Il nocchiero di una nave in tempesta (363-365) - Ep. 11 (3)
Un altro dettaglio da notare fu che l'augusto senior – Valentiniano – scelse per sé l'occidente: certo era lì dove aveva più esperienza e relazioni politiche, ma tra qualche decennio un imperatore nelle condizioni di poter scegliere sarebbe stato folle a prendere una decisione simile. Chiaramente nel 364 dopo cristo non era affatto certo che l'oriente fosse la parte dell'impero più interessante. Ho come il sospetto che se avessimo detto ai romani del tempo che solo una delle parti dell'impero sarebbe sopravvissuta di lì a poco più di un secolo questi avrebbero pensato all'occidente, più al riparo da quella che per i romani era la vera minaccia: l'Iran di Shapur, non certo i Germani.
Una volta divisi territori e soldati i due imperatori si separarono, Valentiniano proseguì per Milano e Valente tornò a Costantinopoli e poi da lì ad Antiochia. Era il 365 dopo cristo.
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Passò l'estate, una estate tranquilla, prima della tempesta. Valentiniano si mise in viaggio verso Parigi quando, il 1° Novembre del 365, ricevette nello stesso giorno due messaggeri portatori di nere notizie. Quello che veniva da più vicino annunciava che gli Alemanni avevano attraversato di nuovo la frontiera renana e stavano saccheggiando la Gallia in ogni dove, come ai bei tempi. A quanto pare l'amministrazione di Valentiniano si comportò in modo sprezzante e con un po' di tirchieria nei confronti degli Alemanni, Abituati a ricevere sovvenzioni dallo stato romano dopo la fine delle ostilità sotto Giuliano. Forse il parsimonioso Valentiniano aveva tagliato i donativi, ma non abbiamo modo di esserne certi. Oppure gli Alemanni pensarono che dovessero la loro fedeltà a Giuliano e i Costantiniani, non a questo parvenu. Più probabilmente pensarono di testare le capacità e la determinazione del nuovo sovrano. Sta di fatto che la frontiera renana, alleggerita da reparti che erano andati a combattere in Persia e che non erano mai tornati, era di nuovo in fiamme.
Ma il messaggio peggiore tra i due non era neanche quello. Gli Alemanni erano un pericolo, ma un pericolo per lo stato non per la stabilità del regime imperiale. La seconda missiva veniva dall'oriente: Procopio, il cugino di Giuliano che si era dato alla macchia, era tornato e si era impadronito di alcune legioni e della capitale, Costantinopoli. Valente, un uomo senza storia militare, mai testato e con una fragile legittimità a governare si trovava all'altro capo del mondo, ad Antiochia. Tanti nel mondo romano ancora riverivano la memoria di Costantino, Costanzo e Giuliano. Sia Valente che Valentiniano non avevano alcun legame di famiglia con l'estinta famiglia imperiale.
Valentiniano soppesò a lungo il da farsi, l'istinto gli diceva di combattere per primo il nemico interno, che minacciava la vita dei fratelli al potere. Ma Valentiniano era un servo dello stato, e il suo dovere era di difendere la Gallia dai nemici di Roma e impedire che i suoi sudditi venissero derubati dei loro beni e della loro libertà. Con un cuore pesante si accinse a combattere gli Alemanni: suo fratello avrebbe dovuto cavarsela da solo.
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Ora immaginatevi questa scena: l'impero è a pezzi, diviso in tre parti. Gli imperatori di Roma oramai controllano solo alcune zone dell'impero mentre i barbari hanno rotto le frontiere e saccheggiano impunemente città e province, sia via terra che via mare. Goti e Alamanni minacciano perfino Roma. Pestilenze hanno decimato la popolazione dell'impero fino al punto che è difficile trovare nuove reclute per l'esercito, l'inflazione galoppante sta distruggendo ogni relazione economia, riportando il mondo mediterraneo al baratto. Un imperatore debole siede nella sua capitale in nord Italia, sempre più impotente di fronte alle procelle della storia. Dei capi semibarbari sono pronti a rimpiazzarlo con un colpo di stato militare. L'impero, il grande impero dei Cesari e degli Augusti, pare sia destinato al cestino della storia. Parliamo del 476 dopo cristo, penserete? No, l'anno è il 268 e questa non è la storia della caduta dell'Impero Romano, ma la storia di come questo fu salvato da un gruppo di rozzi militari semibarbari provenienti dai confini dell'Impero.