Episodio 4 - Neve a Ferragosto (3)
Live Pablo: Però non vi dicevano qual era questa verità.
Live Lorena: Niente, non ci davano un argomento. Finché un giorno… Cristina aveva raccontato dei cimiteri. E dei sacrifici. E dei suoi cuginetti, i figli della zia Lorena.
Live Lorena: Era l'11 novembre, era San Martino. Avevamo promesso alla nonna Maria che saremmo andati a mangiare le caldarroste da lei. I miei figli erano contenti perché Delfino aveva rinnovato la macchina. E poi niente, siamo tornati a casa normalmente, la doccia e a letto. Il mattino seguente alle 5 e mezza mia figlia, la più piccola aveva chiesto di fare la pipì. Io ero in cucina per bere un bicchier d'acqua e in quel momento sento suonare alla porta. E dalla porta dico “Ma chi è?”. Hanno risposto “Polizia signora, non tema, apra”.
Sette agenti di polizia sono entrati in casa. “Signora stia tranquilla, svegli suo marito”. Si sono messi in sette attorno al suo letto e quando si è svegliato si è trovato la polizia davanti, sette agenti!
“Venite che vi raccontiamo… vi diciamo cosa racconta vostra nipote”. Cimiteri, diavoli, cappucci… la processione, le urla… le tombe profanate. E poi dico “Cosa volete voi?” Ricordo che comunque i bambini in camera cominciavano a bisbigliare. Io sentivo “psst psst psst” e sicuramente a chiedersi anche cosa stesse succedendo in casa con tanta polizia. Beh quando han cominciato a dire ai bambini “Vestitevi, fate colazione e poi venite con noi in commissariato”. Io lì ho capito che c'era qualcosa che non andava.
Nello stesso momento, a pochi isolati di distanza, altri agenti stanno mettendo le manette ai polsi del padre e dei fratelli di Lorena, tra cui Giuliano, il papà di Cristina. Anche la moglie Monica viene arrestata.
Ovunque in paese le luci delle volanti colorano l'alba di blu. E' su una di queste macchine, che sale Lorena. Suo marito Delfino la segue sulla loro automobile assieme ai figli ancora assonnati. Dopo una ventina di minuti, il piccolo convoglio raggiunge la questura di Mirandola.
Live Lorena: E lì salta fuori una ragazza che mi dice “Ah ciao Lorena come stai? Stai bene? Oh come sono belli i tuoi bambini! Io mi chiamo Valeria Donati”. Poi ci han detto “I bambini rimangono qui, voi salite, andate a fare una firma e poi dopo vi riaccompagniamo a casa”. E io comunque ne approfittavo di quei pochi minuti che avevo ancora per guardarmi i miei bimbi, perché mi sentivo che succedeva qualcosa di gravissimo. Poi a un certo punto una delle mie figlie, la più grande, ha cominciato a piangere, senza dir niente. E mi guardava con gli occhi sgranati. E io la guardavo. Cercavo di esser serena per rassicurarla. Poi il mio terzo figlio ha guardato la più grande e anche lui ha cominciato a piangere. A questo punto la Valeria Donati ha cominciato a urlare “Sei una mamma cattiva! Vedi? Sei una mamma cattivissima, sei tu che fai piangere i tuoi figli! Tu li spaventi!”. E nel momento del distacco i miei figli sono andati via da me con queste parole nelle orecchie. Nel mio cuore ho detto “Signore io ti affido i miei figli… Li affido a te”.
Quando Lorena e Delfino salgono da soli al primo piano, trovano il responsabile dei servizi sociali, il dottor Marcello Burgoni.
Live Lorena: Con un foglio in mano che era il decreto del tribunale minorile… dunque “voi siete stati genitori incapaci, avete affidato i vostri figli ai diavoli per portarli alla notte nei cimiteri, dunque il Tribunale Minorile decide per loro che siano allontanati e per voi dovete venire a partire da domani ai colloqui al servizio sociale”. Ci siamo guardati io e mio marito… il pianto è cominciato e non è più finito insomma.
A Lorena e Delfino dopo qualche giorno vengono restituite le videocassette che la polizia aveva sequestrato a casa loro.
Live Lorena: Erano le feste a scuola, erano i battesimi, erano… il Carnevale.
Ecco la crudele ironia. Una donna molto religiosa, che ha costruito la sua vita intorno ai valori cristiani, accusata di adorare il demonio.
Il 12 novembre 1998 a Massa Finalese non è un giorno qualunque. La notizia che alla maestra d'asilo abbiano portato via i bambini nel cuore della notte, lascia il paese a bocca aperta.
Le colleghe di Lorena sono sotto shock.
Live Lorena: Tutti dicevano se ci han portato via sti bambini in classe, ci possono portare via tutta la classe.
Il bilancio di quella nottata è drammatico: assieme ai suoi 4 figli, sono stati allontanati altri due bambini di Massa, e 6 adulti sono finiti in manette, praticamente tutta la famiglia di Lorena. Tutti accusati dalla piccola Cristina.
L'unico motivo per cui Lorena e Delfino non sono stati arrestati, è che la nipotina ha raccontato di aver visto nei cimiteri solo i cuginetti, non loro due.
Live Lorena: Nessuno ha capito allora e nessuno capisce oggi cosa sia successo…
I figli di Lorena seguono la trafila di tutti gli altri. Poco dopo l'allontanamento vengono visitati. Le bambine dalla Dottoressa Cristina Maggioni, i maschietti dal suo collega, il Dottor Bruni. L'esito è sempre lo stesso.
La gente comincia ad avere paura.
Lorena e Delfino improvvisamente sono diventati radioattivi. E radioattiva è diventata anche l'aria che si respira in molte case. I loro amici più stretti non sanno come comportarsi.
Questa è Antonella, maestra e volontaria in parrocchia.
Live Antonella: I nostri figli giocavano insieme. Perché tutte le settimane ci si trovava a pregare quindi era anche questo un “stiamo attenti perché standole anche vicino possiamo anche essere sottoposti magari a un controllo diverso”. Qualunque atto poteva essere letto in modo sbagliato e quindi anche solo, non so, fare la doccia o girare per casa in libertà che significa magari anche solo in slip “mi vado a prendere la canottiera in camera, me la sono scordata”, poteva diventare un pugnale che ti veniva all'improvviso…
Questa è Manuela, la fiorista di Massa Finalese.
Live Manuela: E' questo che ti fa paura, il termine giusto, non capisci quello che sta succedendo...Persone che fino a ieri insieme si faceva il gruppo parrocchiale e si
costruivano i carri di Carnevale, domani ti trovi che vengono additati come pedofili. Non esiste. Non esiste. Una maestra d'asilo che accudisce dei bambini e suo marito è al bar del prete, non esiste che siano i violentatori. Cioè non ci credi. Ti spiazza. Spaventa il paese con delle notizie troppo grandi da ascoltare.
La comunità, che prima assisteva passivamente, ora comincia a mobilitarsi.
Si organizzano manifestazioni davanti al Tribunale dei Minori e alla Procura, e raccolte firme nelle piazze. Tutti si chiedono: è lecito che a una coppia di genitori vengano tolti i figli in quel modo, sulla sola base delle accuse di una bambina di otto anni?
Anche l'onorevole Carlo Giovanardi e il Senatore Augusto Cortelloni, in un'interrogazione parlamentare del 4 marzo ‘99 all'allora Ministro della Giustizia Oliviero Diliberto, si chiedono: “Perché sono stati portati via dei bambini che non hanno mai detto niente, oltretutto figli di genitori che non sono nemmeno indagati?”
La notizia non è più solo materia da cronaca locale, ma finisce sui giornali e sulle TV di tutta la penisola.
La pressione sul Tribunale dei Minori di Bologna e sui Servizi Sociali di Mirandola aumenta.
Ora fate attenzione alle date, perché c'è una strana coincidenza.
La risposta del Ministro viene programmata per l'11 marzo. Ma a ridosso di quella data viene richiesta una proroga e si rimanda tutto di una settimana, al 18 marzo.
Il 17 marzo però, un giorno prima dell'atteso intervento di Diliberto, a casa della coppia arriva un avviso di garanzia: i due figli più grandi, Veronica e Pietro, che da 4 mesi vivono con le nuove famiglia affidatarie, li hanno accusati di abusi sessuali.
Quei bambini che per tutto quel tempo non avevano mai detto nulla, a pochi giorni dalla risposta del Ministro avevano iniziato a parlare.
E a raccogliere la loro testimonianza c'era Valeria Donati.
Ora la posizione di Lorena e Delfino è cambiata. Quindi la scelta del Tribunale dei Minori di allontanare i loro figli è diventata legittima.
La coppia finisce nel gruppo sempre più numeroso di persone entrate nell'orbita della Procura di Modena.
Ma proprio in quel momento di confusione e sconcerto succede qualcosa di totalmente inaspettato.
Lorena scopre di essere di nuovo incinta.
Live Lorena: E' stata la mia ancora di salvezza... veramente la gioia, il ritrovarmi mamma, il ritrovarmi un interscambio di amore, di tenerezza...
Ma poco dopo la gioia lascia il posto alla preoccupazione.
Partorire lì, dopo tutto quello che è successo, significa rischiare di ritrovarsi gli assistenti sociali anche in sala parto.
Esattamente com'era appena accaduto a Federico Scotta e alla moglie, i genitori di Elisa, una delle prime bambine indicate da Dario.
Anche loro, dopo l'allontanamento dei due figli, aspettavano un'altra bambina.
Live Scotta: … e come nacque arrivò il signor Marcello Burgoni con il decreto del Tribunale dicendo che doveva tirarla via...
Live Pablo: In ospedale?
Live Scotta: Sì, direttamente, in ospedale.
Lorena a questo punto scappa e ancora incinta, con l'aiuto di alcuni frati, raggiunge Salernes, in Provenza, dove nascerà Stefano e dove i Servizi Sociali non possono farle nulla.
La coppia deve ricostruire la propria vita da zero. Lei trova lavoro come donna di servizio. Delfino continua per anni a fare la spola tra la Francia e l'Italia, per seguire le udienze del processo. Fino al 2013, quando viene stroncato da un infarto.
La fuga di Lorena è l'ennesimo colpo per una comunità già sconvolta dal coinvolgimento di Don Giorgio Govoni in questa storia troppo difficile da digerire.
Live Antonella:
Eravamo impauriti. Perché sapere che una mattina alle 5 puoi essere svegliato dalla polizia e portato in questura, e poi non vedere più i tuoi
figli chiaramente è una cosa che ti fa paura, perché come è capitato a loro, se i bambini cominciano a parlare, cominciano a dire “ma io ho giocato
con questo, sono con quell'altro” ed escono dei nomi, possono venire a cercare anche te.
Live Manuela:
Io sono partita e sono andata dai carabinieri in caserma. Gli ho detto “se ti dovesse capitare di venire a prendere il mio bambino, mi raccomando carica l'arma perché io non te lo do. Tu mi devi sparare”.
Il paese inizia a temere che i mostri non siano il prete, la maestra o i diavoli che di notte vanno nei cimiteri.
Forse in giro c'è una minaccia molto più grande per i bambini. Il vero pericolo non arriva con il calare del buio, ma alle prime luci
dell'alba.