×

Usamos cookies para ayudar a mejorar LingQ. Al visitar este sitio, aceptas nuestras politicas de cookie.


image

Podcast Italiano subtitled, An analysis of 11 accents in Italian - [ITA - w/ subs in ITA]

An analysis of 11 accents in Italian - [ITA - w/ subs in ITA]

Ciao a tutti e benvenuti su Podcast Italiano, in un nuovo video che è davvero un esperimento per me,

perché ho deciso di finalmente abbordare l'argomento degli accenti con un po' di esempi pratici:

molti mi avete chiesto di parlare più nello specifico di accenti... lo faremo oggi!

Cos'è che ho fatto, praticamente:

ho scritto 11 frasi che sono particolarmente

ricche di suoni che pronunciamo in maniera diversa in italiano e ho chiesto a

11 persone di pronunciarmele e mandarmi delle registrazioni, ed è quello che hanno fatto.

Le ringrazio tutte di cuore e ringrazio le persone che mi hanno aiutato a trovare altre persone.

E niente, quindi praticamente ce le sentiamo,

commenterò alcune caratteristiche interessanti

e io vi farò sentire la versione "neutra" o "standard" al meglio di quanto riesco a farla, perché anch'io non sono un esperto di dizione,

però posso imitarla, come sto facendo adesso,

questo non è il mio modo normale di parlare!

Vi farò sentire anche il mio accento

e niente, direi che possiamo incominciare con la prima frase che è...

[si schiarisce la voce]

Devo fare la voce da doppiatore, tipo da blockbuster.

Se parlassi così penso che non so, non avrei più una vita sociale, perché tutti mi odierebbero...

Però il mio accento invece è questo:

Le altre persone la pronunciano così:

Allora, alcune cose interessanti sono: per esempio, la pronuncia della "e".

In italiano, come forse sapete, abbiamo due "e":

"e" chiusa e "e" aperta,

così come una "o" chiusa ed una "o" aperta.

E qui in questa frase frase già sentiamo varie pronunce:

per esempio Federica e Silvia, che sono del nord, di Milano e di Padova, dicono "t[è]" e "ni[é]nte", "t[è]" e "ni[é]nte":

Mentre tutti gli altri - io dico "t[è]" e "ni[è]nte", tutto aperto nel mio modo di parlare -

tutti gli altri invece dicono "t[é]" e "ni[è]nte",

quindi al contrario: "te" chiusa, "niente" aperto.

Davide del futuro, faccio una correzione perché non è vero che tutti gli altri dicono "t[é]" e "ni[è]nte"

perché abbiamo diversi esempi di "t[è]" e "ni[è]nte", quindi entrambe aperte:

Oppure anche Raffaele che ha un suono molto napoletano nella parola "niente"

Un'altra cosa interessante è la pronuncia della "s".

Se avete visto il mio video su "Sei differenze tra italiano del Nord e del Sud"

Saprete già che al nord noi diciamo "bi[z]ogna".

Ovvero, la s tra due vocali è una [z].

Mentre al sud è una [s]

"Bi[s]ogna" - anche se qualcuno non lo dice, ma secondo me perché sta provando un po' a italianizzare il suo accento,

perché poi in altre frasi sentiamo chiaramente la [s].

Al nord si dice "bi[z]ogna".

Un'altra cosa è che al nord diciamo "biso[ŋ]a",

quindi non "biso[ŋŋ]a".

Non è mai "biso[ŋ]a" in italiano standard, ma "biso[ŋŋ]a".

e al centro sud si dice [ŋŋ]: "bi[z]o[ŋŋ]a" o "bi[s]o[ŋŋ]a"

Poi al centro-sud sentiamo un sacco di raddoppiamenti in mezzo alla frase,

ma tutti leggermente diversi,

o per esempio sentiamo "anche se [ss]ò":

Sentiamo "anche se so che a [tt]e":

Sentiamo "non piacerà [p]per niente", "non piacerà [p]per niente":

E varie combinazioni: qualcuno fa delle doppie in alcuni punti ma non in altri,

quindi questo è interessante.

Sentiamo Raffaele per esempio, che la fa prima ma...

"[s]so che a [t]te, ma poi dice: "non piacerà per"

"non piacerà per", quindi nessun raddoppiamento lì.

Interessantissimo è poi come Margherita,

di Firenze, vicino Firenze, dice "verità".

Questa è una pronuncia veramente toscana perché lei dice "veri[θ]à":

"veri[θ]à": questa è la cosiddetta "gorgia toscana", che si manifesta in alcuni suoni intervocalici,

cioè tra vocali, come "verità" che diventa "veri[θ]à". La parola per cui prendono, prendiamo bonariamente in giro i toscani è "Coca-Cola",

che loro pronunciano appunto così.

Chiedo scusa se è sparito il video temporaneamente,

nell'editing ho notato che ho perso un pezzo. Comunque, la seconda frase è...

- in dizione -

Mentre pronunciata col mio accento sarebbe:

Sentiamo l'accento milanese! È interessante perché il modo in cui federica di milano lo legge è così, dice:

"cos'[é]" aperta e poi "che hai d[è]tto al tuo amico"

Allora, questa [è] in "detto" è dovuta al fatto che in milanese prima di una doppia "t" si dice sempre [è]

tipo "str[è]tto" o "l[è]tto".

Quindi lei dice "d[è]tto", quindi: "ma cos'[é] che hai d[è]tto?"

che è al contrario rispetto alla maggior parte degli altri accenti in cui c'è: "ma cos'[è] che hai d[é]tto"

Quindi [è] aperta e d[é]tto, "e" chiusa. Risentiamo!

Un appunto però dal futuro:

sia la mia pronuncia che quella di Giulia di Bari e Serena di Palermo

hanno tutte le [è] aperte:

Anche qui abbiamo la pronuncia della "s" che una [z]: "co[z]'è" al nord,

mentre invece è una [s] negli accenti del centro sud: "co[z]'è" - "co[s]'è".

Nell'accento di Firenze c'è la cosiddetta "gorgia toscana", quindi "ami[h]o", "ami[h]o", quello che dicevo prima.

Negli altri accenti del centro-sud abbiamo una pronuncia che potrebbe essere tipo "ami[g]o", "ami[g]o".

Sentiamo qualche esempio di questo fenomeno:

Questa "c" la sentiamo anche in "che", in realtà, che a volte diventa più tipo "[g]he",

"co[s]'è [g]he hai detto?", "ma co[s]'è [g]he hai detto?"

Allora, la frase successiva è anch'essa interessante, perché allora...

io ho messo la parola "zucchero" che io...

almeno secondo la dizione ufficiale, si legge "[ts]ucchero",

ma nessuna delle persone che mi hanno mandato i file ha detto "[ts]ucchero",

hanno detto tutti "[ds]ucchero". Non so, è interessante.

mi chiedo se qualcuno dica davvero zucchero, oppure sia solo una cosa così, della dizione ufficiale.

Allora, la frase è questa:

Mio accento:

Tutte [è]: "vol[è]vo", "Agn[è]se", "mi ha chi[è]sto", "perch[è]"... quindi tutte [è]!

Sentite come le altre persone leggono le "e":

alcuni dicono "Agn[é]se", alcuni "Agn[è]se", alcuni "chi[é]sto", alcuni "chi[è]sto", "vol[é]vo", "vol[è]vo"... "p[é]rché", "p[è]rché"... quindi questo è interessante.

Mi piace molto la pronuncia milanese di

"p[è]rch[è]" con due [è] molto aperte, "p[è]rch[è]" e "chi[è]sto", "chi[è]sto". Mentre Silvia da Padova dice molte più [é] chiuse:

"ma p[é]rch[é] tua zia mese mi ha chi[é]sto se vol[è]vo..."

forse "volevo" è aperta? Non so, risentiamo:

Sentiamo decisamente più [è] aperte nell'accento di Giulia di Bari, sentiamo il modo in cui dice

"p[è]rch[è] tua zia Agn[è]s[è] mi ha chi[è]sto"

Che in questo caso corrisponde al modo in cui dice queste [è] Serena di Palermo:

Poi ho messo la parola "zia" perché volevo sentire chi avrebbe detto "[ds]ia" e chi "[ts]ia"

e sentiamo che Luca dice "[ts]ia" e

anche qualcun altro. Risentiamo chi dice "[ts]ia" e chi "[ds]ia":

Di nuovo una precisazione dal futuro: quindi, abbiamo visto che in realtà solo nel fiorentino e nel romano

si sente "[ts]io" mentre in tutti gli altri accenti è "[ds]io", ma la dizione corretta

del dizionario fonetico dice "[ts]io".

Sentiamo anche le "s" in "Agn[é][s]e" o "Agn[è][s]e" che si sentono al centro-sud:

Sentiamo anche il raddoppiamento di se [v]volevo

fatto se non sbaglio da Benedetta di Roma e Raffaele di Napoli: "se [v]volevo", mentre altri dicono "se volevo",

Sentiamo che al nord le persone dicono "A[ɲ]ese" con una [ɲ]: "A[ɲ]ese" non "A[ɲɲ]ese". Sentiamo il raddoppiamento molto interessante che fa Margherita, cioè la serie:

"ma [p]perché [t]tua [z]zia", sono tre raddoppiamenti

Ok, passiamo alla frase numero 4, che è la seguente:

[si schiarisce la voce]

Dovete sentirvi in un blockbuster quando state parlando con un accento da doppiatore, sennò non funziona

Sentiamo le altre pronunce:

Come al solito al nord "pasta[ʃ]iutta":

al centro sud "pasta[ʃʃ]iutta"

Se avete visto il mio video delle differenze tra nord e sud,

sapete che al centro-sud quando abbiamo il suono "ns" - questa combinazione - non si legge come al nord "pen[s]ato", ma si legge "pen[ts]ato", con una [ts], "pen[ts]ato".

Margherita va oltre, perché la sua pronuncia fiorentina fa sì che lei non dica solamente "pen[ts]ato" ma "pen[ts]a[θ]o"

"pen[ts]aθo" con una [θ]

Al nord poi si dice "ca[z]a", al centro-sud "ca[s]a".

Giulia di bari dice "l[é]i", chiusa, ed l'unica tra queste persone,

non dice "l[è]i" con la [è] aperta, ma dice "l[é]i".

Col mio accento io direi "sap[è]va", quindi come vi ho fatto vedere

nel mio accento praticamente non esistono quasi [é] e sono l'unico di questa lista, perché tutti gli altri dicono

"sap[é]va" non "sap[è]va"

Andiamo avanti con l'ultima frase di questa prima parte di questo episodio che è questa:

... che io direi:

Allora questo è un esempio dell'importanza del saper pronunciare le [ó] e le [ò], le [é], [è] diverse

perché abbiamo "b[ó]tte" dove si tiene il vino e "b[ò]tte" come quelle che dai a una persona, le bbbbotte.

E nel mio accento in realtà non c'è differenza: è sempre [ò].

In piemontese non esiste la [ó]: tutti i piemontesi non dicono la [ó], quindi tutti diciamo [ò].

"un sacco di b[ò]tte", "metti il vino nella b[ò]tte"

Federica invece, Federica di Lecce, dice entrambe le due "o" chiuse:

"b[ó]tte", "b[ó]tte".

Tutti gli altri invece differenziano e dicono "b[ó]tte"di legno e "b[ó]tte" quelle che dai a una persona.

Abbiamo come sempre la [è] molto aperta in milanese su "m[è]tti".

Due "t", ricordatevi: "m[è]tti".

Abbiamo al nord "co[ʃ]i[é]nza" con una [ʃ] o "co[ʃ]i[è]nza"

E al centro-sud "co[ʃʃ]ienza" E sentiamo che la parola "coscienza" dato che ha una vocale di "sulla", "sulla coscienza"

diventa al centro sud "sulla [g]oscienza", "sulla [g]oscienza", tipo una [g].

Il fiorentino porta questa cosa ancora più in là

e sentiamo "sulla [h]oscienza", quindi gorgia toscana: "sulla [h]oscienza".

Diciamo che la gorgia toscana corrisponde ad altri suoni che cambiano, ma in altri modi, al centro sud, quindi a Firenze dicono "veri[θ]à" e magari al sud direbbero "veri[d]à".

A Roma sicuramente: "la veri[θ]à con una "d", più o meno, no? "Veri[d]à".

"Veri[θ]à" - "veri[θ]à"

"Sulla [h]oscienza" - "sulla [g]oscienza", quindi interessante questo, questa corrispondenza.

Sentiamo che molti, non al nord,

raddoppiano "nella [b]botte", "nella [b]botte", "se no ti do un sacco di [b]botte", "un sacco di [b]botte", come... abbondano le "b"

Non Margherita però, che dice "nella botte" "sacco di botte"

Interessante anche come Margherita fa le due "o" perché non sono così diverse come altri che dicono [ó], [ò]:

"b[ó,]tte", "b[ò]tte"... lei le dice in una maniera più simile, risentiamo.

E niente, questo era tutto per oggi e io trovo questa cosa fantastica,

la varietà di accenti in Italia è una cosa davvero interessante,

magari non lo è per tutti, perché magari voi volete davvero imparare l'accento, un accento neutro in italiano.

Però parlate con persone che parlano con tanti accenti diversi:

parlate con un milanese poi con un siciliano poi con un romano...

e tutti parliamo in una maniera leggermente diversa.

Quindi secondo me imparare imparare l'accento neutro è una cosa che...

benché nessuno parli davvero così, se voi state imparando l'italiano da stranieri

può essere utile, perché appunto è un modo che nasconde un po' la vostra provenienza, quindi...

mentre se vivete in una regione italiana, una città italiana, secondo me

ha senso imparare l'accento di quella città.

E ci sono persone che l'hanno fatto, come il mio amico Vladimir Skultety, poliglotta straordinario,

che parla con un accento di Parma, praticamente. Che una cosa davvero bella, perché ha vissuto a Parma.

Se vi è piaciuto, potete riascoltare questo episodio in formato podcast

e potete anche lasciare una recensione su Apple Podcasts,

dicendo che Podcast Italiano vi piace tantissimo.

Potreste aiutarmi molto anche consigliando questo progetto

ad altre persone che conoscete che parlano l'italiano,

mi aiutereste tantissimo perché il passaparola è sempre una strategia ottima.

Questo è davvero tutto per oggi, grazie per aver visto o ascoltato questo episodio

Ci vediamo o sentiamo nel prossimo. Ciao!

An analysis of 11 accents in Italian - [ITA - w/ subs in ITA] Eine Analyse von 11 Akzenten im Italienischen - [ITA - mit Untertiteln in ITA]. An analysis of 11 accents in Italian - [ITA - w/ subs in ITA]. Análisis de 11 acentos en italiano - [ITA - w/ subs in ITA]. Analiza 11 akcentów w języku włoskim - [ITA - w/ subs in ITA]. Uma análise de 11 acentos em italiano - [ITA - w/ subs in ITA].

Ciao a tutti e benvenuti su Podcast Italiano, in un nuovo video che è davvero un esperimento per me,

perché ho deciso di finalmente abbordare l'argomento degli accenti con un po' di esempi pratici:

molti mi avete chiesto di parlare più nello specifico di accenti... lo faremo oggi!

Cos'è che ho fatto, praticamente:

ho scritto 11 frasi che sono particolarmente

ricche di suoni che pronunciamo in maniera diversa in italiano e ho chiesto a

11 persone di pronunciarmele e mandarmi delle registrazioni, ed è quello che hanno fatto.

Le ringrazio tutte di cuore e ringrazio le persone che mi hanno aiutato a trovare altre persone.

E niente, quindi praticamente ce le sentiamo,

commenterò alcune caratteristiche interessanti

e io vi farò sentire la versione "neutra" o "standard" al meglio di quanto riesco a farla, perché anch'io non sono un esperto di dizione,

però posso imitarla, come sto facendo adesso,

questo non è il mio modo normale di parlare!

Vi farò sentire anche il mio accento

e niente, direi che possiamo incominciare con la prima frase che è...

[si schiarisce la voce]

Devo fare la voce da doppiatore, tipo da blockbuster.

Se parlassi così penso che non so, non avrei più una vita sociale, perché tutti mi odierebbero...

Però il mio accento invece è questo:

Le altre persone la pronunciano così:

Allora, alcune cose interessanti sono: per esempio, la pronuncia della "e".

In italiano, come forse sapete, abbiamo due "e":

"e" chiusa e "e" aperta,

così come una "o" chiusa ed una "o" aperta.

E qui in questa frase frase già sentiamo varie pronunce:

per esempio Federica e Silvia, che sono del nord, di Milano e di Padova, dicono "t[è]" e "ni[é]nte", "t[è]" e "ni[é]nte":

Mentre tutti gli altri - io dico "t[è]" e "ni[è]nte", tutto aperto nel mio modo di parlare -

tutti gli altri invece dicono "t[é]" e "ni[è]nte",

quindi al contrario: "te" chiusa, "niente" aperto.

Davide del futuro, faccio una correzione perché non è vero che tutti gli altri dicono "t[é]" e "ni[è]nte"

perché abbiamo diversi esempi di "t[è]" e "ni[è]nte", quindi entrambe aperte:

Oppure anche Raffaele che ha un suono molto napoletano nella parola "niente"

Un'altra cosa interessante è la pronuncia della "s".

Se avete visto il mio video su "Sei differenze tra italiano del Nord e del Sud"

Saprete già che al nord noi diciamo "bi[z]ogna".

Ovvero, la s tra due vocali è una [z].

Mentre al sud è una [s]

"Bi[s]ogna" - anche se qualcuno non lo dice, ma secondo me perché sta provando un po' a italianizzare il suo accento,

perché poi in altre frasi sentiamo chiaramente la [s].

Al nord si dice "bi[z]ogna".

Un'altra cosa è che al nord diciamo "biso[ŋ]a",

quindi non "biso[ŋŋ]a".

Non è mai "biso[ŋ]a" in italiano standard, ma "biso[ŋŋ]a".

e al centro sud si dice [ŋŋ]: "bi[z]o[ŋŋ]a" o "bi[s]o[ŋŋ]a"

Poi al centro-sud sentiamo un sacco di raddoppiamenti in mezzo alla frase,

ma tutti leggermente diversi,

o per esempio sentiamo "anche se [ss]ò":

Sentiamo "anche se so che a [tt]e":

Sentiamo "non piacerà [p]per niente", "non piacerà [p]per niente":

E varie combinazioni: qualcuno fa delle doppie in alcuni punti ma non in altri,

quindi questo è interessante.

Sentiamo Raffaele per esempio, che la fa prima ma...

"[s]so che a [t]te, ma poi dice: "non piacerà per"

"non piacerà per", quindi nessun raddoppiamento lì.

Interessantissimo è poi come Margherita,

di Firenze, vicino Firenze, dice "verità".

Questa è una pronuncia veramente toscana perché lei dice "veri[θ]à":

"veri[θ]à": questa è la cosiddetta "gorgia toscana", che si manifesta in alcuni suoni intervocalici,

cioè tra vocali, come "verità" che diventa "veri[θ]à". La parola per cui prendono, prendiamo bonariamente in giro i toscani è "Coca-Cola", Le mot pour lequel ils prennent, on se moque des Toscans est "Coca-Cola",

che loro pronunciano appunto così.

Chiedo scusa se è sparito il video temporaneamente,

nell'editing ho notato che ho perso un pezzo. Comunque, la seconda frase è...

- in dizione -

Mentre pronunciata col mio accento sarebbe:

Sentiamo l'accento milanese! È interessante perché il modo in cui federica di milano lo legge è così, dice:

"cos'[é]" aperta e poi "che hai d[è]tto al tuo amico"

Allora, questa [è] in "detto" è dovuta al fatto che in milanese prima di una doppia "t" si dice sempre [è]

tipo "str[è]tto" o "l[è]tto".

Quindi lei dice "d[è]tto", quindi: "ma cos'[é] che hai d[è]tto?"

che è al contrario rispetto alla maggior parte degli altri accenti in cui c'è: "ma cos'[è] che hai d[é]tto"

Quindi [è] aperta e d[é]tto, "e" chiusa. Risentiamo!

Un appunto però dal futuro:

sia la mia pronuncia che quella di Giulia di Bari e Serena di Palermo

hanno tutte le [è] aperte:

Anche qui abbiamo la pronuncia della "s" che una [z]: "co[z]'è" al nord,

mentre invece è una [s] negli accenti del centro sud: "co[z]'è" - "co[s]'è".

Nell'accento di Firenze c'è la cosiddetta "gorgia toscana", quindi "ami[h]o", "ami[h]o", quello che dicevo prima.

Negli altri accenti del centro-sud abbiamo una pronuncia che potrebbe essere tipo "ami[g]o", "ami[g]o".

Sentiamo qualche esempio di questo fenomeno:

Questa "c" la sentiamo anche in "che", in realtà, che a volte diventa più tipo "[g]he",

"co[s]'è [g]he hai detto?", "ma co[s]'è [g]he hai detto?"

Allora, la frase successiva è anch'essa interessante, perché allora...

io ho messo la parola "zucchero" che io...

almeno secondo la dizione ufficiale, si legge "[ts]ucchero",

ma nessuna delle persone che mi hanno mandato i file ha detto "[ts]ucchero",

hanno detto tutti "[ds]ucchero". Non so, è interessante.

mi chiedo se qualcuno dica davvero zucchero, oppure sia solo una cosa così, della dizione ufficiale.

Allora, la frase è questa:

Mio accento:

Tutte [è]: "vol[è]vo", "Agn[è]se", "mi ha chi[è]sto", "perch[è]"... quindi tutte [è]!

Sentite come le altre persone leggono le "e":

alcuni dicono "Agn[é]se", alcuni "Agn[è]se", alcuni "chi[é]sto", alcuni "chi[è]sto", "vol[é]vo", "vol[è]vo"... "p[é]rché", "p[è]rché"... quindi questo è interessante.

Mi piace molto la pronuncia milanese di

"p[è]rch[è]" con due [è] molto aperte, "p[è]rch[è]" e "chi[è]sto", "chi[è]sto". Mentre Silvia da Padova dice molte più [é] chiuse:

"ma p[é]rch[é] tua zia mese mi ha chi[é]sto se vol[è]vo..."

forse "volevo" è aperta? Non so, risentiamo:

Sentiamo decisamente più [è] aperte nell'accento di Giulia di Bari, sentiamo il modo in cui dice

"p[è]rch[è] tua zia Agn[è]s[è] mi ha chi[è]sto"

Che in questo caso corrisponde al modo in cui dice queste [è] Serena di Palermo:

Poi ho messo la parola "zia" perché volevo sentire chi avrebbe detto "[ds]ia" e chi "[ts]ia"

e sentiamo che Luca dice "[ts]ia" e

anche qualcun altro. Risentiamo chi dice "[ts]ia" e chi "[ds]ia":

Di nuovo una precisazione dal futuro: quindi, abbiamo visto che in realtà solo nel fiorentino e nel romano

si sente "[ts]io" mentre in tutti gli altri accenti è "[ds]io", ma la dizione corretta

del dizionario fonetico dice "[ts]io".

Sentiamo anche le "s" in "Agn[é][s]e" o "Agn[è][s]e" che si sentono al centro-sud:

Sentiamo anche il raddoppiamento di se [v]volevo

fatto se non sbaglio da Benedetta di Roma e Raffaele di Napoli: "se [v]volevo", mentre altri dicono "se volevo",

Sentiamo che al nord le persone dicono "A[ɲ]ese" con una [ɲ]: "A[ɲ]ese" non "A[ɲɲ]ese". Sentiamo il raddoppiamento molto interessante che fa Margherita, cioè la serie:

"ma [p]perché [t]tua [z]zia", sono tre raddoppiamenti

Ok, passiamo alla frase numero 4, che è la seguente:

[si schiarisce la voce]

Dovete sentirvi in un blockbuster quando state parlando con un accento da doppiatore, sennò non funziona

Sentiamo le altre pronunce:

Come al solito al nord "pasta[ʃ]iutta":

al centro sud "pasta[ʃʃ]iutta"

Se avete visto il mio video delle differenze tra nord e sud,

sapete che al centro-sud quando abbiamo il suono "ns" - questa combinazione - non si legge come al nord "pen[s]ato", ma si legge "pen[ts]ato", con una [ts], "pen[ts]ato".

Margherita va oltre, perché la sua pronuncia fiorentina fa sì che lei non dica solamente "pen[ts]ato" ma "pen[ts]a[θ]o"

"pen[ts]aθo" con una [θ]

Al nord poi si dice "ca[z]a", al centro-sud "ca[s]a".

Giulia di bari dice "l[é]i", chiusa, ed l'unica tra queste persone,

non dice "l[è]i" con la [è] aperta, ma dice "l[é]i".

Col mio accento io direi "sap[è]va", quindi come vi ho fatto vedere

nel mio accento praticamente non esistono quasi [é] e sono l'unico di questa lista, perché tutti gli altri dicono

"sap[é]va" non "sap[è]va"

Andiamo avanti con l'ultima frase di questa prima parte di questo episodio che è questa:

... che io direi:

Allora questo è un esempio dell'importanza del saper pronunciare le [ó] e le [ò], le [é], [è] diverse

perché abbiamo "b[ó]tte" dove si tiene il vino e "b[ò]tte" come quelle che dai a una persona, le bbbbotte.

E nel mio accento in realtà non c'è differenza: è sempre [ò].

In piemontese non esiste la [ó]: tutti i piemontesi non dicono la [ó], quindi tutti diciamo [ò].

"un sacco di b[ò]tte", "metti il vino nella b[ò]tte"

Federica invece, Federica di Lecce, dice entrambe le due "o" chiuse:

"b[ó]tte", "b[ó]tte".

Tutti gli altri invece differenziano e dicono "b[ó]tte"di legno e "b[ó]tte" quelle che dai a una persona.

Abbiamo come sempre la [è] molto aperta in milanese su "m[è]tti".

Due "t", ricordatevi: "m[è]tti".

Abbiamo al nord "co[ʃ]i[é]nza" con una [ʃ] o "co[ʃ]i[è]nza"

E al centro-sud "co[ʃʃ]ienza" E sentiamo che la parola "coscienza" dato che ha una vocale di "sulla", "sulla coscienza"

diventa al centro sud "sulla [g]oscienza", "sulla [g]oscienza", tipo una [g].

Il fiorentino porta questa cosa ancora più in là

e sentiamo "sulla [h]oscienza", quindi gorgia toscana: "sulla [h]oscienza".

Diciamo che la gorgia toscana corrisponde ad altri suoni che cambiano, ma in altri modi, al centro sud, quindi a Firenze dicono "veri[θ]à" e magari al sud direbbero "veri[d]à".

A Roma sicuramente: "la veri[θ]à con una "d", più o meno, no? "Veri[d]à".

"Veri[θ]à" - "veri[θ]à"

"Sulla [h]oscienza" - "sulla [g]oscienza", quindi interessante questo, questa corrispondenza.

Sentiamo che molti, non al nord,

raddoppiano "nella [b]botte", "nella [b]botte", "se no ti do un sacco di [b]botte", "un sacco di [b]botte", come... abbondano le "b"

Non Margherita però, che dice "nella botte" "sacco di botte"

Interessante anche come Margherita fa le due "o" perché non sono così diverse come altri che dicono [ó], [ò]:

"b[ó,]tte", "b[ò]tte"... lei le dice in una maniera più simile, risentiamo.

E niente, questo era tutto per oggi e io trovo questa cosa fantastica,

la varietà di accenti in Italia è una cosa davvero interessante,

magari non lo è per tutti, perché magari voi volete davvero imparare l'accento, un accento neutro in italiano.

Però parlate con persone che parlano con tanti accenti diversi:

parlate con un milanese poi con un siciliano poi con un romano...

e tutti parliamo in una maniera leggermente diversa.

Quindi secondo me imparare imparare l'accento neutro è una cosa che...

benché nessuno parli davvero così, se voi state imparando l'italiano da stranieri

può essere utile, perché appunto è un modo che nasconde un po' la vostra provenienza, quindi...

mentre se vivete in una regione italiana, una città italiana, secondo me

ha senso imparare l'accento di quella città.

E ci sono persone che l'hanno fatto, come il mio amico Vladimir Skultety, poliglotta straordinario,

che parla con un accento di Parma, praticamente. Che una cosa davvero bella, perché ha vissuto a Parma.

Se vi è piaciuto, potete riascoltare questo episodio in formato podcast

e potete anche lasciare una recensione su Apple Podcasts,

dicendo che Podcast Italiano vi piace tantissimo.

Potreste aiutarmi molto anche consigliando questo progetto

ad altre persone che conoscete che parlano l'italiano,

mi aiutereste tantissimo perché il passaparola è sempre una strategia ottima.

Questo è davvero tutto per oggi, grazie per aver visto o ascoltato questo episodio

Ci vediamo o sentiamo nel prossimo. Ciao!