Capitolo 33
27 febbraio.
L'orizzonte si rannuvola. Oggi il babbo mi ha fatto una predica di un'ora, dicendomene di tutti i colori e terminando colla solita conclusione: che io sono destinato a esser la rovina della famiglia. E tutto questo perché, a quanto pare, l'avvocato Maralli gli ha detto che era stato diseredato dal suo zio per colpa mia. Ma, anche se questo fosse vero, dico io, è giusta mi si debbano dare ora le sgridate per una colpa passata, della quale ho già scontata la pena in Collegio? Sempre così! Sempre ingiustizie e prepotenze! Io sono stato a sentire sempre zitto; e dopo la predica sono uscito con una scusa e sono andato al negozio Balestra, dove ho mangiato dodici paste tutte svariate per rifarmi la bocca. Uscendo ho incontrato Gigino Balestra al quale ho raccontato della sgridata avuta ed egli mi ha detto tutto meravigliato: - Ma se l'avvocato Maralli, anzi, dice che è stato lui che ha consigliato suo zio a lasciar tutto ai poveri!... - Come! - Vieni con me a casa mia e vedrai. - Siamo andati infatti a casa sua e lì Gigino mi ha fatto vedere l'ultimo numero del Sole dell'avvenire dove è un articolo intitolato: Il nostro candidato contro il privilegio dell'eredità. Ricopio qui il principio dell'articolo dal giornale che mi ha regalato Gigino, perché è bene che in queste pagine di un giornale scritto da un bambino si veda con quale sincerità sieno scritti i giornali dei grandi: A costo di parere indiscreti al nostro egregio amico avvocato Maralli, e sicurissimi delle proteste che gli inspirerà la sua naturale modestia, noi non possiamo assolutamente tacere di un nobilissimo fatto che torna a suo onore e che è prova novella della coerenza che egli segue sempre in tutti gli atti della vita verso i suoi principii. Il nostro candidato, dunque, con la generosità che è una delle prime virtù dell'animo suo, aveva ospitato un suo zio molto malato e molto ricco, straordinariamente ricco, del quale egli sarebbe stato il naturale erede... se il nostro valoroso compagno non fosse fedele seguace dei nostri principî contro ogni privilegio capitalistico, primo dei quali il diritto di eredità. Egli dunque, in ossequio al programma del nostro partito, non solo nulla fece di quel che avrebbe fatto qualunque borghese per persuadere il ricco zio a farlo erede del lauto patrimonio, ma con la predicazione sincera delle proprie idee lo convinse a nominare eredi i poveri della città, i quali oggi appunto in cui avverrà la distribuzione del làscito al nostro Municipio, avranno un aiuto alla loro grama esistenza.
E qui l'articolo era tutto un attacco contro il candidato avversario che era chiamato egoista, sfruttatore ecc., mentre si esaltava il disinteresse del mio cognato. Io, quando ho letto quest'articolo, sono cascato dalle nuvole, poiché ben sapevo com'erano andate le cose riguardo all'eredità del povero signor Venanzio. E sapendo che il giornale era fatto dal babbo di Gigino gli ho detto: - Ma come! Ma qui il tuo babbo ha sbagliato!... Quando lo vedrà il Maralli, quest'articolo, starete freschi!... - Che dici? Ma il Maralli l'ha visto e come! - L'ha visto? - Non solo l'ha visto, ma prima hanno discusso a lungo, lui e il babbo, se conveniva di farlo, e da ultimo hanno deciso di sì, perché, come ha detto il Maralli, il suo zio nel testamento stesso dichiara che lascia eredi i poveri in ossequio alle idee del nipote e sebbene abbia scritto questo per canzonarlo, da chi non conosce come stanno le cose può essere preso benissimo sul serio. "Almeno," ha detto il tuo cognato "avrò avuto un utile morale!...". - Sicché ha approvato tutto? - Ha approvato? Altro che! Anzi, il principio dell'articolo lo ha scritto il Maralli stesso... - Io sono rimasto di stucco: ma Gigino Balestra, che è più infarinato di me di cose elettorali, mi ha detto: - Ti fa meraviglia? Non è nulla ancora! Ora, vedi, incomincia la polemica con l'Unione Nazionale e sentissi che cosa non si dicono!... Ma il babbo, mentre gliene scrive di quelle da levare il pelo, ci ride e ci si diverte... Se il mio babbo non facesse il pasticciere, sarebbe un giornalista di prim'ordine, lo dicono tutti: ma lui dice gli rendono più i pasticcini con la crema che quelli scritti! - E come anderà a finire l'elezione? - Eh! Il Maralli ha tutte le probabilità di riuscire perché c'è l'Unione dei partiti popolari... - Meno male! - Bisogna che dica la verità; io avrei piacere che il mio cognato fosse eletto deputato. Perché? Non lo so neppur io precisamente; ma mi pare che avere un deputato in famiglia sia una cosa utile e da averci delle soddisfazioni, e ho in idea che se il Maralli riuscisse, mi perdonerebbe; e allora mi piacerebbe molto d'andar con lui nei comizi elettorali dove tutti urlano, anche i ragazzi, senza che nessuno li sgridi... - Anzi, - mi ha detto Gigino - più che si urla e più ci hanno piacere. Se vuoi venire domenica si va a Collinella dove c'è una gran fabbrica con di molti operai e lì il babbo vuole che si gridi: Evviva la lega! - Ci anderei volentieri, ma non so se il babbo mi ci manderà... Vedremo.
1° Marzo.
Queste elezioni incominciano a interessarmi davvero. Ieri, mentre ero fuori, ho sentito urlare il giornale dei moderati: - Legghino, Signori, l'Unione Nazionale, con la vera storia dell'eredità del candidato socialista! - Io l'ho comperato subito e ho letto il primo articolo nel quale si rispondeva punto per punto all'articolo del Sole dell'avvenire che mi aveva fatto vedere l'altro giorno Gigino Balestra. Si vorrebbe dal nostro avversario trarre vantaggio da una meritata punizione (così diceva l'Unione) e non possiamo negare che egli dimostri in questo suo strattagemma elettorale un cervello assai sottile e una faccia molto tosta.. E seguitava a raccontar la storia del povero signor Venanzio che non divideva affatto le idee dell'avvocato Maralli e che anzi per queste idee del nipote in perfetta opposizione con le sue si decise a diseredarlo, lasciando il vistoso patrimonio ai poveri della città. E di questo (seguitava a dire l'Unione) il nostro avversario che vorrebbe ora apparire un eroe del disinteresse e un martire dell'altruismo, ebbe tutt'altro che piacere, e anzi provò tanto dolore e tanta rabbia che licenziò su due piedi la propria domestica Cesira Degli Innocenti, magari dopo averla coperta d'improperi perché tra i legati del defunto Venanzio Maralli ve n'era uno di diecimila lire in favore di lei. Bisogna convenire che questa era la verità; e io non potevo comprendere come mai il mio cognato, che pure era così furbo, avesse potuto dare appiglio ai suoi avversari di dirgli delle cose cosi scottanti mentre era facile prevedere che essi sarebbero stati informati esattamente di tutta la faccenda, pensando che l'incaricato di distribuire ai poveri l'eredità del signor Venanzio era stato proprio il sindaco cioè uno dei capi del partito conservatore e che era stato presente alla lettura del testamento quando l'avvocato Maralli aveva fatto quella famosa scenata che ho detto prima. Ma si vede che nelle lotte elettorali le bugie sono all'ordine del giorno in tutti i partiti, perché anche l'Unione Nazionale ne dice parecchie, e una poi è così sfacciata che non la posso mandar giù. In seconda pagina, infatti, c'è un articoletto intitolato: I nemici della religione, che ricopio qui tal quale: Si dice che questa volta, come al solito, gli elettori cattolici si asterranno dal dare il voto. Ora noi non sapremmo concepire, nella lotta attuale, questa astensione la quale verrebbe direttamente a favorire, contro un candidato ossequiente a tutti gli articoli del nostro Statuto e prima che agli altri al primo, il trionfo di un candidato socialista che si vanta nemico di tutte le istituzioni che sono i cardini d'ogni civile società e rinnega la religione dello Stato in ogni modo, con le parole e con le opere. E qui il giornale seguitava per una colonna a trattare il Maralli di miscredente, mentre io mi ricordo benissimo (e ho registrato il fatto proprio qui nel mio caro giornalino) che mio cognato quando sposò mia sorella andò in chiesa perché altrimenti il babbo e la mamma non avrebbero mai acconsentito al matrimonio. Come si fa, domando io, a inventare tante calunnie? Queste menzogne del giornale conservatore mi hanno talmente indignato che da ieri sto pensando se non sia il caso di andare alla Direzione per far rimettere le cose a posto. Mi pare che questo sarebbe prima di tutto il mio dovere perché si deve sempre far risaltare la verità, e poi sarebbe anche una buona occasione per rendere un servizio al mio cognato dopo che, sia pure senza volerlo, gli ho fatto perdere l'eredità di suo zio sulla quale egli faceva tanto assegnamento. Voglio andar subito a trovare il mio amico Gigino Balestra che s'intende molto di questioni elettorali per sentire il suo parere. 2 marzo.
Oggi sono stato da Gigino Balestra al quale ho confidato il mio progetto. Egli ci ha pensato un po' sopra e poi mi ha detto: - È una buona idea! Ci andremo insieme. - Infatti siamo rimasti d'accordo che domattina alle undici andremo alla Direzione dell'Unione Nazionale e porteremo una rettifica (dice Gigino che si chiama così) all'articolo intitolato: I nemici della religione. Questa rettifica l'abbiamo combinata insieme, e ora, prima di andare a letto, l'ho ricopiata perbene in certi fogli di carta che mi ha dato Gigino e nei quali mi ha raccomandato di scrivere da una parte sola perché dice che quando si scrive per la stampa si deve far cosi. Ed ecco la rettifica che ricopio tal quale:
Onorevole Direzione, Leggendo l'articolo del numero scorso del suo pregiato giornale il quale è intitolato "I nemici della religione" mi credo in dovere di fare osservare alla S. V. che non è esatto quel che si afferma nel detto articolo dove è scritto che l'avvocato Maralli mio cognato è miscredente, mentre posso garantire che questo è assolutamente falso avendo assistito io in persona al suo matrimonio che fu celebrato nella chiesa di San Sebastiano a Montaguzzo dove si comportò molto divotamente dando prova di essere un buon cristiano al pari di chiunque. GIANNINO STOPPANI.
È la prima volta che scrivo un articolo di un giornale e non mi par vero di arrivare a domani. Stamani mi sono alzato ho fatto il riscontro di cassa e vi ho trovato la somma di lire italiane settecentododici e centesimi trentacinque. Quando sono sceso per la colazione ho trovato il babbo di un umore insopportabile, perché dice che io non studio, che io non penso che a divertirmi e altre simili ripetizioni che non so capire come non gli venga a noia a ritirarle fuori cosi spesso senza neanche cambiarci una sillaba, senza trovarci neppure un'intonazione di voce diversa. Basta. Io sono stato a sentirlo con rassegnazione fino alla fine pensando alla rettifica che devo portare all'Unione Nazionale. Come mi accoglieranno? Uhm! In ogni modo bisogna ristabilire la verità, come ha detto Gigino Balestra, e io lo farò ad ogni costo.
Siamo stati, come avevamo stabilito, con Gigino Balestra alla Direzione del giornale l'Unione Nazionale, e sono proprio soddisfatto di avere avuto un'idea così felice... Da principio quando ci siamo presentati in ufficio, vedendo due ragazzi non ci volevano far passare nella Direzione e uno ci ha detto: - Ragazzi, qui non si ha tempo da perdere!... - Il bello è che lui stava lì a sedere dinanzi a un tavolino senza far nulla! - Ma noi veniamo per una rettifica! - ha detto subito Gigino Balestra dandosi una certa aria. - Una rettifica? Che rettifica? - Allora sono intervenuto io e ho detto: - Siccome nell'Unione Nazionale è stato stampato che l'avvocato Maralli non è cristiano, io che sono il suo cognato posso giurare che non è vero perché l'ho visto io con questi occhi quando ha sposato mia sorella che stava inginocchiato nella chiesa di San Sebastiano a Montaguzzo. - Come, come? Lei è cognato dell'avvocato Maralli? Ah! Aspetti un poco... - E quel giovanotto è andato in un'altra stanza da dove è uscito poco dopo dicendomi: - Si accomodino! - E cosi siamo entrati proprio dal direttore che è un uomo con una testa pulita pulita, e anzi è la sola cosa pulita che abbia perché ha un vestito che pare tessuto col sudiciume, e una cravatta nera tutta unta nel cui centro brillava uno schizzo di tuorlo d'uovo in modo che pareva proprio che ce lo avesse messo lì apposta per far finta d'averci uno spillo d'oro. Però è stato molto gentile e quando ha letto la mia rettifica, dopo aver riflettuto un poco ha detto: - Benissimo! La verità innanzi tutto... Ma ci vorrebbero delle prove... dei documenti... - Io allora gli ho raccontato che tutto il fatto com'era andato era descritto qui nel mio giornalino, in quelle pagine che fortunatamente avevo potuto salvare dal caminetto quando il mio cognato aveva tentato di distruggerle... - Ah! aveva tentato di distruggerle, eh? - Sicuro! Ma vede la combinazione, eh? Se io non le avessi riprese a tempo ora sarebbe peggio per lui perché non potrei dimostrare la verità di quel che io dico... - Eh già... sicuro... - Infatti il direttore dell'Unione Nazionale, ha detto che gli era necessario di vedere questo mio giornalino con la mia firma, e ho fissato di portarglielo stasera stessa, mentre egli da parte sua si è impegnato di pubblicare nel prossimo numero non solo la mia rettifica, ma anche se ci sarà bisogno la descrizione del matrimonio religioso di mio cognato... Chi sa che piacere avrà il Maralli quando leggerà l'articolo nel giornale avverso dove gli renderanno giustizia, e quando saprà che io sono stato la causa di tutto. Mi figuro già di vedermelo venire incontro con le braccia aperte a rifar la pace, e allora si metterà una pietra sul passato e l'innocenza trionferà contro le calunnie... E ora, caro giornalino mio, ti chiudo e mi accingo a separarmi da te per qualche giorno, ma sono contento perché tu mi aiuti a compiere una buona azione e a far rifulgere la verità contro tutte queste invenzioni tendenziose - come le chiama il mio amico Gigino Balestra! GIANNINO STOPPANI.