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Podcast Italiano - Intermedio (Intermediate), #33 - Il signor Lanzetti: una storia per imparare “ci” e “ne

#33 - Il signor Lanzetti: una storia per imparare “ci” e “ne

Ciao a tutti ragazzi e ragazze, benvenuti, bentornati su Podcast Italiano. Finalmente un altro nuovo episodio del Podcast, era da un po' di tempo, e la spiegazione della mia assenza qui sul podcast la sapete già probabilmente, ovvero è la mia tesi, sto ancora scrivendo la mia tesi e non dovrebbe mancare molto tempo alla, diciamo, ultimazione della tesi e quindi dopo che avrò finito avrò sicuramente molto molto più tempo per il podcast e sono davvero contento di potermi dedicare interamente al podcast, perché oramai è diventata, come forse sapete, la mia professione, cioè tutte le attività che faccio relative al podcast ed al canale YouTube e anche le lezioni di italiano.

A proposito di lezioni di italiano, ne sto facendo davvero tante anche con tanti di voi e dove le sto facendo? Le sto facendo su Italki. Italki è di nuovo lo sponsor di Podcast Italiano e lo sarà per i prossimi mesi, il che mi rende molto molto grato perché questo mi aiuta ancora di più in questa fase di transizione in cui sto cercando di rendere Podcast Italiano il mio lavoro, quindi grazie davvero ad Italki. Italki è un sito, una piattaforma dove potrete trovare un sacco di studenti di lingua, di qualsiasi lingua che vi possiate immaginare, tra cui anche ovviamente di italiano. Tra cui anche me. Sì, io insegno da Italki ormai dal 2016 ed è una cosa che mi piace fare moltissimo, ci sono diversi vantaggi per cui è meglio fare una lezione su Italki online che fare lezione con un insegnante privato faccia a faccia. Un motivo è il fatto che è molto più facile organizzarsi, potete farlo da casa vostra in qualsiasi momento, non dovete uscire di casa se è inverno nel vostro paese, non è bello affrontare il freddo. Seconda cosa, è più economico piuttosto che farlo con un insegnante reale in carne ed ossa diciamo. Terza cosa, potete vedere le recensioni degli insegnanti, quindi sapete in anticipo se un insegnante ha buone probabilità di piacervi. E i motivi sono altri, ma ne parleremo nelle prossime sponsorizzazioni, ve ne dico altri due: il primo è che se seguite il link in descrizione potrete avere 10 dollari di sconto sulla prima lezione che farete; e il secondo è che, come ho già detto, potete fare lezione anche con me. Vi dico, se volete fare lezione con me, meglio prenotare in anticipo perché ho molti studenti, altrimenti potrete fare lezione con i tantissimi insegnanti di italiano, validissimi insegnanti che ci sono su Italki che io consiglio caldamente.

Grazie ad Italki per il sostegno e ci sentiamo l'episodio.

L'episodio di oggi è un po' particolare e non so se è abbastanza facile per essere considerato un episodio di livello intermedio, potrebbe essere tra l'intermedio e l'avanzato, però mi direte voi. In ogni caso ora vi spiego di cosa si tratta. Sapete che a me piace raccontare storie, o meglio l'ho fatto con la storia di Italo, una storia per studenti di livello principiante che era divisa in cinque capitoli. Magari qualcuno di voi l'ha ascoltata, magari per iniziare ad imparare l'italiano e adesso sa l'italiano molto meglio, però ha iniziato da quello. Non lo so, magari qualcuno di voi che ha fatto questo percorso c'è. Secondo me lo storytelling è uno strumento molto molto importante e davvero molto divertente nell'apprendimento e anche nell'insegnamento di una lingua, e oggi ho voluto cimentarmi nuovamente nello storytelling. Però nello storytelling audio, che a me piace molto, perché mi piace un sacco aggiungere effetti sonori e creare un'atmosfera sonora attorno al testo, attorno alla storia. Il modello è un po' simile alla storia che aveva scritto Erika, sempre di livello intermedio, che era incentrata intorno ai verbi sapere, potere, riuscire, essere in grado. Era una storia quindi con un focus grammaticale, se vogliamo dire (meglio: per così dire).

E questa è una storia simile perché è una storia per imparare le parole “ci” e “ne”, o meglio aiutarvi a fare attenzione a come si usano queste parole. Sì, perché è una storia abbastanza lunga, di 15 minuti, in cui ho usato tantissime volte varie espressioni con “ci” e con “ne”. Come vi consiglio di usare questo episodio? Ma, io vi consiglio, cercate la prima volta di ascoltarlo per piacere, per capire la storia e per divertirvi sostanzialmente. Poi vi consiglio di fare un altro ascolto in cui cercate di fare attenzione a tutti i diversi usi di “ci” e “ne” e anche di capire perché li ho utilizzati in questa maniera. Questa è una mia proposta, potete utilizzare l'episodio come vi pare e piace sinceramente, però io consiglio sempre questa tecnica dell'ascolto consapevole, lo chiamo io: quindi va bene ascoltare per capire, ascoltare per anche godersi ciò che viene detto, ma è molto, è una tecnica molto molto efficace secondo me quella di ascoltare per notare, ascoltare per fare attenzione a tutti i dettagli grammaticali, a tutti i dettagli lessicali e chiedersi “Mmm, ma perché ha usato questo “ci”, mmm ma perché ha usato questa parola?” quindi fare molta molta attenzione a tutti i dettagli. Io vi consiglio di fare entrambe le cose.

Nell'episodio ho anche inserito due o tre personaggi con alcuni accenti regionali che ho provato ad imitare io, e risulteranno sicuramente un pochino più difficili da capire ma penso che possa essere anche un buon esercizio per voi, inoltre l'ho fatto perché io mi diverto a farlo e secondo me aggiunge un po' di colore alla storia avere diversi accenti italiani al suo interno. In ogni caso se non capite qualcosa troverete la trascrizione integrale dell'episodio su Podcast Italiano, quindi potete verificare tutto. Ora un breve riassunto di come si utilizzano “ci” e “ne” per rinfrescarci un po' la memoria prima di passare all'episodio.

Come si usa “ci”

– Iniziamo da “ci”; “ci” può essere un pronome riflessivo, quindi: “ci vediamo, ci sentiamo”.

– “Ci” può essere un pronome diretto e anche indiretto: “Giovanni ci ha visto mentre entravamo al cinema” oppure “Giovanni ci ha consigliato di non andare al cinema”. Quindi “noi” nel primo caso; “a noi” nel secondo caso.

– “Ci” può essere utilizzato con “essere” quindi: C'è, ci sono, ci siamo, quindi esistere.

– “Ci” può essere usato per sostituire “a” quindi pensare ad una cosa, credere ad una cosa può diventare “pensarci o crederci”.

– Ma può anche sostituire “con” quindi: “ieri ho visto Giovanni (sempre Giovanni) e ci ho parlato per 5 minuti”.

– “Ci” può anche sostituire un luogo, quindi: “alla festa di Marcello non ci vado, non ci voglio andare”, cioè non voglio andare là, quindi sostanzialmente sostituisce “là” oppure a un luogo.

– E si usa in vari verbi pronominali, quindi: “ci vogliono”, “ci vogliono cinque minuti per fare qualcosa” o “ci metto cinque minuti per fare qualcosa”, oppure verbi come “vederci”, o “sentirci”: “ci vedo, non ci vedo niente, “non ho gli occhiali, senza occhiali non ci vedo” oppure: “senza l'apparecchio acustico non ci sento”. A volte si utilizza con il verbo avere, quindi: “non ce le ho le chiavi” è un uso pleonastico, quindi superfluo, ma estremamente comune in italiano. Quindi non ce l'ho io, non ho io qualcosa: “non ce l'ho, non ce le ho le chiavi”. Oppure altri verbi come capire: “non ci capisco nulla” questo è molto velocemente come si usa “Ci” so che è complicato però questi sono gli usi di base.

Come si usa “ne”

– Passiamo ora a “ne”. “Ne” innanzitutto può indicare una parte di qualcosa: “vuoi dell'altra pasta? No, non ne voglio più”, “non voglio più di pasta”, non voglio più parte di pasta, non ne voglio più. “Al concerto erano previste cinquemila persone, ma ce n'erano solamente duemila”. Quindi “ce” il primo “ce” è il ce del verbo esserci, n'erano, la “n” di “n'erano” indica “di loro”. Quindi di una parte di queste tremila, ce n'erano solamente tremila.

– “Ne” si usa anche con tanti, non voglio dire tutti, ma con tanti verbi che hanno la preposizione “di” quindi: “voi parlate di qualcosa” potete anche parlarne. “Mi è successo qualcosa ma non te ne voglio parlare adesso, te ne parlerò dopo, te lo dirò dopo, ti parlerò di questo dopo.

– E infine “ne” può essere anche andarsene da un luogo, da un luogo o da una situazione, quindi: “me ne sono andato, me ne vado, oppure “uscirne da una situazione”. È una situazione difficile ma bisogna uscirne. Inoltre, se volete sentire un'analisi più approfondita di quanto ho detto in questo episodio, forse sapete, io ho un podcast esclusivo. Un podcast esclusivo? Ma cosa stai dicendo Davide? Sì, forse ormai lo sapete, io ho il mio podcast di italiano club, all'interno del quale faccio un podcast esclusivo che si chiama “Tre parole” che di solito uso per prendere tre parole che uso in uno dei miei episodi o uno dei miei video e per approfondire queste parole e per aiutare i miei studenti a ricordarsi queste parole. E per questo episodio farò una cosa un po' diversa, analizzerò alcuni degli usi di “ci” e “ne” di questo episodio. Quindi se vi interessa, andate a dare un'occhiata al Podcast Italiano Club, ci sono già 90 persone e sono contente di farne parte credo, non lo so chiedete a loro se sono contente, ma penso di sì. E ora finalmente possiamo sentirci la storia. Buon ascolto! Il signor Fabrizio Lanzetti faceva di professione il capotreno. Il capotreno è colui che lavora su un treno e si occupa di diverse mansioni. A volte oltre al Capotreno c'è anche il controllore, la persona che controlla i biglietti su un treno. Normalmente però nei treni regionali, dove lavorava di solito Lanzetti, il Capotreno ricopre entrambe le funzioni. È una professione molto importante, perché sul treno ci viaggiano tante persone e non tutte le persone che ci salgono sono provviste di biglietto. Il lavoro di Lanzetti, tra le altre cose, prevedeva che perlustrasse tutto il treno da cima a fondo e chiedesse il biglietto a tutte le persone che ci salivano. Quel bel giorno di primavera il treno su cui Lanzetti era di turno ci avrebbe messo un'ora e dieci minuti per arrivare a destinazione. Lanzetti doveva fare la sua perlustrazione del treno tre volte durante il viaggio e andare a chiedere alle persone a cui non lo aveva ancora chiesto di mostrargli il biglietto. Ci metteva di solito 15 minuti a percorrere tutto il treno, nel migliore dei casi, ovvero quando ce l'avevano tutti, se no ce ne volevano anche di più. Di persone che salgono senza biglietto ce ne sono, più spesso di quanto si potrebbe immaginare. Arrivato al terzo vagone arrivò da un signore anziano vestito di tutto punto, con giacca e cravatta elegantissime. Gli chiese il biglietto. – Il biglietto, per favore. L'uomo sembrava totalmente addormentato. A volte succedeva che qualche passeggero dormisse quando Lanzetti passava a chiedere i biglietti. Allora ripetè, a voce più alta: – Il biglietto, per favore. Nessuna risposta dall'uomo, che continuava a dormire con la bocca aperta. Lanzetti pensò: “Forse non ci sente… magari è sordo…”. Si schiarì la voce. – Ahem. Signore! Il biglietto, per favore! Ma l'uomo non voleva saperne di svegliarsi e continuava a dormire, addirittura russando. Lanzetti pensò: “Magari sta facendo finta. Magari è una tattica, semplicemente non ha il biglietto”. Sapeva di doverlo svegliare. Non ne aveva molta voglia e in generale non era mai contento di dover affrontare individui come il signore addormentato. Preferiva di gran lunga quando la sua perlustrazione filava liscia. Ma c'era abituato: di persone strane Lanzetti ne aveva viste tante, nella sua lunga carriera da capotreno. Perché in fin dei conti il treno, soprattutto regionale, è un mezzo abbastanza democratico, ci vanno tutti: ingegneri, studenti, disoccupati, vecchi, giovani. E spesso capitava che ci salissero persone strane. Lanzetti nel corso degli anni aveva sviluppato un intuito per le situazioni problematiche: sapeva in anticipo quando avrebbe dovuto litigare con le persone che non ne volevano proprio sapere di pagare la multa. Non amava litigarci, ma era il suo mestiere. I suoi superiori erano stati chiari: “D'ora in poi niente più eccezioni! Chi non ha il biglietto deve pagare la multa e scendersene dal treno!”. Lanzetti quindi doveva fare l'arrabbiato, doveva insistere e nel caso fare la multa. Non poteva accettare scuse del tipo “Ce l'ho, l'abbonamento, solo che l'ho dimenticato a casa…”. O a volte giustificazioni assurde come: “Controllore, ce l'ho l'abbonamento, ma me l'ha mangiato il cane…” Ne sentiva spesso, di scuse strane, ci aveva fatto l'abitudine nel corso degli anni. L'uomo continuava a dormire, così Lanzetti decise di toccarlo sulla spalla per svegliarlo. Nessuna reazione. Lanzetti lo toccò con maggiore forza. L'uomo aprì gli occhi, sembrava intorpidito. Disse con voce ancora addormentata: – Ma chi sei? Perché mi hai svegliato? Stavo facendo un risposino. – disse con un accento romano abbastanza marcato. Lanzetti era confuso. – Signore, sono il capotreno. Mi serve il suo biglietto. – Eh, il biglietto… avercelo, il biglietto… il biglietto non ce l'ho. senti, lasciami, dormire, stavo facendo un bel sogno e vorrei finirlo. Che ne dici? – Prego? – rispose sempre più confuso Lanzetti, che ci capiva poco. – Grazie per la visita, ora se non ti dispiace puoi andartene. Fammi riprendere il sogno che stavo facendo– disse e chiuse gli occhi come per rimettersi a dormire. Lanzetti non ci poteva credere. Ma chi era quel pazzo? Nella sua carriera ne aveva viste delle belle, ma questa aveva dell'incredibile. – Signore, dormirà a casa quando ci arriverà, ora è su un treno, io sono il controllore, mi deve mostrare il biglietto. Il signore iniziò a russare. Lanzetti non ci poteva proprio credere. – Signore! – urlò. Tutto il vagone tacque per seguire ciò che stava accadendo. – Oh, ma non te sei ancora ancora andato? Ma che vuoi dalla mia vita? Non ho capito – rispose l'uomo, che sembrava infastidito. – Ce l'hai con me? Che ti ho fatto? Sto cercando di dormire e non mi lasci. Ma non si può nemmeno più dormire? – Se voleva dormire poteva restarsene a casa. Ora mi dia il biglietto, se no mi vedo costretto a farle la multa. – E fammi sta multa, se proprio vuoi… tanto me ne frego. – disse l'uomo, quasi rassegnato. – Prego? – ripetè Lanzetti sempre più basito. – Me ne frego. Me ne infischio. Sai quante multe ricevo? Mai pagata nemmeno una. Ora lasciami in pace e non ci provà a svegliarmi un'altra volta. Stavo a sognà di cantare sul palco del festival di Sanremo e mi hai interrotto il sogno. – Ma lei come osa? Come si permette?! – Lanzetti non credeva a tanta insolenza. – Va bene, allora mi dica nome, cognome, indirizzo, data di nascita e le facciamo una multa.- ma Lanzetti fa interrotto da un forte grugnito. L'uomo si era messo di nuovo a russare! “Figuriamoci, c'era da aspettarselo” pensò Lanzetti, che si era ritrovato improvvisamente in una delle situazioni più strane della sua carriera e non sapeva come uscirne. Tanti in passato non volevano pagare il biglietto, ma nessuno si era mai messo a dormire impunemente di fronte ai suoi occhi. “Che poi, chi diamine russa così? Chiaramente sta fingendo”. – Signore, sa che sta facendo interruzione di pubblico servizio? È un reato penale! Se ne rende conto? – l'uomo non ne voleva sapere e proseguiva a dormire, o a fare finta di dormire. D'altronde, come ci si può addormentare così in fretta? – Alla prossima stazione verrà accompagnato fuori dal treno da un agente di polizia. Non faccia resistenza. In quei casi Lanzetti doveva chiamare la stazione e avvisare di ciò che stava accadendo sul treno. La polizia sarebbe salita e si sarebbe portata via l'uomo. Lanzetti chiamò in stazione e avvisò di quanto stava accadendo. Dalla stazione risposero che avrebbero mandato un agente. Il treno giunse in stazione 10 minuti dopo. Lanzetti chiese agli altri passeggeri sul vagone: – Non è che potete, per favore, controllare che non se ne vada via? Ci manca ancora che se ne scappi via. Torno subito, ci metto un secondo. Lanzetti scese dal treno. Gli venne incontro l'agente di polizia, il suo amico Salvatore, che gli chiese: – Uè Fabbrì. Ma che è successo, ‘sta volta? Uno che non paga? – Non solo uno che non paga, ma addirittura si mette a dormire quando gli dico di farlo! – Ma veramente? – Vacci a parlare tu, provaci tu… con me non ne vuole sapere. Anzi, buttalo fuori dal treno direttamente! – Lanzetti era evidentemente su tutte le furie. – Vabbè dai, andiamo a vedere, va… – disse il poliziotto, con aria di rassegnazione. Giunti al vagone del signore anziano il volto del poliziotto si illuminò: – Professore! Ma che ci fa qua? Lanzetti non ci capiva nulla. I due si conoscevano? L'uomo riaprì gli occhi e riconobbe l'agente di polizia: – Oh, Salvatore! Come stai? Che bella sorpresa. Stavo facendo un pisolino, ma mi fa piacere che sei venuto a trovarmi. Come sta tua figlia? – Bene, bene – rispose l’agente – Mariuccia ha iniziato le medie, sta crescendo troppo veloce, da non crederci. – Poi si rivolse a Lanzetti: – Scusami Fabbrì, questo è il mio ex-professore di italiano del liceo! Ma ci pensi? Che casualità! Non ci vedevamo da un sacco di tempo! – e riprese a parlare al signore anziano: – Mi sembra ieri che la tenevo in braccio, Mariuccia! E lei? Che mi racconta? Insegna ancora alla scuola? O è in pensione? – No, ci mancherebbe ancora, grazie al cielo sono in pensione. Non ce la facevo più a insegnare, sono troppo anziano. Dovremmo vederci per un bel caffè, che ne dici? Così mi racconti tutto. – E come no! Quando vuole organizziamo e ci prendiamo un bel caffè. A Lanzetti la situazione sembrava surreale. Anche il poliziotto era uscito di testa e si era messo a fare quattro chiacchiere con il vecchio! Palesemente irritato, si rivolse all’amico: – Salvatore, ma che fai?! Guarda che questo è l’uomo che non paga il biglietto! – E vabbè, Fabbrì, però non lo vedevo da un po’. Fammici fare due chiacchiere, dai… lo adoravo quando andavo a scuola, era il mio professore preferito! Lanzetti non ne poteva più sapere. – Ma siete impazziti tutti?! Vi è dato di volta il cervello?! Ma che è sto salottino?! Questo è un treno che deve ripartire! Siamo già in ritardo! Salvatore, ma che fai? Questo tizio si rifiutava di pagare fino a due secondi fa, si metteva a dormire al posto di parlarmi! Ma te ne rendi conto? E tu ci fai salotto? Col treno fermo in stazione? Stiamo bloccando tutto il traffico ferroviario! Improvvisamente da dietro la porta uscì un uomo dai capelli ricci e biondi. Era Giovanni, collega di Lanzetti, anche lui capotreno, ma che non doveva essere su quel treno in quel momento. Aveva filmato tutta la scena con una videocamera. Esclamò: – Auguri Fabrizio! Ci sei cascato! Tutto il vagone inizò ad applaudirlo ed acclamarlo. – Ci sono cascato? Ma che sta succedendo?! Auguri di che?! Ma siete impazziti?! Giovanni gli disse, continuando a filmare: – Ma come, Fabrizio! Non ricordi? Quanti ne abbiamo oggi? Su, pensaci. – Oggi è il… 12 marzo. – 12 marzo.. e? Non ti dice niente, questa data? Fabrizio! Dodici marzo! Lanzetti si rese conto. Il 12 marzo, trent’anni prima, aveva iniziato a fare quel lavoro. – Trent’anni di lavoro! – sovvenne a Lanzetti. – Bravo, ci sei arrivato! Un applauso a Fabrizio, trent’anni di onorata carriera! E di nuovo tutto il vagone prese ad applaudire. – Complimenti, Fabbrì! – disse l’agente, singhiozzando e abbracciando Lanzetti. “Trent’anni, te ne rendi conto? Io prima che ci arrivo a trent’anni di carriera ce ne vuole… – Grazie, ragazzi, non me l’aspettavo proprio… non ho parole… però il treno è fermo! Siamo fermi in stazione! Dobbiamo ripartire subito! Se no non ci arrivo nemmeno alla fine di questo viaggio, mi licenziano prima! – E rilassati, Fabbrì, non hai mai sgarrato in trent’anni! Sei un dipendente modello. Che vuoi che succeda se per una volta fai arrabbiare i capi… – lo rassicurò Giovanni. Lanzetti scese dal treno e fischiò, indicando al conducente che si poteva ripartire. Lanzetti però voleva sapere: – E dunque lui chi è? – indicando il signore anziano. – Non lo riconosci? – disse Giovanni, poi rivolgendosi al signore anziano: – Glielo dica lei! – Buongiorno, sono Michele Carli, non sono l’ex-professore pazzo del suo amico. Sono l’amministratore delegato di Trenitalia. Sono venuto da Roma apposta per vederla e festeggiare con lei i suoi trent’anni di carriera. Ho sentito parlare molto bene di lei, signor Lanzetti. Mi hanno convinto a fare questa scenetta ridicola sul treno, i suoi amici. Le confesso, non è stato facile, non sono il tipo da fare questo cose Però oggi ho fatto un’eccezione per lei. So che sono stato un po’ impudente, non me ne voglia, interpretavo una parte. Lei si è dimostrato anche in questa occasione l’impiegato modello che è stato in questi trent’anni. A proposito, sono venuto a portarle questa. – Tirò fuori dallo zaino una targhetta d’oro, con il simbolo di Trenitalia, con su scritto: “A Fabrizio Lanzetti, per trent’anni di onorata carriera in Trenitalia. Michele Carli, amministratore delegato”. – Sono… non so che dire! – balbettò Lanzetti. – La ringrazio! – sembrando un po’ commosso. – La ringraziamo tutti noi per il suo lavoro questi trent’anni. Ah, a proposito, dopo parliamo di un aumento dello stipendio. Se lo merita. – disse Michele Carli, che si era trasformato in una persona molto più seria e formale, completamente diversa rispetto al signore anziano insolente e un po’ stordito che interpretava fino a un attimo prima. Tutti e quattro, Lanzetti, Michele Carli, Salvatore e Giovanni, arrivarono al capolinea, dove li stava aspettando un gruppo di ferrovieri, impiegati dei treni, che gli avevano preparato una festicciola. Festeggiarono insieme giovani e anziani, brindarono alla carriera di Lanzetti, ancora incredulo. Era venuto l’amministratore delegato da Roma, apposta per lui! Pensò: “Il duro lavoro paga”. Inutile dire che fu il giorno più bello della sua lunga e onorata carriera da capotreno. Fatemi sapere cosa ve ne è parso di questo episodio, io come sempre mi diverto molto a fare queste cose creative. Chiaramente ci vuole il triplo del tempo rispetto ad un episodio normale, perché devo mettere anche gli effetti sonori, la musica, scrivere tutto, è molto molto complicato, però spero che il risultato vi sia piaciuto e se volete supportare Podcast Italiano e me nella fattispecie al fine che io possa creare altri episodi di questo tipo, andate a dare un'occhiata al Podcast Italiano Club dove troverete anche l'analisi extra di questo episodio oppure potete come sempre fare una donazione libera su PayPal, troverete come al solito il link alla mia pagina PayPal nella descrizione del podcast, oppure sul sito podcastitaliano.com. A proposito, volevo ringraziare anche Sarah, Alessandro, Hillary, Martin, Marvin, Wolfgang e Stephen, grazie a voi per le vostre donazioni molto generose, per il sostegno che mi date e per la possibilità che mi concedete di provare a fare questo nella vita e non andare a lavorare in azienda. Grazie ancora e alla prossima.

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#33 - Il signor Lanzetti: una storia per imparare “ci” e “ne ||Lanzetti||||||| #Nr. 33 - Herr Lanzetti: eine Geschichte zum Lernen von 'da' und 'ne #33 - Mr. Lanzetti: a story to learn "there" and "ne #33 - Sr. Lanzetti: una historia para aprender "allí" y "ne #第33回 「ランゼッティ氏:『そこ』と『ね』を学ぶ物語 #33 - O Sr. Lanzetti: uma história para aprender "lá" e "ne #33 - Herr Lanzetti: en berättelse för att lära sig 'there' och 'ne #33 - Bay Lanzetti: 'orada' ve 'ne'yi öğrenmek için bir hikaye

Ciao a tutti ragazzi e ragazze, benvenuti, bentornati su Podcast Italiano. |||||||welcome back||| Finalmente un altro nuovo episodio del Podcast, era da un po' di tempo, e la spiegazione della mia assenza qui sul podcast la sapete già probabilmente, ovvero è la mia tesi, sto ancora scrivendo la mia tesi e non dovrebbe mancare molto tempo alla, diciamo, ultimazione della tesi e quindi dopo che avrò finito avrò sicuramente molto molto più tempo per il podcast e sono davvero contento di potermi dedicare interamente al podcast, perché oramai è diventata, come forse sapete, la mia professione, cioè tutte le attività che faccio relative al podcast ed al canale YouTube e anche le lezioni di italiano. ||||||||||||||||||absence|||||||||||||||||||||||||||completion|||||||||||||||||||||happy||||entirely||||||||||||||||||||||||||||||| Finally another new episode of the Podcast, it's been a while, and you probably already know the explanation of my absence here on the podcast, that is, it's my thesis, I'm still writing my thesis and it shouldn't be long before, let's say, completion of the thesis and therefore after I have finished I will certainly have much much more time for the podcast and I am really happy to be able to devote myself entirely to the podcast, because by now it has become, as you may know, my profession, that is all the activities I do relating to the podcast and the YouTube channel and also the Italian lessons.

A proposito di lezioni di italiano, ne sto facendo davvero tante anche con tanti di voi e dove le sto facendo? |||||||||||||many|||||||doing Apropos Italienischunterricht, ich mache auch viele davon mit vielen von euch und wo mache ich sie? Speaking of Italian lessons, I'm doing a lot of them even with so many of you and where am I doing them? Le sto facendo su Italki. I am making them on Italki. Italki è di nuovo lo sponsor di Podcast Italiano e lo sarà per i prossimi mesi, il che mi rende molto molto grato perché questo mi aiuta ancora di più in questa fase di transizione in cui sto cercando di rendere Podcast Italiano il mio lavoro, quindi grazie davvero ad Italki. Italki ist wieder Sponsor von Podcast Italiano und wird es auch für die nächsten Monate sein, wofür ich sehr dankbar bin, denn das hilft mir in dieser Übergangsphase, in der ich versuche, Podcast Italiano zu meinem Geschäft zu machen, noch mehr, also vielen Dank an Italki. Italki is again the sponsor of Podcast Italiano and will be for the next few months which makes me very very thankful as this helps me even more in this transition phase where I am trying to make Podcast Italiano my job, so thank you really at Italki. Italki è un sito, una piattaforma dove potrete trovare un sacco di studenti di lingua, di qualsiasi lingua che vi possiate immaginare, tra cui anche ovviamente di italiano. Italki is a site, a platform where you can find a lot of language students, of any language you can imagine, including obviously Italian too. Tra cui anche me. Including me too. Sì, io insegno da Italki ormai dal 2016 ed è una cosa che mi piace fare moltissimo, ci sono diversi vantaggi per cui è meglio fare una lezione su Italki online che fare lezione con un insegnante privato faccia a faccia. Yes, I've been teaching at Italki since 2016 and it's something I really like to do, there are several advantages why it's better to take an Italki lesson online than having a face-to-face lesson with a private teacher. Un motivo è il fatto che è molto più facile organizzarsi, potete farlo da casa vostra in qualsiasi momento, non dovete uscire di casa se è inverno nel vostro paese, non è bello affrontare il freddo. ||||||||||to organize oneself||||||||||||||||||||||||| One reason is the fact that it's much easier to get organized, you can do it from your home at any time, you don't have to leave your house if it's winter in your country, it's not nice to face the cold. Seconda cosa, è più economico piuttosto che farlo con un insegnante reale in carne ed ossa diciamo. Second, it's cheaper than doing it with a real teacher in the flesh let's say. Terza cosa, potete vedere le recensioni degli insegnanti, quindi sapete in anticipo se un insegnante ha buone probabilità di piacervi. Third, you can see teacher reviews, so you know in advance if a teacher is likely to like you. E i motivi sono altri, ma ne parleremo nelle prossime sponsorizzazioni, ve ne dico altri due: il primo è che se seguite il link in descrizione potrete avere 10 dollari di sconto sulla prima lezione che farete; e il secondo è che, come ho già detto, potete fare lezione anche con me. And there are other reasons, but we'll talk about it in the next sponsorships, I'll tell you two more: the first is that if you follow the link in the description you can get 10 dollars off the first lesson you take; and the second is that, as I have already said, you can also have lessons with me. Vi dico, se volete fare lezione con me, meglio prenotare in anticipo perché ho molti studenti, altrimenti potrete fare lezione con i tantissimi insegnanti di italiano, validissimi insegnanti che ci sono su Italki che io consiglio caldamente. ||||||||||||||||||||||||||very valid|||||||||| Ich sage Ihnen, wenn Sie bei mir Unterricht nehmen wollen, ist es besser, sich im Voraus anzumelden, weil ich viele Schüler habe, ansonsten können Sie Unterricht bei den vielen sehr guten Italienischlehrern auf Italki nehmen, die ich sehr empfehlen kann. I tell you, if you want to have lessons with me, it's better to book in advance because I have many students, otherwise you can have lessons with the many Italian teachers, very good teachers on Italki that I highly recommend.

Grazie ad Italki per il sostegno e ci sentiamo l'episodio.

L'episodio di oggi è un po' particolare e non so se è abbastanza facile per essere considerato un episodio di livello intermedio, potrebbe essere tra l'intermedio e l'avanzato, però mi direte voi. ||||||||||||||||||||||||||||||you will say| Die heutige Folge ist etwas speziell, und ich weiß nicht, ob sie einfach genug ist, um als Folge für die Mittelstufe zu gelten, vielleicht liegt sie zwischen Mittelstufe und Fortgeschrittene, aber das müsst ihr mir sagen. Today's episode is a bit peculiar and I don't know if it's easy enough to be considered an intermediate level episode, it could be between intermediate and advanced, but you tell me. In ogni caso ora vi spiego di cosa si tratta. In any case, I will now explain what this is all about. Sapete che a me piace raccontare storie, o meglio l'ho fatto con la storia di Italo, una storia per studenti di livello principiante che era divisa in cinque capitoli. |||||||||||||||||||||||||divided||| You know I like to tell stories, or rather I did with Italo's story, a story for beginner level students that was divided into five chapters. Magari qualcuno di voi l'ha ascoltata, magari per iniziare ad imparare l'italiano e adesso sa l'italiano molto meglio, però ha iniziato da quello. Maybe some of you listened to it, maybe to start learning Italian and now you know Italian much better, but you started from that. Non lo so, magari qualcuno di voi che ha fatto questo percorso c'è. Ich weiß nicht, vielleicht sind einige von Ihnen, die diesen Weg gegangen sind, dabei. I don't know, maybe some of you who have gone this route are there. Secondo me lo storytelling è uno strumento molto molto importante e davvero molto divertente nell'apprendimento e anche nell'insegnamento di una lingua, e oggi ho voluto cimentarmi nuovamente nello storytelling. |||||||||||||||||||||||||to challenge myself||| In my opinion storytelling is a very very important and really very fun tool in learning and also teaching a language, and today I wanted to try my hand at storytelling again. Però nello storytelling audio, che a me piace molto, perché mi piace un sacco aggiungere effetti sonori e creare un'atmosfera sonora attorno al testo, attorno alla storia. ||||||||||||||||sound||||sound|||||| Aber beim Audio-Storytelling, das ich sehr mag, füge ich gerne Soundeffekte hinzu und schaffe eine Klangatmosphäre um den Text, um die Geschichte. But in audio storytelling, which I really like, because I like a lot to add sound effects and create a sound atmosphere around the text, around the story. Il modello è un po' simile alla storia che aveva scritto Erika, sempre di livello intermedio, che era incentrata intorno ai verbi sapere, potere, riuscire, essere in grado. ||||||||||||||||||centered||||||||| Das Modell ähnelt in gewisser Weise der Geschichte, die Erika, ebenfalls auf mittlerem Niveau, geschrieben hatte und in deren Mittelpunkt die Verben to know, to be able, to succeed standen. The model is somewhat similar to the story that Erika had written, again at the intermediate level, which was centered around the verbs know, power, succeed, be able. Era una storia quindi con un focus grammaticale, se vogliamo dire (meglio: per così dire). It was a story therefore with a grammatical focus, if you will (better: so to speak).

E questa è una storia simile perché è una storia per imparare le parole “ci” e “ne”, o meglio aiutarvi a fare attenzione a come si usano queste parole. And this is a similar story because it is a story to learn the words "there" and "ne," or rather help you pay attention to how you use these words. Sì, perché è una storia abbastanza lunga, di 15 minuti, in cui ho usato tantissime volte varie espressioni con “ci” e con “ne”. Yes, because it is quite a long story, 15 minutes long, in which I used so many times various expressions with "there" and with "ne." Come vi consiglio di usare questo episodio? How do I recommend that you use this episode? Ma, io vi consiglio, cercate la prima volta di ascoltarlo per piacere, per capire la storia e per divertirvi sostanzialmente. Aber ich rate Ihnen, versuchen Sie, es zum Vergnügen zu hören, die Geschichte zu verstehen und sie grundsätzlich zu genießen. But, I recommend, try the first time to listen to it for pleasure, to understand the story and to basically enjoy it. Poi vi consiglio di fare un altro ascolto in cui cercate di fare attenzione a tutti i diversi usi di “ci” e “ne” e anche di capire perché li ho utilizzati in questa maniera. Dann schlage ich vor, dass Sie noch einmal zuhören und versuchen, auf die verschiedenen Verwendungen von "there" und "ne" zu achten und auch zu verstehen, warum ich sie auf diese Weise verwendet habe. Then I suggest you do another listen where you try to pay attention to all the different uses of "there" and "ne" and also to understand why I used them in this way. Questa è una mia proposta, potete utilizzare l'episodio come vi pare e piace sinceramente, però io consiglio sempre questa tecnica dell'ascolto consapevole, lo chiamo io: quindi va bene ascoltare per capire, ascoltare per anche godersi ciò che viene detto, ma è molto, è una tecnica molto molto efficace secondo me quella di ascoltare per notare, ascoltare per fare attenzione a tutti i dettagli grammaticali, a tutti i dettagli lessicali e chiedersi “Mmm, ma perché ha usato questo “ci”, mmm ma perché ha usato questa parola?” quindi fare molta molta attenzione a tutti i dettagli. Das ist ein Vorschlag von mir, Sie können die Folge verwenden, wie Sie wollen, ehrlich, aber ich empfehle immer diese Technik des bewussten Zuhörens, ich nenne sie: Es ist also in Ordnung, zuzuhören, um zu verstehen, zuzuhören, um zu genießen, was gesagt wird, aber es ist sehr, sehr effektiv, meiner Meinung nach, zuzuhören, um zu bemerken, zuzuhören, um auf alle grammatikalischen Details zu achten, auf alle lexikalischen Details und sich zu fragen: "Mmm, aber warum hast du dieses "dort" benutzt, mmm, aber warum hast du dieses Wort benutzt?", also sehr, sehr genau auf alle Details zu achten. This is my proposal, you can use the episode as you like sincerely, however I always recommend this technique of conscious listening, I call it: so it's okay to listen to understand, to listen to even enjoy what is being said, but it's very, it's a very very effective technique in my opinion to listen to notice, to listen to pay attention to all the grammatical details, all the lexical details and ask yourself, "Mmm, but why did he use this "there," mmm but why did he use this word?" so pay very very close attention to all the details. Io vi consiglio di fare entrambe le cose. I recommend doing both.

Nell'episodio ho anche inserito due o tre personaggi con alcuni accenti regionali che ho provato ad imitare io, e risulteranno sicuramente un pochino più difficili da capire ma penso che possa essere anche un buon esercizio per voi, inoltre l'ho fatto perché io mi diverto a farlo e secondo me aggiunge un po' di colore alla storia avere diversi accenti italiani al suo interno. In der Episode habe ich auch zwei oder drei Charaktere mit einigen regionalen Akzenten eingebaut, die ich versucht habe zu imitieren, und sie werden definitiv etwas schwieriger zu verstehen sein, aber ich denke, es kann auch eine gute Übung für dich sein, außerdem habe ich es gemacht, weil es mir Spaß macht und meiner Meinung nach bringt es ein bisschen Farbe in die Geschichte, mehrere italienische Akzente darin zu haben. In the episode I also included two or three characters with some regional accents that I tried to imitate, and they will definitely be a little bit harder to understand but I think it can also be a good exercise for you, plus I did it because I enjoy doing it and in my opinion it adds a little bit of color to the story to have different Italian accents in it. In ogni caso se non capite qualcosa troverete la trascrizione integrale dell'episodio su Podcast Italiano, quindi potete verificare tutto. In any case if you do not understand something you will find the full transcript of the episode on Italian Podcast, so you can check everything. Ora un breve riassunto di come si utilizzano “ci” e “ne” per rinfrescarci un po' la memoria prima di passare all'episodio. ||||||||||||to refresh us||||||||

Come si usa “ci” How to use "there"

– Iniziamo da “ci”; “ci” può essere un pronome riflessivo, quindi: “ci vediamo, ci sentiamo”. - Wir beginnen mit "dort"; "dort" kann ein Reflexivpronomen sein, also: "wir sehen einander, wir hören einander". - Let's start with "there"; "there" can be a reflexive pronoun, thus, "we see each other, we hear each other."

– “Ci” può essere un pronome diretto e anche indiretto: “Giovanni ci ha visto mentre entravamo al cinema” oppure “Giovanni ci ha consigliato di non andare al cinema”. - Dort" kann sowohl ein direktes Pronomen als auch ein indirektes Pronomen sein: "John sah uns ins Kino gehen" oder "John riet uns, nicht ins Kino zu gehen". - "There" can be a direct pronoun as well as an indirect pronoun: "John saw us going into the cinema" or "John advised us not to go to the cinema." Quindi “noi” nel primo caso; “a noi” nel secondo caso. So "we" in the first case; "to us" in the second case.

– “Ci” può essere utilizzato con “essere” quindi: C'è, ci sono, ci siamo, quindi esistere. - "There" can be used with "be" therefore: There is, there are, we are, therefore exist.

– “Ci” può essere usato per sostituire “a” quindi pensare ad una cosa, credere ad una cosa può diventare “pensarci o crederci”. ||||||||||||||||||to think about it|| - There" kann anstelle von "to" verwendet werden, so dass das Denken an eine Sache oder der Glaube an eine Sache zu "an sie denken oder an sie glauben" werden kann. - "There" can be used to replace "a" so thinking about a thing, believing a thing can become "thinking about it or believing it."

– Ma può anche sostituire “con” quindi: “ieri ho visto Giovanni (sempre Giovanni) e ci ho parlato per 5 minuti”. - Es kann aber auch durch "mit" ersetzt werden: "Gestern habe ich Giovanni (immer Giovanni) gesehen und fünf Minuten lang mit ihm gesprochen". - But it can also substitute "with" so, "I saw John (always John) yesterday and talked to him for 5 minutes."

– “Ci” può anche sostituire un luogo, quindi: “alla festa di Marcello non ci vado, non ci voglio andare”, cioè non voglio andare là, quindi sostanzialmente sostituisce “là” oppure a un luogo. ||||||||||Marcello|||||||||||||||||||| - There" kann auch einen Ort ersetzen, z. B.: "Zu Marcellos Party gehe ich nicht, da will ich nicht hin", d. h. ich will da nicht hingehen, es ersetzt also im Grunde genommen "there" oder einen Ort.

– E si usa in vari verbi pronominali, quindi: “ci vogliono”, “ci vogliono cinque minuti per fare qualcosa” o “ci metto cinque minuti per fare qualcosa”, oppure verbi come “vederci”, o “sentirci”: “ci vedo, non ci vedo niente, “non ho gli occhiali, senza occhiali non ci vedo” oppure: “senza l'apparecchio acustico non ci sento”. ||||||||||||||||||to us||||||||||to see you||to feel us|||||||||||||||||||acoustic||| - Und es wird in verschiedenen pronominalen Verben verwendet, also: "wir brauchen", "es dauert fünf Minuten, um etwas zu tun" oder "ich brauche fünf Minuten, um etwas zu tun", oder Verben wie "uns sehen" oder "uns hören": "ich kann uns sehen, ich kann uns nicht sehen", "ich habe keine Brille, ohne Brille kann ich nicht sehen" oder "ohne Hörgerät kann ich uns nicht hören". - And it is used in various pronominal verbs, so, "it takes us," "it takes five minutes to do something," or "it takes me five minutes to do something," or verbs such as "see us," or "hear us," "I can see, I can't see anything, "I don't have glasses, without glasses I can't see," or, "without hearing aid I can't hear." A volte si utilizza con il verbo avere, quindi: “non ce le ho le chiavi” è un uso pleonastico, quindi superfluo, ma estremamente comune in italiano. ||||||||||||||||||pleonastic||||||| Quindi non ce l'ho io, non ho io qualcosa: “non ce l'ho, non ce le ho le chiavi”. Oppure altri verbi come capire: “non ci capisco nulla” questo è molto velocemente come si usa “Ci” so che è complicato però questi sono gli usi di base. Oder andere Verben wie "verstehen": "Ich verstehe nichts" - so schnell kann man "dort" verwenden. Ich weiß, es ist kompliziert, aber das sind die grundlegenden Verwendungen.

Come si usa “ne”

– Passiamo ora a “ne”. “Ne” innanzitutto può indicare una parte di qualcosa: “vuoi dell'altra pasta? |first||||||||of the other| "Ne" first of all can indicate a part of something: "do you want some other dough? No, non ne voglio più”, “non voglio più di pasta”, non voglio più parte di pasta, non ne voglio più. No, I don't want any more," "I don't want any more of noodles," I don't want any part of noodles, I don't want any more. “Al concerto erano previste cinquemila persone, ma ce n'erano solamente duemila”. |||expected||||||| Zu dem Konzert wurden fünftausend Menschen erwartet, aber es kamen nur zweitausend". Quindi “ce” il primo “ce” è il ce del verbo esserci, n'erano, la “n” di “n'erano” indica “di loro”. ||||||||||being|||||||| So ist "ce" das erste "ce" das ce des Verbs sein, n'waren, das "n" von "n'waren" bedeutet "von ihnen". Quindi di una parte di queste tremila, ce n'erano solamente tremila.

– “Ne” si usa anche con tanti, non voglio dire tutti, ma con tanti verbi che hanno la preposizione “di” quindi: “voi parlate di qualcosa” potete anche parlarne. ||||||||||||||||||||||||||about it - "Ne" is also used with many, I don't want to say all, but with many verbs that have the preposition "of" so, "you talk about something" you can also talk about it. “Mi è successo qualcosa ma non te ne voglio parlare adesso, te ne parlerò dopo, te lo dirò dopo, ti parlerò di questo dopo. "Something happened to me but I don't want to tell you about it now, I'll tell you about it later, I'll tell you about it later.

– E infine “ne” può essere anche andarsene da un luogo, da un luogo o da una situazione, quindi: “me ne sono andato, me ne vado, oppure “uscirne da una situazione”. |||||||||||||||||||||gone|||||to get out of it||| - Und schließlich kann 'ne' auch bedeuten, einen Ort, einen Platz oder eine Situation zu verlassen, also: 'ich bin gegangen, ich gehe', oder 'aus einer Situation herauskommen'. - And finally, "ne" can also be to leave a place, a place or a situation, thus, "I have left, I am leaving, or "getting out of a situation." È una situazione difficile ma bisogna uscirne. ||||||to get out of it Es ist eine schwierige Situation, aber wir müssen aus ihr herauskommen. Inoltre, se volete sentire un'analisi più approfondita di quanto ho detto in questo episodio, forse sapete, io ho un podcast esclusivo. ||||||detailed|||||||||||||| Un podcast esclusivo? Ma cosa stai dicendo Davide? Sì, forse ormai lo sapete, io ho il mio podcast di italiano club, all'interno del quale faccio un podcast esclusivo che si chiama “Tre parole” che di solito uso per prendere tre parole che uso in uno dei miei episodi o uno dei miei video e per approfondire queste parole e per aiutare i miei studenti a ricordarsi queste parole. E per questo episodio farò una cosa un po' diversa, analizzerò alcuni degli usi di “ci” e “ne” di questo episodio. Quindi se vi interessa, andate a dare un'occhiata al Podcast Italiano Club, ci sono già 90 persone e sono contente di farne parte credo, non lo so chiedete a loro se sono contente, ma penso di sì. E ora finalmente possiamo sentirci la storia. Buon ascolto! Il signor Fabrizio Lanzetti faceva di professione il capotreno. Il capotreno è colui che lavora su un treno e si occupa di diverse mansioni. A volte oltre al Capotreno c’è anche il controllore, la persona che controlla i biglietti su un treno. Normalmente però nei treni regionali, dove lavorava di solito Lanzetti, il Capotreno ricopre entrambe le funzioni. È una professione molto importante, perché sul treno ci viaggiano tante persone e non tutte le persone che ci salgono sono provviste di biglietto. Il lavoro di Lanzetti, tra le altre cose, prevedeva che perlustrasse tutto il treno da cima a fondo e chiedesse il biglietto a tutte le persone che ci salivano. Quel bel giorno di primavera il treno su cui Lanzetti era di turno ci avrebbe messo un’ora e dieci minuti per arrivare a destinazione. Lanzetti doveva fare la sua perlustrazione del treno tre volte durante il viaggio e andare a chiedere alle persone a cui non lo aveva ancora chiesto di mostrargli il biglietto. Ci metteva di solito 15 minuti a percorrere tutto il treno, nel migliore dei casi, ovvero quando ce l’avevano tutti, se no ce ne volevano anche di più. Di persone che salgono senza biglietto ce ne sono, più spesso di quanto si potrebbe immaginare. Arrivato al terzo vagone arrivò da un signore anziano vestito di tutto punto, con giacca e cravatta elegantissime. Gli chiese il biglietto. – Il biglietto, per favore. L’uomo sembrava totalmente addormentato. A volte succedeva che qualche passeggero dormisse quando Lanzetti passava a chiedere i biglietti. Allora ripetè, a voce più alta: – Il biglietto, per favore. Nessuna risposta dall’uomo, che continuava a dormire con la bocca aperta. Lanzetti pensò: “Forse non ci sente… magari è sordo…”. Si schiarì la voce. – Ahem. Signore! Il biglietto, per favore! Ma l’uomo non voleva saperne di svegliarsi e continuava a dormire, addirittura russando. Lanzetti pensò: “Magari sta facendo finta. Magari è una tattica, semplicemente non ha il biglietto”. Sapeva di doverlo svegliare. Non ne aveva molta voglia e in generale non era mai contento di dover affrontare individui come il signore addormentato. Preferiva di gran lunga quando la sua perlustrazione filava liscia. Ma c’era abituato: di persone strane Lanzetti ne aveva viste tante, nella sua lunga carriera da capotreno. Perché in fin dei conti il treno, soprattutto regionale, è un mezzo abbastanza democratico, ci vanno tutti: ingegneri, studenti, disoccupati, vecchi, giovani. E spesso capitava che ci salissero persone strane. Lanzetti nel corso degli anni aveva sviluppato un intuito per le situazioni problematiche: sapeva in anticipo quando avrebbe dovuto litigare con le persone che non ne volevano proprio sapere di pagare la multa. Non amava litigarci, ma era il suo mestiere. I suoi superiori erano stati chiari: “D’ora in poi niente più eccezioni! Chi non ha il biglietto deve pagare la multa e scendersene dal treno!”. Lanzetti quindi doveva fare l’arrabbiato, doveva insistere e nel caso fare la multa. Non poteva accettare scuse del tipo “Ce l’ho, l’abbonamento, solo che l’ho dimenticato a casa…”. O a volte giustificazioni assurde come: “Controllore, ce l’ho l’abbonamento, ma me l’ha mangiato il cane…” Ne sentiva spesso, di scuse strane, ci aveva fatto l’abitudine nel corso degli anni. L’uomo continuava a dormire, così Lanzetti decise di toccarlo sulla spalla per svegliarlo. Nessuna reazione. Lanzetti lo toccò con maggiore forza. L’uomo aprì gli occhi, sembrava intorpidito. Disse con voce ancora addormentata: – Ma chi sei? Perché mi hai svegliato? Stavo facendo un risposino. – disse con un accento romano abbastanza marcato. Lanzetti era confuso. – Signore, sono il capotreno. Mi serve il suo biglietto. – Eh, il biglietto… avercelo, il biglietto… il biglietto non ce l’ho. senti, lasciami, dormire, stavo facendo un bel sogno e vorrei finirlo. Che ne dici? – Prego? – rispose sempre più confuso Lanzetti, che ci capiva poco. – Grazie per la visita, ora se non ti dispiace puoi andartene. Fammi riprendere il sogno che stavo facendo– disse e chiuse gli occhi come per rimettersi a dormire. Lanzetti non ci poteva credere. Ma chi era quel pazzo? Nella sua carriera ne aveva viste delle belle, ma questa aveva dell’incredibile. – Signore, dormirà a casa quando ci arriverà, ora è su un treno, io sono il controllore, mi deve mostrare il biglietto. Il signore iniziò a russare. Lanzetti non ci poteva proprio credere. – Signore! – urlò. Tutto il vagone tacque per seguire ciò che stava accadendo. – Oh, ma non te sei ancora ancora andato? Ma che vuoi dalla mia vita? Non ho capito – rispose l’uomo, che sembrava infastidito. – Ce l’hai con me? Che ti ho fatto? Sto cercando di dormire e non mi lasci. Ma non si può nemmeno più dormire? – Se voleva dormire poteva restarsene a casa. Ora mi dia il biglietto, se no mi vedo costretto a farle la multa. – E fammi sta multa, se proprio vuoi… tanto me ne frego. – disse l’uomo, quasi rassegnato. – Prego? – ripetè Lanzetti sempre più basito. – Me ne frego. Me ne infischio. Sai quante multe ricevo? Mai pagata nemmeno una. Ora lasciami in pace e non ci provà a svegliarmi un’altra volta. Stavo a sognà di cantare sul palco del festival di Sanremo e mi hai interrotto il sogno. – Ma lei come osa? Come si permette?! – Lanzetti non credeva a tanta insolenza. – Va bene, allora mi dica nome, cognome, indirizzo, data di nascita e le facciamo una multa.- ma Lanzetti fa interrotto da un forte grugnito. L’uomo si era messo di nuovo a russare! “Figuriamoci, c’era da aspettarselo” pensò Lanzetti, che si era ritrovato improvvisamente in una delle situazioni più strane della sua carriera e non sapeva come uscirne. Tanti in passato non volevano pagare il biglietto, ma nessuno si era mai messo a dormire impunemente di fronte ai suoi occhi. “Che poi, chi diamine russa così? Chiaramente sta fingendo”. – Signore, sa che sta facendo interruzione di pubblico servizio? È un reato penale! Se ne rende conto? – l’uomo non ne voleva sapere e proseguiva a dormire, o a fare finta di dormire. D’altronde, come ci si può addormentare così in fretta? – Alla prossima stazione verrà accompagnato fuori dal treno da un agente di polizia. Non faccia resistenza. In quei casi Lanzetti doveva chiamare la stazione e avvisare di ciò che stava accadendo sul treno. La polizia sarebbe salita e si sarebbe portata via l’uomo. Lanzetti chiamò in stazione e avvisò di quanto stava accadendo. Dalla stazione risposero che avrebbero mandato un agente. Il treno giunse in stazione 10 minuti dopo. Lanzetti chiese agli altri passeggeri sul vagone: – Non è che potete, per favore, controllare che non se ne vada via? Ci manca ancora che se ne scappi via. Torno subito, ci metto un secondo. Lanzetti scese dal treno. Gli venne incontro l’agente di polizia, il suo amico Salvatore, che gli chiese: – Uè Fabbrì. Ma che è successo, ‘sta volta? Uno che non paga? – Non solo uno che non paga, ma addirittura si mette a dormire quando gli dico di farlo! – Ma veramente? – Vacci a parlare tu, provaci tu… con me non ne vuole sapere. Anzi, buttalo fuori dal treno direttamente! – Lanzetti era evidentemente su tutte le furie. – Vabbè dai, andiamo a vedere, va… – disse il poliziotto, con aria di rassegnazione. Giunti al vagone del signore anziano il volto del poliziotto si illuminò: – Professore! Ma che ci fa qua? Lanzetti non ci capiva nulla. I due si conoscevano? L’uomo riaprì gli occhi e riconobbe l’agente di polizia: – Oh, Salvatore! Come stai? Che bella sorpresa. Stavo facendo un pisolino, ma mi fa piacere che sei venuto a trovarmi. Come sta tua figlia? – Bene, bene – rispose l’agente – Mariuccia ha iniziato le medie, sta crescendo troppo veloce, da non crederci. – Poi si rivolse a Lanzetti: – Scusami Fabbrì, questo è il mio ex-professore di italiano del liceo! Ma ci pensi? Che casualità! Non ci vedevamo da un sacco di tempo! – e riprese a parlare al signore anziano: – Mi sembra ieri che la tenevo in braccio, Mariuccia! E lei? Che mi racconta? Insegna ancora alla scuola? O è in pensione? – No, ci mancherebbe ancora, grazie al cielo sono in pensione. Non ce la facevo più a insegnare, sono troppo anziano. Dovremmo vederci per un bel caffè, che ne dici? Così mi racconti tutto. – E come no! Quando vuole organizziamo e ci prendiamo un bel caffè. A Lanzetti la situazione sembrava surreale. Anche il poliziotto era uscito di testa e si era messo a fare quattro chiacchiere con il vecchio! Palesemente irritato, si rivolse all’amico: – Salvatore, ma che fai?! Guarda che questo è l’uomo che non paga il biglietto! – E vabbè, Fabbrì, però non lo vedevo da un po’. Fammici fare due chiacchiere, dai… lo adoravo quando andavo a scuola, era il mio professore preferito! Lanzetti non ne poteva più sapere. – Ma siete impazziti tutti?! Vi è dato di volta il cervello?! Ma che è sto salottino?! Questo è un treno che deve ripartire! Siamo già in ritardo! Salvatore, ma che fai? Questo tizio si rifiutava di pagare fino a due secondi fa, si metteva a dormire al posto di parlarmi! Ma te ne rendi conto? E tu ci fai salotto? Col treno fermo in stazione? Stiamo bloccando tutto il traffico ferroviario! Improvvisamente da dietro la porta uscì un uomo dai capelli ricci e biondi. Era Giovanni, collega di Lanzetti, anche lui capotreno, ma che non doveva essere su quel treno in quel momento. Aveva filmato tutta la scena con una videocamera. Esclamò: – Auguri Fabrizio! Ci sei cascato! Tutto il vagone inizò ad applaudirlo ed acclamarlo. – Ci sono cascato? Ma che sta succedendo?! Auguri di che?! Ma siete impazziti?! Giovanni gli disse, continuando a filmare: – Ma come, Fabrizio! Non ricordi? Quanti ne abbiamo oggi? Su, pensaci. – Oggi è il… 12 marzo. – 12 marzo.. e? Non ti dice niente, questa data? Fabrizio! Dodici marzo! Lanzetti si rese conto. Il 12 marzo, trent’anni prima, aveva iniziato a fare quel lavoro. – Trent’anni di lavoro! – sovvenne a Lanzetti. – Bravo, ci sei arrivato! Un applauso a Fabrizio, trent’anni di onorata carriera! E di nuovo tutto il vagone prese ad applaudire. – Complimenti, Fabbrì! – disse l’agente, singhiozzando e abbracciando Lanzetti. “Trent’anni, te ne rendi conto? Io prima che ci arrivo a trent’anni di carriera ce ne vuole… – Grazie, ragazzi, non me l’aspettavo proprio… non ho parole… però il treno è fermo! Siamo fermi in stazione! Dobbiamo ripartire subito! Se no non ci arrivo nemmeno alla fine di questo viaggio, mi licenziano prima! – E rilassati, Fabbrì, non hai mai sgarrato in trent’anni! Sei un dipendente modello. Che vuoi che succeda se per una volta fai arrabbiare i capi… – lo rassicurò Giovanni. Lanzetti scese dal treno e fischiò, indicando al conducente che si poteva ripartire. Lanzetti però voleva sapere: – E dunque lui chi è? – indicando il signore anziano. – Non lo riconosci? – disse Giovanni, poi rivolgendosi al signore anziano: – Glielo dica lei! – Buongiorno, sono Michele Carli, non sono l’ex-professore pazzo del suo amico. Sono l’amministratore delegato di Trenitalia. Sono venuto da Roma apposta per vederla e festeggiare con lei i suoi trent’anni di carriera. Ho sentito parlare molto bene di lei, signor Lanzetti. Mi hanno convinto a fare questa scenetta ridicola sul treno, i suoi amici. Le confesso, non è stato facile, non sono il tipo da fare questo cose Però oggi ho fatto un’eccezione per lei. So che sono stato un po’ impudente, non me ne voglia, interpretavo una parte. Lei si è dimostrato anche in questa occasione l’impiegato modello che è stato in questi trent’anni. A proposito, sono venuto a portarle questa. – Tirò fuori dallo zaino una targhetta d’oro, con il simbolo di Trenitalia, con su scritto: “A Fabrizio Lanzetti, per trent’anni di onorata carriera in Trenitalia. Michele Carli, amministratore delegato”. – Sono… non so che dire! – balbettò Lanzetti. – La ringrazio! – sembrando un po’ commosso. – La ringraziamo tutti noi per il suo lavoro questi trent’anni. Ah, a proposito, dopo parliamo di un aumento dello stipendio. Se lo merita. – disse Michele Carli, che si era trasformato in una persona molto più seria e formale, completamente diversa rispetto al signore anziano insolente e un po’ stordito che interpretava fino a un attimo prima. Tutti e quattro, Lanzetti, Michele Carli, Salvatore e Giovanni, arrivarono al capolinea, dove li stava aspettando un gruppo di ferrovieri, impiegati dei treni, che gli avevano preparato una festicciola. Festeggiarono insieme giovani e anziani, brindarono alla carriera di Lanzetti, ancora incredulo. Era venuto l’amministratore delegato da Roma, apposta per lui! Pensò: “Il duro lavoro paga”. Inutile dire che fu il giorno più bello della sua lunga e onorata carriera da capotreno. |||||||||||||||||||||||duties|||||||||conductor||||||||||||||||||||||||||||||||||there||||||||||||||||||||||||||he searched||||as||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||inspection|||||||||||||||||||||||||||||||||||||of the|||||||||there|||||||||||||||||||||||||carriage||||||suit||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||deaf|himself|he clarified|||||||||||not||||||||||snoring||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||he spun||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||of now|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||numb||||||||||||||||they responded|||||||||||||||||||||||to have it||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||to go away|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||he fell silent|||||||||not||||||||||||||||||||there||||that||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||me||I freeze||||resigned||||||astonished||||me||whistle||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||as|he dared|||||||||||||||||||||||||||||||||grunt|||||||||let's imagine|there was||to expect it||||||||||||||||||||||||||||||||||never||||impunity||||||||who|of|||||||||||||||||crime||if|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||they answered||||||||he arrived||||||||||||||||||||not|||||||||if|||||||||||||||||||||||||||hey|||||||||||||||||||||||||||||||you go||||try it|||||||||throw it||||||||||||||||||||||||||||||||||||||but|who|there|he did||||||||||||||||he recognized|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||that|causality||||||||||||||||to me|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||clearly|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||crazy||||given|of|||||||I am||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||to us||||||||||to call him|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||he remembered||||||||||||||||||||||||to applaud||||||sobbing|||||||||||||||||||||of it||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||disheveled|||||||||||||||||||conductor||he reassured|||||||he whistled||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||me|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||he stammered|||||||moved||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||dazed||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||incredulous||||||||||||||||||||||||||||||| Herr Fabrizio Lanzetti war von Beruf Zugführer. Ein Zugbegleiter ist die Person, die in einem Zug arbeitet und für verschiedene Aufgaben verantwortlich ist. Manchmal gibt es neben dem Zugbegleiter auch einen Kontrolleur, der die Fahrkarten im Zug kontrolliert. In den Regionalzügen, in denen Lanzetti normalerweise arbeitete, übernimmt der Zugbegleiter jedoch normalerweise beide Funktionen. Es handelt sich um einen sehr wichtigen Beruf, denn es sind viele Menschen im Zug unterwegs und nicht alle, die einsteigen, haben eine Fahrkarte. Lanzettis Aufgabe bestand unter anderem darin, den gesamten Zug von oben bis unten zu durchsuchen und alle Fahrgäste nach ihren Fahrkarten zu fragen. An diesem schönen Frühlingstag brauchte der Zug, in dem Lanzetti Dienst hatte, eine Stunde und zehn Minuten, um an seinem Ziel anzukommen. Lanzetti musste den Zug während der Fahrt dreimal durchsuchen und die Personen, die er noch nicht befragt hatte, um ihre Fahrkarten bitten. Normalerweise brauchte er 15 Minuten für den ganzen Zug, im besten Fall, d.h. wenn alle eine Fahrkarte hatten, sonst dauerte es noch länger. Leute, die ohne Fahrkarte einsteigen, gibt es öfter, als man sich vorstellen kann. Als er im dritten Waggon ankam, traf er auf einen älteren Herrn, der ein sehr elegantes Jackett und eine Krawatte trug. Er fragt ihn nach seiner Fahrkarte. - Die Fahrkarte, bitte. Der Mann sah völlig schlafend aus. Manchmal kam es vor, dass einige Fahrgäste schliefen, wenn Lanzetti vorbeikam, um nach Fahrkarten zu fragen. Also wiederholt er mit lauter Stimme: - Die Fahrkarte, bitte. Der Mann antwortet nicht, er schläft mit offenem Mund weiter. Lanzetti dachte: 'Vielleicht kann er uns nicht hören... vielleicht ist er taub...'. Er räusperte sich. - Ähem. Mein Herr! Die Fahrkarte, bitte! Aber der Mann wollte nicht aufwachen und schlief weiter, schnarchte sogar. Lanzetti dachte: 'Vielleicht täuscht er es vor. Vielleicht ist es eine Taktik, er hat nur die Fahrkarte nicht". Er wusste, dass er ihn aufwecken musste. Ihm war nicht wirklich danach, und im Allgemeinen war er nie glücklich darüber, sich mit Leuten wie dem schlafenden Herrn herumschlagen zu müssen. Ihm war es viel lieber, wenn seine Patrouille reibungslos verlief. Aber er war daran gewöhnt: Lanzetti hatte in seiner langen Karriere als Zugführer schon viele seltsame Menschen gesehen. Denn schließlich ist der Zug, vor allem der Regionalzug, ein ziemlich demokratisches Verkehrsmittel, alle fahren mit: Ingenieure, Studenten, Arbeitslose, Alte, Junge. Und es kam oft vor, dass seltsame Leute einstiegen. Im Laufe der Jahre hatte Lanzetti ein Gespür für problematische Situationen entwickelt: Er wusste im Voraus, wann er sich mit Leuten auseinandersetzen musste, die von der Zahlung des Bußgeldes wirklich nichts wissen wollten. Er diskutierte nicht gerne mit ihnen, aber das war sein Job. Seine Vorgesetzten hatten klar gesagt: "Ab jetzt gibt es keine Ausnahmen mehr! Wer keine Fahrkarte hat, muss das Bußgeld bezahlen und den Zug verlassen!". Lanzetti musste also den bösen Mann spielen, er musste darauf bestehen und notfalls das Bußgeld bezahlen. Ausreden wie "Ich habe eine Dauerkarte, ich habe sie nur zu Hause vergessen..." konnte er nicht akzeptieren. Oder manchmal absurde Rechtfertigungen wie "Kontrolleur, ich habe die Dauerkarte, aber der Hund hat sie gefressen...". Er hörte viele dieser seltsamen Ausreden, er hatte sich im Laufe der Jahre daran gewöhnt. Der Mann schlief weiter, so dass Lanzetti beschloss, ihm auf die Schulter zu klopfen, um ihn aufzuwecken. Er reagierte nicht. Lanzetti berührte ihn noch kräftiger. Der Mann öffnete seine Augen und sah wie betäubt aus. Er sagte mit einer noch schlafenden Stimme: - Wer sind Sie? Warum haben Sie mich aufgeweckt? Ich hatte eine Wiederverheiratung. - sagte er mit einem ziemlich ausgeprägten römischen Akzent. Lanzetti war verwirrt. - Sir, ich bin der Zugführer. Ich brauche Ihre Fahrkarte. - Äh, die Fahrkarte... haben Sie sie, die Fahrkarte... ich habe sie nicht. Hören Sie, lassen Sie mich schlafen, ich hatte einen schönen Traum und würde ihn gerne beenden. Und was sagst du dazu? - Es tut mir leid? - antwortete Lanzetti, der wenig verstand. - Vielen Dank für den Besuch, wenn es Ihnen nichts ausmacht, können Sie jetzt gehen. Lassen Sie mich meinen Traum fortsetzen", sagte er und schloss die Augen, als wolle er wieder einschlafen. Lanzetti konnte es nicht fassen. Aber wer war dieser Verrückte? Er hatte in seiner Karriere schon einige gute Dinge gesehen, aber das war unglaublich. - Herr, Sie werden zu Hause schlafen, wenn Sie dort ankommen, Sie sind jetzt in einem Zug, ich bin der Schaffner, Sie müssen mir Ihre Fahrkarte zeigen. Der Herr begann zu schnarchen. Lanzetti konnte es einfach nicht fassen. - Herr! - rief er. Der ganze Wagen verstummte, um zu verfolgen, was geschah. - Oh, Sie sind noch nicht gegangen? Aber was wollen Sie von meinem Leben? Das habe ich nicht verstanden", antwortete der Mann, der verärgert aussah. - Sind Sie böse auf mich? Was habe ich Ihnen getan? Ich versuche zu schlafen und du lässt mich nicht in Ruhe. Wenn du schlafen wolltest, hättest du zu Hause bleiben können. Jetzt gib mir den Strafzettel, sonst muss ich dir ein Bußgeld aufbrummen. - Und geben Sie mir dieses Bußgeld, wenn Sie es wirklich wollen... Es ist mir sowieso egal. - sagte der Mann, fast resigniert. - Ich bitte um Verzeihung? - wiederholte Lanzetti, immer schüchterner werdend. - Es ist mir egal. Es ist mir scheißegal. Wissen Sie, wie viele Bußgelder ich bekomme? Ich habe noch nie eine einzige bezahlt. Und jetzt lassen Sie mich in Ruhe und versuchen Sie nicht, mich wieder zu wecken. Ich habe davon geträumt, auf der Bühne des Sanremo-Festivals zu singen, und du hast meinen Traum unterbrochen. - Aber wie kannst du es wagen? Wie kannst du es wagen?! - Lanzetti konnte diese Frechheit nicht fassen. - OK, dann sagen Sie mir Ihren Namen, Nachnamen, Adresse, Geburtsdatum und wir werden Sie bestrafen - aber Lanzetti wurde durch ein lautes Grunzen unterbrochen. Der Mann hatte wieder angefangen zu schnarchen! Stellen Sie sich vor, das war zu erwarten", dachte Lanzetti, der sich plötzlich in einer der seltsamsten Situationen seiner Karriere wiederfand und nicht wusste, wie er da wieder herauskommen sollte. Viele in der Vergangenheit wollten den Fahrpreis nicht zahlen, aber noch nie hatte jemand ungestraft vor seinen Augen geschlafen. "Wer zum Teufel schnarcht denn so? Er täuscht es eindeutig vor." - Sir, wissen Sie eigentlich, dass Sie eine öffentliche Dienstleistung stören? Das ist eine Straftat! Ist ihm das klar? - Der Mann wollte es nicht wissen und schlief weiter, oder tat so, als ob er schliefe. Andererseits, wie kann man so schnell einschlafen? - An der nächsten Station wird er von einem Polizisten aus dem Zug begleitet. Widersetzen Sie sich nicht. Lanzetti sollte den Bahnhof anrufen und sie über die Vorgänge im Zug informieren. Die Polizei würde einsteigen und den Mann mitnehmen. Lanzetti rief den Bahnhof an und warnte ihn vor dem, was passiert war. Der Bahnhof antwortet, dass sie einen Agenten schicken würden. Der Zug kommt 10 Minuten später am Bahnhof an. Lanzetti bittet die anderen Fahrgäste im Waggon: - Könnt ihr bitte dafür sorgen, dass er nicht wegfährt? Wir brauchen ihn noch, um wegzulaufen. Ich bin gleich wieder da, es dauert nur eine Sekunde. Lanzetti stieg aus dem Zug. Er wurde von dem Polizisten, seinem Freund Salvatore, empfangen, der ihn fragte: "Hey Fabbrì. Was ist dieses Mal passiert? Jemand, der nicht zahlt? - Nicht nur, dass er nicht zahlt, er geht sogar schlafen, wenn ich es ihm sage! - Aber wirklich? - Geh und rede mit ihm, versuch du es... er will mich nicht kennen. Schmeiß ihn doch einfach aus dem Zug! - Lanzetti war eindeutig in Rage. - Komm, lass uns nachsehen...", sagte der Polizist mit einem Anflug von Resignation. Als sie den Waggon des alten Mannes erreichen, erhellt sich das Gesicht des Polizisten: - Professor! Was machen Sie denn hier? Lanzetti verstand gar nichts mehr. Kannten sich die beiden? Der Mann öffnete die Augen wieder und erkannte den Polizisten: - Oh, Salvatore! Wie geht es dir? Was für eine schöne Überraschung. Ich habe ein Nickerchen gemacht, aber ich bin froh, dass du mich besucht hast. Wie geht es Ihrer Tochter? - Gut, gut", antwortete der Beamte, "Mariuccia ist in die Sekundarschule gekommen, sie wächst so schnell, das glaubst du nicht. - Dann wandte er sich an Lanzetti: - Entschuldigen Sie, Fabbrì, das ist mein ehemaliger Italienischlehrer aus der Oberschule! Kannst du das glauben? Was für ein Zufall! Wir hatten uns schon lange nicht mehr gesehen! - und wandte sich wieder an den älteren Herrn: - Es kommt mir vor, als wäre es gestern gewesen, dass ich sie in der Hand hatte, Mariuccia! Und du? Was ist mit ihr? Unterrichtet sie noch an der Schule? Oder ist sie im Ruhestand? - Nein, Gott sei Dank bin ich im Ruhestand. Ich könnte nicht mehr unterrichten, ich bin zu alt. Wir sollten uns mal auf eine Tasse Kaffee treffen, was meinst du? Du kannst mir alles darüber erzählen. - Aber sicher! Wann immer Sie wollen, organisieren wir das und trinken einen schönen Kaffee. Lanzetti kam die Situation surreal vor. Sogar der Polizist hatte den Verstand verloren und machte Smalltalk mit dem alten Mann! Sichtlich irritiert wandte er sich an seinen Freund: - Salvatore, was machst du da?! Sieh mal, das ist der Mann, der den Fahrpreis nicht bezahlt! - Wie auch immer, Fabbrì, aber ich habe ihn schon lange nicht mehr gesehen. Lass mich mit ihm reden... Ich habe ihn in der Schule geliebt, er war mein Lieblingslehrer! Lanzetti konnte es nicht mehr ertragen. - Seid ihr alle verrückt?! Habt ihr den Verstand verloren?! Was ist das für ein Salon?! Das ist ein Zug, der abfahren muss! Wir sind schon spät dran. Salvatore, was machst du da? Der Kerl hat sich bis vor zwei Sekunden geweigert zu zahlen, er hat geschlafen, anstatt mit mir zu reden! Ist dir das klar? Und du sitzt hier? Während der Zug im Bahnhof steht? Wir blockieren den gesamten Zugverkehr! Plötzlich kam ein Mann mit lockigem blondem Haar hinter der Tür hervor. Es war Giovanni, Lanzettis Kollege, ebenfalls Zugbegleiter, der aber in diesem Moment nicht im Zug sein sollte. Er hatte die ganze Szene mit einer Videokamera gefilmt. Er rief aus: - Glückwunsch Fabrizio! Du bist darauf reingefallen! Der ganze Waggon begann zu applaudieren und ihm zuzujubeln. - Ich bin darauf reingefallen? Was ist denn hier los?! Glückwunsch wozu?! Bist du verrückt geworden?! sagte Giovanni zu ihm und filmte weiter: - Aber wie, Fabrizio! Erinnerst du dich nicht? Wie viele heute? Komm schon, denk mal nach. - Heute ist... der 12. März. - Der 12. März... und? Sagt dir dieses Datum denn gar nichts? Fabrizio! Der 12. März! Lanzetti hat begriffen. Am 12. März, dreißig Jahre zuvor, hatte er mit dieser Arbeit begonnen. - Dreißig Jahre Arbeit! - kam es Lanzetti in den Sinn. - Bravo, du hast es geschafft! Applaus für Fabrizio, dreißig Jahre ehrenvolle Karriere! Und wieder applaudierte der ganze Wagen. - Herzlichen Glückwunsch, Fabbrì! - sagte die Agentin, schluchzend und Lanzetti umarmend. Dreißig Jahre, ist dir das klar? Danke, Leute, das habe ich wirklich nicht erwartet... Mir fehlen die Worte... aber der Zug hält! Wir stehen im Bahnhof! Wir müssen sofort losfahren! Sonst schaffe ich es nicht mal bis zum Ende der Reise, sonst feuern sie mich vorher! - Und entspann dich, Fabri, du bist in dreißig Jahren noch nie aus der Reihe getanzt! Du bist ein vorbildlicher Angestellter. Was kann schon passieren, wenn du die Chefs einmal verärgerst...", beruhigte Giovanni ihn. Lanzetti stieg aus dem Zug und pfiff, um dem Lokführer zu signalisieren, dass er aussteigen konnte. Aber Lanzetti wollte wissen: - Wer ist das denn? - und deutet auf den älteren Herrn. - Erkennst du ihn nicht? - sagte Giovanni und wandte sich dann an den älteren Herrn: - Sag du es ihm! - Guten Morgen, ich bin Michele Carli, ich bin nicht der verrückte Ex-Professor deines Freundes. Ich bin der Geschäftsführer von Trenitalia. Ich bin extra aus Rom gekommen, um Sie zu sehen und mit Ihnen Ihre 30-jährige Karriere zu feiern. Ich habe sehr gute Dinge über Sie gehört, Herr Lanzetti. Ich wurde von Ihren Freunden überredet, diese lächerliche kleine Szene im Zug zu machen. Ich gebe zu, es war nicht leicht, ich bin nicht der Typ für so etwas, aber ich habe heute für Sie eine Ausnahme gemacht. Ich weiß, ich war ein bisschen unverschämt, nimm es mir nicht übel, ich habe nur eine Rolle gespielt. Sie haben sich bei dieser Gelegenheit erneut als der vorbildliche Mitarbeiter erwiesen, der Sie in den letzten dreißig Jahren waren. Übrigens, ich bin gekommen, um Ihnen das hier zu bringen. - Er zog eine goldene Plakette mit dem Trenitalia-Symbol aus seinem Rucksack, auf der stand: "Für Fabrizio Lanzetti, für dreißig Jahre einer ehrenvollen Karriere bei Trenitalia. Michele Carli, Generaldirektor". - Ich weiß nicht, was ich sagen soll! - stammelte Lanzetti. - Ich danke Ihnen! - Er sah ein wenig gerührt aus. - Wir alle danken Ihnen für Ihre Arbeit in diesen dreißig Jahren. Ach, übrigens, über eine Gehaltserhöhung können wir später sprechen. Sie haben sie verdient. - sagte Michele Carli, der sich in eine viel ernsthaftere und förmlichere Person verwandelt hatte, ganz anders als der freche und etwas benommene ältere Herr, den er noch vor einem Moment gespielt hatte. Alle vier, Lanzetti, Michele Carli, Salvatore und Giovanni, kamen an der Endstation an, wo sie von einer Gruppe von Eisenbahnern, Bahnangestellten, erwartet wurden, die ein kleines Fest für sie vorbereitet hatten. Sie feierten gemeinsam mit Jung und Alt, sie stießen auf die Karriere von Lanzetti an, der immer noch ungläubig war. Der Geschäftsführer war extra für ihn aus Rom angereist! Er dachte: "Harte Arbeit zahlt sich aus". Natürlich war es der schönste Tag in seiner langen und ehrenvollen Karriere als Zugbegleiter. Fatemi sapere cosa ve ne è parso di questo episodio, io come sempre mi diverto molto a fare queste cose creative. Chiaramente ci vuole il triplo del tempo rispetto ad un episodio normale, perché devo mettere anche gli effetti sonori, la musica, scrivere tutto, è molto molto complicato, però spero che il risultato vi sia piaciuto e se volete supportare Podcast Italiano e me nella fattispecie al fine che io possa creare altri episodi di questo tipo, andate a dare un’occhiata al Podcast Italiano Club dove troverete anche l’analisi extra di questo episodio oppure potete come sempre fare una donazione libera su PayPal, troverete come al solito il link alla mia pagina PayPal nella descrizione del podcast, oppure sul sito podcastitaliano.com. A proposito, volevo ringraziare anche Sarah, Alessandro, Hillary, Martin, Marvin, Wolfgang e Stephen, grazie a voi per le vostre donazioni molto generose, per il sostegno che mi date e per la possibilità che mi concedete di provare a fare questo nella vita e non andare a lavorare in azienda. Grazie ancora e alla prossima. |||to you|||||||||||||||||creative|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||context|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||you concede||||||||||||||||||| Lasst mich wissen, was ihr von dieser Folge haltet, ich habe wie immer eine Menge Spaß an diesen kreativen Dingen. Natürlich dauert es dreimal so lange wie eine normale Folge, weil ich auch Soundeffekte einbauen muss, Musik, alles schreiben, es ist sehr, sehr kompliziert, aber ich hoffe, dass euch das Ergebnis gefallen hat und wenn ihr Podcast Italiano und mich im Besonderen unterstützen wollt, damit ich mehr Folgen wie diese machen kann, dann schaut euch den Podcast Italiano Club an, wo ihr auch die Extra-Analyse dieser Folge findet oder ihr könnt wie immer eine kostenlose Spende auf PayPal machen, den Link zu meiner PayPal-Seite findet ihr wie immer in der Podcast-Beschreibung, oder auf podcastitaliano.com. Übrigens wollte ich mich auch bei Sarah, Alessandro, Hillary, Martin, Marvin, Wolfgang und Stephen bedanken, danke für eure sehr großzügigen Spenden, für die Unterstützung, die ihr mir gebt und für die Chance, die ihr mir gebt, zu versuchen, dies im Leben zu tun und nicht in einer Firma zu arbeiten. Nochmals vielen Dank und bis zum nächsten Mal.