La storia dei soldi
Ogni giorno ci portiamo in tasca dei fogli di carta colorati, il cui valore è determinato
dalla cifra che vediamo scritta qui, e la validità è certificata dall'istituto bancario
centrale che gli emette e dal capo di quell'istituto, dal governatore della banca centrale.
Ma ci siamo mai chiesti qual è la storia che sta dietro i nostri soldi?
E' una storia che affonda le sue radici molto lontano, addirittura pensando all'Europa occidentale,
nella Magna Grecia e nell'Impero Romano, laddove l'imperatore coniava, batteva moneta
e il valore di quelle monete in metalli preziosi, oro e argento, era determinato dal loro peso.
Ma chi è, o cosa è, che i nostri soldi li fa muovere, ce li fa fruttare investendoli,
o ce li presta quando ne abbiamo necessità?
Dobbiamo fare un salto in avanti di tanti anni, secoli, e arrivare al rinascimento.
In Italia, quando in alcune parti del centro nord venivano emesse le cosiddette note di
banco, altro non erano che delle attestazioni di avvenuto acquisto, pagamento o prestito.
Ebbene, forse è lì che si può iniziare a parlare di banca.
Ma è nel 1694, con lo sviluppo dei commerci internazionali, che viene fondata la prima
banca centrale al mondo.
È la Bank of England.
Ai primi dell'Ottocento vie un bullo.
Fioriscono in tutta Europa e in tutto il mondo industrie siderurgiche, tessere.
Industrie che, ovviamente, per crescere hanno sempre più bisogno di capitali.
E la raccolta di questi capitali fa nascere il mercato.
Grande crescita, grande crollo.
Nel 1929 le persone iniziano a non avere più fiducia nell'economia, nel mercato, nel mondo
dei soldi e della finanza.
E' la crisi appunto del 29, che in realtà porta con sé una grande novità.
La nascita delle cosiddette banche d'affari e di un mondo che diventa sempre più globale.
Vi siete mai chiesti cos'è che nel tempo ha reso forti, ricche e potenti le banche?
Sicuramente non il denaro, le riserve, i depositi che le banche custodiscono.
È qualcosa di molto più grande, è qualcosa di intangibile, ma che costituisce il vero
asset da sempre di un'istituzione finanziaria.
Quel qualcosa si chiama fiducia.
Ed è il rapporto che si crea.
E se la fiducia viene meno, le banche, così come oggi le conosciamo, non sono più indispensabili.
Oggi viviamo in un mondo quasi completamente dematerializzato.
Pensiamo ad esempio alle distanze geografiche.
Si sono accorciate talmente tanto da essere diventate impercettibili.
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Internet è entrato non solo nelle nostre vite, ma nelle nostre tasche.
E le ha cambiate per sempre.
Ricordate quando ad esempio fino a non molti anni fa dovevamo effettuare un'operazione in banca?
Viene l'incubo solo a pensarci, a dover effettuare l'acquisto di un biglietto di un treno.
Ecco, sono grandi innovazioni che hanno sotto una tecnologia che le fa girare.
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E quella tecnologia che sta cambiando radicalmente anche il mondo della finanza.
Una finanza che è diventata fintech.
L'incontro quasi impossibile tra queste due realtà, tra la finanza che è sempre stata oscura, lenta, burocratica, indecifrabile
e la tecnologia che seppur può sembrare un qualcosa fatto dai nerd nasce in realtà per aprire questo mondo,
per renderlo comprensibile, democratico.
E bè è un'unione che porta in sé una grande rivoluzione.
Nel nome del fintech la sfida non è più solo delle banche, anzi può servire per cambiarle dall'interno.
Non è più solo un qualcosa per enti, istituzioni, governi o per chi fa impresa.
È una grande opportunità per ciascuno di noi.