Business di Successo: l'Approccio Inusuale! - YouTube
Cominciare una mia attività non è sempre stato parte dei miei piani, non solo vicino
a me non esistevano dei modelli di riferimento che fossero attivi nel mondo imprenditoriale
ma per molto tempo devo dire che sono stata convinta di non essere tagliata per questo
mondo, di essere forse troppo soft, troppo femminile, non lo so, o comunque troppo debole
per riuscire a fare impresa con successo. E anche quando poi sono partita con il mio
progetto e con una sorta di grande obiettivo dentro di me con l'idea che in fin dei conti
potevo perlomeno provarci ho sempre pensato che crescere la mia attività da un punto
di vista economico in qualche modo non fosse compatibile con l'avere una mission, una missione
che potesse essere una missione ad alto impatto, che potesse consentire magari di cambiare
in meglio quello che mi circondava. E quindi mi ero davvero convinta che per poter essere
un'imprenditrice di successo sarei dovuta essere brutale, sarei dovuta essere egoista,
priva di emozioni e soprattutto assolutamente non curante di quello che effettivamente era
l'impatto, l'impatto delle mie azioni. E quindi era chiaro che mi sentivo ancora più a disagio
no nell'affrontare questo tipo di impresa convinta che forse non era proprio qualcosa
per cui ero tagliata. Poi io ho capito una cosa davvero importante a mio avviso che poi
è stato l'aspetto che mi ha consentito di proseguire nel mio percorso e di non abbattermi
di fronte alle difficoltà e di fronte alla convinzione appunto di non essere tagliata
per questa cosa. Ho capito che per avere un successo, che sia un successo sostenibile
nella nostra attività, la nostra motivazione deve andare ben oltre il semplice desiderio
di acquisire ricchezza. Se il desiderio di accumulare soldi supera il desiderio di contribuire
attraverso il nostro prodotto o servizio, di fornire un valore ai nostri potenziali
clienti diventa molto più facile stancarci, perdere la motivazione, trovarci a dover affrontare
il cosiddetto burnout, no? Perché poi il burnout deriva da che cosa da una stanchezza,
da un esaurimento costante, dal fatto di fare scelte sbagliate perché abbiamo le motivazioni
sbagliate o incomplete e quindi dal fatto di fidarci magari di persone di cui non dovevamo
fidarci, e tutto questo poi si riflette inevitabilmente anche nel nostro bilancio.
Naturalmente i soldi sono importanti, quindi lungi da me il dire all affermare che non
lo siano se vogliamo crescere la nostra attività dobbiamo crescere anche dal punto di vista
finanziario, quindi dobbiamo trovare una sorta di chiave di volta, una sorta di equilibrio
fra queste due parti. Sulla base di quella che è stata la mia esperienza
negli ultimi anni la prima cosa di cui dobbiamo assicurarci per raggiungere un successo sostenibile
è fornire valore a quella che è la nostra nicchia di riferimento, qualunque essa sia.
È chiaro che sembra abbastanza ovvia come cosa ma non lo è. Così tante volte mi sono
trovato di fronte a business man che dicono “ma si butta fuori qualcosa, qualunque cosa,
tanto è come lo vendi che fa la differenza, non che cosa vendi, altrimenti il McDonald,
la CocaCola mica avrebbero il successo planetario che hanno”. Io li guardo allibita e penso
si beh unico dettaglio è chi crescere un impero sulla base di un prodotto assolutamente
dannoso per le persone che favorisce l'obesità, la dipendenza da zuccheri raffinati per la
popolazione mondiale con tutti i rischi di salute annessi e connessi forse non è il
tipo di attività che ti sentiresti orgoglioso di condividere o che ti farebbe dormire tranquillo
la notte. Poi è chiaro che dipende dai valori di ciascuno di noi. Ma a mio avviso come vendi
è importante, ma che cosa vende è altrettanto importante, se vuoi fare un imprenditoria
di tipo consapevole e sostenibile per te e per chi consuma il tuo prodotto o per chi
si affida al tuo servizio. Quindi ti chiedo hai mai pensato magari, scrivendolo nero su
bianco, che cosa il tuo prodotto o servizio aggiunge al mercato, quale qual è il valore
apporta? Magari stai semplicemente, che poi tanto semplice non è, fornendo un servizio
o un prodotto che non esisteva ancora. Oppure stai migliorando l'esperienza di clienti di
una nicchia che già esisteva ma che magari aveva qualcosa che poteva sicuramente essere
migliorato. Qualunque sia quello che vendi è il tuo Xfactor
che ti permette di spiccare sulla concorrenza e di crescere, anche da un punto di vista
economico in maniera costante e sostenibile. Davvero rimarrai sorpresa di fronte a quanto
velocemente puoi crescere la tua attività quando il tuo interesse primario, non certo
l'unico perché ripeto l'interesse economico ci deve essere ma quando il tuo interesse
primario è quello di fornire valore. Ti faccio qualche esempio tratto dalla nostra esperienza
per farti capire in termini pratici come questo si può poi tradurre nella quotidianità della
tua attività. Ogni anno lanciamo alcuni eventi che sono eventi fisici. Noi lavoriamo soprattutto
nel mondo digitale ma ogni anno soltanto per i nostri clienti affezionati creiamo degli
incontri dove possono effettivamente incontrare noi e incontrare, incontrarsi tra loro e conoscersi.
Non solo, ma in questi eventi hanno anche l'opportunità di conoscere gli autori di
alcuni dei programmi che li hanno appassionati o che hanno loro permesso di trasformare alcuni
aspetti della propria vita. Questi eventi ci costano parecchio ma cerchiamo di renderli
accessibili a quante più persone possibili. Quindi il range di costi per partecipare ad
un evento di questo tipo può andare dai 19 ai 30 euro, ma sono davvero delle cifre irrisorie,
che ovviamente non ci permettono di fare profitto da questi eventi, di ricavare del profitto
da questi eventi. A volte non riusciamo nemmeno a coprire completamente le spese. Certo questo
deve essere diciamo un obiettivo che ci prefiggiamo continuamente, non sempre ci riusciamo, perché
è chiaro che vogliamo dare un valore e vogliamo garantire una splendida esperienza alle persone
in modo che sia accessibile. Quindi diamo senza chiedere nulla in cambio. E questo è
quello che mi piace definire, e ne parlo molto dentro Biz Academy “relazione del terzo
tipo”, una relazione dove davvero io ti offro qualcosa e da quella condivisione di
valore nasce un rapporto di fiducia che poi, certo, porta anche al profitto perché porta
un cliente a decidere di acquistare da te non una sola volta ma 2, 3, 4, 5, 6 e così
via, oppure di innescare un passaparola che davvero diventa quasi un passaparola virale
senza che tu abbia fatto nulla da un punto di vista prettamente strategico, quindi senza
che tu abbia messo in piedi chissà quali strategie di social media virale ma semplicemente
fornendo il massimo valore alle persone che hanno già deciso di riporre la propria fiducia
all'interno di quello che appunto è il tuo contenitore esperienziale, quindi il tuo progetto
o il tuo servizio. Quindi uno potrebbe dire beh che senso ha fare questi eventi se poi
non ricavate nulla? Ma quello che ricaviamo è molto di più di quello che può essere
un immediato riscontro in termini di profitto perché, ripeto, la fiducia che si consolida
durante questi eventi in cui conosciamo di persona i nostri clienti li porta poi a restare
con noi per molto moltissimo tempo. Un altro esempio è quello che riguarda la nostra assistenza
al cliente, il nostro team di assistenza al cliente. Non siamo minimamente ossessionati
dall'idea di dover vendere a tutti i costi e questo ci aiuta, quasi paradossalmente perché
in effetti dal punto di vista logico potrebbe sembrare il contrario, ci aiuta ad incrementare
le nostre vendite. Ad esempio ogni volta che qualcuno ci chiede un rimborso che può essere
anche un rimborso che va oltre la data stabilita per il rimborso che di solito sono 30 giorni
o sono 60 giorni a seconda del tipo di prodotto, naturalmente, a meno che non si tratti di
un tentativo che poi spesso insomma è abbastanza individuabile, di “fregarci”, c'è chi
compra magari un sacco di corse può chiedere subito il rimborso quello è subito individuabile
come scenario, ecco, da limitare. Però ci sono delle situazioni particolari dove per
la qualsivoglia ragione qualcuno ha bisogno di ricevere un rimborso e succede oltre la
data prevista per la richiesta di rimborso noi glielo facciamo lo stesso. Ripeto, non
voglio che queste regole vengano prese così come formula copia e incolla, ci sono situazioni
e situazioni ma la nostra il nostro team di assistenza non ha l'obiettivo, non ha come
KPI, quindi come obiettivo numerico, il numero di vendite, non ce l'ha. Chiaro che questo
diventa una sorta di obiettivo di riflesso per che si viene a creare nel momento in cui
chi riceve questa forma di assistenza si accorge che noi ci interessiamo della sua situazione
e non ci interessa cercare di cacciargli in gola una vendita perché così riusciamo a
ricavare del profitto in più, non è quello l'obiettivo.
Un'altra cosa che facciamo a mio avviso molto bella che non facevamo inizialmente perché
non ce ne era la possibilità proprio in termini di risorse è testare tutti i corsi su di
noi, cioè tutti i programmi che noi proponiamo all'esterno vengono prima vagliati o da me
direttamente o da qualcuno del nostro team, inizialmente lo facevo solo io adesso c'è
in effetti qualcuno che si dedica principalmente a questa attività all'interno del team, e
questo ci consente anche di essere estremamente preparati ad aiutare chi ci chiede sostegno,
chi ci chiede assistenza, per ad esempio il completamento di un corso o per dubbi domande
relativi a quel corso. E il risultato è che il nostro tasso di rimborso è davvero una
percentuale bassissima, e questo è il risultato di come non vendiamo, non tanto di come vendiamo,
cioè di come ci stacchiamo da questa ossessione per la vendita e cerchiamo invece di renderci
disponibili per chi ci sta chiedendo aiuto. Quindi il primo fattore chiave per crescere
la nostra attività in maniera sostenibile è aggiungere valore a quello che è il nostro
prodotto o all'esperienza che forniamo col nostro servizio e il nostro bilancio cresce
di riflesso. Ovvio che ci devono essere in piedi tutta una serie di strategie per chiudere,
concludere la vendita ma soltanto quelle strategie da sole, a mio avviso lasciano il tempo che
trovano. Quindi abbiamo parlato del prodotto e del servizio che deve offrire valore, a
questo punto parliamo di un'altra componente fondamentale per crescere un'attività in
modo sostenibile, sia da un punto di vista economico, sia da un punto di vista personale
quindi di flessibilità e di libertà individuale di chi poi gestisce l'attività cioè noi,
e sto parlando delle persone. Le persone si dividono in due grandi categorie, abbiamo
i nostri clienti e su questo abbiamo già parlato e vi ho già dato qualche spunto su
come noi interagiamo con i nostri clienti, ma c'è un altro un gruppo di persone, altrettanto
cruciale, per aiutarti a crescere la tua attività e sta parlando del tuo team.
Che si tratti di persone che hanno firmato un contratto standard, di dipendenti full
time oppure si tratti di collaboratori esterni, quando lavori con il tuo team, quindi con
un gruppo di persone, ti stai rapportando a dei talenti brillanti per altro che ti stanno
aiutando a fare la differenza nella tua attività ed è importante che questo sia anche reciprocato,
cioè che sia una priorità per te aiutare loro a fare la differenza nella loro vita
personale e professionale, comprendendo quelli che sono i loro obiettivi, assicurandoti che
siano soddisfatti del loro lavoro. Non ha importanza che tu abbia soltanto una personal
assistant che ti aiuta o cinque persone o 100 o 1000, quando le persone nel tuo team
sono felici e motivate lavorano meglio e vivono meglio e questo ti consente anche di recuperare
del tempo prezioso da dedicare al tuo focus primario, che può essere quello che nessuno
nel team può fare al posto tuo e che è quello, non l'unica cosa cui dovresti dedicarti, ma
a mio avviso la cosa a cui come fondatrice della tua attività o come co fondatrice della
tua attività dovresti dedicare l'ottanta per cento del tuo tempo. Quindi tu aiuti loro
a realizzare i propri progetti professionali o a dare priorità ai valori che sono importanti
per loro, ci può essere valore economico, ci può essere il valore della flessibilità
ciascuno poi ne ha uno diverso a seconda della propria persona, mentre loro ti aiutano ovviamente
ad avere un impatto ancora maggiore attraverso la crescita della tua attività, aiutandoti
a crescere la tua attività quindi è un circolo virtuoso estremamente connesso.
Ora per rendere felici e soddisfatti i membri del tuo team ci sono alcune cose che puoi
fare. Naturalmente io ti condivido quelle che personalmente ho messo in pratica e che
spero possano darti qualche utile spunto. Naturalmente per tutto quello che faccio il
rapporto al mio team soprattutto è quando sono partita ho tratto grandissima ispirazione
da mio mentore e amico Vishen Lakhiani e una delle cose che ho imparato fin da subito è
che una delle chiavi per riuscire a creare un grande rapporto di fiducia con i membri
del tuo team è non porre troppe restrizioni alla loro libertà. Questa è una cosa che
abbiamo sempre vissuto, anche quando lavoravamo da un ufficio fisico, quindi da una sede fisica
ma alcuni anni fa la realtà appunto di Mindvalley Italy si è completamente trasformata in una
azienda al cento per cento virtuale, quindi tutto il team lavora da remoto e siamo sparsi
in tutto il mondo e questo ha portato ovviamente a dover definire alcune regole di buona condotta
che sono fondamentali, perché altrimenti ci sarebbe l'anarchia più totale, però diciamo
che l'aspetto della libertà è passato un livello addirittura superiore e proprio perché
c'è la massima libertà anche sia temporale che geografica nel gestire il proprio lavoro.
Naturalmente ho scelto questo modello con tutte le sfide del caso perché la mia priorità
è sempre stata la mia massima libertà. Non volevo assolutamente essere limitata o costretta
a stare sempre nello stesso posto e nemmeno, meno che mai ecco, ancorata anzi incatenata
ad una ad una scrivania. Quindi il principio che ho seguito è stato volere per il mio
team quello che volevo per me stessa. Naturalmente, e questa è una parentesi importantissima,
non tutti sono adatti a lavorare in una realtà da remoto, quindi lungi da me il voler imporre
il lavoro da remoto a qualcuno che invece ama starsene in ufficio, assolutamente no.
Di questo parleremo in altri episodi di Impact Girl, è importante che selezioniamo ovviamente
i talenti giusti se vogliamo intraprendere questa strada.
Ma tornando a noi che cosa significa che abbiamo una flessibilità che è stata veramente portata
a un livello altissimo? Significa che nessuno è costretto a presentarsi ovviamente in ufficio,
visto che non ne abbiamo uno, ma nemmeno costretto a cominciare a lavorare ad un orario specifico.
Nemmeno sei costretto a lavorare 8 ore al giorno, quindi cerchiamo di alimentare un
ambiente che sia che si basi sui risultati e non sulle ore che stiamo incollati davanti
allo schermo. Questo significa che se tu riesci a fini nel tuo lavoro in meno di otto ore,
puoi tranquillamente goderti il resto della tua giornata. Chiaro che ci sono delle regole
minime di buona condotta come vi dicevo prima, e che più che di buona condotta sono delle
regole di buon senso è chiaro che avendo persone che sono anche in time son diverse
ci sono degli orari del giorno in cui è importante che siamo tutti raggiungibili e di solito
è l'orario del mattino, quando appunto per chi si trova nel sud est asiatico dove abbiamo
alcuni talenti, è già pomeriggio. Questo è importante per evitare che poi ovviamente
ci siano dei rallentamenti o chi si trova in una timezone si trovi appunto a dover aspettare
che le altre persone si sveglino. Ma ripeto queste sono proprio delle semplici regole
per aiutare tutti ad essere molto più rapidi e molto più efficienti. Naturalmente se qualcuno
vuole lavorare da un posto diverso per un certo periodo dell'anno o vuole starsene in
un coffee shop, oppure vuole lavorare da un treno perché vuole farsi tutta l'Europa fino
alla Scandinavia con il treno, insomma tutto quello che qualcuno possa pensare di voler
fare può farlo, purché naturalmente sia accessibile e sia in grado di rispondere alle
esigenze del resto del team. Quando creiamo un rapporto di fiducia con
le persone che lavorano con noi dobbiamo anche fare quello sforzo di capire che cosa le muove,
che cosa le ispira, che cosa desiderano per la loro la loro vita perché se non sai qual
è diciamo così il movente è che in qualche modo accende loro il fuoco dentro diventa
anche difficile riuscire a capire se stanno svolgendo il ruolo giusto o se potrebbero
invece fare qualcos'altro, perché non sempre te lo verranno a dire ed è importante soprattutto
in una realtà remota come la nostra, dove l'interazione face to face non c'è, se non
una volta due volte l'anno, è importante riuscire ad ovviare a questa mancanza ecco
di interazione diretta. Ecco perché quello che facciamo è l'esercizio
delle tre domande più importanti che è qualcosa che svolgiamo ad ogni Team Retreat annuale
quindi ad ogni occasione di incontro face to face annuale con tutto il team. Questo
è un esercizio non mi ma ideato sempre dal mio mentore Vishen Lakhiani diversi anni fa
peraltro è che abbiamo sempre seguito come modello. È un esercizio di visualizzazione
peraltro molto semplice che porta a ciascuno di noi me ne inclusa perché è una cosa che
possiamo fare noi e che possiamo condividere con il nostro team, a rispondere a tre domande
appunto chiamate tre domande più importanti, che ci diano un'idea della direzione che vogliamo
intraprendere nella nostra vita, una sorta di gps per capire se stiamo andando nella
strada giusta vostre magari ci stiamo muovendo per inerzia. Quando queste tre domande vengono
poste ai membri del nostro team riusciamo proprio a capire come possiamo creare un ambiente
che possa stimolarli da un punto di vista personale e professionale. Questo naturalmente
aiuta moltissimo anche la retention dei membri del tuo team. In una realtà come quella dei
millennials dove il turn over il cambio è costante, dove è difficile trovare talenti
da difficile anche tenerseli, perché poi i talenti vogliono saltellare da un'esperienza
all'altra, nel momento in cui sa esattamente quello che desiderano riesci anche a creare
per loro un ambiente più soddisfacente che consenta loro di crescere professionalmente
riducendo la voglia magari di cambiare, di andare altrove.
Nel nostro team abbiamo membri che sono con noi da diversi anni quindi posso assicurarvi
che questo approccio sicuramente aiuta moltissimo. Quali sono allora le tre domande più importanti
la prima: che cosa voglio sperimentare nella mia vita ? Quindi quali sono le esperienze
che vorrei fare nella nella mia vita. La seconda domanda: come voglio crescere personalmente
così che queste esperienze possano diventare reali?
La terza domanda: come voglio contribuire per restituire al pianeta o per restituire
alla mia comunità? Facciamo qualche esempio per capire quali potrebbero essere delle risposte
a queste domande come ci potrebbero aiutare. Qualcuno potrebbe dire che una delle esperienze
che potrebbe voler fare nella vita e parlare sul palco del Ted e condividere qualcosa di
particolarmente importante per lui o per lei. A questo punto la risposta alla seconda domanda
quindi come voglio crescere perché questa esperienza diventi reale potrebbe essere imparare
a parlare in pubblico, superare la paura di parlare in pubblico, migliorare la mia dialettica
quando parlo in pubblico, la condivisione della mia storia, quindi leggere libri, oppure
parlare con qualcuno che è già un esperto nel contesto, nel settore. La terza domanda,
la risposta alla terza domanda quindi come voglio contribuire per restituire quello che
ho ricevuto, potrebbe essere veramente la qualunque perché poi qui ciascuno si sbizzarrisce
a seconda di quelli che sono i propri valori, ma restando sul tema del public speaking potrebbe
essere quello di creare un evento di public speaking i cui proventi vadano tutti in beneficenza
per una causa a cui teniamo moltissimo. Ora, vi sto facendo un esempio molto tematico,
legato al public speaking però le risposte possono essere tante quante desideriamo. Quindi
i punti della prima domanda possono essere 10-20 o quanti vogliamo così come della seconda
e così come nella terza. L'importante è capire che le risposte a queste domande, ci
aiutano soprattutto quelle che ovviamente, anzi solo quelle che il nostro team ci consente
di leggere, perché alcune cose possono essere ovviamente private, ci consente di capire
quali sono gli obiettivi dei membri del nostro team e come possiamo aiutarli all'interno
del contesto lavorativo o fuori per raggiungerli.
Quindi questa è la seconda chiave per la nostra crescita: investire in maniera consapevole
nelle persone che ci stanno aiutando a svolgere il lavoro che stiamo facendo, in maniera tale
che siano più felici, più produttivi, più efficienti e più motivati ad aiutarti a creare
l'impatto che stai cercando di avere con il tuo servizio o il tuo prodotto, d'accordo?
Quindi abbiamo parlato dell'importanza del valore di quello che vendiamo da aggiungere
all'importanza di come vendiamo, poi abbiamo parlato dell'importanza delle persone quindi
di quanto è importante essere consapevoli dei nostri clienti che non sono soltanto i
numeri ma sono persone e dei nostri team members quindi chi lavora con noi. Manca un ultimo
tassello, che non è che non è ultimo perché meno importante, in quanto rappresenta la
cura per noi stessi quindi non solo la cura per il nostro prodotto servizio la cura per
le nostre persone ma la cura per noi stessi è assolutamente chiave. Da un punto di vista
imprenditoriale è facile perdersi in quello che è una vera e propria dipendenza da lavoro
per cui uno dice beh ho rinunciato al lavoro d'ufficio che mi costringeva a cominciare
a lavorare alle otto e mezzo e finirà lì 5 e con il risultato che però non finisco
prima delle 11 di sera, poi certo c'è sempre la scusa, che poi non è una scusa, è una
verità: la mia attività mi piace molto di più di un lavoro d'ufficio quindi ho maggiore
motivazione però è chiaro che se non ci diamo un limite e può diventare di nuovo..
il rischio di burnout è notevole e poi diventare un vero e proprio rischio per la nostra salute.
Ho conosciuto tantissimi imprenditori inizialmente ho seguito peraltro loro modello, nei primissimi
anni della mia attività, che non avevano una vita e che la cui vita era assolutamente
il lavoro. E devo dire che appunto per i primi tre forse anche quattro anni della mia attività
io ho vissuto per la mia attività. Ora, le ragioni per cui un imprenditore diventa un
drogato di lavoro possono essere diverse, alcuni di noi vogliono controllare ogni singola
cosa e si rifiutano di lasciare andare anche i dettagli più minuscoli che potremmo delegare.
Alcuni di noi invece semplicemente sono convinti di avere le energie duracell inesauribili.
Alcuni di noi sono invece convinti che l'unico modo per avere i risultati è lavorare il
doppio degli altri, come se questa fosse una formula matematica, come se fare di più automaticamente
rendesse qualcosa che stiamo facendo importante, solo perché la stiamo facendo in maniera
più specifica e più veloce o in volumi maggiori. Altri potrebbero pensare che semplicemente
non hanno bisogno di una pausa, e questo probabilmente è la sindrome più diffusa tra i giovani
imprenditori, chi ha bisogno di una pausa, che ha bisogno di staccare? Quindi facciamoci
pure tutta la notte a lavorare per prende il giocare d'anticipo per vincere sulla concorrenza
poi però ecco i danni alla nostra salute possono arrivare quando meno ce l'aspettiamo.
Devo dire che per risolvere questa sorta di circolo vizioso, prima abbiamo parlato di
circolo virtuoso, questo è un vero e proprio circolo vizioso, io personalmente mi sono
sforzata di aprirmi all'idea di poter scegliere di non lavorare tutto il giorno, ogni giorno,
quindi mi sono aperta all'idea che potesse essere una scelta consapevole, per me stessa
e per le persone che amo. Ci sono stati dei momenti in cui pur con grande paura ho deciso
di fare degli stacchi di giorni, a volte anche di settimane dalla mia attività, perché
davvero avevo bisogno di rigenerarmi, avevo riconosciuto il bisogno di rigenerarmi. E
ogni volta che questa cosa è successa ci sono sempre state almeno due aspetti che si
sono in qualche modo consolidati nella mia consapevolezza. Il primo è che davvero avevo
bisogno di fare una pausa e che la mia creatività, così come la mia determinazione, avevano
bisogno di un tempo di recupero e di incubazione e che non potevo continuare a strizzarmi come
una spugna sperando che continuasse ad uscire del succo, che a un certo punto poi era esaurito.
E con la mia creatività e la mia determinazione rigenerate acquisivo anche, tornavo sempre
con una capacità anche molto più profonda di affrontare i problemi da un punto di vista
neutrale, quindi senza una carica emotiva che se non mi fossi data il tempo di staccare
mi avrebbe probabilmente trascinato verso il basso. Ma la seconda realizzazione e forma
di consapevolezza, a mio avviso la più importante in assoluto, è stato rendermi conto che la
mia assenza non causa nessun danno. Cioè è stato rendermi conto che imparando ad avere
una maggiore fiducia nei confronti del mio team, imparando a lasciare andare la mania
di controllo di ogni singolo aspetto, il mio team è brillante a sufficienza, se non addirittura
più brillante di me, nel portare avanti quella che è l'attività nel momento in cui io mi
assento per un certo periodo di tempo, e che in diverse occasioni il mio team trova delle
soluzioni molto migliori di quelle che avrei potuto pensare io, spremendomi le meningi
giorno e notte senza mai staccare.
Per tanto tempo sono stata bloccata in questo circolo vizioso del “più faccio sempre,
più posso crescere. Più controllo ogni virgola maggiori e migliori saranno i risultati che
ottengo” niente di più sbagliato. Quando stiamo col fiato sul collo e sulle spalle
dei nostri collaboratori facciamo risparmiare loro, perché lavorare con noi diventa un
incubo, e facciamo risparmiare noi perché poi non ci diamo mai una tregua e non riusciamo
a creare quel rapporto di fiducia fondamentale perché le cose possano crescere mentre noi,
così come anche loro, possano avere una vita al di là del lavoro. Ecco perché è importante
che impariamo a delegare almeno inizialmente le attività più ripetitive magari, o quelle
che sappiamo possono essere facilmente apprese da qualcun altro prima possibile. Ecco che
allora abbiamo il tempo di concentrarci su quello che davvero conta per noi, su quello
che possiamo fare, per il momento, soltanto noi e possiamo quindi incanalare le energie
limitate che abbiamo verso la direzione più proficua e più adeguata. Ecco perché, e
con questo concludo, arriviamo alla parte conclusiva di questo episodio, è importantissimo
per riuscire ad avere il successo che desideriamo recuperare anche un equilibrio. Cioè il vero
successo è un successo che sia un successo equilibrato, possiamo avere tutti i soldi
del mondo ma se non abbiamo la salute non andiamo da nessuna parte. Magari la salute
ce l'abbiamo ma appunto siamo sempre incollati al telefono 24 ore su 24 siamo un momento
di tregua. Dormiamo male, non abbiamo un bel rapporto col nostro partner e chi più ne
ha più ne metta.. magari siamo sovrappeso perché non ci diamo il tempo di prenderci
cura del nostro corpo ma come possiamo cambiare il mondo e avere un impatto nella realtà
che ci circonda se non riusciamo nemmeno ad averlo nelle nostre vite. Senza contare che
se vogliamo apportare un cambiamento significativo alla realtà che ci circonda magari vogliamo
anche essere in grado di vederlo con i nostri occhi, giusto?
Quindi ricapitoliamo i tre fattori fondamentali che possono aiutarci ad avere un impatto con
la nostra attività mentre comunque abbiamo anche preserviamo una vita e costruiamo comunque
la nostra libertà finanziaria. Prima di tutto essere consapevoli di quello che mettiamo
la fuori e prendere la responsabilità, quindi assumersi la responsabilità di quello che
facciamo, non entriamo in un mercato soltanto perché proficuo (questa tendenza è molto
comune nel mondo digitale ad oggi) ma cerchiamo di capire perché vogliamo farlo. Questo ci
darà anche la motivazione che ci serve quando gli imprevisti arrivano e le difficoltà si
fanno sentire. Secondo, siamo consapevoli dei nostri clienti
che sono persone del nostro team che non è lì perché al nostro servizio ma è lì per
crescere insieme a noi, mentre insieme cresciamo il nostro progetto. Infine dobbiamo diventare
consapevoli di noi stessi e di come ci stiamo approcciando all'attività quindi è importante
che impariamo a avere fiducia nelle persone che ci circondano, se queste persone tradiscono
la nostra fiducia lasciamole andare senza prenderla sul personale e cerchiamo semplicemente
di creare una situazione di win win per entrambe le parti, dove anche sia chi lavora con noi
che noi stessi possiamo davvero recuperare nel tempo prezioso per le nostre vite, dove
il lavoro non diventi l'unica costante. La cosa migliore per fare questo naturalmente
è diventare un leader attraverso l'esempio, quindi non ti sto suggerendo di ripetere la
pappardella teorica al tuo team ma a mostrare loro che anche tu ti prendi delle pause, mostrare
loro che la creatività e l'ispirazione vanno rigenerate, mostrare loro che il successo
significa anche equilibrio. Un successo che nasce a spese della nostra salute, della salute
del nostro team e della salute del mondo che ci circonda a mio avviso non è successo,
è soltanto ingordigia e ci tornerai indietro come un boomerang ha solo una questione di
tempo. Piuttosto scegliamo di avere un impatto mentre aiutiamo noi stessi e le persone che
ci sono accanto a crescere. Questa è la forma di successo più entusiasmante che conosco
e anche quella che credo sia la più sostenibile.
Questo è tutto per la puntata di oggi, spero di averti dato qualche utile spunto che potrai
implementare sin da subito, se crescere un business in cui credi sul web in modo autentico
e proficuo è parte dei tuoi piani e non sei ancora entrata a Biz Academy, puoi farlo visitando
il sito Biz-academy.it Noi come sempre ci sentiamo o vediamo alla
prossima puntata impact [Musica]