ITA True Crime - Le Bestie Di Satana
Sembravano soltanto degli sbandati.
Erano al centro una brutta storia. Ma nascondevano molto di più.
Avevano stretto un patto col diavolo.
Tuo onore mi chiede perché ho fatto quello che ho fatto. Non c'è un motivo. Era il piacere di farlo. Questo c'era all'interno. Piacere lungo di fare del male alle persone in qualsiasi modo possibile.
24 gennaio 2004, Somma Lombardo, provincia di Varese, è un gelido sabato mattina. Le strade sono deserte, le fabbriche chiuse. All'improvviso però, il silenzio dei capannoni è interrotto da urla. Urla sorde. Feroci. Le urla di un ragazzo. Ha i capelli neri, lunghi, il pizzetto. L'aspetto trasandato. Non indossa neanche il giubbotto.
Sembra che alfredo niente nella pelle, sembra che sia in un altro mondo. Il ragazzo si agita confusamente, parla da solo, allo sguardo torvo. Gli occhi da matto. Sembra sotto l'effetto di droghe.
I carabinieri avvisati da un vicino cercherò di avvicinarlo e gli chiedono come si chiami. Volpe, Andrea Volpe, risponde il ragazzo urlando. Ma Andrea Volpe urla anche un'altra cosa.
Nella mia fidanzata è stata aggredita, erano in 20. I carabinieri sono perplessi. Andrea Volpe sta dicendo la verità o continua a farneticare? Allora si comincia la chiedere a dov'è questa ragazza. Le indicazioni di Volpe portano a un ponte. La scena che si presenta ai carabinieri è un vero mistero. Incastrata metà del ponte c'è una Fiat Uno abbandonata. Più avanti vedono un'altra auto. Dentro c'è davvero una ragazza. È Elisabetta Ballarin, la fidanzata di Volpe.
Sembra veramente quasi uscita da un film come l'esorcista. L'espressione del viso distorta da andare dall'uso delle droghe. La confusione totale, non riesce neanche articolare una parola quasi. Altro che aggressione di 20 persone, Elisabetta e Andrea Volpe ci hanno dato giù parecchio con certa roba.
Capiscono che rischia veramente anche forse la vita e la trasporta immediatamente in ospedale. Per capire che cosa è successo, bisogna aspettare che i due si riprendano. Ma quando in ospedale Elisabetta si risveglia, le sue prime luci di parole sono sconvolgenti. “Abbiamo fatto una cosa brutta; abbiamo ucciso Mariangela.”
La ragazza nominata da Elisabetta è Mariangela Pezzotta, l'ex fidanzata del suo ragazzo Andrea Volpe. La Fiat uno incastrata sul ponte appartiene proprio a Mariangela. La macchina della Pezzotta è lì, e insieme a quella di Elisabetta. Per cui, Mariangela è stata lì.
I motivi per temere, temere molto ci sono.
Ma allora dov'è il corpo di Mariangela? Ai carabinieri, Elisabetta parla di uno chalet, poi ripiomba nel silenzio. Uno chalet. Lo chalet Nicola Secca, dove vivono Andrea Volpe e Elisabetta Ballarin.
Un rifugio lontano da tutto e da tutti. Circondato solo dal bosco e dalla quiete assoluta. Una zona veramente appartata dove non passa nessuno, dove si può fare qualunque cosa senza che nessuno se ne accorga. I carabinieri arrivano sul posto. Dentro lo chalet sembra un campo di battaglia.
Il salotto è sottosopra. Ci sono ancora i resti della cena. Posate e piatti in terra, e poi ci sono delle macchie di sangue. Sulla tovaglia, sul pavimento, nel lavandino in cucina. I carabinieri trovano anche due armi e allora a questo punto capiscono: qui è successo qualcosa di terribile, però non riescono a trovare ancora Mariangela.
Le ricerche proseguono all'esterno. Trovano due strisce sulle foglie. Cosa sono le strisce? Sono purtroppo le gambe, probabilmente il corpo di una persona che viene trascinata. Quelle tracce conducono a una serve. C'è un telo di plastica, copiosamente importato di sangue. C'è un giubbotto con le maniche di guardate.
Lo sguardo dei carabinieri viene attratto da qualcosa in basso. Dal terreno emergono le punte di due scarpe sepolte malamente. Una ciocca di capelli. Poi una mano. L'hanno trovata - è lei, Mariangela.
O almeno quello che ne rimane.
Aveva il viso completamente devastato, direi quasi scarnificato. È appena morta, era stata sepolta viva, se fosse potuti arrivare poco prima, magari la stessa renda quasi salvato.
Mariangela Pezzotta aveva solo 27 anni e un viso dolcissimo che chi l'ha uccisa ha brutalmente cancellato. Ma una domanda ora assilla gli inquirenti: perché? Un omicidio così orribile.
La risposta la conoscono solo loro, Elisabetta Ballarin e Andrea Volpe. La Ballarin in un primo tempo e si avvale della facoltà di non rispondere. Andrea Volpe invece capisce subito che non ci sono vie d'uscita. Negare e inutile, decide di raccontare tutto. Lui e Mariangela si conoscevano da tanto tempo, una storia d'amore lunga e travagliata. Poi nella vita di Volpe, era entrata Elisabetta. Una ragazza di 18 anni. Disposta a tutto per lui, anche a lasciare la scuola e trasferirsi nello chalet di Volpe.
Mariangela però non riusciva a staccarsi da Volpe, per questo la notte del 23 gennaio 2004 l'aveva raggiunto subito allo chalet per portargli una videocassetta che lui le aveva chiesto. Tra i due ex però era scoppiata una lite. Finita in tragedia. Per cui sarebbe partito accidentalmente un colpo di pistola che avrebbe colpito Mariangela Pezzotta. A quel punto Volpe avrebbe seppellito Mariangela nella serra. Un delitto d'impeto quindi, è influenzato anche dall'abuso di droghe. Mi drogavo in modo massiccio. Talmente imbottito. Di sostanze anche di farmaci. Per tre giorni non dormivo.
Quella è stata... fare quell'atto comunque per me è stato un... non ci sono scusanti il fatto. Il caso sembra risolto eppure agli inquirenti, c'è qualcosa che non torna.
Perché nello chalet hanno trovato qualcosa. Qualcosa di molto, troppo strano. Qualcosa che non fa ancora mettere la parola fine a questa assurda storia. Ma cosa hanno trovato di così speciale gli inquirenti in quello chalet? Ricordo che c'erano ad esempio dei disegni e delle immagini del demonio, una testa di caprone che è un tipico simbolo satanico. E non solo. I carabinieri hanno scoperto una strana valigetta di pelle. Al suo interno resti di capelli, unghie è un quaderno. Dentro ci sono degli appunti. Deliranti. La parola che ricorre più spesso è “sangue”.
Avevamo il sospetto che ci fosse dietro qualcosa di ben più grave, rispetto a un fatto accidentale così come era stato... come era stato raccontato originariamente. Gli inquirenti sono convinti che la chiave di questo enigma sia sempre lui, Andrea Volpe.
Ma Volpe con gli inquirenti non parla più. Sono davanti a suo padre ea sua madre in carcere abbandona i toni sprezzanti e inizia a emergere un altro racconto. Stati anche loro a spingermi, a collaborare. Loro hanno avuto un ruolo molto determinati.
Volpe confida ai genitori che quella notte allo chalet c'era qualcun altro, Tutta la vicenda assume una dimensione completamente diversa. Non è solo un delitto passionale, c'era un'altra persona.
La persona tirata in ballo da Volpe e Nicola Sapone.
Volpe ne parlava con i genitori. Parlava di Nicola, diceva che anche Nicola è coinvolto, che lui lo aveva chiamato al telefono, che Nicola era arrivato. Ma chi è questo Nicola Sapone?
Nicola Sapone, figlio immigrati calabresi e idraulico. Abita dairago centro dell'alto milanese ed è amico di Andrea Volpe. È un tipo anonimo insospettabile. Di fronte alle domande degli inquirenti non mostra smarrimento. Sa esattamente quello che deve dire, dove deve arrivare. Ha un autocontrollo assoluto. Sapone ammette di essere stato allo chalet la notte dell'omicidio, ma sostiene di non aver partecipato al massacro. Ha minimizzato la sua partecipazione, infatti affermando di essere andato lì, di essersi spaventato, di esserci rimasto poco e poi di essere andato via. Grazie poi al capillare sopralluogo fatto dal RIS dei carabinieri di Parma, sono stati acquisiti è tutta una serie di reperti fra cui anche un giubbotto in pelle del Sapone che recava tracce di sangue di Mariangela Pezzotta.
Ma se Sapone è andato via quasi subito, come fa ad avere sul giubbotto tracce del sangue di Mariangela? Gli inquirenti tornano da Andrea Volpe e finalmente riescono a mettere insieme i pezzi di quella maledetta notte. Volpe chiama Mariangela con la scusa della riconsegna di una videocassetta. Mariangela si precipita. Una volta arrivata allo chalet, la ragazza trova Volpe e Elisabetta completamente fatti e armati.
Mariangela si spaventa, i due provano a tranquillizzarla.
A un certo punto, Elisabetta si sposta in un'altra stanza. Mariangela e Volpe, rimasti soli, iniziano a discutere. La situazione precipita. Volpe punta la pistola contro Mariangela. Ricordo… Dopo aver schiacciato il... il grilletto, io ho cominciato a non capire più niente. Per cui mi viene anche difficile oggi rivivere quei momenti mentalmente. La ragazza crolla a terra ma è ancora viva.
Volpe è nel panico. Hanno bisogno di qualcuno che li tiene fuori dai casini. A questo punto chiamano a Sapone. È da poco passata l'una di notte quando l'amico arriva allo chalet. Sapone guarda Mariangela l'agonizzante e insulta Volpe. Non è stato capace di ucciderla. E dà le direttive per far sparire definitivamente Mariangela. E Sapone a decidere di sotterrarla nella serra. Mentre preparano alla buca, la ragazza respira ancora.
Sapone prende in mano la situazione. Non ha pietà.
Sono ormai quasi le tre di notte quando Sapone si allontana dallo chalet, lasciando ai due ragazzi il compito di seppellire Mariangela e di liberarsi di ogni traccia della ragazza.
Il Volpe e la Ballarin vanno al canale, al canale Villoresi nei pressi di somma Lombardo, con l'intento di far sparire sia la macchina di Mariangela. Cioè di buttarla nel canale, sia soprattutto di far disparire tutti gli effetti personali della stessa. Un tentativo disastroso che finisce all'alba con Elisabetta collassata in macchina e Volpe a delirare nel parcheggio.
Quello che mi interessava fare in quel momento è andare a chiamare aiuto per Elisabetta che pensavo si fosse fatta male. Però già lì mi ero reso conto che era nonostante, lo stato in cui era… era finito. Tutto finito. No, non è tutto finito. Resta il mistero sugli inquietanti simboli satanici trovati nello chalet. Forse quella notte Volpe e Sapone, oltre a Mariangela, hanno provato a sotterrare non segreto ancora più inquietante. Un uomo in particolare ne è convinto.
Un padre che dopo aver letto la notizia dell'omicidio di Mariangela, si è presentato dagli inquirenti per raccontare una storia sconvolgente. È un signore di mezza età e porta con sé una grossa valigia piena di documenti. Si chiama Michele Tollis, è il padre di Fabio, un ragazzo scomparso sei anni prima. Un ragazzo che conosceva molto bene Andrea Volpe e Nicola Sapone.
Solo al solo giornale c'era la foto di Mariangela, la foto di Volpe, la foto della Ballarin, i valori di bene, io "c'è una montagna di cose da raccontarmi su questa persona qua". Michele Tollis apre la sua valigia e la data da cui parte tutto il suo racconto lunghissimo, complicatissimo, documentatissimo è il 17 gennaio del 98.
La notte in cui il figlio spariti. Sta per scoccare la mezzanotte quando squilla il telefono in casa Tollis. È Fabio, 16 anni. Dice che non tornerà a dormire.
“Vado a dormire a casa di un'amica. (incomprehensible)” Entro la mia amica Chiara di corsico. Questa Chiara non sapevo neanche che esistesse.”
Il padre è contrario - gli nega il permesso. Ma Fabio insiste e alla fine attacca la cornetta. Biascicava, trascinava le parole e questa telefonata naturalmente mi ha insospettito.
Tollis ha fatto solo in tempo a capire dove si trova - al Midnight Pub. Lo conosce, è il luogo di ritrovo di Fabio, i suoi amici e di tutti i metallari di Milano.
Prendo l'auto, c'era una nebbia da tagliare raccolte allontana serale. La nebbia tremenda. Tollis vuole arrivare in fretta. Ha una strana sensazione. È mezzanotte e venti quando arriva al locale. Troppo tardi. Fabio non c'è più. Mi danno una mano a cercare un pò in giro in quel pub, i locali che ci sono in quella zona levà. Però di Fabio niente.
Anche il giorno dopo, di Fabio nessuna traccia e nemmeno della ragazza da cui doveva andare a dormire, Chiara Marina. Tollis non si dà pace. Torna più volte del locale frequentato dal figlio, continua a fare domande agli amici di Fabio. Tra loro ci sono Andrea Volpe e Nicola Sapone.
Mi confermano anche a loro che in mano ne sappiamo niente non abbiamo idea di dove possa andare a finire.
Ma vedrai, li sara imboscate da qualche parte.
Ma Tollis non ci crede. L'angoscia aumenta. Per trovare Fabio tutta la sua famiglia si mobilita e la sorella fa un appello in tv.
Ha 16 anni è alto un metro e 75cm, un metro e 80, circa. Ed hai capelli lunghi, castani oscuro di corporatura robusta.
Niente da fare. Arrivano solo segnalazioni che non portano da nessuna parte. Tollis allora tenta un'ultima strada. Capisce che deve scavare in profondità, penetrare nel mondo del figlio.
Conosce l'enorme passione del figlio per la musica metal. Fabio suoni due complessi, chissà che la chiave della sparizione non sia lì.
A casa giravano cassette, ne aveva due trecento, forse anche di più, di tutto quel genere musicale. Tollis, un operaio di 52 anni, si immerge in un mondo nuovo, il death metal.
Passa le serate ad ascoltare gruppi dai nomi minacciosi come gli Slayer, che significa “sgozzatore” o i Dayside, uccisione di un dio.
Frequenta i locali dei metallari di mezza italia, addirittura si traveste come loro. Non si pone domande, lui vuole bene a suo figlio, e lo vuole trovare. Camba completamente vita. Delle volte mi presento sempre alla cassa o al dirigente con la denuncia di scomparsa di Fabio e Chiara. Mi danno sempre libero accesso, mi danno il pass in cui andare a ficcanasare anche dietro le quinte.
La sua ricerca lo porta anche all'estero. Ma niente, Fabio sembra svanito nel nulla. Non solo, frequentando il mondo del figlio, Tollis scopre un'altra realtà. Una realtà sinistra. Alcuni concerti che si chiamavano concerti ma non lo erano. Erano delle messe nere vere e proprie. Il timore che anche Fabio sia caduto in questo mondo oscuro arriva quando il padre trova un diario del figlio.
Lì si parla di strani rituali compiuti con gli amici. Mi faccio linea che questo gruppo di amici più vicino avessero comunque che fare con una setta satanica. Tra questi amici i soliti Andrea Volpe e Nicola Sapone.
Tollis torna ad affrontarli, ormai è convinto che ci siano loro dietro la sparizione di suo figlio Fabio. Magari una sera davanti al pub Midnight, tutti quanti al completo, metto le spalle al muro e molto severamente denti stretti. Lei: “Signor Tollis, la deve smettere con questa storia delle sette sataniche. Non esistono. Ci sta mettendo tutti nei guai. Qui finisce male per qualcuno.”
Ma nonostante le minacce, Tollis continua imperterrito la sua indagine. Per sei lunghissimi anni, senza mai perdere la speranza. Una speranza che si riaccende quando sente in televisione la notizia dell'omicidio di Mariangela. Proprio per mano di Andrea Volpe.
Secondo me, uno quando dispari in facili, gli spari imboccano persona o è per zittirla, oppure per il timore che parlasse.
Gli inquirenti ascoltano uno sconvolgente racconto di Tollis. Le sue sono solo ipotesi dettate dal dolore per la scomparsa del figlio. Gli investigatori vogliono vederci chiaro. Vogliono capire se esiste un legame tra l'omicidio di Mariangela e la scomparsa di Fabio e Chiara.
Possibile che anche dietro la sparizione dei due ragazzi ci siano sempre Volpe e Sapone. Ancora una volta, Andrea Volpe è la chiave del mistero. Somma lombardo 24 gennaio 2004, in uno chalet è stata uccisa una ragazza, Mariangela Pezzotta.
Gli assassini sono ex fidanzato Andrea Volpe e l'amico Nicola Sapone. Sembra il diritto di due sbandati, ma forse c'è dell'altro. Qualcosa legato alla scomparsa di due ragazzi Chiara Marino e Fabio Tollis ne è convinto il papà di Fabio che agli inquirenti ha raccontato una storia incredibile. Una storia iniziata sei anni prima, fatta di amicizia e musiche pericolose. Una cosa è certa: solo Andrea Volpe conosce la verità.
La coscienza comunque poi comincia a riemergere. Quindi dovuto proprio liberarmi, è stata una liberazione.
Gli inquirenti sono di fronte a lui. E Volpe fa una rivelazione scioccante: “Sì, abbiamo ucciso Chiara Marino e Fabio Tollis.”
Volpe racconta che a compiere il duplice omicidio sono stati lui e Nicola Sapone con l'aiuto di altri amici di Fabio. Mario Maccione e Pietro Guerrieri. E a quel punto pretendono però di avere le risponde, che Volpe è un pazzo tossicodipendente che straparla o è uno che può dare dei riscontri?
Fabio e Chiara sarebbero nei boschi di Somma Lombardo, sepolti sotto terra. Si è dichiarato disponibile a portarci nel bosco di Somma Lombardo dove erano stati uccisi, come lui raccontò, Fabio e Chiara.
Le ricerche prendono subito il via ma non è un lavoro facile. Il Volpe non ricordava, non riusciva ad individuare il punto preciso.
Avevo sbagliato, quando abbiamo fatto il primo sopralluogo, avevamo sbagliato.
Cominciamo disperare perché il bosco è di dimensioni enormi, quindi era impossibile trovarlo senza delle indicazioni precise da parte sua. Le ricerche non si fermano mai. Si scava continuamente. A me aveva tornato a la mente, ricordavo lirici di castagno e poi abbiamo ritrovato prima il piccone. Ritrovato le taniche di ammoniaca, poi lo scavo fatto e... Qui c'è qualcosa. Qui ci sono dei vestiti. È il cappotto o il giubotto? Questa è la ragazza.
Finalmente vengono trovati i corpi di Fabio e Chiara. Rannicchiati, uno sull'altro. I due ragazzi erano rimasti sempre sepolti lì, per sei lunghissimi anni. Michele Tollis aveva ragione. Ma per il padre di Fabio adesso arriva la prova più difficile. Ci hanno preavvisato che non era in condizioni mi si grida, diciamo non era un bello spettacolo, come dire. Però abbiamo voluto vederlo.
C'era il giubbetto di pelle. Il chiodo famoso lì con le borchiette dei capelli ancora attaccati. La figlia caduta per terra, mia moglie ha retto lì in piedi però sommano era una cosa fuori dalla grazia di dio.
Cioè praticamente era mummificato. Da 1.78m che era altero, era diventato un pezzo... sarà stato 70-80 centimetri di lunghezza.
C'è stata una specie di, come dire, di, di sensazione di leggerezza. Finalmente li ho trovati... morti, ma li ho trovati.
Nella sua confessione, Volpe ha tirato in ballo anche altri tre amici: Mario Maccione, Pietro Guerrieri e il solito Nicola Sapone già in carcere per l'omicidio di Mariangela. Ma mentre Sapone nega anche il diritto di Fabio e Chiara, Maccione e Guerrieri confessano. Eppure manca ancora qualcosa. Il movente di questo duplice omicidio.
La magistrati hanno bisogno di capire che cosa è successo prima e che cosa ha portato a questo evento, perché loro sanno che ci sono due ragazzi morti, ma non riescono assolutamente a sapere ancora perché.
Grazie alle confessioni di Volpe, Maccione e Guerrieri, gli inquirenti ricostruiscono la storia di questo strano gruppo di amici.
Un racconto che si rivela una inesorabile discesa all'inferno e che ha inizio nel 1997.
Ogni giorno un gruppo di giovani si incontra alla periferia di Milano. Sono Andrea Volpe, Fabio Tollis, Chiara Marino, Nicola Sapone, Mario Maccione e Pietro Guerrieri. Presto se ne aggiungono altri, ma il più carismatico di tutti si chiama Paolo Leoni. Questi ragazzi hanno delle prossime di particolari, il metal più estremo e l'occultismo. All'inizio è soprattutto musica, la musica diciamo black metal, death metal, che è loro cominciano a suonare. Qui si aggiunge per sé stante la droga.
Alcool, droghe, risse. Sono queste, le loro abitudini quotidiane. Fatto di stare in gruppo, questo crea un senso di... di potenza, di onnipotenza. Perché poi quello serio e innescare che tutto dietro accesso, che tutto puoi fare, che tanto non ti prenderanno mai.
Ma vogliono spingersi oltre. Vogliono seguire il richiamo più oscuro del death metal. Sedute spiritiche, profanazione di cimiteri, violenze fisiche e orge sfrenate. Fatto proprio di far parte di qualcosa di segreto, di qualcosa che non si sa, questo attrae molto, affascina molto.
Per ora è un gioco molto pericoloso, un gioco molto pericoloso. Il loro è un percorso verso l'oscurità più profonda. Alla ricerca del male. Quello che contava era quello... fare il male, fine a se stesso. Decidono allora che è giunto il momento di darsi un tono, l'ispirazione viene dall apocalisse di Giovanni. Lì, si parla di una bestia che sale dal mare. Il numero che la rappresenta e il 666. Si chiameranno le bestie di satana. E questo è l'inizio del dramma totale delle bestie di satana, che scelgono questo nome per mettere insieme... proporrà la natura bestiale che loro si sentono addosso, e l'aspetto demoniaco che loro tendono a sottolineare in tutti i modi.
Quello che era un gruppo di amici, si trasforma in una setta satanica. Al vertice, ci sono Sapone e Paolo Leoni. Tutti lo chiamano Ozzy, dal nome del cantante americano Ozzy Osbourne. Si professa conoscitore del mondo dei demoni e adepto di lucifero. Come suo padre. Un satanista condannato per omicidio anni prima. Leoni ha introiettato la figura del papa, estremizzando lo, quindi cercando anche lui di promuovere delle azioni che in qualche modo avevano una convergenza poi su quella, che è stata la vita passata del padre, è una sorta di rabbia per imitazione, fatto di comunque “Mio padre è stato, allora anch'io, ma io farò anche di più! Quindi io sono diventato leader di un gruppo!”
Un gruppo che decide di spingersi ancora oltre verso il rito più estremo: il sacrificio umano.
Ci si eravamo a tavola, è un tavolo come le persone si sedevano per mangiarne, ci sedevamo a tavolo per decidere chi doveva vivere, che doveva morire. Le prime vittime scelte per il diabolico progetto sono Fabio è Chiara. Ma perché proprio loro? Perché entrambi i ragazzi nell'ultimo periodo avevano cercato di staccarsi dal gruppo. Se tu sei dentro una setta, non ti fanno andar via. In nessun modo. Non ti permetto... soprattutto e poi... ci sono delle cose vere nascosti, anti permettono, andar via..”
Per le bestie di satana, sono gli agnelli sacrificali perfetti. È il 17 gennaio 1998. Michele Tollis riceve l'ultima telefonata del figlio. Volpe, Maccione e Sapone, col pretesto di portare Fabio è Chiara a partecipare a un rito satanico nei boschi di Somma Lombardo, inducono Fabio Tollis a chiamare per telefono il padre per dirgli che quella sera sarebbe rimasto fuori a dormire.
Il quintetto si dirige verso il bosco di Somma Lombardo. Paolo Leoni e gli altri restano al locale per non destare sospetti. Da una parte, c'è Michele Torres che terrorizzato sta correndo in macchina per andare al Midnight Pub a fermare il figlio. Da nell'altra macchina ci sono il Sapone, Volpe, Fabio e Chiara e Maccione.
Quasi si incrociano... in un semaforo, magari che sono più lava rossa, l'altro figlia verde, poteva salvare la vita di tutti questi ragazzi. Avrei potuto anche fermarmi lì, anzi perché con la mia coscienza mi spingeva a fermarmi, però alla fine siamo andati avanti. È l'una passata quando arrivano al bosco ad attenderli dovrebbe esserci Andrea Bontade, un altro membro della sette.
Lo ordinerà che anche il Bontade avrebbe dovuto attendere i cinque all'ingresso del bosco di Somma Lombardo e partecipare anche lui all'eccidio di Fabio e Chiara. Il Bontade però non si era fatto trovare. Il piano però non può essere rimandato. Sapone e gli altri decidono di andare avanti.
Nel frattempo il padre di Fabio è arrivato al Midnight Pub. Conosceva il padre. Immaginava che sarebbe a cercarlo.
Mi viene incontro oggi... alias Paolo Leoni e Niccolò, Fabio è Chiara. Ma vedrà che saranno qui, saranno da qualche parte li, ci saranno imboscate, ma si deve preoccupare.
Nel bosco invece sta per iniziare un massacro. E tutto doveva funzionare a meraviglia. Era tutto organizzato. A tavolino era tutto organizzato. È buio. Fabio è Chiara avanzano facendosi luce con delle torce. Volpe, Maccione, Sapone li seguono. Impugnano di nascosto un martello e due coltelli.
Arrivano di fronte a una buca scavata pochi giorni prima. Stavo per fare qualcosa che comunque avrebbe travolto tutta la mia vita. Io credo che quello sia stato un momento in cui o si apporto totalmente la mia coscienza.
In un istante, Fabio è Chiara vengono brutalmente aggrediti. Sapone pugnale alla ragazza senza pietà. Volpe salta addosso a Fabio. Il ragazzo cerca di difendersi, è un tentativo disperato. Addosso anche Maccione, che lo prende a martellate.
I duelli sono sopra, rannicchiato Tollis implora pietà, ma negli occhi degli aggressori non c'è più alcuna traccia dei suoi amici.
Continuano fino a fracassarli il cranio. Chiara è stata... come dire... tagliuzzati. Sono con dati 64 tagli.
Per quando riguarda Fabio, si sono contati sul... sullo scheletro, sulle ossa... 14 scalfiture. Oltre al massacro completo del massiccio facciale, fino alle orbite negli occhi. I corpi martoriati dei due ragazzi vengono gettati nella buca. Lo scempio tuttavia non è ancora terminato. Ci sono dei rigidi castani, ne infila nel tale castagna in bocca. Fumano sigarette che intingono nel sangue dei due ragazzi. Infine Sapone urina sopra i loro resti.
Io dopo sono tornata a casa, adesso mi sto a mangiare come se niente fosse. Aperto il frigo, mi sono messo a mangiare, come se niente fosse. Il giorno dopo, mi comportavo come se niente fosse. E come se niente fosse, si comportano anche gli altri membri del gruppo quando vengono intervistati per la scomparsa di Fabio e Chiara.
Ecco lì, davanti alle telecamere di chi l'ha visto. Era tranquillo, tutte e due tranquilli, scorsa... po in disparte. Quindi siamo andati, almeno ci siamo divisi. Si sapeva che dovevano fare un'intervista a chi l'ha visto, e quelli che sono stati intervistati è stato deciso a tavolino.
Era apposta loro senso fatto intervistare- E io l'ho fine sono preoccupato da una parte, e dall'altra parte del sicuro partente… chiamerebbo così.
Per cui o si stanno divertendo in un modo allucinante... oppure no.
Arrivano a negare, anche a livello espressivo, a livello di comunicazione non verbale, tutto quello che è successo. C'è un omicidio.
Ma le bestie non sono ancora sazie. Hanno un altro agnello da sacrificare. Andrea Bontade ha partecipato allo scavo della fossa destinata a Fabio è Chiara, ma non si è presentato nonostante il precetto ricevuto la sera della esecuzione. Evidentemente per paura, e questo sarà la sua condanna a morte.
Nei giorni seguenti, Bontade e terrorizzato. Sa che i suoi amici non lo perdoneranno. Cominciamo a tenerlo sott'occhio, io frequentavo incontrare casa sua, molto assidua, perché poi c'era la paura rimane li, potesse dire qualcosa.
Decidono di tormentarlo. Vogliono farlo impazzire attraverso le droghe che gli somministrano di nascosto per mesi. Lentamente Bontade perde la cognizione della realtà. È vittima di allucinazioni e sconvolto dalla paura che i suoi amici possano colpire anche lui.
E poi questo lavorio, questo stillicidio psicologico, sei un vigliacco, devi morire, e devi morire. Una notte, Bontade a destare accompagnando Volpe e Sapone a casa. Prima di salutarlo, Sapone e gli lascia diecimila lire per la benzina. È una frase. “O lo fai tu, o lo facciamo noi?” Cosa intendono? “Ti ammazzo tu o ti ammazziamo noi?” e lui sa che se loro dicono così, potrebbero ammazzarlo. Perché hanno già ucciso.
E Andrea montate sulla sua utilitaria lanciata a 180 all'ora in un tratto completamente rettilineo, va a schiantarsi contro il muro.
Emerse subito che gli stessi inquirenti all'epoca, avevano notato che non c'erano tracce di frenata. Le bestie hanno fatto un'altra vittima... questa volta inducendolo al suicidio.
E poi trovato a casa suo facendo finta di niente, informato all'obitorio facendo anche la sceneggiata, piangendo, godere poco della sofferenza degli altri.
Passano sei anni in cui la setta sembra placare la sua sete di sangue, fino a quando all'interno del gruppo, emerge la paura che una persona possa metterli nei guai.
Quella persona e Mariangela Pezzotta, l'ex fidanzata di Andrea Volpe. Non ne hanno commesso a sbaglio. Per sbaglio ha commesso solo a Volpe, quando ammazzato Mariangela, persona altrimenti probabilmente non si sarebbe mai saputo niente.
Al Volpe era stato ordinato dalla setta di uccidere Mariangela Pezzotta. Gli altri pensavano essendo stata la mia ragazza che potesse sapere... vado alle altre sparizioni e c'era la paura che potesse dire qualcosa o per cui... per la decisione di schiacciare il miletto. Su cose che, ripensandoci oggi,fanno male. Perché io mi chiedo, parlandomi dietro, come potuto essere in quel modo?
Finalmente, dopo sei lunghissimi anni, per le bestie di satana, è venuto il momento della resa dei conti. Mariangela Pezzotta, Fabio Tollis, Chiara Marino, Andrea Bontade - quattro vittime in sei anni. Questo è il terribile bilancio delle bestie di satana, una setta composta da un gruppo di giovani della provincia Lombarda.
Uno scenario sconvolgente, emerso grazie alla confessione di Andrea Volpe, uno dei membri più influenti della setta e grazie all'ostinazione di Michele Tollis, padre di una delle vittime.
Dopo tanti misteri e tanto sangue, le bestie di satana devono rendere conto alla giustizia. Il 23 luglio 2004 vengono arrestati gli ultimi componenti della setta, il gruppo così metto in passato, ora però è diviso. Da una parte ci sono i pentiti, Volpe, Maccione e Guerrieri, che hanno parlato negli interrogatori e ammesso i crimini. Dall'altra Sapone, Leoni e il resto della setta, che si dichiarano totalmente estranei ai fatti.
Sono tanti i punti ancora da chiarire. Venne fuori anche che c'erano altri casi collegati a loro. Nella stessa zona di Somma Lombardo ci sono state delle scomparse e dei suicidi molto strani. Non lo so. Io dalla lavagna tutto quello che sapevo, l'ho detto. Però poi la mano sul fuoco...non posso metterla su quello che magari gli altri hanno fatto.
Forse la scia di sangue lasciata dal gruppo è più lunga di quanto si pensi. Gli inquirenti non escludono nulla. C'è la possibilità che ci siano state altre vittime e che ci fossero dei contatti e dei legami con altre sette sataniche. E in alcuni interrogatori, Volpe aveva accennato alla presenza di capri esterni al collegamento con altre sette con cui avrebbe tenuto i contatti Sapone.
La mia sensazione era quella sì, che si fosse qualcun'altro. Certezza? No. Però quella è la sensazione.
Un terzo livello quindi, persone più grandi che avrebbero manovrato questi giovani adepti. In cui non si tratta di crederà stata non ho, qui si tratta di sapere che c'è il satanismo. Il satanismo c'è in italia, c'è nel nord italia, c'è in tutto con la zona nord del Piemonte, e che va fino invece andrà anche nel Varesotto fino a Monza, dove sono attive molte sette.
Uno scenario ancora più inquietante. La verità sulle bestie di satana sembra ancora lontana. Basterà il processo a risolvere tutti i misteri?
Il processo contro i pentiti delle bestie di satana, inizia il 13 gennaio 2005 al tribunale di busto arsizio. Questa storia ha sconvolto l'opinione pubblica. Hanno svelato un mondo che noi non pensavamo che esistesse, in una zona polenta dell'italia, tra ragazzi fondamentalmente comuni.
L'eco dei loro crimini e giunta persino all'estero. La BBC li definisce tra i più scioccanti della storia d'italia. Il 22 febbraio 2005 arriva la prima sentenza - 30 anni per Andrea Volpe, uno dei capi sette delle bestie di satana, peggio di così con un rito abbreviato, non gli poteva andare, e poi 16 anni per Pietro Guerrieri colui che materialmente scava la fossa nel bosco degli orrori di Somma Lombardo.
L'altro pentito Mario Maccione e invece condannato a 19 anni di reclusione. All'uscita del tribunale ad attendere gli imputati, c'è un muro di telecamere. Ma soprattutto le urla minacciose dei parenti.
Fuck you stesso! [incomprehensible] Certo non è giustizia questa!
Non sono più un figlio, no più figli, certo è colpa mia è facile. Comunque anche solo doverli guardare in faccia, con che coraggio. È però l'ultimo processo a suscitare più attesa, quello nei confronti dei membri della setta che si sono sempre rifiutati di collaborare con la giustizia. Il dibattimento prende il via il 21 giugno 2005. Prima di tutto erano sprezzanti. E poi sembravano addirittura contenti. Cioè sorridevano, scherzavano fra di loro nella gabbia.
[incomprehensible]
Me manca mia figlia!
I parenti delle vittime non riescono a trattenere il dolore e la rabbia. Tra il padre di Chiara è quello di Sapone si sfiora addirittura la rissa.
Il 31 gennaio 2006 viene letta la sentenza. Gli ultimi componenti della setta sono tutti giudicati colpevoli. La pena più grave la riceve il Nicola Sapone, doppio ergastolo. Per gli altri membri della setta, ricordarne oscillano tra i 26 e 24 anni.
Riferimento le tendenze, giustizia era stata fatti. Però per quanto mi concerne, personalmente mi sono rassegnate a convivere con questa... con questa angoscia, con questo dolore che è rimasto, che tuttora vive. Fabio era uno dei migliori di noi. Era un bravo ragazzo. Era il numero uno fra gli amici. Di amici quelli buoni intenti.
Nonostante le condanne però, non si spendono gli interrogativi sui casi dei tanti ragazzi morti o scomparsi. Forse sempre collegati al sette. La storia delle bestie di satana ha ancora... probabilmente avrebbe ancora molto da raccontare, ma cose che puramente non verranno mai a galla.
Ma il resto è anche l'interrogativo sulle bestie di satana. Chi erano veramente? Quello che vorresti è pensare che sono persone diverse da te, che sono un'altra specie umana, un'altra specie animale, e invece no. È capire che queste sono persone come te. Cioè che il male è dentro di noi. Le sentenze escludono che si possa parlare di un'associazione a delinquere. Mettono anche in dubbio che fossero dei veri satanisti. Leoni, Sapone e tutti gli altri erano perlopiù delle persone disagiate. Tutti i borderline, al limite c'è tra una persona sana, non sana. Tutti con problematiche alle spalle familiari.
Si erano uniti, avevano creato un punto di riferimento.
Alimenta la tua famiglia. Da lì, come una sorta di famiglia. Come delle persone su cui tu puoi fare sempre affidamento. Inizialmente.
Avevano abbracciato satana per riscattare le loro vite, per colmare un vuoto. E le sedute spiritiche, le messe nere, a cui questi giovani partecipavano, difficile dire quanto ci credessero veramente. Difficile dire quanto centri veramente il diavolo e in questa storia. Io ci credevo e ho fatto un lavoro, fatto perché ci credevo.
Loro hanno fatto del male nel nome del male. Leoni. Sapone.
Volpe.
Maccione.
Sono solo dei piccoli di api. Il posto via e bene del prezioso sono i figli, ho strappato i sogni, ho rubato tutto quello che poteva, perché comunque, quello? I sogni di genitore con figli li ho portati via. Questa è una cosa che mi accompagnerà per tutta la mia vita.
Appello e Cassazione hanno ridotto le condanne per i “pentiti” delle Bestie di Satana. Per gli altri componenti le pene sono state inasprite o confermate. Andrea Volpe attualmente è rinchiuso nella Casa Circondariale di Ferrera dove sta scontando 20 anni di reclusione.