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I nomi fanno il mondo - Gian Luca Favetto, 39. PRIMA DI FINIRE

39. PRIMA DI FINIRE

Lajos Kozma cominciò a vergare su un foglio a quadretti quelli che potevano essere i suoi ultimi pensieri. Stava succedendo qualcosa di straordinario, di terribile.

Scrisse che sul viso gli crescevano ormai le macchie che aveva suo padre: diventava il vero figlio di suo padre.

Sentiva da dentro -e non poteva dire se fosse dallo stomaco, dal petto, dai polmoni- sentiva salire un magma. Sentiva crescere un bolo di lava, e la sua faccia diventava cenere.

E quelli cos'erano, dal naso e dalle orecchie?, geyser, fumarole? E dagli occhi?, colate laviche invece di lacrime? Gola, trachea, bocca erano un camino.

Guardandosi allo specchio, se vinceva il terrore, doveva riconoscere che ormai era un cratere. E ciò che pensava e ciò che diceva, quei suoni confusi e inarticolati, non erano più parole o pensieri, ma nubi di cenere vulcanica.

Bisogna tenere in conto le definizioni, capì Lajos Kozma mentre l'incandescenza si faceva intollerabile. Le metafore sono fori da cui erutta la verità.

Non dicevano tanto per dire, dunque, quando raccontavano che suo padre era un vulcano.


39. PRIMA DI FINIRE 39. BEFORE FINISHING

Lajos Kozma cominciò a vergare su un foglio a quadretti quelli che potevano essere i suoi ultimi pensieri. Stava succedendo qualcosa di straordinario, di terribile.

Scrisse che sul viso gli crescevano ormai le macchie che aveva suo padre: diventava il vero figlio di suo padre.

Sentiva da dentro -e non poteva dire se fosse dallo stomaco, dal petto, dai polmoni- sentiva salire un magma. Sentiva crescere un bolo di lava, e la sua faccia diventava cenere.

E quelli cos'erano, dal naso e dalle orecchie?, geyser, fumarole? E dagli occhi?, colate laviche invece di lacrime? Gola, trachea, bocca erano un camino.

Guardandosi allo specchio, se vinceva il terrore, doveva riconoscere che ormai era un cratere. E ciò che pensava e ciò che diceva, quei suoni confusi e inarticolati, non erano più parole o pensieri, ma nubi di cenere vulcanica.

Bisogna tenere in conto le definizioni, capì Lajos Kozma mentre l'incandescenza si faceva intollerabile. Le metafore sono fori da cui erutta la verità.

Non dicevano tanto per dire, dunque, quando raccontavano che suo padre era un vulcano.