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Memorie di Adriano - Yourcenar, 4. SAECULUM AUREUM (1)

4. SAECULUM AUREUM (1)

L'estate successiva al mio incontro con Osroe, la trascorsi in Asia Minore: sostai nella Bitinia per sorvegliare di persona il taglio delle foreste di Stato. A Nicomedia, città luminosa, civile, raffinata, presi alloggio in casa del procuratore della provincia, Cneo Pompeo Proculo, nell'antica residenza del re Nicomede, ancora impregnata dei ricordi voluttuosi di Giulio Cesare giovane. La brezza della Propontide ventilava quelle sale fresche e buie. Proculo, un uomo di gusto, organizzò qualche riunione letteraria in mio onore: sofisti di passaggio, gruppi di studenti e di letterati si riunirono nei suoi giardini, in riva a una sorgente dedicata al dio Pan. Di tanto in tanto, un servo vi immergeva una grande anfora di argilla porosa; e i versi più limpidi sembravano opachi a paragone di quell'acqua pura.

Una sera, si dette lettura d'un lavoro piuttosto astruso di Lycofrone, che mi è caro, peraltro, per le folli combinazioni di armonie, di allusioni e di immagini, quel suo sistema complesso di riflessi e di echi. Un giovinetto in disparte ascoltava quelle strofe ardue con un'attenzione pensosa e distratta al tempo stesso, e io pensai subito a un pastore nel cuore della foresta, vagamente in ascolto del grido misterioso d'un uccello. Non aveva né tavolette né stilo, con sé. Seduto sui bordi della vasca, sfiorava quella bella superficie levigata con le dita. Seppi che suo padre aveva occupato una modesta carica nell'amministrazione dei vasti domini imperiali; affidato giovanissimo alle cure d'un suo avo, lo scolaretto era stato inviato presso un ospite dei suoi genitori, ch'era armatore a Nicomedia, e che a quella povera famiglia appariva ricco.

Quando gli altri si furono allontanati, lo trattenni. Era poco istruito, ignaro quasi di tutto, ma riflessivo, ingenuo. Conoscevo Claudiopoli, la sua città natale: riuscii a farlo parlare della sua casa, al limitare delle grandi foreste di pini che forniscono l'albero maestro alle nostre navi, del tempio di Attys situato sulla collina, di quelle musiche stridenti che gli erano care, dei bei cavalli del suo paese, delle strane sue divinità. Quella voce lievemente velata s'esprimeva in greco con accento asiatico. Improvvisamente, nel sentirsi ascoltato, o fors'anche osservato, il ragazzo si confuse, arrossì, ricadde in uno di quei silenzi ostinati ai quali mi abituai ben presto. Si abbozzò, comunque, un'intimità. In seguito, mi accompagnò in tutti i miei viaggi; e cominciarono per me alcuni anni favolosi.

Antinoo era greco: sono risalito, nelle memorie di quella famiglia antica e oscura, sino all'epoca dei primi coloni arcadi sulle sponde della Propontide. Ma l'Asia aveva prodotto su quel sangue un po' acre l'effetto della goccia di miele che rende torbido e aromatico un vino puro. Ritrovavo in lui le superstizioni d'un discepolo d'Apollonio, il culto monarchico d'un suddito orientale del Gran Re. La sua presenza era straordinariamente silenziosa: m'ha seguito come un animale, o come un genio familiare. Aveva le infinite capacità di allegria e d'indolenza d'un cucciolo, la selvatichezza, la fiducia. Quel bel levriero, ansioso di carezze e di ordini, si distese sulla mia vita. Ammiravo quell'indifferenza quasi altera verso tutto ciò che non costituiva il suo piacere o il suo culto: essa suppliva in lui al disinteresse, allo scrupolo, a tutte le virtù volute, austere. Mi stupiva quella sua aspra dolcezza; quella devozione torva, che impegnava l'essere intero. E, tuttavia, quella sottomissione non era cieca: quelle palpebre tante volte abbassate nell'acquiescenza o nel sogno, si levavano; gli occhi più attenti del mondo mi scrutavano in viso; mi sentivo giudicato. Ma lo ero, come lo è un dio da un suo fedele: le mie asprezze, i miei attacchi di diffidenza (ne ebbi, più tardi) erano pazientemente, gravemente accettati. Sono stato padrone assoluto una volta sola, e di un solo essere.

Se non ho detto ancora nulla d'una bellezza così evidente, non bisogna credere che l'abbia fatto per una sorta di reticenza, il silenzio d'un uomo avvinto in modo troppo totale. Ma i volti che noi cerchiamo disperatamente ci sfuggono: è sempre solo un istante... Ritrovo una testa reclina sotto una capigliatura disfatta dal sonno, degli occhi che le palpebre allungate facevano parere obliqui, un giovane viso, come disteso. Quel tenero corpo s'è modificato di continuo, a guisa d'una pianta, e alcune di queste alterazioni sono imputabili all'opera del tempo. Il fanciullo mutava: si faceva grande. Bastava una settimana d'indolenza per intorpidirlo; un pomeriggio di caccia gli rendeva la solidità, lo scatto dell'atleta. Un'ora di sole lo faceva mutare dal colore del gelsomino a quello del miele. Le gambe un po' pesanti del puledro si andavano man mano allungando; la gota perdeva la delicata rotondità infantile, s'incavava leggermente sotto lo zigomo sporgente; il torace gonfio d'aria del giovane corridore allo stadio lungo assumeva le curve lisce e polite d'un seno di Baccante. Il broncio delle labbra s'impregnava d'un'amarezza ardente, d'una sazietà triste. In verità, quel volto mutava, come se ogni notte e ogni giorno io lo avessi scolpito.

Quando mi volgo indietro a quegli anni, mi sembra di ritrovare l'Età dell'Oro. Tutto era facile: le fatiche d'altri tempi erano compensate da una facilità quasi sovrumana. Viaggiare era un gioco, un piacere controllato, noto, e abilmente praticato. Il lavoro incessante non era che un altro modo di godere. La mia vita, in cui tutto è arrivato tardi - il potere, la felicità -, assumeva lo splendore del meriggio, la radiosità solare delle ore di siesta, quando tutto è soffuso di un'atmosfera dorata, gli oggetti della nostra camera e il corpo disteso al nostro fianco. La passione appagata ha la sua innocenza, fragile quasi quanto ogni altra: il resto della bellezza umana declinava al rango di spettacolo, cessava d'esser quella selvaggina di cui ero stato il cacciatore. Quell'avventura iniziata in modo banale arricchiva la mia vita, ma la rendeva, d'altro canto, più semplice: l'avvenire contava poco; cessavo d'interrogare gli oracoli; le stelle non furono più, d'allora in poi, che disegni mirabili sulla volta del cielo. Non avevo osservato mai con altrettanto rapimento il pallore dell'alba sull'orizzonte delle isole, la frescura delle grotte consacrate alle Ninfe, abitate da uccelli migratori, il lento volo delle quaglie al crepuscolo. Mi diedi a rileggere i poeti: alcuni mi sembrarono migliori, la maggior parte peggiori di prima. Scrissi versi che mi parvero meno mediocri del solito.

Vi fu il mare d'alberi: le foreste di sughero e le pinete della Bitinia; il padiglione di caccia dalle aperte gallerie nelle quali il giovinetto, ripreso dall'indolenza del suo paese natio, disseminava a caso le frecce, la daga, la cintura dorata, si rotolava con i cani sui divani di cuoio. Le pianure avevano trattenuto la calura della lunga estate; un vapore umido fumigava dalle praterie lungo le rive del Sangario, dove galoppavano branchi di cavalli bradi; allo spuntar del giorno, scendevamo a bagnarci sulle sponde del fiume, sfiorando lungo il cammino le erbe alte imperlate di rugiada notturna, sotto un cielo da cui pendeva la sottile falce di luna che serve di emblema alla Bitinia. Quel paese fu colmato di favori: assunse persino il mio nome.

L'inverno piombò su di noi a Sinope; con un freddo degno della Scizia, inaugurai le opere d'ampliamento del porto, intraprese dai marinai della flotta ai miei ordini. Sulla strada di Bisanzio, a ogni villaggio i notabili avevano fatto accendere fuochi immensi, e le mie guardie vi si riscaldavano. La traversata del Bosforo sotto una bufera di neve fu bellissima; poi, le cavalcate nella foresta tracia, il vento pungente che si ingolfava nelle pieghe dei mantelli, il crepitio innumerevole della pioggia sulle foglie e sul tetto della tenda, la sosta al campo dei muratori dove sarebbe sorta Adrianopoli, le ovazioni dei veterani delle guerre daciche, la terra molle dalla quale ben presto sarebbero sorte e torri e mura. A primavera una visita alle guarnigioni del Danubio mi ricondusse in quella borgata prospera che oggi è Sarmizegetusa; il fanciullo di Bitinia recava al polso un bracciale del re Decebalo. Il ritorno in Grecia lo compimmo dal nord: mi attardai qualche giorno nella valle del Tempe, tutta percorsa da acque vive; ci venne incontro la bionda Eubea, poi l'Attica dal colore del vino rosato; Atene la sfiorammo appena; a Eleusi, durante le mie iniziazioni ai Misteri, trascorsi tre giorni e tre notti confuso tra la folla dei pellegrini che s'iniziavano anch'essi durante quella stessa festa: la sola precauzione fu di proibire agli uomini di portare il coltello.

Condussi Antinoo nell'Arcadia dei suoi avi; le foreste vi restavano impenetrabili come ai tempi in cui vi avevano abitato quegli antichi cacciatori di lupi. A volte, con un colpo di frusta, un cavallerizzo fugava una vipera; sulle cime sassose, il sole era rovente come nel pieno dell'estate; il giovinetto, addossato alla roccia, sonnecchiava, la testa reclinata sul petto, i capelli sfiorati dalla brezza, simile a un Endimione del giorno. Una lepre, che il mio cacciatore giovinetto aveva addomesticata con infinita pazienza, fu sbranata dai cani: fu l'unico dispiacere di quei giorni senza nubi. La popolazione di Mantinea scoprì antichi vincoli di parentela con quella famiglia di coloni bitini, sconosciuti fino a quel giorno: la città, nella quale in seguito il fanciullo ebbe i suoi templi, fu arricchita e abbellita da me. L'antichissimo santuario di Nettuno ormai, caduto in rovina, era così venerato che se ne vietava l'accesso a chiunque: dietro quelle porte perennemente sprangate si perpetuavano misteri più antichi forse della stessa razza umana. Edificai lì un nuovo tempio, assai più vasto, e l'edificio antico è racchiuso ormai all'interno di esso come il nocciolo nel cuore d'un frutto. Lungo le strade, non lontano da Mantinea, feci restaurare la tomba dove Epaminonda, ucciso in combattimento, riposa accanto a un giovane compagno colpito al suo fianco: vi fu innalzata a mia cura una colonna, sulla quale venne inciso un poema, per commemorare quel ricordo d'un tempo in cui tutto, visto a distanza, sembra sia stato nobile e semplice: la tenerezza, la gloria, la morte. In Acaia, i giochi istmici furono celebrati con uno splendore che non si era più visto dai tempi antichi; ripristinando le grandi feste elleniche, speravo di rifare della Grecia una unità viva. La caccia ci condusse nella valle d'Elicona, dorata dalle porpore estreme dell'autunno; sostammo in riva alla sorgente di Narciso, presso il santuario dell'Amore: la spoglia d'una giovane orsa, un trofeo sospeso con chiodi d'oro alla parete del tempio, fu offerta a quel dio, il più saggio di tutti.

La barca, che il mercante Erasto di Efeso mi cedeva per navigare nell'arcipelago, gettò l'ancora nella baia di Falero: mi stabilii ad Atene come un uomo che torna a casa sua. Osai metter mano a quella bellezza, tentai di rendere perfetta quella città ammirevole. Dopo una lunga decadenza, Atene si ripopolava nuovamente, e ricominciava a crescere dopo un lungo periodo di declino: ne raddoppiai l'estensione; mi prefiguravo un'Atene rinnovata, lungo l'Ilisso, la città di Adriano al fianco di quella di Teseo. Tutto era da riordinare, da ricostruire. Sei secoli innanzi era stato abbandonato, appena iniziato, il grande tempio consacrato a Giove Olimpico. I miei operai si misero al lavoro: Atene conobbe di nuovo l'attività gioiosa che non aveva assaporata più dai tempi di Pericle. Condussi a termine ciò che un Seleucide aveva tentato invano di compiere; riparai le rapine del nostro Silla. L'ispezione dei lavori richiese un via vai quotidiano in un dedalo di macchine, di carrucole sapienti, di fusti semieretti, di blocchi candidi ammucchiati negligentemente sotto un cielo turchino. Vi ritrovavo un poco l'atmosfera, l'eccitazione dei cantieri navali; un bastimento in disarmo tornava in servizio per l'avvenire. La sera, l'architettura cedeva il posto alla musica, edificio invisibile. Potrei dire d'aver praticato tutte le arti, ma quella dei suoni è l'unica in cui mi sia esercitato costantemente, e nella quale possa vantare una certa abilità. A Roma, dissimulavo questa mia passione: ad Atene, potevo abbandonarmi a essa, se pure con discrezione. Nella corte, dove sorgeva un cipresso, si radunavano i musici, ai piedi d'una statua di Ermes. Erano sei o sette soltanto: un'orchestra di flauti e di lire, alla quale a volte si univa un virtuoso armato di cetra. Molto spesso io tenevo il grande flauto traverso. Suonavamo arie antiche, quasi dimenticate, e melodie nuove, composte per me. Amavo l'austerità virile della musica dorica, ma non detestavo affatto le melodie voluttuose o appassionate, patetiche o sapienti, sdegnate come perturbatrici dei sensi e del cuore dalle persone gravi, la cui virtù consiste nel paventare ogni cosa. Tra le corde, scorgevo il profilo del mio giovane compagno, tutto intento a far la sua parte nel complesso, e il moto attento delle sue dita lungo le corde tese.

Quell'inverno delizioso fu ricco di contatti amichevoli: il ricchissimo Attico, la banca del quale finanziava i miei lavori edilizi, non senza congruo profitto, m'invitò nei suoi giardini di Chefissia, dove viveva circondato da una corte di poeti estemporanei e di scrittori alla moda; suo figlio, il giovane Erode, era un conversatore avvincente e sottile al tempo stesso, e divenne un commensale indispensabile delle mie cene ad Atene. Aveva largamente superato quella timidezza che l'aveva fatto restare di stucco alla mia presenza, all'epoca in cui gli efebi ateniesi me l'avevano inviato alle frontiere sarmate per rallegrarsi della mia ascesa al trono; ma la sua vanità crescente mi appariva, oggi, piacevolmente patetica. Il retore Polemone, il grand'uomo di Laodicea, che rivaleggiava con Erode in eloquenza, e soprattutto in ricchezza, m'incantò con quel suo stile asiatico, ampio e mosso come le onde d'un Pactole: quell'uomo, abile nell'accostare le parole, viveva come parlava, con fasto. Ma il più prezioso dei miei incontri fu quello con Arriano di Nicomedia, il mio migliore amico. Di dodici anni circa più giovane di me, aveva già iniziato quella brillante carriera politica e militare nella quale continua a farsi onore e a servire lo Stato. La sua esperienza, la sua conoscenza dei cavalli, dei cani, di tutti gli esercizi del corpo, lo mettevano infinitamente al di sopra dei semplici frasaioli. Da giovane, era stato travolto da una di quelle singolari passioni dello spirito, senza le quali forse non può esserci vera saggezza, né autentica grandezza: due anni della sua vita li aveva trascorsi a Nicopoli, in Epiro, nella stanzetta fredda e spoglia dove Epitteto agonizzava: s'era imposto il compito di raccogliere e trascrivere, parola per parola, gli ultimi aforismi del vecchio filosofo infermo. Quel periodo d'entusiasmo aveva lasciata la sua impronta su di lui: ne serbava un mirabile rigore morale, una specie di candida austerità. Praticava in segreto astinenze che nessuno avrebbe sospettato. Ma il prolungato tirocinio della disciplina stoica non l'aveva irrigidito in un atteggiamento da saggio di maniera: era troppo intelligente per non accorgersi che agli eccessi di virtù accade quel che avviene a quelli dell'amore, e cioè che il loro merito consiste precisamente nella loro eccezionalità, nel loro carattere di eccellenza unica, di magnifica follia. La serena intelligenza, la perfetta probità di Senofonte ormai costituivano il suo modello. Scriveva la storia del suo paese, la Bitinia. Avevo posto sotto la mia giurisdizione personale quella provincia, per lungo tempo male amministrata dai proconsoli; mi offrì i suoi consigli nei miei piani di riforme. Assiduo lettore dei dialoghi socratici, nulla ignorava dei tesori di eroismo, di devozione, di saggezza a volte, onde la Grecia ha saputo nobilitare l'amicizia e mostrava una tenera deferenza verso il mio giovane favorito. Bitini entrambi, parlavano quel dolce dialetto jonico, dalle desinenze quasi omeriche, che in seguito persuasi Arriano a usare nelle sue opere.

In quell'epoca, Atene aveva il suo filosofo della vita sobria: in una capanna di Colono, Demonace conduceva un'esistenza esemplare e serena. Non era Socrate: non ne aveva né l'acume né l'ardore, ma mi era cara la sua bonaria ironia. L'attore comico Aristomene, che interpretava con brio le vecchie commedie attiche, fu un altro di quegli amici dal cuore semplice. Lo chiamavo la mia pernice greca: basso, tarchiato, allegro come i bambini o gli uccelli, ne sapeva più di chiunque altro a proposito di riti, di poesia e ricette di cucina d'altri tempi. Mi divertì, mi istruì a lungo. Fu in quel periodo che Antinoo suscitò l'affetto del filosofo Cabria, un seguace di Platone intriso d'orfismo, l'uomo più innocente del mondo, il quale consacrò al fanciullo una fedeltà da cane da guardia, e più tardi la riversò su di me. Undici anni di vita alla mia corte non l'hanno ancora mutato; è sempre lo stesso: candido, devoto, castamente assorto nei sogni, cieco agli intrighi e sordo alle chiacchiere. A volte mi tedia, ma non me ne separerò che alla mia morte.

I miei rapporti con il filosofo stoico Eufrate furono di minor durata. Dopo brillanti successi a Roma, s'era ritirato ad Atene; lo assunsi come lettore, ma le sofferenze che da un pezzo gli provocava un ascesso al fegato, e l'indebolimento che ne seguiva, lo persuasero che la vita non gli offriva più nulla che valesse la pena di vivere. Mi chiese il permesso di lasciare il mio servizio col suicidio. Non sono stato mai contrario all'uscita di scena volontaria; ci avevo pensato anch'io come a una fine possibile al momento della crisi che precedette la morte di Traiano. A quel tempo, il problema del suicidio, che in seguito doveva ossessionarmi, mi appariva facile da risolvere. Eufrate, in ogni caso, ottenne l'autorizzazione che implorava; gliela feci portare dal mio fanciullo, forse perché io stesso avrei gradito ricevere dalle mani d'un simile messaggero quel responso finale. Quella sera, il nostro filosofo si presentò a palazzo per una conversazione che non differiva in nulla dalle precedenti; si uccise l'indomani. Parlammo più volte di questo incidente; il fanciullo ne rimase contristato per qualche giorno. Quello splendido essere sensuale guardava la morte con orrore; non mi accorgevo che ci pensava già molto. Quanto a me, stentavo a comprendere che si lasciasse volontariamente un mondo che mi appariva tanto bello; che non si esaurisse fino in fondo, a onta di tutti i mali, l'estrema possibilità di pensiero, di contatti, di spettacolo persino. Ma ho cambiato idea, in seguito.

Le date mi si confondono: la mia memoria compone un affresco solo, dove si affastellano incidenti e viaggi di svariate stagioni. La barca lussuosamente arredata del mercante Erasto di Efeso volse la prua verso l'Oriente, poi verso il Sud, finalmente verso quest'Italia che diventava l'Occidente per me. Rodi fu toccata due volte; Delo, accecante di candore, la visitai una prima volta in un mattino d'aprile, poi sotto la luna piena del solstizio; il cattivo tempo sulla costa dell'Epiro mi consentì di prolungare una visita a Dodona. In Sicilia, ci attardammo qualche giorno a Siracusa per esplorarvi il mistero delle sorgenti: Aretusa, Cyané, le belle ninfe azzurre. Dedicai un pensiero a Licinio Sura, il quale un tempo aveva consacrato i suoi ozi di statista a studiare il mistero delle acque. Avevo sentito parlare delle iridescenze stupende dell'aurora sul Mare Jonio, quando la si contempla dalla vetta dell'Etna. Stabilii di intraprendere l'ascensione di quella montagna; passammo dalla regione delle vigne a quella della lava, poi della neve. Il fanciullo dalle gambe di danzatore correva su quelle ripide chine; i sapienti che mi accompagnavano salirono a dorso di muli. Sulla cima, era stato costruito un rifugio ove poter attendere l'alba. Questa alfine spuntò: un'immensa sciarpa d'Iride si distese da un orizzonte all'altro; strani fuochi brillarono sui ghiacci della vetta; la vastità terrestre e marina si dischiuse al nostro sguardo sino all'Africa, visibile, e alla Grecia che s'indovinava. Fu uno dei momenti supremi della mia vita. Non vi mancò nulla, né la frangia dorata d'una nube, né le aquile, né il coppiere dell'immortalità.

Stagioni d'Alcione, solstizio dei miei giorni... Lungi dall'accrescere nel ricordo la felicità trascorsa, devo lottare per non sbiadire la sua immagine; persino il suo ricordo, oggi, è troppo forte per me. Più sincero della maggior parte degli uomini, confesso senza reticenza le cause segrete di questa felicità: quella calma, tanto propizia alle opere e alle discipline dello spirito, mi sembra uno degli effetti più belli dell'amore. E mi sorprende che queste gioie così precarie, così raramente perfette nel corso d'una vita umana - quale che sia, del resto, l'aspetto sotto il quale noi le abbiamo cercate o ricevute - vengano guardate con tanta diffidenza da presunti saggi, i quali ne paventano l'assuefazione o l'eccesso anziché temerne la privazione o la perdita; sì che trascorrono a soggiogare i propri sensi quel tempo che impiegherebbero assai più utilmente ad abbellire la propria anima. In quell'epoca, nel consolidare la mia felicità, nell'assaporarla, nel valutarla persino, ponevo l'attenzione costante che ho sempre prestata ai particolari più futili delle mie azioni; e che cos'è la stessa voluttà se non un momento di attenzione appassionata del corpo? Qualsiasi felicità è un capolavoro: il minimo errore la falsa, la minima esitazione la incrina, la minima grossolanità la deturpa, la minima insulsaggine la degrada. Alla mia non può imputarsi alcuna di quelle imprudenze che più tardi l'hanno infranta: sino a che ho agito nella direzione ch'essa m'indicava, sono stato saggio. Ritengo tuttora che a un uomo più saggio di me sarebbe stato possibile essere felice fino alla morte.

Qualche tempo più tardi, nella Frigia, sui confini dove la Grecia e l'Asia si confondono, ho avuto l'immagine più lucida e completa di quella felicità. Eravamo accampati in una località deserta e selvaggia, dov'è la tomba di Alcibiade, il quale morì laggiù, vittima delle macchinazioni dei satrapi. Avevo fatto collocare su quel sepolcro abbandonato da secoli una statua di marmo pario, l'effige di quell'uomo, che fu tra quelli che la Grecia ha amato di più. Avevo ordinato altresì che ogni anno vi si celebrassero riti commemorativi: gli abitanti del villaggio vicino s'erano aggregati alle persone del mio seguito per la prima di quelle cerimonie; fu sacrificato un torello, e una parte della sua carne fu riservata per il festino della sera. Fu improvvisata una corsa di cavalli nella pianura, si ebbero danze alle quali il fanciullo di Bitinia prese parte con grazia impetuosa; più tardi, quando fu spento l'ultimo fuoco, gettò indietro la sua bella gola e cantò. Mi piace stendermi al fianco dei morti per misurarmi con loro: quella sera, paragonai la mia vita a quella di quel gaudente già prossimo alla vecchiaia, che era caduto in quel luogo, trafitto dalle frecce, difeso strenuamente da un amico giovinetto, e pianto da una cortigiana ateniese. La mia giovinezza non aveva preteso il prestigio di quella di Alcibiade: ma la mia varietà eguagliava o sorpassava la sua. Avevo goduto quanto lui, avevo meditato più intensamente, avevo lavorato molto di più; possedevo, come lui, la fortuna singolare d'essere amato. Alcibiade ha sedotto tutti, persino la Storia; tuttavia, lasciò dietro di sé cumuli di morti ateniesi abbandonati nelle cave siracusane, una patria vacillante, le divinità dei crocevia scioccamente mutilate dalle sue mani. Io avevo governato un mondo infinitamente più vasto di quello nel quale l'ateniese era vissuto; vi avevo mantenuto la pace; l'avevo attrezzato come una bella imbarcazione ben munita per un viaggio che durerà molti secoli; avevo lottato in ogni modo per secondare il senso del divino nell'uomo, senza tuttavia sacrificare a esso l'umano. La mia felicità era il mio compenso.


4. SAECULUM AUREUM (1) 4. SAECULUM AUREUM (1)

L'estate successiva al mio incontro con Osroe, la trascorsi in Asia Minore: sostai nella Bitinia per sorvegliare di persona il taglio delle foreste di Stato. The summer following my meeting with Osroe, I spent it in Asia Minor: I stopped in Bithynia to personally supervise the cutting of the state forests. A Nicomedia, città luminosa, civile, raffinata, presi alloggio in casa del procuratore della provincia, Cneo Pompeo Proculo, nell'antica residenza del re Nicomede, ancora impregnata dei ricordi voluttuosi di Giulio Cesare giovane. In Nicomedia, a bright, civilized, refined city, I took lodging in the house of the procurator of the province, Cnaeus Pompeius Proculus, in the ancient residence of King Nicomedes, still imbued with the voluptuous memories of young Julius Caesar. La brezza della Propontide ventilava quelle sale fresche e buie. The Propontide breeze breezed those cool, dark halls. Proculo, un uomo di gusto, organizzò qualche riunione letteraria in mio onore: sofisti di passaggio, gruppi di studenti e di letterati si riunirono nei suoi giardini, in riva a una sorgente dedicata al dio Pan. Proculus, a man of taste, organized some literary meetings in my honor: passing sophists, groups of students and writers gathered in his gardens, on the banks of a spring dedicated to the god Pan. Di tanto in tanto, un servo vi immergeva una grande anfora di argilla porosa; e i versi più limpidi sembravano opachi a paragone di quell'acqua pura. From time to time, a servant would dip a large amphora of porous clay into it; and the clearest verses seemed dull in comparison with that pure water.

Una sera, si dette lettura d'un lavoro piuttosto astruso di Lycofrone, che mi è caro, peraltro, per le folli combinazioni di armonie, di allusioni e di immagini, quel suo sistema complesso di riflessi e di echi. One evening, a rather abstruse work by Lycofrone was read, which is dear to me, moreover, for the crazy combinations of harmonies, allusions and images, its complex system of reflections and echoes. Un giovinetto in disparte ascoltava quelle strofe ardue con un'attenzione pensosa e distratta al tempo stesso, e io pensai subito a un pastore nel cuore della foresta, vagamente in ascolto del grido misterioso d'un uccello. A young man on the sidelines listened to those arduous stanzas with a thoughtful and distracted attention at the same time, and I immediately thought of a shepherd in the heart of the forest, vaguely listening to the mysterious cry of a bird. Non aveva né tavolette né stilo, con sé. He had no tablet or stylus with him. Seduto sui bordi della vasca, sfiorava quella bella superficie levigata con le dita. Sitting on the edge of the tub, he brushed that beautiful smooth surface with his fingers. Seppi che suo padre aveva occupato una modesta carica nell'amministrazione dei vasti domini imperiali; affidato giovanissimo alle cure d'un suo avo, lo scolaretto era stato inviato presso un ospite dei suoi genitori, ch'era armatore a Nicomedia, e che a quella povera famiglia appariva ricco. I learned that his father had occupied a modest post in the administration of the vast imperial domains; entrusted to the care of one of his ancestors at a very young age, the schoolboy had been sent to a guest of his parents, who was a shipowner in Nicomedia, and who seemed rich to that poor family.

Quando gli altri si furono allontanati, lo trattenni. When the others had gone, I held him back. Era poco istruito, ignaro quasi di tutto, ma riflessivo, ingenuo. He was uneducated, oblivious to almost everything, but thoughtful, naive. Conoscevo Claudiopoli, la sua città natale: riuscii a farlo parlare della sua casa, al limitare delle grandi foreste di pini che forniscono l'albero maestro alle nostre navi, del tempio di Attys situato sulla collina, di quelle musiche stridenti che gli erano care, dei bei cavalli del suo paese, delle strane sue divinità. I knew Claudiapolis, his hometown: I was able to get him to talk about his home, on the edge of the great pine forests that provide the mast for our ships, the temple of Attys located on the hill, those screeching musics that were dear to him, the beautiful horses of his country, his strange deities. Quella voce lievemente velata s'esprimeva in greco con accento asiatico. That slightly veiled voice spoke in Greek with an Asian accent. Improvvisamente, nel sentirsi ascoltato, o fors'anche osservato, il ragazzo si confuse, arrossì, ricadde in uno di quei silenzi ostinati ai quali mi abituai ben presto. Suddenly, in feeling heard, or perhaps even observed, the boy became confused, blushed, fell back into one of those stubborn silences to which I soon got used to. Si abbozzò, comunque, un'intimità. An intimacy was sketched, however. In seguito, mi accompagnò in tutti i miei viaggi; e cominciarono per me alcuni anni favolosi. Thereafter, he accompanied me on all my travels; and some fabulous years began for me.

Antinoo era greco: sono risalito, nelle memorie di quella famiglia antica e oscura, sino all'epoca dei primi coloni arcadi sulle sponde della Propontide. Antinous was a Greek: I traced back, in the memories of that ancient and obscure family, to the time of the first Archadian settlers on the shores of the Propontis. Ma l'Asia aveva prodotto su quel sangue un po' acre l'effetto della goccia di miele che rende torbido e aromatico un vino puro. But Asia had produced on that somewhat acrid blood the effect of the drop of honey which makes a pure wine turbid and aromatic. Ritrovavo in lui le superstizioni d'un discepolo d'Apollonio, il culto monarchico d'un suddito orientale del Gran Re. I found in him the superstitions of a disciple of Apollonius, the monarchical cult of an oriental subject of the Great King. La sua presenza era straordinariamente silenziosa: m'ha seguito come un animale, o come un genio familiare. His presence was remarkably silent: he followed me like an animal, or like a familiar genie. Aveva le infinite capacità di allegria e d'indolenza d'un cucciolo, la selvatichezza, la fiducia. He had the infinite capacities of cheerfulness and indolence of a puppy, wildness, confidence. Quel bel levriero, ansioso di carezze e di ordini, si distese sulla mia vita. That beautiful greyhound, eager for caresses and commands, stretched out on my waist. Ammiravo quell'indifferenza quasi altera verso tutto ciò che non costituiva il suo piacere o il suo culto: essa suppliva in lui al disinteresse, allo scrupolo, a tutte le virtù volute, austere. I admired that almost haughty indifference to everything that did not constitute his pleasure or worship: it made up in him for disinterestedness, for scruple, for all the intentional, austere virtues. Mi stupiva quella sua aspra dolcezza; quella devozione torva, che impegnava l'essere intero. I was amazed by that harsh sweetness of hers; that grim devotion, which engaged the whole being. E, tuttavia, quella sottomissione non era cieca: quelle palpebre tante volte abbassate nell'acquiescenza o nel sogno, si levavano; gli occhi più attenti del mondo mi scrutavano in viso; mi sentivo giudicato. And, yet, that submission was not blind: those eyelids so many times lowered in acquiescence or dreaming, rose; the world's most watchful eyes searched my face; I felt judged. Ma lo ero, come lo è un dio da un suo fedele: le mie asprezze, i miei attacchi di diffidenza (ne ebbi, più tardi) erano pazientemente, gravemente accettati. But I was, as a god is to his faithful: my harshness, my bouts of distrust (I had, later) were patiently, gravely accepted. Sono stato padrone assoluto una volta sola, e di un solo essere. I was absolute master only once, and of only one being.

**Se non ho detto ancora nulla d'una bellezza così evidente, non bisogna credere che l'abbia fatto per una sorta di reticenza, il silenzio d'un uomo avvinto in modo troppo totale. If I have not yet said anything about such an obvious beauty, one must not believe that I have done so out of a kind of reticence, the silence of a man gripped too completely. Ma i volti che noi cerchiamo disperatamente ci sfuggono: è sempre solo un istante... Ritrovo una testa reclina sotto una capigliatura disfatta dal sonno, degli occhi che le palpebre allungate facevano parere obliqui, un giovane viso, come disteso. But the faces we so desperately seek elude us: it is always only an instant.... I find a recumbent head under a hair undone by sleep, eyes that elongated eyelids made seem oblique, a young face, as if stretched out. Quel tenero corpo s'è modificato di continuo, a guisa d'una pianta, e alcune di queste alterazioni sono imputabili all'opera del tempo. That tender body has modified itself continuously, like a plant, and some of these alterations can be attributed to the work of time. Il fanciullo mutava: si faceva grande. The child mutated: he grew up. Bastava una settimana d'indolenza per intorpidirlo; un pomeriggio di caccia gli rendeva la solidità, lo scatto dell'atleta. A week of indolence was enough to numb him; an afternoon of hunting gave him the solidity, the snap of the athlete. Un'ora di sole lo faceva mutare dal colore del gelsomino a quello del miele. One hour of sunshine made it change from the color of jasmine to honey. Le gambe un po' pesanti del puledro si andavano man mano allungando; la gota perdeva la delicata rotondità infantile, s'incavava leggermente sotto lo zigomo sporgente; il torace gonfio d'aria del giovane corridore allo stadio lungo assumeva le curve lisce e polite d'un seno di Baccante. The foal's somewhat heavy legs were gradually lengthening; the cheekbone lost its delicate childlike roundness, hollowing slightly under the protruding cheekbone; the young long-stage runner's air-swollen chest took on the smooth, polished curves of a Bacchante's breast. Il broncio delle labbra s'impregnava d'un'amarezza ardente, d'una sazietà triste. The pout of his lips was imbued with a burning bitterness, a sad satiety. In verità, quel volto mutava, come se ogni notte e ogni giorno io lo avessi scolpito. In truth, that face changed, as if every night and every day I had sculpted it. **

Quando mi volgo indietro a quegli anni, mi sembra di ritrovare l'Età dell'Oro. When I look back on those years, I feel like I'm catching up with the Golden Age. Tutto era facile: le fatiche d'altri tempi erano compensate da una facilità quasi sovrumana. Everything was easy: the labors of yesteryear were offset by an almost superhuman ease. Viaggiare era un gioco, un piacere controllato, noto, e abilmente praticato. Traveling was a game, a controlled, known, and skillfully practiced pleasure. Il lavoro incessante non era che un altro modo di godere. Incessant work was but another way to enjoy. La mia vita, in cui tutto è arrivato tardi - il potere, la felicità -, assumeva lo splendore del meriggio, la radiosità solare delle ore di siesta, quando tutto è soffuso di un'atmosfera dorata, gli oggetti della nostra camera e il corpo disteso al nostro fianco. My life, in which everything came late -- power, happiness -- took on the splendor of the noontide, the sunny radiance of the siesta hours, when everything is suffused with a golden atmosphere, the objects in our room and the body lying by our side. La passione appagata ha la sua innocenza, fragile quasi quanto ogni altra: il resto della bellezza umana declinava al rango di spettacolo, cessava d'esser quella selvaggina di cui ero stato il cacciatore. Satisfied passion has its innocence, almost as fragile as any other: the rest of human beauty declined to the rank of spectacle, ceased to be that game of which I had been the hunter. Quell'avventura iniziata in modo banale arricchiva la mia vita, ma la rendeva, d'altro canto, più semplice: l'avvenire contava poco; cessavo d'interrogare gli oracoli; le stelle non furono più, d'allora in poi, che disegni mirabili sulla volta del cielo. That adventure which began in a banal way enriched my life, but made it, on the other hand, simpler: the future mattered little; I ceased to question the oracles; the stars from then on were no more than admirable designs on the vault of the sky. Non avevo osservato mai con altrettanto rapimento il pallore dell'alba sull'orizzonte delle isole, la frescura delle grotte consacrate alle Ninfe, abitate da uccelli migratori, il lento volo delle quaglie al crepuscolo. I had never observed with such rapture the pallor of dawn on the horizon of the islands, the coolness of the caves consecrated to the Nymphs, inhabited by migratory birds, the slow flight of quail at dusk. Mi diedi a rileggere i poeti: alcuni mi sembrarono migliori, la maggior parte peggiori di prima. I gave myself to rereading the poets: some seemed better, most worse than before. Scrissi versi che mi parvero meno mediocri del solito. I wrote verses that seemed less mediocre than usual.

**Vi fu il mare d'alberi: le foreste di sughero e le pinete della Bitinia; il padiglione di caccia dalle aperte gallerie nelle quali il giovinetto, ripreso dall'indolenza del suo paese natio, disseminava a caso le frecce, la daga, la cintura dorata, si rotolava con i cani sui divani di cuoio. ** There was the sea of trees: the cork forests and the pine forests of Bithynia; the hunting lodge with open galleries in which the young man, recovered from the indolence of his native country, randomly scattered arrows, dagger, golden belt, rolled with the dogs on the leather sofas. Le pianure avevano trattenuto la calura della lunga estate; un vapore umido fumigava dalle praterie lungo le rive del Sangario, dove galoppavano branchi di cavalli bradi; allo spuntar del giorno, scendevamo a bagnarci sulle sponde del fiume, sfiorando lungo il cammino le erbe alte imperlate di rugiada notturna, sotto un cielo da cui pendeva la sottile falce di luna che serve di emblema alla Bitinia. The plains had held back the heat of the long summer; wet steam fumigated from the prairies along the banks of the Sangario, where herds of wild horses galloped; at daybreak, we went down to bathe on the banks of the river, grazing along the way the tall grasses beaded with night dew, under a sky from which hung the thin crescent moon that serves as an emblem of Bithynia. Quel paese fu colmato di favori: assunse persino il mio nome. That country was filled with favors: it even took my name.

L'inverno piombò su di noi a Sinope; con un freddo degno della Scizia, inaugurai le opere d'ampliamento del porto, intraprese dai marinai della flotta ai miei ordini. Winter descended on us in Sinope; with a chill worthy of Scythia, I inaugurated the harbor expansion works undertaken by the sailors of the fleet under my orders. Sulla strada di Bisanzio, a ogni villaggio i notabili avevano fatto accendere fuochi immensi, e le mie guardie vi si riscaldavano. On the road to Byzantium, in each village the notables had made immense fires lit, and my guards were warming themselves there. La traversata del Bosforo sotto una bufera di neve fu bellissima; poi, le cavalcate nella foresta tracia, il vento pungente che si ingolfava nelle pieghe dei mantelli, il crepitio innumerevole della pioggia sulle foglie e sul tetto della tenda, la sosta al campo dei muratori dove sarebbe sorta Adrianopoli, le ovazioni dei veterani delle guerre daciche, la terra molle dalla quale ben presto sarebbero sorte e torri e mura. The crossing of the Bosphorus under a blizzard was beautiful; then, the rides in the Thracian forest, the biting wind that engulfed the folds of the cloaks, the countless crackle of the rain on the leaves and on the roof of the tent, the stop at the masons' camp where Adrianople would have risen, the ovations of the veterans of the Dacian wars , the soft earth from which towers and walls would soon rise. A primavera una visita alle guarnigioni del Danubio mi ricondusse in quella borgata prospera che oggi è Sarmizegetusa; il fanciullo di Bitinia recava al polso un bracciale del re Decebalo. In the spring a visit to the Danube garrisons led me back to that prosperous township that is now Sarmizegetusa; the boy from Bithynia wore an armband of King Decebalus on his wrist. Il ritorno in Grecia lo compimmo dal nord: mi attardai qualche giorno nella valle del Tempe, tutta percorsa da acque vive; ci venne incontro la bionda Eubea, poi l'Attica dal colore del vino rosato; Atene la sfiorammo appena; a Eleusi, durante le mie iniziazioni ai Misteri, trascorsi tre giorni e tre notti confuso tra la folla dei pellegrini che s'iniziavano anch'essi durante quella stessa festa: la sola precauzione fu di proibire agli uomini di portare il coltello. The return to Greece we made from the north: I lingered a few days in the valley of Tempe, all traversed by living waters; we were met by blond Euboea, then Attica with the color of rosy wine; Athens we barely touched; at Eleusis, during my initiations into the Mysteries, I spent three days and three nights confused among the crowd of pilgrims who were also being initiated during that same festival: the only precaution was to forbid the men to carry knives. **

Condussi Antinoo nell'Arcadia dei suoi avi; le foreste vi restavano impenetrabili come ai tempi in cui vi avevano abitato quegli antichi cacciatori di lupi. I took Antinous to his ancestors' Arcadia; the forests remained as impenetrable there as in the days when those ancient wolf hunters had lived there. A volte, con un colpo di frusta, un cavallerizzo fugava una vipera; sulle cime sassose, il sole era rovente come nel pieno dell'estate; il giovinetto, addossato alla roccia, sonnecchiava, la testa reclinata sul petto, i capelli sfiorati dalla brezza, simile a un Endimione del giorno. Sometimes, with a flick of the whip, a horseman would flee a viper; on the stony peaks, the sun was scorching as in the height of summer; the young man, leaning against the rock, would doze, his head reclined on his chest, his hair brushed by the breeze, resembling an Endymion of the day. Una lepre, che il mio cacciatore giovinetto aveva addomesticata con infinita pazienza, fu sbranata dai cani: fu l'unico dispiacere di quei giorni senza nubi. A hare, which my youthful hunter had tamed with infinite patience, was mauled by dogs: it was the only sorrow of those cloudless days. Una liebre, que mi joven cazador había domado con infinita paciencia, fue despedazada por los perros: fue el único disgusto de aquellos días despejados. ** La popolazione di Mantinea scoprì antichi vincoli di parentela con quella famiglia di coloni bitini, sconosciuti fino a quel giorno: la città, nella quale in seguito il fanciullo ebbe i suoi templi, fu arricchita e abbellita da me. ** The population of Mantinea discovered ancient ties of kinship with that family of Bitini settlers, unknown until that day: the city, in which the child later had his temples, was enriched and embellished by me. L'antichissimo santuario di Nettuno ormai, caduto in rovina, era così venerato che se ne vietava l'accesso a chiunque: dietro quelle porte perennemente sprangate si perpetuavano misteri più antichi forse della stessa razza umana. The very ancient shrine of Neptune by now, fallen into ruin, was so revered that access was forbidden to anyone: behind those perpetually barred doors were perpetuated mysteries older perhaps than the human race itself. Edificai lì un nuovo tempio, assai più vasto, e l'edificio antico è racchiuso ormai all'interno di esso come il nocciolo nel cuore d'un frutto. There I built a new temple, much larger, and the ancient building is now enclosed within it like the core in the heart of a fruit. Lungo le strade, non lontano da Mantinea, feci restaurare la tomba dove Epaminonda, ucciso in combattimento, riposa accanto a un giovane compagno colpito al suo fianco: vi fu innalzata a mia cura una colonna, sulla quale venne inciso un poema, per commemorare quel ricordo d'un tempo in cui tutto, visto a distanza, sembra sia stato nobile e semplice: la tenerezza, la gloria, la morte. Along the roads, not far from Mantinea, I had the tomb restored where Epaminondas, killed in combat, rests beside a young comrade shot in his side: a column was erected there at my care, on which a poem was engraved, to commemorate that memory of a time when everything, seen from a distance, seems to have been noble and simple: tenderness, glory, death. In Acaia, i giochi istmici furono celebrati con uno splendore che non si era più visto dai tempi antichi; ripristinando le grandi feste elleniche, speravo di rifare della Grecia una unità viva. In Achaia, the Isthmian games were celebrated with a splendor not seen since ancient times; by restoring the great Hellenic festivals, I hoped to remake Greece a living unit. La caccia ci condusse nella valle d'Elicona, dorata dalle porpore estreme dell'autunno; sostammo in riva alla sorgente di Narciso, presso il santuario dell'Amore: la spoglia d'una giovane orsa, un trofeo sospeso con chiodi d'oro alla parete del tempio, fu offerta a quel dio, il più saggio di tutti. The hunt took us to the valley of Helicon, golden with the extreme purples of autumn; we stopped by the spring of Narcissus, near the sanctuary of Love: the remains of a young bear, a trophy suspended with golden nails from the wall of the temple, was offered to that god, the wisest of all. **

La barca, che il mercante Erasto di Efeso mi cedeva per navigare nell'arcipelago, gettò l'ancora nella baia di Falero: mi stabilii ad Atene come un uomo che torna a casa sua. The boat, which the merchant Erastus of Ephesus ceded to me to sail in the archipelago, dropped anchor in Phalerus Bay: I settled in Athens like a man returning to his home. Osai metter mano a quella bellezza, tentai di rendere perfetta quella città ammirevole. I dared to put my hand to that beauty, tried to make that admirable city perfect. Dopo una lunga decadenza, Atene si ripopolava nuovamente, e ricominciava a crescere dopo un lungo periodo di declino: ne raddoppiai l'estensione; mi prefiguravo un'Atene rinnovata, lungo l'Ilisso, la città di Adriano al fianco di quella di Teseo. After a long decline, Athens was repopulated again, and began to grow again after a long period of decline: I doubled its extension; I envisioned a renewed Athens, along the Ilisso, the city of Hadrian alongside that of Theseus. Tutto era da riordinare, da ricostruire. Everything had to be rearranged, to be rebuilt. Sei secoli innanzi era stato abbandonato, appena iniziato, il grande tempio consacrato a Giove Olimpico. Six centuries earlier, the great temple consecrated to Olympian Jupiter had been abandoned, barely begun. I miei operai si misero al lavoro: Atene conobbe di nuovo l'attività gioiosa che non aveva assaporata più dai tempi di Pericle. My workers went to work; Athens again experienced the joyful activity it had not tasted since the days of Pericles. ** Condussi a termine ciò che un Seleucide aveva tentato invano di compiere; riparai le rapine del nostro Silla. I completed what a Seleucid had tried in vain to accomplish; I repaired the robberies of our Sulla. L'ispezione dei lavori richiese un via vai quotidiano in un dedalo di macchine, di carrucole sapienti, di fusti semieretti, di blocchi candidi ammucchiati negligentemente sotto un cielo turchino. The inspection of the works required a daily comings and goings in a maze of machines, skilful pulleys, semi-erect trunks, white blocks piled carelessly under a blue sky. Vi ritrovavo un poco l'atmosfera, l'eccitazione dei cantieri navali; un bastimento in disarmo tornava in servizio per l'avvenire. I found there a little the atmosphere, the excitement of the shipyards; a decommissioned vessel was returning to service for the future. La sera, l'architettura cedeva il posto alla musica, edificio invisibile. In the evening, architecture gave way to music, invisible building. Potrei dire d'aver praticato tutte le arti, ma quella dei suoni è l'unica in cui mi sia esercitato costantemente, e nella quale possa vantare una certa abilità. I could say that I have practiced all the arts, but that of sound is the only one in which I have practiced consistently, and in which I can claim some skill. A Roma, dissimulavo questa mia passione: ad Atene, potevo abbandonarmi a essa, se pure con discrezione. In Rome, I concealed this passion of mine: in Athens, I could indulge in it, albeit discreetly. Nella corte, dove sorgeva un cipresso, si radunavano i musici, ai piedi d'una statua di Ermes. In the courtyard, where a cypress tree stood, the musicians gathered, at the foot of a statue of Hermes. Erano sei o sette soltanto: un'orchestra di flauti e di lire, alla quale a volte si univa un virtuoso armato di cetra. There were six or seven only: an orchestra of flutes and lyres, which was sometimes joined by a virtuoso armed with a zither. Molto spesso io tenevo il grande flauto traverso. Very often I would hold the big transverse flute. Suonavamo arie antiche, quasi dimenticate, e melodie nuove, composte per me. We played old tunes, almost forgotten, and new tunes, composed for me. Amavo l'austerità virile della musica dorica, ma non detestavo affatto le melodie voluttuose o appassionate, patetiche o sapienti, sdegnate come perturbatrici dei sensi e del cuore dalle persone gravi, la cui virtù consiste nel paventare ogni cosa. I loved the virile austerity of Doric music, but I did not at all hate the voluptuous or passionate, pathetic or wise melodies, disdained as perturbers of the senses and of the heart by serious people whose virtue consists in fearfulness of everything. Tra le corde, scorgevo il profilo del mio giovane compagno, tutto intento a far la sua parte nel complesso, e il moto attento delle sue dita lungo le corde tese. Between the strings, I could see the profile of my young companion, all intent on doing his part on the whole, and the careful movement of his fingers along the taut strings.

Quell'inverno delizioso fu ricco di contatti amichevoli: il ricchissimo Attico, la banca del quale finanziava i miei lavori edilizi, non senza congruo profitto, m'invitò nei suoi giardini di Chefissia, dove viveva circondato da una corte di poeti estemporanei e di scrittori alla moda; suo figlio, il giovane Erode, era un conversatore avvincente e sottile al tempo stesso, e divenne un commensale indispensabile delle mie cene ad Atene. That delightful winter was full of friendly contacts: the very rich Attic, the bank of which he financed my construction works, not without a reasonable profit, invited me to his gardens in Chefissia, where he lived surrounded by a court of impromptu poets and writers. fashionable; his son, the young Herod, was a captivating and subtle conversationalist at the same time, and became an indispensable diner at my dinners in Athens. Aveva largamente superato quella timidezza che l'aveva fatto restare di stucco alla mia presenza, all'epoca in cui gli efebi ateniesi me l'avevano inviato alle frontiere sarmate per rallegrarsi della mia ascesa al trono; ma la sua vanità crescente mi appariva, oggi, piacevolmente patetica. He had largely overcome that shyness that had made him be stunned in my presence, at the time when the Athenian ephebes had sent me to the Sarmatian frontiers to rejoice in my accession to the throne; but his growing vanity seemed pleasantly pathetic to me today. Il retore Polemone, il grand'uomo di Laodicea, che rivaleggiava con Erode in eloquenza, e soprattutto in ricchezza, m'incantò con quel suo stile asiatico, ampio e mosso come le onde d'un Pactole: quell'uomo, abile nell'accostare le parole, viveva come parlava, con fasto. The rhetorician Polemon, the great man of Laodicea, who rivaled Herod in eloquence, and above all in wealth, enchanted me with his Asian style, broad and moved like the waves of a Pactole: that man, skilled in approaching the words, he lived as he spoke, with pomp. Ma il più prezioso dei miei incontri fu quello con Arriano di Nicomedia, il mio migliore amico. But the most valuable of my encounters was with Arrian of Nicomedia, my best friend. Di dodici anni circa più giovane di me, aveva già iniziato quella brillante carriera politica e militare nella quale continua a farsi onore e a servire lo Stato. About twelve years younger than me, he had already begun that brilliant political and military career in which he continues to honor himself and serve the state. La sua esperienza, la sua conoscenza dei cavalli, dei cani, di tutti gli esercizi del corpo, lo mettevano infinitamente al di sopra dei semplici frasaioli. His experience, his knowledge of horses, dogs, of all the exercises of the body, put him infinitely above the simple frasaioli. Da giovane, era stato travolto da una di quelle singolari passioni dello spirito, senza le quali forse non può esserci vera saggezza, né autentica grandezza: due anni della sua vita li aveva trascorsi a Nicopoli, in Epiro, nella stanzetta fredda e spoglia dove Epitteto agonizzava: s'era imposto il compito di raccogliere e trascrivere, parola per parola, gli ultimi aforismi del vecchio filosofo infermo. As a young man, he had been swept away by one of those singular passions of the spirit, without which there can perhaps be no true wisdom, nor authentic greatness: two years of his life he had spent in Nicopolis, in Epirus, in the cold, bare little room where Epictetus was agonizing: he had set himself the task of collecting and transcribing, word for word, the last aphorisms of the old, infirm philosopher. Quel periodo d'entusiasmo aveva lasciata la sua impronta su di lui: ne serbava un mirabile rigore morale, una specie di candida austerità. That period of enthusiasm had left its imprint on him: he retained an admirable moral rigor, a kind of candid austerity. Praticava in segreto astinenze che nessuno avrebbe sospettato. He secretly practiced abstinences that no one would suspect. Ma il prolungato tirocinio della disciplina stoica non l'aveva irrigidito in un atteggiamento da saggio di maniera: era troppo intelligente per non accorgersi che agli eccessi di virtù accade quel che avviene a quelli dell'amore, e cioè che il loro merito consiste precisamente nella loro eccezionalità, nel loro carattere di eccellenza unica, di magnifica follia. But the prolonged apprenticeship in Stoic discipline had not stiffened him into a mannered sage's attitude: he was too intelligent not to realize that to the excesses of virtue happens what happens to those of love, namely, that their merit consists precisely in their exceptionality, in their character of unique excellence, of magnificent folly. La serena intelligenza, la perfetta probità di Senofonte ormai costituivano il suo modello. Xenophon's serene intelligence, perfect probity now constituted his model. Scriveva la storia del suo paese, la Bitinia. He wrote the history of his country, Bithynia. Avevo posto sotto la mia giurisdizione personale quella provincia, per lungo tempo male amministrata dai proconsoli; mi offrì i suoi consigli nei miei piani di riforme. I had placed that province, long mismanaged by proconsuls, under my personal jurisdiction; he offered me his advice in my reform plans. Assiduo lettore dei dialoghi socratici, nulla ignorava dei tesori di eroismo, di devozione, di saggezza a volte, onde la Grecia ha saputo nobilitare l'amicizia e mostrava una tenera deferenza verso il mio giovane favorito. An assiduous reader of the Socratic dialogues, he knew nothing of the treasures of heroism, of devotion, of wisdom at times, whereby Greece knew how to ennoble friendship and showed tender deference to my young favorite. Bitini entrambi, parlavano quel dolce dialetto jonico, dalle desinenze quasi omeriche, che in seguito persuasi Arriano a usare nelle sue opere. Bitini both of them, spoke that sweet Ionian dialect, with almost Homeric endings, which I later persuaded Arrian to use in his works.

In quell'epoca, Atene aveva il suo filosofo della vita sobria: in una capanna di Colono, Demonace conduceva un'esistenza esemplare e serena. At that time, Athens had its own philosopher of sober living: in a hut in Kolonus, Demonace led an exemplary and serene existence. Non era Socrate: non ne aveva né l'acume né l'ardore, ma mi era cara la sua bonaria ironia. It was not Socrates: he had neither the acumen nor the ardor, but his good-natured irony was dear to me. L'attore comico Aristomene, che interpretava con brio le vecchie commedie attiche, fu un altro di quegli amici dal cuore semplice. The comic actor Aristomene, who played the old Attic comedies with panache, was another of those simple-hearted friends. Lo chiamavo la mia pernice greca: basso, tarchiato, allegro come i bambini o gli uccelli, ne sapeva più di chiunque altro a proposito di riti, di poesia e ricette di cucina d'altri tempi. I called him my Greek partridge: short, stocky, cheerful like children or birds, he knew more about rituals, poetry and old-time cooking recipes than anyone else. Yo lo llamaba mi perdiz griega: bajito, fornido, alegre como los niños o los pájaros, sabía más que nadie sobre los ritos, la poesía y las recetas de cocina del pasado. Mi divertì, mi istruì a lungo. He entertained me, educated me for a long time. Fu in quel periodo che Antinoo suscitò l'affetto del filosofo Cabria, un seguace di Platone intriso d'orfismo, l'uomo più innocente del mondo, il quale consacrò al fanciullo una fedeltà da cane da guardia, e più tardi la riversò su di me. It was at that time that Antinous aroused the affection of the philosopher Cabria, a follower of Plato imbued with orphism, the most innocent man in the world, who consecrated a watchdog loyalty to the child, and later poured it out on himself. myself. Undici anni di vita alla mia corte non l'hanno ancora mutato; è sempre lo stesso: candido, devoto, castamente assorto nei sogni, cieco agli intrighi e sordo alle chiacchiere. Eleven years of life at my court have not yet changed it; he is always the same: candid, devoted, chastely absorbed in dreams, blind to intrigues and deaf to chatter. A volte mi tedia, ma non me ne separerò che alla mia morte. Sometimes it troubles me, but I will not part with it until my death.

I miei rapporti con il filosofo stoico Eufrate furono di minor durata. My relations with the Stoic philosopher Euphrates were of shorter duration. Dopo brillanti successi a Roma, s'era ritirato ad Atene; lo assunsi come lettore, ma le sofferenze che da un pezzo gli provocava un ascesso al fegato, e l'indebolimento che ne seguiva, lo persuasero che la vita non gli offriva più nulla che valesse la pena di vivere. After brilliant successes in Rome, he had retired to Athens; I hired him as a reader, but the suffering that a liver abscess had been causing him for a while, and the weakening that followed, persuaded him that life no longer offered him anything worth living for. Mi chiese il permesso di lasciare il mio servizio col suicidio. He asked my permission to leave my service with suicide. Non sono stato mai contrario all'uscita di scena volontaria; ci avevo pensato anch'io come a una fine possibile al momento della crisi che precedette la morte di Traiano. I have never been against the voluntary exit; I had also thought of it as a possible end at the time of the crisis that preceded Trajan's death. A quel tempo, il problema del suicidio, che in seguito doveva ossessionarmi, mi appariva facile da risolvere. At that time, the problem of suicide, which was later to haunt me, appeared easy to solve. Eufrate, in ogni caso, ottenne l'autorizzazione che implorava; gliela feci portare dal mio fanciullo, forse perché io stesso avrei gradito ricevere dalle mani d'un simile messaggero quel responso finale. Euphrates, in any case, obtained the authorization he begged for; I had my boy bring it to him, perhaps because I myself would have liked to have received that final response from the hands of such a messenger. Quella sera, il nostro filosofo si presentò a palazzo per una conversazione che non differiva in nulla dalle precedenti; si uccise l'indomani. That evening, our philosopher came to the palace for a conversation which differed in no way from the preceding ones; killed himself the next day. Parlammo più volte di questo incidente; il fanciullo ne rimase contristato per qualche giorno. We talked several times about this incident; the boy was saddened for a few days. Quello splendido essere sensuale guardava la morte con orrore; non mi accorgevo che ci pensava già molto. That splendid sensual being looked upon death in horror; I didn't notice that he was already thinking about it a lot. Quanto a me, stentavo a comprendere che si lasciasse volontariamente un mondo che mi appariva tanto bello; che non si esaurisse fino in fondo, a onta di tutti i mali, l'estrema possibilità di pensiero, di contatti, di spettacolo persino. As for me, I found it hard to understand that a world that seemed so beautiful to me was being voluntarily left; that, despite all the evils, the extreme possibility of thought, of contacts, even of entertainment, would not be exhausted to the end. Ma ho cambiato idea, in seguito. But I changed my mind later.

Le date mi si confondono: la mia memoria compone un affresco solo, dove si affastellano incidenti e viaggi di svariate stagioni. The dates get confused: my memory composes a single fresco, where accidents and trips from various seasons are piled up. La barca lussuosamente arredata del mercante Erasto di Efeso volse la prua verso l'Oriente, poi verso il Sud, finalmente verso quest'Italia che diventava l'Occidente per me. The luxuriously furnished boat of the merchant Erastus of Ephesus turned its bow toward the East, then toward the South, finally toward this Italy that became the West for me. Rodi fu toccata due volte; Delo, accecante di candore, la visitai una prima volta in un mattino d'aprile, poi sotto la luna piena del solstizio; il cattivo tempo sulla costa dell'Epiro mi consentì di prolungare una visita a Dodona. Rhodes was touched twice; Delos, blinding with whiteness, I visited it a first time on an April morning, then under the full moon of the solstice; bad weather on the coast of Epirus allowed me to extend a visit to Dodona. In Sicilia, ci attardammo qualche giorno a Siracusa per esplorarvi il mistero delle sorgenti: Aretusa, Cyané, le belle ninfe azzurre. In Sicily, we lingered a few days in Syracuse to explore the mystery of the springs: Arethusa, Cyané, the beautiful blue nymphs. Dedicai un pensiero a Licinio Sura, il quale un tempo aveva consacrato i suoi ozi di statista a studiare il mistero delle acque. I dedicated a thought to Licinius Sura, who had once devoted his idleness as a statesman to studying the mystery of the waters. Avevo sentito parlare delle iridescenze stupende dell'aurora sul Mare Jonio, quando la si contempla dalla vetta dell'Etna. I had heard of the stupendous iridescence of the aurora on the Ionian Sea, when it is contemplated from the summit of Etna. Stabilii di intraprendere l'ascensione di quella montagna; passammo dalla regione delle vigne a quella della lava, poi della neve. I determined to undertake the ascent of that mountain; we went from the region of vineyards to the region of lava, then snow. Il fanciullo dalle gambe di danzatore correva su quelle ripide chine; i sapienti che mi accompagnavano salirono a dorso di muli. The boy with the legs of a dancer ran on those steep slopes; the wise men who accompanied me went up on the back of mules. Sulla cima, era stato costruito un rifugio ove poter attendere l'alba. On the top, a refuge had been built where one could wait for the dawn. Questa alfine spuntò: un'immensa sciarpa d'Iride si distese da un orizzonte all'altro; strani fuochi brillarono sui ghiacci della vetta; la vastità terrestre e marina si dischiuse al nostro sguardo sino all'Africa, visibile, e alla Grecia che s'indovinava. This finally appeared: an immense Iris scarf stretched from one horizon to the other; strange fires shone on the ice of the summit; the terrestrial and marine vastness opened to our gaze as far as Africa, visible, and Greece that could be guessed. Fu uno dei momenti supremi della mia vita. It was one of the supreme moments of my life. Non vi mancò nulla, né la frangia dorata d'una nube, né le aquile, né il coppiere dell'immortalità. Nothing was missing, neither the golden fringe of a cloud, nor the eagles, nor the cupbearer of immortality.

Stagioni d'Alcione, solstizio dei miei giorni... Lungi dall'accrescere nel ricordo la felicità trascorsa, devo lottare per non sbiadire la sua immagine; persino il suo ricordo, oggi, è troppo forte per me. Seasons of Alcione, solstice of my days ... Far from increasing the past happiness in my memory, I have to fight not to fade its image; even his memory today is too strong for me. Più sincero della maggior parte degli uomini, confesso senza reticenza le cause segrete di questa felicità: quella calma, tanto propizia alle opere e alle discipline dello spirito, mi sembra uno degli effetti più belli dell'amore. More sincere than most men, I confess without reticence the secret causes of this happiness: that calm, so conducive to works and disciplines of the spirit, seems to me one of the most beautiful effects of love. E mi sorprende che queste gioie così precarie, così raramente perfette nel corso d'una vita umana - quale che sia, del resto, l'aspetto sotto il quale noi le abbiamo cercate o ricevute - vengano guardate con tanta diffidenza da presunti saggi, i quali ne paventano l'assuefazione o l'eccesso anziché temerne la privazione o la perdita; sì che trascorrono a soggiogare i propri sensi quel tempo che impiegherebbero assai più utilmente ad abbellire la propria anima. And it surprises me that these joys so precarious, so rarely perfect in the course of a human life-whatever, for that matter, the aspect under which we have sought or received them-are looked upon with such distrust by supposedly wise men, who fear their habituation or excess rather than fear their deprivation or loss; so that they spend in subjugating their senses that time which they would much more usefully spend in embellishing their souls. In quell'epoca, nel consolidare la mia felicità, nell'assaporarla, nel valutarla persino, ponevo l'attenzione costante che ho sempre prestata ai particolari più futili delle mie azioni; e che cos'è la stessa voluttà se non un momento di attenzione appassionata del corpo? At that time, in consolidating my happiness, in savoring it, in evaluating it even, I placed the constant attention I have always paid to the most futile details of my actions; and what is voluptuousness itself if not a moment of passionate attention of the body? Qualsiasi felicità è un capolavoro: il minimo errore la falsa, la minima esitazione la incrina, la minima grossolanità la deturpa, la minima insulsaggine la degrada. Any happiness is a masterpiece: the slightest mistake falsifies it, the slightest hesitation cracks it, the slightest coarseness defaces it, the slightest insult degrades it. Alla mia non può imputarsi alcuna di quelle imprudenze che più tardi l'hanno infranta: sino a che ho agito nella direzione ch'essa m'indicava, sono stato saggio. Mine cannot be blamed for any of those imprudences which later broke it: as long as I acted in the direction it indicated, I was wise. Ritengo tuttora che a un uomo più saggio di me sarebbe stato possibile essere felice fino alla morte. I still believe that it would have been possible for a wiser man than me to be happy until death. **

Qualche tempo più tardi, nella Frigia, sui confini dove la Grecia e l'Asia si confondono, ho avuto l'immagine più lucida e completa di quella felicità. Some time later, in Phrygia, on the borders where Greece and Asia merge, I had the clearest and most complete picture of that happiness. Eravamo accampati in una località deserta e selvaggia, dov'è la tomba di Alcibiade, il quale morì laggiù, vittima delle macchinazioni dei satrapi. We were camped in a deserted wilderness location, where is the tomb of Alcibiades, who died there, a victim of the machinations of the satraps. Avevo fatto collocare su quel sepolcro abbandonato da secoli una statua di marmo pario, l'effige di quell'uomo, che fu tra quelli che la Grecia ha amato di più. I had had placed on that tomb abandoned for centuries a statue of Parian marble, the effigy of that man, who was among those whom Greece loved most. Avevo ordinato altresì che ogni anno vi si celebrassero riti commemorativi: gli abitanti del villaggio vicino s'erano aggregati alle persone del mio seguito per la prima di quelle cerimonie; fu sacrificato un torello, e una parte della sua carne fu riservata per il festino della sera. I had also ordered that commemorative rites be held there every year: the people of the neighboring village had joined the people of my retinue for the first of those ceremonies; a bullock was sacrificed, and part of its meat was reserved for the evening feast. Fu improvvisata una corsa di cavalli nella pianura, si ebbero danze alle quali il fanciullo di Bitinia prese parte con grazia impetuosa; più tardi, quando fu spento l'ultimo fuoco, gettò indietro la sua bella gola e cantò. A horse race was improvised on the plain, dances were had in which the boy from Bithynia took part with impetuous grace; later, when the last fire was put out, he threw back his beautiful throat and sang. Mi piace stendermi al fianco dei morti per misurarmi con loro: quella sera, paragonai la mia vita a quella di quel gaudente già prossimo alla vecchiaia, che era caduto in quel luogo, trafitto dalle frecce, difeso strenuamente da un amico giovinetto, e pianto da una cortigiana ateniese. I like to lie down by the side of the dead to measure myself against them: that evening, I compared my life to that of the gay man already nearing old age, who had fallen there, pierced by arrows, strenuously defended by a youthful friend, and mourned by an Athenian courtesan. La mia giovinezza non aveva preteso il prestigio di quella di Alcibiade: ma la mia varietà eguagliava o sorpassava la sua. My youth had not claimed the prestige of Alcibiades': but my variety equaled or surpassed his. ** Avevo goduto quanto lui, avevo meditato più intensamente, avevo lavorato molto di più; possedevo, come lui, la fortuna singolare d'essere amato. I had enjoyed as much as him, I had meditated more intensely, I had worked much harder; I possessed, like him, the singular good fortune of being loved. Alcibiade ha sedotto tutti, persino la Storia; tuttavia, lasciò dietro di sé cumuli di morti ateniesi abbandonati nelle cave siracusane, una patria vacillante, le divinità dei crocevia scioccamente mutilate dalle sue mani. Alcibiades has seduced everyone, even history; however, he left behind heaps of Athenian dead abandoned in Syracusan quarries, a faltering homeland, the crossroads deities foolishly mutilated by his hands. ** Io avevo governato un mondo infinitamente più vasto di quello nel quale l'ateniese era vissuto; vi avevo mantenuto la pace; l'avevo attrezzato come una bella imbarcazione ben munita per un viaggio che durerà molti secoli; avevo lottato in ogni modo per secondare il senso del divino nell'uomo, senza tuttavia sacrificare a esso l'umano. I had governed a world infinitely larger than the one in which the Athenian had lived; I had kept the peace there; I had equipped it as a beautiful, well-equipped vessel for a voyage that would last many centuries; I had struggled in every way to second the sense of the divine in man, yet without sacrificing the human to it. La mia felicità era il mio compenso. My happiness was my reward.