×

LingQをより快適にするためCookieを使用しています。サイトの訪問により同意したと見なされます クッキーポリシー.

image

Da Costa a Costa - Season 4, Stagione 4 - Episodio 8 (2)

Stagione 4 - Episodio 8 (2)

Nessuno vuole sbagliare, e assegnare a Tizio uno stato che poi magari sarà vinto da Caio: sarebbe un danno reputazionale enorme. Per questo motivo dal 1990 si formò addirittura un comitato informale composto dai principali quotidiani americani, dai rappresentanti dei due partiti e da quelli dei grandi network televisivi, da ABC News a CBS News, da CNN a Fox, per fare tutti insieme queste valutazioni e decidere insieme quali stati potessero essere “chiamati” durante la notte elettorale, man mano che lo scrutinio andava avanti. Quel comitato esiste ancora oggi, anche se in forma diversa.

Torniamo, quindi, alla notte elettorale del 2000.

Col passare delle ore vennero assegnati i primi stati a Bush e a Gore, ma si capì da subito che sarebbe stata un'elezione equilibratissima: tanti stati erano “too close to call”. Gore vinse nel suo stato, in Tennessee, negli stati del Nord-Est e in quelli del Pacifico. Bush vinse in Arkansas, lo stato di Bill Clinton, e anche in Ohio, in Indiana, in Alaska e in generale nella parte bassa del Midwest. In New Mexico vinse Gore per un pelo; in New Hampshire fu Bush a vincere per un soffio. Tutto era ancora aperto soprattutto in tre stati: il Wisconsin, l'Oregon e la Florida. Fra questi tre, la Florida era nettamente lo stato più popoloso e quindi più importante. Poco prima delle 20, però, i network si sbilanciarono.

I network decisero che le informazioni che ricevevano dal campo, unite ai risultati degli exit poll, permettevano di dire che Al Gore avrebbe vinto in Florida. Tutti: CNN, NBC, CBS, ABC, anche Fox News.

Qui bisogna dire un'altra cosa molto importante: in quel momento in un pezzo della Florida si stava ancora votando. Il territorio della Florida, infatti, si estende su due fusi orari. La gran parte dello stato condivide il fuso orario della costa est degli Stati Uniti ma la parte più occidentale, il cosiddetto Panhandle, è un'ora indietro. Quella regione, tra l'altro, è una delle più conservatrici di tutti gli Stati Uniti. Un anno fa durante comizio di Trump proprio nel Panhandle, mentre il presidente parlava di come fermare gli immigrati irregolari, qualcuno dal pubblico urlò: SPARIAMOGLI! Trump disse, sorridendo: queste cose si possono dire solo nel Panhandle.

Ancora oggi non è chiaro perché i network decisero di sbilanciarsi così presto quando la situazione era così equilibrata e un pezzo dello stato stava ancora votando. Di sicuro non è il massimo che i network televisivi dicano chi è il vincitore in Florida quando in parte della Florida i seggi sono ancora aperti, perché evidentemente distorce il voto: diversi studi effettuati nei mesi successivi mostrarono come l'affluenza nel Panhandle ebbe un crollo nell'ultima ora di apertura dei seggi, un crollo attribuibile al fatto che tutte le tv di tutto il paese dicevano che aveva già vinto Al Gore. Un crollo che sicuramente finì per penalizzare George W. Bush, che nel Panhandle avrebbe fatto il pieno di voti. La decisione dei network, comunque, non fu improvvida solo per questo motivo. Col passare delle ore, mentre lo scrutinio andava avanti, Bush andò in vantaggio. La corsa era sempre equilibratissima, sia chiaro, tutto poteva succedere: ma appunto, tutto poteva succedere. Era troppo presto per dare Gore come vincitore. I network cominciarono uno a uno a ritrattare la loro precedente decisione, una cosa che non succede praticamente mai, e dissero agli americani: ci siamo sbagliati. La Florida è ancora “too close to call”.

Col passare delle ore tutti gli stati vennero assegnati correttamente tranne i tre di cui parlavamo prima: Wisconsin, Oregon e Florida. Al Gore poteva contare su 250 grandi elettori e George W. Bush su 246: dato che per vincere ne servono 270, e la Florida da sola ne metteva in palio 25, chi avrebbe vinto in Florida avrebbe vinto la presidenza. Nello scrutinio dei voti Bush continuava a restare avanti e alle 2.30 del mattino, quando lo spoglio era arrivato all'85 per cento, era avanti di 100.000 voti. I network decisero che la situazione non era più “too close to call”.

George Bush avrebbe vinto in Florida, annunciarono i network, e quindi avrebbe vinto le elezioni. Sarebbe diventato il prossimo presidente degli Stati Uniti. Era finita, nessuno pensava che potessero esserci altri colpi di scena, tanto che a quel punto lo stesso Al Gore alzò il telefono e chiamò Bush, congratulandosi con per la sua vittoria.

Nel frattempo però lo scrutinio andava avanti, e i seggi che mancavano si trovavano tutti in tre contee in cui il Partito Democratico è storicamente molto forte: Broward, Miami-Dade e Palm Beach. Mentre i network televisivi commentavano la vittoria di Bush, il suo vantaggio su Gore in Florida si andava assottigliando. Alle 4.30 del mattino il vantaggio di Bush si era ridotto incredibilmente a meno di duemila voti. Al Gore telefonò di nuovo a Bush e ritirò la sua telefonata precedente. Invece che salire sul palco che era stato preparato, e pronunciare il classico “discorso della sconfitta”, mandò uno dei dirigenti del suo comitato elettorale. Anche i network televisivi, per l'ennesima volta tornarono sui loro passi: l'elezione era ancora aperta.

Quando lo scrutinio in Florida si concluse, i risultati dicevano che su quasi sei milioni di voti espressi, Bush aveva vinto per appena 1.784 voti. Un vantaggio così minimo che in base a una legge in vigore in Florida il risultato non si poteva dichiarare ufficiale: bisognava ricontare le schede.

Dovete sapere che le schede elettorali americane sono diverse da quelle a cui noi siamo abituati. Noi sappiamo che se si vota lo stesso giorno per più elezioni diverse: supponiamo che siano la Camera, il Senato e il sindaco della nostra città, al seggio riceveremo tre schede. Una per la Camera, una per il Senato e una per il sindaco. In America non funziona così. Si vota per tante cose insieme, e la scheda è una sola. Nella scheda ci sono tutte le cariche in ballo, con tutte le opzioni disponibili: ogni elettore decide cosa votare in ciascuna voce. Naturalmente non è obbligatorio votare per tutte le elezioni: ognuno può decidere dove esprimere il loro voto, e il voto viene contato solo per le competizioni in cui è stato espresso. Un'altra differenza importante è che in Florida per votare non si doveva tracciare una X sopra il nome del proprio candidato preferito, ma punzonare la scheda in corrispondenza del nome del proprio candidato preferito, creando un foro.

Per questo il primo riconteggio venne fatto con delle macchine: si inserirono tutte le schede, a poco a poco, e la macchina contò i voti secondo la posizione delle punzonature. Quel primo riconteggio ridusse il vantaggio di Bush da 1.784 ad appena 327 voti. Divenne chiaro, a quel punto, che la questione non si sarebbe risolta nel giro di poche ore.

I comitati elettorali assunsero i loro migliori avvocati e li spedirono in fretta e in furia in Florida: in una situazione senza precedenti come questa, molto sarebbe stato deciso attraverso il ricorso ai tribunali. Molto, però, non tutto. Il resto sarebbe stato deciso dalle leggi dello stato della Florida, che come in ogni paese federale sono diverse dalle leggi degli altri stati, e dal governatore della Florida. Chi era il governatore della Florida? Jeb Bush. Il fratello di George W. Bush.

Sia chiaro, ancora oggi Jeb Bush non è accusato di aver fatto chissà quali manovre per favorire suo fratello. Come vedremo tra poco, in questa storia i giudici sono stati molto più influenti della politica. Ma il solo fatto che lui fosse il governatore ebbe un effetto su quella crisi: per esempio i Democratici non riuscirono a trovare nessuno studio legale in Florida disposto ad aiutarli con le carte e i ricorsi. Nessuno voleva mettersi contro il governatore dello Stato. Ritorniamo tra poco.

Il comitato di Al Gore disse che non poteva accettare il risultato che vedeva Bush vincente per appena 300 voti, avendo avuto notizie di irregolarità nello spoglio da alcune contee. Presentò quindi un ricorso, chiedendo che venissero ricontate a mano tutte le schede di quattro contee a maggioranza Democratica, Broward, Miami Dade, Palm Beach e Volusia). Lo stato della Florida decise di accettare questa richiesta, a costo che i risultati del riconteggio arrivassero entro il 14 novembre. Il tempo era poco, quindi Gore fece appello e la Corte Suprema della Florida spostò quella scadenza al 26 novembre. Nel frattempo gli americani non sapevano chi sarebbe stato il loro presidente, e il tempo stringeva: la Costituzione prevede senza eccezioni che il mandato del presidente uscente finisca il 20 gennaio, quando deve insediarsi il nuovo presidente. Per questo motivo la CIA cominciò a incontrare ogni mattina lo speaker della Camera, la persona che nella linea di successione avrebbe dovuto giurare come presidente se entro il 20 gennaio non si fosse arrivati a un risultato finale e ufficiale. Inoltre c'era un'altra scadenza: la legge stabiliva che la Florida entro il 12 dicembre nominasse i suoi grandi elettori, le persone che concretamente eleggono il presidente degli Stati Uniti sulla base della volontà dei singoli stati. Bisognava fare molto in fretta.

La partita che si stava giocando era politica e giudiziaria insieme. I giudici, i magistrati, le persone deputate a prendere le decisioni in situazioni come questa, non sono degli androidi: sono persone che hanno idee, sensibilità e preferenze politiche, e il più delle volte occupano cariche che vogliono conservare. In una situazione senza precedenti come questa, dove non esiste una legge, una procedura univoca, che prescriva in modo chiaro cosa fare e cosa non fare, anche la pressione dell'opinione pubblica poteva avere un ruolo. I Repubblicani lo sapevano, e giocarono questa partita in modo più scaltro dei Democratici. Un esperto e famigerato consulente politico dei Repubblicani, il famoso, anzi, famigerato Roger Stone, mobilitò centinaia di dipendenti del partito e li portò in Florida per organizzare una manifestazione fuori dagli uffici dove si stavano ricontando le schede.

I manifestanti vennero spacciati per comuni cittadini, spontaneamente arrabbiati con Al Gore, accusato di non saper perdere, ma in realtà erano funzionari e dipendenti del partito, cinquantenni bianchi in giacca e cravatta. Quella protesta fu chiamata per questo la “protesta Brooks Brothers” o “i ribelli Dockers”, dal nome dei noti marchi di abbigliamento dei vestiti tutti uguali che indossavano. In qualche caso la protesta riuscì a fermare il riconteggio, visto che i dipendenti interruppero le operazioni non sentendosi al sicuro.

Il 26 novembre tre contee su quattro presentarono i risultati del riconteggio, che davano Bush avanti di 537 voti. Mancava la contea di Palm Beach, dove le schede contestate erano migliaia. Non si trattava solo di verificare dove la punzonatura non era andata fino in fondo, ed era rimasta la carta appesa al buco, ma venne fuori che il modo stesso in cui erano state disegnate le schede elettorali rendeva molto facili gli errori e molto difficile interpretare la volontà degli elettori. In pratica la scheda elettorale era un foglio orizzontale piegato in due. C'erano liste di candidati sia nella pagina destra che nella pagina sinistra. Sia per la pagina destra che per quella sinistra, però, lo spazio per punzonare era al centro: a ridosso della piega della scheda. Era molto facile fare confusione. Non solo: lo spazio dove punzonare la scheda per votare Al Gore, sulla pagina sinistra, era MOLTO vicino allo spazio dove punzonare per votare Pat Buchanan, un candidato ultraconservatore candidato con un piccolo partito. Un piccolo partito che in tutta la Florida aveva preso lo 0,2 per cento, ma che in quella contea aveva preso il quadruplo. Queste schede elettorali difettose furono soprannominate “butterfly ballots”.

Il guaio di Palm Beach non era l'unico, in Florida. In un'altra contea, a Volusia, molti elettori avevano usato delle macchine per votare che non funzionavano bene. Col passare dei giorni, poi, emerse che anche durante i riconteggi le schede contestate erano state valutate in modo diverso contea per contea: in certi posti le schede non completamente punzonate erano state conteggiate, in certi altri no. Nel frattempo furono conteggiate anche le schede degli elettori all'estero, che portarono il vantaggio di Bush a 930 voti. Al Gore presentò un altro ricorso, e l'8 dicembre la Corte Suprema della Florida per evitare discrepanze decise allora che sarebbero state ricontate tutte le schede punzonate male in tutto lo stato, e non solo in quelle quattro contee. A quel punto intervenne la Corte Suprema federale, il massimo organo giudiziario del paese, dove i giudici conservatori avevano una maggioranza di cinque contro quattro.[00:00] Il nuovo ennesimo riconteggio delle schede era appena cominciato, quando la Corte Suprema il 9 dicembre decise che doveva essere interrotto, perché ricontare solo le schede punzonate male era un criterio troppo parziale, e avrebbe alterato il risultato.[00:00] Nel frattempo il Congresso statale della Florida si riunì per decidere la nomina dei grandi elettori: un po' perché i Repubblicani avevano la maggioranza, un po' perché il risultato – per quanto contestato – dava ancora avanti Bush, finirono per scegliere 25 grandi elettori fedeli a Bush.[00:00] A fronte di un altro ricorso di Gore, la Corte Suprema prese un'ultima decisione, il 12 dicembre.[00:00] Con una maggioranza di 5-4, la Corte stabilì due cose apparentemente contraddittorie: la prima era che tutte le schede di tutta la Florida dovevano essere ricontate, valide e non valide, contestate e non contestate; la seconda era che la scadenza decisa dalla legge della Florida per nominare i grandi elettori entro il 12 dicembre, cioè proprio quel giorno, andava considerata valida.[00:00] Il riconteggio, per quanto autorizzato, era impossibile.[00:00] Il vantaggio di Bush, per quanto fosse minimo, sarebbe stato abbastanza.[00:00] Al Gore avrebbe potuto fare un nuovo ennesimo ricorso alla Corte Suprema della Florida, chiedendo di spostare la scadenza del 12 dicembre, ma non lo fece.[00:00] Gore pensò che la Corte Suprema locale lo avrebbe sfavorito, che bisognava mettere fine a quei giorni incredibili e che gli elettori non avrebbero capito questa insistenza anche dopo il parere della Corte Suprema federale.[00:00] Quindi chiuse la partita.[00:00] Si presentò davanti alle telecamere, ammise la sconfitta e si congratulò con George W. Bush, il nuovo presidente degli Stati Uniti.[00:00] Negli anni successivi, quando Bush diventò molto contestato dai Democratici per gli interventi militari in Afghanistan e in Iraq, la sinistra del partito criticò a lungo Al Gore per la decisione di arrendersi in quella contesa legale, e accettare il verdetto beffardo della Corte Suprema.[00:00] Chi conosceva davvero Gore, però, non ne fu sorpreso: non era il più simpatico dei politici, ma era molto corretto.[00:00] Pensate che durante la campagna elettorale il suo comitato aveva ricevuto in forma anonima del materiale un po' imbarazzante sul suo avversario, su Bush, e Gore invece che utilizzarlo decise di chiamare l'FBI e denunciare quanto accaduto.[00:00] Tra i Democratici quella campagna elettorale lasciò un profondo senso di ingiustizia, anche perché Al Gore in tutti gli Stati Uniti aveva raccolto comunque più voti di Bush, ma insegnò al paese una cosa più grande, e valida ancora oggi.[00:00] La democrazia è imperfetta.[00:00] Siamo tutti d'accordo sul fatto che sia la miglior forma di governo possibile, o la peggiore eccetto tutte le altre, ma sul come vada esercitata la democrazia nessuno è arrivato a una conclusione finale.[00:00] Come si contano i voti, come si distribuiscono i seggi, come si disegnano i collegi.[00:00] Chi può candidarsi, come può raccogliere fondi, come può fare campagna elettorale.[00:00] Chi può votare, come e dove, con quali criteri e con quali eccezioni.[00:00] Esistono infiniti modelli di applicazione della democrazia nel mondo.[00:00] Nessuno può dirsi certo di aver trovato il migliore in assoluto.[00:00] Tutti rischiano prima o poi di incappare in un guaio, in un imprevisto, e consegnare il risultato della volontà popolare ai tribunali.[00:00] Vedremo se succederà anche nel 2020.

Learn languages from TV shows, movies, news, articles and more! Try LingQ for FREE

Stagione 4 - Episodio 8 (2) Staffel 4 - Folge 8 (2) Season 4 - Episode 8 (2) Temporada 4 - Episodio 8 (2) Saison 4 - Épisode 8 (2) Temporada 4 - Episódio 8 (2)

Nessuno vuole sbagliare, e assegnare a Tizio uno stato che poi magari sarà vinto da Caio: sarebbe un danno reputazionale enorme. Personne ne veut commettre une erreur et attribuer à Titius un État qui sera peut-être ensuite remporté par Caius : cela nuirait considérablement à la réputation de l'entreprise. Per questo motivo dal 1990 si formò addirittura un comitato informale composto dai principali quotidiani americani, dai rappresentanti dei due partiti e da quelli dei grandi network televisivi, da ABC News a CBS News, da CNN a Fox, per fare tutti insieme queste valutazioni e decidere insieme quali stati potessero essere “chiamati” durante la notte elettorale, man mano che lo scrutinio andava avanti. Quel comitato esiste ancora oggi, anche se in forma diversa.

Torniamo, quindi, alla notte elettorale del 2000.

Col passare delle ore vennero assegnati i primi stati a Bush e a Gore, ma si capì da subito che sarebbe stata un'elezione equilibratissima: tanti stati erano “too close to call”. Gore vinse nel suo stato, in Tennessee, negli stati del Nord-Est e in quelli del Pacifico. Bush vinse in Arkansas, lo stato di Bill Clinton, e anche in Ohio, in Indiana, in Alaska e in generale nella parte bassa del Midwest. In New Mexico vinse Gore per un pelo; in New Hampshire fu Bush a vincere per un soffio. Tutto era ancora aperto soprattutto in tre stati: il Wisconsin, l'Oregon e la Florida. Fra questi tre, la Florida era nettamente lo stato più popoloso e quindi più importante. Poco prima delle 20, però, i network si sbilanciarono.

I network decisero che le informazioni che ricevevano dal campo, unite ai risultati degli exit poll, permettevano di dire che Al Gore avrebbe vinto in Florida. Tutti: CNN, NBC, CBS, ABC, anche Fox News.

Qui bisogna dire un'altra cosa molto importante: in quel momento in un pezzo della Florida si stava ancora votando. Il territorio della Florida, infatti, si estende su due fusi orari. La gran parte dello stato condivide il fuso orario della costa est degli Stati Uniti ma la parte più occidentale, il cosiddetto Panhandle, è un'ora indietro. Quella regione, tra l'altro, è una delle più conservatrici di tutti gli Stati Uniti. Un anno fa durante comizio di Trump proprio nel Panhandle, mentre il presidente parlava di come fermare gli immigrati irregolari, qualcuno dal pubblico urlò: SPARIAMOGLI! Trump disse, sorridendo: queste cose si possono dire solo nel Panhandle.

Ancora oggi non è chiaro perché i network decisero di sbilanciarsi così presto quando la situazione era così equilibrata e un pezzo dello stato stava ancora votando. Di sicuro non è il massimo che i network televisivi dicano chi è il vincitore in Florida quando in parte della Florida i seggi sono ancora aperti, perché evidentemente distorce il voto: diversi studi effettuati nei mesi successivi mostrarono come l'affluenza nel Panhandle ebbe un crollo nell'ultima ora di apertura dei seggi, un crollo attribuibile al fatto che tutte le tv di tutto il paese dicevano che aveva già vinto Al Gore. It is certainly not the best that television networks say who is the winner in Florida when the polls are still open in part of Florida, because it obviously distorts the vote: several studies carried out in the following months showed how the turnout in the Panhandle had a collapse in the last hour of polling, a collapse attributable to the fact that all the TV stations across the country said that Al Gore had already won. Un crollo che sicuramente finì per penalizzare George W. Bush, che nel Panhandle avrebbe fatto il pieno di voti. A collapse that certainly ended up penalizing George W. Bush, who would have received full votes in the Panhandle. La decisione dei network, comunque, non fu improvvida solo per questo motivo. Col passare delle ore, mentre lo scrutinio andava avanti, Bush andò in vantaggio. La corsa era sempre equilibratissima, sia chiaro, tutto poteva succedere: ma appunto, tutto poteva succedere. Era troppo presto per dare Gore come vincitore. I network cominciarono uno a uno a ritrattare la loro precedente decisione, una cosa che non succede praticamente mai, e dissero agli americani: ci siamo sbagliati. La Florida è ancora “too close to call”.

Col passare delle ore tutti gli stati vennero assegnati correttamente tranne i tre di cui parlavamo prima: Wisconsin, Oregon e Florida. Al Gore poteva contare su 250 grandi elettori e George W. Bush su 246: dato che per vincere ne servono 270, e la Florida da sola ne metteva in palio 25, chi avrebbe vinto in Florida avrebbe vinto la presidenza. Nello scrutinio dei voti Bush continuava a restare avanti e alle 2.30 del mattino, quando lo spoglio era arrivato all'85 per cento, era avanti di 100.000 voti. I network decisero che la situazione non era più “too close to call”.

George Bush avrebbe vinto in Florida, annunciarono i network, e quindi avrebbe vinto le elezioni. Sarebbe diventato il prossimo presidente degli Stati Uniti. Era finita, nessuno pensava che potessero esserci altri colpi di scena, tanto che a quel punto lo stesso Al Gore alzò il telefono e chiamò Bush, congratulandosi con per la sua vittoria.

Nel frattempo però lo scrutinio andava avanti, e i seggi che mancavano si trovavano tutti in tre contee in cui il Partito Democratico è storicamente molto forte: Broward, Miami-Dade e Palm Beach. Mentre i network televisivi commentavano la vittoria di Bush, il suo vantaggio su Gore in Florida si andava assottigliando. Alle 4.30 del mattino il vantaggio di Bush si era ridotto incredibilmente a meno di duemila voti. Al Gore telefonò di nuovo a Bush e ritirò la sua telefonata precedente. Invece che salire sul palco che era stato preparato, e pronunciare il classico “discorso della sconfitta”, mandò uno dei dirigenti del suo comitato elettorale. Anche i network televisivi, per l'ennesima volta tornarono sui loro passi: l'elezione era ancora aperta.

Quando lo scrutinio in Florida si concluse, i risultati dicevano che su quasi sei milioni di voti espressi, Bush aveva vinto per appena 1.784 voti. Un vantaggio così minimo che in base a una legge in vigore in Florida il risultato non si poteva dichiarare ufficiale: bisognava ricontare le schede.

Dovete sapere che le schede elettorali americane sono diverse da quelle a cui noi siamo abituati. Noi sappiamo che se si vota lo stesso giorno per più elezioni diverse: supponiamo che siano la Camera, il Senato e il sindaco della nostra città, al seggio riceveremo tre schede. Una per la Camera, una per il Senato e una per il sindaco. In America non funziona così. Si vota per tante cose insieme, e la scheda è una sola. Nella scheda ci sono tutte le cariche in ballo, con tutte le opzioni disponibili: ogni elettore decide cosa votare in ciascuna voce. Naturalmente non è obbligatorio votare per tutte le elezioni: ognuno può decidere dove esprimere il loro voto, e il voto viene contato solo per le competizioni in cui è stato espresso. Un'altra differenza importante è che in Florida per votare non si doveva tracciare una X sopra il nome del proprio candidato preferito, ma punzonare la scheda in corrispondenza del nome del proprio candidato preferito, creando un foro.

Per questo il primo riconteggio venne fatto con delle macchine: si inserirono tutte le schede, a poco a poco, e la macchina contò i voti secondo la posizione delle punzonature. Quel primo riconteggio ridusse il vantaggio di Bush da 1.784 ad appena 327 voti. Divenne chiaro, a quel punto, che la questione non si sarebbe risolta nel giro di poche ore.

I comitati elettorali assunsero i loro migliori avvocati e li spedirono in fretta e in furia in Florida: in una situazione senza precedenti come questa, molto sarebbe stato deciso attraverso il ricorso ai tribunali. Molto, però, non tutto. Il resto sarebbe stato deciso dalle leggi dello stato della Florida, che come in ogni paese federale sono diverse dalle leggi degli altri stati, e dal governatore della Florida. Chi era il governatore della Florida? Jeb Bush. Il fratello di George W. Bush.

Sia chiaro, ancora oggi Jeb Bush non è accusato di aver fatto chissà quali manovre per favorire suo fratello. Come vedremo tra poco, in questa storia i giudici sono stati molto più influenti della politica. Ma il solo fatto che lui fosse il governatore ebbe un effetto su quella crisi: per esempio i Democratici non riuscirono a trovare nessuno studio legale in Florida disposto ad aiutarli con le carte e i ricorsi. Nessuno voleva mettersi contro il governatore dello Stato. Ritorniamo tra poco.

Il comitato di Al Gore disse che non poteva accettare il risultato che vedeva Bush vincente per appena 300 voti, avendo avuto notizie di irregolarità nello spoglio da alcune contee. Presentò quindi un ricorso, chiedendo che venissero ricontate a mano tutte le schede di quattro contee a maggioranza Democratica, Broward, Miami Dade, Palm Beach e Volusia). Lo stato della Florida decise di accettare questa richiesta, a costo che i risultati del riconteggio arrivassero entro il 14 novembre. Il tempo era poco, quindi Gore fece appello e la Corte Suprema della Florida spostò quella scadenza al 26 novembre. Nel frattempo gli americani non sapevano chi sarebbe stato il loro presidente, e il tempo stringeva: la Costituzione prevede senza eccezioni che il mandato del presidente uscente finisca il 20 gennaio, quando deve insediarsi il nuovo presidente. Per questo motivo la CIA cominciò a incontrare ogni mattina lo speaker della Camera, la persona che nella linea di successione avrebbe dovuto giurare come presidente se entro il 20 gennaio non si fosse arrivati a un risultato finale e ufficiale. Inoltre c'era un'altra scadenza: la legge stabiliva che la Florida entro il 12 dicembre nominasse i suoi grandi elettori, le persone che concretamente eleggono il presidente degli Stati Uniti sulla base della volontà dei singoli stati. Bisognava fare molto in fretta.

La partita che si stava giocando era politica e giudiziaria insieme. I giudici, i magistrati, le persone deputate a prendere le decisioni in situazioni come questa, non sono degli androidi: sono persone che hanno idee, sensibilità e preferenze politiche, e il più delle volte occupano cariche che vogliono conservare. In una situazione senza precedenti come questa, dove non esiste una legge, una procedura univoca, che prescriva in modo chiaro cosa fare e cosa non fare, anche la pressione dell'opinione pubblica poteva avere un ruolo. I Repubblicani lo sapevano, e giocarono questa partita in modo più scaltro dei Democratici. Un esperto e famigerato consulente politico dei Repubblicani, il famoso, anzi, famigerato Roger Stone, mobilitò centinaia di dipendenti del partito e li portò in Florida per organizzare una manifestazione fuori dagli uffici dove si stavano ricontando le schede.

I manifestanti vennero spacciati per comuni cittadini, spontaneamente arrabbiati con Al Gore, accusato di non saper perdere, ma in realtà erano funzionari e dipendenti del partito, cinquantenni bianchi in giacca e cravatta. Quella protesta fu chiamata per questo la “protesta Brooks Brothers” o “i ribelli Dockers”, dal nome dei noti marchi di abbigliamento dei vestiti tutti uguali che indossavano. In qualche caso la protesta riuscì a fermare il riconteggio, visto che i dipendenti interruppero le operazioni non sentendosi al sicuro.

Il 26 novembre tre contee su quattro presentarono i risultati del riconteggio, che davano Bush avanti di 537 voti. Mancava la contea di Palm Beach, dove le schede contestate erano migliaia. Non si trattava solo di verificare dove la punzonatura non era andata fino in fondo, ed era rimasta la carta appesa al buco, ma venne fuori che il modo stesso in cui erano state disegnate le schede elettorali rendeva molto facili gli errori e molto difficile interpretare la volontà degli elettori. In pratica la scheda elettorale era un foglio orizzontale piegato in due. C'erano liste di candidati sia nella pagina destra che nella pagina sinistra. Sia per la pagina destra che per quella sinistra, però, lo spazio per punzonare era al centro: a ridosso della piega della scheda. Era molto facile fare confusione. Non solo: lo spazio dove punzonare la scheda per votare Al Gore, sulla pagina sinistra, era MOLTO vicino allo spazio dove punzonare per votare Pat Buchanan, un candidato ultraconservatore candidato con un piccolo partito. Un piccolo partito che in tutta la Florida aveva preso lo 0,2 per cento, ma che in quella contea aveva preso il quadruplo. Queste schede elettorali difettose furono soprannominate “butterfly ballots”.

Il guaio di Palm Beach non era l'unico, in Florida. In un'altra contea, a Volusia, molti elettori avevano usato delle macchine per votare che non funzionavano bene. Col passare dei giorni, poi, emerse che anche durante i riconteggi le schede contestate erano state valutate in modo diverso contea per contea: in certi posti le schede non completamente punzonate erano state conteggiate, in certi altri no. Nel frattempo furono conteggiate anche le schede degli elettori all'estero, che portarono il vantaggio di Bush a 930 voti. Al Gore presentò un altro ricorso, e l'8 dicembre la Corte Suprema della Florida per evitare discrepanze decise allora che sarebbero state ricontate tutte le schede punzonate male in tutto lo stato, e non solo in quelle quattro contee. A quel punto intervenne la Corte Suprema federale, il massimo organo giudiziario del paese, dove i giudici conservatori avevano una maggioranza di cinque contro quattro.[00:00] Il nuovo ennesimo riconteggio delle schede era appena cominciato, quando la Corte Suprema il 9 dicembre decise che doveva essere interrotto, perché ricontare solo le schede punzonate male era un criterio troppo parziale, e avrebbe alterato il risultato.[00:00] Nel frattempo il Congresso statale della Florida si riunì per decidere la nomina dei grandi elettori: un po' perché i Repubblicani avevano la maggioranza, un po' perché il risultato – per quanto contestato – dava ancora avanti Bush, finirono per scegliere 25 grandi elettori fedeli a Bush.[00:00] A fronte di un altro ricorso di Gore, la Corte Suprema prese un'ultima decisione, il 12 dicembre.[00:00] Con una maggioranza di 5-4, la Corte stabilì due cose apparentemente contraddittorie: la prima era che tutte le schede di tutta la Florida dovevano essere ricontate, valide e non valide, contestate e non contestate; la seconda era che la scadenza decisa dalla legge della Florida per nominare i grandi elettori entro il 12 dicembre, cioè proprio quel giorno, andava considerata valida.[00:00] Il riconteggio, per quanto autorizzato, era impossibile.[00:00] Il vantaggio di Bush, per quanto fosse minimo, sarebbe stato abbastanza.[00:00] Al Gore avrebbe potuto fare un nuovo ennesimo ricorso alla Corte Suprema della Florida, chiedendo di spostare la scadenza del 12 dicembre, ma non lo fece.[00:00] Gore pensò che la Corte Suprema locale lo avrebbe sfavorito, che bisognava mettere fine a quei giorni incredibili e che gli elettori non avrebbero capito questa insistenza anche dopo il parere della Corte Suprema federale.[00:00] Quindi chiuse la partita.[00:00] Si presentò davanti alle telecamere, ammise la sconfitta e si congratulò con George W. Bush, il nuovo presidente degli Stati Uniti.[00:00] Negli anni successivi, quando Bush diventò molto contestato dai Democratici per gli interventi militari in Afghanistan e in Iraq, la sinistra del partito criticò a lungo Al Gore per la decisione di arrendersi in quella contesa legale, e accettare il verdetto beffardo della Corte Suprema.[00:00] Chi conosceva davvero Gore, però, non ne fu sorpreso: non era il più simpatico dei politici, ma era molto corretto.[00:00] Pensate che durante la campagna elettorale il suo comitato aveva ricevuto in forma anonima del materiale un po' imbarazzante sul suo avversario, su Bush, e Gore invece che utilizzarlo decise di chiamare l'FBI e denunciare quanto accaduto.[00:00] Tra i Democratici quella campagna elettorale lasciò un profondo senso di ingiustizia, anche perché Al Gore in tutti gli Stati Uniti aveva raccolto comunque più voti di Bush, ma insegnò al paese una cosa più grande, e valida ancora oggi.[00:00] La democrazia è imperfetta.[00:00] Siamo tutti d'accordo sul fatto che sia la miglior forma di governo possibile, o la peggiore eccetto tutte le altre, ma sul come vada esercitata la democrazia nessuno è arrivato a una conclusione finale.[00:00] Come si contano i voti, come si distribuiscono i seggi, come si disegnano i collegi.[00:00] Chi può candidarsi, come può raccogliere fondi, come può fare campagna elettorale.[00:00] Chi può votare, come e dove, con quali criteri e con quali eccezioni.[00:00] Esistono infiniti modelli di applicazione della democrazia nel mondo.[00:00] Nessuno può dirsi certo di aver trovato il migliore in assoluto.[00:00] Tutti rischiano prima o poi di incappare in un guaio, in un imprevisto, e consegnare il risultato della volontà popolare ai tribunali.[00:00] Vedremo se succederà anche nel 2020.