×

우리는 LingQ를 개선하기 위해서 쿠키를 사용합니다. 사이트를 방문함으로써 당신은 동의합니다 쿠키 정책.

image

I nomi fanno il mondo - Gian Luca Favetto, 14. L’ARRAMPICATORE

14. L'ARRAMPICATORE

Da bambino, appena nato, non si fermava come tutti gli altri al seno della madre, cercava di raggiungere la testa e invece dei capezzoli succhiava i capelli. Giobatta Caruana era un ragazzo che voleva salire. Si arrampicava su tutto, sui tavoli, sui mobili, sulle pareti, sugli alberi. Poi, sulle montagne. È diventato alpinista. Gran scalatore.

Prima, ha affrontato le vette vicino a casa, poi ha girato l'Europa, l'Asia e, a poco a poco, è salito su tutte le montagne del mondo. Quasi tutte. Un irresistibile desiderio lo spingeva in alto: lassù era un uomo felice. Passati i quarant'anni, ha cominciato ad arrampicarsi sulle parole. Preferisce quelle in corsivo e in stampatello. Mette il piede nell'incavo delle “c”, nell'occhiello delle “a” e delle “o” e si dà slancio; striscia sulle “s” per conquistare millimetri; si appoggia agli spunzoni delle “r” e delle “v”; si appende alle “t” e si issa a forza di braccia. Ogni lettera conquista una vetta, poi passa alla successiva. Appena in cima a una parola, patisce un misto di paura e disorientamento - l'attrazione del vuoto. Le parole sono le uniche a fargli venire le vertigini.

Learn languages from TV shows, movies, news, articles and more! Try LingQ for FREE

14. L’ARRAMPICATORE 14. THE CLIMBER

Da bambino, appena nato, non si fermava come tutti gli altri al seno della madre, cercava di raggiungere la testa e invece dei capezzoli succhiava i capelli. Giobatta Caruana era un ragazzo che voleva salire. Si arrampicava su tutto, sui tavoli, sui mobili, sulle pareti, sugli alberi. Poi, sulle montagne. È diventato alpinista. Gran scalatore.

Prima, ha affrontato le vette vicino a casa, poi ha girato l'Europa, l'Asia e, a poco a poco, è salito su tutte le montagne del mondo. Quasi tutte. Un irresistibile desiderio lo spingeva in alto: lassù era un uomo felice. Passati i quarant'anni, ha cominciato ad arrampicarsi sulle parole. Preferisce quelle in corsivo e in stampatello. Mette il piede nell'incavo delle “c”, nell'occhiello delle “a” e delle “o” e si dà slancio; striscia sulle “s” per conquistare millimetri; si appoggia agli spunzoni delle “r” e delle “v”; si appende alle “t” e si issa a forza di braccia. Ogni lettera conquista una vetta, poi passa alla successiva. Appena in cima a una parola, patisce un misto di paura e disorientamento - l'attrazione del vuoto. Le parole sono le uniche a fargli venire le vertigini.