EPISODIO - 00 - Parliamo del più e del meno (1)
Massimo: Benvenuti all'italiano vero, il podcast che parla come un vero italiano.
Andrea: In studio Massimo.
Massimo: Detto Cubo, Andrea…
Andrea: Detto Mario.
Massimo: E Paolo, detto?
Andrea: Eh, Paolo!
Massimo: Episodio 00 del podcast l'italiano vero, parliamo del più e del meno.
Massimo: Paolo finalmente si inizia questa nuova avventura del podcast, sei carico?
Paolo: Molto Massimo, guarda ho passato il weekend a pensarci ora per ora.
Massimo: Ok che tra l'altro è stato il weekend dell'Epifania. Vi ricordiamo che noi registriamo un po in anticipo rispetto alla messa in onda del podcast, quindi è stato il weekend dell'Epifania.
Massimo: Come l'hai passata Paolo l'Epifania?
Paolo: Molto bene, assolutamente molto bene. Una nota di tristezza, "l'Epifania tutte le feste le porta via".
Massimo: Ecco noi abbiamo questo detto, molto bello, "l'Epifania tutte le feste porta via" ma hai proprio sentito che la fine di queste feste è coincisa con questo giorno? Oppure...
Paolo: Assolutamente.
Massimo: é più un detto che...,
Paolo: No no è proprio così. Guarda, basta andare anche in giro per le strade. Prima dell'Epifania potevi girare, dopo molto meno.
Massimo: Sì perché da noi il traffico dipende molto dall'apertura o meno delle scuole.
Massimo: Per me invece guarda, non lo so. La fine delle vacanze è coincisa con il mio ritorno da Boston. Sono stato in aspettativa otto mesi. Diciamo che le luci che c'erano in una grande città non le ho ritrovate qua a Bergamo. Quindi mi è già sembrato un po' la fine di una festa. Però devo dire che anche tornare a casa in Italia ha il suo perché
Paolo: Quindi anche per te è stata una epifania ancora più grossa allora se vogliamo.
Massimo: Sì, più grossa ma da quel punto di vista lì sì, però dicevo è coinciso con il ritorno a casa che era il 30 ed era prima di Capodanno il 30 di dicembre, la fine delle feste per me più che per l'Epifania. L'Epifania quest'anno per me ha segnato più il ritorno al lavoro.
Paolo: Mi spiace tanto.
Massimo: Quindi, come ci siamo detti questi giorni ti è chiaro cos'è L'Italiano Vero? Di cosa vogliamo parlare in questo podcast?
Paolo: Assolutamente, ho pensato come ti dicevo in tutto il weekend, ora per ora, non riuscivo a dormire, quindi parleremo di questo italiano aulico, parleremo di Dante, di Leopardi.
Massimo: No da paolo non ci provare, abbiamo detto che non è quello L'Italiano Vero, il tema del nostro Podcast. Per noi L'Italiano Vero è quello che utilizziamo quotidianamente al bar, al supermercato, al lavoro io e te, dai!
Paolo: Allora devo buttare via tutte le quintalalate di libri che mi sono preso.
Massimo: Eh assolutamente, puoi venderli a un bel negozio dell'usato.
Massimo: Ce ne saranno, al Libraccio per esempio?
Massimo: Te lo ricordi il Libraccio?
Paolo: Assolutamente.
Massimo: Il Libraccio era una catena, alla fine, di librerie che acquistava e vendeva libri usati.
Paolo: Esattamente.
Massimo: Mi ricordo che capitava che andassi a comprare il libro di testo usato, e poi appunto quando mi trovavo in classe era diverso, era l'edizione vecchia rispetto a quella.
Paolo: E quindi eri fregato costantemente.
Massimo: No, avevo la scusa per non studiare: "No io non c'è l'ho questo capitolo". Quindi, oggi c'eravamo chiesti di cosa parlare nel primo episodio. Il primo episodio.. abbiamo trovato questo modo di dire italiano "parliamo del più e del meno" che mi sembrava azzeccatissimo insomma per questo primo episodio. Quindi cosa intendiamo noi quando dice: "Cosa hai fatto ieri con un tuo amico? Di cosa hai parlato?"
Paolo: Mah, abbiamo parlato del più e del meno.
Massimo: Esatto! Che sta per noi, per dire cosa, tu che te ne intendi?
Paolo: Ma quando non hai degli argomenti veramente seri ma vuoi soltanto argomenti di carattere superficiale, ecco che tu parli di queste cose, di episodi normali di quello che ti è successo e di quello che hai fatto quotidianamente e di quello che ti è capitato magari. Di che cosa hai trovato di che cosa hai mangiato.
Massimo: Esatto! Sì insomma non tratti argomenti diciamo importanti, esistenziali.
Paolo: Assolutamente! Direi che proprio tra noi italiani di esistenziale proprio non abbiamo assolutamente nulla.
Massimo: Ok, ok perfetto! Quindi mi dispiace ma in questo podcast useremo anche parole inglesi visto che ormai si usano nell'italiano parlato, quello che dicevamo prima l'italiano vero come ad esempio...
Paolo: Per esempio
Massimo: Podcast, direi che fatico a trovare.
Paolo: Non ce l'abbiamo noi in italiano podcast.
Massimo: No. ho provato a googlare : "file asincrono fruibile su diverse piattaforme".
Paolo: Però vedo che da uno spelling quello inglese hai cominciato a spiegarla con un'altra parola in inglese "file"
Massimo: Eh sì, vedi?
Paolo: Peraltro.
Massimo: Assolutamente, quasi impossibile ormai non citare termini di altre lingue anche in italiano e quindi ad esempio un altro è "spelling". Sai come si dice spelling in italiano?
Paolo: Spelling. Certamente! È una cosa molto difficile da... Compitare!
Massimo: Compitare! Secondo me l'ho detto io ieri, però va beh
Paolo: Secondo me anche,
Massimo: Quindi sì dai useremo questi useremo l'italiano che si parla veramente, non quello che magari ci hanno insegnato a scuola. È cambiato insomma l'italiano nei tempi, quindi le parole inglesi, diciamo anche straniere, sono entrate nel nostro utilizzo quotidiano. Quindi tra l'altro mi fai venire in mente appunto episodi di quando ero all'estero "Spelling".
Massimo: È difficile fare lo spelling in un'altra lingua. Perché mi capitava ad esempio di andare al bar e mi chiedevano ad esempio da Starbucks mi chiedevano appunto il mio nome per metterlo sull'etichetta della bevanda e quando gli dicevo Massimo non capivano, quindi mi dicevano: "potresti farmi lo spelling? "; se facevo lo spelling pronunciando solo lettere M A S S I M O, comunque facevano un po' fatica a capire meglio.
Paolo: Che cosa facevi allora?
Massimo: Allora gli dicevo Max
Paolo: Un altro inglese
Massimo: Esatto però questo lo capirono, però vedi, il non sapere la lingua come ti porta magari a dire che ti chiami diversamente. Quindi magari ti fa perdere un po' il contatto con la persona che hai di fronte o magari anche tu ti senti un po' snaturato però insomma dici, cavolo, perché non lo so dire, devo dire un altro nome.
Massimo: Quindi è importante secondo me sapere come fare lo spelling in un'altra lingua. E quindi mi è anche capitato magari al telefono, perché quando sei di fronte a una persona negli Stati Uniti non pronunci semplicemente la lettera come dicevo M A ... mentre se sei al telefono ti chiedono appunto di fare lo spelling vero e proprio come noi usiamo le città, loro usano di solito l'alfabeto quello militare Alpha Bravo Charlie e non conoscendolo ero veramente in difficoltà, mi dicevano fai lo spelling del tuo cognome, sì come... Cercavo al momento non mi veniva niente C come cake U come Uber dicevo quasi quasi quindi facevo un po' fatica.
Massimo: Quindi mi son detto; un episodio sullo spelling fatto in italiano può essere veramente quello di un italiano vero.
Paolo: Assolutamente, perché poi in realtà è proprio così.
Massimo: Esatto! Quindi come lo facciamo lo spelling? Cosa utilizziamo?
Paolo: Utilizziamo semplicemente le città.
Massimo: Le città. Quindi dai! Allora, partiamo con la prima lettera. A come?
Paolo: Ancona
Massimo: Un buon metodo per andare in giro, diciamo, per l'Italia con questo spelling.
Paolo: Facciamo un giretto Ancona è una città sul mare un porto è una città millenaria origini greche.
Massimo: Capoluogo di provincia, perché in Italia abbiamo i capoluoghi di provincia
Paolo: Capoluogo di Regione, anche.
Massimo: Esatto. Esatto. Assolutamente sì. .
Paolo: Sia di Provincia che di Regione.
Massimo: Poi magari può essere il tema per un episodio adesso me lo segno, B come?
Paolo: Bologna.
Paolo: Bologna! Bologna bellissima.
Paolo: Siamo andati dal mare ci siamo spostati un po' più a nord e siamo nella pianura. Anche questa qui è millenaria, ci sono tante leggende sulla sua nascita. Nessuna certezza. Molto molto bella.
Massimo: Esatto. Tra l'altro è una città che non ho mai visitato, pensa te! Quando vado all'estero gli stranieri "Ah Bologna, bellissima!". Sì me l'hanno detto! E non ci sono mai stato. Tra l'altro mi fa venire in mente le canzoni di De Gregori "Viaggi e miraggi" che cita molte città italiane. Magari la metterò nel blog dell'episodio. Passiamo alla C! C di?
Paolo: Qui siamo ritornati al Nord e siamo a Como siamo sul lago, il lago di Como. Penso un altro porto se vogliamo ma non sul mare ma addirittura sul lago, ecco, siamo in Lombardia.
Massimo: Tra l'altro secondo me Como è diventata molto più famosa molto più famosa da quando George Clooney ha acquistato la casa.
Paolo: Beh sì certamente ci sono arrivati parecchi americani e non solo loro. Penso.
Massimo: Comunque merita sì, una bella città! Ci ho fatto qualche giro in moto lungo il lago di Como, ci sono dei bellissimi paesaggi, delle salite anche da fare in bicicletta.
Paolo: Assolutamente, e delle belle gite anche da fare con la barca.
Massimo: Assolutamente sì.
Paolo: Ci sono tutti i traghetti
Massimo: Poi mi fa venire in mente l'inizio dei nostri "Promessi Sposi", Paolo
Paolo: Da una parte abbiamo Como e dall'altra parte abbiamo Lecco, l'inizio dei Promessi Sposi è proprio qui, mi stai solleticando su Manzoni, allora! Attenzione però...
Massimo: Esatto. Torniamo all'italiano parlato. Tra l'altro Manzoni all'estero non è molto conosciuto, almeno per quello che...
Paolo: Allora parleremo dei Promessi Sposi
Massimo: Assolutamente no assolutamente, ci saranno podcast e documentazione on line. Grandissimo.
Massimo: Che poi appunto si dice, quando si fa lo spelling, si dice di come? Di di Domodossola. No! Volevo dire ma A di Ancona B di Bologna C di Como D di Domodossola, "di" si mette di tra la lettera e la città.
Paolo: Quindi, Domodossola
Paolo: Domodossola qua non siamo da nessuna parte. Non è un capoluogo di provincia, non è un capoluogo di regione, è una città, una semplicissima città che è inserita nel Piemonte, in mezzo a delle montagne bellissime ed è Domodossola forse nessuno la conosce in realtà qui in Italia, sono pochissimi.
Massimo: Esatto. Diciamo che è proprio famosa perché non essendoci città, altre città famose italiane che iniziano con la D, tutti conoscono, la conoscono più di nome secondo me, io non mi ricordavo dove fosse, me l'hai ricordato forse tu ieri, dicevi che è in Lombardia giusto?
Paolo: No, è in Piemonte, proprio in Piemonte, fa freddo da quelle parti lì, parlano poco, un po' chiusi, non sono come i lombardi.
Massimo: Ok, sì esatto.
Paolo: Poi ci sono le montagne, sono ancora più chiusi. Gente strana
Massimo: Sperando che non ci ascolti nessuno da Domodossola. non se la prenda.
Paolo: Assolutamente.
Massimo: Poi andiamo alla E di?
Paolo: Empoli. Torniamo verso sud. Siamo in Toscana però qui. Ci sono un po' di colline, un po' di pianure, stiamo andando verso il sud dell'Italia. Empoli, é un capoluogo Empoli?
Massimo: Boh, potevamo chiedere al nostro collega che è di Empoli, Roberto, ma io la conosco perchè è la città del gelato Sammontana. Sono un amante del gelato e quindi so che viene da lì.
Paolo: Ho capito.
Paolo: Quindi gelati Sammontana arrivano proprio da Empoli, sai che non lo sapevo.
Massimo: Lo so anche perché è lo sponsor della squadra di calcio dell'Empoli.
Paolo: Ho capito. Mi ricorda anche Enna che non c'entra assolutamente niente con Empoli.
Massimo: E di Enna lo dice qualcuno? Sì Potrebbe dirlo. Che poi tra l'altro queste sono le città più famose. Nulla vieta di dire un'altra città, però solitamente appunto si usano queste. Però mi capita a me, come capirete dall'accento, che sono di Bergamo di dire B di Bergamo.
Paolo: B di Bologna.
Massimo: Esatto.
Massimo: Magari all'altro interlocutore sembrerà un po' strano però comunque diciamo l'effetto, quello di specificare la lettera, funziona, quindi si possono cambiare le città. Magari non lo so, un americano potrebbe dire anche B di Baltimora. Diciamo che il suo interlocutore sicuramente si farebbe una risata e lo capirebbe comunque.