Atto Secondo, Scena VI
SCENA VI
Il Servitore colle ova, e detti .
Cavaliere - ( Al Servitore ) Un bicchierino al Marchese.
Marchese - Non tanto piccolo il bicchierino. Il Borgogna non è liquore. Per giudicarne bisogna beverne a sufficienza.
Servitore - Ecco le ova. ( Vuol metterle in tavola ).
Cavaliere - Non voglio altro.
Marchese - Che vivanda è quella?
Cavaliere - Ova.
Marchese - Non mi piacciono. ( Il servitore le porta via ).
Mirandolina - Signor Marchese, con licenza del signor Cavaliere, senta quell'intingoletto fatto colle mie mani. Marchese - Oh sì. Ehi. Una sedia. ( Il servitore gli reca una sedia e mette il bicchiere sulla sottocoppa ) Una forchetta.
Cavaliere - Via, recagli una posata. ( Il Servitore la va a prendere ).
Mirandolina - Signor Cavaliere, ora sto meglio. Me n'anderò. ( S'alza ). Marchese - Fatemi il piacere, restate ancora un poco.
Mirandolina - Ma signore, ho da attendere a' fatti miei; e poi il signor Cavaliere... Marchese - ( Al Cavaliere ) Vi contentate ch'ella resti ancora un poco? Cavaliere - Che volete da lei?
Marchese - Voglio farvi sentire un bicchierino di vin di Cipro che, da che siete al mondo, non avrete sentito il compagno. E ho piacere che Mirandolina lo senta e dica il suo parere.
Cavaliere - ( A Mirandolina ) Via, per compiacere il signor Marchese, restate.
Mirandolina - Il signor Marchese mi dispenserà.
Marchese - Non volete sentirlo?
Mirandolina - Un'altra volta, Eccellenza. Cavaliere - Via, restate.
Mirandolina - ( Al Cavaliere ) Me lo comanda?.
Cavaliere - Vi dico che restiate.
Mirandolina - Obbedisco. ( Siede ).
Cavaliere - (Mi obbliga sempre più).
Marchese - ( Mangiando ) Oh che roba! Oh che intingolo! Oh che odore! Oh che sapore!
Cavaliere - ( Piano a Mirandolina ) (Il Marchese avrà gelosia, che siate vicina a me).
Mirandolina - ( Piano al Cavaliere ) (Non m'importa di lui né poco, né molto). Cavaliere - ( Piano a Mirandolina ) (Siete anche voi nemica degli uomini? ).
Mirandolina - ( Come sopra ) (Come ella lo è delle donne).
Cavaliere - ( Come sopra ) (Queste mie nemiche si vanno vendicando di me).
Mirandolina - ( Come sopra ) (Come, signore? ).
Cavaliere - ( Come sopra ) (Eh! furba! Voi vedrete benissimo...).
Marchese - Amico, alla vostra salute. ( Beve il vino di Borgogna ).
Cavaliere - Ebbene? Come vi pare?
Marchese - Con vostra buona grazia, non val niente. Sentite il mio vin di Cipro.
Cavaliere - Ma dov'è questo vino di Cipro? Marchese - L'ho qui, l'ho portato con me, voglio che ce lo godiamo; ma! È di quello. Eccolo. ( Tira fuori una bottiglia assai piccola ).
Mirandolina - Per quel che vedo, signor Marchese, non vuole che il suo vino ci vada alla testa.
Marchese - Questo? Si beve a gocce, come lo spirito di melissa. Ehi? Li bicchierini. ( Apre la bottiglia ).
Servitore - ( porta dè bicchierini da vino di Cipro ).
Marchese - Eh, son troppo grandi. Non ne avete di più piccoli? ( Copre la bottiglia colla mano ).
Cavaliere - ( Al servitore ) Porta quei da rosolio.
Mirandolina - Io credo che basterebbe odorarlo.
Marchese - ( Lo annasa ) Uh caro! Ha un odor che consola.
Servitore - ( Porta tre bicchierini sulla sottocoppa ).
Marchese - ( Versa pian piano, e non empie li bicchierini, poi lo dispensa al Cavaliere, a Mirandolina, e l'altro per sé, turando bene la bottiglia. Bevendo ) Che nettare! Che ambrosia! Che manna distillata!
Cavaliere - ( A Mirandolina, piano ) (Che vi pare di questa porcheria? ).
Mirandolina - ( Al Cavaliere, piano ) (Lavature di fiaschi).
Marchese - ( Al Cavaliere ) Ah! Che dite?
Cavaliere - Buono, prezioso.
Marchese - Ah! Mirandolina, vi piace?
Mirandolina - Per me, signore, non posso dissimulare; non mi piace, lo trovo cattivo, e non posso dir che sia buono. Lodo chi sa fingere. Ma chi sa fingere in una cosa, saprà fingere nell'altre ancora. Cavaliere - (Costei mi dà un rimprovero; non capisco il perché).
Marchese - Mirandolina, voi di questa sorta di vini non ve ne intendete. Vi compatisco. Veramente il fazzoletto che vi ho donato, l'avete conosciuto e vi è piaciuto, ma il vin di Cipro non lo conoscete. ( Finisce di bere ).
Mirandolina - ( Al Cavaliere, piano ) (Sente come si vanta? ).
Cavaliere - ( A Mirandolina, piano ) (Io non farei così).
Mirandolina - ( Come sopra ) (Il di lei vanto sta nel disprezzare le donne).
Cavaliere - ( Come sopra ) (E il vostro nel vincere tutti gli uomini).
Mirandolina - ( Con vezzo al Cavaliere, piano ) (Tutti no).
Cavaliere - ( Con qualche passione, piano a Mirandolina ) (Tutti sì).
Marchese - ( Al Servitore, il quale glieli porta sopra una sottocoppa ) Ehi! Tre bicchierini politi.
Mirandolina - Per me non ne voglio più.
Marchese - No, no, non dubitate; non faccio per voi. ( Mette del vino di Cipro nei tre bicchierini ) Galantuomo, con licenza del vostro padrone, andate dal Conte d'Albafiorita, e ditegli per parte mia, forte, che tutti sentano, che lo prego di assaggiare un poco del mio vino di Cipro. Servitore - Sarà servita. (Questo non gli ubbriaca certo. ( Parte ).
Cavaliere - Marchese, voi siete assai generoso.
Marchese - Io? Domandatelo a Mirandolina.
Mirandolina - Oh certamente!
Marchese - ( A Mirandolina ) L'ha veduto il fazzoletto il Cavaliere? Mirandolina - Non lo ha ancora veduto.
Marchese - ( Al Cavaliere ) Lo vedrete. Questo poco di balsamo me lo salvo per questa sera. ( Ripone la bottiglia con un dito di vino avanzato ).
Mirandolina - Badi che non gli faccia male, signor Marchese.
Marchese - ( A Mirandolina ) Eh! Sapete che cosa mi fa male?
Mirandolina - Che cosa?
Marchese - I vostri begli ochhi.
Mirandolina - Davvero?
Marchese - Cavaliere mio, io sono innamorato di costei perdutamente.
Cavaliere - Me ne dispiace.
Marchese - Voi non avete mai provato amore per le donne. Oh, se lo provaste, compatireste ancora me.
Cavaliere - Sì, vi compatisco.
Marchese - E son geloso come una bestia. La lascio stare vicino a voi, perché so chi siete; per altro non lo soffrirei per centomila doppie.
Cavaliere - (Costui principia a seccarmi).