CINA abolisce la POVERTÀ e il REM in ITALIA NON FUNZIONA
ma benvenuti in una nuova puntata di Whatsapp Economy Podcast.
Oggi parleremo di cambiamento climatico appena finirà l'introduzione.
Next Generation EU e Visegrad al minuto 3.46 Next Generation EU targato Italia al minuto
9.28 Cina e l'abolizione della povertà al minuto
17.43 Una piccola postilla al cashback di Stato
di cui abbiamo parlato settimana scorsa al minuto 26.55
Parleremo anche di politica monetaria, BCE e mercati finanziari al minuto 30.15
E parleremo per ultimo del reddito d'emergenza e della sua funzionamento e della sua efficacia
al minuto 34.55 Buon divertimento!
Il 10 e 11 dicembre è avvenuto il Consiglio Europeo in cui si è parlato di varie cose
tra cui anche di clima.
L'obiettivo dell'Europa riguardo il clima è di diventare neutrale a livello di emissioni
di CO2 entro il 2050.
Però si è posto anche un obiettivo intermedio che ha la data del 2030.
Infatti entro il 2030 dovremmo ridurre del 40% le emissioni di CO2 nei confronti delle
emissioni prodotte nel 1990.
Però dopo di ciò la Commissione Europea ha proposto di aumentare questo obiettivo nel
2030 dal 40% al 55%.
Però il Parlamento Europeo ha rincarato la dose e infatti ultimamente ha proposto sua
volta l'obiettivo di aumentarlo fino al 60% sempre nei confronti delle emissioni emesse
nel 1990.
Nel Consiglio Europeo dell'11 dicembre i capi di governo hanno deciso di imporre l'obiettivo
intermedio del 2030 con un obiettivo pari al 55% quindi sostanzialmente confermando
la proposta della Commissione Europea.
Come si può arrivare a ciò?
E' scritto anche qui nel Consiglio Europeo che si implementeranno tutta una serie di
iniziative che spingeranno la rivoluzione verde e il rispetto dell'ambiente.
All'interno di queste cose ad esempio è imposto lo stanziamento di fondi all'interno del
budget europeo e del Next Generation EU pari al 30% di cui tutti questi fondi dovrebbero
essere indirizzati verso tematiche verdi e il cambiamento climatico.
In più si è anche posto un'attenzione riguardo l'aspetto finanziario.
Infatti entro il 2021 ci dovrebbe essere una proposta su una standardizzazione dei bond
e dei titoli obbligazionari verdi, dei green bond, i cosiddetti green bond.
Quindi non solo una spinta verso l'economia reale e il miglioramento dell'innovazione
per un'economia verde ma anche un occhio di riguardo sulla finanza verde che ovviamente
dovrebbe avere un ulteriore impatto riguardo il cambiamento climatico.
Comunque il raggiungimento dell'obiettivo non è stato assolutamente semplice.
Infatti il Consiglio Europeo è durato tutta la notte tra giovedì e venerdì 11 dicembre.
Questo perché alcune nazioni, tra cui in particolar modo la Polonia, mettevano molte
pressioni sul non raggiungimento di questo accordo in quanto la Polonia è uno dei principali
produttori di energia derivanti dal carbone che è un elemento naturale che produce più
CO2 tra tutti.
In particolar modo la Polonia spingeva sul fatto di porre a questo obiettivo in base
al PIL di ogni singola nazione in modo tale che i paesi più piccoli a livello economico
potessero agevolare una transizione molto più semplice e non imponendo dei paletti
così restrittivi.
E soprattutto un altro argomento di cui si è discusso sono i sovvenzionamenti, i finanziamenti
riguardo proprio questa transizione verde.
Alla fine comunque l'accordo si è trovato.
Ma ora occupiamoci dell'altra parte del Consiglio Europeo, quella probabilmente che ha creato
più polemiche.
Stiamo parlando del accordo raggiunto tra i paesi di Visegrad e tutti gli altri paesi
dell'Unione Europea riguardo il budget europeo del 2021-2027 e il Next Generation EU.
Di questa cosa ne avevo parlato più in dettaglio in un video che credo sia uscito verso ottobre.
Comunque se digitate Whatsapp Economy Paesi di Visegrad credo che vi uscirà su Youtube
e se volete approfondire la questione più nel dettaglio andate a recuperare quel video.
Basti sapere comunque che i paesi di Visegrad avevano posto il bastone fra le ruote all'approvazione
del budget europeo del Next Generation EU proprio perché non solo gli stati europei
ma anche la Commissione Europea avevano imposto agli stati membri dell'Unione Europea quello
di rispettare lo Stato di Diritto, che sono delle norme sacrosante e anche se vogliamo
abbastanza semplici da rispettare ma non per alcuni, lo comprendo, riguardo ad esempio
il rispetto delle minoranze o ancora il rispetto dell'opinione altrui, soprattutto politica
e tutta un'altra serie di cose.
Ripeto, andate a recuperare quel video se siete più interessati.
Addirittura c'è stato uno esponente politico dal nome di Giorgia Meloni che aveva ipotizzato
che ci fosse stato dietro lo zampino della Germania che aveva posto lo Stato di Diritto
proprio per far crollare il Next Generation EU.
Di questo magari ce ne occuperemo in un video adatto che probabilmente uscirà domenica
e credo che sarà abbastanza croccante.
La verità è che la questione dello Stato di Diritto è stata posta dalla Commissione
Europea fin dal 2018 ed è stata ribadita proprio nei Consigli Europei che stavano andando
a definire l'effettiva soluzione del budget europeo del Next Generation EU.
Ovviamente il bastone fra le ruote dei paesi di Visegrad rischiava di far saltare il Next
Generation EU, per questo proprio la Germania, al contrario di quello che sostiene la Meloni,
con merito della Merkel, ha riuscito a trovare un accordo tra i paesi europei e i paesi di
Visegrad.
Alla fine l'accordo si tratta di una cosa che tutti quelli appartenti al Consiglio europeo
hanno ritenuto come ragionevole, e cioè lo Stato di Diritto parte dal 1 gennaio 2021,
quindi entrerà effettivamente in vigore e gli stati dovranno rispettare lo Stato di
Diritto per accedere ai fondi europei, sia da parte del Next Generation EU che da parte
del budget europeo.
Però nel caso in cui ci dovessero essere delle contestazioni riguardo appunto uno Stato
che non rispetta lo Stato di Diritto, questo Stato accusato può fare appello alla Corte
di Giustizia Europea e avrà quindi un delay di questa sentenza di due anni.
E fino a questi due anni lo Stato europeo potrà comunque accedere ai fondi del Next
Generation EU e del budget europeo.
Una volta però che nel caso in cui la Corte di Giustizia trova effettivamente un reato,
un illecito riguardo per appunto questo Stato di Diritto, allora lo Stato di Diritto viene
definito retroattivo.
Significa che anche se lo Stato di Diritto entra in vigore nel 2021, fanno causa e la
Corte di Giustizia si crea il suo giudizio dopo due anni e quindi nel 2023, quindi c'è
la retroattività significa che i fondi che sono stati ammessi dal 2021 al 2023 possono
essere revocati.
Per questo significa la retroattività.
E' una notizia importante per il Parlamento europeo che teneva riguardo questo rispetto
dello Stato di Diritto che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2021.
E' un passo importante anche per tutti gli stati membri che hanno sbloccato finalmente
la questione del Next Generation EU e del budget europeo.
Quindi ufficialmente ci sarà una nuova forma di debito comunitaria a livello europeo.
Questo ormai lo possiamo dire in maniera ufficiale e questa è una buona notizia.
Ma è anche una notizia per i paesi di Visegrad, soprattutto per l'Ungheria, perché nel 2022
l'Ungheria entrerà nelle elezioni e fino a quel momento Orban almeno avrà una gatta
da pelare in meno.
Infatti potrà comunque godere di tutti i fondi del budget europeo e nonostante ciò
fare un po' il cazzo che gli pare sostanzialmente.
Quindi può prendere si fondi europei che non rispettare lo Stato di Diritto tanto poi
il problema sarà possicipato dopo le elezioni.
Quindi è sicuramente una gatta da pelare in meno anche per Orban.
Quindi diciamo che sono un po' tutti vincitori e tutti un po' festeggiano.
Ovviamente come al solito, ormai lo ripetiamo fino alla nausea qui su Whatsapp Economy,
le decisioni prese nel Consiglio Europeo e in generale in tutta l'Europa sono delle decisioni
di compromesso che devono fare un po' contenti tutti.
E in questo caso è un ulteriore esempio di questa situazione europea a 27 in cui ognuno
deve rispettare non solo i propri interessi ma anche un po' accontentare gli interessi
degli altri.
Quindi Next Generation EU confermato, budget europeo confermato e anche lo Stato di Diritto
è confermato.
Prossima notizia, vediamo un po' in dettaglio, cioè in dettaglio non tantissimo, però in
linea generale qual è l'idea dell'Italia nei confronti del Next Generation EU e di
come andrà a spendere i soldi.
Andiamo alla prossima notizia.
Ma ora parliamo del Next Generation EU targato Italia.
È un argomento che si è discusso molto in questa settimana, soprattutto per la proposta
da parte di Conte di nominare sei manager che avranno il compito di controllare tutti
i lavori e i progetti riguardanti per l'appunto questo Next Generation EU che ha creato delle
tensioni nella maggioranza, soprattutto di Renzi che si è opposto e che ha rischiato
di far crollare il governo.
Insomma tutte questioni politiche di cui grazie a di WhatsApp Economy non si occupa.
Infatti noi ci occupiamo di economia.
Ma visto che questo argomento del Next Generation EU targato Italia è ancora in una fase di
bozza non approfondiremo molto questo argomento perché appunto potrebbero cambiare alcune
cose.
Fin dall'inizio ad esempio la cifra si parlava di 209 miliardi, adesso si parla di 196 miliardi
quando in realtà la cifra esatta non la sapremo fino almeno il 2023 in quanto una componente
di questa cifra cambierà in base a come la nazione reagirà a livello economico dalla
pandemia.
Comunque la bozza si basa su 196 miliardi di euro.
Di questi 196 miliardi come abbiamo detto per l'ambiente devono essere imputati almeno
il 30%.
In questo caso il governo italiano imputa alla rivoluzione verde e alla transizione
ecologica il 37,9% di tutti i fondi.
Stiamo parlando a livello numerico di 74,3 miliardi di euro.
Mentre per la digitalizzazione, innovazione e competitività e cultura, altro pilastro
europeo riguardo all'utilizzo di questi soldi, stiamo parlando del 24,9% dei soldi utilizzati
e quindi stiamo parlando di 48,7 miliardi di euro.
Quindi sono queste le voci più grandi del Next Generation EU italiano.
Successivamente si va a parlare di infrastrutture per una mobilità anche qui sostenibile, parliamo
di 27,7 miliardi di euro.
Soprattutto verranno stanziati di questi 27 miliardi 23 miliardi all'alta velocità di
rete e manutenzione stradale 4.0.
Un'altra cosa che mi sono scordato di specificare riguarda la transizione ecologica e il cambiamento
climatico.
La gran parte dei 74 miliardi che verranno stanziati per questo obiettivo, 40 miliardi
andranno all'efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici.
Argomento molto importante soprattutto per le grandi città in quanto il riscaldamento
delle case è uno dei fattori che più impatta l'inquinamento delle grandi città e quindi
sicuramente in questo senso questi soldi potrebbero fare un gran bene se ovviamente ben spesi
alla nostra salute e ai nostri polmoni.
Passiamo poi dopo all'istruzione e ricerca che verranno stanziati 19,2 miliardi pari
al 9,8% di tutti i soldi a disposizione.
In particolar modo 10 miliardi andranno al potenziamento della didattica e al diritto
allo studio e 9,1 miliardi alla ricerca e all'impresa.
Quindi ricerca e sviluppo dell'impresa verranno investiti in questo senso.
Arriviamo poi alla fine al 8,7% di tutti i soldi messi a disposizione dall'Europa,
parliamo di 17,1 miliardi di euro per la parità di genere, coesione sociale e territoriale.
Qui è un argomento che come sapete mi tocca molto soprattutto per la parità di genere
e l'introduzione delle donne, la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, cosa su cui
l'Italia è estremamente indietro.
Chissà se 4,2 miliardi basteranno per risolvere questo problema, poi ci arriviamo riguardo
le previsioni di efficacia.
E in ultimo l'ultimo pilastro di questo Next Generation EU italiano è la salute.
Erano impiegati 9 miliardi che sono pari al 4,6% di tutto l'importo del Next Generation
EU, in particolar modo 4,8 miliardi all'assistenza di prossimità e telemedicina e 4,2 miliardi
riguardanti l'innovazione, la ricerca e la digitalizzazione dell'assistenza sanitaria.
Che impatto avrà il Next Generation EU riguardo la crescita italiana?
Ce lo dice la bozza di governo stessa che prevede l'impatto del Next Generation EU pari
allo 0,3% nel 2021, lo 0,5% nel 2022, l'1,3% nel 2023, l'1,7% nel 2024, il 2% nel 2025
e il 2,3% nel 2026.
Quindi l'impatto che avrà il Next Generation EU nei confronti dell'economia italiana si
andrà ad espandere man mano col proseguire del tempo, quindi man mano che i progetti
effettivamente avverranno e quindi si porteranno a termine.
E' bene specificare che queste cifre non significano che la crescita italiana nel 2021
sarà dello 0,3% ma l'impatto del Next Generation EU nei confronti dell'economia italiana sarà
un aggiuntivo 0,3%, significa che senza Next Generation EU l'Italia crescerà probabilmente
di uno 0,3% in meno.
Questa però è la prospettiva ottimistica da parte del governo, cioè che tutti i fondi
verranno utilizzati al meglio e ci sarà una grande efficienza da parte della pubblica
amministrazione.
Hanno fatto anche delle stime più pessimistiche e che addirittura diminuiscono il contributo
del Next Generation EU all'economia italiana nel 2026 di addirittura un punto percentuale,
quindi se ci saranno dei problemi all'interno della pubblica amministrazione l'economia
italiana subirà un impatto positivo dal Next Generation EU dell'1% minore rispetto al caso
in cui la pubblica amministrazione sarebbe molto più efficiente.
Quindi ritorniamo al discorso che molto spesso il problema dell'Italia non sono i soldi ma
l'efficienza nell'utilizzare questi soldi.
E' bene specificare anche qui che queste sono delle semplici prospettive, delle analisi
ecxante e qualsiasi persona che vi dirà che questo contributo non è abbastanza o
che questo investimento barratto o tott'altro è semplicemente una chiacchiera da barra.
E questa cosa ce la dice in particolar modo l'Ox.
Infatti è proprio l'Ox che ci avverte che l'impatto macroeconomico di tutte queste
riforme strutturali derivanti dal Next Generation EU possono essere valutate solo nel medio
e lungo periodo quindi man mano che tutti i progetti andranno a termine.
E quindi tutte queste stime ecxante sono effettivamente delle semplici stime che
dipenderanno molto dalla durata dei progetti, dalla prosecuzione del progetto, da quanto
effettivamente sarà efficiente l'esecuzione del progetto e da quanto poi in realtà il
progetto avrà un impatto sull'economia che ovviamente da qui a 2, 3, 4 anni cambierà
e quindi si dovrà adattare ai cambiamenti dell'economia.
Quindi sono delle semplici stime e non so vedremo come andrà comunque questa è una
ripeto è una bozza vedremo poi entro fin anno dovremo avere le stime ufficiali e non
solo anche i progetti ufficiali.
Comunque è bene specificare che il termine massimo per presentare i piani di nazionali
di resilienza e ripresa sarà il 30 aprile 2021 quindi ci sarà ancora del tempo come
anche già specificato in un vecchio video che era stato richiesto dagli abbonati che
tra l'altro ne approfitto per salutare e che rendono questa disgraziata trasmissione possibile
come direbbe qualcuno più famoso di me e in quel video anche lì spiegavo tutti i paletti
che aveva imposto l'unione europea e gli obiettivi che si era autoimposta l'italia in questo
senso.
Prossima notizia andiamo in Cina!
Nel settembre del 2018 dopo un primo accordo riguardo la Nadef del primo governo giallo-verde
Luigi Di Maio se ne uscì con una dichiarazione che rimase alla storia della politica italiana
e cioè disse di aver abolito la povertà in Italia riferendosi per l'appunto all'approvazione
da parte del Parlamento di una nuova misura e cioè del reddito di cittadinanza.
Dopo due anni sappiamo benissimo che non è questa assolutamente la realtà e ho fatto
già un video in merito parlando proprio del reddito di cittadinanza e di quanto questo
abbia influito sulla eradicazione o meno della povertà in questo paese.
Ma a due anni di distanza in realtà qualcuno ce l'ha fatta ad abolire la povertà in uno
stato.
Stiamo parlando della Cina che il 23 novembre ha dichiarato di aver eradicato la povertà
nel paese.
In realtà in questo senso la Cina è stata un'avanguardista.
Infatti l'obiettivo di abolire la povertà è stato annunciato addirittura nel 2012,
quindi altro che 2018, quando e nel 2012 i poveri all'interno del paese erano addirittura
90 milioni.
Ma cos'è la povertà?
Credo che l'abbiamo definito in maniera abbastanza efficace nel video proprio del reddito di
cittadinanza quando abbiamo detto che sostanzialmente il concetto di povertà è un concetto estremamente
relativo e abbiamo visto in quell'occasione come essere poveri addirittura in Italia dipende
da regione a regione.
C'è una quantità di denaro che ti permette di non essere povero al sud mentre di essere
povero al nord.
La stessa cosa vale ovviamente per il discorso cinese.
Infatti quei 90 milioni del 2012 che ad oggi sono rimasti praticamente zero stiamo parlando
di povertà assoluta che quindi avevano difficoltà a sopravvivere all'interno della nazione.
In realtà se andiamo a vedere più in dettaglio la situazione il numero di poveri all'interno
della Cina è ancora abbastanza elevato.
Stiamo parlando di 237 milioni di persone, pari al 17% della popolazione cinese.
Questo 17% equivale alle persone che non riescono a raggiungere la soglia di povertà stabilita
dalla banca mondiale per un importo pari a 5,50 dollari al giorno.
Quindi il problema è si è risolto ma per quanto riguarda la povertà assoluta e non
la povertà relativa.
Nonostante questa specificazione, quindi la distinzione tra povertà assoluta e povertà
relativa, comunque gli obiettivi raggiunti dal governo cinese in questi anni non sono
assolutamente banali.
Infatti se nel 1990 le persone in povertà assoluta erano pari a 750 milioni in Cina,
nel 2018 addirittura erano il 3% e ad oggi sappiamo che secondo il governo cinese la
povertà assoluta è stata abolita.
E questa riduzione di tutte queste persone in questi anni ha addirittura ridotto il tasso
di povertà mondiale tra il 1990 e il 2018 di addirittura il 60%.
Quindi l'abolizione della povertà assoluta in Cina significa una riduzione della povertà
mondiale pari al 60% tra il 1990 e il 2018.
Stiamo parlando di numeri veramente enormi.
La domanda a cui bisogna rispondere a questo punto è come ha fatto il governo cinese a
risolvere questo problema?
Scopriamolo!
Sicuramente gli strumenti adottati dal governo cinese per risolvere questo problema non sono
assimilabili a uno stato democratico come quello dei paesi europei oppure come quello
americano.
Si passa dalle soluzioni molto più normali come ad esempio quello di dare alla popolazione
alimenti o il bestiario necessario per condurre una vita normale fino a garantire l'accesso
all'istruzione obbligatoria, servizi medici di base o un alloggio sicuro.
E fin qua non c'è grande idea di cui scandalizzarsi, sono delle misure che molte volte vengono
introdotte anche dagli stati europei molto più democratici rispetto a quello della Cina.
Però poi iniziano i problemi.
Infatti bisogna capire che la struttura economica cinese è molto dualista.
Stiamo parlando di molte persone all'interno delle campagne con una condizione economica
estremamente povera e invece tutt'altra situazione si può incontrare nelle città dove effettivamente
il progresso economico ha costruito delle vere e proprie città che sono all'avanguardia
e non hanno nulla da invidiare alle moderne città europee.
Come forse ricorderete dalle lezioni di storia nel liceo sapete che durante la rivoluzione
industriale c'è stato questo passaggio dalla campagna alla città proprio per incentivare
la richiesta di mano d'opera dalle fabbriche che stavano appena nascendo proprio appunto
nei primi poli industriali della prima rivoluzione industriale.
Benissimo tutto ciò ovviamente avvenne in maniera naturale perché le persone erano
spinte a cercare una migliore occupazione migliore opportunità economiche eccetera
eccetera quindi erano spinte verso le città dalla della campagna.
Il meccanismo cinese è stato lo stesso in questi anni.
Peccato che è mancata la componente naturale e cioè le persone che spinte da motivi di
esigenza di opportunità eccetera eccetera lasciavano le campagne per andare alla città.
Tutto ciò è avvenuto ma tramite un dislocamento forzoso da parte dello Stato.
Lo Stato andava nelle piccole campagne nelle piccole cittadine di campagna e prendeva le
persone in maniera indiscriminata e attuando ordini dall'alto e le portava nella città
nelle città in cui potevano godere di migliori condizioni economiche di migliori opportunità
di lavoro.
Ovviamente senza assolutamente la volontà dei cittadini stessi, dei campagnoli se vogliamo
chiamarli così.
Addirittura i villaggi che dopo appunto queste espropriazioni rimanevano vuoti venivano addirittura
demoliti e in molti casi le persone dopo essersi trasferite in città volevano tornare in campagna
però ovviamente questa opportunità gli era preclusa proprio perché il governo aveva
ben pensato di distruggere il villaggio in cui abitava.
Quindi tutto molto interessante e problematico se vogliamo soprattutto da un punto di vista
etico.
A questo si aggiunge ovviamente dei problemi di corruzione tra i funzionari locali che
decidevano in maniera del tutto arbitraria quali villaggi sgomberare e quali meno.
In più molte delle persone che sono uscite da questo stato di povertà assoluta dipendono
dagli aiuti dello stato che potranno in futuro venire meno nel caso in cui il governo decidesse
che effettivamente questo problema della povertà assoluta sia scomparso e quindi una volta
eliminati questi aiuti di stato potrebbero ricadere sotto la soglia di povertà assoluta
che appunto abbiamo visto che è stata dichiarata con successo raggiunta e eliminata il 23 novembre
dallo stato stesso.
In più oltre a ciò c'è un altro problema e c'è quello che il 40% dei lavoratori cinesi
è ancora in una situazione lavorativa definita vulnerabile.
Cioè stanno svolgendo dei lavori o sottopagati o comunque con una rietribuzione inadeguata
per lo stile di vita cinese oppure con condizioni di lavoro difficili quindi con lavori molto
faticosi eccetera eccetera.
A tutto ciò si aggiunge anche il fatto che la disuguaglianza all'interno della popolazione
cinese è aumentata tra il 1990 e il 2018 in quanto se il 20% della popolazione più
ricca nel 1990 era pari al 40% nel 2018 è pari al 45% e cosa ovviamente che non si
è visto questo aumento considerevole soprattutto per le classi più disagiate.
E quindi questo è il governo cinese che elimina la povertà assoluta a colpi di espropriazioni
e aiuti di stato che non si sa quanto dureranno.
Tutto molto interessante vero?
Ora direi di passare alla prossima notizia.
Arrivati a questo punto direi di parlare per un momento, vi giuro che sarò breve,
un'altra volta di cashback.
Infatti vi avevo detto nell'altro episodio che per accedere al servizio si doveva accedere
all'app e le proprie coordinate bancarie.
In realtà per accedere a questo servizio si può fare anche tramite altri servizi privati
tra cui ad esempio Satispay, Aip o Postepay.
Se volete più informazioni vi consiglio di andare a guardare il mio post su Instagram.
Parlando proprio di Instagram, giusto oggi venerdì 11 dicembre ho annunciato al pubblico
senza che nessuno me lo chiedesse questa volta, quindi un'opinione non richiesta, che non
farò utilizzo del cashback.
Questo perché sostanzialmente il cashback è un incentivo, un agio, una spinta gentile
affinché le persone utilizzino dei pagamenti digitali.
Cosa che io già faccio da tempo e quindi sostanzialmente per me non risulterebbe più
un incentivo bensì un regalo, un premio su una cosa che in realtà già faccio naturalmente.
Visto che le finanze pubbliche non sono poi così solide in questo momento, non sono poi
così floridissime, credo che lo Stato non debba permettersi ulteriori regali ecc.
È un po' il discorso riguardo le partite IVA che prendevano i finanziamenti statali
durante marzo e aprile, durante la pandemia, anche quando in realtà la loro condizione
economica non richiedeva sicuramente questa scelta.
Dicendo ciò ovviamente non voglio fare la morale, la ramanzina alle persone, è semplicemente
un mio modo di vedere, una mia azione e cercando per l'appunto di, e l'ho annunciata semplicemente
perché mi piaceva esprimere questo concetto di sostenibilità economica, quindi fare delle
azioni non solo nel senso di sostenibilità ambientale come ad esempio fare la raccolta
differenziata e farla nonostante ad esempio in Cina venga utilizzato il carbone o in Polonia
come abbiamo detto in questa puntata venga utilizzato il carbone per produrre energia
elettrica, allo stesso modo penso che bisogna attuare dei comportamenti che nonostante ci
sia la possibilità di sfruttare un guadagno economico possiamo dire tranquillamente no,
non lo faccio eccetera eccetera.
Con questo io comunque riguardo lo strumento del cashback non ho nulla in contrario, vedremo
se sarà utile o meno, tra l'altro subito qualche ora dopo aver esternalizzato la mia
opinione riguardo l'utilizzo o meno del cashback ho letto anche un interessante articolo sul
cashback che praticamente faceva le mie stesse assunzioni nel senso che molto probabilmente
quelli che utilizzeranno il cashback saranno le stesse persone che già utilizzano i sistemi
di pagamento digitali, però detto ciò vedremo come andrà a finire, semplicemente non mi
reputo nel target e quindi decido di non soffrire di questa opportunità.
Di nuovo non è una ramanzina, fate ciò che volete, questa è la mia opinione.
Passiamo alla prossima notizia.
Adesso invece andiamo a parlare di politica monetaria, infatti giovedì 10 dicembre è
avvenuta la conferenza stampa della banca centrale europea tenuta ovviamente da Christine
Lagarde e io l'ho seguita su Twitch, sul mio canale twitch twitch.tv slash joespub e ci
siamo divertiti un sacco.
In questa conferenza stampa si sono preannunciati gli strumenti che verranno adottati in futuro
da parte della banca centrale europea e sostanzialmente si è potenziato il PPP che sarebbe un programma
di acquisto di titoli obbligazionari sia pubblici che privati, si è aumentato da 1300 miliardi
a 1800 miliardi e si è prolungato fino a metà 2022.
Allo stesso modo si è prolungato la linea di credito TLTRO che sarebbero dei crediti
nei confronti delle banche che facilitano a sua volta il credito dalle banche alle imprese.
Questa volta anche qui si è prolungato lo strumento da metà 2021 a metà 2022.
Questa decisione è avvenuta dopo aver studiato tutti i dati riguardanti la pandemia e si
hanno visto che effettivamente l'immunità di Greggia secondo la banca centrale europea
avverrà solamente verso la fine del 2021 e che ancora la pandemia, nonostante abbiano
trovato il vaccino, non si può dire ancora conclusa.
Dopo queste dichiarazioni molto precauzionali da parte della banca centrale europea i mercati
a sua volta hanno agito in maniera precauzionale quindi non hanno aumentato le proprie quotazioni.
In questo senso parlando proprio di mercati a quotazioni è uscito un interessante articolo
redatto da Bloomberg che ammette che le quotazioni azionarie all'interno dei mercati finanziari
sono aumentate in maniera spropositata.
Infatti se negli anni 80 bastavano 20 ore di lavoro per un impiegato medio americano
per acquistare un'azione all'interno dell'SP500, ad oggi servono 141 ore di lavoro per un impiegato
medio per acquistare una singola azione all'interno dell'SP500.
Questo cosa significa?
Significa che per l'appunto c'è stata una vera e propria inflazione all'interno dei
mercati finanziari che si sono completamente staccati dalle retribuzioni medie dei lavoratori
americani.
Questo perché una grande componente del merito o demerito di questo fenomeno è dovuto per
l'appunto alle politiche monetarie estremamente espansive delle banche centrali in tutto il
mondo.
Ovviamente gli operatori finanziari quando hanno questi soldi da parte delle banche in
qualche modo li devono spendere e quindi vanno prima o poi a spendere sui mercati finanziari
che appunto subiscono un fenomeno inflattivo.
Questo cosa comporta?
Comporta ovviamente delle disuguaglianze perché non tutti possiedono delle azioni nei mercati
finanziari.
E questo ovviamente visto che solo una parte della popolazione possiede una grande quota
dei mercati finanziari e questi mercati finanziari hanno subito un grande innalzamento dei propri
prezzi che non è stato controbilanciato dall'inflazione reale, ovviamente la ricchezza di queste persone
è aumentata molto di più rispetto alle persone che non hanno questi beni finanziari.
Quindi perché sto parlando di tutto ciò?
Perché bisogna sempre stare attenti a parlare dell'economia come una bacchetta magica.
L'ho ripetuto molte volte, l'economia molto spesso è una coperta corta.
Se si hanno dei benefici da una parte molto spesso si hanno delle ripercussioni dall'altra
e quindi quando le persone parlano di politica monetaria espansiva a destra e a sinistra
bisogna anche riflettere cosa potrebbe comportare tutto ciò.
In questo caso si comporta un aumento della disuguaglianza all'interno della popolazione.
E quindi insomma mi piaceva parlare di questo argomento di cui molte non si tratta.
Che ne dite?
Fatemelo sapere nei commenti.
Io sapete, vi leggo, molto spesso non vi commento ma vi leggo.
Se in Cina hanno abolito la povertà, qui in Italia non riusciamo a far funzionare uno
strumento fondamentale come è quello del REM, il reddito d'emergenza.
Questo reddito d'emergenza è stato ideato per la prima volta nel decreto rilancio di
maggio, quindi in piena pandemia, ed era appunto stato ideato per supportare le persone più
in difficoltà dovute a questa crisi.
L'importo è stato pari a 400 euro mensili per una persona, incrementato di 160 euro
per ogni adulto e di 80 euro per ogni minorenne, fino ad un massimo di 800 euro.
La prima tranche di reddito d'emergenza è stata per l'appunto grazie al decreto di rilancio
di maggio, però sono state successivamente riaperte più volte le domande fino al 30 novembre.
I requisiti per ottenere questo REM sono la residenza in Italia, il reddito inferiore
al valore del REM stesso, l'ISA inferiore ai 15.000 euro e un patrimonio mobiliare
al di sotto di 10.000 euro, e non percepire altre prestazioni monetarie pubbliche.
Ha funzionato questo reddito d'emergenza?
La risposta è come al solito, nì.
Infatti le persone aventi diritto di questo nuovo strumento ideato per la pandemia sono
state di 705.000 nuclei familiari.
Le persone che hanno ricevuto il REM sono state 291.000, quindi hanno aderito a questo
nuovo strumento solo il 40% delle famiglie che avrebbero potuto ottenere questi soldi
per passare meglio questa crisi economica.
Perché è avvenuto tutto ciò?
La risposta è un po' la solita, in efficienza della pubblica amministrazione a scrivere
delle leggi adeguate al contesto economico e il più vicino possibile alla popolazione.
Infatti, da una parte c'è stato un demerito riguardo la comunicazione, non è stato ben
comunicato l'esistenza di questo reddito d'emergenza, infatti se io vi ho detto REM,
probabilmente alcuni di voi non hanno saputo di cosa stessi parlando, quindi c'è stata
effettivamente una scarsa comunicazione e anche la comunicazione ha peccato sul definire
al meglio la distinzione tra il reddito di cittadinanza, il REM e tutti gli altri strumenti
che il governo ha messo in campo per far fronte alla pandemia.
Oltre a ciò c'è anche un problema burocratico, infatti come abbiamo detto per accedere al
REM c'è bisogno di una dichiarazione ISE, dichiarazione ISE che in realtà molto spesso
è difficile da reperire soprattutto per quella parte di popolazione con una bassa
educazione in generale, in particolar modo educazione economica.
Tra l'altro la cosa interessante è che è vero che per accedere a questo REM bisogna
redigere l'ISE, in realtà di tutte le domande presentate il 2,6% è stato respinto perché
c'è stato un ISE superiore a quello richiesto per accedere allo strumento, in quanto molto
spesso si calcola che addirittura il 70% degli italiani ha un ISE inferiore rispetto a quello
limite dichiarato per l'accesso al REM.
Quindi non si capisce perché è stato imposto un requisito che ovviamente scoraggia le persone
a recepire quello strumento che poi in realtà non è un'effettiva metrica per capire se
quella persona ha diritto a quello strumento o meno.
Insomma è tutto in un'ottica di complicare il più possibile le cose e rendere gli strumenti
meno efficaci possibile perché ovviamente più requisiti metti, anche se effettivamente
la persona può accedere a quel requisito, però più ne metti e più scoraggi le persone
e più rendi lo strumento difficile da attuare, difficile da prenderne parte eccetera eccetera.
Insomma come ho detto anche prima molto spesso il problema dell'Italia non sono i soldi ma
è la burocrazia e la pubblica amministrazione nel cercare di scrivere delle leggi più efficienti
e normali possibile in modo che la popolazione riesca a capirle.
Detto ciò siamo verso la fine di questo podcast, mi sarebbe piaciuto parlare anche di Brexit
ma credo che il tempo sia finito e anche perché sostanzialmente di novità non ce ne sono,
domenica dovrebbero raggiungere un accordo forse la Wunderland e Boris Johnson e quindi
magari ci vediamo la prossima settimana con delle novità anche riguardo la Brexit.
Detto ciò vi saluto, ringrazio come al solito gli abbonati che rendono possibile questo show
e ci vediamo alla prossima puntata di Whatsapp Economy Podcast,
sperando che questa puntata sia stata di vostro gradimento.
Alla prossima!