Recensione NEXT GENERATION ITALIA e stato dell'economia
Ma bentornati nella prima puntata dell'anno di Whatsapp Economy Podcast.
Subito dopo l'elenco inizieremo a parlare del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
o meglio conosciuto come Next Generation EU o Recovery Fund e darò alcune mie riflessioni
per quanto riguarda la bozza pubblicata il 12 gennaio.
Successivamente al minuto 12.37 parleremo di crisi di governo e degli impatti sulle
finanze pubbliche.
Al minuto 14.10 parleremo di economia italiana grazie ad un report della Banca d'Italia
e allo Stato dell'economia italiana.
Infine al minuto 21.04 parleremo di cashback di Stato e dei suoi effetti nella sua prima
fase di sperimentazione.
Il 12 gennaio è stato firmato nel Consiglio dei Ministri il Piano per il Next Generation
Italia è stato definito o meglio detto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ora su Instagram mi sono subito affrettato a dire che è ancora nonostante la firma nel
Consiglio dei Ministri un vero e proprio bozza in quanto manca la discussione parlamentare
e poi l'approvazione da parte della Commissione Europea.
Quindi anche se firmato nel Consiglio dei Ministri si può considerare questa una vera
e propria bozza e anche nel documento stesso c'è scritto che questa è una bozza aggiornata
al 12 gennaio 2021 e su Instagram avevo detto che avrei discusso di questi temi una volta
che il piano sarebbe diventato ufficiale.
Solo che tentato dalla voglia di leggerlo e anche da varie recensioni che ho letto online
e delle pressioni di alcuni di voi mi sono messo a leggere questo documento su Twitch
ieri giovedì 14 gennaio e ci ho messo un bel po' di tempo visto che sono 170 pagine
e i problemi non sono pochi.
Arrivati alle 2.30 di notte la sensazione era quella di aver perso del tempo leggendo
questo piano e un po' avevo ragione fin dall'inizio e c'è che probabilmente mi sarei potuto risparmiare
questa cosa e attendere la versione ufficiale e definitiva del Piano Nazionale di Ripresa
e Resilienza da parte dell'Italia.
Ci sono vari problemi all'interno di questo piano e cercherò di elencarli molto brevemente
perché non voglio spendere ulteriore tempo e non voglio farvi spiegare a voi anche ulteriore
tempo in questo argomento.
Il primo problema è un documento lungo 170 pagine.
Io mi aspettavo che ci fosse tanta roba all'interno di queste 170 pagine.
In realtà arrivando fino alla 20.30 pagina si è praticamente letto tutto il documento
perché poi tutta la restante parte del documento è uno stretching di tutti i concetti che si sono detti
in quelle 20.30 pagine e questo diciamo che arrivati alla 50.60 pagina un po' scoccia.
Quindi il documento poteva essere tranquillamente riassunto in al massimo 50 pagine e probabilmente
con qualche scamotage si sarebbe detto molto di più.
Un altro problema è che all'interno del documento non è presente alcuna fonte, alcuno studio,
alcuna riferimento a delle organizzazioni internazionali che hanno studiato determinati
eventi che vogliono combattere con questo Piano Nazionale.
Non è presente nulla di nulla.
La prima fonte che è stata citata all'interno del documento l'ho trovata a pagina 115 su 175.
La prima e probabilmente l'unica.
E tra l'altro anche la modalità di citazione della fonte era sbagliata.
Quindi degli errori che neanche un neolaureato triennale farebbe.
Praticamente davanti a me mi sono trovato un documento di buoni propositi, di lista dei desideri,
di quello che piacerebbe fare l'Italia con i soldi dell'Europa.
E nulla di più e nulla di meno.
E un documento del genere, estremamente discorsivo, senza, allegato per l'appunto, nessuna fonte,
nessuno studio, nessuna analisi quantitativa di determinati eventi, come si combattono,
come si generano all'interno del paese, rende la trattazione estremamente soggettiva e di
difficile interpretazione e valutazione, sia da un punto di vista economico che politico.
E anche lì, durante la lettura, mi sono chiesto come i ministri abbiano fatto a firmare un
documento del genere, visto che è estremamente difficile valutare la bontà di questo documento,
proprio per la sua natura in cui è stato scritto, è estremamente descrittiva e qualitativa
e non analitica e quantitativa.
E qui arriviamo ad un ulteriore problema.
Probabilmente tra sabato e domenica uscirà un estratto di questa live in cui spiego come
funziona il Next Generation EU.
In questo spezzone spiego come, in realtà, la Commissione Europea richiede tutta una
roadmap di tutte le politiche, sia da un punto di vista temporale che quantitativo, e gli
effetti che queste politiche possono avere sull'economia.
Quindi qualcosa di estremamente dettagliato, in modo che possa essere valutato dalla Commissione
Europea per capire se l'utilizzo dei fondi sia stato utilizzato in maniera efficiente
o meno.
Ebbene, tutto ciò all'interno del documento, come vi ho già detto, non è presente.
Tutte le politiche che sono state descritte sono state descritte in modo descrittivo e
senza alcuna interpretazione per quanto riguarda l'impatto economico che queste politiche possono
avere all'economia italiana e quanto, in realtà, queste politiche poi gioveranno alla
futura crescita del Paese.
E questo è un problema enorme che, ovviamente, infigia la valutabilità del documento.
Gli unici numeri presenti all'interno del PNR nella bozza e lo sottolineo del 12 gennaio
sono quelli riassuntivi delle tabelle dei soldi messi a disposizione per ogni politica
e obiettivo politico, che sono in tutto sei, che si danno dal 2021 al 2026.
Quindi praticamente c'è un elenco dei soldi stanziati e a chi probabilmente verranno stanziati,
ma manca tutta la parte di esecuzione del piano, quindi quanto tempo ci metteranno,
che impatto potrebbero avere, determinare con precisione cosa andrà a chi e quando,
eccetera, eccetera.
E ovviamente presentare questo documento alla Commissione Europea comporterebbe un sicuro
successo, cosa che è stata sottolineata anche da alcuni economisti che hanno recensito
questo piano.
Il problema è che, quando ho letto queste cose, non ci volevo credere e sono andato
a vedere se questa assenza di analisi quantitativa era stata un'assenza voluta o c'era un qualche
tipo di dolo o incompetenza.
Ebbene, in realtà cerco di spezzare una lancia a favore del governo, in quanto proprio all'interno
dello stesso documento viene specificato come tutte le analisi quantitative e di impatto
economico sono state volontariamente omesse dalla bozza e verranno presentate al Parlamento
una volta che, per l'appunto, questa bozza verrà discussa dapprima nel Parlamento Italiano
e poi alla Commissione Europea.
E un po' mi ha lasciato un po' perplesso riguardo determinate persone che hanno recensito
questo documento e che si sono strappati i capelli perché questo piano non verrà
mai accettato dalla Commissione Europea.
Ebbene, se si legge il documento si capisce che questa bozza non verrà mai presentata
in realtà alla Commissione Europea.
È per l'appunto una bozza e anche qui, se fosse stata di 50 pagine, sarebbe stata molto
più facile capire che era semplicemente una bozza e che non era sicuramente l'ultimo
passo prima di consegnarlo alla Commissione Europea.
Quindi verrà implementato ulteriori analisi e di certo questa seconda bozza in realtà
è di difficile interpretazione perché manca tutto l'aspetto quantitativo e di conseguenza
capire se determinate politiche possono o meno avere un impatto economico positivo per
l'economia è estremamente difficile se non impossibile.
Anzi, già costruire un'analisi di impatto è estremamente difficile perché comporta
tutta una serie di presupposti e implicazioni che, visto lo scenario estremamente incerto
dovuto alla pandemia, sono anch'essi molto spesso soggettivi.
Quindi se già è difficile interpretazione un documento con un'analisi quantitativa,
lo è estremamente e ancora di più un documento senza un'analisi quantitativa.
Tra l'altro, un ultimo ragionamento e questo si collega non solo al Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza, ma anche per quanto riguarda la legge di bilancio che abbiamo
brevemente visto nella live di ieri su Twitch, il fatto che si possono scrivere i documenti
e le leggi più belle del mondo, ma se poi non c'è un'effettiva implementazione corretta
ed efficace da parte dello Stato e delle amministrazioni pubbliche, beh, queste leggi e questi piani
potrebbero arrivare tranquillamente al fallimento.
Lo sottoliniano le più importanti istituzioni, tra cui ad esempio l'Oxford di cui abbiamo
già parlato in una precedente puntata del podcast, sul fatto che è fondamentale essere
il più efficienti possibile e cercare di calcolare gli impatti economici ex ante di
determinate politiche estremamente complesse, e anzi si farebbe meglio a calcolarle in itinere
man mano che si procede col tempo.
Ovviamente sempre basando le proprie decisioni su più studi scientifici possibili e con
cognizione di causa.
Vista la centralità dello Stato per implementare tutte queste politiche economiche, l'Ox ha
fornito 13 raccomandazioni per quanto riguarda lo Stato in modo da renderlo il più efficiente
possibile e avere un impatto sempre maggiore per quanto riguarda queste politiche.
La prima è dimostrare l'impegno ai massimi livelli politici e gestionali del settore
pubblico e rafforzare l'integrità pubblica e ridurre la corruzione.
La seconda, chiarire la responsabilità istituzionali in tutto il settore pubblico per rafforzare
l'efficacia del sistema di integrità pubblica.
La terza, sviluppare un approccio strategico per il settore pubblico basato su evidenza
concrete e volto a mitigare i rischi di integrità pubblica.
Il quarto è impostare elevati standard di condotta per i funzionari pubblici.
La quinta, promuovere una cultura di integrità pubblica per l'intera società, collaborando
con il settore privato, la società civile e i singoli individui.
La sesta raccomandazione dell'Ox è investire in una leadership etica per dimostrare l'impegno
delle organizzazioni del settore pubblico nei confronti dell'integrità.
La settima, promuovere un settore pubblico professionale e fondato sul merito, votato
ai valori del servizio pubblico e del buon governo.
La nonna, sostenere all'interno del settore pubblico una cultura organizzativa aperta,
che sappia rispondere a problematiche di integrità.
L'ottava, fornire sufficienti conoscenze, formazione, orientamenti e pareri tempestivi
ai funzionari pubblici per l'attuazione delle norme di integrità pubblica sul luogo del
lavoro.
La decima è applicare un sistema di controllo interno di gestione dei rischi per salvaguardare
l'integrità delle organizzazioni del settore pubblico.
L'undicesima, assicurare che i meccanismi di regolazione forniscano risposte adeguate
a tutte le presunte violazioni degli standard di integrità pubblica, da parte dei funzionari
pubblici e di tutte le altre persone coinvolte nelle violazioni.
La dodicesima, rafforzare il ruolo delle supervisioni e del controllo esterni nell'ambito del sistema
di integrità pubblica.
La tredicesima, incoraggiare la trasparenza e il coinvolgimento delle parti interessate,
in tutte le fasi del processo politico e del ciclo regolamentare.
Per promuovere la responsabilità e l'interesse pubblico.
Tutte queste raccomandazioni, secondo l'Ox, dovrebbero portare una maggiore integrità
negli appalti pubblici, un accountability, un controllo e una supervisione dei pacchetti
di stimolo economico e di conseguenza anche una diminuzione del rischio di corruzioni
nelle organizzazioni pubbliche.
Tutto ciò dovrebbe comportare delle politiche economiche che, come abbiamo visto, diventano
centrali per la ripresa delle economie europee e non.
E quindi è importante che l'amministrazione pubblica risulta il più possibile efficace
e anche non soggetta a corruzione, visto gli ingenti importi di soldi disponibili dallo
Stato e che potrebbero essere sprecati.
E così siamo davanti ad una nuova crisi di governo.
Ora, per i nuovi di questo canale, probabilmente si aspetteranno un'analisi politica di quello
che sta succedendo.
Ebbene, questo non è territorio di Whatsapp Economy, noi cerchiamo di rimanere il più
possibile nell'ambito economico.
E quindi, parlando di crisi di governo, in realtà la cosa interessante è che ieri è
stata emessa una nuova asta di titoli obbligazionari da parte dello Stato, dei titoli di Stato.
Ebbene, a causa della crisi di governo, questa crisi di governo ha fatto alzare, non a livelli
allarmanti, lo spread e anche i tassi di interesse per quanto riguarda i titoli di
Stato italiani.
E sfortuna ha voluto che una delle emissioni, che non avvengono tutti i giorni, ma a determinate
giorni del mese e dell'anno, e ne ho parlato anche in un vecchio video, magari vi lascio
il link in descrizione, ebbene, purtroppo abbiamo avuto la sfortuna di avere un'emissione
di titoli di Stato proprio nel momento della crisi di governo.
E per questo, secondo il ministro dell'economia Roberto Gualtieri, ha fatto aumentare i costi
di finanziamento del debito pubblico di 8 milioni di euro rispetto a quello che ci si
aspettava prima della crisi di governo.
Sicuramente una cifra che non fa allarmare, come ad esempio i periodi del 2012 o del 2018,
però è interessante anche sottolineare questa cosa qui.
Come sta messa l'economia italiana ultimamente?
Ce lo dice la Banca d'Italia con il suo bollettino economico.
Ora vi leggerò il riassunto fatto proprio dalla Banca d'Italia.
Sulla ripresa pesa la nuova ondata pandemica, ma sono iniziate le vaccinazioni.
La recrudescenza dei contagi dall'autunno ha indotto un rallentamento dell'attività
globale alla fine del 2020, soprattutto nei paesi avanzati.
L'avvio delle campagne di vaccinazione si riflette favorevolmente sulle prospettive
per il medio termine, ma i tempi e l'intensità del recupero restano incerti.
Il Consiglio Direttivo della BCE continuerà a sostenere l'economia.
Nell'area dell'euro, gli effetti della pandemia sull'attività economica e sui prezzi si
prefigurano più protratti di quanto precedentemente ipotizzato.
Il Consiglio Direttivo della BCE ha ampliato e prolungato lo stimolo monetario per assicurare
condizioni di finanziamento favorevoli a tutti i settori per tutto il tempo che sarà richiesto
a garantire il pieno sostegno dell'economia e dell'inflazione.
È pronto a ricalibrare anche i suoi strumenti se sarà necessario.
In Italia, ha un forte recupero del PIL e seguito una sua flessione a fine 2020.
In Italia, la crescita superiore alle attese nel terzo trimestre ha evidenziato una forte
capacità di ripresa dell'economia.
La seconda ondata pandemica, come negli altri paesi dell'area, ha tuttavia determinato una
nuova contrazione del prodotto nel quarto trimestre.
Sulla base degli indicatori disponibili, tale flessione è attualmente nell'ordine del
meno 3,5%, anche se l'incertezza attorno a questa stima è molto elevata.
Ricordiamo come nel terzo trimestre in realtà la crescita dell'economia era stata pari a
16% all'incirca.
Il calo dell'attività è stato pronunciato nei servizi e marginale nella manifattura.
Nelle nostre indagini, la valutazione delle imprese sono divenute meno favorevoli,
ma restano lontane dal pessimismo raggiunto nella prima metà dello scorso anno.
Le aziende intendono espandere i propri piani di investimento per il 2021.
Secondo le famiglie intervistate dalla Banca d'Italia, sono i tumori di contagio,
più che le misure restrittive, a frenare ancora i consumi di servizi.
Nel terzo trimestre del 2020, il recupero delle esportazioni italiane di beni e servizi è
stato molto significativo, ben superiore a quello registrato dal commercio mondiale.
In autunno è proseguito, ma con meno vigore.
Negli ultimi mesi dello scorso anno sono ripresi gli afflussi di capitali e gli acquisti di titoli
pubblici italiani da parte di non residenti.
Il saldo della Banca d'Italia su Target2 è migliorato.
Grazie al protatto surplus di conto corrente, la posizione netta sull'estero è divenuta
lievemente positiva dopo 30 anni di saldi negativi.
Nel trimestre estivo, con la riapertura delle attività sospese in primavera,
sono fortemente aumentate le ore lavorate e si è ridotto il ricorso agli strumenti di integrazione salariale.
Anche il numero di posizioni di lavoro alle dipendenze è tornato a crescere.
Gli ultimi dati disponibili indicano tuttavia un nuovo incremento dell'utilizzo della cassa
integrazione guadagni, a partire ad ottobre, seppure su livelli molto inferiori a quelli
raggiunti durante la prima ondata dei contagi.
In novembre, il recupero del numero di nuove posizioni lavorativi si è sessualmente interrotto.
evidenziando un divario rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in particolare per i giovani e le donne.
La variazione dei prezzi al consumo è rimasta negativa, rispecchiando l'andamento dei prezzi
nei settori dei servizi più colpiti dalla crisi, la cui dinamica continua a risentire
della debolezza della domanda.
Le aspettative di inflazione degli analisti e delle imprese prefigurano ancora valori
molto contenuti nei prossimi 12 mesi.
Sui mercati finanziari si è diffuso un maggiore ottimismo.
Gli annunci infatti sulla disponibilità dei vaccini, l'ulteriore sostegno monetario e
di bilancio e il risolversi dell'incertezza legata alle elezioni presidenziali negli Stati
Uniti hanno rafforzato l'ottimismo degli operatori sui mercati finanziari all'estero e in Italia.
Il differenziale di rendimento tra i titoli pubblici italiani e tedeschi, lo spread, sulla
scadenza decennale, permane su livelli inferiori a quelli osservati prima dell'emergenza sanitaria.
I mercati finanziari restano tuttavia sensibili agli sviluppi della pandemia.
Le banche italiane hanno continuato a soddisfare le domande di fondi da parte delle imprese.
Le condizioni di offerta si sono mantenute nel complesso distese, grazie al perdurare
del sostegno proveniente dalle politiche monetarie e delle garanzie pubbliche.
Il costo dell'approvvista obbligazione delle banche si è ulteriormente ridotto e i tassi
sui prestiti a imprese e famiglie sono rimasti su livelli contenuti.
Secondo la Banca d'Italia il PIL tornerebbe a crescere in misura significativa dalla primavera,
con un'espansione attualmente valutabile nel 3,5% in media quest'anno, nel 3,8% il prossimo
e nel 2,3% nel 2023, quando si recupererebbero ai livelli precedenti la crisi pandemica.
Gli investimenti riprenderebbero a crescere a ritmi sostenuti, beneficiando delle misure
di stimolo, e sarebbere considerevole la ripresa delle esportazioni.
Quella dei consumi sarebbe invece più graduale, con un riassorribimento solo parziale della
maggiore propensione al risparmio servata dall'insorgere dell'epidemia.
L'inflazione ribaderebbe bassa anche nel corso di quest'anno, per poi salire solo gradualmente
nel biegno 2022-2023.
La stima di crescita per l'anno in corso risente in misura significativa dell'effetto sfavorevole
di trascinamento della flessione del prodotto prefigurata per la parte finale del 2020.
La dinamica dell'attività, rispetto a quanto previsto nel bollettino economico dello scorso
luglio, è invece più robusta a partire dal secondo trimestre, e significativamente
più forte nel 2022, grazie allo stimolo delle misure di sostegno tra cui la legge di bilancio
e il Next Generation EU.
La possibilità di conseguire questi ritmi di incremento del prodotto presuppone che
si manifestino appieno gli effetti espansivi degli interventi, ancora in corso di definizione
previsti nell'ambito della Next Generation EU.
Che le misure di sostegno evitano che il maggiore indebitamento delle imprese abbia ripercussioni
negativi sulla stabilità finanziaria e che non torino a peggiorare i timori sull'evoluzione
dell'epidemia.
La crescita potrebbe, per contro, essere più elevata nell'ipotesi di un più rapido progresso
nel controllo dei contagi.
Questo è un po' il riassunto fatto dalla Banca d'Italia per quanto riguarda l'economia
nell'ultimo trimestre del 2020 e anche un po' di prospettive riguardo i futuri anni.
Ovviamente queste analisi sono abbastanza ottimistiche, e cioè come abbiamo sentito
più che altro, prevedono che tutti gli sforzi da parte dello Stato per implementare sia
la legge di bilancio che il Next Generation EU siano degli interventi fatti con efficienza
ed efficacia e che quindi possono avere un elevato impatto per l'economia italiana.
Staremo a vedere se sarà così.
Come è andata a finire con il cashback di Natale?
Questo argomento l'avevo trattato nella prima puntata del podcast di Whatsapp Economy, quindi
vi consiglio di andare a recuperarlo se volete sapere in generale di cosa stiamo parlando.
Questa era una prima fase di sperimentazione che ha iniziato l'8 dicembre ed è finita
il 31 dicembre, dopo iniziare la fase ufficiale dal 1 gennaio.
Ebbene, in questa fase sperimentale sono stati 5,8 milioni i cittadini che si sono iscritti
al programma.
Però di questi 5,8 milioni sono solo 3,2 milioni le persone che hanno raggiunto la
soglia delle 10 transazioni, soglia minima per poter usufruire del cashback.
All'inizio del periodo di sperimentazione si temeva che i fondi stanziati non sarebbero
bastati per tutti e di conseguenza quelli che avrebbero usufruito del cashback si sarebbero
dovuti spartire tutti i fondi che aveva stanziato lo Stato.
Ebbene, tutto ciò non è successo.
Infatti, su 227,9 milioni di fondi stanziati per questa misura nel periodo sperimentale
sono stati 222 milioni i rimborsi.
Quindi diciamo che ci è mancato poco, però alla fine i fondi sono bastati.
Solo il 3,1% dei beneficiari ha raggiunto il rimborso massimo di 150€.
Mentre quasi il 50% otterrà un rimborso tra i 50 e i 99€.
Il 32% avrà meno di 50€.
Mentre il 14% di tutti i beneficiari otterrà tra i 100 e i 149€.
Fondi di governo intervistate dal Sole24ore si sono dichiarate soddisfatte dai risultati
raggiunti e addirittura sono stati superiori rispetto alle aspettative.
Aspettative che in realtà, a meno da quanto io sappia, non sono state comunicate al pubblico
prima della partenza di questa riforma.
E quindi ad oggi non sappiamo quanto in realtà stia avendo un effetto benefico o meno questa
politica per quanto riguarda i pagamenti digitali.
Dal 1° gennaio ci saranno nuove regole.
Infatti non ci sarà più un mese per poter raggiungere i 10 pagamenti, ma ci saranno
6 mesi.
I pagamenti minimi per accedere al cashback non saranno più di 10, ma di 50.
L'unica cosa che non cambierà sarà il rimborso, che sarà uguale a 150€ ogni semestre.
Quindi al massimo potremo ottenere 300€ all'anno.
Inoltre dal 1° gennaio ci sarà il cosiddetto super cashback che premierà i 100.000 persone
che utilizzeranno di più i metodi di pagamento digitali con 1.500€ a semestre.
Inoltre da febbraio dovrebbe partire anche la lotteria degli scontrini, che è un'ulteriore
politica ideata dal governo per cercare di diminuire l'evasione fiscale.
Chissà se ce la faranno i nostri eroi a raggiungere questi obiettivi di politica economica tramite
queste misure.
Sta di certo che Whatsapp Economy ci sarà e monitorerà il tutto in maniera il più possibile
corretta.
Detto ciò, spero che questa puntata sia stata di vostro gradimento.
Io vi saluto e ci vediamo alla prossima puntata di Whatsapp Economy Podcast venerdì prossimo.
Buona serata e buon weekend!
Sottotitoli e revisione a cura di QTSS