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Impact Girl di Cecilia Sardeo, Oltre la Paura del Giudizio, con Federica Cacciola (a.k.a Martina dell'Ombra) - YouTube

Oltre la Paura del Giudizio, con Federica Cacciola (a.k.a Martina dell'Ombra) - YouTube

Ciao e benvenuti a una nuova puntata di Impact Girl! Oggi parliamo di un tema che tocca tutti

e tutte da vicino: come superare il pensiero giudicante.. il nostro, la nostra tendenza

a giudicare e la nostra paura di essere giudicati. Lo faremo con un ospite veramente speciale,

parlo di Federica Cacciola, autrice e conduttrice e attrice divenuta nota nel 2014 grazie al

suo personaggio satirico Martina dell'Ombra, che ha raggiunto, se non sbaglio, oltre 50

milioni di views su YouTube. Quindi ragazzi se c'è qualcuno che sa che cosa significa

ricevere giudizi particolarmente spiacevoli a volte e come gestirli proprio lei, è proprio

Federica e insieme a lei cercheremo di capire come anche noi, nel nostro piccolo, possiamo

cominciare ad imparare a lasciarci scivolare addosso quello che proprio non ci serve! 3-2-1

tuffiamoci! Ah dimenticavo! Se stai guardando questo video da YouTube ricordati di iscriverti

al canale, soprattutto di attivare la campanellina che c'è accanto al pulsante Iscriviti, altrimenti

non serve a nulla. Se invece stai guardando questo video o stai ascoltando questo audio

dal sito Biz-academy.it/podcast ti invito, come sempre, a lasciare un tuo commento, un

tuo contributo dove ci dici qual è l'idea chiave più importante che hai ricavato e

tratto da questa puntata e che metterai in pratica fin da subito.

Ciao a tutte ragazze! Benvenute a una nuovissima puntata di Impact Girl. Oggi ho davvero l'onore,

un vero e proprio onore, di avere qui come ospite con noi Federica Cacciola, ciao Federica!

F: Ciao! C: Grazie per essere qui con noi oggi!

F: Grazie a voi! C: Quando ti ho introdotto il tuo nome non

ha subito suscitato un WOW perché ho omesso di dire che uno dei tuoi personaggi più conosciuti

sul web ad oggi è Martina Dell'Ombra e anche per questo la tematica che ti ha proposto

di approfondire insieme oggi in questa puntata è la paura del giudizio degli altri, come

andare oltre. Diciamo che la motivazione di questa scelta legata al fatto che spesso il

giudizio è la causa principale della non realizzazione di sogni, progetti, di veri

e propri cambiamenti nella nostra vita che siano lavorativi o meno. Qui però stiamo

parlando ad un gruppo di donne è che sono imprenditrici, sono donne in carriera.. donne

che non dovrebbero avere paura del giudizio degli altri ma in realtà questa è una paura

così forte che più spesso che non diventa un vero e proprio ostacolo alla nostra possibilità

di crescita e realizzazione. In una delle tue interviste, quando parli della tua storia,

hai raccontato di come tu abbia avuto la fortuna di crescere in un contesto socio culturale

abbastanza libero dal pensiero giudicante, il che probabilmente ti ha aiutato molto perché

tu di giudizi anche molto forti a volte ne sai qualcosa, anche se non tu come Federica

magari direttamente però diciamo che se anche nel mirino c'è stato e c'è tuttora il tuo

personaggio satirico, no, è il termine giusto che è Martina dell'Ombra sei sempre tu che

la reciti quindi ti chiedo come diavolo riesci a prendere le distanze?

F: Allora, intanto si, Martina Dell'Ombra e di conseguenza anche io abbiamo ricevuto

un sacco di insulti. Diciamo che sono la persona che ha ricevuto più p* sul web dopo Laura

Boldrini probabilmente e tantissime altre tipologie di insulti. Allora in realtà io

ho una formazione attoriale quindi ho fatto un percorso a monte, che parte proprio, diciamo,

dal distacco. Dal distacco che cosa significa? Dal distacco proprio dal pensiero giudicante.

Per un attore o comunque anche anche per uno scrittore insomma per chiunque approcci all'ambito

artistico e voglia raccontare dei mondi, delle realtà, il pensiero giudicante è proprio

un ostacolo perché se io giudico un modo di essere non posso raccontarlo con verità.

Quindi all'interno di questo percorso che cosa si fa? Ci si distacca dal pensiero giudicante

e si inizia una dis-identificazione con i giudizi altrui, anche rispetto al proprio

io, nel senso che io mi distacco perché comunque quei giudizi sono rivolti al personaggio di

Martina Dell'Ombra, ma e questo è un concetto filosoficamente un pò più complesso, però

cercherò di sintetizzarlo, il mio io non è nemmeno Federica Cacciola. Cioè io non

sono neanche questo stesso corpo. Ovviamente la cosa è più complessa però è così,

quindi il pensiero giudicante niente a che fare con la verità, non con la realtà. Perché

se qualcuno mi dice hai il nasone questo può essere una realtà oggettiva ma niente a che

fare con la verità ontologica della mia esistenza quindi non mi dovrebbe in nessun modo toccare.

Purtroppo il pensiero giudicante però è un vizio culturale però proprio della nostra

società e io sicuramente ho avuto la fortuna di là della mia formazione di avere anche

proprio come attrice di avere anche una formazione all'interno della famiglia che mi ha evitato

di applicare questo metodo. Io ricordo l'unico schiaffo che mi diede mia madre fu quando

da ragazzina ti direi 13-14 anni quando si iniziano a esprimere giudizi sulle altre ragazzine,

uno aveva baciato il mio fidanzato io tornai a casa dicendo quella è una zoccola, mia

madre mi diede un ceffone che ancora me lo ricordo, per il principio “non si dice mai

questa cosa di un'altra donna”. E ancora me lo ricordo, profondamente perché fu un'umiliazione

che però mi ha aiutato a comprendere che ci sono proprio dei principi che non devono

essere violati. Ovviamente questa cosa non essendo insegnata purtroppo non viene neanche

praticata. C: Quindi si può dire che hai prima di tutto

ho imparato a essere tu la prima a non giudicare, perché poi questo comincia a riflettersi

anche al contrario il che non significa che gli altri non giudichino ma significa che

tu riesci ad essere un pochino più neutrale? F: Si, io sono comunque cresciuta in un contesto

familiare dove in ogni caso esprimere il giudizio non era una cosa carina, non so non ricordo

mia madre che esprima giudizi sulla fisicità di altre donne ad esempio. Ed è chiaro che

uno poi imita quello che vede quindi sicuramente stato questo e poi ovviamente crescendo io

ho continuato un percorso che andava sempre di più in questa direzione.

C: In un contesto lavorativo come quello della televisione dove hai lavorato, della radio,

del web.. del web soprattutto, mi viene da dire, perché quello che conosco meglio io

almeno personalmente il dove il pensiero giudicante continuo, perché i giudizi sono gratuiti,

sono costanti sono a volte assolutamente fuori contesto e fuori luogo utilizzati solo come

modo per sfogare la propria rabbia e la propria frustrazione. Ti chiedo ci dai qualche spunto

pratico per chi non ha avuto la possibilità di avere una formazione sia educativo e familiare

che poi professionale di questo tipo per riuscire a, non dico a distaccarsi completamente perché

quello è un percorso di una vita per molti di noi, però per cominciare un pochino ad

agire nonostante la paura di quello che gli altri sia mai potrebbero dire?

F: Allora secondo me, in generale, quando si inizia a fare un lavoro che prevede una

esposizione che sia questo sul web che sia in televisione, che sia una radio, da qualunque

parte, qualunque cosa preveda un esposizione mediatica secondo me deve essere fatto a monte

un lavoro su se stessi. Questo non significa che chi insulta o chi giudica sia giustificato

in qualche modo però è anche vero che se ci si espone bisogna sapere che quella è

la direzione verso la quale bisognerà lavorare per tutta la vita. Cioè si è molto banalmente

esposti. Esposti significa esposti a tutta una serie di cose positive che arrivano, ovviamente,

ma anche di cose negative che arrivano. E io suggerisco sempre un certo distacco, che

attenzione, non deve essere un distacco dagli ascoltatori o dagli utenti o dalla community,

perché quello è sbagliato, quello identifica una certa freddezza, quello è il vip che

si mette al di sopra delle parti. Io non credo che sia questo il modo giusto, semplicemente

un distacco interno, considerando che il giudizio di quelle persone non esprime la verità.

Può parlare di tante cose una persona che mi insulta fisicamente è scontato che abbia

dei problemi con sè stessa o magari dicono cose scontate.. io quante volte appunto ho

le occhiaie, faccio un video e un sacco di gente sotto mi scrive “hai le occhiaie”

e c* lo so che c'ho le occhiaie. Lì non è neanche un insulto è l'evidenziare un

qualcosa che uno sa già. Quindi a monte sapere quali possono essere i propri “punti deboli”

che non sono ovviamente dei punti deboli, sono dei punti deboli semplicemente rispetto

ad un modello prestabilito, precostituito che però chi lavora nel settore della comunicazione

deve conoscere. Questo vale anche non soltanto per la parte estetica, ovviamente fisica,

ma vale anche per le idee. Ognuno di noi sa bene o male quali sono i flussi di idee dominanti

e sa che si esprime un'opinione diversa dalla maggioranza comunque o comunque in generale,

quando esprime un'opinione ci sarà sempre qualcuno che ti dice “sei un coglione”o

“quello che dici tu non è corretto” bisogna arrivare preparati ecco.

C: Quindi possiamo riassumere dicendo che, innanzitutto dobbiamo ricordarci che non possiamo

piacere a tutti in generale nella vita, soprattutto poi quando ci esponiamo. E mi è piaciuto

molto il fatto di aver sottolineato di essere consapevoli dei propri punti deboli, se così

si possono chiamare, perché ci sono dei punti deboli che sono semplicemente legati al nostro

aspetto fisico, che sono delle caratteristiche. C'è chi può definirli punti deboli, c'è

che può definirli semplicemente delle features, delle caratteristiche. Però magari anche

i punti deboli del proprio lavoro. Cioè se io faccio un video sul web, mi sto cimentando

per la prima volta, sono bravissima a fare altro però so che devo utilizzare questo

benedetto YouTube, perché così più persone possono conoscere quello che faccio e cominciano

a dirmi che la luce non va bene, che l'inquadratura è storta, che dovevo comprarmi un altro microfono,

piuttosto che quello che ho usato. Magari giocare può essere utile sul fatto di dire:

“non sono questi i miei punti di forza, ci sto lavorando” ed essere molto neutro

in questo. F: Si ma in realtà tantissime volte, se uno

si libera un pò da quest'ansia del giudizio e dal fatto di offendersi e sentirsi ferito

da ciò che dicono gli altri, in realtà dietro da alcuni messaggi probabilmente scritti ma

era sbagliata o scorretta comunque di fondo ci sono sicuramente delle cose che ci possono

aiutare. Poi sta a noi decidere o non me ne frega nulla di questa cosa qua oppure questa

cosa in effetti mi interessa e là dove posso migliorare, se mi interessa migliorare quell'aspetto

li può essere uno spunto in realtà. Quindi ovviamente tutto questo è possibile solo

nel momento in cui c'è una grande serenità d'animo, premesso che ci sono comunque determinate

persone che quando esagerano vanno segnalate, vanno denunciate, vanno querelate e vanno

bloccate. Quindi non è che uno, voglio dire, una propria attività digital non è lo sfogatoio

altrui quindi la dove la gente viene a fare bisogni deve essere allontanata. Quindi è

chiaro che ci sono nei limiti a perché ci sono vari livelli di commenti, di giudizi,

di insulti, ovviamente. C: E cosa pensi delle donne che giudicano

altre donne? Te lo chiedo perché il mondo femminile è particolarmente sensibile a questo

tema. È vero che tu sei stata educata a non farlo però noi donne siamo particolarmente

brave ad esprimere giudizi nei confronti di altre che magari consideriamo anche dei modelli

o a cui aspiriamo però semplicemente non abbiamo il coraggio di fare quello che hanno

fatto loro e quindi spariamo queste opinioni assolutamente indesiderate e che ci fanno

tra l'altro stare male. F: Ma le donne hanno probabilmente questa

cosa. Io non so, io se sono stata molto insultata sia da donna che da uomini quindi non so effettivamente

se sono di più le donne. È anche vero che le donne hanno un retaggio storico culturale

proprio ancestrale di vessazioni e di vessazioni all'interno della società. Quindi sono abituate

fin da piccole ad essere giudicate, ma proprio quando ancora hanno un'età veramente intorno

ai 2-3 anni sono abituate a doversi occupare più degli uomini del proprio aspetto estetico.

Quindi è ovvio che di conseguenza il giudizio sia ancora di più incarnato all'interno del

loro modo di pensare, per cui non la vedo come una responsabilità specifica delle donne

quanto semmai come una responsabilità di un certo tipo di società comunque maschilista

e patriarcale. Ovviamente sta poi alle donne nel momento in cui hanno gli strumenti per

farlo liberarsi da questa cosa cioè rendersi conto che questo modo di pensare in realtà

è fatto proprio per tenerle in in una modalità di sudditanza.

C: Assolutamente tra l'altro non so se sei d'accordo su questo ma credo che davvero se

cominciamo ad amarci un pò di più che sembrava il solito cliché no ne parlano tutti in un

sacco di frasi motivazionali le trovi su internet.. il fatto di tornare ad amare noi stessi però

se siamo siamo noi le prime a disprezzarci, anche in segreto perché magari non lo diciamo

verbalmente ma lo pensiamo ci guardiamo allo specchio e pensiamo a qualcosa che non è

particolarmente carino e questa cosa si consolida negli anni poi sicuramente si può manifestare

in maniera più aggressiva anche all'esterno. F: Beh sì perché noi facciamo costantemente

un transfert rispetto agli altri cioè di solito vediamo negli altri proiettato quello

che fa paura a noi di noi stesse o che ci spaventa o qualcosa che odiamo di noi. Quindi

è chiaro che un essere umano sereno nel suo essere non ha questa necessità. Premettendo

sempre che comunque che c'è anche dall'altro lato a volte un'eccessiva permalosità. Cioè

anche vero che è anche giusto esprimere opinioni e che in realtà chi si espone lo fa nel diciamo

desiderio di avere feedback dagli altri. Quindi questo deve essere incentivato, non deve diventare

un modo per dire “vabbè non dico niente”, nel senso che un ambiente sereno e sano prevede

anche che io se interpellato, magari possa esprimere dei giudizi che possono essere critici

ma in maniera costruttiva. C: Per chi si trova in questo momento a fare

il salto di visibilità, esposizione cioè si trova ad avere un proprio progetto, una

propria idea magari l'ha già creata la già consolidata però non ha ancora avuto il coraggio

di esporsi e nei canali digital per appunto paura di far vedere il proprio volto, di quello

che potrebbero dire gli altri, oltre a quello che già abbiamo detto, c'è qualcosa non

lo so una frase che magari hai detto a te stessa in passato, qualcosa che in qualche

modo può potrebbe aiutarle se ripetuto a se stesse ad andare oltre?

F: In realtà il fatto che noi siamo già esposti, io faccio sempre questo esempio,

soprattutto quando mi trovo a “rimproverare” qualcuno che mi insulta su Instagram o anche

maniaci che vengono a dire “belle tette” oppure -che mi fa impazzire completamente-

i feticisti, che nel momento in cui ti metti una foto in cui si vedono casualmente i piedi

sembra che tu gli abbia provocati e quindi ti dicono “hai provocato, facci vedere i

piedini”. Allora, Instagram in generale sociale è come se fossero una piazza sociale,

come essere in spiaggia cioè tu in spiaggia non vai da una dire “belle tette” oppure

“che bei piedini che hai” non lo fai. Non lo fai per convenzione sociale, nel senso

quello è un posto dove però i corpi sono esposti, perché tante volte dietro il commento

un pò maniaco o anche un pò cattivo viene risposto con “vabbè però tu hai esposto

il tuo corpo”. Ma il mio corpo, la mia persona è costantemente esposta perché io vado in

giro per strada, parlo con la gente, vado al supermercato, vado in spiaggia mezza nuda

come tutti e quindi, voglio dire, secondo me una cosa incoraggiante da pensare può

essere il fatto che quello è semplicemente l'amplificazione ma neanche tanto, perché

dipende da cosa fai, se vai in una spiaggia affollatissima di Ibiza è uguale, è l'amplificazione

dell'esposizione che già noi abbiamo tutti i giorni nella vita. Il fatto di doversi esporre

e di avere a che fare con gli altri è un momento fondamentale della formazione dell'individuo.

Io ho sofferto di mutismo selettivo da bambina ed è per questo che sono stata spedita da

mia madre a studiare recitazione. Prima canto e poi recitazione, con una sofferenza immane

perché il mutismo selettivo è un tipo di malattia psicologica non fisiologica che non

ti fa parlare quindi io non parlavo, stavo muta, per cui dover cantare o fare recitazione

era proprio un trauma. È chiaro che però passandoci da una formazione profonda, artistica,

sana come quella del teatro, mi ha aiutato molto quindi in realtà è un tipo di di percorso

che tutti dobbiamo fare indipendentemente dal lavoro o da quello che vogliamo fare poi

con i social o con la nostra esposizione digitale. É comunque un lavoro fanno da fare perché

riguarda il rapporto tra noi e gli altri. C: Federica per lavorare su te stessa credo

sia un percorso che non ha una fine è un continuo, che cosa fai nella tua quotidianità?

F: Allora rido perché lavorare su se stessi ha diverse fasi, nel senso che poi nella quotidianità

soprattutto quando si fa quello che faccio io, ma in generale quando la carriera diciamo

prende una via di un certo riscontro, poi ci si scontra anche con la mancanza di tempo

che una cosa secondo me tremenda tremenda perché per lavorare su se stessi ci vuole

tempo spazio e un luogo, proprio, di riflessione. Quindi io cerco di fare meditazione in realtà

a volte ce la faccio, a volte no. Ci sono dei periodi in cui sono magari molto piano

di lavoro molto stressata e sento proprio il bisogno a un certo punto di fermarmi. Perché

comunque i ritmi degli esseri umani non sono sempre coincidenti con i ritmi della società

esterna. Questa cosa importante saperla nel senso che poi uno li tiene li regge i ritmi

esterni però anche giusto ogni tanto fermarsi. Io ho fatto terapia per tanti anni poi non

ho più sentito il bisogno e ho fatto dei percorsi interiori e spirituali, quindi in

questo momento preoccuparmi di me faccio yoga, faccio meditazione e leggo. Leggo delle cose

che mi portano sempre a riflettere su dei mondi un pò paralleli e non proprio sulla

quotidianità, e questa è la cosa che mi fa stare meglio con me stessa.

C: Posso chiederti che libro stai leggendo in questi giorni in questo periodo o l'ultimo

che hai lettto. F: Guarda uno degli ultimi che ho letto è

La Tenda Rossa di Anita Diamant che è stato ripubblicato da edizioni Tlon, in realtà

da poco, è stato ripubblicato quest'anno. L'ho trovato un libro strepitoso, che consiglio

a tutte le donne perché proprio secondo me è un libro fondamentale per la formazione

femminile ed è un libro degli anni 80, non vorrei dire baggianate, che è stato riedito

adesso. Bellissimo che reinterpreta la storia biblica divina la figlia di Giacobbe reinventando

questa storia. Lei è cresciuta con quattro madri e racconta questa sorella storia di

donne ancestrale, molto bello. C: Federica, a proposito di tempo io ti voglio ringraziare

moltissimo per essere stata con noi in questa chiacchierata e ti chiedo dove possiamo seguirti?

So che sei sempre “on the go” e stai facendo un sacco di progetti, uno dietro l'altro,

dacci una carrellata su dove possiamo trovarti! F: Allora sicuramente ci saranno i live, dove

mi potrete vedere e quindi invito tutti a seguire gli aggiornamenti che sono poi sui

miei social quindi sul mio Instagram, sia sul mio Facebook sia come Martina Dell'Ombra

che come Federica Cacciola perché ho splittato i due mondi, e poi in televisione con il nuovo

programma di Serena Dandini “Assemblea Generale” su Raitre e su Radio Deejay, il weekend con

il Boss del Weekend insieme a Daniele Bossari. C: Fantastico Federica, se dovessi chiederti

un'ultima domanda a bruciapelo: secondo te quale donna dovrai intervistare dopo di te?

F: Maura Gancitano C: Fantastico. Che tra l'altro è la fondatrice

di Tlon, giusto? F: Esatto, giuro non mi pagano ma semplicemente

c'è da un presente perché faccio delle attività con loro e soprattutto perché lei, insieme

anche a tante altre, adesso mi è venuta lei sul momento però sta facendo tanto per l'empowerment

femminile, quello vero. Perché poi farlo seriamente e molto complesse ci vuole molto

lavoro e poi ovviamente Serena Dandini. C: Fantastica! Che so essere il tuo modello

artistico F: Io la chiamo la mia mamma artistica!

C: Fantastico Federica, io ti ringrazio moltissimo e ringrazio le ragazze che sono in ascolto.

Come sempre ricordo che questa è una puntata che si può sia guardare che ascoltare su

tutti i nostri canali, troverete tutti i riferimenti in questa pagina, quindi se state ovviamente

ascoltando o guardando l'episodio da dal sito Biz-academy.it/podcast altrimenti portate

le vostre dolci chiappette sulla pagina per riguardare tutti i riferimenti e trovare quello

che fa per voi, grazie ancora! F: Ciao grazie!

C: Questo è tutto per la puntata di oggi. Spero di averti dato qualche utile spunto

che potrai implementare sin da subito. Se crescere un business in cui credi sul web

in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi piani e non sei ancora entrata a Biz

Academy puoi farlo visitando il sito Biz-academy.it Noi come sempre ci sentiamo e vediamo alla

prossima puntata impact [Musica]

Oltre la Paura del Giudizio, con Federica Cacciola (a.k.a Martina dell'Ombra) - YouTube Jenseits der Angst vor der Verurteilung, mit Federica Cacciola (alias Martina dell'Ombra) - YouTube Beyond the Fear of Judgment, with Federica Cacciola (a.k.a Martina dell'Ombra) - YouTube Más allá del miedo a ser juzgado, con Federica Cacciola (alias Martina dell'Ombra) - YouTube フェデリカ・カチョーラ(別名マルティナ・デルオンブラ)と共に、審判への恐れを越えて - YouTube Voorbij de angst voor veroordeling, met Federica Cacciola (ook bekend als Martina dell'Ombra) - YouTube Poza strachem przed osądem, z Federicą Cacciolą (alias Martina dell'Ombra) - YouTube Para além do medo do julgamento, com Federica Cacciola (também conhecida como Martina dell'Ombra) - YouTube За пределами страха осуждения, с Федерикой Каччола (она же Мартина дель'Омбра) - YouTube 超越对评判的恐惧,与 Federica Cacciola(又名 Martina dell'Ombra) - YouTube

Ciao e benvenuti a una nuova puntata di Impact Girl! Oggi parliamo di un tema che tocca tutti

e tutte da vicino: come superare il pensiero giudicante.. il nostro, la nostra tendenza

a giudicare e la nostra paura di essere giudicati. Lo faremo con un ospite veramente speciale,

parlo di Federica Cacciola, autrice e conduttrice e attrice divenuta nota nel 2014 grazie al

suo personaggio satirico Martina dell'Ombra, che ha raggiunto, se non sbaglio, oltre 50

milioni di views su YouTube. Quindi ragazzi se c'è qualcuno che sa che cosa significa

ricevere giudizi particolarmente spiacevoli a volte e come gestirli proprio lei, è proprio

Federica e insieme a lei cercheremo di capire come anche noi, nel nostro piccolo, possiamo

cominciare ad imparare a lasciarci scivolare addosso quello che proprio non ci serve! 3-2-1

tuffiamoci! Ah dimenticavo! Se stai guardando questo video da YouTube ricordati di iscriverti

al canale, soprattutto di attivare la campanellina che c'è accanto al pulsante Iscriviti, altrimenti

non serve a nulla. Se invece stai guardando questo video o stai ascoltando questo audio

dal sito Biz-academy.it/podcast ti invito, come sempre, a lasciare un tuo commento, un

tuo contributo dove ci dici qual è l'idea chiave più importante che hai ricavato e

tratto da questa puntata e che metterai in pratica fin da subito.

Ciao a tutte ragazze! Benvenute a una nuovissima puntata di Impact Girl. Oggi ho davvero l'onore,

un vero e proprio onore, di avere qui come ospite con noi Federica Cacciola, ciao Federica!

F: Ciao! C: Grazie per essere qui con noi oggi!

F: Grazie a voi! C: Quando ti ho introdotto il tuo nome non F: Thank you! C: When I introduced your name I didn't

ha subito suscitato un WOW perché ho omesso di dire che uno dei tuoi personaggi più conosciuti immediately elicited a WOW because I failed to mention that one of your most well-known characters

sul web ad oggi è Martina Dell'Ombra e anche per questo la tematica che ti ha proposto on the web to date is Martina Dell'Ombra, and that's also why the theme that she proposed to you

di approfondire insieme oggi in questa puntata è la paura del giudizio degli altri, come

andare oltre. Diciamo che la motivazione di questa scelta legata al fatto che spesso il

giudizio è la causa principale della non realizzazione di sogni, progetti, di veri

e propri cambiamenti nella nostra vita che siano lavorativi o meno. Qui però stiamo

parlando ad un gruppo di donne è che sono imprenditrici, sono donne in carriera.. donne

che non dovrebbero avere paura del giudizio degli altri ma in realtà questa è una paura

così forte che più spesso che non diventa un vero e proprio ostacolo alla nostra possibilità

di crescita e realizzazione. In una delle tue interviste, quando parli della tua storia,

hai raccontato di come tu abbia avuto la fortuna di crescere in un contesto socio culturale

abbastanza libero dal pensiero giudicante, il che probabilmente ti ha aiutato molto perché

tu di giudizi anche molto forti a volte ne sai qualcosa, anche se non tu come Federica you of even very strong judgments sometimes know something about it, even if not you as Federica

magari direttamente però diciamo che se anche nel mirino c'è stato e c'è tuttora il tuo

personaggio satirico, no, è il termine giusto che è Martina dell'Ombra sei sempre tu che satirical character, no, that's the right term that is Martina of the Shadow is always you who

la reciti quindi ti chiedo come diavolo riesci a prendere le distanze? you recite it so I ask you how on earth do you manage to distance yourself?

F: Allora, intanto si, Martina Dell'Ombra e di conseguenza anche io abbiamo ricevuto

un sacco di insulti. Diciamo che sono la persona che ha ricevuto più p*** sul web dopo Laura

Boldrini probabilmente e tantissime altre tipologie di insulti. Allora in realtà io

ho una formazione attoriale quindi ho fatto un percorso a monte, che parte proprio, diciamo,

dal distacco. Dal distacco che cosa significa? Dal distacco proprio dal pensiero giudicante.

Per un attore o comunque anche anche per uno scrittore insomma per chiunque approcci all'ambito

artistico e voglia raccontare dei mondi, delle realtà, il pensiero giudicante è proprio

un ostacolo perché se io giudico un modo di essere non posso raccontarlo con verità.

Quindi all'interno di questo percorso che cosa si fa? Ci si distacca dal pensiero giudicante

e si inizia una dis-identificazione con i giudizi altrui, anche rispetto al proprio

io, nel senso che io mi distacco perché comunque quei giudizi sono rivolti al personaggio di

Martina Dell'Ombra, ma e questo è un concetto filosoficamente un pò più complesso, però

cercherò di sintetizzarlo, il mio io non è nemmeno Federica Cacciola. Cioè io non

sono neanche questo stesso corpo. Ovviamente la cosa è più complessa però è così,

quindi il pensiero giudicante niente a che fare con la verità, non con la realtà. Perché

se qualcuno mi dice hai il nasone questo può essere una realtà oggettiva ma niente a che

fare con la verità ontologica della mia esistenza quindi non mi dovrebbe in nessun modo toccare.

Purtroppo il pensiero giudicante però è un vizio culturale però proprio della nostra

società e io sicuramente ho avuto la fortuna di là della mia formazione di avere anche

proprio come attrice di avere anche una formazione all'interno della famiglia che mi ha evitato

di applicare questo metodo. Io ricordo l'unico schiaffo che mi diede mia madre fu quando

da ragazzina ti direi 13-14 anni quando si iniziano a esprimere giudizi sulle altre ragazzine,

uno aveva baciato il mio fidanzato io tornai a casa dicendo quella è una zoccola, mia

madre mi diede un ceffone che ancora me lo ricordo, per il principio “non si dice mai

questa cosa di un'altra donna”. E ancora me lo ricordo, profondamente perché fu un'umiliazione

che però mi ha aiutato a comprendere che ci sono proprio dei principi che non devono

essere violati. Ovviamente questa cosa non essendo insegnata purtroppo non viene neanche

praticata. C: Quindi si può dire che hai prima di tutto

ho imparato a essere tu la prima a non giudicare, perché poi questo comincia a riflettersi

anche al contrario il che non significa che gli altri non giudichino ma significa che

tu riesci ad essere un pochino più neutrale? F: Si, io sono comunque cresciuta in un contesto

familiare dove in ogni caso esprimere il giudizio non era una cosa carina, non so non ricordo

mia madre che esprima giudizi sulla fisicità di altre donne ad esempio. Ed è chiaro che

uno poi imita quello che vede quindi sicuramente stato questo e poi ovviamente crescendo io

ho continuato un percorso che andava sempre di più in questa direzione.

C: In un contesto lavorativo come quello della televisione dove hai lavorato, della radio,

del web.. del web soprattutto, mi viene da dire, perché quello che conosco meglio io

almeno personalmente il dove il pensiero giudicante continuo, perché i giudizi sono gratuiti,

sono costanti sono a volte assolutamente fuori contesto e fuori luogo utilizzati solo come

modo per sfogare la propria rabbia e la propria frustrazione. Ti chiedo ci dai qualche spunto

pratico per chi non ha avuto la possibilità di avere una formazione sia educativo e familiare

che poi professionale di questo tipo per riuscire a, non dico a distaccarsi completamente perché

quello è un percorso di una vita per molti di noi, però per cominciare un pochino ad

agire nonostante la paura di quello che gli altri sia mai potrebbero dire?

F: Allora secondo me, in generale, quando si inizia a fare un lavoro che prevede una

esposizione che sia questo sul web che sia in televisione, che sia una radio, da qualunque

parte, qualunque cosa preveda un esposizione mediatica secondo me deve essere fatto a monte Meiner Meinung nach muss alles, was mit Medienpräsenz zu tun hat, im Vorfeld getan werden.

un lavoro su se stessi. Questo non significa che chi insulta o chi giudica sia giustificato Das bedeutet nicht, dass diejenigen, die beleidigen oder verurteilen, berechtigt sind, an sich selbst zu arbeiten.

in qualche modo però è anche vero che se ci si espone bisogna sapere che quella è Aber irgendwie ist es auch wahr, dass man, wenn man sich entblößt, wissen muss, dass das

la direzione verso la quale bisognerà lavorare per tutta la vita. Cioè si è molto banalmente

esposti. Esposti significa esposti a tutta una serie di cose positive che arrivano, ovviamente,

ma anche di cose negative che arrivano. E io suggerisco sempre un certo distacco, che

attenzione, non deve essere un distacco dagli ascoltatori o dagli utenti o dalla community,

perché quello è sbagliato, quello identifica una certa freddezza, quello è il vip che

si mette al di sopra delle parti. Io non credo che sia questo il modo giusto, semplicemente

un distacco interno, considerando che il giudizio di quelle persone non esprime la verità.

Può parlare di tante cose una persona che mi insulta fisicamente è scontato che abbia

dei problemi con sè stessa o magari dicono cose scontate.. io quante volte appunto ho

le occhiaie, faccio un video e un sacco di gente sotto mi scrive “hai le occhiaie”

e c*** lo so che c'ho le occhiaie. Lì non è neanche un insulto è l'evidenziare un

qualcosa che uno sa già. Quindi a monte sapere quali possono essere i propri “punti deboli”

che non sono ovviamente dei punti deboli, sono dei punti deboli semplicemente rispetto

ad un modello prestabilito, precostituito che però chi lavora nel settore della comunicazione to a pre-established, pre-constituted model that, however, those who work in the field of communication

deve conoscere. Questo vale anche non soltanto per la parte estetica, ovviamente fisica,

ma vale anche per le idee. Ognuno di noi sa bene o male quali sono i flussi di idee dominanti

e sa che si esprime un'opinione diversa dalla maggioranza comunque o comunque in generale,

quando esprime un'opinione ci sarà sempre qualcuno che ti dice “sei un coglione”o

“quello che dici tu non è corretto” bisogna arrivare preparati ecco.

C: Quindi possiamo riassumere dicendo che, innanzitutto dobbiamo ricordarci che non possiamo

piacere a tutti in generale nella vita, soprattutto poi quando ci esponiamo. E mi è piaciuto

molto il fatto di aver sottolineato di essere consapevoli dei propri punti deboli, se così

si possono chiamare, perché ci sono dei punti deboli che sono semplicemente legati al nostro

aspetto fisico, che sono delle caratteristiche. C'è chi può definirli punti deboli, c'è

che può definirli semplicemente delle features, delle caratteristiche. Però magari anche

i punti deboli del proprio lavoro. Cioè se io faccio un video sul web, mi sto cimentando

per la prima volta, sono bravissima a fare altro però so che devo utilizzare questo

benedetto YouTube, perché così più persone possono conoscere quello che faccio e cominciano

a dirmi che la luce non va bene, che l'inquadratura è storta, che dovevo comprarmi un altro microfono,

piuttosto che quello che ho usato. Magari giocare può essere utile sul fatto di dire:

“non sono questi i miei punti di forza, ci sto lavorando” ed essere molto neutro

in questo. F: Si ma in realtà tantissime volte, se uno

si libera un pò da quest'ansia del giudizio e dal fatto di offendersi e sentirsi ferito

da ciò che dicono gli altri, in realtà dietro da alcuni messaggi probabilmente scritti ma

era sbagliata o scorretta comunque di fondo ci sono sicuramente delle cose che ci possono

aiutare. Poi sta a noi decidere o non me ne frega nulla di questa cosa qua oppure questa

cosa in effetti mi interessa e là dove posso migliorare, se mi interessa migliorare quell'aspetto

li può essere uno spunto in realtà. Quindi ovviamente tutto questo è possibile solo

nel momento in cui c'è una grande serenità d'animo, premesso che ci sono comunque determinate

persone che quando esagerano vanno segnalate, vanno denunciate, vanno querelate e vanno

bloccate. Quindi non è che uno, voglio dire, una propria attività digital non è lo sfogatoio Es ist also nicht so, dass man, ich meine, die eigene digitale Aktivität ist nicht das Ventil.

altrui quindi la dove la gente viene a fare bisogni deve essere allontanata. Quindi è andere, so dass dort, wo Menschen sich erleichtern, sie entfernt werden müssen. Es ist also

chiaro che ci sono nei limiti a perché ci sono vari livelli di commenti, di giudizi, Es ist klar, dass es Grenzen gibt, warum es verschiedene Ebenen von Kommentaren, von Urteilen gibt,

di insulti, ovviamente. C: E cosa pensi delle donne che giudicano C: Und was halten Sie von Frauen, die über andere Frauen urteilen?

altre donne? Te lo chiedo perché il mondo femminile è particolarmente sensibile a questo

tema. È vero che tu sei stata educata a non farlo però noi donne siamo particolarmente

brave ad esprimere giudizi nei confronti di altre che magari consideriamo anche dei modelli good at making judgments about others whom we may even consider role models

o a cui aspiriamo però semplicemente non abbiamo il coraggio di fare quello che hanno

fatto loro e quindi spariamo queste opinioni assolutamente indesiderate e che ci fanno

tra l'altro stare male. F: Ma le donne hanno probabilmente questa

cosa. Io non so, io se sono stata molto insultata sia da donna che da uomini quindi non so effettivamente

se sono di più le donne. È anche vero che le donne hanno un retaggio storico culturale

proprio ancestrale di vessazioni e di vessazioni all'interno della società. Quindi sono abituate

fin da piccole ad essere giudicate, ma proprio quando ancora hanno un'età veramente intorno

ai 2-3 anni sono abituate a doversi occupare più degli uomini del proprio aspetto estetico.

Quindi è ovvio che di conseguenza il giudizio sia ancora di più incarnato all'interno del

loro modo di pensare, per cui non la vedo come una responsabilità specifica delle donne

quanto semmai come una responsabilità di un certo tipo di società comunque maschilista

e patriarcale. Ovviamente sta poi alle donne nel momento in cui hanno gli strumenti per

farlo liberarsi da questa cosa cioè rendersi conto che questo modo di pensare in realtà

è fatto proprio per tenerle in in una modalità di sudditanza.

C: Assolutamente tra l'altro non so se sei d'accordo su questo ma credo che davvero se

cominciamo ad amarci un pò di più che sembrava il solito cliché no ne parlano tutti in un

sacco di frasi motivazionali le trovi su internet.. il fatto di tornare ad amare noi stessi però

se siamo siamo noi le prime a disprezzarci, anche in segreto perché magari non lo diciamo

verbalmente ma lo pensiamo ci guardiamo allo specchio e pensiamo a qualcosa che non è

particolarmente carino e questa cosa si consolida negli anni poi sicuramente si può manifestare

in maniera più aggressiva anche all'esterno. F: Beh sì perché noi facciamo costantemente

un transfert rispetto agli altri cioè di solito vediamo negli altri proiettato quello

che fa paura a noi di noi stesse o che ci spaventa o qualcosa che odiamo di noi. Quindi

è chiaro che un essere umano sereno nel suo essere non ha questa necessità. Premettendo

sempre che comunque che c'è anche dall'altro lato a volte un'eccessiva permalosità. Cioè

anche vero che è anche giusto esprimere opinioni e che in realtà chi si espone lo fa nel diciamo

desiderio di avere feedback dagli altri. Quindi questo deve essere incentivato, non deve diventare

un modo per dire “vabbè non dico niente”, nel senso che un ambiente sereno e sano prevede

anche che io se interpellato, magari possa esprimere dei giudizi che possono essere critici

ma in maniera costruttiva. C: Per chi si trova in questo momento a fare

il salto di visibilità, esposizione cioè si trova ad avere un proprio progetto, una

propria idea magari l'ha già creata la già consolidata però non ha ancora avuto il coraggio

di esporsi e nei canali digital per appunto paura di far vedere il proprio volto, di quello

che potrebbero dire gli altri, oltre a quello che già abbiamo detto, c'è qualcosa non

lo so una frase che magari hai detto a te stessa in passato, qualcosa che in qualche

modo può potrebbe aiutarle se ripetuto a se stesse ad andare oltre? Weg könnte ihnen helfen, wenn sie sich wiederholen, um weiter zu gehen?

F: In realtà il fatto che noi siamo già esposti, io faccio sempre questo esempio, F: Die Tatsache, dass wir bereits exponiert sind, nenne ich immer als Beispiel,

soprattutto quando mi trovo a “rimproverare” qualcuno che mi insulta su Instagram o anche vor allem, wenn ich mich dabei ertappe, wie ich über jemanden "schimpfe", der mich auf Instagram beleidigt oder sogar

maniaci che vengono a dire “belle tette” oppure -che mi fa impazzire completamente-

i feticisti, che nel momento in cui ti metti una foto in cui si vedono casualmente i piedi

sembra che tu gli abbia provocati e quindi ti dicono “hai provocato, facci vedere i

piedini”. Allora, Instagram in generale sociale è come se fossero una piazza sociale,

come essere in spiaggia cioè tu in spiaggia non vai da una dire “belle tette” oppure

“che bei piedini che hai” non lo fai. Non lo fai per convenzione sociale, nel senso

quello è un posto dove però i corpi sono esposti, perché tante volte dietro il commento

un pò maniaco o anche un pò cattivo viene risposto con “vabbè però tu hai esposto

il tuo corpo”. Ma il mio corpo, la mia persona è costantemente esposta perché io vado in

giro per strada, parlo con la gente, vado al supermercato, vado in spiaggia mezza nuda

come tutti e quindi, voglio dire, secondo me una cosa incoraggiante da pensare può

essere il fatto che quello è semplicemente l'amplificazione ma neanche tanto, perché

dipende da cosa fai, se vai in una spiaggia affollatissima di Ibiza è uguale, è l'amplificazione

dell'esposizione che già noi abbiamo tutti i giorni nella vita. Il fatto di doversi esporre

e di avere a che fare con gli altri è un momento fondamentale della formazione dell'individuo.

Io ho sofferto di mutismo selettivo da bambina ed è per questo che sono stata spedita da

mia madre a studiare recitazione. Prima canto e poi recitazione, con una sofferenza immane

perché il mutismo selettivo è un tipo di malattia psicologica non fisiologica che non

ti fa parlare quindi io non parlavo, stavo muta, per cui dover cantare o fare recitazione

era proprio un trauma. È chiaro che però passandoci da una formazione profonda, artistica,

sana come quella del teatro, mi ha aiutato molto quindi in realtà è un tipo di di percorso

che tutti dobbiamo fare indipendentemente dal lavoro o da quello che vogliamo fare poi

con i social o con la nostra esposizione digitale. É comunque un lavoro fanno da fare perché

riguarda il rapporto tra noi e gli altri. C: Federica per lavorare su te stessa credo

sia un percorso che non ha una fine è un continuo, che cosa fai nella tua quotidianità?

F: Allora rido perché lavorare su se stessi ha diverse fasi, nel senso che poi nella quotidianità

soprattutto quando si fa quello che faccio io, ma in generale quando la carriera diciamo

prende una via di un certo riscontro, poi ci si scontra anche con la mancanza di tempo

che una cosa secondo me tremenda tremenda perché per lavorare su se stessi ci vuole

tempo spazio e un luogo, proprio, di riflessione. Quindi io cerco di fare meditazione in realtà

a volte ce la faccio, a volte no. Ci sono dei periodi in cui sono magari molto piano

di lavoro molto stressata e sento proprio il bisogno a un certo punto di fermarmi. Perché

comunque i ritmi degli esseri umani non sono sempre coincidenti con i ritmi della società

esterna. Questa cosa importante saperla nel senso che poi uno li tiene li regge i ritmi

esterni però anche giusto ogni tanto fermarsi. Io ho fatto terapia per tanti anni poi non

ho più sentito il bisogno e ho fatto dei percorsi interiori e spirituali, quindi in

questo momento preoccuparmi di me faccio yoga, faccio meditazione e leggo. Leggo delle cose

che mi portano sempre a riflettere su dei mondi un pò paralleli e non proprio sulla

quotidianità, e questa è la cosa che mi fa stare meglio con me stessa.

C: Posso chiederti che libro stai leggendo in questi giorni in questo periodo o l'ultimo

che hai lettto. F: Guarda uno degli ultimi che ho letto è

La Tenda Rossa di Anita Diamant che è stato ripubblicato da edizioni Tlon, in realtà

da poco, è stato ripubblicato quest'anno. L'ho trovato un libro strepitoso, che consiglio

a tutte le donne perché proprio secondo me è un libro fondamentale per la formazione

femminile ed è un libro degli anni 80, non vorrei dire baggianate, che è stato riedito

adesso. Bellissimo che reinterpreta la storia biblica divina la figlia di Giacobbe reinventando

questa storia. Lei è cresciuta con quattro madri e racconta questa sorella storia di

donne ancestrale, molto bello. C: Federica, a proposito di tempo io ti voglio ringraziare

moltissimo per essere stata con noi in questa chiacchierata e ti chiedo dove possiamo seguirti?

So che sei sempre “on the go” e stai facendo un sacco di progetti, uno dietro l'altro,

dacci una carrellata su dove possiamo trovarti! F: Allora sicuramente ci saranno i live, dove

mi potrete vedere e quindi invito tutti a seguire gli aggiornamenti che sono poi sui

miei social quindi sul mio Instagram, sia sul mio Facebook sia come Martina Dell'Ombra

che come Federica Cacciola perché ho splittato i due mondi, e poi in televisione con il nuovo

programma di Serena Dandini “Assemblea Generale” su Raitre e su Radio Deejay, il weekend con

il Boss del Weekend insieme a Daniele Bossari. C: Fantastico Federica, se dovessi chiederti

un'ultima domanda a bruciapelo: secondo te quale donna dovrai intervistare dopo di te?

F: Maura Gancitano C: Fantastico. Che tra l'altro è la fondatrice

di Tlon, giusto? F: Esatto, giuro non mi pagano ma semplicemente

c'è da un presente perché faccio delle attività con loro e soprattutto perché lei, insieme

anche a tante altre, adesso mi è venuta lei sul momento però sta facendo tanto per l'empowerment

femminile, quello vero. Perché poi farlo seriamente e molto complesse ci vuole molto

lavoro e poi ovviamente Serena Dandini. C: Fantastica! Che so essere il tuo modello

artistico F: Io la chiamo la mia mamma artistica!

C: Fantastico Federica, io ti ringrazio moltissimo e ringrazio le ragazze che sono in ascolto.

Come sempre ricordo che questa è una puntata che si può sia guardare che ascoltare su

tutti i nostri canali, troverete tutti i riferimenti in questa pagina, quindi se state ovviamente

ascoltando o guardando l'episodio da dal sito Biz-academy.it/podcast altrimenti portate

le vostre dolci chiappette sulla pagina per riguardare tutti i riferimenti e trovare quello

che fa per voi, grazie ancora! F: Ciao grazie!

C: Questo è tutto per la puntata di oggi. Spero di averti dato qualche utile spunto

che potrai implementare sin da subito. Se crescere un business in cui credi sul web

in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi piani e non sei ancora entrata a Biz

Academy puoi farlo visitando il sito Biz-academy.it Noi come sempre ci sentiamo e vediamo alla

prossima puntata impact [Musica]