Viviamo meglio OGGI o vivevamo meglio nel PASSATO?
I tempi sono duri - con disastri naturali, grandi conflitti politici e incertezza sul
proprio futuro.
Ma nonostante i meme arrivino alla conclusione che sia un pessimo periodo per vivere, potresti
essere sorpreso dal vedere la tua vita ora paragonata a come sarebbe stata in passato.
Gran parte della storia in realtà è caratterizzata dagli esseri umani che soccombono per via
di malnutrizione e fame.
Nell'Antico Egitto, in caso di grave siccità, il 5-10% della popolazione sarebbe morta.
Certo, oggi non è tutto perfetto, dato che l'11% della Francia soffre di insicurezza
alimentare - il che significa che la loro dieta è limitata a causa dello status socio-economico,
e mangiano cibi meno nutrienti e quantità eccessive di carboidrati e sale - ma paragoniamo
il tutto al periodo tra il 1692 e il 1694 quando il 15% della popolazione francese morì
letteralmente perché il cibo era semplicemente troppo costoso.
Oggi, nonostante milioni di persone soffrano di malnutrizione, i progressi tecnologici,
le agenzie governative e le ONG contribuiscono a limitare la mortalità.
In effetti, per la prima volta nella storia umana, sono più le persone in sovrappeso
che quelle malnutrite.
Quando l'homo sapiens iniziò a vivere in centri abitati, ci fu un massiccio aumento
delle malattie.
Nel 1330, un terribile scoppio, di ciò che si credeva fossero demoni, aria cattiva o
rabbia divina, uccise da 75 a 200 milioni di persone.
Ora sappiamo che si trattava del batterio portato dalle pulci Yersinia Pestis, noto
storicamente come la peste nera.
Ma al momento, la gente non aveva davvero idea di cosa li stesse uccidendo.
Nel 1520, un componente di una flottiglia spagnola diretta in Messico, era un portatore
di un caso precoce di virus del vaiolo.
Nel giro di 2 mesi, la malattia sterminò 1/3 della popolazione messicana.
Negli anni seguenti, ci furono così tanti focolai di malattie infettive in Messico,
che la popolazione passò da 22 milioni a 2 milioni in soli 60 anni.
Le persone morivano costantemente di malattie e nessuno sapeva come curarle.
I rimedi all'epoca includevano pregare, fare bagni freddi o strofinare degli scarafaggi
sulle parti doloranti.
Anche nel 1918, l'influenza spagnola si diffuse a livello internazionale e nel giro di pochi
mesi 1/3 della popolazione mondiale fu infettata, e ne morirono dal 3 al 5%.
Oggi, gran parte delle preoccupazioni dall'influenza, ruotano attorno alla paura degli aghi.
La medicina moderna salva milioni di vite.
Il vaccino contro il vaiolo ha sradicato completamente la malattia dal nostro pianeta.
Quando compaiono malattie come la SARS o l'Ebola e il mondo si prepara a una grave emergenza
sanitaria, molte meno persone persone muoiono grazie all'organizzazione internazionale,
alla tecnologia moderna e ai continui progressi della medicina.
Quando l'Europa colonizzò le Americhe, si stima che morirono circa 100 milioni di persone,
sebbene le popolazioni indigene non siano ben documentate, aumentando altre stime di
milioni.
Qualcosa come 85 milioni di persone morirono nella seconda guerra mondiale e nelle antiche
società agricole, la violenza umana ha causato il 15% di tutte le morti.
Oggi, la violenza umana rappresenta circa l'1% dei decessi.
Nel 2012, solo 120.000 persone morirono in guerra, mentre 1,5 milioni morirono di diabete.
Per la prima volta nella storia umana, per la maggior parte delle persone, quando si
riflette sul futuro, non si pensa alla guerra.
Se guardiamo quest'anno, sebbene ci sia ancora fame, malattie, guerre e disuguaglianze, è
notevolmente migliore rispetto alla maggior parte della storia umana.
Ma dobbiamo continuare a essere critici nei confronti del nostro governo, sfidare le aziende
e ripensare il modo in cui la società umana è strutturata per continuare a progredire.
Riconoscendo gli sforzi umani di successo nella ricerca medica, la riforma economica,
le iniziative di pace e il sostegno del governo per ridurre la fame, le malattie e la violenza,
possiamo trovare speranza per il futuro.
Spero che quanto detto fin'ora contenga dei concetti utili per provare ad apprezzare il
mondo in cui viviamo oggi, anche se spesso sembra così terribile.