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Memorie di Adriano - Yourcenar, 1. ANIMULA VAGULA BLANDULA (1)

1. ANIMULA VAGULA BLANDULA (1)

Mio caro Marco,

Sono andato stamattina dal mio medico, Ermogene, recentemente rientrato in Villa da un lungo viaggio in Asia. Bisognava che mi visitasse a digiuno ed eravamo d'accordo per incontrarci di primo mattino. Ho deposto mantello e tunica; mi sono adagiato sul letto. Ti risparmio particolari che sarebbero altrettanto sgradevoli per te quanto lo sono per me, e la descrizione del corpo d'un uomo che s'inoltra negli anni ed è vicino a morire di un'idropisia del cuore. Diciamo solo che ho tossito, respirato, trattenuto il fiato, secondo le indicazioni di Ermogene, allarmato suo malgrado per la rapidità dei progressi del male, pronto ad attribuirne la colpa al giovane Giolla, che m'ha curato in sua assenza. E' difficile rimanere imperatore in presenza di un medico; difficile anche conservare la propria essenza umana: l'occhio del medico non vede in me che un aggregato di umori, povero amalgama di linfa e di sangue. E per la prima volta, stamane, m'è venuto in mente che il mio corpo, compagno fedele, amico sicuro e a me noto più dell'anima, è solo un mostro subdolo che finirà per divorare il padrone. Basta...Il mio corpo mi è caro; mi ha servito bene, e in tutti i modi, e non starò a lesinargli le cure necessarie. Ma, ormai, non credo più, come finge ancora Ermogene, nelle virtù prodigiose delle piante, nella dosatura precisa di quei sali minerali che è andato a procurarsi in Oriente. E' un uomo fine; eppure, m'ha propinato formule vaghe di conforto, troppo ovvie per poterci credere; sa bene quanto detesto questo genere d'imposture, ma non si esercita impunemente più di trent'anni la medicina. Perdono a questo mio fedele il suo tentativo di nascondermi la mia morte. Ermogene è dotto; è persino saggio; la sua probità è di gran lunga superiore a quella d'un qualunque medico di corte. Avrò in sorte d'essere il più curato dei malati. Ma nessuno può oltrepassare i limiti prescritti dalla natura; le gambe gonfie non mi sostengono più nelle lunghe cerimonie di Roma; mi sento soffocare; e ho sessant'anni.

Non mi fraintendere: non sono ancora così a mal partito da cedere alle immaginazioni della paura, assurde quasi quanto quelle della speranza, e certamente assai più penose. Se occorresse ingannarmi, preferirei che lo si facesse ispirandomi fiducia; non ci rimetterei più che tanto, e ne soffrirei meno. Non è detto che quel termine così vicino debba essere imminente; vado ancora a letto, ogni sera, con la speranza di rivedere il mattino. Nell'ambito di quei limiti invalicabili di cui t'ho fatto cenno poc'anzi, posso difendere la mia posizione palmo a palmo, e persino riconquistare qualche pollice di terreno perduto. Ciò nonpertanto, sono giunto a quell'età in cui la vita è, per ogni uomo, una sconfitta accettata. Dire che ho i giorni contati non significa nulla; è stato sempre così; è così per noi tutti. Ma l'incertezza del luogo, del tempo, e del modo, che ci impedisce di distinguere chiaramente quel fine verso il quale procediamo senza tregua, diminuisce per me col progredire della mia malattia mortale. Chiunque può morire da un momento all'altro, ma chi è malato sa che tra dieci anni non ci sarà più. Il mio margine d'incertezza non si estende più su anni, ma su mesi. Le probabilità che io finisca per una pugnalata al cuore o per una caduta da cavallo diventano quanto mai remote; la peste pare improbabile; la lebbra e il cancro sembrano definitivamente allontanati. Non corro più il rischio di cadere ai confini, colpito da una ascia caledonia o trafitto da una freccia partica; le tempeste non hanno saputo profittare delle occasioni loro offerte, e sembra avesse ragione quel mago a predirmi che non sarei annegato. Morirò a Tivoli, o a Roma, tutt'al più a Napoli, e una crisi di asfissia sbrigherà la bisogna. Sarà la decima crisi a portarmi via, o la centesima? Il problema è tutto qui. Come il viaggiatore che naviga tra le isole dell'Arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi, e scopre a poco a poco la linea della costa, così io comincio a scorgere il profilo della mia morte.

Vi sono già zone della mia vita simili alle sale spoglie d'un palazzo troppo vasto, che un proprietario decaduto rinuncia a occupare per intero. Non vado più a caccia: se non ci fosse altri che io a disturbarli, mentre ruminano e giocano, i caprioli dei monti d'Etruria potrebbero vivere tranquilli. Con la Diana delle foreste, ho avuto sempre i rapporti mutevoli e appassionati d'un uomo con l'oggetto amato: adolescente, la caccia al cinghiale m'ha offerto le prime occasioni di conoscere l'autorità e il pericolo; mi ci dedicavo con passione; i miei eccessi in questo esercizio mi attirarono le rampogne di Traiano. La spartizione della preda in una radura della Spagna è stata la mia prima esperienza della morte, del coraggio, della pietà per le creature, e del piacere tragico di vederle soffrire. Uomo fatto, la caccia mi rilassava da tante lotte segrete contro avversari di volta in volta troppo sottili o troppo ottusi, troppo deboli o troppo forti per me; è una lotta pari tra l'intelligenza umana e l'astuzia delle fiere e sembrava stranamente pulita in paragone con gli agguati degli uomini. Imperatore, le cacce in Etruria mi sono servite per giudicare il coraggio o le capacità dei miei alti funzionari: ivi ho scartato o prescelto più d'un uomo di Stato. Più tardi, in Bitinia, in Cappadocia, le grandi battute di caccia mi fornirono un pretesto di feste, di trionfi autunnali nei boschi dell'Asia. Ma il compagno delle mie ultime cacce è morto giovane, e il desiderio di questi piaceri violenti è molto scemato in me dopo la sua dipartita. Pure, persino qui a Tivoli, basta l'improvviso sbuffare d'un cervo sotto le fronde perchè trasalisca in me un istinto più antico di tutti gli altri, grazie al quale mi sento gattopardo quanto imperatore. Chissà, forse sono stato così parco di sangue umano perchè ho versato tanto quello delle fiere: benché talvolta, segretamente, le preferissi agli uomini. La loro immagine, comunque, mi torna alla memoria più spesso, e m'è difficile non abbandonarmi ogni sera a interminabili racconti di caccia che mettono a dura prova la pazienza dei miei invitati. Certo, il ricordo del giorno della mia adozione mi è dolce, ma quello dei leoni uccisi in Mauretania lo vale.

Rinunciare al cavallo è un sacrificio ancora più penoso per me: una belva non è che un avversario, ma il cavallo era un amico. Se mi si fosse lasciata la scelta della mia condizione, avrei optato per quella di Centauro. Tra Boristene e me i rapporti erano d'una precisione matematica: obbediva a me come al suo cervello, non come al padrone. Ho mai ottenuto altrettanto da un uomo? Un'autorità così totale comporta, come qualsiasi altra, il rischio d'un errore per chi la esercita, ma il piacere di tentare l'impossibile in fatto di salti all'ostacolo era troppo grande per rimpiangere la lussazione d'una spalla o la frattura d'una costola. Il mio cavallo surrogava i mille concetti inerenti al titolo, alla funzione, al nome, che complicano le amicizie umane, con la sola conoscenza del mio peso esatto. I miei slanci erano per metà suoi; conosceva con precisione, e forse meglio di me, il momento in cui la mia volontà divergeva dalle mie forze. Ma non infliggo più al successore di Boristene il peso d'un malato dai muscoli afflosciati, troppo debole per issarsi in groppa da solo. In questo momento, il mio aiutante di campo, Celere, lo sta addestrando sulla strada di Preneste; tutte le mie esperienze di velocità mi consentono di condividere il piacere del cavaliere e quello dell'animale, di valutare le sensazioni d'un uomo lanciato a briglia sciolta in una giornata di sole e di vento; quando Celere balza da cavallo, io riprendo contatto col suolo insieme a lui. Lo stesso accade col nuoto: io vi ho rinunciato, ma partecipo ancora alla delizia del nuotatore carezzato dall'acqua. Correre, perfino sul più breve dei percorsi, oggi mi sarebbe impossibile quanto lo sarebbe a una statua massiccia, a un Cesare di pietra, ma ricordo le mie corse di fanciullo sulle arse colline della Spagna, il gioco che si fa con se stesso allorché, trafelati sino ai limiti della resistenza, si sa che il cuore saldo, i polmoni intatti ristabiliranno l'equilibrio; e provo, con il più oscuro tra gli atleti che si allenano alla corsa di fondo nello stadio, un'intesa che l'intelletto da solo non saprebbe darmi. Così, da ciascuna delle arti che praticai a suo tempo traggo una conoscenza che mi compensa in parte dei piaceri perduti. Ho creduto, e nei miei momenti migliori lo credo ancora, che in tal modo si potrebbe partecipare all'esistenza di tutti; e questa simpatia essere uno degli aspetti meno revocabili dell'immortalità. Ho avuto momenti in cui questa comprensione ha tentato di oltrepassare la sfera dell'umano, si è rivolta dal nuotatore all'onda. Ma, poichè in questo campo non c'è nulla di preciso a rendermi edotto, entro nella sfera delle metamorfosi, che appartengono al sogno.

Mangiar troppo è un vizio romano, sono stato sobrio con voluttà. Ermogene non ha dovuto modificar nulla del mio regime, se non forse frenare l'impazienza che m'ha sempre fatto divorare ovunque, a qualsiasi ora, un cibo qualsiasi, come per troncare d'un colpo le esigenze della fame. Un uomo ricco, che non ha mai conosciuto altre privazioni che quelle volontarie, o non ne ha sperimentate se non a titolo provvisorio, come uno degli incidenti più o meno eccitanti della guerra e dei viaggi, dimostrerebbe cattivo gusto se si vantasse di non satollarsi. Impinzarsi i giorni di festa è stata sempre l'ambizione, la gioia, e l'orgoglio naturale dei poveri. Mi piaceva l'aroma delle carni arrostite, il rumore delle marmitte raschiate, nelle festività militari, e che i banchetti al campo (o ciò che al campo costituiva un banchetto) fossero ciò che dovrebbero essere sempre, un compenso rozzo e festoso alle privazioni dei giorni di lavoro; tolleravo discretamente l'odor di fritto nelle pubbliche piazze al tempo dei Saturnali. Ma i conviti di Roma m'ispiravano ripugnanza e tedio tanto che se alle volte - durante un'esplorazione o una spedizione militare - ho visto la morte vicina, per farmi coraggio mi son detto che almeno sarei liberato dei pranzi. Non mi farai l'ingiuria di prendermi per un rinunciatario qualsiasi: una operazione che si verifica due o tre volte al giorno, e serve ad alimentare la vita, merita certamente le nostre cure. Mangiare un frutto significa far entrare in noi una cosa viva, bella, come noi nutrita e favorita dalla terra; significa consumare un sacrificio nel quale preferiamo noi stessi alla materia inanimata. Non ho mai affondato i denti nella pagnotta delle caserme senza meravigliarmi che quella miscela rozza e pesante sapesse mutarsi in sangue, in calore, fors'anche in coraggio. Ah, perchè il mio spirito, nei suoi giorni migliori, non possiede che una parte dei poteri di assimilazione di un corpo?

A Roma, durante i lunghi pranzi ufficiali, mi è accaduto di pensare alle origini relativamente recenti del nostro lusso; a questo popolo di coloni parsimoniosi e di soldati frugali, satolli d'aglio e di orzo, improvvisamente immersi dalla conquista nelle delizie della cucina asiatica che ingozza manicaretti con la voracità rustica dei contadini. I nostri Romani si rimpinzano di cacciagione, s'inondano di salse, e s'intossicano di spezie. Un Apicio va fiero della successione di portate, di quella serie di vivande piccanti o dolci, grevi o delicate, che compongono l'armonica disposizione dei suoi banchetti; e passi ancora se ciascuno di tali cibi fosse servito separatamente, assimilato a digiuno, sapientemente assaporato da un buongustaio dalle papille intatte. Ma serviti così, giornalmente, alla rinfusa, in mezzo a una profusione banale, essi formano nel palato e nello stomaco di chi mangia una confusione detestabile, nella quale odori, sapori, sostanze perdono il loro rispettivo valore, la loro squisita identità. Un tempo quel povero Lucio si dilettava a prepararmi qualche piatto raro; i suoi pasticci di fagiano, dove prosciutto e spezie vanno sapientemente dosati, erano il risultato di un'arte, esattamente come quella del musico o del pittore; eppure, rimpiangevo la carne pura e semplice del bel volatile.

In Grecia se ne intendono di più: quel vino che sa di resina, quel pane al sesamo, quei pesci girati sulla griglia in riva al mare, anneriti irregolarmente dal fuoco, insaporiti qua e là da un granello di sabbia che scricchiola sotto i denti si limitavano a placare l'appetito, senza sovraccaricare di complicazioni il più elementare dei piaceri. Ho assaporato, in qualche bettola di Egina o al Falero, cibi così freschi che restavano divinamente puliti a onta delle dita sudice dello sguattero che mi serviva; così sobri ma al tempo stesso così sostanziosi che pareva contenessero, nella forma più condensata possibile, un'essenza di immortalità. Anche la carne, arrostita la sera dopo la caccia, conteneva questa qualità direi quasi di sacramento, ci riportava indietro, alle origini selvagge delle razze; così il vino ci inizia ai misteri vulcanici del suolo, ai suoi misteriosi tesori: bere una coppa di vino di Samo, a mezzogiorno, col sole alto, o piuttosto sorseggiarlo una sera d'inverno, quando si è in quello stato di fatica che consente di sentirlo immediatamente colare caldo nella cavità del diaframma, e diffondersi nelle vene ardente e sicuro, sono sensazioni quasi sacre, persino troppo violente, per la mente umana. Non le ritrovo altrettanto genuine quando esco dalle cantine numerate di Roma, e mi spazientisce la pedanteria dei conoscitori di vigneti. Così, con un gesto ancor più devoto, bere l'acqua nel cavo delle mani o direttamente alla sorgente, fa sì che penetri in noi il sale più segreto della terra, e la pioggia del cielo. Ma, oggi, anche l'acqua è una voluttà che un malato come me deve concedersi con misura. Non importa: anche nell'agonia, mescolata all'amaro delle ultime pozioni, mi sforzerò di sentirne sulle labbra la freschezza insapore.

Nelle scuole di filosofia, dove è di prammatica provare una volta per tutte ogni regola di condotta, ho sperimentato per breve tempo il regime vegetariano, e, più tardi, in Asia, ho visto i ginnosofisti indiani volgere il capo alla vista degli agnelli fumanti e dei quarti di gazzella serviti sotto la tenda di Osroe. Ma quest'astinenza, nella quale si compiace la tua austerità giovanile, esige attenzioni complicate, più della golosità: trattandosi di una funzione che si svolge quasi sempre in pubblico, il più delle volte sotto il segno della pompa o dell'amicizia, finirebbe per distinguerci troppo dagli altri. Preferisco nutrirmi tutta la vita di oche ingrassate e di galline faraone anziché farmi accusare dai commensali, a ogni pasto, di un'ostentazione di ascetismo.


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Mio caro Marco, My dear Marco,

Sono andato stamattina dal mio medico, Ermogene, recentemente rientrato in Villa da un lungo viaggio in Asia. I went this morning to my doctor, Ermogene, who recently returned to the Villa from a long trip to Asia. Bisognava che mi visitasse a digiuno ed eravamo d'accordo per incontrarci di primo mattino. He needed to visit me on an empty stomach and we agreed to meet early in the morning. Ho deposto mantello e tunica; mi sono adagiato sul letto. I put down my cloak and tunic; I lay down on the bed. Ti risparmio particolari che sarebbero altrettanto sgradevoli per te quanto lo sono per me, e la descrizione del corpo d'un uomo che s'inoltra negli anni ed è vicino a morire di un'idropisia del cuore. I'll spare you details that would be just as unpleasant to you as they are to me, and the description of the body of a man who goes on in years and is close to dying of dropsy of the heart. Diciamo solo che ho tossito, respirato, trattenuto il fiato, secondo le indicazioni di Ermogene, allarmato suo malgrado per la rapidità dei progressi del male, pronto ad attribuirne la colpa al giovane Giolla, che m'ha curato in sua assenza. Let's just say that I coughed, breathed, held my breath, according to the indications of Hermogenes, alarmed in spite of himself at the speed of the progress of the disease, ready to blame the young Giolla, who cured me in his absence. E' difficile rimanere imperatore in presenza di un medico; difficile anche conservare la propria essenza umana: l'occhio del medico non vede in me che un aggregato di umori, povero amalgama di linfa e di sangue. It is difficult to remain emperor in the presence of a doctor; It is also difficult to preserve one's human essence: the doctor's eye sees in me only an aggregate of humors, a poor amalgam of lymph and blood. E per la prima volta, stamane, m'è venuto in mente che il mio corpo, compagno fedele, amico sicuro e a me noto più dell'anima, è solo un mostro subdolo che finirà per divorare il padrone. And for the first time, this morning, it occurred to me that my body, faithful companion, sure friend and known to me more than soul, is just a sneaky monster that will end up devouring its master. Basta...Il mio corpo mi è caro; mi ha servito bene, e in tutti i modi, e non starò a lesinargli le cure necessarie. Enough ... My body is dear to me; he has served me well, and in every way, and I will not skimp on him the necessary care. Ma, ormai, non credo più, come finge ancora Ermogene, nelle virtù prodigiose delle piante, nella dosatura precisa di quei sali minerali che è andato a procurarsi in Oriente. But, by now, I no longer believe, as Hermogenes still pretends, in the prodigious virtues of plants, in the precise dosage of those mineral salts that he went to obtain in the East. E' un uomo fine; eppure, m'ha propinato formule vaghe di conforto, troppo ovvie per poterci credere; sa bene quanto detesto questo genere d'imposture, ma non si esercita impunemente più di trent'anni la medicina. He is a fine man; yet, he has given me vague formulas of comfort, too obvious to be believed; he knows how much I hate this kind of imposture, but he does not practice medicine with impunity for more than thirty years. Perdono a questo mio fedele il suo tentativo di nascondermi la mia morte. I forgive this faithful one of mine for his attempt to hide my death from me. Ermogene è dotto; è persino saggio; la sua probità è di gran lunga superiore a quella d'un qualunque medico di corte. Hermogenes is learned; it is even wise; his probity is far superior to that of any court physician. Avrò in sorte d'essere il più curato dei malati. I will have the luck of being the most cured of the sick. Ma nessuno può oltrepassare i limiti prescritti dalla natura; le gambe gonfie non mi sostengono più nelle lunghe cerimonie di Roma; mi sento soffocare; e ho sessant'anni. But no one can go beyond the limits prescribed by nature; swollen legs no longer support me in the long ceremonies of Rome; I feel suffocated; and I'm sixty.

**Non mi fraintendere: non sono ancora così a mal partito da cedere alle immaginazioni della paura, assurde quasi quanto quelle della speranza, e certamente assai più penose. ** Don't get me wrong: I am not yet so far off as to give in to imaginations of fear, almost as absurd as those of hope, and certainly much more painful. Se occorresse ingannarmi, preferirei che lo si facesse ispirandomi fiducia; non ci rimetterei più che tanto, e ne soffrirei meno. If it were necessary to deceive me, I would prefer it to be done by inspiring me with confidence; I would not lose that much, and I would suffer less. Non è detto che quel termine così vicino debba essere imminente; vado ancora a letto, ogni sera, con la speranza di rivedere il mattino. That close term does not necessarily have to be imminent; I still go to bed every night with the hope of seeing the morning again. Nell'ambito di quei limiti invalicabili di cui t'ho fatto cenno poc'anzi, posso difendere la mia posizione palmo a palmo, e persino riconquistare qualche pollice di terreno perduto. Within those insurmountable limits I mentioned earlier, I can defend my position inch by inch, and even regain a few inches of lost ground. Ciò nonpertanto, **sono giunto a quell'età in cui la vita è, per ogni uomo, una sconfitta accettata. Nonetheless, ** I have reached that age where life is, for every man, an accepted defeat. Dire che ho i giorni contati non significa nulla; è stato sempre così; è così per noi tutti. To say that my days are numbered means nothing; it has always been like this; it is so for all of us. Ma l'incertezza del luogo, del tempo, e del modo, che ci impedisce di distinguere chiaramente quel fine verso il quale procediamo senza tregua, diminuisce per me col progredire della mia malattia mortale. But the uncertainty of place, time, and way, which prevents us from clearly distinguishing that end towards which we are moving without respite, diminishes for me as my mortal disease progresses. Chiunque può morire da un momento all'altro, ma chi è malato sa che tra dieci anni non ci sarà più. Anyone can die at any moment, but those who are sick know that in ten years they will be gone. Il mio margine d'incertezza non si estende più su anni, ma su mesi. My margin of uncertainty no longer extends over years, but over months. Le probabilità che io finisca per una pugnalata al cuore o per una caduta da cavallo diventano quanto mai remote; la peste pare improbabile; la lebbra e il cancro sembrano definitivamente allontanati. The chances of me ending up with a stab in the heart or a fall from a horse become very remote; the plague seems unlikely; leprosy and cancer seem definitively gone. Non corro più il rischio di cadere ai confini, colpito da una ascia caledonia o trafitto da una freccia partica; le tempeste non hanno saputo profittare delle occasioni loro offerte, e sembra avesse ragione quel mago a predirmi che non sarei annegato. I no longer run the risk of falling on the borders, hit by a Caledonian ax or pierced by a Parthian arrow; the storms did not know how to take advantage of the opportunities offered to them, and it seems that wizard was right in predicting that I would not drown. Morirò a Tivoli, o a Roma, tutt'al più a Napoli, e una crisi di asfissia sbrigherà la bisogna. I will die in Tivoli, or in Rome, at most in Naples, and a crisis of asphyxiation will hurry up the need. Moriré en Tivoli, o en Roma, a lo sumo en Nápoles, y una crisis de asfixia se encargará de la situación. Sarà la decima crisi a portarmi via, o la centesima? Will the tenth crisis take me away, or the hundredth? Il problema è tutto qui. The problem is all here. Come il viaggiatore che naviga tra le isole dell'Arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi, e scopre a poco a poco la linea della costa, così io comincio a scorgere il profilo della mia morte. As the traveler who sails between the islands of the Archipelago sees the luminous vapors rise in the evening, and gradually discovers the line of the coast, so I begin to perceive the profile of my death.

**Vi sono già zone della mia vita simili alle sale spoglie d'un palazzo troppo vasto, che un proprietario decaduto rinuncia a occupare per intero. ** There are already areas of my life similar to the empty halls of a too large building, which a fallen owner gives up to occupy entirely. Ya hay áreas de mi vida similares a las habitaciones desnudas de un edificio demasiado grande, que un propietario deteriorado se niega a ocupar por completo. **Non vado più a caccia: se non ci fosse altri che io a disturbarli, mentre ruminano e giocano, i caprioli dei monti d'Etruria potrebbero vivere tranquilli. ** I no longer go hunting: if there were no one but me to disturb them, while they ruminate and play, the roe deer of the Etrurian mountains could live peacefully. Ya no salgo a cazar: si no hubiera nadie más que yo para molestarlos, mientras rumian y juegan, los corzos de las montañas de Etruria podrían vivir en paz. Con la Diana delle foreste, ho avuto sempre i rapporti mutevoli e appassionati d'un uomo con l'oggetto amato: adolescente, la caccia al cinghiale m'ha offerto le prime occasioni di conoscere l'autorità e il pericolo; mi ci dedicavo con passione; i miei eccessi in questo esercizio mi attirarono le rampogne di Traiano. With the Diana of the forests, I have always had the changing and passionate relationships of a man with the beloved object: as an adolescent, the boar hunt offered me the first opportunities to know authority and danger; I devoted myself to it with passion; my excesses in this exercise attracted Trajan's reproaches to me. Con la Diana de los bosques siempre he tenido las relaciones cambiantes y apasionadas de un hombre con un objeto amado: en la adolescencia, la caza del jabalí me ofreció las primeras oportunidades para conocer la autoridad y el peligro; Me dediqué a ello con pasión; mis excesos en este ejercicio atrajeron los reproches de Trajano. La spartizione della preda in una radura della Spagna è stata la mia prima esperienza della morte, del coraggio, della pietà per le creature, e del piacere tragico di vederle soffrire. The sharing of prey in a clearing in Spain was my first experience of death, courage, pity for creatures, and the tragic pleasure of seeing them suffer. Uomo fatto, la caccia mi rilassava da tante lotte segrete contro avversari di volta in volta troppo sottili o troppo ottusi, troppo deboli o troppo forti per me; è una lotta pari tra l'intelligenza umana e l'astuzia delle fiere e sembrava stranamente pulita in paragone con gli agguati degli uomini. Man made, hunting relaxed me from so many secret struggles against opponents from time to time too subtle or too obtuse, too weak or too strong for me; it is an equal struggle between human intelligence and the cunning of beasts and seemed strangely clean in comparison with the ambushes of men. Ya adulto, la caza me relajaba de tantas luchas secretas contra adversarios a veces demasiado sutiles o demasiado torpes, demasiado débiles o demasiado fuertes para mí; es una lucha pareja entre la inteligencia humana y la astucia de las bestias y parecía extrañamente limpia en comparación con las emboscadas de los hombres. Imperatore, le cacce in Etruria mi sono servite per giudicare il coraggio o le capacità dei miei alti funzionari: ivi ho scartato o prescelto più d'un uomo di Stato. Emperor, the hunts in Etruria served me to judge the courage or ability of my high officials: there I discarded or chose more than one statesman. Più tardi, in Bitinia, in Cappadocia, le grandi battute di caccia mi fornirono un pretesto di feste, di trionfi autunnali nei boschi dell'Asia. Later, in Bithynia, in Cappadocia, the great hunting parties provided me with a pretext for festivals, for autumn triumphs in the woods of Asia. Ma il compagno delle mie ultime cacce è morto giovane, e il desiderio di questi piaceri violenti è molto scemato in me dopo la sua dipartita. But the companion of my last hunts died young, and the desire for these violent pleasures has greatly diminished in me after his departure. Pure, persino qui a Tivoli, basta l'improvviso sbuffare d'un cervo sotto le fronde perchè trasalisca in me un istinto più antico di tutti gli altri, grazie al quale mi sento gattopardo quanto imperatore. Yet, even here in Tivoli, the sudden snorting of a deer under the branches is enough for an instinct older than all the others to leap in me, thanks to which I feel as much a leopard as an emperor. Sin embargo, incluso aquí en Tívoli, el resoplido repentino de un ciervo bajo las hojas basta para que un instinto más antiguo que todos los demás se sobresalte en mí, gracias al cual me siento tanto un ocelote como un emperador. Chissà, forse sono stato così parco di sangue umano perchè ho versato tanto quello delle fiere: benché talvolta, segretamente, le preferissi agli uomini. Who knows, maybe I was so sparse in human blood because I shed so much that of fairs: although sometimes, secretly, I preferred them to men. Quién sabe, tal vez fui tan parco en sangre humana porque derramé tanta la de las fieras: aunque a veces, secretamente, las prefería a los hombres. La loro immagine, comunque, mi torna alla memoria più spesso, e m'è difficile non abbandonarmi ogni sera a interminabili racconti di caccia che mettono a dura prova la pazienza dei miei invitati. Their image, however, comes back to me more often, and it is difficult for me not to abandon myself every evening to endless hunting tales that put a strain on the patience of my guests. Certo, il ricordo del giorno della mia adozione mi è dolce, ma quello dei leoni uccisi in Mauretania lo vale. Of course, the memory of the day of my adoption is sweet to me, but that of the lions killed in Mauretania is worth it.

**Rinunciare al cavallo è un sacrificio ancora più penoso per me: una belva non è che un avversario, ma il cavallo era un amico. ** Giving up the horse is an even more painful sacrifice for me: a beast is only an opponent, but the horse was a friend. Se mi si fosse lasciata la scelta della mia condizione, avrei optato per quella di Centauro. If I had been left with the choice of my condition, I would have opted for that of Centaur. Tra Boristene e me i rapporti erano d'una precisione matematica: obbediva a me come al suo cervello, non come al padrone. Relations between Boristene and me were of mathematical precision: he obeyed me as his brain, not as his master. Ho mai ottenuto altrettanto da un uomo? Have I ever gotten that much from a man? Un'autorità così totale comporta, come qualsiasi altra, il rischio d'un errore per chi la esercita, ma il piacere di tentare l'impossibile in fatto di salti all'ostacolo era troppo grande per rimpiangere la lussazione d'una spalla o la frattura d'una costola. Such total authority entails, like any other, the risk of an error for those who exercise it, but the pleasure of trying the impossible in terms of jumping over the obstacle was too great to regret the dislocation of a shoulder or the fracture of a rib. **Il mio cavallo surrogava i mille concetti inerenti al titolo, alla funzione, al nome, che complicano le amicizie umane, con la sola conoscenza del mio peso esatto. ** My horse substituted the thousand concepts inherent to the title, the function, the name, which complicate human friendships, with the sole knowledge of my exact weight. Mi caballo sustituyó los mil conceptos inherentes a título, función, nombre, que complican las amistades humanas, por el mero conocimiento de mi peso exacto. I miei slanci erano per metà suoi; conosceva con precisione, e forse meglio di me, il momento in cui la mia volontà divergeva dalle mie forze. My impulses were half his; he knew precisely, and perhaps better than I, the moment when my will diverged from my strength. Mis arrebatos eran la mitad de los suyos; supo con precisión, y quizás mejor que yo, el momento en que mi voluntad se separó de mis fuerzas. Ma non infliggo più al successore di Boristene il peso d'un malato dai muscoli afflosciati, troppo debole per issarsi in groppa da solo. But I no longer inflict on Boristhenes' successor the weight of a sick man with sagging muscles, too weak to hoist himself on his back. Pero ya no impongo al sucesor de Borístenes la carga de un enfermo de músculos fláccidos demasiado débil para levantarse sobre su espalda. In questo momento, il mio aiutante di campo, Celere, lo sta addestrando sulla strada di Preneste; tutte le mie esperienze di velocità mi consentono di condividere il piacere del cavaliere e quello dell'animale, di valutare le sensazioni d'un uomo lanciato a briglia sciolta in una giornata di sole e di vento; quando Celere balza da cavallo, io riprendo contatto col suolo insieme a lui. Right now, my aide-de-camp, Celere, is training him on the road to Preneste; all my experiences of speed allow me to share the pleasure of the rider and that of the animal, to evaluate the sensations of a man at full speed on a sunny and windy day; when Celere leaps from his horse, I resume contact with the ground with him. Lo stesso accade col nuoto: io vi ho rinunciato, ma partecipo ancora alla delizia del nuotatore carezzato dall'acqua. The same happens with swimming: I have given up on it, but I still participate in the delight of the swimmer caressed by the water. Correre, perfino sul più breve dei percorsi, oggi mi sarebbe impossibile quanto lo sarebbe a una statua massiccia, a un Cesare di pietra, ma ricordo le mie corse di fanciullo sulle arse colline della Spagna, il gioco che si fa con se stesso allorché, trafelati sino ai limiti della resistenza, si sa che il cuore saldo, i polmoni intatti ristabiliranno l'equilibrio; e provo, con il più oscuro tra gli atleti che si allenano alla corsa di fondo nello stadio, un'intesa che l'intelletto da solo non saprebbe darmi. To run, even on the shortest of paths, would be as impossible today as it would be to a massive statue, to a stone Caesar, but I remember my runs as a child on the parched hills of Spain, the game one plays with oneself when, out of breath to the limits of resistance, we know that a steady heart, intact lungs will restore balance; and I feel, with the most obscure of the athletes who train for cross-country running in the stadium, an understanding that the intellect alone would not know how to give me. Correr, incluso en las rutas más cortas, hoy sería tan imposible para mí como lo sería para una estatua enorme, para un César de piedra, pero recuerdo mis carreras de niño en las colinas abrasadas de España, el juego con el que juega. él mismo cuando, sin aliento hasta los límites de la resistencia, se sabe que el corazón sólido, los pulmones intactos restablecerán el equilibrio; y siento, con el más oscuro de los atletas que entrenan para la carrera de fondo en el estadio, una comprensión que el intelecto solo no puede darme. Così, da ciascuna delle arti che praticai a suo tempo traggo una conoscenza che mi compensa in parte dei piaceri perduti. Thus, from each of the arts that I practiced at the time I draw a knowledge which compensates me in part for the lost pleasures. Así, de cada una de las artes que practiqué en su momento saco un saber que me compensa en parte los placeres perdidos. Ho creduto, e nei miei momenti migliori lo credo ancora, che in tal modo si potrebbe partecipare all'esistenza di tutti; e questa simpatia essere uno degli aspetti meno revocabili dell'immortalità. I believed, and in my best moments I still believe it, that in this way one could participate in the existence of all; and this sympathy being one of the least revocable aspects of immortality. Ho avuto momenti in cui questa comprensione ha tentato di oltrepassare la sfera dell'umano, si è rivolta dal nuotatore all'onda. I have had moments when this understanding has attempted to go beyond the realm of the human, it has turned from the swimmer to the wave. Ma, poichè in questo campo non c'è nulla di preciso a rendermi edotto, entro nella sfera delle metamorfosi, che appartengono al sogno. But, since in this field there is nothing precise to make me aware, I enter the sphere of metamorphoses, which belong to the dream. Pero como en este campo no hay nada preciso que me haga consciente, entro en la esfera de las metamorfosis, que pertenecen a los sueños.

Mangiar troppo è un vizio romano, sono stato sobrio con voluttà. Eating too much is a Roman vice, I was sober with pleasure. Comer demasiado es un vicio romano, he estado sobrio de voluptuosidad. Ermogene non ha dovuto modificar nulla del mio regime, se non forse frenare l'impazienza che m'ha sempre fatto divorare ovunque, a qualsiasi ora, un cibo qualsiasi, come per troncare d'un colpo le esigenze della fame. Hermogenes did not have to modify anything of my regime, except perhaps to curb the impatience that has always made me devour any food anywhere, at any time, as if to cut off the demands of hunger all at once. Un uomo ricco, che non ha mai conosciuto altre privazioni che quelle volontarie, o non ne ha sperimentate se non a titolo provvisorio, come uno degli incidenti più o meno eccitanti della guerra e dei viaggi, dimostrerebbe cattivo gusto se si vantasse di non satollarsi. A rich man, who has never known other privations than voluntary ones, or has experienced none other than on a temporary basis, as one of the more or less exciting incidents of war and travel, would show bad taste if he boasted that he was not satiated. Un hombre rico, que nunca ha conocido más privaciones que las voluntarias, o las ha experimentado sólo temporalmente, como uno de los accidentes más o menos emocionantes de la guerra y los viajes, mostraría mal gusto si se jactara de no saciarse. Impinzarsi i giorni di festa è stata sempre l'ambizione, la gioia, e l'orgoglio naturale dei poveri. Wrapping up on feast days has always been the ambition, joy, and natural pride of the poor. Rellenarse en vacaciones siempre ha sido la ambición, la alegría y el orgullo natural de los pobres. **Mi piaceva l'aroma delle carni arrostite, il rumore delle marmitte raschiate, nelle festività militari, e che i banchetti al campo (o ciò che al campo costituiva un banchetto) fossero ciò che dovrebbero essere sempre, un compenso rozzo e festoso alle privazioni dei giorni di lavoro; tolleravo discretamente l'odor di fritto nelle pubbliche piazze al tempo dei Saturnali. ** I liked the aroma of roasted meats, the sound of scraped potholes on military holidays, and that banquets at the camp (or what constituted a banquet at the camp) were what they should always be, a crude and festive reward to deprivation of working days; I tolerated the smell of fried food fairly well in public squares at the time of the Saturnalia. Me gustaba el aroma de las carnes asadas, el sonido de las ollas raspando, en las fiestas militares, y que los banquetes de campaña (o lo que constituía un banquete en el campamento) fueran lo que siempre debían ser, una cruda y festiva compensación a las privaciones de las jornadas laborales. ; Toleré discretamente el olor a fritura en las plazas públicas en la época de las saturnales. Ma i conviti di Roma m'ispiravano ripugnanza e tedio tanto che se alle volte - durante un'esplorazione o una spedizione militare - ho visto la morte vicina, per farmi coraggio mi son detto che almeno sarei liberato dei pranzi. But the feasts in Rome inspired me with repugnance and boredom, so much so that if at times - during an exploration or a military expedition - I saw death near, to cheer myself up I told myself that at least I would be free of lunches. Non mi farai l'ingiuria di prendermi per un rinunciatario qualsiasi: una operazione che si verifica due o tre volte al giorno, e serve ad alimentare la vita, merita certamente le nostre cure. You will not insult me to take me for any renouncer: an operation that occurs two or three times a day, and serves to nourish life, certainly deserves our care. No me haréis el insulto de tomarme por cualquier renunciante: una operación que se hace dos o tres veces al día, y sirve para nutrir la vida, merece ciertamente nuestro cuidado. Mangiare un frutto significa far entrare in noi una cosa viva, bella, come noi nutrita e favorita dalla terra; significa consumare un sacrificio nel quale preferiamo noi stessi alla materia inanimata. Eating a fruit means letting something alive, beautiful, like us nourished and favored by the earth, enter us; it means consuming a sacrifice in which we prefer ourselves to inanimate matter. Non ho mai affondato i denti nella pagnotta delle caserme senza meravigliarmi che quella miscela rozza e pesante sapesse mutarsi in sangue, in calore, fors'anche in coraggio. I have never sunk my teeth into the loaf of barracks without being surprised that that rough and heavy mixture could turn into blood, into heat, perhaps even into courage. Nunca he hincado los dientes en el pan de barracas sin maravillarme de que esa mezcla áspera y pesada fuera capaz de convertirse en sangre, calor, tal vez incluso coraje. Ah, perchè il mio spirito, nei suoi giorni migliori, non possiede che una parte dei poteri di assimilazione di un corpo?** Ah, why does my spirit, in its best days, possess only a part of the assimilating powers of a body? **

A Roma, durante i lunghi pranzi ufficiali, mi è accaduto di pensare alle origini relativamente recenti del nostro lusso; a questo popolo di coloni parsimoniosi e di soldati frugali, satolli d'aglio e di orzo, improvvisamente immersi dalla conquista nelle delizie della cucina asiatica che ingozza manicaretti con la voracità rustica dei contadini. In Rome, during the long official lunches, I happened to think about the relatively recent origins of our luxury; to this population of thrifty settlers and frugal soldiers, saturated with garlic and barley, suddenly immersed in conquest in the delights of Asian cuisine that gorges delicacies with the rustic voracity of peasants. En Roma, durante los largos almuerzos oficiales, se me ocurrió pensar en los orígenes relativamente recientes de nuestro lujo; a esta población de colonos ahorrativos y soldados frugales, hartos de ajo y cebada, súbitamente sumergidos por la conquista en las delicias de la cocina asiática que engulle manjares con la voracidad rústica de los campesinos. I nostri Romani si rimpinzano di cacciagione, s'inondano di salse, e s'intossicano di spezie. Our Romans gorge themselves on game, inundate themselves with sauces, and become intoxicated with spices. Nuestros romanos se hartan de caza, se inundan de salsas y se embriagan de especias. **Un Apicio va fiero della successione di portate, di quella serie di vivande piccanti o dolci, grevi o delicate, che compongono l'armonica disposizione dei suoi banchetti; e passi ancora se ciascuno di tali cibi fosse servito separatamente, assimilato a digiuno, sapientemente assaporato da un buongustaio dalle papille intatte. ** An Apicius is proud of the succession of courses, of that series of spicy or sweet, heavy or delicate dishes, which make up the harmonious arrangement of his banquets; and still pass if each of these foods were served separately, assimilated on an empty stomach, expertly savored by a gourmet with intact taste buds. Un Apicio se enorgullece de la sucesión de platos, de esa serie de comidas especiadas o dulces, pesadas o delicadas, que componen la disposición armoniosa de sus banquetes; y aún así si cada uno de estos alimentos se sirviera por separado, asimilados con el estómago vacío, saboreados expertamente por un gourmet con papilas gustativas intactas. Ma serviti così, giornalmente, alla rinfusa, in mezzo a una profusione banale, essi formano nel palato e nello stomaco di chi mangia una confusione detestabile, nella quale odori, sapori, sostanze perdono il loro rispettivo valore, la loro squisita identità. But served in this way, daily, in bulk, in the midst of a banal profusion, they form in the palate and stomach of those who eat a detestable confusion, in which smells, tastes, substances lose their respective value, their exquisite identity. Un tempo quel povero Lucio si dilettava a prepararmi qualche piatto raro; i suoi pasticci di fagiano, dove prosciutto e spezie vanno sapientemente dosati, erano il risultato di un'arte, esattamente come quella del musico o del pittore; eppure, rimpiangevo la carne pura e semplice del bel volatile.** At one time that poor Lucio took delight in preparing some rare dishes for me; his pheasant pies, where ham and spices must be wisely measured, were the result of an art, exactly like that of the musician or the painter; yet, I regretted the pure and simple flesh of the beautiful bird. ** Érase una vez que el pobre Lucio se deleitaba en prepararme unos platos raros; sus pasteles de faisán, donde el jamón y las especias se dosifican con maestría, eran el resultado de un arte, exactamente como el de un músico o un pintor; sin embargo, anhelaba la carne pura y simple del hermoso pájaro.

In Grecia se ne intendono di più: quel vino che sa di resina, quel pane al sesamo, quei pesci girati sulla griglia in riva al mare, anneriti irregolarmente dal fuoco, insaporiti qua e là da un granello di sabbia che scricchiola sotto i denti si limitavano a placare l'appetito, senza sovraccaricare di complicazioni il più elementare dei piaceri. In Greece they understand more: that wine that tastes of resin, that sesame bread, those fish turned on the grill by the sea, irregularly blackened by the fire, flavored here and there by a grain of sand that crunches under the teeth. they merely appeased the appetite, without overloading the most elementary of pleasures with complications. En Grecia saben más: ese vino que sabe a resina, ese pan de sésamo, esos pescados asados a la parrilla por el mar, ennegrecidos irregularmente por el fuego, aromatizados aquí y allá con un grano de arena que cruje bajo los dientes no hacían más que apaciguar el apetito, sin sobrecargar de complicaciones el más elemental de los placeres. Ho assaporato, in qualche bettola di Egina o al Falero, cibi così freschi che restavano divinamente puliti a onta delle dita sudice dello sguattero che mi serviva; così sobri ma al tempo stesso così sostanziosi che pareva contenessero, nella forma più condensata possibile, un'essenza di immortalità. I have tasted, in some tavern of Aegina or at the Falero, foods so fresh that they remained divinely clean despite the dirty fingers of the scullery boy who served me; so sober but at the same time so substantial that they seemed to contain, in the most condensed form possible, an essence of immortality. He probado, en alguna taberna de Egina o en Falero, comida tan fresca que quedaba divinamente limpia a pesar de los dedos sucios del mozo de cocina que me servía; tan sobrios pero a la vez tan sustanciales que parecían contener, en la forma más condensada posible, una esencia de inmortalidad. Anche la carne, arrostita la sera dopo la caccia, conteneva questa qualità direi quasi di sacramento, ci riportava indietro, alle origini selvagge delle razze; così il vino ci inizia ai misteri vulcanici del suolo, ai suoi misteriosi tesori: bere una coppa di vino di Samo, a mezzogiorno, col sole alto, o piuttosto sorseggiarlo una sera d'inverno, quando si è in quello stato di fatica che consente di sentirlo immediatamente colare caldo nella cavità del diaframma, e diffondersi nelle vene ardente e sicuro, sono sensazioni quasi sacre, persino troppo violente, per la mente umana. Even the meat, roasted the evening after the hunt, contained this quality I would say almost of a sacrament, it took us back to the wild origins of the races; so wine initiates us to the volcanic mysteries of the soil, to its mysterious treasures: drinking a cup of Samos wine, at noon, with the high sun, or rather sipping it on a winter evening, when one is in that state of fatigue that allows to feel it immediately pour hot into the cavity of the diaphragm, and diffuse into the veins fiery and safe, are almost sacred sensations, even too violent, for the human mind. Incluso la carne, asada al anochecer después de la caza, contenía esta cualidad casi sacramental, nos retrotraía a los orígenes salvajes de las razas; así el vino nos introduce en los misterios volcánicos del suelo, en sus misteriosos tesoros: beber una copa de vino de Samos, al mediodía, con el sol alto, o más bien sorberlo en una tarde de invierno, cuando uno se encuentra en ese estado de fatiga que permite sentirlo inmediatamente vertiendo caliente en la cavidad del diafragma, y extendiéndose ardiente y seguro por las venas, son sensaciones casi sagradas, incluso demasiado violentas, para la mente humana. Non le ritrovo altrettanto genuine quando esco dalle cantine numerate di Roma, e mi spazientisce la pedanteria dei conoscitori di vigneti. I don't find them as genuine when I leave the numbered cellars of Rome, and the pedantry of vineyard connoisseurs makes me impatient. Così, con un gesto ancor più devoto, bere l'acqua nel cavo delle mani o direttamente alla sorgente, fa sì che penetri in noi il sale più segreto della terra, e la pioggia del cielo. Thus, with an even more devout gesture, drinking the water in the hollow of the hands or directly at the source, causes the most secret salt of the earth to penetrate into us, and the rain of the sky. Ma, oggi, anche l'acqua è una voluttà che un malato come me deve concedersi con misura. But, today, even water is a pleasure that a patient like me must indulge in with measure. Pero, hoy, hasta el agua es un placer que un enfermo como yo debe permitirse con moderación. Non importa: anche nell'agonia, mescolata all'amaro delle ultime pozioni, mi sforzerò di sentirne sulle labbra la freschezza insapore. It does not matter: even in the agony, mixed with the bitterness of the last potions, I will try to feel the tasteless freshness on my lips.

Nelle scuole di filosofia, dove è di prammatica provare una volta per tutte ogni regola di condotta, ho sperimentato per breve tempo il regime vegetariano, e, più tardi, in Asia, ho visto i ginnosofisti indiani volgere il capo alla vista degli agnelli fumanti e dei quarti di gazzella serviti sotto la tenda di Osroe. In philosophy schools, where it is customary to try every rule of conduct once and for all, I briefly experimented with the vegetarian regime, and, later, in Asia, I saw Indian gymnosophists turn their heads at the sight of the smoking lambs and of gazelle quarters served under Osroe's tent. Ma quest'astinenza, nella quale si compiace la tua austerità giovanile, esige attenzioni complicate, più della golosità: trattandosi di una funzione che si svolge quasi sempre in pubblico, il più delle volte sotto il segno della pompa o dell'amicizia, finirebbe per distinguerci troppo dagli altri. But this abstinence, in which your youthful austerity is pleased, requires complicated attention, more than gluttony: since it is a function that almost always takes place in public, most of the time under the sign of pomp or friendship, distinguish ourselves too much from others. Pero esta abstinencia, en la que se complace tu austeridad juvenil, exige atenciones más complicadas que la glotonería: como es una función que casi siempre se realiza en público, las más de las veces bajo el signo de la pompa o la amistad, acabaría destacándose demasiado. de otros. Preferisco nutrirmi tutta la vita di oche ingrassate e di galline faraone anziché farmi accusare dai commensali, a ogni pasto, di un'ostentazione di ascetismo. I prefer to feed my whole life on fattened geese and guinea fowl hens rather than being accused by the diners, at every meal, of an ostentation of asceticism.