Domande sul quarto secolo - Ep. 21, speciale (3)
Un altro motivo della mia scelta è quella di avere un pezzo che trasmetta la profondità e la complessità della storia italiana: l'intermezzo di Mascagni ha tutta la gravitas, la malinconia, la sensibilità e il pathos che possono solo prodursi nell'animo in seguito ad una vita complessa, difficile, fatta di alti e bassi, di grandezza e di cadute. Lo stesso vale per la Storia d'Italia: perché la nostra storia non è una storia eroica: è la storia di un popolo che costruì un impero e che, dopo la sua caduta, ha avuto un percorso molto complesso, fatto di disunione e di guerre, di dominazioni straniere e di momenti bui. Però è anche una storia della grande creatività di un popolo che ha inventato la contabilità moderna e le banche, fondato le prime università, posato le basi della musica occidentale con le note del pentagramma, formulato in arte il rinascimento e poi il barocco, prodotto grandi opere dell'intelletto come i libri di Macchiavelli o le scoperte di Galileo. Gli italiani sono riusciti a creare tutto questo senza arrivare mai però a costruire una grande nazione moderna come la Francia, la Spagna o l'Inghilterra. Quando infine il paese sarà riunificato la sua storia sarà tutto fuorché di grandezza: l'Italia unitaria vivrà molto al di sotto delle aspettative di chi l'aveva unificata.
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Quindi volevo una musica che riempia lo spirito, che esalti l'ascoltatore ma che trasmetta anche la malinconia e la tristezza di un popolo a suo modo grande, un popolo che ha dato tanto alla civiltà mondiale ma che è forse destinato a non rivedere mai più i fasti di un tempo.
Eppure non voglio terminare così e vorrei aggiungere che un popolo che è riuscito a produrre note della profondità e della bellezza di Mascagni, bè forse quel popolo non ha solo un grande, complesso e tragico passato. Forse, mi piace sperare, ha anche un futuro.
Armati di quanto abbiamo appreso sul quarto secolo, nel prossimo episodio passeremo a parlare di Stilicone e Alarico, Onorio e Arcadio. Perché per me il quinto secolo, il secolo della crisi e dissoluzione dell'Impero d'occidente, inizia nel gennaio del 395, con la morte di Teodosio. Ma non sarà una costante e triste marcia verso un cupio dissolvi, no sarà una struggente battaglia per la sopravvivenza, fatta di alti e bassi, di vittorie e sconfitte. Alla fine, quando la polvere si sarà posata, emergerà un mondo nuovo, che scopriremo insieme. Vi chiedo di avere fiducia in me e di continuare a seguirmi mentre ci lasciamo dietro le spalle gli anni d'oro dell'Impero: la storia che abbiamo davanti non è meno interessante e appassionante. Forse è la mia passione per l'opera melodrammatica a parlare ma al piuttosto noioso periodo dei grandi imperatori romani del secondo secolo preferisco la tragica storia del quinto secolo, con i suoi grandi personaggi come Stilicone, Flavio Costanzo, Ezio, Alarico, Attila e Odoacre. A proposito di melodramma, vi lascio per una volta con l'intero pezzo di Mascagni, ascoltatelo tutto, anche solo per portare pace nella vostra anima. Alla prossima puntata.