Come Fondare un'Associazione No Profit con Martina Rogato - YouTube
Ciao e benvenute a questa nuovissima puntata. Oggi sono insieme a Martina Rogato.
Ciao Cecilia. Grazie per essere qui con noi. Grazie a te per l'invito. Allora Martina
tu dal 2012 lavori come consulente per aziende e organizzazioni sul tema della
sostenibilità e del terzo settore, che sono peraltro temi di cui capisco
poco, nel senso che, parlavamo proprio prima di cominciare la registrazione,
che anche il termine stesso sostenibilità a volte facciamo fatica ad
inquadrarlo e chiariremo un pochino meglio di cosa si tratta.
Dal 2009 collabori anche con una grossissima organizzazione sul tema dei
diritti umani, un'organizzazione no profit e fai parte anche dell'Engagement
Group del g7 e g20. Scrivi di sostenibilità e di Women
empowerment, giusto per restare in tema, su diversi magazine di settore e hai una
grande passione per questo tema del “Social Innovation” che ti ha portato
poi a co-fondare ed entrare come presidente
dell'associazione Young Women Network. Il tuo motto è Carpe Diem, che mi piace
molto perché di fatto è un po quello che abbiamo seguito incontrandoci qui a
Milano, senza molta pianificazione. E' stata una coincidenza che ci ha permesso
poi di registrare dal vivo e di cui sono molto grata.
Allora Martina, partiamo senza indugiare troppo su quello che è il tema centrale
della nostra chiacchierata insieme: come fondare e crescere in modo sostenibile
un'organizzazione no profit. Partiamo dalla scelta di quella che è la causa
che vogliamo sostenere, come dicevamo prima è veramente un mare questo mondo
è difficilissimo riuscire ad orientarsi, capire di chi fidarsi ma anche scegliere
qual è la strada giusta per riuscire a dare questo, per riuscire a restituire
nel modo in cui vorremmo farlo. Sì secondo me la scelta è una scelta che
deve essere di cuore o di stomaco, come dico io. Deve essere qualcosa che ti
attorciglia le budella e su cui tu vuoi fare qualcosa di concreto, questa è la
scelta giusta, cioè quella causa che veramente ci colpisce a primo impatto.
È come un amore: o è a prima vista oppure c'è qualcosa che nel tempo ti
tocca il cuore. Quindi il mio primo consiglio per
iniziare una causa di tipo sociale per fondare la no profit, ma anche per fare
il volontariato è: ascolta quello che ti fa veramente torcere le budella, non è un
bellissimo termine ma è la verità, dà l'idea. Ci sono dei siti o dei portali che in qualche
modo ci forniscono una mappa di tutte le
associazioni disponibili che ci sono e, soprattutto sia che vogliamo fondarne
un'altra, giusto per non fare magari un doppione, sia che vogliamo invece
sostenere qualcosa che esiste già? Allora, c'è una rivista specializzata nel
terzo settore, 'Mondo No Profit' che è anche un
magazine online che è 'Vita, società editoriale' che è un po la voce del terzo settore in
Italia. Quindi è possibile, basta andare sul sito
vita.it e consultare un pò qual è il mondo delle no profit e loro sono stra
aggiornati su tutto quello che succede in Italia sul terzo settore. Poi c'è il centro
di servizi volontariato su Milano e su altre città
italiane che in generale delle liste in cui è possibile trovare delle no profit.
In genere loro sono in piazza comunque, basta farsi un giro in città, in
qualsiasi città italiana e si trovano tantissime organizzazioni.
Ecco, immagino che su questi portali sia anche possibile spulciare qualche
informazione logistica su come e dove si parte, perché anche qui c'è un marasma di
informazioni, c'è tutto il contrario di tutto, riuscire a capire da dove partire
diventa diventa complesso. Quindi una volta che abbiamo un'idea relativamente
chiara, perché poi nulla ci vieta di cambiarla, sulla causa che vogliamo
sostenere attraverso quella che io chiamerò la nostra associazione, ma so
che ci sono tante forme in cui questa nostra causa ecco può svilupparsi. Da dove
partiamo? Come ci orientiamo? Allora, innanzitutto, si può scegliere se
essere un volontario di un'associazione no-profit
e in genere ogni no-profit ha la pagina 'associati o diventa volontario,
quindi basta cercare un pò di informazioni e poi io consiglio sempre
di utilizzare i motori di ricerca per un po', guardare la reputazione delle organizzazioni
oppure si può scegliere di fondare un'organizzazione perché c'è una causa
che veramente ci sta a cuore. Consiglio sempre di fare una mini
ricerca web, non costa nulla, un pò di tempo, e capire cosa c'è già in giro.
É inutile creare qualcosa che esiste già, creare un doppione in città.
Se abbiamo una causa che ci sta a cuore e non c'è un'organizzazione che la tratta
come vorremmo noi, non risponde al bisogno che noi sentiamo manca in Italia
o nella città in cui viviamo, benissimo! È il momento di chiedere a un
buon commercialista come costituire una no-profit e attenzione che non tutti i
commercialisti che ci seguono a livello privato con Partite Iva, o seguono le
nostre aziende, sono esperti di terzo settore. É un mondo a parte, ti dicevo in
pausa, è come andare da un penalista a chiedere un divorzio.
Andate da un commercialista esperto di no-profit e chiedete in base al vostro
desiderio, di risposta a un bisogno, come è meglio costituirsi.
Questo è un ottimo spunto, ad esempio io non ero al corrente di questa
separazione che dicevamo prima, è quasi ovvia, ma così ovvia che uno non ci
pensa. Per cui ci fa sicuramente risparmiare un sacco di tempo e visto
poi quali possono essere, diciamo così, tutte le possibilità che ci sono
di fronte a noi, ecco sicuramente questa figura ci può indirizzare. Tu
Martina hai un sacco di esperienza sia come consulente verso questa tipologia
di realtà, sia proprio dall'interno come co-fondatrice e presidente,
ti chiedo: ci sono degli errori che col senno di poi, ecco, sai che possono essere
evitati e dovrebbero essere evitati assolutamente? Allora, sì, intanto quello
che mi sento di consigliare è di non intraprendere un'attività no profit, di
non costituire una no profit se si vuole fare business.
Se pensate di guadagnare con una no profit scordatelo, perché è un sistema
giuridico così.. è complesso ma è accessibile se si studia un po', si affida
ai giusti esperti si può capire come muoversi bene senza fare errori, però non
si fanno soldi con le no profit. Si risponde a un bisogno. Si intraprende una
causa. Poi, se si diventa grandi, si può avere uno staff di persone retribuite.
Non significa che tutti debbano lavorare a gratis
però se volete fare affari aprite una Start Up, ci sono le Benefit Corporation,
che sono una nuova forma giuridica di società, che fanno profit ma perseguono
l'obiettivo della creazione di felicità, le Benefit Corporation.
Ma assolutamente no profit perché volete creare qualcosa
sul territorio e rispondere a un bisogno che le istituzioni al business
non riesce a soddisfare. Quindi, anzitutto, lo spirito deve essere quello
giusto, come dicevo prima affidatevi a dei professionisti assolutamente, un buon
commercialista, anche se costa un po', e poi ci sono praticamente dei servizi che
la città, ad esempio, di Milano offre. Parlavo prima del CVS, Centro Servizi
di Volontariato, che offre delle piccole consulenze, a prezzo accessibile, per
iniziare la propria attività. Quindi informatevi, abbiate un approccio
genuino e veritiero alla causa e poi affidatevi a degli esperti, questi sono i
tre consigli fondamentali che mi sento di dare. Quindi non improvvisiamo.
Poi, sai all'inizio, qualche anno fa ancora in Italia facevano no
profit un pò tutti, chi voleva, che aveva a cuore una causa si lanciava e
faceva di tutto. Posto che io come presidente, quando serve faccio qualsiasi
cosa, se allestisco spazi, se manca la responsabile della newsletter mando le newsletter
quindi ci si adatta, c'è bisogno di flessibilità però adesso il mondo del no
profit quello serio, ha una serie di professionisti anche per la raccolta
fondi il cosiddetto fundraising. Non ci si improvvisa, esperti di raccolta fondi, c'è
un percorso da seguire, una professionalizzazione, e quindi anche il no
profit ha le sue figure professionali. Ecco su questo ti farò delle domande tra
poco. Sempre in rapporto agli errori,
questa volta le trasformiamo in sfide. Da quando sei partita qual è stata la sfida
che possiamo definirla la sfida più inaspettata che ti sei trovata ad
affrontare, sia come esperienza diretta tua di co-fondatrice e presidente, ma
anche come consulente? Allora posso raccontare la mia esperienza
a Young Women Network che è questa associazione
sulla parità di genere dedicata alle giovani donne, anche se il mio
vecchio capo mi prendeva in giro, mi diceva: sei una fondatrice seriale di
associazioni no profit. Però Young Women Network
è quella che in questo momento è più vicina insomma, è parte del mio
volontariato principale. Young Women nasce dall'idea di una mia amica, che mi
ha coinvolto subito nel lancio dell'associazione come esperta di no profit e
insieme ad altre quattro ragazze, siamo in cinque, abbiamo co-fondato Young Women
Network. Io ho sempre lavorato dietro le quinte, quello che c'era da fare lo facevo con
il cuore. Ad un certo punto cosa è successo, che le due ideatrici
dell'associazione, allora presidente e vicepresidente improvvisamente
ricevono due offerte di lavoro, una a Berlino e l'altra a Londra. Cosa succede..
è un bellissimo volontariato, giustamente
la vita a volte ci porta davanti a delle scelte importanti, anche quella, in
pochi mesi di dover cambiare nazione. Quindi a un certo punto all'associazione Young
Women Network si trova senza la sua guida principale, la presidente e
vicepresidente. Era un periodo veramente particolare per me, perché per lavoro ero
andato in Turchia. Poi ho perso il lavoro, sono tornata, va
beh, quando la vita ci si mette a volte hai un pò di sfortuna lato personale
professionale e coincidono sempre. Periodo complicato per me, periodo complicato per
l'associazione, decido di tornare in Italia e a un certo punto cosa succede
dico: va bene Martina, devi trovare un nuovo lavoro, non hai più una casa, non hai
neanche un fidanzato, cos'è che fai? L'associazione ha bisogno
di una guida, ti candidi alla presidenza dell'associazione, quindi ho scelto di
uscire dal dietro le quinte e di essere in prima linea in associazione. E
sicuramente è stato un momento difficile, proprio di sfida personale,
all'inizio pensavo di non potercela fare, dico come farò a gestire 400 associate,
e uno staff di 27 persone? Non tutte mi conoscono. É stata veramente una
bellissima sfida per me e per l'associazione stessa, perché ritengo
sia molto importante che quando si gestisce un associazione come presidente,
come direttivo è importante creare poi una serie di persone, un team di persone
che credano nella causa, alle quali un giorno a lasciare poi il testimone,
perché altrimenti succede nella vita che improvvisamente devi cambiare lavoro,
l'associazione subisce veramente un trauma, un contraccolpo importante. Quindi
un periodo bellissimo per me, perché sono entrata in prima linea in Young Women
Network e ho avuto la fortuna di avere delle compagne di squadra fantastiche.
Abbiamo prima lavorato sulla costruzione del team che sulle attività fondamentali
per l'associazione ed è stata poi una scelta vincente. Quindi posso dire che, un
momento di passaggio di testimone, lo abbiamo gestito puntando sulle
risorse umane prima dei progetti, e mi sento di dire siamo riuscite così a
superare un momento di difficoltà, anzi a rilanciare l'associazione con un
nuovo posizionamento. Quindi diciamo che forse è stata anche
una fatica, dimmi se sbaglio, parcheggiare momentaneamente tutti i
progetti che volevate fare, investendo in risorse che, investendo in termini di
tempo, in risorse che erano assolutamente necessarie, per poi portare avanti.
Esatto, che poi non è stato proprio un vero e proprio parcheggio, nel senso che
l'associazione poi ha delle socie a cui risponde. Io dico sempre l'associazione
non è per i partner, per le aziende ma per i propri associati.
Quindi noi rispondiamo a loro, nel senso che noi facciamo un servizio, un supporto
alle ragazze, quindi l'associazione non può mai fermarsi al 100%, però
magari sono stati diminuiti gli eventi, è stato fatto uno sforzo da parte di tutte
nel vedersi venerdì sera anziché uscire, quindi la priorità era quella di
costruire un buon team. A questo proposito, ecco, già in
un'azienda chiamiamola profit, dove quindi c'è
uno stipendio, una paga fissa, come la vogliamo chiamare, è comunque difficile,
diciamo così, nonostante le basi, se così possiamo
definirle, dell'accordo siano in parte alimentate dall'arrivo di una
paga fissa, questo non avviene in una non profit.
Già in una profit è difficile tenere alta la motivazione dei
propri collaboratori, superare tutta una serie di problematiche, anche emotive che
inevitabilmente colpiscono ciascuno di noi e che vanno ad influire poi sulla
nostra produttività, la nostra efficienza e la nostra capacità di essere presente e
la nostra disponibilità. Come hai affrontato tutto questo in una
realtà dove il cuore è in primo piano, dove non c'è nessun altro tipo di
incentivo, se non la passione che comunque è importante ma è da sola?
Allora, sicuramente ho avuto dei maestri in questo perché, come tu hai
gentilmente introdotto, faccio parte da tanti anni di una grossa organizzazione
internazionale che si occupa di diritti umani che ha una parte di staff, io sono invece
parte dei volontari, quindi io presto consulenze pro bono a quest'organizzazione no profit.
E quello che mi hanno trasmesso in tanti anni è
l'importanza delle risorse. Io ricordo, una volta, un episodio in cui
c'era una band famosissima gli U2, che sostenevano l'organizzazione no profit e
quindi praticamente hanno organizzato questo concerto a Roma, anche come
testimonial dell'organizzazione. C'era la possibilità di salire sul palco
con Bono, e lo staff ha fatto un passo indietro, dicendo: lo staff non sale,
salgono prima i volontari. Ora, quello era un reward una
gratificazione concreta e tangibile, ma è veramente un esempio di tutto quello che
questa organizzazione mi ha passato, dove lo staff è sempre un passo indietro
rispetto alle persone, ed è veramente bellissimo il riconoscere che una persona ti dedica
il suo tempo e quel tempo ha un valore immenso, quindi anche se la risorsa ti da un
capello, è importante gratificarla. Io dico sempre in associazione che vorrei
che le persone che lavorano con noi, siccome non possiamo pagarle,
intanto devono credere nella causa sicuramente, altrimenti non
regalerebbero il loro tempo libero e poi, dico sempre, le incoraggio a fare in
organizzazione quello che loro non riescono a fare nel loro mondo
professionale o privato. Ad esempio abbiamo una ragazza, faccio sempre
l'esempio di Young Women Network che fa la commercialista nella vita che ha una
passione per la scrittura. Con noi ha la possibilità lavorando nel team
editoriale come volontaria, di scrivere lei, così esprime e sviluppa una skill, ha
una competenza che altrimenti era dormiente. Quindi motivare le risorse che
devono sposare la causa e poi dare la possibilità a loro di poter realizzare
loro stesse, poter avere un reward in termini di crescita personale, di
formazione, ma anche di conforto emotivo. Io non sono una coach,
però credo tantissimo nell'importanza di fare squadra e di
comunque crescere quando si fa un progetto del genere. La componente umana
è fondamentale ed indispensabile. Bellissima, tra l'altro molti di questi
aspetti stipendio o non stipendio, sarebbero molto utili per molte aziende che, ahimè
non li mettono in pratica, proprio perché
l'aspetto umano deve essere messo in prima linea, per la cosiddetta
sostenibilità anche di un'azienda. In genere ci si aspetterebbe da grosse
aziende che si occupano anche di sostenibilità quindi hanno una un'anima
sociale ambientale, che puntino sulla valorizzazione del talento delle risorse
soprattutto con capacità di ascolto pro attivo se c'è qualcosa che non va,
i dipendenti dovrebbero avere la possibilità di manifestare, di
migliorare la situazione. In associazione proprio perché l'ho imparato dalla
grossa organizzazione, poi l'ho portato anche Young Women Network o in Human
Rights International Corner, che è l'altra organizzazione di cui sono parte sui
diritti umani, quello che ho portato è comunque l'importanza di avere sempre un feedback,
un confronto continuo tra le risorse, per capire cosa non va bene, se loro si
sentono valorizzate e possono esprimere la loro migliore versione di loro stessi
in organizzazione. Bellissimo. Poi, questo aspetto dello sviluppare una
potenzialità e un talento che non ci è possibile sviluppare nella nostra
vita quotidiana, può magari gettare proprio le basi per un salto nella vita
professionale di qualcuno, che altrimenti non avrebbe mai il coraggio di farlo,
perché non ha mai tempo di praticare o di testarsi in quell'ambito, quindi
veramente bellissimo. Come trovate volontari in Young Women Network,
ci sono delle strategie pubblicitarie che portate avanti, se sì, quali consiglieresti?
Allora quello che ha funzionato tantissimo, sembra strano da dire, ma è il passaparola.
Quando qualcuno è felice di partecipare alla nostra formazione un evento, poi
porta le amiche parenti in associazione. Nello specifico Young Women Network
è dedicata alle giovani donne, quindi al momento, sono esclusi gli
uomini, purtroppo. Se una donna però sta bene con noi poi porta le amiche. Quello
che noi abbiamo fatto, da un punto tecnico noi puntiamo tantissimo sui social,
tra l'altro abbiamo la mia attuale vicepresidente Vestiana social media
manager bravissima, quindi i social sono uno strumento di racconto fondamentale
per noi e ci stiamo investendo tantissimo. Le organizzazioni no profit
poi hanno la possibilità di accedere a una serie di strumenti, di tool che
possono aiutare comunque il passaparola e la comunicazione digitale, ad esempio
io consiglio a tutti quanti di informarsi rispetto al pacchetto “Google
for no profit” che permette di accedere a
una serie di strumenti gratuiti per la comunicazione anche la gestione delle
attività no profit. E mi dicevi che anche Facebook che ha qualcosa di simile?
Esatto Facebook ha delle parte di advertising, confesso che non riesco a gestire anche
la comunicazione, anche perché ho degli ottimi alleati, delle ottime colleghe, quindi
vi invito a verificare cosa è accessibile gratuito e scontato per il
no profit. Ok una cosa che intanto questi tool sono
davvero molto preziosi, perché personalmente ripeto non ne avevo idea. È
vero anche che non ho mai fatto una ricerca però anche vero che se comincia
a cercare su internet di solito come creare una no profit,
chissà quante ore pasti davanti ad uno schermo senza sapere come orientarti già
sapere che ci sono dei tool pc tools precisi messi a disposizione peraltro
dalle piattaforme che usiamo ogni giorno è sicuramente rincuorante. Risorse.
Parliamo di risorse sappiamo che non è possibile portare avanti un progetto
interamente sulla base del cuore e della passione, cioè delle risorse ci devono
essere per..dicci tu per cosa e come le troviamo queste risorse. Allora
innanzitutto molte organizzazioni no profit sono basate su un gruppo di
volontari, ovviamente il volontariato non è un lavoro le persone regalano il tempo
che hanno, che può essere un minuto o un'ora due settimane al mese e ogni cosa
che danno insomma è un dono che contribuisce alla costruzione dell'organizzazione.
Poi è bene ricordare che ci sono anche professionisti, io sono una
consulente principalmente sulla sostenibilità e responsabilità
dell'azienda, ma mi occupo anche di accompagnare no profit nel dialogo con
il profit e viceversa. Ci sono delle professioni ben codificate,
come ad esempio quella dell'esperto di fund raising, che non vengono gestite da persone
a titolo volontario, sono delle persone
professioniste che vengono pagate. Questo per dire che anche il mondo del no
profit ha una parte di staff oltre di
volontari, che viene pagato, dicevamo in pausa assieme che il terzo settore viene
chiamato anche il mondo del “non profit” anche in italiano
NON o NO nel definire la nomenclatura no profit, non la pronuncio benissimo da
italiana non profit anziché no profit che vuol dire che non lo faccio
per soldi ma non escludo che ci siano delle persone di staff dei
professionisti che vengono remunerati anzi e a volte è assolutamente
indispensabile, perché l'organizzazione non può basarsi solo su volontari e
altrimenti non potremmo pagare le bollette ci sono delle persone di staff
che vanno adeguatamente moderate e non toglie meno alla causa, anzi, avere dei
professionisti aumenta il valore dell'associazione, la qualità delle attività e l'impatto che
la cosa più importante l'impatto sociale o ambientale che creiamo sul territorio.
Assolutamente chiaro. Mi piace molto questa distinzione tra no profit e non
profit perché non è per niente ecco conosciuta a mio avviso. Ti chiedo:
hai parlato di fundraising, un'altra grande incognita in questo mondo dove
non è ben chiaro da dove si parte per fare fundraising cosa fai, bussi alla
porta degli sponsor, utilizzi piattaforme digitali, da dove parti? Allora,
innanzitutto, fundraising è la raccolta fondi e si può fare in diversi modi nel
senso che, intanto i fondi non sono soltanto in cash ma possono essere anche
materiali. Noi spesso abbiamo dei partner che non hanno la possibilità di fare
delle donazioni di denaro delle sponsorizzazioni in denaro ma ci
forniscono la loro sede gratuitamente o magari il loro “in kind”, il loro
prodotto rispetto poi al progetto che seguiamo. Quindi intanto ci sono due tipologie di
donazioni in materia e in cash poi ci sono diversi attori “stakeholder”
ci sono le aziende, ci sono le fondazioni, le persone singole che possono donare e
tantissimi strumenti come ad esempio le piattaforme di crowdfunding, il 5
per mille, è un mondo veramente vastissimo. Quello che mi sento di
condividere è che è importante tenere presente che non si chiedono soldi o in
kind o materiale a chi li detiene, ma è importante costruire con gli stakeholder
e con i partner, passiamo questo termine in maniera
generica, dei percorsi , delle iniziative che possano come dire, unire due
interessi diversi, nostro come associazione e organizzazione e il loro
come partner e costruire qualcosa insieme.
L'approccio prendere denaro e scappare non è accettabile, ma piuttosto
importante è capire chi sono i nostri interlocutori, se c'è qualcuno con cui
abbiamo delle sinergie e costruire qualcosa assieme,
che sia da beneficio. Sia per loro, perché magari vogliono sposare un progetto
sulle giovani donne e per noi che vogliamo magari costruire un percorso o
per le nostre associate o per il nostro target.
Quindi è importante comunque guardarsi in giro, capire anche come sono
costituite, su cosa dedicano le loro cause le aziende
come erogano donazioni quali sono le fondazioni ad esempio. È un mondo veramente
vastissimo, è difficile raccontarne un poco. Però costruire progetti e la risposta
sicuramente. E una volta che, ad esempio mi immagino, individuo tre o quattro
aziende nel territorio che potrebbero davvero essere interessate, a costruire
una sorta di win win, alzo la cornetta chiamo e chiedo cosa?
Allora, prima di alzare la cornetta e andare sotto l'azienda a bussare è
importante studiare l'azienda. Io consiglio sempre di fare anche una
verifica sulla reputazione dell'azienda stessa.
Molte no profit, è impopolare dirlo, non lasciano che siano alcuni settori a
sostenere le proprie attività, perché incoerenti con l'etica dell'organizzazione.
In genere è bene quindi studiare la reputazione
dell'azienda, capire se il loro business ha una sinergia, una coerenza con quello
che noi facciamo, studiare le attività che già fanno, studiare le proprie
attività e trovare dei punti in comune dei punti di unione e andare
all'appuntamento, scrivere la mail e il messaggio con le idee chiare su quello
che si potrebbe potenzialmente fare assieme. Magari loro hanno bisogno, come
nel caso di Young Women Network di formare le risorse giovani della loro azienda,
noi abbiamo dei percorsi dedicati alle giovani donne e quindi si possono unire
gli sforzi. A noi è successo di avere dei partner che hanno ad esempio concesso
gratuitamente la loro sede, hanno messo a disposizione i loro mentori interni, i
loro manager, per fare dei training alle nostre ragazze. Quindi era una win win
situation la situazione vincente per entrambi, dove noi abbiamo dato la
possibilità alle nostre ragazze di fare un percorso di empowerment, di formazione
su determinate abilità e competenze, loro hanno messo a disposizione i loro
manager, i loro mentori, dando anche una soddisfazione queste persone che hanno
una certa esperienza aziendale e al contempo hanno permesso alle loro
ragazze di frequentare i nostri corsi. Quindi tutti felici, i manager
gratificati, le ragazze delle aziende contente per il percorso, alle nostre
ragazze sia di conoscere la nuova realtà di conoscere persone nuove che
riformarsi, tutti felici, ottima partnership. Bellissimo
poi mi piace molto come riporti molti esempi reali che subito chiariscono
magari qualunque dubbio che una spiegazione teorica possa portare con sé.
Esatto e questo il caso in cui magari le aziende non avevano il budget da
destinare alla no profit però hanno dato delle risorse che per loro erano un
costo contenuto. E a volte è proprio così non hanno soprattutto in tempi di crisi
economica con tantissime organizzazioni no profit che chiedono un supporto
magari tante aziende non hanno il budget per sostenere le cause insomma che
validissime che bussano alle loro porte e costruire progetti dove si abbattono i
reciproci costi è importante. Poi c'è tutto un lavoro di raccolta fondi invece,
è importantissimo, perché non si vive di risultati sulle location e training e
poi ci vogliono anche ci vuole anche del denaro e lì io consiglio anche di
guardare alla progettazione europea. E lì ti servono degli esperti perché è un mondo
di programmi altamente complesso, però l'Italia è sempre stata diciamo additata
come una nazione che non presenta abbastanza progetti e progetti validi
per cui invito tutti a informarsi e presentare progetti all'unione europea.
Bellissimo, vedi, un altro spunto che davvero, se un esperto non ci dice di
fare magari si perde nel marasma di informazioni che abbiamo.
Naturalmente ha poi nominato anche le piattaforme digitali.
Io sono un pochino più ferrata nel mondo del digitale quindi, ed è molto trendy in
questo periodo. Quanto possono essere efficaci questi
piattaforme digitali? Allora dipende dal target. Se il vostro target sono magari i
sessantenni non sono tutti digitalizzati. Quindi, intanto studiate il vostro target
come organizzazione. Il nostro è un target giovanissimo per cui, come dice la nostra
Besiana, la nostra Communication Manager Vicepresidente: “Il nostro target
e i nostri partner si aspettano che delle
giovani donne siano digitali” quindi per noi è fondamentale, perché il target lo
consente. È uno strumento di informazione ma anche
di formazione per noi sul tema della parità di genere con Young Women Network.
Quindi direi dipende dal target. Sicuramente è uno strumento che ha costi
bassissimi, a volte a costo zero per un'organizzazione, quindi molte ci stanno
investendo tempo. Chiaro, quindi attenzione prima di
buttarsi su uno strumento solo perché di moda a capire se effettivamente ci
stiamo rivolgendo al target giusto. Esatto poi una cosa fondamentale: è
importante sia come proprio tu mi insegni nel personal branding , sia come
organizzazione sia profit che no profit comunque il proprio posizionamento. Non
si può postare tutto, bisogna avere comunque il giusto approccio, condividere
i propri valori, condividere informazioni coerenti con i propri valori e con
quello che si vuole trasmettere per cui è un lavoraccio! Si pensa magari
che Facebook, Instagram diano la possibilità a tutti quanti di interagire
e dire la qualunque, invece è un mestiere codificato importantissimo. E anche lei
mi sento di aggiungere qualunque sia il nostro progetto la costanza è la chiave,
perché non sono piattaforme che ci danno risultati necessariamente nell'immediato,
come magari una volta era, adesso ecco comunque ce lo dobbiamo guadagnare, e
ci vuole costanza costanza e pazienza. Esatto e poi il mio professore di marketing
diceva, è diversa la materia, è importante trasmettere la Unique
Value Proposition se non è corretto il termine mi scuso, però il concetto è il
valore, è il tratto distintivo che ci rende unici e da trasmettere ovunque
come organizzazione no profit, anche sui social, soprattutto sui social network.
Martina il consiglio più spassionato che senti di dare a qualcuno che vuole
intraprendere un percorso simile al tuo, che non hai mai condiviso prima o quasi mai?
Lanciatevi! Buttate il cuore oltre l'ostacolo! Ce la farete. Informatevi bene e
preparatevi, perché bisogna essere sempre di contenuto e poi anche di
comunicazione. Quindi invito tutti a scegliere la propria causa a deve avere
coraggio ed essere preparati. Riesci anche a condividere anche qualche suggerimento
pratico su come una volta che ci lanciamo possiamo riuscire a gestire, in
base a quello che fai tu, tutto questo quindi il nostro lavoro, la nostra
famiglia e la nostra vita personale, le associazioni, magari ne abbiamo anche
più di una come nel tuo caso, come ci riesce? Allora l'organizzazione il
digitale ciò aiuta con tantissimi tull, io vivo solo di Google Calendar perché
altrimenti non mi presenterei agli appuntamenti quindi organizzazione
utilizzare i tour che abbiamo che aiutano e semplificano la vita e darsi
poi delle priorità non si può fare tutto. Io sono un iper attiva
vi dico anche i “multi potential” perché non sto mai ferma e ho tante passioni
per aggiusto darsi delle priorità è non dimenticare mai
e qui mi sgridano ogni tanto che il weekend si stacca e si dedica a se
stessi e alla propria sfera privata, per ricaricare anche per il lavoro e le
attività collaterali le cose più semplice che poi sono quelle che di
solito imprenditrice creative non fanno mai, quello di staccare e ricaricare le batterie
e il suo bene ascolta. Martina, ultima domanda: quale
donna pensi si dovrà intervistare dopo di te?
Allora io sono una grandissima fan di Selene Biffi che è un'italiana,
un'imprenditrice e sociale del settore educazione in Afghanistan e poi
l'associazione mi ha dato la possibilità di conoscere tantissime donne di
successo anche under 35 non dimentichiamoci, a parte Selene è
giovanissima, che ci sono delle donne super in gamba che sono giovani mi sento
anche di consigliare ad esempio un'imprenditrice giovanissima a 27 anni
che ha risollevato l'azienda di famiglia dalle proprie ceneri nel settore
ortofrutta, io la prendo in giro dico che è la
Luisa Spagnoli dell'ortofrutta perché mette dei bigliettini di
incoraggiamento le vitamine di positività nei limoni neritini di limoni
ed è Marianna Palella di Citrus. Bellissimo! Ragazze cercheremo di
portarvele tutte queste donne straordinarie, come peraltro Martina.
Grazie Martina per essere stata con noi oggi. È un piacere Cecilia. Noi Ragazze
come sempre ci vediamo sotto il video, se state guardando il video, o l'audio se
state ascoltando l'audio con i punti salienti della puntata su dvd minuto per
minuto perché non possiate perderti nemmeno un pezzettino. E come sempre ci
vediamo alla prossima. Questo è tutto per la puntata di oggi
spero di averti dato qualche utile spunto che potrai implementare
sin da subito. Se crescere un business in cui credi sul web in modo autentico e
proficuo è parte dei tuoi piani e non sei ancora entrata a Biz-Academy
iscriviti alla lista d'attesa per ricevere lo splendido bonus che ho
preparato per te e per sapere quando riapriranno le porte della nuova
business Academy italiana tutta al femminile, puoi farlo senza impegno o visitando il
sito Biz-academy.it noi come sempre ci sentiamo o vediamo alla
prossima puntata di Impact Girl <3