ITA True Crime - Lei è Solo Mia - Omicidio Andrea Giacomelli
NOTIZIA: questa puntata era molto difficile a causa del dialetto, se capisci meglio di me, fammelo sapere!
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Castelnuovo Magra, la spezia, giovedì 30 dicembre 2010. Ore 6.15 del mattino. Nel parcheggio di via Palvotrisia c'è una fiat palio grigia con le gomme bucate. C'è anche il suo proprietario Andrea Giacomelli, 38 anni, barista. È a terra, morto. Ammazzato.
I primi raccoglie sono stati i militi della locale pubblica assistenza, e una nei militi sceso ambulanza che il dato è Giacco.
Per che cosa ci è successo, un incidente. Gli hanno sparato alle gambe, al tronco e alla testa. A terra si trovano sette bossoli e la cinghia di un borsello. È successo poco prima delle 6, nessuno ha visto, tutti hanno sentito. La sensazione, da parte mia, la parte di tanti, era, svegliamoci da questo brutto sogno, perché è una cosa che attesta un uomo, non può accadere. Scene di quel tipo lì, le vedevamo in televisione.
Un omicidio. Un mistero. Una sola certezza. Una vittima incontra il suo assassino. Quando lei indagini brancolano nel buio, c'è una sola cosa da fare: tornare indietro. Ricostruire attimo per attimo le ultime ore di un'abilità che finirà. Le sue ultime 24 ore per morire.
Quella mattina li del 30 dicembre, io mi ero alzato presto. Ricevo la telefonata del maresciallo pampana. [incomprehensible].
In quel momenti li... completano la prima lezione... è stata “come sta”, non potevo pensare una cosa, però non era pensabile, una cosa, dice.
E stato anche di crollo poi. Dovevo svolgere il ruolo. Che non era solo mio amico ma anche di sindaco e quindi sono vestito una gara meglio, sono uscita di casa, e la cera questo lenzuolo bianco. Con le scarpe di Andrea che sbucavano.
L'asfalto che avrai passato migliaia di volte in macchina, a piedi, in bicicletta, però insanguinato del messaggio ch'è un tuo amico... dopo neanche mezz'ora c'era mezza Castelnuovo in questa.
“E anche oggi il mio cuore arde, perché ho lo spirito di un leone che combatto per la gente per la legge e per me stesso.” Firmato Andrea Giacomelli.
Giacco è un colosso dalla voce severa e i modi gentili. Impegnato su mille fronti. Aveva un po questo aspetto del gigante buono. Dove non lo conosceva, poteva immaginarlo burbero poi invece dopo cinque minuti se il racconto che di produrre non c'era nulla.
Gli affascinanti nel senso che a persona la cui amicizia era stranamente contagiosa. Giacomelli ha la passione della politica, è il consigliere comunale di sinistra e libertà, con delega allo sport, e politiche giovanili.
Non so si può dire. Siamo cresciuti a pane e feste dell'unità, io dico, quindi si può.
Non sapevamo mai se le occasioni per incontrarsi erano occasioni dettate da motivazioni di carattere politico, o era perché poi finite attaccare manifesti si andava a bere una birra, a farsi un giro, a divertirsi.
Giacomelli era titolare di un bar nel centro commerciale di castelnuovo magra, e svolgeva la sua attività praticamente di politico in maniera assolutamente naturale dal banco del bar.
Il vero lavoro di Giacomelli è dietro al bancone di un bar. Il bar Jolly, davanti alla piazza del mercato. Il suo regno. Piaceva fare capo e allora era motivo di discussione, ma se comunque la sua maggiore sono io alla fine.
Per due a quasi una, uno dei più che un lavoro, perché si divertiva comunque a scherzare con i clienti, hanno fatto un po confusione di tutti.
Lui è la persona gioviale e di compagnia, quindi con il sindaco favini, con gli amici di Castelnuovo, sodi mangiate anche epiche. E questo sicuramente no la sulla forchetta, allora io non dovrei dirlo, date le mie dimensioni, ma anche lui. Era un po più su linee, un po [incomprehensible] sul gastronomico.
Ma comunque sia c'era c'è più.
Al bar Jolly ci si diverte sempre. Dal caffè del mattino all'aperitivo delle 6. La quadra particolare del bar e la proprio l'happy hour della vigilia di natale. Lecito anche qualche andata in cui sono finiti a cantare sul bancone del bar, tutte le bon bon natale, tutto un po [Applauso].
Un'occasione in cui non si poteva mancare e ci si lasciava un po andare, forse anche un po troppo complice, l'abbondante altro che dirò.
La mia innata era un momento particolare perché avevamo sempre tantissima gente, poi lui era... come dire, mi ripeto, come ho detto all' inizio.
Ero il giullare, insomma la situazione anche meglio dire quello.
Chi può avere ammazzato una persona come Giàcco?
Mercoledì 29 dicembre 2010, ore 5.50 meno 24 ore all'omicidio.
24 ore prima di morire, Andrea Giacomelli dorme. Il bar Jolly apre alle 6 del mattino, ma il turno di Andrea comincia alle sette e trenta. Alle sette e un quarto, Andrea è quasi pronto per andare al lavoro. Prima di uscire però fa una cosa: prega.
Il fratello Andrea praticava il buddismo soka gakkai. Èra la responsabile di un capitolo giovani nella liguria e trasmetteva questa filosofia meravigliosa per migliorare se stesso e di conseguenza agli altri. Per un futuro migliore.
Ore 13 e 45, meno 16 ore all'omicidio. Tra poco Andrea staccherà dal bar Jolly per tornare a casa un paio d'ore, a riposare. E stata una mattina intensa. Questo volentieri Andrea si assentava dal bancone per fare public relation, chiamiamole così. Perché comunque tanti si rivolgevano proprio nel fratello perché deve un parere, ma anche a livello comunale, proprio perché era anche nell'amministrazione comunale, spesso si rivolgevano a lui per qualche problema. E lui no non perdeva mai la pazienza.
E se invece Andrea non fosse riuscito a risolvere un problema, se fosse stato punito per questo? Ore 17, meno 13 ore all'omicidio. Andrea è di nuovo al bar per aiutare il socio a preparare i suoi frequentatissimi aperitivi. Tra i clienti di un bar, ci sono anche quelli molesti che andrebbero allontanati. Non solo. Un bar così tetto nato può suscitare invidie tra gli addetti ai lavori. Il se l'assassino fosse da cercare nel bar? Ore 20 e 30, meno 9 ore all'omicidio.
Andrea chiude il bar e va a casa. Lungo il tragitto incrocia il sindaco marzio favini. Io lui non l'ho visto, mi chiama al cellulare, perché mi aveva visto passando e poi mi segnalava il fatto che aveva uno stop bruciato nella macchina. Diceva questa cosa e poi, però... come dire... anche l'occasione per semplice nacque.
Parlare dello stop bruciato è l'occasione per rivolgergli un invito. Parliamo... diciamo un ora. Sa mi sono andata a convivere con Rita, quando vieni a trovarmi...
Andrea è molto fiero di ricevere gli amici nel suo nuovo appartamento. Non è solo per mostrare come si è sistemato, il motivo si chiama Rita.
Mio fratello abitava con questa ragazza in questa casa da un paio di mesi. Era veramente felici perché comunque, stando a quello che si raccontava, ci stava bene con questo ragazzo. Ma se dietro questa storia felice ci fosse un segreto. Chi è Rita, la compagna di Andrea?
Giovedì 30 dicembre 2010, ore 5.45, meno cinque minuti all'omicidio. Andrea Giacomelli prende il borsello ed esce di casa. Il giovedì tocca a lui a aprire il bar. Giovedì era futura al bar e avevamo sempre tanta gente che veniva, mangia, ma proprio perché la faceva anche bene, andrà veramente... non sapeva che ho l'appunto giusto.
Per andare al lavoro Andrea usa alla macchina. Una fiat palio grigia parcheggiata in fondo alla strada. Tra la vita e la morte di Andrea Giacomelli, ci sono solo un minuto e cinquanta metri.
Per scoprire il suo assassino, da dove bisogna partire? Dal bar, dall'attività politica, dalla vita privata? Una cosa appare subito evidente. Chi ha ucciso Andrea Giacomelli non lo ha fatto per i soldi. Il borsello che non c'è più non conteneva nulla di importante.
Gli inquirenti pensano sia solo un tentativo per depistare le indagini. Bisogna analizzare tutte le altre possibili piste.
Andrea Giacomelli era il proprietario del bar più frequentato di Castelnuovo Magra. Tanta gente, qualche rischio. Può succedere la sera che qualche ragazzo abbia avuto più del solito, quindi ci sono state litigate è però lui col suo vocione che ci faceva sentire “Sono il proprietario del bar, smettetela!”
Si uno disturbava all'interno del bar, non è che stava faceva finta di niente, glielo dicevo. Diceva... la prima volta io diceva gentilmente, la seconda che un po meno. Terza a seconda di quello che succedeva... poteva anche succedere che veniva gentilmente allontanato dal posto.
Ma nessuna lite da bar sarebbe mai degenerata in un omicidio. Bisogna passare oltre. Giacco era impegnato anche in politica. La pista legata al lavoro con la sua attività di consigliere comunale è una fantasia. Allenamento fantasia. Io osservo Andrea sapere un'attività che faceva, ma sapevo l'attività che facevano tutti i consigli comunali, tutti gli assessori, tutti funzionali dirigente comunica, sta normale.
Sono comunque anni difficili per gli amministratori della Liguria. La lunga mano della malavita è arrivata anche qui. Sappiamo benissimo che tutta la zona della Riviera, Ligure, ma non solo arrivare fino alla costa Azzurra ci può addirittura alla denuncia, di una presenza della malavita organizzata della mafia.
Le modalità esecutive arrivano anche riconducibili proprio con il colpo di grazia e quant'altro ad un delitto di stampo mafioso. Il reperimento di armi come al solito a dei canali particolari, quasi mai nessuno prende un arma, posso dire a Torino apporto palazzo, o a Genova in via prè.
Le armi e hanno alcune persone. Castelnuovo Magra per fortuna non è comune soggetto ad infiltrazioni mafiose. L'amministrazione non aveva situazioni urbanistiche appalti che potessero avere in qualche maniera attirato gli interessi di qualche speculatore, o di qualcuno che voleva far denaro velocemente. La pista mafiosa venne immediatamente scartata.
Chi ha ucciso Giacomelli però ha imitato bene la malavita. L'anno gambizzato, ferito al tronco, e infinito alla testa, con due pistole. Un'esecuzione insomma. Perché?
La vita pubblica di Giacomelli non ha prodotto risultati importanti. Bisogna cercare meglio nel suo privato felice e dorato. O forse no?
Giacomelli ha conosciuto la sua compagna Rita quando lavorava in una lavanderia di fronte al bar. Da qualche tempo, lui le ha trovato un nuovo lavoro in una ditta di pulizie, e così ogni mattina alle 5, Rita esce di casa.
Quando è successo il fatto di mio fratello... Rita era lavorare. Io l'ho vista in caserna, mattinali. Sinceramente ci siamo abbracciate fortissimo vai che comunque...
Rita ha alle spalle una storia difficile. È separata con due figli piccoli. L'ex marito si chiama Antonio Silvestro, ha 40 anni. Rita e Silvestro vengono da Afragola in provincia di Napoli. Qualche anno prima, sono emigrati in Liguria per lavoro. Fu proprio in quel frangente che conobbe Giacomelli.
Fino a che un giorno la moglie di Antonio li comunicò la sua intenzione di andare a vivere con il Giacomelli. Dopo una separazione Antonio Silvestro è tornato ad Afragola. Ma sale spesso in Liguria per vedere i figli rimasti con l'ex moglie. Ogni volta sono problemi.
Anche perché i guai di Silvestro non sono finiti con la separazione. Lui era stato operato da poco di un liposarcoma alla coscia destra, quando le è tornata a casa dall'ospedale, che ancora aveva inserito il porter per eventuali altri cicli di chemioterapia, è arrivato a casa e la moglie gli ha detto “guarda che io me ne vado, io mi sono innamorata da un altro, me ne vada”. Quindi ha lasciato quest'uomo da solo per tutta la convalescenza.
In questa fase separazione dalla moglie, tumore, evidentemente il Silvestro cade in depressione. Una situazione esplosiva, che nonostante il tempo trascorso dalla separazione, deflagra ogni volta che Silvestro incontra la sua ex moglie.
C'erano problemi appunto con questa donna, che non si faceva vedere i bambini, che non li usava un po come spesso succede, che usava un po come ricatto. Aiuta con noi, non è che semmai confidata. L'unica cosa che raccontava era le discussioni che aveva con suo marito.
Ch'è emerso, come in diverse occasioni anche la stessa signora, magari presentava delle denunce, che poi venivano ritirate, però il fatto che vengono presentate poi ritirate, da un po segnale.
L'ultimo scontro c'è stato pochi giorni prima del delitto, quando Silvestro è venuto a prendere i figli per portarli ad Afragola a passare le vacanze di natale. Oggettivamente questi ragazzi avevano manifestato al padre, la così ingenua preferenza per la collocazione presso la madre e presso il Giacomelli.
Indubbiamente a cui la sua tristezza, la sua malinconia, e forse anche la sua sofferenza. Fra Giacomelli e Silvestro erano volate parole grosse. C'era stato un incontro scontro verbale, fra due persone che ovviamente non potevano convivere in maniera assolutamente serena, questa è abbastanza comprensibile.
Silvestro non ha mai accettato la separazione. Dicono sia arrivato perfino a minacciare Rita di morte. Ha fatto la stessa cosa anche con Andrea Giacomelli? Ci sono stati diversi momenti in cui Andrea mia mi ha fatto presente queste cose qua. Mi diceva sembrava di vedere cosa si può fare per risolvere. Ascoltando le persone vicine a Giacomelli, il quadro assume contorni sempre più inquietanti.
Castelnuovo Magra, 30 dicembre 2010, Andrea Giacomelli, 38 anni, consigliere comunale e barista, è stato ammazzato a pochi metri da casa. Non è nella sua vita pubblica che si cerca l'assassino.
Giacomelli sta con una donna separata, l'ex marito si chiama Antonio Silvestro e continua a tormentarlo. L'ha perfino minacciata di morte.
Ha fatto lo stesso anche con Andrea Giacomelli?
Emerge che, più di una volta, Silvestro aveva minacciato di far uccidere Giacomelli, da una persona di sua fiducia. Giacomelli tuttavia minimizzava sempre, per tranquillizzare la famiglia.
Non mi ha mai parlato di minacci, mio fratello. Ma sempre solo raccontato fatti legati a litigi tra lei e l'ex marito. La sua religione, il buddismo, faceva di gioco, l'uomo ha portato sempre al dialogo alla pace. Perché probabilmente Giacomelli in cuor suo immaginava che queste minacce fossero... diciamo, il rancore di una persona che aveva visto terminare il proprio rapporto affettivo, ma non potessero in qualche maniera trascendere fino ad atti lesivi nei confronti la propria persona.
Su Antonio Silvestro sia allungano sospetti lunghi fino ad Afragola, dove gli inquirenti vanno a interrogarlo. Ma gelosia e minacce sono sufficienti per trasformarlo in un assassino? Silvestro non sta bene, paga ancora il tumore asportato a una gamba, che gli impedisce di muoversi agevolmente.
Con i suoi problemi di salute, avrebbe avuto la forza di uccidere una persona? Qual è l'alibi di Silvestro? L'uomo sostiene che la sera del 29 dicembre, quella precedente il delitto, era in giro per Afragola. In cerca della macchina che gli avevano appena rubato.
Da lì vengono fatti subito accertamenti sul Silvestro, e in questi casi gli accertamenti ovviamente partono dalla, dall'esame dei telefoni cellulari in uso al soggetto.
Quando si ha un cellulare in tasca, è come avere un carabiniere in tasca e si è confermato la sua presenza nei dintorni Castelnuovo Magra.
Le analisi dei tabulati telefonici dicono che nel tardo pomeriggio del giorno precedente all'omicidio, il cellulare di Silvestro aggancia prima la cella di Napoli, e in serata quelle di Massa, e poi di Castelnuovo Magra.
Gli inquirenti effettuano un controllo incrociato sul traffico autostradale. Scoprono che la macchina di Silvestro è passata in luoghi e orari perfettamente compatibili con quelli indicati dai telefonini. La deduzione è semplice: l'assassino di Andrea Giacomelli è Antonio Silvestro. Un ex marito così geloso da uccidere il rivale.
Il Silvestro viene subito messo davanti alle sue responsabilità e quindi lui si vede subito in una condizione alla quale non poteva negare ciò che era successo.
Sono le ore 18.20 del 30 dicembre 2010, Antonio Silvestro confessa di aver ucciso Andrea Giacomelli. Ha confessato l'omicida di Andrea Giacomelli, il consigliere comunale di Castelnuovo Magra in provincia di la Spezia, ucciso ieri mattina all'alba con sette colpi di pistola all'origine del gesto, a quanto pare un movente di tipo passionale.
Voleva firmare quello che aveva fatto. Si tratta di quello che una volta chiamavamo “delitto d'onore”. Silvestro racconta che stava preparando il delitto da tempo. Un anno prima, aveva comprato una pistola a Tamburo 765, mentre a ottobre, ne aveva comprata una semiautomatica, sempre calibro 765. Sostiene però di non averle mai provate prima dell'omicidio di Giacomelli.
Il giorno prima del delitto alle 16, Silvestro parte per Castelnuovo Magra, deciso a risolvere la questione. Arrivato nella notte, vede la macchina di Giacomelli nel parcheggio. Con un cacciavite, buca le gomme e poi si mette in auto a dormire. Alle 5.50 del mattino, arriva Giacomelli.
Silvestro mette in tasca le due pistole che non ha mai usato prima, e lo affronta.
Mi sostanzialmente dice, sono andato su, non volevo uccidere nessuno. La mia intenzione era solo quella di spaventarlo, di minacciarlo.
Lui mi ha detto delle frasi offensive, mia ovviamente sconvolto, ho perso il controllo della situazione, e ho sparato.
Giacomelli è a terra. Silvestro gli strappa il borsello e lascia solo la cinghia. Poi Silvestro dice di essere risalito in auto e di essersi liberato di cellulari, pistole, abiti e borsello. Gettandoli in corsa da un cavalcavia dell'autostrada. A mezzogiorno, è di nuovo ad Afragola.
In serata, Antonio Silvestro finisce nel carcere di poggioreale al marto.
In meno di 24 ore, Andrea Giacomelli ha avuto giustizia è comunque un dolore grande per tutti.
Invece il mostro dentro una cosa però non sapevo di avere.
Io non ho trovato l'olio per nessuno e disprezzo per nessuno, ma in quel momento... ho conosciuto un lato di me. Speriamo di non conoscere mai.
Ma questa storia non è ancora finita, perché è una storia sbagliata.
Gli inquirenti non hanno nessun motivo per non credere ad Antonio Silvestro. La sua versione è confermata dai tabulati telefonici dalle registrazioni autostradali. Il solo lui poteva sapere come e con quante armi era stato ucciso Giacomelli.
Ma nel racconto di Silvestro c'è qualcosa che non torna. Più di una cosa. Il Silvestro rende una prima confessione, dicendo “Si, sono andato a Castelnuovo Magra. Si, ho effettuato l'omicidio di Giacomelli, ho usato due armi da fuoco ed ho sparato io, utilizzando simultaneamente le due pistole.
Ora una persona che ha difficoltà a deambulare, ovviamente... sparare un armo di pistolero... con due pistole contemporaneamente... senza reggersi, mi sembra una versione piuttosto opinabile.
È difficile avere due stampelle e due pistole in mano. È praticamente impossibile, dovrebbe essere un quadro umane per fare una cosa del genere. E poi non tornano i conti a proposito delle armi che Silvestro dice di avere utilizzato.
Silvestro ha parlato di una pistola a tamburo 765 e di una semiautomatica dello stesso calibro. Dalle indagini emerge che a uccidere la vittima, è stata una semiautomatica 380, mentre invece secondo l'assassino lui avrebbe parlato di una 765.
Come faceva non saperlo? Io credo che questa è una proiezione, un appunto, siano dovuto infatti per proteggere chi ti da le armi.
Anche la modalità con cui Silvestro si sarebbe sbarazzato delle armi, dei telefoni, di abiti e borsello, non è credibile. Difficile, se non impossibile, liberarsi in una tale quantità di materiale che va dalla pistola, la borsello, alla felpa, guidando ad alta velocità, e buttare tutto questo, non facendo sospettare un passeggero.
C'è poi la questione del viaggio fino in Liguria. Silvestro, come avrebbe potuto guidare da solo per 1.200 chilometri in due giorni, con la gamba così malridotta? Infine un particolare. Una foto trovata dagli inquirenti nella macchina di Silvestro. Una foto di Andrea Giacomelli. Che bisogno c'era per Silvestro Antonio, che conosceva perfettamente Giacomelli, per averci anche pacificamente litigato in più circostanze, per averlo affrontato, eccetera, eccetera... di portare con sé una fotografia per riconoscere il Giacomelli?
Sono queste, le conclusioni degli inquirenti. Antonio Silvestro non può avere ucciso da solo Andrea Giacomelli. Doveva esserci qualcuno con lui. Ma chi?
Per scoprire un nome è spesso, non servono le parole. Bisogna guardare i numeri. Si torna a esaminare tutti i contatti telefonici di Antonio Silvestro nei giorni precedenti l'omicidio. C'è un numero più significativo degli altri, un numero che nel giorno dell'omicidio ha agganciato le stesse celle utilizzate da Silvestro. L'utenza è intestata a una signora di Afragola, assolutamente estranea, al caso Giacomelli.
Quel numero però, l'ha utilizzato spesso il figlio del suo compagno. Un ventenne disoccupato, che viene subito intercettato. Si chiama Antonio Lanzano. È un giovane vissuto nel culto di un certo tipo di violenza. Utilizzava un linguaggio da grande. Il linguaggio dei boss, il linguaggio di un certo tipo di... mi passi il termine, manovalanza del crimine organizzato, che... Che prospera ahimè in certe città tipo Napoli per esempio. In un'intercettazione telefonica con un congiunto, dice “io non voglio andare a lavorare, io non voglio andare a faticare, io voglio andare con quelli che chiedono il pizzo.” Una volta litiga con una persona e alla fidanzata dice “Io quello [incomprehensible]. Ti devo sparare.”
Ma quelle intercettazioni ritraggono anche una persona spaventata. Una persona che teme di essere tirata in ballo per l'omicidio Giacomelli. Due mesi e mezzo dopo il delitto, Antonio Lanzano viene arrestato con l'accusa di favoreggiamento. Il ragazzo sostiene di essersi limitato ad accompagnare Silvestro fino a Castelnuovo Magra, ignorando però i suoi propositi omicidi.
Secondo gli inquirenti invece, le cose sono andate così: Andrea Giacomelli è stato ucciso dall'ex marito della sua compagna, Antonio Silvestro. L'assassino ha confessato, l'ha fatto per gelosia. Ma non l'ha fatto da solo, come vuol far credere agli inquirenti. Da Afragola, dove vive, si è portato dietro un complice, Antonio Lanzano, un ventenne con ambizioni e criminali.
Il ragazzo si difende, ma i fatti sono questi: Mercoledì 29, dicembre 2010, ore 5.50 ad Afragola. Antonio Silvestro ha preparato tutto quello che gli serve per il suo viaggio di sangue verso Castelnuovo Magra.
Due cellulari, una pistola a tamburo 765, una semiautomatica calibro 380 e una foto di Andrea Giacomelli, l'uomo che gli ha portato via e la moglie.
La foto di Giacomelli è un promemoria per il suo complice, Antonio Lanzano, che non ha mai visto Andrea. Ore 17.32, la opel di Silvestro entra al casello di Napoli Nord. Il suo cellulare aggancia una cella lì vicino. Ore 21.39, la opel di Silvestro esce al casello di Massa, lo dice anche il suo traffico telefonico. Giovedì 30 dicembre 2010, ore 1.12, Silvestro e Lanzano agganciano la cella di Castelnuovo Magra, che copre anche il parcheggio di via Palvotrisia.
Sono arrivati sul luogo del delitto. La macchina di Giacomelli è parcheggiata lì, con un cacciavite bucano tutte e quattro le gomme. Poi, aspettano l'altra. Ore 5.50, Silvestro e Lanzano stanno aspettando Andrea Giacomelli. Eccolo Andrea, con la sua stazza imponente, il borsello, gli occhiali. Silvestro lo riconosce immediatamente. Lanzano si è studiato la foto durante il viaggio.
I due lo affrontano. Urla, rumori, poi gli spari. Colpiscono prima le gambe, poi il tronco. Infine il colpo di grazia alla testa. Forse è stato Silvestro, forse Lanzano. Per depistare le indagini, strappano il borsello dalla cinghia e lo portano via. Ori 6.11, la opel astra di Silvestro entra al casello di carrara, direzione Napoli. Durante il viaggio, Silvestro e Lanzano si liberano dei telefonini, pistole, abiti e borsello.
Castelnuovo Magra sta già piangendo e il suo Giacco.
Antonio Silvestro e Antonio Lanzano sono stati condannati all'ergastolo in primo grado. La corte di appello di Genova ha ridotto la pena a 30 anni, una sentenza che ha deluso profondamente Castelnuovo Magra.
Il paese non ha mai dimenticato il suo Giacco. Gli ha dedicato una piazza, un'associazione benefica e una stella, allo juventus stadium.