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Studiamo l'italiano all'università livello B1-B2, 16 - Sedicesima lezione

16 - Sedicesima lezione

Dialogo – Il professore e lo studente parlano delle origini della cultura italiana

S: professore, come possiamo capire meglio la cultura italiana?

P: Per capire meglio una cultura bisogna conoscere le sue origini. Per esempio, per intendere bene la cultura italiana ed europea, le conoscenze sulla cultura greca e su quella romana sono indispensabili.

S: Allora, professore, potrebbe parlarmene un po'?

P: Certamente. Prima di tutto, dovremmo vedere un po' la cultura greca. La Grecia è una penisola in gran parte montuosa. La sua topografia favorì la nascita di città isolate e indipendenti l'una dall'altra, ognuna delle quali divenne una polis, cioè una vera e propria città-stato.

S: Quali città greche erano più famose e più importanti?

P: Senz'altro Atene e Sparta. Erano tutte e due molto forti, ma avevano organizzazioni sociali e politiche completamente diverse. Atene fu il primo Stato della storia a darsi un governo democratico, che permetteva a tutti gli uomini liberi, ricchi o poveri, nati da genitori ateniesi, di partecipare all'assemblea della città, purtroppo le donne erano escluse della politica. Invece Sparta aveva un governo oligarchico, gli spartiati si dedicavano soltanto alle attività militari.

S: Allora, che importanza ha la cultura greca?

P: L'antica Grecia è considerata la culla della cultura del mondo occidentale e quindi anche del modo di vivere e di pensare degli occidentali. I Greci “inventarono” la filosofia (=amore per la sapienza) e la più bella e ricca mitologia del mondo, cercarono di spiegare l'origine del mondo e dell'uomo, il mistero della morte e tutti gli altri fenomeni di cui non conoscevano le cause seguendo due “strade”:

1 – attraverso i miti, cioè i racconti fantastici legati alle loro credenze religiose;

2 – attraverso la filosofia, cioè i ragionamenti basati sulle conoscenze di cui disponevano.

S: A proposito, professore, che influenza hanno avuto i romani sulla cultura occidentale?

P: I romani conquistarono tutto il mondo conosciuto a quel tempo dagli europei, comprese le zone abitate dai greci, ma diventarono, poi, eredi della cultura greca e ne assimilarono tutte le cose che servivano loro. Perciò si dice: I conquistatori sono conquistati dai conquistati.

S: Allora i romani non inventarono niente?

P: Non possiamo dire così. I romani inventarono le migliori arti di guerre ad armi bianche, la disciplina ferrea e gli schieramenti perfetti permettevano loro di essere sempre invincibili. Poi fondarono un sistema di leggi abbastanza completo. Avete sentito sicuramente le Dodici Tavole e la raccolta delle leggi romane, detta Cor-pus iuris civili di Giustiniano.

S: Che cosa dobbiamo conoscere ancora oltre alla cultura greca e a quella romana?

P: Certamente dobbiamo conoscere anche la cultura cristiana, essa costituisce un'altra base per la cultura italiana.

S: Ho sentito parlare anche degli etruschi.

P: Sì, è vero, non possiamo dimenticare neanche la cultura etrusca, che era molto prospera al centro della penisola italica prima dei romani.

S: Dove è la zona di origine degli etruschi?

P: Non si sa precisamente da dove vennero, però furono i più antichi abitanti della regione fra l'Arno e il Tevere che da essi prese il nome, cioè l'Etruria.

S: Se non sbaglio, non si fermarono lì.

P: Infatti rivolsero presto l'attenzione a Roma, dove si stabili una dinastia di re etruschi. Da Roma, l'influenza etrusca si estese a tutto il Lazio e poi alla Campania, dove dominavano i Greci. Nello stesso tempo si spostarono verso la pianura padana.

S: Accidenti! Erano un popolo davvero potente!

P: Sì, ma a causa dell'organizzazione politica non perfetta, presto subirono sconfitte dai Greci e dai Romani.

S: Dunque dovettero rientrare nei confini dell'Etruria?

P: Non solo, ma intorno alla fine del III secolo avanti Cristo caddero sotto il dominio dei Romani.

Civiltà ed usanze

1 – La fondazione di Roma

Intorno al 753 a.C. il commercio del sale attira un gruppo di pastori latin che, secondo una leggenda, sono guidati da Romolo. Sul colle Palatino, costruiscono una palizzata e lì fondano una piccola città: Roma.

2 – La leggenda di Romolo e Remo

Amulio, re della città latina di Alba Longa, obbligò sua nipote Rea Silvia a diventare sacerdotessa della dea Vesta. Le vestali non potevano sposarsi, ma Rea ebbe ugualmente due gemelli e – non so se perché fosse vero o perché la colpa apparisse meno disonorevole – disse che il padre era il dio Marte. Amulio fece murare viva Rea Silvia e ordinò di gettare i bambini nel Tevere. Le sue guardie li deposero in una lupa assetata, scesa dai monti, offrì le sue poppe ai piccini con tanta mansuetudine che un pastore la trovò mentre li leccava per scaldarli.

Il pastore li prese, li allevò e li chiamò Romolo e Remo.

Tito Livio


16 - Sedicesima lezione 16 - Seizième leçon

Dialogo – Il professore e lo studente parlano delle origini della cultura italiana

S: professore, come possiamo capire meglio la cultura italiana?

P: Per capire meglio una cultura bisogna conoscere le sue origini. Per esempio, per intendere bene la cultura italiana ed europea, le conoscenze sulla cultura greca e su quella romana sono indispensabili.

S: Allora, professore, potrebbe parlarmene un po'?

P: Certamente. Prima di tutto, dovremmo vedere un po' la cultura greca. La Grecia è una penisola in gran parte montuosa. La sua topografia favorì la nascita di città isolate e indipendenti l'una dall'altra, ognuna delle quali divenne una polis, cioè una vera e propria città-stato.

S: Quali città greche erano più famose e più importanti?

P: Senz'altro Atene e Sparta. Erano tutte e due molto forti, ma avevano organizzazioni sociali   e politiche completamente diverse. Atene fu il primo Stato della storia a darsi un governo democratico, che permetteva a tutti gli uomini liberi, ricchi o poveri, nati da genitori ateniesi, di partecipare all'assemblea della città, purtroppo le donne erano escluse della politica. Invece Sparta aveva un governo oligarchico, gli spartiati si dedicavano soltanto alle attività militari. Stattdessen hatte Sparta eine oligarchische Regierung, die Spartiaten widmeten sich nur militärischen Aktivitäten.

S: Allora, che importanza ha la cultura greca?

P: L'antica Grecia è considerata la culla della cultura del mondo occidentale e quindi anche del modo di vivere e di pensare degli occidentali. P: Das antike Griechenland gilt in der westlichen Welt als Wiege der Kultur und damit auch der Lebens- und Denkweise der Westler. I Greci “inventarono” la filosofia (=amore per la sapienza) e la più bella e ricca mitologia del mondo, cercarono di spiegare l'origine del mondo e dell'uomo, il mistero della morte e tutti gli altri fenomeni di cui non conoscevano le cause seguendo due “strade”: Die Griechen "erfanden" die Philosophie (= Liebe zur Weisheit) und die schönste und reichste Mythologie der Welt, sie versuchten den Ursprung der Welt und des Menschen, das Mysterium des Todes und all die anderen Phänomene zu erklären, die sie nicht kannten über die Ursachen auf zwei „Wegen“:

1 – attraverso i miti, cioè i racconti fantastici legati alle loro credenze religiose; 1 – durch Mythen, d. h. fantastische Geschichten, die sich auf ihren religiösen Glauben beziehen;

2 – attraverso la filosofia, cioè i ragionamenti basati sulle conoscenze di cui disponevano.

S: A proposito, professore, che influenza hanno avuto i romani sulla cultura occidentale?

P: I romani conquistarono tutto il mondo conosciuto a quel tempo dagli europei, comprese le zone abitate dai greci, ma diventarono, poi, eredi della cultura greca e ne assimilarono tutte le cose che servivano loro. P: Die Römer eroberten die ganze damals den Europäern bekannte Welt, einschließlich der von den Griechen bewohnten Gebiete, aber sie wurden später Erben der griechischen Kultur und assimilierten alles, was sie brauchten. Perciò si dice: I conquistatori sono conquistati dai conquistati.

S: Allora i romani non inventarono niente?

P: Non possiamo dire così. I romani inventarono le migliori arti di guerre ad armi bianche, la disciplina ferrea e gli schieramenti perfetti permettevano loro di essere sempre invincibili. Poi fondarono un sistema di leggi abbastanza completo. Avete sentito sicuramente le Dodici Tavole e la raccolta delle leggi romane, detta Cor-pus iuris civili di Giustiniano.

S: Che cosa dobbiamo conoscere ancora oltre alla cultura greca e a quella romana?

P: Certamente dobbiamo conoscere anche la cultura cristiana, essa costituisce un'altra base per la cultura italiana.

S: Ho sentito parlare anche degli etruschi.

P: Sì, è vero, non possiamo dimenticare neanche la cultura etrusca, che era molto prospera al centro della penisola italica prima dei romani.

S: Dove è la zona di origine degli etruschi?

P: Non si sa precisamente da dove vennero, però furono i più antichi abitanti della regione fra l'Arno e il Tevere che da essi prese il nome, cioè l'Etruria.

S: Se non sbaglio, non si fermarono lì.

P: Infatti rivolsero presto l'attenzione a Roma, dove si stabili una dinastia di re etruschi. Da Roma, l'influenza etrusca si estese a tutto il Lazio e poi alla Campania, dove dominavano i Greci. Nello stesso tempo si spostarono verso la pianura padana.

S: Accidenti! Erano un popolo davvero potente!

P: Sì, ma a causa dell'organizzazione politica non perfetta, presto subirono sconfitte dai Greci e dai Romani.

S: Dunque dovettero rientrare nei confini dell'Etruria?

P: Non solo, ma intorno alla fine del III secolo avanti Cristo caddero sotto il dominio dei Romani.

Civiltà ed usanze

1 – La fondazione di Roma

Intorno al 753 a.C. il commercio del sale attira un gruppo di pastori latin che, secondo una leggenda, sono guidati da Romolo. Sul colle Palatino, costruiscono una palizzata e lì fondano una piccola città: Roma.

2 – La leggenda di Romolo e Remo

Amulio, re della città latina di Alba Longa, obbligò sua nipote Rea Silvia a diventare sacerdotessa della dea Vesta. Le vestali non potevano sposarsi, ma Rea ebbe ugualmente due gemelli e – non so se perché fosse vero o perché la colpa apparisse meno disonorevole – disse che il padre era il dio Marte. Amulio fece murare viva Rea Silvia e ordinò di gettare i bambini nel Tevere. Le sue guardie li deposero in una lupa assetata, scesa dai monti, offrì le sue poppe ai piccini con tanta mansuetudine che un pastore la trovò mentre li leccava per scaldarli.

Il pastore li prese, li allevò e li chiamò Romolo e Remo.

Tito Livio