Italian Past Tenses PASSATO PROSSIMO and REMOTO in Conversation (quale scegliere?)
Ciao a tutti e bentornati sul mio canale! Allora, oggi parliamo di
come scegliere tra passato prossimo e passato remoto,
perché è l'argomento che voi avete votato nella sezione community del mio canale.
Quindi tenete d'occhio quella parte del mio canale, perché spesso pubblico dei sondaggi
per chiedere a voi quali lezioni volete vedere.
Questa bellissima linea temporale, che ho disegnato sulla mia lavagna, ci spiega un po'
come introdurre il discorso del passato prossimo e del passato remoto.
Generalmente, quando si distingue tra questi due tempi verbali passati,
si dice che il passato prossimo si usa per parlare di azioni vicine a noi nel presente, temporalmente parlando,
mentre il passato remoto si usa per parlare di azioni lontane da noi, sempre temporalmente parlando.
Vedete quindi che su questa linea temporale il passato prossimo è molto più vicino a me, che mi trovo nel presente,
rispetto al passato remoto, che invece è più lontano da me. I nomi stessi di questi tempi ce lo dicono:
passato prossimo, "prossimo" significa "vicino";
passato remoto, "remoto" significa "lontano".
Vedete che sotto ho scritto "imperfetto". Anche l'imperfetto è un tempo passato,
è un tempo descrittivo e quindi va a completare la funzione del passato prossimo e del passato remoto.
Quindi questi due tempi verbali li usiamo per parlare di azioni e di fatti, mentre l'imperfetto per descrivere situazioni ed eventi.
Si completano a vicenda e devo dire che la coppia passato prossimo-imperfetto viene più utilizzata nella lingua parlata,
mentre la coppia passato remoto-imperfetto viene più utilizzata allo scritto.
Ovviamente ci sono anche eccezioni di questo.
Però adesso noi non ci focalizziamo sulle eccezioni, perché la casistica è varia e variegata.
In questo video vorrei concentrarmi sull'uso di questi due tempi in quello che possiamo considerare un uso contemporaneo e standard dell'italiano.
Abbiamo parlato della vicinanza temporale degli eventi con la magnifica linea temporale sulla mia lavagna,
però è importante sottolineare anche la vicinanza emotiva ad un evento,
cioè quanto quell'evento è importante per il parlante,
perché un evento può anche essere lontano nel passato da me, ma se io lo sento vicino a me emotivamente, non sono costretta ad usare il passato remoto perché quell'evento è lontano nel tempo da me.
Quindi io posso comunque utilizzare un passato prossimo per
parlare di un evento molto lontano da me se io sento quell'evento emotivamente vicino a me.
Non si può dire però lo stesso del contrario:
sarebbe molto strano utilizzare il passato remoto per parlare di qualcosa che è successo il mese scorso o stamattina,
che emotivamente potrebbe anche essere lontano da me, però temporalmente è troppo vicino a me per giustificare un uso del passato remoto in questo senso.
Quindi il dubbio sostanzialmente se usare stato prossimo o il passato remoto, e quindi l'entrata in gioco del valore emotivo di quell'evento,
è rilevante nel momento in cui un'azione accade X anni fa, cioè quando si parla di "anni fa".
Quando parliamo di stamattina, ieri, cinque minuti fa, l'altro giorno, la settimana scorsa, ecc, dobbiamo usare il passato prossimo.
Quindi quando si comincia a parlare di "anni fa", per esempio
un'azione di cinque anni fa, un evento di cinque anni fa, è difficile dire se sia giusto o sbagliato
utilizzare il passato prossimo o il passato remoto,
perché dipende non solo dalla vicinanza temporale, ma anche dalla vicinanza emotiva del parlante.
Per esempio noi parliamo della nostra nascita al passato prossimo, giusto?
Quindi io dico "sono nata nel 1992", non dico "io nacqui nel 1992", perché sarebbe molto strano e io sono ancora qui.
Quindi dico "sono nata nel 1992" per due motivi: perché ovviamente sto parlando della mia nascita e quindi un evento
decisivo per me, no? Per la mia vita, quindi è emotivamente molto importante per me quell'evento.
Secondo punto, il risultato di quell'azione è ancora visibile oggi.
Quindi entra in gioco anche un'altra componente, che è quella delle conseguenze dell'azione.
Se quelle conseguenze sono ancora visibili nel presente, e ovviamente la mia nascita risale a più di vent'anni fa,
quindi vedete che non è più una questione temporale, ma è principalmente una questione emotiva.
Al contrario, se dico "Garibaldi nacque nel 1807" posso tranquillamente usare il passato remoto, perché sto parlando di un personaggio storico
e di un evento che accadde più di 200 anni fa, in questo caso il punto di vista temporale prevale su quello emotivo.
Questo ovviamente è un argomento molto interessante e molto più complesso, che io sto cercando di semplificare.
Spero di riuscirci, ma se voi volete approfondire questo aspetto,
io vi lascio dei link nella descrizione del video qui sotto che riportano a dei testi a delle spiegazioni dell'Accademia della Crusca, per esempio.
Facciamo un altro esempio: tre anni fa ho comprato la macchina;
tre anni fa comprai una macchina.
Nessuna di queste due frasi è sbagliata, sono entrambe corrette e fanno riferimento a due punti di vista diversi.
Semplicemente nel primo caso, tre anni fa ho comprato la macchina che ancora oggi guido. Quella macchina è ancora nella mia vita.
La conseguenza di quell'azione è ancora valida nel presente, quindi ha una sua componente emotiva, se vogliamo.
Anche perché è la macchina di chi parla, per quanto uno possa essere attaccato alla propria macchina.
Nel secondo esempio invece, tre anni fa comprai una macchina,
se io sento questa frase che cosa capisco? Capisco che tre anni fa questa persona comprò una macchina,
una macchina che non ha più nel presente, quindi quell'azione è semplicemente un azione nel passato e non ha alcun legame con il presente.
Posso anche dire "tre anni fa ho comprato la mia prima macchina",
in questo caso io non so se quella macchina c'è ancora o no nel presente, ma so - perché ha usato il passato prossimo - so che quell'evento è stato un evento importante nella vita di quella persona.
A volte oltre alla grammatica, oltre alle regole grammaticali, ci sono anche le emozioni dei parlanti e quindi è ovvio che i parlanti modellino la lingua sulle proprie emozioni.
Che cosa dobbiamo fare nel nostro caso? Italiano L2?
Dobbiamo assolutamente studiare il passato prossimo, perché è il principale tempo passato del discorso al passato in italiano.
Quindi il passato prossimo dobbiamo impararlo assolutamente, insieme all'imperfetto!
Per quanto riguarda lo studio del passato remoto, in un contesto di italiano l2, se siamo ad un livello B2 e oltre,
io direi che sarebbe utile avvicinarsi al passato remoto, ma non tanto per usarlo nella conversazione attiva,
semplicemente per riconoscerlo passivamente e capire passivamente quando si legge o si ascolta.
Detto tra noi, io sinceramente non uso molto il passato remoto quando parlo nella conversazione di tutti i giorni, devo essere onesta.
Il tempo che uso di più è il passato prossimo, alternato al trapassato prossimo e all'imperfetto, per quanto riguarda i tempi passati dell'indicativo.
Quindi io non mi sento di dirvi che dovete assolutamente studiare il passato remoto.
Però penso che sia utile conoscerlo e riconoscerlo per poter comprendere e capire quando si legge un libro, un romanzo e quando magari si ascolta qualcosa, un contenuto audio per esempio.
Questo è il mio punto di vista!
Spero di essere stata chiara, spero di non aver parlato troppo.
Se avete delle domande, lasciatele nei commenti qui sotto e farò del mio meglio per rispondere a tutti.
Allora, io vi ringrazio per aver guardato questo video,
spero che vi sia piaciuto e spero che vi sia utile e noi ci vediamo nel prossimo!
A presto, ciao!