Oltre la Paura del Giudizio, con Federica Cacciola (a.k.a Martina dell'Ombra) - YouTube
Ciao e benvenuti a una nuova puntata di Impact Girl! Oggi parliamo di un tema che tocca tutti
e tutte da vicino: come superare il pensiero giudicante.. il nostro, la nostra tendenza
a giudicare e la nostra paura di essere giudicati. Lo faremo con un ospite veramente speciale,
parlo di Federica Cacciola, autrice e conduttrice e attrice divenuta nota nel 2014 grazie al
suo personaggio satirico Martina dell'Ombra, che ha raggiunto, se non sbaglio, oltre 50
milioni di views su YouTube. Quindi ragazzi se c'è qualcuno che sa che cosa significa
ricevere giudizi particolarmente spiacevoli a volte e come gestirli proprio lei, è proprio
Federica e insieme a lei cercheremo di capire come anche noi, nel nostro piccolo, possiamo
cominciare ad imparare a lasciarci scivolare addosso quello che proprio non ci serve! 3-2-1
tuffiamoci! Ah dimenticavo! Se stai guardando questo video da YouTube ricordati di iscriverti
al canale, soprattutto di attivare la campanellina che c'è accanto al pulsante Iscriviti, altrimenti
non serve a nulla. Se invece stai guardando questo video o stai ascoltando questo audio
dal sito Biz-academy.it/podcast ti invito, come sempre, a lasciare un tuo commento, un
tuo contributo dove ci dici qual è l'idea chiave più importante che hai ricavato e
tratto da questa puntata e che metterai in pratica fin da subito.
Ciao a tutte ragazze! Benvenute a una nuovissima puntata di Impact Girl. Oggi ho davvero l'onore,
un vero e proprio onore, di avere qui come ospite con noi Federica Cacciola, ciao Federica!
F: Ciao! C: Grazie per essere qui con noi oggi!
F: Grazie a voi! C: Quando ti ho introdotto il tuo nome non
ha subito suscitato un WOW perché ho omesso di dire che uno dei tuoi personaggi più conosciuti
sul web ad oggi è Martina Dell'Ombra e anche per questo la tematica che ti ha proposto
di approfondire insieme oggi in questa puntata è la paura del giudizio degli altri, come
andare oltre. Diciamo che la motivazione di questa scelta legata al fatto che spesso il
giudizio è la causa principale della non realizzazione di sogni, progetti, di veri
e propri cambiamenti nella nostra vita che siano lavorativi o meno. Qui però stiamo
parlando ad un gruppo di donne è che sono imprenditrici, sono donne in carriera.. donne
che non dovrebbero avere paura del giudizio degli altri ma in realtà questa è una paura
così forte che più spesso che non diventa un vero e proprio ostacolo alla nostra possibilità
di crescita e realizzazione. In una delle tue interviste, quando parli della tua storia,
hai raccontato di come tu abbia avuto la fortuna di crescere in un contesto socio culturale
abbastanza libero dal pensiero giudicante, il che probabilmente ti ha aiutato molto perché
tu di giudizi anche molto forti a volte ne sai qualcosa, anche se non tu come Federica
magari direttamente però diciamo che se anche nel mirino c'è stato e c'è tuttora il tuo
personaggio satirico, no, è il termine giusto che è Martina dell'Ombra sei sempre tu che
la reciti quindi ti chiedo come diavolo riesci a prendere le distanze?
F: Allora, intanto si, Martina Dell'Ombra e di conseguenza anche io abbiamo ricevuto
un sacco di insulti. Diciamo che sono la persona che ha ricevuto più p* sul web dopo Laura
Boldrini probabilmente e tantissime altre tipologie di insulti. Allora in realtà io
ho una formazione attoriale quindi ho fatto un percorso a monte, che parte proprio, diciamo,
dal distacco. Dal distacco che cosa significa? Dal distacco proprio dal pensiero giudicante.
Per un attore o comunque anche anche per uno scrittore insomma per chiunque approcci all'ambito
artistico e voglia raccontare dei mondi, delle realtà, il pensiero giudicante è proprio
un ostacolo perché se io giudico un modo di essere non posso raccontarlo con verità.
Quindi all'interno di questo percorso che cosa si fa? Ci si distacca dal pensiero giudicante
e si inizia una dis-identificazione con i giudizi altrui, anche rispetto al proprio
io, nel senso che io mi distacco perché comunque quei giudizi sono rivolti al personaggio di
Martina Dell'Ombra, ma e questo è un concetto filosoficamente un pò più complesso, però
cercherò di sintetizzarlo, il mio io non è nemmeno Federica Cacciola. Cioè io non
sono neanche questo stesso corpo. Ovviamente la cosa è più complessa però è così,
quindi il pensiero giudicante niente a che fare con la verità, non con la realtà. Perché
se qualcuno mi dice hai il nasone questo può essere una realtà oggettiva ma niente a che
fare con la verità ontologica della mia esistenza quindi non mi dovrebbe in nessun modo toccare.
Purtroppo il pensiero giudicante però è un vizio culturale però proprio della nostra
società e io sicuramente ho avuto la fortuna di là della mia formazione di avere anche
proprio come attrice di avere anche una formazione all'interno della famiglia che mi ha evitato
di applicare questo metodo. Io ricordo l'unico schiaffo che mi diede mia madre fu quando
da ragazzina ti direi 13-14 anni quando si iniziano a esprimere giudizi sulle altre ragazzine,
uno aveva baciato il mio fidanzato io tornai a casa dicendo quella è una zoccola, mia
madre mi diede un ceffone che ancora me lo ricordo, per il principio “non si dice mai
questa cosa di un'altra donna”. E ancora me lo ricordo, profondamente perché fu un'umiliazione
che però mi ha aiutato a comprendere che ci sono proprio dei principi che non devono
essere violati. Ovviamente questa cosa non essendo insegnata purtroppo non viene neanche
praticata. C: Quindi si può dire che hai prima di tutto
ho imparato a essere tu la prima a non giudicare, perché poi questo comincia a riflettersi
anche al contrario il che non significa che gli altri non giudichino ma significa che
tu riesci ad essere un pochino più neutrale? F: Si, io sono comunque cresciuta in un contesto
familiare dove in ogni caso esprimere il giudizio non era una cosa carina, non so non ricordo
mia madre che esprima giudizi sulla fisicità di altre donne ad esempio. Ed è chiaro che
uno poi imita quello che vede quindi sicuramente stato questo e poi ovviamente crescendo io
ho continuato un percorso che andava sempre di più in questa direzione.
C: In un contesto lavorativo come quello della televisione dove hai lavorato, della radio,
del web.. del web soprattutto, mi viene da dire, perché quello che conosco meglio io
almeno personalmente il dove il pensiero giudicante continuo, perché i giudizi sono gratuiti,
sono costanti sono a volte assolutamente fuori contesto e fuori luogo utilizzati solo come
modo per sfogare la propria rabbia e la propria frustrazione. Ti chiedo ci dai qualche spunto
pratico per chi non ha avuto la possibilità di avere una formazione sia educativo e familiare
che poi professionale di questo tipo per riuscire a, non dico a distaccarsi completamente perché
quello è un percorso di una vita per molti di noi, però per cominciare un pochino ad
agire nonostante la paura di quello che gli altri sia mai potrebbero dire?
F: Allora secondo me, in generale, quando si inizia a fare un lavoro che prevede una
esposizione che sia questo sul web che sia in televisione, che sia una radio, da qualunque
parte, qualunque cosa preveda un esposizione mediatica secondo me deve essere fatto a monte
un lavoro su se stessi. Questo non significa che chi insulta o chi giudica sia giustificato
in qualche modo però è anche vero che se ci si espone bisogna sapere che quella è
la direzione verso la quale bisognerà lavorare per tutta la vita. Cioè si è molto banalmente
esposti. Esposti significa esposti a tutta una serie di cose positive che arrivano, ovviamente,
ma anche di cose negative che arrivano. E io suggerisco sempre un certo distacco, che
attenzione, non deve essere un distacco dagli ascoltatori o dagli utenti o dalla community,
perché quello è sbagliato, quello identifica una certa freddezza, quello è il vip che
si mette al di sopra delle parti. Io non credo che sia questo il modo giusto, semplicemente
un distacco interno, considerando che il giudizio di quelle persone non esprime la verità.
Può parlare di tante cose una persona che mi insulta fisicamente è scontato che abbia
dei problemi con sè stessa o magari dicono cose scontate.. io quante volte appunto ho
le occhiaie, faccio un video e un sacco di gente sotto mi scrive “hai le occhiaie”
e c* lo so che c'ho le occhiaie. Lì non è neanche un insulto è l'evidenziare un
qualcosa che uno sa già. Quindi a monte sapere quali possono essere i propri “punti deboli”
che non sono ovviamente dei punti deboli, sono dei punti deboli semplicemente rispetto
ad un modello prestabilito, precostituito che però chi lavora nel settore della comunicazione
deve conoscere. Questo vale anche non soltanto per la parte estetica, ovviamente fisica,
ma vale anche per le idee. Ognuno di noi sa bene o male quali sono i flussi di idee dominanti
e sa che si esprime un'opinione diversa dalla maggioranza comunque o comunque in generale,
quando esprime un'opinione ci sarà sempre qualcuno che ti dice “sei un coglione”o
“quello che dici tu non è corretto” bisogna arrivare preparati ecco.
C: Quindi possiamo riassumere dicendo che, innanzitutto dobbiamo ricordarci che non possiamo
piacere a tutti in generale nella vita, soprattutto poi quando ci esponiamo. E mi è piaciuto
molto il fatto di aver sottolineato di essere consapevoli dei propri punti deboli, se così
si possono chiamare, perché ci sono dei punti deboli che sono semplicemente legati al nostro
aspetto fisico, che sono delle caratteristiche. C'è chi può definirli punti deboli, c'è
che può definirli semplicemente delle features, delle caratteristiche. Però magari anche
i punti deboli del proprio lavoro. Cioè se io faccio un video sul web, mi sto cimentando
per la prima volta, sono bravissima a fare altro però so che devo utilizzare questo
benedetto YouTube, perché così più persone possono conoscere quello che faccio e cominciano
a dirmi che la luce non va bene, che l'inquadratura è storta, che dovevo comprarmi un altro microfono,
piuttosto che quello che ho usato. Magari giocare può essere utile sul fatto di dire:
“non sono questi i miei punti di forza, ci sto lavorando” ed essere molto neutro
in questo. F: Si ma in realtà tantissime volte, se uno
si libera un pò da quest'ansia del giudizio e dal fatto di offendersi e sentirsi ferito
da ciò che dicono gli altri, in realtà dietro da alcuni messaggi probabilmente scritti ma
era sbagliata o scorretta comunque di fondo ci sono sicuramente delle cose che ci possono
aiutare. Poi sta a noi decidere o non me ne frega nulla di questa cosa qua oppure questa
cosa in effetti mi interessa e là dove posso migliorare, se mi interessa migliorare quell'aspetto
li può essere uno spunto in realtà. Quindi ovviamente tutto questo è possibile solo
nel momento in cui c'è una grande serenità d'animo, premesso che ci sono comunque determinate
persone che quando esagerano vanno segnalate, vanno denunciate, vanno querelate e vanno
bloccate. Quindi non è che uno, voglio dire, una propria attività digital non è lo sfogatoio
altrui quindi la dove la gente viene a fare bisogni deve essere allontanata. Quindi è
chiaro che ci sono nei limiti a perché ci sono vari livelli di commenti, di giudizi,
di insulti, ovviamente. C: E cosa pensi delle donne che giudicano
altre donne? Te lo chiedo perché il mondo femminile è particolarmente sensibile a questo
tema. È vero che tu sei stata educata a non farlo però noi donne siamo particolarmente
brave ad esprimere giudizi nei confronti di altre che magari consideriamo anche dei modelli
o a cui aspiriamo però semplicemente non abbiamo il coraggio di fare quello che hanno
fatto loro e quindi spariamo queste opinioni assolutamente indesiderate e che ci fanno
tra l'altro stare male. F: Ma le donne hanno probabilmente questa
cosa. Io non so, io se sono stata molto insultata sia da donna che da uomini quindi non so effettivamente
se sono di più le donne. È anche vero che le donne hanno un retaggio storico culturale
proprio ancestrale di vessazioni e di vessazioni all'interno della società. Quindi sono abituate
fin da piccole ad essere giudicate, ma proprio quando ancora hanno un'età veramente intorno
ai 2-3 anni sono abituate a doversi occupare più degli uomini del proprio aspetto estetico.
Quindi è ovvio che di conseguenza il giudizio sia ancora di più incarnato all'interno del
loro modo di pensare, per cui non la vedo come una responsabilità specifica delle donne
quanto semmai come una responsabilità di un certo tipo di società comunque maschilista
e patriarcale. Ovviamente sta poi alle donne nel momento in cui hanno gli strumenti per
farlo liberarsi da questa cosa cioè rendersi conto che questo modo di pensare in realtà
è fatto proprio per tenerle in in una modalità di sudditanza.
C: Assolutamente tra l'altro non so se sei d'accordo su questo ma credo che davvero se
cominciamo ad amarci un pò di più che sembrava il solito cliché no ne parlano tutti in un
sacco di frasi motivazionali le trovi su internet.. il fatto di tornare ad amare noi stessi però
se siamo siamo noi le prime a disprezzarci, anche in segreto perché magari non lo diciamo
verbalmente ma lo pensiamo ci guardiamo allo specchio e pensiamo a qualcosa che non è
particolarmente carino e questa cosa si consolida negli anni poi sicuramente si può manifestare
in maniera più aggressiva anche all'esterno. F: Beh sì perché noi facciamo costantemente
un transfert rispetto agli altri cioè di solito vediamo negli altri proiettato quello
che fa paura a noi di noi stesse o che ci spaventa o qualcosa che odiamo di noi. Quindi
è chiaro che un essere umano sereno nel suo essere non ha questa necessità. Premettendo
sempre che comunque che c'è anche dall'altro lato a volte un'eccessiva permalosità. Cioè
anche vero che è anche giusto esprimere opinioni e che in realtà chi si espone lo fa nel diciamo
desiderio di avere feedback dagli altri. Quindi questo deve essere incentivato, non deve diventare
un modo per dire “vabbè non dico niente”, nel senso che un ambiente sereno e sano prevede
anche che io se interpellato, magari possa esprimere dei giudizi che possono essere critici
ma in maniera costruttiva. C: Per chi si trova in questo momento a fare
il salto di visibilità, esposizione cioè si trova ad avere un proprio progetto, una
propria idea magari l'ha già creata la già consolidata però non ha ancora avuto il coraggio
di esporsi e nei canali digital per appunto paura di far vedere il proprio volto, di quello
che potrebbero dire gli altri, oltre a quello che già abbiamo detto, c'è qualcosa non
lo so una frase che magari hai detto a te stessa in passato, qualcosa che in qualche
modo può potrebbe aiutarle se ripetuto a se stesse ad andare oltre?
F: In realtà il fatto che noi siamo già esposti, io faccio sempre questo esempio,
soprattutto quando mi trovo a “rimproverare” qualcuno che mi insulta su Instagram o anche
maniaci che vengono a dire “belle tette” oppure -che mi fa impazzire completamente-
i feticisti, che nel momento in cui ti metti una foto in cui si vedono casualmente i piedi
sembra che tu gli abbia provocati e quindi ti dicono “hai provocato, facci vedere i
piedini”. Allora, Instagram in generale sociale è come se fossero una piazza sociale,
come essere in spiaggia cioè tu in spiaggia non vai da una dire “belle tette” oppure
“che bei piedini che hai” non lo fai. Non lo fai per convenzione sociale, nel senso
quello è un posto dove però i corpi sono esposti, perché tante volte dietro il commento
un pò maniaco o anche un pò cattivo viene risposto con “vabbè però tu hai esposto
il tuo corpo”. Ma il mio corpo, la mia persona è costantemente esposta perché io vado in
giro per strada, parlo con la gente, vado al supermercato, vado in spiaggia mezza nuda
come tutti e quindi, voglio dire, secondo me una cosa incoraggiante da pensare può
essere il fatto che quello è semplicemente l'amplificazione ma neanche tanto, perché
dipende da cosa fai, se vai in una spiaggia affollatissima di Ibiza è uguale, è l'amplificazione
dell'esposizione che già noi abbiamo tutti i giorni nella vita. Il fatto di doversi esporre
e di avere a che fare con gli altri è un momento fondamentale della formazione dell'individuo.
Io ho sofferto di mutismo selettivo da bambina ed è per questo che sono stata spedita da
mia madre a studiare recitazione. Prima canto e poi recitazione, con una sofferenza immane
perché il mutismo selettivo è un tipo di malattia psicologica non fisiologica che non
ti fa parlare quindi io non parlavo, stavo muta, per cui dover cantare o fare recitazione
era proprio un trauma. È chiaro che però passandoci da una formazione profonda, artistica,
sana come quella del teatro, mi ha aiutato molto quindi in realtà è un tipo di di percorso
che tutti dobbiamo fare indipendentemente dal lavoro o da quello che vogliamo fare poi
con i social o con la nostra esposizione digitale. É comunque un lavoro fanno da fare perché
riguarda il rapporto tra noi e gli altri. C: Federica per lavorare su te stessa credo
sia un percorso che non ha una fine è un continuo, che cosa fai nella tua quotidianità?
F: Allora rido perché lavorare su se stessi ha diverse fasi, nel senso che poi nella quotidianità
soprattutto quando si fa quello che faccio io, ma in generale quando la carriera diciamo
prende una via di un certo riscontro, poi ci si scontra anche con la mancanza di tempo
che una cosa secondo me tremenda tremenda perché per lavorare su se stessi ci vuole
tempo spazio e un luogo, proprio, di riflessione. Quindi io cerco di fare meditazione in realtà
a volte ce la faccio, a volte no. Ci sono dei periodi in cui sono magari molto piano
di lavoro molto stressata e sento proprio il bisogno a un certo punto di fermarmi. Perché
comunque i ritmi degli esseri umani non sono sempre coincidenti con i ritmi della società
esterna. Questa cosa importante saperla nel senso che poi uno li tiene li regge i ritmi
esterni però anche giusto ogni tanto fermarsi. Io ho fatto terapia per tanti anni poi non
ho più sentito il bisogno e ho fatto dei percorsi interiori e spirituali, quindi in
questo momento preoccuparmi di me faccio yoga, faccio meditazione e leggo. Leggo delle cose
che mi portano sempre a riflettere su dei mondi un pò paralleli e non proprio sulla
quotidianità, e questa è la cosa che mi fa stare meglio con me stessa.
C: Posso chiederti che libro stai leggendo in questi giorni in questo periodo o l'ultimo
che hai lettto. F: Guarda uno degli ultimi che ho letto è
La Tenda Rossa di Anita Diamant che è stato ripubblicato da edizioni Tlon, in realtà
da poco, è stato ripubblicato quest'anno. L'ho trovato un libro strepitoso, che consiglio
a tutte le donne perché proprio secondo me è un libro fondamentale per la formazione
femminile ed è un libro degli anni 80, non vorrei dire baggianate, che è stato riedito
adesso. Bellissimo che reinterpreta la storia biblica divina la figlia di Giacobbe reinventando
questa storia. Lei è cresciuta con quattro madri e racconta questa sorella storia di
donne ancestrale, molto bello. C: Federica, a proposito di tempo io ti voglio ringraziare
moltissimo per essere stata con noi in questa chiacchierata e ti chiedo dove possiamo seguirti?
So che sei sempre “on the go” e stai facendo un sacco di progetti, uno dietro l'altro,
dacci una carrellata su dove possiamo trovarti! F: Allora sicuramente ci saranno i live, dove
mi potrete vedere e quindi invito tutti a seguire gli aggiornamenti che sono poi sui
miei social quindi sul mio Instagram, sia sul mio Facebook sia come Martina Dell'Ombra
che come Federica Cacciola perché ho splittato i due mondi, e poi in televisione con il nuovo
programma di Serena Dandini “Assemblea Generale” su Raitre e su Radio Deejay, il weekend con
il Boss del Weekend insieme a Daniele Bossari. C: Fantastico Federica, se dovessi chiederti
un'ultima domanda a bruciapelo: secondo te quale donna dovrai intervistare dopo di te?
F: Maura Gancitano C: Fantastico. Che tra l'altro è la fondatrice
di Tlon, giusto? F: Esatto, giuro non mi pagano ma semplicemente
c'è da un presente perché faccio delle attività con loro e soprattutto perché lei, insieme
anche a tante altre, adesso mi è venuta lei sul momento però sta facendo tanto per l'empowerment
femminile, quello vero. Perché poi farlo seriamente e molto complesse ci vuole molto
lavoro e poi ovviamente Serena Dandini. C: Fantastica! Che so essere il tuo modello
artistico F: Io la chiamo la mia mamma artistica!
C: Fantastico Federica, io ti ringrazio moltissimo e ringrazio le ragazze che sono in ascolto.
Come sempre ricordo che questa è una puntata che si può sia guardare che ascoltare su
tutti i nostri canali, troverete tutti i riferimenti in questa pagina, quindi se state ovviamente
ascoltando o guardando l'episodio da dal sito Biz-academy.it/podcast altrimenti portate
le vostre dolci chiappette sulla pagina per riguardare tutti i riferimenti e trovare quello
che fa per voi, grazie ancora! F: Ciao grazie!
C: Questo è tutto per la puntata di oggi. Spero di averti dato qualche utile spunto
che potrai implementare sin da subito. Se crescere un business in cui credi sul web
in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi piani e non sei ancora entrata a Biz
Academy puoi farlo visitando il sito Biz-academy.it Noi come sempre ci sentiamo e vediamo alla
prossima puntata impact [Musica]