9. La ciociara
Finalmente, ecco apparire in fondo alla verde e grande pianura, una lunga striscia di colore incerto, tra il bianco e il giallo; i quartieri alla periferia di Roma.
E dietro questa striscia, più in alto, grigia, lontanissima, eppure chiara, la cupola di San Pietro.
Dio sa se avevo sperato durante tutto l'anno di rivedere, laggiù all'orizzonte, quella cara cupola, così piccola e al tempo stesso così grande da potere essere quasi confusa per un'irregolarità del terreno, per una collina o una piccola montagna; così solida benché non più che un'ombra; così rassicurante perchè familiare e mille volte vista ed osservata.
Quella cupola, per me, non era soltanto Roma ma la mia vita di Roma, la serenità dei giorni che si vivono in tranquillità con se stessi e con gli altri.
Laggiù in fondo all'orizzonte, quella cupola mi diceva che io potevo ormai tornare fiduciosa a casa e la vecchia vita avrebbe continuato il suo corso, dopo tanti cambiamenti e tante tragedie. [...]
Eravamo alla fine, uscite dalla guerra che ci chiudeva nella sua tomba di indiff erenza e cattiveria, ed avevamo ripreso a camminare nella nostra vita, la quale era forse una povera cosa piena di problemi e di errori, ma era la sola che dovevamo vivere, come senza dubbio ci avrebbe detto Michele se era ancora con noi.