dire

il Tardo Antico è una carriera

accademica

in realtà

diciamo se uno non conosce

tutta la storia di Roma non può studiare

il Tardo Antico

esattamente per la stessa ragione

per cui occorre

l'antichista deve anche

saperne di Medioevo

e saperne anche di quello che si tende

a chiamare Bisanzio

ma che in realtà è l'Impero

Romano d'Oriente

e quindi

di fatto

l'idea

di Tardo Antico

è difficile da distinguere

perché dal punto di vista amministrativo

si può dire

c'è un Principato

o un altro Impero

che è un Francesismo

che arriva più o meno fino all'età di Diocleziano

e Costantino

poi ci sono delle riforme strutturali

molto importanti

che danno vita a un Tardo

Impero Romano

quindi dal punto di vista amministrativo

questo è lo spartiacque

non è che ci sia

un mutamento colossale

i mutamenti più evidenti

sono nell'ambito dell'amministrazione

perché vengono separate

le carriere militari da quelli civili

e poi c'è una serie di altre

situazioni

storiche che è inutile

stare a specificare qui

poi dopo ci può essere

un lungo Tardo Antico

alla Peter Brown che arriva dal

II secolo fino all'VIII secolo

nel 1980 praticamente

in realtà è farlo

ma che in reazione

a chi appunto

vuole fare della storia

occidentale una storia

spezzata come è stato

il titolo di un famoso libro

io credo che

insomma anche qui

non bisogna prendere una posizione

netta perché

è indubbio che nel V secolo d.C.

ci sono stati dei grossi problemi

anche nel VI secolo

dove di fatto

ma diciamo i nostri

50

ascoltatori

se lo sono

visto ripetere

più volte che sotto Giustiniano

c'è stata forse la prima pandemia

della storia

poi dopo di che ci sono gli storici che confondono

pandemia con epidemia per cui

dobbiamo mettere per forza la peste

di Atene che non era una pandemia

ma comunque

non è questo il vero problema

la questione

è che

il grosso problema

dipende soprattutto

da una tendenza storica

che ha certamente rivoluzionato

il nostro modo di fare storia

ma anche in qualche modo

buttato via il bambino con l'acqua e il bagno

sia io che te

tu sei un pochino più giovane

siamo cresciuti in un'epoca

in cui

si scopriva l'importanza

della storia economica e sociale

si scoprivano

i punti nascosti

della società

le strutture

le fonti letterarie

spesso non ti raccontano

qui la storia degli schiavi

la storia delle donne

ecco però

questa non è una buona ragione

per dimenticare

la morte di Cesare

certamente no

perché se si comincia

a studiare

la storia di Evelina Onsiel

la storia degli avvenimenti

ma non è

che si scade nella storia

della histoire bataille

quella che è stata

criticata fin dal 700

no, dall'800

chiedo scusa

no, in realtà

questa storia è

il punto di partenza

se uno non conosce tutte le crisi

tutte le difficoltà

finisce per avere quest'idea un po' irenica

di una Roma

che si fa le guerre

ma tutto sommato resta

una società solida, prospera

ma era solida e prospera

perché c'era un sistema

che permetteva di superare

le crisi, crisi militari

crisi economiche, carestie

grandi crisi politiche

ma senza gli avvenimenti

senza soprattutto

capire dove si svolgono

questi avvenimenti

ma non si fa da nessuna parte

a tutt'altro si può avere un'idea

così vaga

dei romani

ma chi sono i romani?

e qual è soprattutto

l'identità di Roma?

faccio un brevissimo esempio

abbiamo

noi ci troviamo

nella Roma Ustea

e si chiede

a un cittadino romano

ma di quelli

rispettabili, presentabili

non necessariamente un senatore

ma comunque qualcuno che ha

una forte identità romana

salve

siamo io e

Feniello, veniamo dal futuro

e siccome

noi siamo degli storici

alla moda, ci piacciono i liede e i memoir

vorremmo sapere qual è

il luogo di memoria più importante

di Roma? Quello ci guarda

come dei deficienti

diciamo

è chiaro il Campidoglio

ecco, perché dove c'era

il culto di Giove

e Giunone e Minerva

bisognava sacrificare

c'erano delle copie

del Capitolium, insomma delle imitazioni

nelle varie colonie

romane

colonie nel senso di insediamenti

insomma

urbani e poi più avanti

quando si cominciano a perseguire i cristiani

si perseguitano perché i persiani

non perché siano cristiani

ma perché si rifiutano di

sacrificare

agli dei civici

ora però

noi abbiamo un contemporaneo

di questo signore che si trovava

in quel momento a Roma

si chiamava Strabone, un greco

però con ascendenze anche

iraniche, veniva dal

Ponto, quindi dall'Asia

minore

Strabone fa una descrizione di Roma

nella sua geografia

dove parla delle mura

dopodiché

si dilunga

in modo particolare sul campo marzio

che era

naturalmente una creazione

a partire da Grippa con l'età augustea

che aveva trasformato

Roma in qualcosa di più

familiare per un greco

Roma era una città caotica quindi non c'era

uno schema urbanistico, già questo ai greci

non piaceva

però il campo marzio assomigliava

quando di più possibile a quello che un greco

avrebbe chiamato allora

e poi dopodiché molto

rapidamente Strabone dice

sì vabbè poi c'è il Foro

dove un tempo facevano politica

come per dire adesso

e poi

sì c'era anche il Campidoglio

tanto per io che non me lo sono dimenticato

quindi vedete

che sono punti di vista diversi

allora se questo era il punto di vista di un greco

che aveva anche sicuramente

la cittadinanza romana

figuriamoci sempre nella stessa città

di Roma che cosa doveva pensare

un schiavo siriaco

o un

cavaliere

germanico

che si occupava della scorta

dell'imperatore

o un mercante berbero

di bestie feroci che venivano

poi

utilizzate

nei giochi

ad esempio nelle Venationes

e così via, cioè è una realtà veramente

molto complessa

e quindi non possiamo limitarci

a studiare la struttura

o anche l'identificazione

di

non so, anche di un'antropologia

dei romani

ci resterà quello che

i romani

volevano si sapesse

dei romani

ma non di tutto il resto

e questo è il grande punto

debo del modo di fare storia

adesso

con una

situazione schizofrenica

a scuola, dove la storia romana

si fa solo alle scuole alte

si fa anche agli istituti tecnici, grazie a Dio

e però poi ogni tanto

arrivano i pedagogisti e dicono

guardate che dovete fare storia globale

il che è giustissimo è sacrosanto

però tu che sei in università

io lo spieghi ai tuoi colleghi

che a partire da questo momento

non si studiano più i paggi e le prefetture

ma si studia

la storia romana

nella sua

situazione globale e dirà giustamente

ma no, io sono una persona

seria, lavoro sulle fonti

che so leggere, ci sono tante fonti

che io non riesco

a leggere e non conosco

abbastanza colleghi

o linguisti o orientalisti

che possano aiutarmi

sì, questo è un problema notevole

che si sta ponendo adesso

oddio, il sistema universitario

scolastico italiano è ancora

troppo, è totalmente

impreparato alla sfida

della globalità

in questa maniera un po' generica

però

si pone il problema reale

che diceva una professoressa francese

ricordo non solo per ho letto questa cosa

ma perché io poi non devo studiare

devo dare più importanza

a Aboumous

rispetto a Re del Mali piuttosto che

a Luigi Nono il Santo

perché è chiaro che

in una prospettiva globale

gli spazi si riducono sempre di più

e la centralità

che noi abbiamo sempre dato al Mediterraneo

all'Europa si perde

Bertolt Brecht diceva la stessa cosa

però in termini più occidentali

come per dire, cioè perché dobbiamo studiare

che i faraoni

esatto, la famosa cosa

che ha costruito la piramide

esatto, è la vecchia storia

devo dire che quella cosa

Bertolt Brecht ha avuto un successo poi

per certi versi

perché lo trovi praticamente

nell'apertura di moltissimi libri

di storia dell'economia

storia del lavoro

degli anni 70 del 900

anni 80 del 900

questa poesia di Bertolt Brecht è diventata quasi stucchevole ||||||||cloying

perché era dappertutto

adesso il paradigma della mondialità

potrebbe essere un grande problema

però mi viene

una domanda che poi si collega

anche a quello che hai detto tu prima

quindi come veniva vista

ci sono fonti che parlano di questa

di Roma, esterne a Roma?

Beh sì

pensiamo semplicemente

anzitutto

c'è l'immagine che è stata utilizzata

scusami, giusto, al di là della

contraposizione greco-latina

che poi

insomma da qualche parte

nella presentazione del libro

si è parlato del famoso passo del Talmud

che descrive naturalmente

una Roma di finanziazione

però ti dà l'idea

di questa

città che ha

365 strade

nelle strade ci sono

365 palazzi e così via

eccetera, vabbè

questo è un aspetto simbolico ma

può dare un'idea di

come ragionavano

questi sacerdoti

del giudaismo che non amavano

molto Roma

visto che fra le altre cose i Romani

gli avevano distrutto il Tempio

più avanti poi avevano

trasformato

Gerusalemme in una

colonia romana dove gli ebrei non potevano

più andare, beh certamente insomma

non c'erano rimasti bene

ma ci sono delle fonti

che sono magari

più difficili da utilizzare

perché hanno un punto di vista

differente

e la

questione è interessante perché

tornando agli

antropologi questi a un certo punto

negli anni 50

è stata

creata un'espressione

insomma che è solo per i radetti ai lavori

il termine emico

da contraporre

al termine etico

in poche parole

si dice non bisogna

studiare le civiltà degli antichi

dal punto di vista nostro

esterno bisogna entrare

e cercare di ragionare come loro

il che va già benissimo

ma la questione è

nel momento in cui questa società interagisce

con altre

civiltà allora il problema

si fa più complicato perché

ci sono alcuni popoli

che scrivevano

e che quindi avevano

la loro storiografia

o magari una tradizione epica

orale che è stata poi codificata

in forma scritta più tardi

il caso di

tante nazioni cristiane del

caucaso

come la Georgia, l'Armenia

anche l'Albania caucassica

e il caso anche dei Copti

in Egitto

sono degli effetti

collaterali di quello che si chiama

democratizzazione

della cultura come diceva un grande

storico Santo Mazzarino

ma al tempo

stesso

abbiamo poi

dei popoli di cui

si sa poco e niente

magari le fonti sono

solo numismatiche o archeologiche

e non ci aiutano

a legare che cosa

succedesse per cui

alla fine

io faccio un esempio

prima di entrare all'università

avevo lavorato con

una società

privata che faceva ricerche

per conto dell'Istituto Nazionale di

Geofisica

e bisognava fare dei cataloghi

di terremoti

il che andava benissimo perché

lo storico moderno the||

andava in archivio, trovava i documenti

e poi potevano venire utilizzati

il problema più difficile

erano le fonti antiche

perché le fonti antiche

ci danno soltanto

determinati argomenti

abbiamo delle fonti

che si concentrano sul Mediterraneo

per cui

erano delle zone sismiche

la fascia anatolica per carità

però

tantissimi altri terremoti nell'Europa

del Nord se ci sono stati

noi non lo sapremo mai

e la cosa

divertente è che poi

spesso gli archeologi

di tanto tempo fa

adesso gli archeologi

si sono un po'

evoluti anche loro

dicevano che

trovavano la fonte

a Marcellino

parlava di un terremoto

di uno tsunami

che aveva colpito la Creta

e le coste della Libia

e poi accanto

c'è la continuazione

di San Girolamo

che continuava la cronaca di Eusebio

di Cesarea e dice

c'è terremotus universalis

che significa

terremoto universale

in realtà è un modo per indicare

un termine tecnico greco

che era kosmikos seismos

cioè era un terremoto

di proporzione di tali

da interessare il cosmos

e quindi anche un interesse

di parte dell'imperatore

ora che cosa succede?

I grandi

studiosi

del 500 e del 600

che hanno raccolto

gli annali

con il baronio

e che facevano?

vediamo il terremoto universale

e diciamo che questo è un terremoto universale

per cui quello che faceva

una storia locale di Bergamo

diceva

che Girolamo faceva il terremoto anche qua

naturalmente un qualsiasi sismologo

ti spiegherà che le cose stavano

in maniera più o meno diversa

però è stata data una data al 365

quindi tutte le volte che gli archeologi

trovavano un crollo

in zone vicine a

eventi

che

si avvicinavano a questo tipo di terremoto

adatavano il terremoto

al 365

quindi pensa qui

e qui siamo soltanto nel Mediterraneo

pensa in realtà

dove i terremoti

avvenivano con una particolare

violenza però

non erano

particolarmente

in oggetto

di interesse

non abbiamo trovato

delle epigrafi che parlassero di terremoti

ma semplicemente di

ricostruzioni

per cui ci dovevamo

confermare

in realtà il vero problema

è che tutta la documentazione

sul mondo antico

è particolarmente strana

perché in effetti

a differenza di voi medievisti

per non parlare dei periodi successivi

in fondo tutte le fonti

diciamo

greche, romane ma anche

mettiamoci

siriache, armene

e via dicendo ||saying

tutto sommato possono essere

raccolte in

un'unica biblioteca

particolarmente grande

e uno studioso

che non sia troppo that|||

pigro come me ad esempio

può anche decidere

di dedicare la sua vita

a studiare tutte queste fonti

quindi alla fine morirà

contento in quel modo

però detto questo le fonti sono la punta dell'iceberg

pensa noi

ad esempio

Tito Livio, non ce l'abbiamo tutto

e ci sono

ampi

pezzi di storia

del

la seconda metà

del secondo secolo avanti Cristo

quindi le ripercussioni dell'imperialismo romano

di cui sappiamo veramente

molto poco

non parliamo

del Principato

ma se tu pensa

se ti viene in mente

quali sono i grandi imperatori

della storia romana

tu mi dirai

Augusto, Traiano, Costantino

come dicevano tutti

naturalmente

solo che su Augusto

qualche cosa in più la sappiamo

perché ci sono tante fonti

che sono conservate

su Costantino è un discorso un po' diverso

ci sono tante fonti ma

alla fine se vogliamo capire

la biografia di Costantino non la scopriremo

ma per quanto riguarda

Traiano

no, certo

tu puoi, hai centinaia di iscrizioni

che

documentano

non prendiamo dei papiri

che documentano l'età di Traiano

ma se tu

vuoi capire che cosa ha fatto Traiano

la biografia di Traiano

si può forse riassumere

in cinque o sei pagine

dopodiché il resto

diventa

così

interrogativo storiografico

però puoi sapere moltissimo

dell'impero romano sotto Traiano

per cui se tu

fai una biografia di Traiano

magari metti Traiano

perché ai lettori

piacciono le biografie

ma in realtà hai una storia

una biografia dell'impero romano sotto Traiano

sì, c'è un altro

che va benissimo, quindi in realtà non è la stessa storia

non sono le stesse fonti

in determinati periodi

vengono fuori

delle cose che prima

magari non c'erano

oppure non si sono conservate

perché

prendiamo un po'

parliamo dei titoli libri, i titoli libri

lo scrive degli Annali

diciamo

non li ha chiamati Annales

l'Annale era questa

solo che di titoli libri ci rimane

poco

i libri che erano più interessanti

non si sono conservati

e dopodiché

è accanto la cosa divertente

è che c'era un contemporaneo

di titoli libri, Pompeo Trogo

che aveva scritto una storia universale

che doveva essere

interessantissima

ce l'abbiamo nel riassunto

di Giustino

e sicuramente

un autore meno interessante

sì, gli piacevano certi aspetti aneddotici

ma di fatto

lui cercava di epitomare

qualche cosa che in realtà bastava

in tantissimi

rotoli di papiro

e come tutte le grandi

opere non si sono

conservate

la stessa ragione non si è conservato Livio

questo problema

nelle fonti mi pone un problema nuovo

ma ogni tanto vedo

ci scrivono dei commenti

quello che stavo guardando

c'è chi dice sono necessarie

più redi storie di geografia a scuola

soprattutto nella scuola di primo grado

qualcuno che forse sarà

un tuo amico, Andrea Tigrino

che i dati sulla peste di Atene sono incoraggianti

l'ha detto anche Gallera

che insomma

prendono un po' in giro la situazione

anche attuale

domande specifiche non ce ne sono

però

questa idea che ci sono

più di storie a scuola

è un problema vecchio però

se io devo per esempio guardare il manuale

di mia figlia di storia

romana che arriva

al tardo antico fino perché ormai viene tutto

nel Sistema Italiano

diventa tutto omogeneo che arriva fino a

Carlo Magno, fino quasi all'anno 1000

e quindi

praticamente

il tardo antico viene concepito

come qualcosa che va dal

300 fino all'

850 insomma

fino ai figli

di Carlo Magno

quello che mi colpisce

è la forma della

narrazione che è ancora più

povera di quella che io ricordo

nei miei sussidiari

sono comunque la scuola

del primo biennio ||biennium

quindi non possiamo neppure pretendere

troppo, ci sono dei ragazzi

a cui bisogna dare delle nozioni

storiche e già qualcosa

se riusciamo a dargli una griglia

cronologica

dato che i manuali

permettono le cartine perché i manuali scolastici

vendono e quindi

si può abbondare a differenza

dei manuali di un libro ormai

di fatto

se l'insegnante

sa e è sensibile

a questi aspetti

secondo me i manuali che circolano in Italia

sono ancora

certo non sono più come

quelli di una volta ma

insomma non possiamo sempre

fare...

In Francia giusto invece com'è la situazione?

Non è così rosa

perché di fatto

è molto semplice, in Francia

il manuale si legge per impararlo

molto bene

mentre invece il manuale italiano

c'è sempre la tradizione che

bisogna farlo di un certo numero

di pagine, magari non

troppo pesante perché c'è la questione

del peso

ma al tempo stesso

ci sono tanti materiali

e poi l'insegnante può scegliere

quali materiali utilizzare

quali capitoli far studiare

e poi naturalmente ci sono tutti i materiali

online

e per il resto

non voglio parlare perché ho anche

degli amici pedagogisti che poi non comprano

il libro

Non bisogna chiedersi nemici

in questo momento

per competenze

potrebbero venire fuori delle brutte cose

No, no, questi sono temi sui quali

non mi piace mai

soffermarmi. Un'ultima cosa

giusto

due domande

la prima SPQR

Che cosa sono fatti questi romani?

Marcello Marchesi

che è il traduttore

dei primi albi di Asterix

fantastici, quelli sono

gli albi fantastici

un'ora e mezza in età

poi c'era Giuseppe Gioacchino

Belli che aveva un

pretaccio

cattivo

di Manesco

che gli aveva spiegato

solo preti qui regnano

e poi naturalmente c'è la famosa

espressione senatus populusque

romanus

che di fatto

in realtà

sì, nell'età di Cicerone

si cominciava a utilizzarlo

ma non era una sigla ufficiale

a partire da Augusto

si comincia a dare molta importanza

su questi aspetti

non a caso per chi è senato

e il popolo

non è che sotto Augusto

abbessero effettivamente la stessa capacità

decisionale che avevano prima

Eh certo, non vorreste più

e invece

in tutto il tuo libro

c'è una figura che praticamente

compare, scompare

una sorta di fantasma

che è Gian Carlo

chi è questo Gian Carlo?

Vabbè ma il problema è

Gian Carlo non c'entra con la storia romana

in realtà, è un mio ricordo

universitario

e se puoi mostrare

la vignetta |cartoon

di Gian Carlo che è fatta

dal mio amico Daniele Caluri

che è un grande autore

eccolo, non so se si vede

metti meglio e così via

ecco vabbè

non so se la vedete

mettilo più lontano forse

ecco si

Gian Carlo è questo

si vede un po' grosso

con le scarpe grosse e cervello grosso

che è diciamo una sorta

di iconografia del pisano di campagna

come lo vedono i Livornesi

senza offesa per i pisani di campagna

e non

in realtà, questo è il Caluri

che naturalmente ha una sua idea

identitaria

della

negatività pisana

il Gian Carlo Reale

che chissà come si chiama

e io spero che un giorno venga fuori

era uno

studente

che era visibilmente di altra

facoltà, all'epoca

andava molto per la maggiore

ingegneria quando ero studente io

e

stava lì e ci trovavamo

nello stesso

locale che era il pian terreno

dove si trovavano i vari istituti

aspettavo degli amici

per andare a mese insieme, loro aspettavano

forse, non credo, probabilmente

delle sorelle, delle fidanzate

e così via

e questo che io chiamo Gian Carlo

a un certo punto comincia

per passare il tempo a guardare i programmi

dei

esami, dei corsi

e all'epoca

ora già si mette in dubbio

l'utilità della storia romana

come disciplina

scientifica, cioè ci sono ancora molti

colleghi che la insegnano, però

cominciano ad avere un po' paura

che non ci siano più le cose come una volta

e del resto ci sono molte meno

cattedri universitari di quanto ci fossero

un tempo

e allora questo qui

comincia a guardare e vede che ci sono tanti insegnamenti

quindi storia greca, storia romana

e poi ci sono anche gli orientalisti

e c'è un insegnamento di

ittitologia

questo qui comincia a bufunchiare

a un certo punto sbotta e fa

e poi via, io senza gli titici

vivo bene

ora

qualcuno dice che cosa c'entra con la storia romana

e perché ci ho messo Gian Carlo

perché il rischio

è che tutto sommato |||after all

la storia romana diventi

the new ittitologia

se all'epoca

c'era qualcuno che poteva dirsi

e non era solo Gian Carlo

ci saranno stati sicuramente i suoi professori

in ingegneria che pensavano la stessa cosa

quindi le persone colte

che hanno studiato

che hanno, che si sono laureati

hanno ottenuto una cattedra

e che pensavano, magari senza dirlo troppo

la stessa cosa

in fondo a che serve

ecco, e questo è il problema

negli ultimi tempi in Italia

si è assistito a una

proliferazione di libri

a che cosa servono

i greci e i romani

perché dobbiamo studiare i classici

perché dobbiamo studiare la lingua greca

il liceo classico

bisogna salvarlo, non bisogna salvarlo

ecco, tutte queste cose qui

e nessuno aveva chiamato

in

causa gli storici antichi

gli storici antichi

non hanno nemmeno reagito a questi aspetti

e devo capire ancora perché

per cui io ho pensato a Gian Carlo

ho detto, no

in realtà, forse

sullo scaffale |shelf

dei vari, delle varie

modeste proposte per

studiare la situazione

il classico, il non classico

i greci, i romani

forse una cosa sulla

storia speciale che è la storia

romana

forse ci andava ancora

il libro è

abbastanza sottile

nello scaffale

ci sta ancora

qualcuno

tirerà fuori la vecchia battuta naturalmente

del tavolo con la gamba

zoppicante

prima di parlarne

comunque, allora

giusto, grazie, penso che dovremmo

chiudere, ti ringrazio

ringraziamo soprattutto le persone che ne hanno seguito, ringraziamo Gian Carlo

che ci ha dato l'opportunità

di creare e costruire questo libro

Daniele Caluri

ma anche gli amici

della Disney Italia

e Giorgio Sanmacal

che mi ha

omaggiato di un

bellissimo, una bellissima figura

con Katty Vick

e Giulio Scesa

Katty Vick è bellissima, questa vignetta è bellissima

sono belle

anche le immagini sono all'interno del libro

riferimenti da

Petrolini appunto a

Katty Vick

o alle cose più strane

relative anche a quelle che sono

i

queste moderne sceneggiate relativi a Roma

che sono

evocativi, suggestivi

ma oltre ai sceneggiati

anche il famoso film di

Menare, il primo re

quello parlato

quello con i dialoghi

in aspetto

archaico

che cosa ne pensi

in due battute del film?

è che è un film di Menare, è bellissimo

proprio per questo

allora

grazie a tutti e

a prestissimo, grazie soprattutto

a Giusto Traine e leggete questo libro che ne vale

veramente la pena

un saluto e a presto

a presto

grazie