Come Proteggere i Dati Personali dei Tuoi Clienti, con Isabella De Michelis - YouTube
Gdpr, Data transparency, Privacy, non Privacy..
Ti scoppia la testa!
A meno che non
facciamo un pochino di chiarezza in mezzo a tutta questa confusione. Ed è proprio
l'obiettivo della puntata di Impact Girl di oggi, dove con l'aiuto di una vera e
propria esperta in materia, andremo a scoprire come mai la
protezione dei dati non solo non è qualcosa che danneggia un'azienda ma può
davvero aiutarla a crescere. Un vero e proprio cambio di prospettiva.
Prima di tuffarci nel cuore dei nostri dati ti
ricordo, come sempre, di iscriverti al canale YouTube attivando le notifiche
sulla campanellina che trovi accanto al pulsante Iscriviti
oppure, se stai guardando l'episodio da Biz-academy.it/podcast di
iscriverti via mail per non perderti nemmeno una puntata.
Bando alle ciance cominciamo..
Ciao a tutti e benvenuti ad una nuovissima puntata di Impact Girl,
il podcast italiano dedicato alla crescita professionale tutta al femminile.
Oggi parliamo di trasparenza dei dati dal punto di vista non solo del consumatore
ma soprattutto dell'azienda, quindi di noi come imprenditori e business owners,
e scopriremo perché adempiere a quelle che sono le nuove regole sulla
protezione dei dati non deve per forza penalizzarci ma, al contrario, può far
crescere la nostra attività se riusciamo a capire perché ci sono queste regole e
come funzionano. Quindi faremo chiarezza sul perché innanzitutto le regole sono
cambiate all'apparenza così all'improvviso soprattutto per chi opera nell'Unione Europea,
e soprattutto però perché non devono spaventarci e come quindi possiamo rispettarle e crescere
con loro. Faremo tutto questo in compagnia di Isabella de Michelis. Ciao Isabella!
Grazie per essere qui con noi oggi. Tu porti
un sacco di esperienza con te, sei CEO e
fondatrice dell'High Tech Company Hight Pulse LLS, sei anche CEO di Earnie App, che è un
app la cui mission è quella di renderci consapevoli del valore dei nostri dati per le grandi società
del digital in maniera da imparare a gestire l'utilizzo di questi dati personali da un'unica
interfaccia che appunto quella che Earnie app offre. Parleremo di questo
durante la nostra chiacchierata. Sei anche board member di “Women in leadership”,
per cui fai un sacco di cose e sai un sacco di cose e quindi ti dò subito la palla e
ti chiedo innanzitutto da dove possiamo partire per abbracciare queste nuove regole dalla
GDPR alla Cookie Law, a tutto quello che insomma.. tutta la compagnia bella che le segue e per
non farci prendere dal panico e per capire come invece possono essere utili per la nostra
crescita aziendale. I: Sono felicissima di questa opportunità
e sicuramente tenderei a consigliare tutti quanti a non spaventarsi. In realtà all'arrivo
della GDPR e l'arrivo di altre regole che poi nei prossimi anni dispiegheranno i propri
effetti anche al di fuori del trattamento dei dati personali, perché sappiamo che la
GDPR è per i dati personali, quindi l'econmia digitale
consente in realtà di creare tantissimi dati, non sono tutti personali. L'Europa ha definito
il concetto di dato personale in un modo piuttosto atipico, non l'ha classificato dicendo sono
a b e c. Ha anche detto che quando a e b anche presi in contesti diversi si collegano fra
di loro possono diventare un dato personale. Questa è stata una cosa assolutamente epocale,
unica, diversissima da qualsiasi altra disciplina giuridica nel mondo che guardava i dati personali
e la dobbiamo guardare come una forza. è una forza della nostra economia una forza
del nostro diritto è anche una forza della nostra immagine. Immaginatevi che ci sono
circa 128 paesi oggi, non sono io che lo dico, è il supervisore europeo della protezione
dei dati personali Giovanni Buttarelli che lo ha sostenuto e lo ha presentato nella sua
conferenza annuale che si è tenuta la fine dell'anno scorso.. ci sono pensate 128 paesi
del mondo che hanno copiato la legge europea sulla Privacy e a distanza di pochi mesi,
questo è stato detto da Giovanni Buttarelli a Ottobre, adesso stiamo semplicemente a Marzo,
vi posso dire che gli Stati Uniti, che sono notoriamente il paese che ha fatto partire
Internet, l'innovazione, le più belle applicazioni del mondo che conosciamo vengono da quella
parte del mondo.. la realtà dei fatti che anche lì qualcosa stride. E perchè stride?
Perché in realtà anche se l'Europa ci ha messo dieci anni a tirare fuori le nuove regole,
e le ha fatte in un modo che qualche volta spaventa l'imprenditore, la verità dei fatti
che Internet è diventata una cosa diversa da quella per cui si era fatta nascere Internet.
Era una piattaforma che serviva a determinati use cases, a determinate cose, ha fatto crescere
in diciamo in volata tantissime aziende che hanno cominciato ad acquisire tantissimi dati
ad analizzarli, a processarle, utilizzarli però un pò in assenza di regole. Non c'erano
regole di Privacy, non c'erano regole di protezione
dei consumatori, non c'erano regole di concorrenza, non c'erano regole. La bellezza di Internet
e questa: è stata una crescita in volata esponenziale partita dall'America poi si è
estesa in Europa poi passate in Asia adesso sta pervadendo l'Africa, ma la realtà dei
fatti è che comunque c'è qualche cosina che non andava troppo bene. Quindi gli europei
ci si sono messi a lavorare abbastanza rapidamente ma sono stati lentissimi a riuscire a codificare
qualcosa e la codifica è stata la GDPR. Entrata in vigore nel 2016, diciamo è stata adottata
Bruxelles 2016 entrata in vigore nell'economia reale affinché le aziende si adeguassero
a maggio del 2018, ancora oggi si stenta a capire esattamente quante il livello di compliance
rispetto alla GDPR. Gli Stati Uniti non hanno la GDPR però hanno tantissime società di
Internet che avrebbero assolutamente non solo bisogno di applicarla, perché la GDPR non
si applica solo in Europa, questo bisogna saperlo, la GDPR si applica in tutto il mondo.
Basta avere una operatività economica verso una zona europea, ad un paese, un sito, un
cliente e automaticamente gli effetti giuridici della GDPR si esplicano. Però gli Stati Uniti
non avevano e non hanno ancora una legge equivalente. La cosa che terrei che i lettori tengano presente
quando dicono “Oh mio Dio! Cos'è la GDPR, Oh Mio Dio! Mi cambia tutto il business..
ma se ne potessimo fare a meno sarebbe tanto meglio..” No! Non bisogna vederla in quel
modo perché se anche un mercato così importante, così dinamico, così fiorente come gli Stati
Uniti oggi al congresso americano stanno stabilendo le regole del gioco della privacy anche per
il mercato Americano. Lo stanno facendo in ritardo, lo stanno facendo guardando al modello
europeo, chiedendosi va bene, va male, facciamo uguale, facciamolo diverso.. ma se lo stanno
chiedendo e vuol dire che ce ne era un gran bisogno. Il mondo non si muove in parallelo
in contemporanea se non ci sono dei bisogni condivisi. Quindi anche senza entrare troppo
presto magari lo lasciamo per la seconda parte della chiacchierata su quali sono gli abusi
dei dati che sono diciamo una declinazione particolare del perché c'è la GDPR perché
bisogna evitare che ci siano gli abusi del trattamento dei dati, parliamo prima della
parte più facile che è quella del perché c'è la GDPR. La GDPR è il motivo per cui
le aziende dovrebbero lanciarsi, non ostacolare l'uso delle norme previste in GDPR come una
nuova tecnica di marketing, un nuovo modo di fare brand, di fare image. È proprio il
concetto di oggi io azienda ho una responsabilità. La mia responsabilità è di essere trasparente
e onesto verso i miei clienti. In realtà questa cosa c'è sempre stata nell'economia
reale. Nessuno si sognerebbe di darti un prodotto scaduto perché tu non torneresti a comprarlo.
Nessuno si sognerebbe di venderti un vestito scucito perché tu non torneresti in quel
negozio. Quindi il concetto di fedeltà nella economia
reale è molto ancorato al quanto il cliente si ricorda che tu l'hai trattato bene e non
è soltanto un equità di prezzo è anche che il il valore corrispondeva al prezzo,
cioè il bene che lui ha comprato, il servizio che lui ha comprato corrispondeva alla realtà.
E chiaramente l'utente che entra nel negozio ha la possibilità anche di tornarci perché
si lamenta perché riporta indietro il bene, perchè rifiuta di essere immesso in un meccanismo
nel quale lui non conta niente e quindi cosa fa? Ti scrive. Ti dice che non andava bene,
te lo riporta, se lo fa cambiare, protesta, si fa ridare i soldi. Questa disintermediazione
invece di Internet in cui fondamentalmente dall'altra parte molto spesso non c'è un
interlocutore fisico c'è un chatbot che ti parla e ti dice: “Siamo qui per aiutarti,
dicci qual è il tuo problema. Il mio problema è che io non voglio più tenere tutte le
mie mail date le voglio portare da un altro il chatbot risponde: “Non ho capito la domanda,
me la puoi rifare per favore?” Quindi tendenzialmente l'azienda che ha acquisito dei dati, gli ha
acquisiti relativamente al comportamento del suo consumatore, lo ha profilato, lo ha analizzato,
lo ha scoperto, ha capito come andare incontro alle sue esigenze alle sue cose si dimentica..
in un momento così importante si dimentica di rispettarlo. Perché in quel momento l'utente
gli sta chiedendo: Ma mi spieghi a cosa servono questi dati? Io te li do, ma tu mi spieghi?
E tu mi dai il modo di toglierti? Io non sono più contento. Questo è quello che veramente
la giudice era introdotte ha portato quindi è solo un altro canale di marketing.
C: Isabella, voglio farti una domanda un po' specifica, perché ovviamente io lavoro in
questo contesto quindi diciamo il panico che ho percepito è stato soprattutto da altre
realtà operanti nello stesso contesto che è il contesto della Lead
generation. Quindi queste aziende che funzionano perché fondamentalmente attraverso campagne
di traffico ad esempio a pagamento per cui ci hanno investito ovviamente un quantitativo
insomma di denaro economico, spesso abbastanza abbastanza elevato, consistente, si trovano,
quindi si sono trovate con queste liste di persone che volendo potevano, che prima potevano
contattare in qualunque momento per proporre la qualunque cosa e che improvvisamente anche
qui poi c'è stata una grandissima confusione, nessuno sapeva esattamente cosa si potessero
o si potesse più fare.. però c'è stato questo terrore di comunicare a liste di database
di mail di centinaia di migliaia di indirizzi il fatto di dire:
“Ok vuoi restare o te ne vuoi andare? Per paura che le persone si cancellassero, non
tanto perché non volessero più seguire loro, ma per il fatto che la trovavano un'occasione
per fare un pò le pulizie di primavera. Mi cancello da tutto, ok riparto da zero. Però
io quel contatto io azienda l'avevo acquisito con delle campagne a pagamento e da lì si
è creato un panico pazzesco. I: In realtà questo è un ottimo punto perché
in realtà proprio è proprio quello che succede all'interno di un meccanismo di mercato dove
le regole non erano scritte e il mercato si era auto regolato. In realtà il mercato non
prevedeva che queste liste fossero a pagamento, perché i nomi e cognomi e le email e i telefoni
delle persone non sono in vendita. Una persona ti deve dare il suo nome, ti deve
dare la sua mail, ti deve dare il suo telefono se vuole essere raggiunta.
D'altronde prima della liberalizzazione anche della telefonia c'erano dei tempi in cui c'erano
gli annuari telefonici. Gli annuali telefonici pubblicava in Italia la Sip. Non li pubblicava
chiunque. Non avevano tutti quel nome e quel cognome da poter usare. Perché? Perché fondamentalmente
è estremamente invasivo il modo con cui oggi il marketing è entrato nella vita delle persone.
Dall'altra parte però le aziende è linfa vitale, non possono operare il business se
non hanno quella linfa vitale. Gli intermediari che si sono trovati in mezzo però è anche
vero che per tantissimi anni hanno fondamentalmente creato degli asset di cui loro non erano i
legittimi proprietari. Parliamo in termini estremamente aperti, estremamente sinceri,
guardiamoci in faccia. Sono nati i broker di dati che hanno arraffato dati di nominativi
di persone di telefoni ovunque siano riusciti a farlo e hanno creato queste liste che poi
sono state monetizzate ovviamente in totale assenza di consapevolezza e di coscienza da
parte degli utenti. Allora qual è il discorso di EarnieApp? Perché io ho voluto fare questa
startup? Perché sono arrivata in questo particolare momento storico e non in un altro? Io avevo
un lavoro bellissimo. Facevo la super mega dirigente per un'azienda americana 500 Fortune Company,
gestivo un team di 400 persone abbiamo lanciato il 3G e 4G in tutti i paesi del mondo,
prima di quello avevo lanciato Internet lavorando per Cisco e facendo i router che sono stati
praticamente il modo con cui la gente ha scoperto che oltre al mobile c'era il wifi. Quindi mi
sono sempre trovata in aziende innovative, coraggiose, grandi, potenti, ricche e con
un gran nome per cui si, hanno la vita difficile ma non così tanto. Io ho deciso di uscire
dalle grandi aziende di provare a fare l'esperimento della Start up e di rivolgermi più alle piccole
e alle medie, a quelle che hanno più difficoltà, a vivere con le nuove regole, perché i grandi
in un qualche modo la regola la riescono sempre a cavalcare, anche quando è nuova. Se noi
guardiamo per esempio che cosa ha detto Tim Cook quando alla fine dell'anno scorso c'è
stato il grande, diciamo, la tirata delle somme, dello scandalo di Cambridge analitica di quello
che era successo anche a Google con Google Plus in India, di altri casi, di altre cases
che avevano dimostrato che non tutte le grandi sono tutte luccicanti nel modo in cui
gestiscono i dati, Tim Cook ha detto una cosa piuttosto pesante, piuttosto importante. Ha
detto: “La battaglia è quella di evitare la manipolazione degli utenti,
la battaglia del domani, la battaglia della democrazia è quella di non essere asserviti
alla tecnologia e la Privacy è la regola principale, il pilastro della difesa della
democrazia.” Allora sono grandi parole dette da un amministratore delegato di una grandissima
azienda, cosa avrà mai di diverso Apple dalle altre aziende da potersi permettere di essere
così un grande predicatore e non trovarsi in una situazione di contraddizione quando
poi nel suo business di tutti i giorni anche Apple raccoglie i dati, anche Apple ha bisogno
di prendere il consenso degli utenti, lo prende in tantissimi modi ma lo deve prendere. E
se lo riesce a prendere Apple e lo riesce a prendere Google e forse lo riesce a prendere
anche Facebook, quante altre piccole aziende riusciranno a farlo nello stesso modo o verranno
queste piccole aziende tutte tagliate fuori perché i grandi dominano troppo la gestione
dell'acquisizione dei consensi dei clienti? Quindi io mi sono fatta questa domanda e mi
sono detta questo mondo non mi piace tanto perché è il mondo solo dei grandi. È vero
che io ho lavorato quasi 25 anni della mia vita solo per i grandi per cui in un certo
senso le regole del gioco dei grandi le conosco bene però portare qualcosa anche ai piccoli
che gli risolve un problema che è come mi prendo il consenso dei nuovi utenti? Come
non perdo il diritto avere quelli che avevano il mio crm? Quanto presto posso riuscire a
ricapitalizzare il mio asset di mail e di numeri di telefono senza farmi pizzicare da una multa
del GDPR fatta dall'autorità nazionale ma che comunque conforme a questo regolamento
europeo? Cioè io, piccolo, cosa mi invento visto che io non sono il detentore della pagina
di Google che si apre ogni volta che qualcuno fa una ricerca. Google adesso ti fa dare di
nuovo il consenso per cui loro sono sempre apposto. Amazon la stessa cosa, Facebook la stessa
cosa. Quindi questi grandi attori loro avranno sempre il loro modo di cavalcare la nuova
regola perché hanno l'automazione, hanno il capitale e hanno tanta ingegneria, tanta
tecnologia e tante applicazioni. Il piccolo molto spesso ha un solo applicativo,
forse due, spesso non ha neanche mischiate due applicativi perché non sapeva se era
permesso, non permesso di farlo. Quindi raccoglie dei dati a destra, raccoglie dei dati a sinistra
non riesce a mischiarli perché terrorizzato dalla multa e si chiede come fare. Quindi
noi abbiamo fatto una soluzione molto semplice che parla anche alle aziende piccole. Cioè
noi siamo un front end di raccolta dei consensi. Di fatto qualsiasi fornitore di applicativi
che ha un suo log in con degli utenti può chiamarci e dirci: Sentite ma io posso utilizzare
la vostra applicazione per trovare il modo di richiedere
in maniera pulita, trasparente, revocabile sana, a poco costo quel consenso? La risposta
è sì. Al passaggio cosa succede? Noi vogliamo scombussolare il mercato, noi vogliamo creare
delle nuove opportunità, quindi da una parte aiutiamo i piccoli a prendersi più consensi
e dall'altra ne togliamo un pò a chi ne ha troppi.
C: Ci spieghi da un punto di vista pratico.. io piccola azienda, ho un piccolo sito di
e-commerce ok, partiamo da una situazione probabilmente molto comune, ho
un piccolo sito di e commerce, vi contatto, ho già il mio database, non so come fare.
Sono paralizzato, vi contatto. Cosa succede a quel punto?
I: è molto semplice. Ci contatta e ci chiede se siamo in grado di risolvere questo problema
e noi chiaramente abbiamo bisogno di sapere un attimino come lui è
strutturato e organizzato a livello informatico. Attualmente la nostra azienda ha deciso di
fare una scelta tecnologica che è quella di prima cominciare dalle soluzioni mobile
Log In e dopo di interessarci alle altre soluzioni di Log In, che possono essere web o diciamo
Cookies based, perché in questo momento dobbiamo anche darci delle priorità noi.
Oggi siamo in grado di avere un prodotto che tiene, che funziona, che è reliable
per la soluzione mobile log in. Quindi dobbiamo immaginarci che il sito internet che ci ha
contattato lui ha una sua interazione di mobile commerce fatta con un'applicazione mobile,
per il quale ha un log in verso la sua clientela. E in questo modo noi riusciamo a gestire all'interno
dell'integrazione nel nostro front end di quell'applicazione che il
cliente di commerce ha, un sistema per il quale è incentivante per l'utente di riconfermargli
i propri consensi per fini di profilazione, per fini di advertisement, per fini di commerce
e qualsiasi sia la finalità. Oggi la GDPR dice in una maniera molto esplicita: “L'importante è
che il consenso sia trasparente, revocabile e la finalità
d'uso, cioè il motivo per cui il consenso viene chiesto rispetto al dato che viene chiesto
sia facilmente comprensibile da parte dell'utente. L'utente
non sa tante cose, allora noi cosa abbiamo portato nella nostra applicazione di diverso
rispetto a soltanto fare una cosa che serve alle aziende? Abbiamo deciso di portare uno
strumento per le aziende indiretto cioè un gioco. Dentro la nostra applicazione c'è
un gioco che spiega cos'è importante sapere se sei un utente, del perché devi dire sì
quando certe aziende te lo chiedono e puoi pesare il tuo sì, stabilire se val
la pena, non vale la pena.. però ci siamo inventati un gioco a livelli, questi livelli
sono otto dentro cinque ambienti diversi. Questi cinque ambienti simulano la vita reale
di ciascuno di noi cioè tu all'interno dell'ambiente digitale sei nell'ambiente digitale. All'interno
dell'ambiente indoor sei dentro casa o dentro l'ufficio o dentro l'aeroporto. Sei
nell'ambiente outdoor magari stai correndo al parco perché stai facendo ginnastica..
e all'interno di questi ambienti c'è tutta una serie di attori che sono interessati a
te. Lo sono nel senso di vorrebbero sapere quanto tempo hai corso, se eri stanca dopo che
hai corso, se hai bevuto e mangiato in un posto vicino a dove hai corso, se hai corso
con il telefonino ascoltando la musica o se avevi invece l'orologio con il quale contava
il battito cardiaco.. quindi c'è un mondo di aziende che non è che tu mentre corri
al parco le vedi però allora in realtà solo intorno a te, interessate a sapere qualcosa
di te. Allora noi cosa vogliamo? Che le persone facendo il gioco imparino a capire che i propri
consensi hanno un valore. Li hanno all'interno di un mercato che magari invisibile perché
tu non vedi tutte le aziende intorno a te che sono interessate a quei consensi ma improvvisamente
capisci le dinamiche fra di loro. E quando ricevi l'input di quell'azienda che tramite
noi ti è venuta a chiedere qualcosa, sei più invitato a dire di sì perché hai capito.
Perché lo hai fatto in maniera non soltanto consapevole ma tu hai ritenuto che è più
giusto confermare la tua fiducia, il tuo trust, la tua perdurante fiducia a qualcuno che ti
rispetta e ti tratta bene. E quando dico ti tratta bene chiaramente ogni azienda sa che
cosa significa avere un marketing budget. Da una parte spende i soldi per la pubblicità,
dall'altra le spende in promozioni, dall'altra le spende anche investendo sul cliente offrendogli
gli sconti, offrendogli delle diciamo dei premi, dei voucher di sconto, delle forme
che servono a farlo sentire speciale. E allora noi all'interno della nostra app, che si occupa
un pò anche di gestire il problema dei loyalty program, quando si è una piccola azienda
invece che una mega azienda tipo l'American Express, noi diamo anche la possibilità all'interno
di uno store ad inserire delle premialità per cui gli utenti riescono a essere sollecitati
dopo essere stati educati, imparare a dire di sì quando gli arriva l'input dell'azienda
che è interessata e al passaggio vedere se c'è la propria convenienza. E ci tengo a
dirlo in maniera molto esplicita: questo non significa vendersi i dati. Significa condizionare
il proprio livello di consenso a una forma di valore e di incentivi che l'azienda riconosce
alle persone perché loro ritornano sulla loro applicazione, creano ulteriore valore.
È stato molto complicato, non te lo nascondo, perché fare un'applicazione che da una parte
ti consente di avere una cabina di regia dei tuoi permessi verso le
terze parti, da un'altra ti racconta i misteri di internet, cosa fanno dei miei dati.. chi
è in concorrenza per i miei dati.. ma è veramente il mio consenso e così importante?
Noi ci siamo anche molto divertiti, abbiamo fatto questi quiz che adesso sono 400 domande
ma siamo pronti a farne 4 mila perché abbiamo visto
che i nostri tempi impazziscono! Cioè sono più le persone che giocano al gioco che quelle
che cominciano a gestire i settings, quindi è piuttosto incoraggiante perché la grande
difficoltà di una start up, e ancora di più di una che vuole fare un'applicazione mobile,
è che le persone hanno circa 180-150 app che si sono scaricati sui telefonini e sul Tablet
e sul Desktop. Di queste ne usano 10 tutti i giorni, di queste dieci che usano tutti
i giorni ne usano 3 - 4 quasi 3 - 4 ore al giorno. Quindi l'utente è stanco, l'utente è
ultra sollecitato, l'utente è affaticatissimo, però la spinta del digitale ancora è di fargli
spendere, comprare, ordinare, ingaggiarsi. E le grandi applicazioni che vivono fondamentalmente
di rivendita del tempo di attenzione dell'utente sono quelle che attraggono di più gli utenti.
Però per noi è stato importante scoprire con la nostra base installata, noi abbiamo
lanciato IOS a fine febbraio e Android poche settimane prima,
abbiamo visto che intanto non c'è differenza fra le età.
Ci sono persone di 16, 18, 20, 30, 50, 60, 70 anni che la usano tutti in una maniera uguale.
È molto emozionante perché nel mondo del digitale è difficile riuscire a
fare un app che parla a tutte le età e tutte le lingue.
Abbiamo visto che non ci sono differenze fra il nord e il sud Europa o l'est e l'ovest.
In questo momento siamo presenti essenzialmente in Europa e in pochi altri paesi anglosassoni,
diciamo, al di fuori dell'Europa, sud Africa, Australia, abbiamo gli Stati Uniti poi abbiamo
lanciato anche in Canada, in Messico.. stiamo un pò lavorando per portarla in tutte le
lingue, perché la vogliamo portare in tedesco, in francese, spagnolo, portoghese,
in turco, cinese, russo.. e ci vuole un po' di sforzo. E dall'altro punto di vista stiamo
introducendo moltissimi altri servizi. Voi avrete visto, spero che tu hai
visto, che ci sono in questo momento Google, Facebook, Instagram e Twitter che sono supportate
ma stiamo preparando per il lancio di Netflix, stiamo preparando Linkedin, stiamo preparando
Amazon. Quindi vogliamo che gli utenti personalizzano l'app, questo perché una volta che l'utente
ha personalizzato la sua ErnieApp con i grandi OTT del mondo, in quel momento arrivano le
aziende locali. E le aziende locali incrociano, incontrano e parlano la stessa lingua. Sono
locali, non è soltanto l'italiano...... noi finiremo per fare
degli accordi con le catene di supermercati, faremo gli accordi con le società di Learning
e faremo gli accordi con le società di e-commerce che appartengono alla geografia
del paese nel quale stiamo e insegneremo anche, speriamo, nel senso buono del termine, poi
ognuno vogliamo che sia libero di decidere come vuole i propri settings, le proprie,
i propri, diciamo, desideri di condivisione di dati, però cerchiamo di portare nei nostri
account holders il desiderio di essere meno restii a dare dei dati a delle aziende locali
e di essere un po più gelosi dei propri dati verso le aziende globali.
C: Questo è fantastico soprattutto perché mi piacerebbe tornare e chiudere il cerchio
proprio con un appello alle piccole aziende che possono essere locali,
perché fisicamente rivolti ad una specifica area geografica, oppure semplicemente piccole
e medie aziende che lavorano nel digitale. Penso anche a chi comincia un piccolo sito
dove comincia a pubblicare qualcosa e poi fa una piccola igeneration che magari non
è ancora finalizzata a una vendita ma che può essere l'inizio di qualcosa.
Penso a tutti i freelance, che si sono trovati a gestire una cosa molto più
grande di loro. Un appello per non soltanto andare oltre la paura ma anche con magari
due o tre step che suggerisci di seguire una volta finito questo episodio.
I: Noi saremo assolutamente felici e assolutamente disponibili di dare anche dei seguiti a quest'episodio
sperando che ci siano dei feedback degli utenti che
chiedano maggiormente approfondimenti su quanto è facile. Le tre cose che
raccomandiamo tutti quando guardano la GDPR è di dire: Gli utenti sono il principale
asset delle aziende, vanno coccolati. Oggi c'è un modo semplice per farlo, è intercettare
il loro livello di fiducia che si esprime tramite il consenso. Qualsiasi sia la dimensione
dell'azienda non avere paura di chiederlo il consenso, perché nella fase attuale in
cui stiamo sono talmente poche le aziende che hanno il coraggio di chiederlo che è
un elemento differenziante enorme, è un modo veramente per distinguersi. È un modo per
uscire dal buio, di farsi conoscere io non ho paura io lo chiedo, lo conservo e con il
mio utente glielo richiedo. E non significa fare quelle cose terribili in cui ti sparano
il cookie 55 mila volte sulla pagina e poi ti dicono “Non mi mai dato il consenso,
non ti faccio a leggere la pagina”, che fanno arrabbiare gli utenti, facendoli diventare
dei matti di furia. Non dimentichiamoci, e questo è uno degli elementi che è stato
molto molto fondante all'interno della decisione di fare la startup, le persone tendenzialmente,
gli individui per strada, quelli che prendono il telefonino lo aprono eleggono qualsiasi
cosa gli passa davanti, non sanno che oggi c'è un fenomeno estremamente diffuso nel
mondo che si chiama AD Block, l'AD Block sta seriamente portando danni al mondo dell'economia
digitale perché di fatto consente all'utente di comportarsi in una maniera di free rider.
Cioè l'utente vuole nel vecchio sistema diremmo la botte piena e la moglie ubriaca.. vuoi
il servizio gratuito perché non lo vuoi pagare, però non vuoi neanche il sistema con il quale
si finanzia, che è la pubblicità, è la profilazione quindi in un certo senso un pò
fine a se stesso. Cioè andiamo in un conflitto. Le aziende vanno in conflitto con i consumatori,
se i consumatori diventano così egoisti. Quello che noi però abbiamo anche realizzato
è che effettivamente la pubblicità è diventata anche sgradevole, è stata invasiva, ripetitiva
e noiosa e questo perché gli algoritmi stanno abusando del trattamento dei dati. Quindi
noi, dal nostro punto di vista, riteniamo che ci siano dei validi motivi per far togliere
l'AD Block alle persone, soltanto se le persone capiscono che i loro dati sono importanti,
però a questo punto tanto vale che li diano soltanto a quelli che li rispettano. E quindi
il mio messaggio alle aziende quelle del programmatic, alle aziende quelle che hanno diciamo nel
tempo costruito delle grandi fortune digitali sulla targetizzazione, il retargeting eccetera..
noi dell'industria, noi dell'impresa abbiamo delle grosse responsabilità cioè gli utenti
che si ribellano e installano l'AD Block è un problema per tutti: pagano anche quelli
che non sono colpevoli. Quindi noi portiamo un'applicazione sul mercato che serve anche
a intercettare gli utenti che hanno l'AD block dicendogli: togliti l'AD block che ha un brutto
modo di far sapere che sei scontento, ottieni un interfaccia che ti consente di dire sì
e no a chi tu vuoi. Utilizza questo libero arbitrio automatizzato in maniera più cosciente
e vedrai che ci saranno le aziende che verranno date e ti tratterranno molto bene. E quindi
in questo modo cercare anche di rinfrescare un pochino quello che è il concetto del digital
marketing. C: Bellissimo! Che veramente ha bisogno di
una rinfrescata.. alla grande! Andrebbe messo in lavatrice!
I: Andrebbe poi messo in lavatrice e pulite un sacco di cose! Diciamo che noi la guardiamo
dal punto semplice di partiamo, ripartiamo dagli utenti, ripartiamo dai consumatori,
ripartiamo dai loro meravigliosi dati, ripartiamo dai loro meravigliosi consensi e grazie a
loro possiamo fare un sacco di business, un sacco di cose nuove, in totale compliance
e anche il risk regulatory free perché adesso le autorità della Privacy hanno detto che
le multe aspetteranno a farle, e magari prima si prenderanno le multe molto grandi molto
famosi e molto abusivi. Però è un mondo molto grigio, non lo
lasceranno cadere. Cioè il mio consiglio alle aziende comunque è passata la prima
paura, farsi passare la paura ma non aspettare. Bisogna avere delle soluzioni. Bisogna presentarle,
bisogna testarle, bisogna avere un pò il coraggio di
cambiare. Non avere paura di chiedere i consensi e lavorarseli i consumatori, l'elemento differenziante
sarà veramente chi non ha paura..
C: Come sempre, si potrebbe dire! Grazie mille Isabella, è stata una bellissima chiacchierata.
Io ti ho lasciato parlare perché sei un fiume in piena e perché ero veramente curiosa di
conoscerne di più, di saperne di più su un tema che appunto è una bella zona grigia
e volte anche un bel pò scivolosa. Ti faccio un ultimissima domanda: quale donna pensi
dovrei intervistare dopo di te? I: Ti consiglierei la Elizabeth Warren, candidata
alla Presidenza degli Stati Uniti, prima donna candidata alla presidenza
degli Stati Uniti, che potrebbe anche farcela, donna intelligente e sensibile che ha annunciato
nella sua campagna di voler assolutamente attaccarsi ai grandi monopoli del mondo di
Internet per romperli. Il motivo per cui ti consiglierei di intervistarla è per farle
questa domanda: ma Signora Warren, gli utenti del mondo sono molto felici di questi applicativi,
è sicura che rompendone la struttura e l'organizzazione otteniamo lo stesso effetto che se invece
tutti gli utenti del mondo imparano semplicemente a gestire i Privacy Settings non si ottenga
lo stesso effetto, senza rompere quei monopoli che anche se sono monopoli però funzionano
così meravigliosamente bene? C: Mi piacerebbe molto riuscire a raggiungerla,
non so se mai ce la faremo! Quindi ti chiedo un piano B.
I: Un piano B sicuramente sarebbe interessante incontrare una signora olandese. È piuttosto
nota negli ambienti di Bruxelles, se volete vi posso mettere in contatto con lei, si chiama
Sophie in 't Veld. Sophie è un'appassionata anche lei donna della politica però perché
lavoro al Parlamento Europeo e sono più di dieci anni che ha affiancato tutti i lavori
che sono stati necessari per approvare arrivare alla GDPR e recentemente in un
panel in cui ci siamo trovate insieme, nonostante lei sia considerata una delle massime esperte
del perché abbiamo voluto la GDPR, perché è scritta così, come aiuterà le aziende
europee, perché funzionerà, di fronte alla serie di esempi che io ho portato sul fatto
che la GDPR non copre delle casistiche così importanti, come per esempio l'utilizzo della
voce su internet, i dati che sono prodotti dalle macchine connesse che quindi tutto quell'
ambito industriale rischia di sfuggire in un qualche modo alla valorizzazione del consenso
inteso come persona, come individuo e mi ha guardato e mi ha detto: “Dopo 15 anni di
onorata carriera in questo mondo mi rendo conto che ho ancora tutto da scoprire su internet!”
La bellezza di intervistare delle persone è riuscire a trovarne qualcuna che ti dice
ancora che c'è ancora tutto da scoprire! C: Fantastico grazie mille Isabella è stato
veramente bellissimo sia a conoscerti anche se ancora ad oggi, che è la data di registrazione,
non ci siamo ancora viste di persona ma accadrà presto, ne sono sicura! Grazie mille per essere
stata qui con noi oggi! I: Grazie a voi e spero anche ad altre occasioni
grazie! C: Ragazzi, vi ricordo sempre, come sempre,
che sotto al video o all'audio, a seconda che stiate ascoltando o
guardando questa puntata del podcast, troverete il minutaggio preciso di tutto quello di cui
abbiamo parlato io e Isabella, in maniera tale da scorrere direttamente
a quello che vi interessa o di tornare ai punti che vi interessano di più, anche dopo
aver già ascoltato la puntata! Un abbraccio I: Un saluto!
Questo è tutto per la puntata di oggi, spero di averti dato qualche utile spunto
che potrai implementare sin da subito. Se crescere un business in cui
credi sul web in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi piani e non sei ancora entrata
a Biz Academy, iscriviti alla lista d'attesa per ricevere lo splendido bonus che ho preparato
e per sapere quando riapriranno le porte della nuova business Academy italiana tutta al femminile.
Puoi farlo senza impegno visitando il sito biz-academy.it
Noi come sempre ci sentiamo o vediamo alla prossima puntata Impact Girl ;)