Episodio Extra - Una notte lunga vent'anni (1)
Porta che si apre con rumore di radio proveniente dal salotto.
Live Pablo: Permesso… Ciao
Live Sonia: Ciao, piacere
Live Pablo: Posso entrare?
Live Sonia: Sì, certo, vieni.
Live Pablo: Il cane è aggressivo?
Live Sonia: No no, è buonissimo...
Davanti a me c'è una ragazza di 29 anni.
E' alta, ha i capelli castano chiaro, lunghi e lisci.
Quello che più colpisce di lei sono i suoi occhi, di un verde intenso..
Non sorridono mai..
Ti attraversano..
E' lo sguardo di chi ha passato una vita rinchiusa nel silenzio..
Sola, con la sua rabbia..
Live Sonia: Sono quella che tu hai chiamato Sonia, figlia di Daniela... L'unica dei sedici bambini che non ha mai parlato, nonostante tutte le pressioni di psicologhe e assistenti sociali..
Live Pablo: Ti posso chiedere… perché mi hai chiamato?.
Live Sonia: (pausa) Per dirti la mia verità….
Live Sonia: Mi sento e mi sono sentita sequestrata da assistenti sociali, psicologhe, giudici e tutto quello che c'era dietro..
A pochi chilometri da quella cucina, in un parcheggio isolato, c'è una ragazza seduta in macchina..
Di anni ne ha 28..
Ha i ricci castani e sorride spesso, gesticola, a volte scherza anche..
Ma dall'estate del 1997 si porta dentro un dolore e un segreto..
Live Marta: Sono la ragazza che voi avete chiamato Marta. Io vi ho contattati a seguito dell'ascolto di Veleno, perché diciamo che in tutti questi vent'anni io ho sempre avuto dei dubbi su quello che mi era successo. Questo perché io sono… ho la certezza al cento per cento di aver inventato tutto. Tutta la storia che io ho raccontato agli assistenti sociali, alle psicologhe, ai giudici, io sono sicura che quelle cose non mi sono mai successe..
Live Alessia: Quindi tu non l'hai mai detto a nessuno che hai inventato tutto?.
Live Marta: No, non l'ho detto a nessuno… no. No..
Sonia e Marta sono due dei sedici bambini allontanati dalle famiglie di Massa Finalese e Mirandola, su segnalazione dei Servizi Sociali, nella vicenda che abbiamo chiamato Veleno ..
All'epoca dei fatti avevano rispettivamente 10 e 8 anni..
Il trauma che hanno vissuto è molto simile, ma il modo in cui lo hanno affrontato da piccole le ha portate in direzioni opposte..
Una ha sempre negato tutto e non è mai stata creduta..
L'altra ha raccontato una storia inventata, che ha avuto profonde ripercussioni sulla vita di diverse persone..
Oggi però entrambe provano rabbia per chi non ha saputo o voluto ascoltarle..
Marta:.
Live Alessia: Tu oggi… che cosa vuoi?.
Live Marta: Intanto vorrei presentarmi davanti alle psicologhe, alle assistenti sociali, dirgli di guardarmi in faccia e dire che non hanno alcun dubbio rispetto a quello che hanno fatto. Però io so che da loro penso che sarà molto difficile avere delle risposte..
Sonia:.
Live Sonia: Io voglio vedere queste persone fuori da questo ambiente. Non devono più avere a che fare con dei bambini. Io chiedo questo. Non mi interessa di nient'altro… né di scuse, né di soldi… niente, non me ne frega un cazzo..
Lo faccio per i bambini di oggi, perché non devono più subire quello che ho subito io..
Il 4 dicembre 2017 abbiamo pubblicato l'ultima puntata di Veleno ..
La tappa finale di un'inchiesta alla quale Alessia Rafanelli ed io abbiamo lavorato per tre anni, e che ha riaperto il caso dei ‘Diavoli della Bassa Modenese', il gruppo di pedofili che avrebbe compiuto rituali satanici in cui bambini e adolescenti venivano violentati e torturati nei cimiteri della zona..
La nostra inchiesta si era chiusa con l'incontro con Dario, il ‘bambino zero' dai cui racconti era partito tutto, che - ormai adulto - sospettava di essere stato manipolato dalle psicologhe che lo avevano seguito..
Live Dario: Boh, io sinceramente non sono neanche più sicuro di quello che è successo o non è successo perché tanto… molti psicologi cercano anche di farti dire quello che voglion loro… cioè da un bambino alla fine tiri fuori quello che vuoi….
Quasi due mesi dopo l'uscita della settima puntata, a giornali e tv è arrivata una lettera anonima, scritta da quelle che dicevano di essere quattro vittime..
“Siamo alcuni dei bambini, oggi adulti, che, come si è affermato, furono “rapiti dallo Stato” a seguito dell'ormai ventennale vicenda riguardante i pedofili satanisti della Bassa Modenese. Rassicuriamo tutti… che non ci siamo mai sentiti “rapiti” dalle istituzioni, ma al contrario, da queste tutelati e protetti, né abbiamo mai avuto “padroni”..
Infatti non abbiamo pianto né protestato in alcun modo quando fummo allontanati dalle nostre famiglie d'origine, non abbiamo mai chiesto in questi anni di rivedere i nostri parenti naturali, non abbiamo pianto quando abbiamo saputo che qualcuno di loro non c'era più. Avevamo già detto quello che c'era da dire all'epoca dei fatti e non c'era nulla da aggiungere se non dare conferma, come intendiamo fare ora, di ogni nostra dichiarazione”..
La lettera, ripetiamo, non era firmata, e dopo queste dichiarazioni abbiamo atteso che qualcun altro di questi ex bambini si facesse avanti anche con noi, ma purtroppo non è successo..
E quindi ci eravamo ripromessi di realizzare una nuova puntata solo nel momento in cui fossero emersi altri elementi rilevanti..
Per settimane, non è successo nulla..
E quando credevamo che questa storia fosse ormai chiusa e che non avremmo più sentito altre voci dal passato, Veleno si è ripresentata alla nostra porta con due testimoni inaspettate: Sonia e Marta..
Di Sonia vi avevamo parlato nella settima puntata, quando sua madre Daniela ci ha raccontato di come le era stata portata via, all'alba del 12 novembre del 1998..
Live Daniela: Mi sono mancati i suoi anni migliori, una vita di merda, credetemi… di notte non si dorme, si prendono psicofarmaci, per poter dormire, perché il pensiero c'è sempre..
Daniela non era mai stata indagata, ma nonostante questo, il Tribunale dei Minori di Bologna aveva disposto l'allontanamento della piccola, che non era più tornata a casa..
Alcuni mesi fa, però, Sonia all'improvviso si è rifatta viva con la madre, dopo un silenzio durato oltre dieci anni..
Live Daniela: Una domenica mattina di un anno fa ricevo una chiamata sul numero fisso di casa, che è il numero che è 20 anni che ce l'ho, l'ho sempre mantenuto perché avevo la speranza che mia figlia mi richiamasse..
Io sentendo la voce non ho parole per descrivere l'emozione. Un pianto indescrivibile, un'emozione… ho cominciato a balbettare, non ci credevo….
Live Sonia: E quando abbiamo iniziato a parlare siamo andati dritti sul discorso cosa era e non era successo… e quando ho avuto conferme anche da lei, cioè, basta, era come se tutto fosse tornato come prima….
Va beh… vedere le sue lacrime…
Live Daniela: La parola mamma, che da mia figlia erano vent'anni che non la sentivo, faccio ancora fatica a crederci...
A volte la mattina mi do dei pizzicotti… è una cosa che non… sembra un sogno!
Live Pablo: La cosa che ti fa arrabbiare di più, di tutta questa storia, qual è?
Live Sonia: Non essere mai stata ascoltata. Che le mie parole non hanno mai avuto significato per loro, erano solo bugie. Questo mi fa rabbia.
Sonia non è stata l'unica bambina di allora a scegliere di uscire dall'ombra dopo vent'anni.
Qualche mese dopo averla conosciuta, un giorno all'improvviso, è arrivato un messaggio Whatsapp da un numero che avevamo contattato tre anni prima.
“Sono Marta, non so se avete ancora il mio numero, ma mi avevate contattato per quell'inchiesta sui casi di Mirandola e dintorni. Mi scuso per avervi mandato via, ma non sapevo chi foste. Ho ascoltato Veleno , il pensiero mi sta tartassando perché credo che abbiate ragione… il dubbio l'ho sempre avuto”
Il messaggio di Marta ci ha colpito, e anche un po' emozionato, perché era quello che meno ci aspettavamo.
Abbiamo pensato spesso a lei in questi anni.
Ci siamo chiesti come stesse e cosa facesse nella vita, perché la sua storia, forse, è la più tragica di tutte.
Marta, infatti, è la figlia di Francesca, la donna che non aveva retto all'allontanamento della sua bambina e si era lanciata dal quinto piano del palazzo di via Pascoli, a Mirandola, il 28 settembre del 1997.
Live Marta: Io… so che ero una bambina molto molto attaccata a mia madre, perché alla fine diciamo che c'era solo lei. E la mamma è la mamma… quindi sì, sicuramente le volevo molto molto bene...
Live Alessia: Tu te lo ricordi com'è fatta… com'era tua mamma, la faccia...
Live Marta: Mah, io mi ricordo che aveva gli occhiali, che aveva i capelli lunghi neri, abbastanza magra… però, anche lì, ricordi vaghi… cioè ho dei flash di lei che mi accompagna in bicicletta perché la scuola non era molto distante da casa e… avevamo un cagnolino, che adoravo…
In casa però c'erano dei problemi.
Sua mamma Francesca, una donna di 42 anni, usciva da una separazione burrascosa con il padre di Marta.
La bambina era rimasta a vivere con lei a Mirandola.
Ma le liti tra Francesca e l'ex compagno erano degenerate, al punto da richiedere l'intervento dei Servizi Sociali, che in quel caso avevano il ruolo di semplici mediatori. Nelle loro relazioni Francesca viene descritta come molto presente e attenta alla figlia, addirittura iperprotettiva.
Live Marta: Anche se… sicuramente non era una santa, nel senso che... magari a volte poteva diventare un po' aggressiva, un po' manesca...
Live Alessia: Raccontami tipo un'immagine che ti ricordi...
Live Marta: Tipo, non so, lei che mi picchia con una ciabatta, per dire, o che mi dà uno schiaffo.
Di queste cose sì, però di tutto il resto no.
I vicini di pianerottolo di Francesca e Marta erano Federico Scotta, sua moglie thailandese Kaempet, e i figli Elisa di 3 anni e Nick di pochi mesi.
Di loro vi abbiamo parlato nella terza puntata.
Federico e Francesca erano molto amici...
Live Scotta: Piuttosto non mangiava lei per cercare di dargli un gioco in più a sua figlia, per dargli una maglietta in più, per dargli qualcosa in più...
Lei per sua figlia avrebbe non solo dato la vita, avrebbe dato oltre.
Nella primavera del 1997, quando Marta aveva otto anni, un bambino di Massa Finalese stava cominciando a raccontare alla psicologa Valeria Donati di un'inquietante banda di pedofili che operava nella zona.
Era il piccolo Dario Galliera, che abbiamo soprannominato il ‘bambino zero'.
Dopo aver accusato i familiari, Dario aveva parlato di un gruppo di genitori che sfruttava sessualmente i propri bambini, e tra questi la Donati si era convinta che ci fossero anche Federico Scotta e la sua vicina Francesca.
Dario e Marta vivevano però in due paesi diversi, ed effettivamente il bambino, in un primo momento, non l'aveva riconosciuta in fotografia.
Ma poi, quando gli era stato chiesto una seconda volta, si era corretto e aveva detto di essere stato violentato insieme a lei in una casa.
Live Alessia: Tu conoscevi, all'epoca dell'allontanamento, Dario?
Live Marta: No io non l'ho mai conosciuto.
Live Alessia: Per capire se in qualche modo magari da piccoli c'erano stati dei legami fra le vostre famiglie, oppure se fosse…
Live Marta: No, assolutamente nessun legame.
Per i Servizi Sociali e il Tribunale dei Minori di Bologna, però, bastava la dichiarazione del bambino.
Alle prime luci dell'alba del 7 luglio 1997, una macchina della polizia di Mirandola si era fermata nello spiazzo antistante il palazzo di via Pascoli.
Gli agenti avevano poi bussato alle porte di Federico e Francesca.
Marta ha rimosso ogni ricordo di quel momento, che però siamo stati in grado di ricostruire attraverso le testimonianze e i verbali di chi era presente.
Francesca, appena si era ritrovata la polizia fuori dalla porta, era andata nel panico e aveva chiamato un'amica, che però non era riuscita a tranquillizzarla.
Una volta arrivate in commissariato, lei e la figlia si tenevano talmente strette, che i poliziotti e l'assistente sociale erano intervenuti con la forza, strappando Marta dalla braccia della madre.
Live Marta: Io ho solo un ricordo di qualcuno che mi voleva prendere e io gli ho dato un morso. Ho solo questo ricordo, però di tutto il resto, buio… buio…