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Yourcenar - Memorie di Adriano, 5. DISCIPLINA AUGUSTA (3)

5. DISCIPLINA AUGUSTA (3)

Gli affari ebraici andavano di male in peggio. A Gerusalemme, giungevano a compimento i lavori, malgrado violente opposizioni dei gruppi zeloti. Furono commessi alcuni errori, rimediabili in se stessi, ma di cui ben presto seppero profittare i mestatori. La Decima Legione di Spedizione ha per emblema un cinghiale; l'insegna fu affissa alle porte della città, com'è d'uso, e la plebaglia, poco avvezza ai simulacri dipinti o scolpiti di cui, da secoli, la tien priva una superstizione poco propizia ai progressi delle arti, prese quell'immagine per quella d'un porco e ravvisò in questo fatto insignificante un insulto ai costumi d'Israele. Le feste del Nuovo Anno ebraico, celebrate con grande frastuono di trombe e di corna di montone, davano luogo ogni anno a risse sanguinose; le nostre autorità vietarono la lettura pubblica d'un racconto leggendario, consacrato alle gesta d'una eroina ebrea, la quale, sotto falso nome, sarebbe divenuta la concubina d'un re di Persia, e avrebbe fatto massacrare ferocemente i nemici del popolo disprezzato e perseguitato donde proveniva. I rabbini riuscirono a leggere di notte quello che il governatore Tineo Rufo proibiva loro di leggere di giorno: quella storia feroce, nella quale Persiani ed Ebrei rivaleggiavano in atrocità, eccitava sino alla follia il furore nazionale degli Zeloti. Infine, sempre Tineo Rufo, uomo di grande prudenza, del resto, e non alieno da interesse per le favole e le tradizioni di Israele, decise di comminare anche per la circoncisione (pratica ebraica) le severe penalità della legge che di recente avevo promulgato contro l'evirazione; penalità volte soprattutto a reprimere le sevizie perpetrate contro giovani schiavi, per lucro o corruzione. Sperava di obliterare così uno di quei segni con i quali Israele pretende distinguersi dal resto del genere umano. Quando fui avvertito di tale misura, non mi resi conto del pericolo che essa comportava, dato che molti, tra gli Ebrei ricchi e illuminati che si incontrano ad Alessandria o a Roma, hanno cessato di sottomettere i figli a una pratica che li rende ridicoli nei bagni pubblici o nei ginnasi, e fanno del loro meglio per dissimularne le tracce su se stessi. Ignoravo sino a qual punto quei banchieri collezionisti di vasi mirrini differiscano dall'autentica Israele. L'ho detto: non c'era nulla di irreparabile; ma l'odio, il disprezzo, il rancore reciproco lo erano. In teoria, quella giudaica ha un posto tra le altre religioni dell'impero; ma, in realtà, da secoli Israele si rifiuta di essere un popolo tra gli altri, d'avere un dio tra gli déi. I Daci più selvaggi non ignorano che il loro Zalmosis si chiama Iuppiter a Roma; il Baal punico del monte Cassio s'è identificato facilmente col Padre che tiene la Vittoria in mano e da cui è nata la Saggezza; gli Egizi, pur tanto vani dei loro déi dieci volte secolari, consentono d'identificare in Osiris un Bacco dotato di attributi funerei; l'aspro Mitra sa di essere fratello di Apollo. Non v'è un altro popolo, all'infuori di Israele, così arrogante da pretendere di contenere la verità intera nei limiti angusti d'una sola concezione divina, insultando così la molteplicità del dio che tutto contiene; non v'è altro dio che abbia ispirato ai suoi fedeli disprezzo e odio per coloro che pregano ad are diverse. Tanto più tenevo a far di Gerusalemme una città come le altre, dove potessero coesistere in pace più culti e più razze; dimenticavo che, in ogni conflitto tra il fanatismo e il buon senso, è raro che quest'ultimo prevalga. L'apertura di scuole dove s'insegnava il greco scandalizzò il clero della vecchia città; il rabbino Giosuè, un uomo colto e simpatico, con il quale ad Atene avevo avuto parecchie conversazioni, ma che faceva di tutto per farsi perdonare dai concittadini la sua cultura straniera e i rapporti con noi, ordinò ai discepoli d'astenersi da quegli studi profani, salvo a trovare, per dedicarvela, un'ora che non appartenesse né al giorno né alla notte, dato che la Legge ebraica deve essere studiata giorno e notte. Ismaele, un membro importante del Sinedrio, che si riteneva un convertito alla causa di Roma, lasciò morire il nipote Ben Dama piuttosto che accettare i servigi del chirurgo greco che Tineo Rufo gli aveva inviato. Mentre a Tivoli si cercavano ancora i mezzi per conciliare gli animi senza aver l'aria di cedere alle pretese dei fanatici, in Oriente gli eventi precipitarono: a Gerusalemme riuscì un colpo di mano degli Zeloti. Un avventuriero uscito dalla feccia della plebe, chiamato Simone, che si faceva chiamare anche Bar-Kochba, o Figlio della Stella, in quella rivolta ebbe la funzione della fiaccola ricoperta di bitume, dello specchio ustorio. Non posso giudicare quel Simone se non per sentito dire; la sua faccia, l'ho vista una volta sola, il giorno in cui un centurione mi portò la sua testa mozza. Ma son disposto a riconoscergli quella parte di genio che ci vuol sempre per salire tanto presto in alto nelle cose umane; non ci s'impone così se non si possiede almeno qualche abilità, anche rozza. I Giudei moderati sono stati i primi ad accusare quel preteso Figlio della Stella di simonia o d'impostura: credo piuttosto che quello spirito incolto fosse di quelli che credono alle proprie menzogne, e che in lui il fanatismo andasse di pari passo con l'astuzia. Simone si fece passare per l'eroe sul quale il popolo ebreo conta da secoli per le sue ambizioni e i suoi odi; quel demagogo si proclamò Messia e re d'Israele. L'antico Akiba, al quale girava un po' la testa, tenne la briglia al cavallo di quell'avventuriero per le strade di Gerusalemme; il gran sacerdote Eleazar riconsacrò il tempio che dicevano contaminato da quando visitatori non circoncisi ne avevano varcato la soglia; depositi d'armi sotterrati da una ventina d'anni furono distribuiti ai ribelli dagli agenti del Figlio della Stella; lo stesso avvenne dei pezzi difettosi intenzionalmente fabbricati, da anni, nei nostri arsenali, da operai ebrei, e che la nostra intendenza respingeva. Gruppi di Zeloti attaccarono le guarnigioni romane isolate e massacrarono i nostri soldati con raffinatezze crudeli che richiamavano alla memoria gli episodi peggiori della rivolta ebraica sotto Traiano; infine, Gerusalemme cadde interamente nelle mani degli insorti e i quartieri nuovi di Aelia Capitolina presero fuoco come una torcia. I primi distaccamenti della Ventiduesima Legione Deiotariana, inviata d'urgenza dall'Egitto agli ordini del legato di Siria Publio Marcello, furono messi in rotta da bande dieci volte superiori per numero. La rivolta era ormai guerra, e guerra implacabile.

Due legioni, la Dodicesima Fulminatrice e la Sesta, la Legione di Ferro, immediatamente accorsero di rincalzo agli effettivi di stanza in Giudea; pochi mesi dopo, Giulio Severo, che un tempo aveva pacificato le regioni montuose della Britannia del Nord, assunse il comando delle operazioni militari; conduceva con sé alcuni esigui contingenti di ausiliari britannici avvezzi a combattere su terreni difficili. Le nostre truppe dall'equipaggiamento pesante, i nostri ufficiali, avvezzi alla formazione quadrata o alla falange delle battaglie predisposte, stentarono parecchio ad adattarsi a quella guerriglia fatta di scaramucce e di sorprese, e che, in aperta campagna, serbava una tecnica da sommossa. Simone, uomo notevole, a modo suo, aveva suddiviso i suoi partigiani in centinaia di squadre, in osservazione sulle creste dei monti, o imboscate al fondo delle caverne e delle cave abbandonate, o anche nascoste presso gli abitanti dei sobborghi formicolanti delle città. Severo non tardò a comprendere che questo nemico inafferrabile si poteva sterminare, ma non vincere; si rassegnò a una guerra d'usura. I contadini, resi fanatici o terrorizzati da Simone, sin dagli inizi fecero causa comune con gli Zeloti: ogni roccia divenne un bastione, ogni vigneto una trincea, ogni fattoria si dové prendere con la fame o conquistare d'assalto. Gerusalemme non fu ripresa che al principio del terzo anno, quando si constatò l'inutilità delle estreme negoziazioni; quelle zone della città giudaica che l'incendio di Tito aveva risparmiato furono ridotte in cenere. Severo s'era imposto di chiudere un occhio, per lungo tempo, sulla complicità flagrante delle altre grandi città; ma, divenute le fortezze estreme del nemico, esse furono attaccate più tardi e riconquistate a loro volta, strada per strada, rovina per rovina. In quei tempi di prove, il mio posto era al campo, in Giudea. Accordavo la fiducia più completa ai miei due luogotenenti, e appunto perciò era opportuno che mi trovassi sul posto anch'io per condividere la responsabilità delle decisioni da prendere: checché si facesse, si annunciavano atroci. Allo scadere della seconda estate di guerra, feci amaramente i miei preparativi; Euforione imballò ancora una volta gli oggetti necessari, un po' logorati dall'uso, che m'aveva fatto una volta un artigiano di Smirne, la cassa di libri e di carte, la statuetta d'avorio del Genio imperiale, la sua lampada d'argento; si era ai primi giorni dell'autunno, quando sbarcai a Sidone. La vita militare è la mia vocazione: non vi ho mai fatto ritorno senza essere ripagato dei sacrifici da certi compensi interiori; non rimpiango d'aver passato i due ultimi anni attivi della mia esistenza a dividere con le legioni l'asprezza, la desolazione della campagna di Palestina. Ero ridiventato l'uomo vestito di cuoio e di ferro, che trascura tutto ciò che non è l'immediato, sorretto dalle consuetudini semplici d'una vita dura; un po' più lento di prima a montare a cavallo o a scenderne, un po' più taciturno, forse più cupo, circondato come sempre (gli déi soli ne sanno il perchè) dalla devozione idolatra e fraterna al tempo stesso delle truppe. Durante quell'ultimo soggiorno alle armi, feci un incontro inestimabile: assunsi come aiutante di campo un giovane tribuno chiamato Celere, al quale mi affezionai molto. Tu lo conosci: non mi ha mai abbandonato. Ammiravo quel bel volto da Minerva con l'elmo in testa, ma per la verità, i sensi ebbero poca parte in questo affetto, quanta possono averne finché si è vivi. Ti raccomando Celere: ha tutte le qualità che si desiderano in un ufficiale subalterno; anzi, saranno proprio le sue virtù a impedirgli, finché vivrà, di passare in prima fila. Avevo trovato ancora una volta, in circostanze lievemente diverse dalle precedenti, uno di quegli esseri il cui destino è la dedizione: amare, servire. Da quando lo conosco, Celere non ha avuto un solo pensiero che non sia stato per il mio benessere o la mia sicurezza; mi appoggio ancora a questa solida spalla.

Al terzo anno di guerra, in primavera, l'esercito strinse d'assedio la cittadella di Betar, nido d'aquile dove Simone e i suoi seguaci resistettero per circa un anno alle lente torture della fame, della sete e dello sconforto e dove il Figlio della Stella vide perire i suoi fedeli, uno a uno, senza arrendersi. Il nostro esercito soffriva quasi quanto i ribelli: ritirandosi, questi avevano bruciato i frutteti, devastato i campi, sgozzato il bestiame, inquinato i pozzi gettandovi i nostri morti; quei metodi feroci erano orrendi, più ancora perché applicati a una terra naturalmente povera e già logorata sino all'osso da lunghi secoli di follie e di furori. L'estate fu calda e malsana: la febbre e la dissenteria decimarono le nostre truppe; continuava a regnare una disciplina mirabile tra quelle legioni costrette all'inazione e alla vigilanza nello stesso tempo; l'esercito, sottoposto a molestie e a malattie, era sostenuto da una specie di furore silenzioso che mi si comunicava. Il mio corpo non sopportava più come prima le fatiche d'una campagna, i giorni torridi, le notti gelide o soffocanti, il vento aspro, la polvere che stride tra i denti; mi accadeva di lasciare nella gamella il lardo e le lenticchie bollite del rancio, e restare digiuno. A estate inoltrata, fui tormentato da una tosse maligna; e non ero il solo. Nella mia corrispondenza col Senato, abolii la formula d'obbligo che figura in cima ai comunicati ufficiali: «L'imperatore e l'esercito stanno bene». Al contrario, l'imperatore e l'esercito erano pericolosamente stremati. Alla sera, dopo l'ultima conversazione con Severo, l'ultima udienza ai disertori, l'ultimo corriere da Roma, l'ultimo messaggio di Publio Marcello ch'era incaricato di rastrellare i dintorni di Gerusalemme, o di Rufo intento a riorganizzare Gaza, Euforione misurava con parsimonia l'acqua del mio bagno in una vasca di tela incatramata; mi stendevo sul letto; cercavo di pensare. Non lo nego: quella guerra di Giudea era uno dei miei insuccessi. I delitti di Simone, la follia di Akiba non erano opera mia, ma mi rimproveravo d'esser stato cieco a Gerusalemme, distratto ad Alessandria, impaziente a Roma. Non avevo saputo trovare le parole che avrebbero prevenuto, o almeno procrastinato quella crisi di furore d'un popolo: non avevo saputo essere al momento giusto abbastanza duttile o abbastanza rigoroso. D'altro canto, non v'era di che preoccuparsi, e ancor meno disperarsi, per noi: gli errori, le incomprensioni, erano solo nei nostri rapporti con Israele; altrove, raccoglievamo ovunque il frutto di sedici anni di generosità in Oriente. Simone aveva creduto di poter puntare su di una rivolta del mondo arabo simile a quella che aveva contrassegnato gli ultimi, foschi anni del regno di Traiano; più ancora, aveva osato far assegnamento sull'aiuto dei Parti. S'era ingannato, e questo errore di calcolo era la causa della sua lenta fine nella cittadella accerchiata di Betar; le tribù arabe si distaccavano dalla solidarietà con le comunità ebraiche, i Parti restavano fedeli ai trattati. Le sinagoghe delle grandi città siriache si mostravano esse pure indecise o tiepide; le più ardenti si contentavano d'inviare segretamente danaro agli Zeloti; la popolazione ebraica di Alessandria, pur così turbolenta, restava calma; l'ascesso giudaico rimaneva localizzato in quella regione arida che si estende tra il Giordano e il mare; quel dito ammalato si poteva cauterizzare o amputare senza pericolo. E tuttavia, in un certo senso, pareva che ricominciassero i cattivi giorni che avevano immediatamente preceduto il mio regno. Un giorno, Quieto aveva incendiato Cirene, giustiziato i notabili di Laodicea, s'era impossessato di Edessa in rovina... Il corriere serale m'informava che eravamo appena tornati a occupare quel cumulo di pietre dirute che io chiamavo Aelia Capitolina e che gli Ebrei chiamavano ancora Gerusalemme; avevamo incendiato Ascalon; s'era dovuto procedere a esecuzioni in massa dei ribelli di Gaza... Se sedici anni del regno d'un principe pacifista fervente davano come risultato la campagna di Palestina, erano ben poche le probabilità di pace del mondo per il futuro. Mi sollevavo sul gomito, mi sentivo a disagio nel mio lettuccio da campo. Certo, v'era qualche ebreo esente dal contagio zelota: persino a Gerusalemme, v'erano Farisei che sputavano al passaggio di Akiba, e trattavano da vecchio pazzo quel fanatico che gettava al vento i vantaggi concreti della pace romana, e gli gridavano che gli sarebbe cresciuta l'erba nella bocca prima che si potesse vedere sulla terra la vittoria d'Israele. Ma preferivo ancora i falsi profeti a quegli uomini d'ordine, che ci disprezzavano pur contando su di noi per proteggere dalle esazioni di Simone l'oro che avevano investito presso banchieri siriaci, o le loro tenute in Galilea. Pensavo ai disertori che, poche ore prima, s'erano seduti sotto la mia tenda, umili, dimessi, servili, ma sempre disposti in modo da voltar la schiena alla immagine del mio Genio. Il nostro miglior agente, Elia Ben-Abayad, il quale faceva l'informatore e la spia a favore di Roma, era giustamente disprezzato da entrambi i contendenti; era tuttavia l'uomo più intelligente del gruppo, uno spirito liberale, un cuore offeso, dilaniato tra l'amore per il suo popolo e la passione per la nostra letteratura e per noi; lui pure, in fondo, non pensava che a Israele. Giosuè Ben Kisma, che predicava la pacificazione, non era che un Akiba più pavido o più ipocrita; persino presso il rabbino Giosuè, che per tanto tempo era stato mio consigliere nelle faccende ebraiche, avevo sentito, sotto la versatilità e il desiderio di piacere, le differenze insormontabili, il punto ove due pensieri di specie diversa non s'incontrano se non per combattersi. I nostri territori si estendevano su centinaia di leghe, migliaia di stadi, al di là di quell'orizzonte arido di colline, ma la roccia di Betar costituiva la nostra frontiera; potevamo ben radere al suolo le mura massicce di quella cittadella dove Simone commetteva con frenesia il suicidio, ma non potevamo impedire a quella razza di dirci di no.

Una zanzara ronzava: Euforione, che si faceva vecchio, aveva trascurato di chiudere con attenzione le sottili tende di velo; libri, fogli gettati a terra frusciavano al vento basso che s'insinuava sotto la parete di tela. Mi sedevo sul letto, infilavo i calzari, cercavo a tastoni la tunica, il cinturone, la daga; uscivo per respirare l'aria della notte. Percorrevo le grandi strade regolari del campo, deserte nell'ora tarda, rischiarate come quelle delle città; alcune scolte mi salutavano solennemente al passaggio; costeggiando la baracca che serviva da ospedale, respiravo il lezzo dolciastro dei malati di dissenteria. Mi dirigevo verso la scarpata di terra che ci separava dal precipizio e dal nemico. Una sentinella marciava a lunghi passi regolari su quel sentiero di ronda, pericolosamente stagliata al lume di luna; in quell'andare su e giù, ravvisavo il moto d'un ingranaggio della macchina immensa di cui ero io il perno; mi commoveva un istante lo spettacolo di quella forma solitaria, di quella fiamma breve che ardeva nel petto d'un uomo, in mezzo a un mondo di pericoli. Una freccia sibilava, appena più importuna della zanzara che m'aveva disturbato sotto la tenda; appoggiavo i gomiti ai sacchi di sabbia del muro di cinta. Da qualche anno, mi si suppone in possesso di singolare chiaroveggenza, di sublimi segreti. E' tutto falso, non so nulla. Ma è pur vero che durante le notti di Betar ho visto sfilare sotto i miei occhi fantasmi inquietanti: le prospettive che si affacciavano allo spirito dall'alto di quelle colline spoglie erano meno maestose di quella del Gianicolo, meno dorate di quelle del Sunio; ne costituivano il rovescio, il nadir. Mi dicevo che è vano sperare, per Atene e per Roma, quell'eternità che non è accordata né agli uomini né alle cose, e che i più saggi tra noi negano persino agli déi. Quelle forme di vita complicate e sapienti, quelle civiltà adagiate nelle loro raffinatezze d'arte e di piacere, quella libertà dello spirito che s'informa e che giudica, dipendevano da circostanze innumerevoli e rare, da condizioni che era quasi impossibile provocare tutte simultaneamente e che non bisognava aspettarsi di vedere durare. Simone, lo avremmo annientato, Arriano avrebbe saputo proteggere la Siria dalle invasioni degli Alani. Ma altre orde sarebbero venute, altri falsi profeti, i nostri deboli sforzi per migliorare la condizione umana saranno continuati con scarso impegno dai nostri successori; il seme di errore e di morte che anche il bene contiene in sé crescerà mostruosamente nel corso dei secoli. Il mondo, stanco di noi, si cercherà nuovi padroni; quel che ci era parso saggio apparirà vano, quel che ci era parso bello apparirà orribile. Come l'iniziato mitriaco, forse anche l'umanità ha bisogno del bagno di sangue e di passare periodicamente nella fossa funebre. Vedevo tornare i codici feroci, gli déi implacabili, il dispotismo incontestato dei principi barbari, il mondo frantumato in Stati nemici, eternamente in preda al terrore. Altre sentinelle, minacciate da altri dardi, andranno su e giù di ronda nelle città future; il gioco stupido, osceno e crudele continuerà, e la specie umana invecchiando vi aggiungerà senza dubbio nuove raffinatezze d'orrore. La nostra epoca, di cui conoscevo meglio di chiunque altro le insufficienze e le tare, forse un giorno sarà considerata, per contrasto, come una delle età dell'oro dell'umanità.

«Natura deficit, fortuna mutatur, deus omnia cernit». La natura ci tradisce, la fortuna muta, un dio dall'alto guarda ogni cosa. Giocherellavo con un anello che avevo al dito, sul castone del quale, un giorno di sconforto, avevo fatto incidere queste poche, tristi parole; mi spingevo più oltre nella delusione, forse nella bestemmia: finivo per trovar naturale, se non giusto, dover perire. Le nostre lettere si esauriscono, le nostre arti cadono in letargo, Pancrate non è Omero, Arriano non è Senofonte; quando ho cercato d'immortalare nella pietra la forma di Antinoo, non ho trovato Prassitele. Dopo Aristotele e Archimede, le scienze segnano il passo; i nostri progressi tecnici non resisterebbero all'usura d'una lunga guerra; persino i gaudenti, da noi, si tediano della felicità. L'incivilimento dei costumi, il progresso delle idee durante l'ultimo secolo è opera d'una minoranza esigua di spiriti illuminati; la massa resta ignara, feroce quando può, sempre egoista e gretta, e si può scommettere fondatamente che tale resterà sempre. Troppi procuratori o pubblicani avidi, troppi senatori diffidenti, troppi centurioni brutali hanno compromesso in anticipo l'opera nostra; e agli imperi non è concesso più tempo che agli uomini per imparare, a spese dei propri errori. Là dove un tessitore rattopperebbe la sua tela, dove un calcolatore abile correggerebbe i suoi errori, dove l'artista ritoccherebbe il suo capolavoro ancora imperfetto o appena danneggiato, la natura preferisce ricominciare dall'argilla, dal caos; e questo sperpero è ciò che si chiama l'«ordine delle cose». Sollevai il capo; mi mossi per togliermi di dosso il torpore. Bagliori indefiniti arrossavano il cielo sopra la cittadella di Simone, manifestazioni inesplicate della vita notturna del nemico. Soffiava il vento dall'Egitto; una tromba di polvere passava, simile a uno spettro; i profili piatti delle colline mi ricordavano la catena arabica sotto la luna. Rientrai lentamente, coprendomi la bocca con un lembo del mantello, irritato contro me stesso per aver dedicato a sterili meditazioni sull'avvenire una notte che avrei potuto impiegare a predisporre i piani per l'indomani, o a dormire. Il crollo di Roma, se doveva avvenire, avrebbe interessato i miei successori; in quell'anno ottocentottantasette dell'era romana, il mio compito consisteva nel reprimere la rivolta in Giudea, nel far tornare dall'Oriente, senza troppe perdite, un esercito deluso. Nel traversare lo spiazzo, sdrucciolavo, a volte, nel sangue d'un ribelle giustiziato la sera innanzi. Mi coricai tutto vestito sul mio letto; due ore dopo, le trombe dell'alba mi destarono. Tutta la vita, ero vissuto d'amore e d'accordo col mio corpo; avevo implicitamente contato sulla sua docilità, sulla sua forza. Quest'intima alleanza cominciava ad allentarsi; il mio corpo cessava d'operare d'accordo con la mia volontà, col mio spirito, con quella che bisogna pure ch'io chiami, goffamente, la mia anima; il compagno intelligente d'un tempo, ormai non era più che uno schiavo riluttante alla fatica. Il mio corpo aveva paura di me: sentivo continuamente nel petto la presenza oscura della paura, una morsa che non era ancora dolore, ma il primo passo in quel senso.

5. DISCIPLINA AUGUSTA (3) 5. AUGUST DISCIPLINE (3) 5. DISCIPLINA DE AGOSTO (3)

Gli affari ebraici andavano di male in peggio. A Gerusalemme, giungevano a compimento i lavori, malgrado violente opposizioni dei gruppi zeloti. In Jerusalem, work was coming to completion, despite violent opposition from Zealot groups. Furono commessi alcuni errori, rimediabili in se stessi, ma di cui ben presto seppero profittare i mestatori. A number of mistakes were made, remediable in themselves, but soon profited from by the troublemakers. La Decima Legione di Spedizione ha per emblema un cinghiale; l'insegna fu affissa alle porte della città, com'è d'uso, e la plebaglia, poco avvezza ai simulacri dipinti o scolpiti di cui, da secoli, la tien priva una superstizione poco propizia ai progressi delle arti, prese quell'immagine per quella d'un porco e ravvisò in questo fatto insignificante un insulto ai costumi d'Israele. The Tenth Expeditionary Legion has for its emblem a boar; the insignia was affixed to the gates of the city, as is customary, and the rabble, unaccustomed to the painted or sculpted simulacra of which, for centuries, it has been deprived by a superstition little conducive to the progress of the arts, took that image for that of a swine and saw in this insignificant fact an insult to the customs of Israel. Le feste del Nuovo Anno ebraico, celebrate con grande frastuono di trombe e di corna di montone, davano luogo ogni anno a risse sanguinose; le nostre autorità vietarono la lettura pubblica d'un racconto leggendario, consacrato alle gesta d'una eroina ebrea, la quale, sotto falso nome, sarebbe divenuta la concubina d'un re di Persia, e avrebbe fatto massacrare ferocemente i nemici del popolo disprezzato e perseguitato donde proveniva. The Jewish New Year festivities, celebrated with great noise of trumpets and ram's horns, gave rise every year to bloody brawls; our authorities forbade the public reading of a legendary tale, consecrated to the deeds of a Jewish heroine, who, under a false name, was to become the concubine of a king of Persia, and was to have the enemies of the despised and persecuted people from whence she came fiercely slaughtered. I rabbini riuscirono a leggere di notte quello che il governatore Tineo Rufo proibiva loro di leggere di giorno: quella storia feroce, nella quale Persiani ed Ebrei rivaleggiavano in atrocità, eccitava sino alla follia il furore nazionale degli Zeloti. The rabbis were able to read by night what Governor Tineus Rufus forbade them to read by day: that fierce story, in which Persians and Jews rivaled each other in atrocities, excited to the point of madness the national fury of the Zealots. Infine, sempre Tineo Rufo, uomo di grande prudenza, del resto, e non alieno da interesse per le favole e le tradizioni di Israele, decise di comminare anche per la circoncisione (pratica ebraica) le severe penalità della legge che di recente avevo promulgato contro l'evirazione; penalità volte soprattutto a reprimere le sevizie perpetrate contro giovani schiavi, per lucro o corruzione. Finally, ever Tineus Rufus, a man of great prudence, for that matter, and not unalienated by interest in the fables and traditions of Israel, decided to impose even for circumcision (a Jewish practice) the severe penalties of the law I had recently enacted against emasculation; penalties aimed especially at suppressing the tortures perpetrated against young slaves, for profit or corruption. Sperava di obliterare così uno di quei segni con i quali Israele pretende distinguersi dal resto del genere umano. He hoped thus to obliterate one of those marks by which Israel claims to distinguish itself from the rest of humankind. Quando fui avvertito di tale misura, non mi resi conto del pericolo che essa comportava, dato che molti, tra gli Ebrei ricchi e illuminati che si incontrano ad Alessandria o a Roma, hanno cessato di sottomettere i figli a una pratica che li rende ridicoli nei bagni pubblici o nei ginnasi, e fanno del loro meglio per dissimularne le tracce su se stessi. When I was warned of such a measure, I did not realize the danger it entailed, since many among the wealthy and enlightened Jews one encounters in Alexandria or Rome have ceased to subject their children to a practice that makes them look ridiculous in public baths or gymnasiums, and do their best to conceal the traces of it about themselves. Ignoravo sino a qual punto quei banchieri collezionisti di vasi mirrini differiscano dall'autentica Israele. I was unaware to what extent those bankers who collect myrrh vessels differ from authentic Israel. L'ho detto: non c'era nulla di irreparabile; ma l'odio, il disprezzo, il rancore reciproco lo erano. I said it: there was nothing irreparable; but hatred, contempt, mutual resentment were. In teoria, quella giudaica ha un posto tra le altre religioni dell'impero; ma, in realtà, da secoli Israele si rifiuta di essere un popolo tra gli altri, d'avere un dio tra gli déi. In theory, the Jewish one has a place among the other religions of the empire; but, in reality, for centuries Israel has refused to be a people among others, to have a god among gods. I Daci più selvaggi non ignorano che il loro Zalmosis si chiama Iuppiter a Roma; il Baal punico del monte Cassio s'è identificato facilmente col Padre che tiene la Vittoria in mano e da cui è nata la Saggezza; gli Egizi, pur tanto vani dei loro déi dieci volte secolari, consentono d'identificare in Osiris un Bacco dotato di attributi funerei; l'aspro Mitra sa di essere fratello di Apollo. The wildest Dacians are not ignorant that their Zalmosis is called Iuppiter in Rome; the Punic Baal of Mount Cassius easily identified himself with the Father who holds Victory in his hand and from whom Wisdom was born; the Egyptians, though so vain of their tenfold secular gods, allow one to identify in Osiris a Bacchus endowed with funereal attributes; the rugged Mithras knows himself to be Apollo's brother. Non v'è un altro popolo, all'infuori di Israele, così arrogante da pretendere di contenere la verità intera nei limiti angusti d'una sola concezione divina, insultando così la molteplicità del dio che tutto contiene; non v'è altro dio che abbia ispirato ai suoi fedeli disprezzo e odio per coloro che pregano ad are diverse. There is no other people, other than Israel, so arrogant as to claim to contain the whole truth within the narrow limits of a single divine conception, thus insulting the multiplicity of the all-containing god; there is no other god who has inspired his faithful with contempt and hatred for those who pray at different altars. Tanto più tenevo a far di Gerusalemme una città come le altre, dove potessero coesistere in pace più culti e più razze; dimenticavo che, in ogni conflitto tra il fanatismo e il buon senso, è raro che quest'ultimo prevalga. All the more I cherished making Jerusalem a city like any other, where multiple cults and multiple races could coexist in peace; I forgot that in any conflict between fanaticism and common sense, it is rare for the latter to prevail. L'apertura di scuole dove s'insegnava il greco scandalizzò il clero della vecchia città; il rabbino Giosuè, un uomo colto e simpatico, con il quale ad Atene avevo avuto parecchie conversazioni, ma che faceva di tutto per farsi perdonare dai concittadini la sua cultura straniera e i rapporti con noi, ordinò ai discepoli d'astenersi da quegli studi profani, salvo a trovare, per dedicarvela, un'ora che non appartenesse né al giorno né alla notte, dato che la Legge ebraica deve essere studiata giorno e notte. The opening of schools where Greek was taught scandalized the clergy of the old city; Rabbi Joshua, an educated and sympathetic man, with whom I had had several conversations in Athens, but who was doing all he could to make himself forgiven by his fellow citizens for his foreign culture and dealings with us, ordered the disciples to abstain from those profane studies, except to find, in order to devote to it, an hour that belonged neither to the day nor to the night, since the Jewish Law must be studied day and night. Ismaele, un membro importante del Sinedrio, che si riteneva un convertito alla causa di Roma, lasciò morire il nipote Ben Dama piuttosto che accettare i servigi del chirurgo greco che Tineo Rufo gli aveva inviato. Ishmael, a prominent member of the Sanhedrin who considered himself a convert to the cause of Rome, let his nephew Ben Dama die rather than accept the services of the Greek surgeon Tineus Rufus had sent him. Mentre a Tivoli si cercavano ancora i mezzi per conciliare gli animi senza aver l'aria di cedere alle pretese dei fanatici, in Oriente gli eventi precipitarono: a Gerusalemme riuscì un colpo di mano degli Zeloti. While in Tivoli they were still searching for means to reconcile the tempers without looking as if they were giving in to the claims of the fanatics, in the East events precipitated: a coup d'état by the Zealots succeeded in Jerusalem. Un avventuriero uscito dalla feccia della plebe, chiamato Simone, che si faceva chiamare anche Bar-Kochba, o Figlio della Stella, in quella rivolta ebbe la funzione della fiaccola ricoperta di bitume, dello specchio ustorio. An adventurer who came out of the dregs of the plebs, named Simon, who also called himself Bar-Kochba, or Son of the Star, in that revolt had the function of the bitumen-covered torch, the burning mirror. Non posso giudicare quel Simone se non per sentito dire; la sua faccia, l'ho vista una volta sola, il giorno in cui un centurione mi portò la sua testa mozza. I cannot judge that Simon except by hearsay; his face, I saw only once, the day a centurion brought me his severed head. Ma son disposto a riconoscergli quella parte di genio che ci vuol sempre per salire tanto presto in alto nelle cose umane; non ci s'impone così se non si possiede almeno qualche abilità, anche rozza. But I am willing to give him credit for that part of genius that it always takes to rise so early in human affairs; one does not impose oneself in this way unless one possesses at least some skill, even crude skill. I Giudei moderati sono stati i primi ad accusare quel preteso Figlio della Stella di simonia o d'impostura: credo piuttosto che quello spirito incolto fosse di quelli che credono alle proprie menzogne, e che in lui il fanatismo andasse di pari passo con l'astuzia. The moderate Jews were the first to accuse that alleged Son of the Star of simony or imposture: rather, I believe that that uncultured spirit was of those who believe their own lies, and that in him fanaticism went hand in hand with cunning. Simone si fece passare per l'eroe sul quale il popolo ebreo conta da secoli per le sue ambizioni e i suoi odi; quel demagogo si proclamò Messia e re d'Israele. Simon made himself out to be the hero on whom the Jewish people have counted for centuries for their ambitions and hatreds; that demagogue proclaimed himself Messiah and king of Israel. L'antico Akiba, al quale girava un po' la testa, tenne la briglia al cavallo di quell'avventuriero per le strade di Gerusalemme; il gran sacerdote Eleazar riconsacrò il tempio che dicevano contaminato da quando visitatori non circoncisi ne avevano varcato la soglia; depositi d'armi sotterrati da una ventina d'anni furono distribuiti ai ribelli dagli agenti del Figlio della Stella; lo stesso avvenne dei pezzi difettosi intenzionalmente fabbricati, da anni, nei nostri arsenali, da operai ebrei, e che la nostra intendenza respingeva. The ancient Akiba, whose head was spinning a bit, held the bridle to that adventurer's horse through the streets of Jerusalem; the high priest Eleazar reconsecrated the temple they said had been defiled since uncircumcised visitors had crossed its threshold; deposits of weapons that had been buried for some twenty years were distributed to the rebels by the agents of the Son of the Star; the same happened to the defective pieces intentionally manufactured, for years, in our arsenals, by Jewish workmen, and which our stewardship rejected. Gruppi di Zeloti attaccarono le guarnigioni romane isolate e massacrarono i nostri soldati con raffinatezze crudeli che richiamavano alla memoria gli episodi peggiori della rivolta ebraica sotto Traiano; infine, Gerusalemme cadde interamente nelle mani degli insorti e i quartieri nuovi di Aelia Capitolina presero fuoco come una torcia. Groups of Zealots attacked the isolated Roman garrisons and slaughtered our soldiers with cruel refinements that recalled the worst episodes of the Jewish revolt under Trajan; finally, Jerusalem fell entirely into the hands of the insurgents and the new quarters of Aelia Capitolina caught fire like a flashlight. I primi distaccamenti della Ventiduesima Legione Deiotariana, inviata d'urgenza dall'Egitto agli ordini del legato di Siria Publio Marcello, furono messi in rotta da bande dieci volte superiori per numero. The first detachments of the Twenty-second Deiotarian Legion, sent urgently from Egypt under the orders of the Legate of Syria Publius Marcellus, were routed by bands ten times their number. La rivolta era ormai guerra, e guerra implacabile. The revolt was now war, and relentless war.

Due legioni, la Dodicesima Fulminatrice e la Sesta, la Legione di Ferro, immediatamente accorsero di rincalzo agli effettivi di stanza in Giudea; pochi mesi dopo, Giulio Severo, che un tempo aveva pacificato le regioni montuose della Britannia del Nord, assunse il comando delle operazioni militari; conduceva con sé alcuni esigui contingenti di ausiliari britannici avvezzi a combattere su terreni difficili. Two legions, the Twelfth Lightning and the Sixth, the Iron Legion, immediately rushed in to reinforce the forces stationed in Judea; a few months later, Julius Severus, who had once pacified the mountainous regions of northern Britain, assumed command of military operations; he led with him a few small contingents of British auxiliaries accustomed to fighting in difficult terrain. Le nostre truppe dall'equipaggiamento pesante, i nostri ufficiali, avvezzi alla formazione quadrata o alla falange delle battaglie predisposte, stentarono parecchio ad adattarsi a quella guerriglia fatta di scaramucce e di sorprese, e che, in aperta campagna, serbava una tecnica da sommossa. Our heavily-equipped troops, our officers, accustomed to the square formation or phalanx of prearranged battles, had a hard time adapting to that guerrilla warfare made up of skirmishes and surprises, and which, in open country, served a riot technique. Simone, uomo notevole, a modo suo, aveva suddiviso i suoi partigiani in centinaia di squadre, in osservazione sulle creste dei monti, o imboscate al fondo delle caverne e delle cave abbandonate, o anche nascoste presso gli abitanti dei sobborghi formicolanti delle città. Simon, a remarkable man in his own way, had divided his partisans into hundreds of squads, observing on mountain ridges, or ambushing at the bottom of abandoned caves and quarries, or even hiding among the inhabitants of the tingling suburbs of the cities. Severo non tardò a comprendere che questo nemico inafferrabile si poteva sterminare, ma non vincere; si rassegnò a una guerra d'usura. Severus was not slow to realize that this elusive enemy could be exterminated but not won; he resigned himself to a war of usury. I contadini, resi fanatici o terrorizzati da Simone, sin dagli inizi fecero causa comune con gli Zeloti: ogni roccia divenne un bastione, ogni vigneto una trincea, ogni fattoria si dové prendere con la fame o conquistare d'assalto. The peasants, made fanatical or terrified by Simon, from the beginning made common cause with the Zealots: every rock became a bastion, every vineyard a trench, every farm had to be starved or conquered by assault. Gerusalemme non fu ripresa che al principio del terzo anno, quando si constatò l'inutilità delle estreme negoziazioni; quelle zone della città giudaica che l'incendio di Tito aveva risparmiato furono ridotte in cenere. Jerusalem was not retaken until the beginning of the third year, when the futility of the extreme negotiations was seen; those parts of the Jewish city that Titus' fire had spared were reduced to ashes. Severo s'era imposto di chiudere un occhio, per lungo tempo, sulla complicità flagrante delle altre grandi città; ma, divenute le fortezze estreme del nemico, esse furono attaccate più tardi e riconquistate a loro volta, strada per strada, rovina per rovina. Severus had forced himself to turn a blind eye, for a long time, to the flagrant complicity of the other major cities; but, having become the extreme fortresses of the enemy, they were later attacked and recaptured in turn, street by street, ruin by ruin. In quei tempi di prove, il mio posto era al campo, in Giudea. In those trying times, my place was in the camp, in Judea. Accordavo la fiducia più completa ai miei due luogotenenti, e appunto perciò era opportuno che mi trovassi sul posto anch'io per condividere la responsabilità delle decisioni da prendere: checché si facesse, si annunciavano atroci. I accorded the most complete trust to my two lieutenants, and precisely for this reason it was appropriate for me to be on the spot myself to share the responsibility for the decisions to be made: whatever was to be done, they were announced to be atrocious. Allo scadere della seconda estate di guerra, feci amaramente i miei preparativi; Euforione imballò ancora una volta gli oggetti necessari, un po' logorati dall'uso, che m'aveva fatto una volta un artigiano di Smirne, la cassa di libri e di carte, la statuetta d'avorio del Genio imperiale, la sua lampada d'argento; si era ai primi giorni dell'autunno, quando sbarcai a Sidone. At the expiration of the second summer of the war, I bitterly made my preparations; Euphorion once again packed up the necessary items, somewhat worn out from use, which a craftsman from Smyrna had once made for me, the case of books and papers, the ivory statuette of the Imperial Genius, his silver lamp; it was in the early days of autumn, when I landed in Sidon. La vita militare è la mia vocazione: non vi ho mai fatto ritorno senza essere ripagato dei sacrifici da certi compensi interiori; non rimpiango d'aver passato i due ultimi anni attivi della mia esistenza a dividere con le legioni l'asprezza, la desolazione della campagna di Palestina. Military life is my vocation: I have never returned to it without being repaid the sacrifices by certain inner rewards; I do not regret having spent the last two active years of my existence sharing with the legions the harshness, the desolation of the Palestine campaign. Ero ridiventato l'uomo vestito di cuoio e di ferro, che trascura tutto ciò che non è l'immediato, sorretto dalle consuetudini semplici d'una vita dura; un po' più lento di prima a montare a cavallo o a scenderne, un po' più taciturno, forse più cupo, circondato come sempre (gli déi soli ne sanno il perchè) dalla devozione idolatra e fraterna al tempo stesso delle truppe. I had become again the man clad in leather and iron, neglecting all that is not the immediate, sustained by the simple customs of a hard life; a little slower than before to mount or dismount a horse, a little more taciturn, perhaps more somber, surrounded as always (the gods alone know why) by the idolatrous and fraternal devotion at the same time of the troops. Durante quell'ultimo soggiorno alle armi, feci un incontro inestimabile: assunsi come aiutante di campo un giovane tribuno chiamato Celere, al quale mi affezionai molto. During that last stay at arms, I made an invaluable encounter: I hired as aide-de-camp a young tribune named Celere, whom I became very fond of. ** Tu lo conosci: non mi ha mai abbandonato. You know him: he has never left me. Ammiravo quel bel volto da Minerva con l'elmo in testa, ma per la verità, i sensi ebbero poca parte in questo affetto, quanta possono averne finché si è vivi. I admired that beautiful Minerva-like face with the helmet on his head, but to tell the truth, the senses had little part in this affection, as much as they can have as long as one is alive. Ti raccomando Celere: ha tutte le qualità che si desiderano in un ufficiale subalterno; anzi, saranno proprio le sue virtù a impedirgli, finché vivrà, di passare in prima fila. I commend Celere to you: he has all the qualities one desires in a subordinate officer; indeed, it will be his very virtues that will prevent him, as long as he lives, from moving to the front rank. ** Avevo trovato ancora una volta, in circostanze lievemente diverse dalle precedenti, uno di quegli esseri il cui destino è la dedizione: amare, servire. I had found once again, under slightly different circumstances than before, one of those beings whose destiny is dedication: to love, to serve. Da quando lo conosco, Celere non ha avuto un solo pensiero che non sia stato per il mio benessere o la mia sicurezza; mi appoggio ancora a questa solida spalla. Since I have known him, Celere has not had a single thought that was not for my well-being or safety; I still lean on this solid shoulder.

Al terzo anno di guerra, in primavera, l'esercito strinse d'assedio la cittadella di Betar, nido d'aquile dove Simone e i suoi seguaci resistettero per circa un anno alle lente torture della fame, della sete e dello sconforto e dove il Figlio della Stella vide perire i suoi fedeli, uno a uno, senza arrendersi. In the third year of the war, in the spring, the army laid siege to the citadel of Betar, a nest of eagles where Simon and his followers endured the slow tortures of hunger, thirst and discouragement for about a year, and where the Son of the Star saw his faithful perish, one by one, without surrender. Il nostro esercito soffriva quasi quanto i ribelli: ritirandosi, questi avevano bruciato i frutteti, devastato i campi, sgozzato il bestiame, inquinato i pozzi gettandovi i nostri morti; quei metodi feroci erano orrendi, più ancora perché applicati a una terra naturalmente povera e già logorata sino all'osso da lunghi secoli di follie e di furori. Our army suffered almost as much as the rebels: by retreating, they had burned orchards, ravaged fields, slaughtered cattle, polluted wells by throwing our dead into them; those vicious methods were horrendous, more so because they were applied to a land that was naturally poor and already worn down to the bone by long centuries of folly and fury. L'estate fu calda e malsana: la febbre e la dissenteria decimarono le nostre truppe; continuava a regnare una disciplina mirabile tra quelle legioni costrette all'inazione e alla vigilanza nello stesso tempo; l'esercito, sottoposto a molestie e a malattie, era sostenuto da una specie di furore silenzioso che mi si comunicava. The summer was hot and unhealthy: fever and dysentery decimated our troops; admirable discipline continued to reign among those legions forced into inaction and vigilance at the same time; the army, subjected to harassment and disease, was sustained by a kind of silent fury that communicated itself to me. Il mio corpo non sopportava più come prima le fatiche d'una campagna, i giorni torridi, le notti gelide o soffocanti, il vento aspro, la polvere che stride tra i denti; mi accadeva di lasciare nella gamella il lardo e le lenticchie bollite del rancio, e restare digiuno. My body could no longer endure as before the toils of a campaign, the scorching days, the freezing or sweltering nights, the harsh wind, the dust screeching between my teeth; I happened to leave the lard and boiled lentils from the ration in the shank, and remain fasting. A estate inoltrata, fui tormentato da una tosse maligna; e non ero il solo. In late summer, I was plagued by a malignant cough; and I was not the only one. Nella mia corrispondenza col Senato, abolii la formula d'obbligo che figura in cima ai comunicati ufficiali: «L'imperatore e l'esercito stanno bene». In my correspondence with the Senate, I abolished the obligatory formula that appears at the top of official communiqués: "The emperor and the army are well." Al contrario, l'imperatore e l'esercito erano pericolosamente stremati. On the contrary, the emperor and the army were dangerously exhausted. ** Alla sera, dopo l'ultima conversazione con Severo, l'ultima udienza ai disertori, l'ultimo corriere da Roma, l'ultimo messaggio di Publio Marcello ch'era incaricato di rastrellare i dintorni di Gerusalemme, o di Rufo intento a riorganizzare Gaza, Euforione misurava con parsimonia l'acqua del mio bagno in una vasca di tela incatramata; mi stendevo sul letto; cercavo di pensare. In the evening, after the last conversation with Severus, the last hearing from the deserters, the last courier from Rome, the last message from Publius Marcellus who was in charge of combing the environs of Jerusalem, or from Rufus intent on reorganizing Gaza, Euphorion sparingly measured the water in my bath in a tarred canvas tub; I lay on the bed; I tried to think. Non lo nego: quella guerra di Giudea era uno dei miei insuccessi. I don't deny it: that Judean War was one of my failures. I delitti di Simone, la follia di Akiba non erano opera mia, ma mi rimproveravo d'esser stato cieco a Gerusalemme, distratto ad Alessandria, impaziente a Roma. Simon's crimes, Akiba's madness were not my doing, but I blamed myself for being blind in Jerusalem, distracted in Alexandria, impatient in Rome. Non avevo saputo trovare le parole che avrebbero prevenuto, o almeno procrastinato quella crisi di furore d'un popolo: non avevo saputo essere al momento giusto abbastanza duttile o abbastanza rigoroso. I had not known how to find the words that would have prevented, or at least procrastinated that crisis of fury of a people: I had not known how to be at the right moment ductile enough or rigorous enough. ** D'altro canto, non v'era di che preoccuparsi, e ancor meno disperarsi, per noi: gli errori, le incomprensioni, erano solo nei nostri rapporti con Israele; altrove, raccoglievamo ovunque il frutto di sedici anni di generosità in Oriente. On the other hand, there was no need to worry, much less despair, for us: the mistakes, the misunderstandings, were only in our relations with Israel; elsewhere, we were everywhere reaping the fruit of sixteen years of generosity in the East. Simone aveva creduto di poter puntare su di una rivolta del mondo arabo simile a quella che aveva contrassegnato gli ultimi, foschi anni del regno di Traiano; più ancora, aveva osato far assegnamento sull'aiuto dei Parti. Simon had believed that he could bank on an uprising of the Arab world similar to that which had marked the last, bleak years of Trajan's reign; more than that, he had dared to rely on the help of the Parthians. S'era ingannato, e questo errore di calcolo era la causa della sua lenta fine nella cittadella accerchiata di Betar; le tribù arabe si distaccavano dalla solidarietà con le comunità ebraiche, i Parti restavano fedeli ai trattati. He was deceived, and this miscalculation was the cause of his slow end in the encircled citadel of Betar; the Arab tribes broke away from solidarity with the Jewish communities, the Parthians remained loyal to treaties. Le sinagoghe delle grandi città siriache si mostravano esse pure indecise o tiepide; le più ardenti si contentavano d'inviare segretamente danaro agli Zeloti; la popolazione ebraica di Alessandria, pur così turbolenta, restava calma; l'ascesso giudaico rimaneva localizzato in quella regione arida che si estende tra il Giordano e il mare; quel dito ammalato si poteva cauterizzare o amputare senza pericolo. The synagogues of the great Syriac cities were themselves indecisive or lukewarm; the most ardent were content to secretly send money to the Zealots; the Jewish population of Alexandria, though so turbulent, remained calm; the Jewish abscess remained localized in that arid region that stretches between the Jordan and the sea; that diseased finger could be cauterized or amputated without danger. E tuttavia, in un certo senso, pareva che ricominciassero i cattivi giorni che avevano immediatamente preceduto il mio regno. And yet, in a way, it seemed that the bad days that had immediately preceded my reign were beginning again. Un giorno, Quieto aveva incendiato Cirene, giustiziato i notabili di Laodicea, s'era impossessato di Edessa in rovina... Il corriere serale m'informava che eravamo appena tornati a occupare quel cumulo di pietre dirute che io chiamavo Aelia Capitolina e che gli Ebrei chiamavano ancora Gerusalemme; avevamo incendiato Ascalon; s'era dovuto procedere a esecuzioni in massa dei ribelli di Gaza... Se sedici anni del regno d'un principe pacifista fervente davano come risultato la campagna di Palestina, erano ben poche le probabilità di pace del mondo per il futuro. One day, Quieto had set fire to Cyrene, executed the notables of Laodicea, taken possession of ruined Edessa.... The evening courier informed me that we had just returned to occupy that heap of ruined stones which I called Aelia Capitolina and which the Jews still called Jerusalem; we had burned Ascalon; mass executions of the rebels of Gaza had had to be carried out... If sixteen years of a fervent pacifist prince's reign resulted in the Palestine campaign, there was little chance of world peace in the future. Mi sollevavo sul gomito, mi sentivo a disagio nel mio lettuccio da campo. I was lifting myself up on my elbow, feeling uncomfortable in my camp bed. Certo, v'era qualche ebreo esente dal contagio zelota: persino a Gerusalemme, v'erano Farisei che sputavano al passaggio di Akiba, e trattavano da vecchio pazzo quel fanatico che gettava al vento i vantaggi concreti della pace romana, e gli gridavano che gli sarebbe cresciuta l'erba nella bocca prima che si potesse vedere sulla terra la vittoria d'Israele. Of course, there were a few Jews exempt from the Zealot contagion: even in Jerusalem, there were Pharisees who spat at the passage of Akiba, and treated as an old fool that fanatic who threw the concrete advantages of Roman peace to the wind, and shouted that grass would grow in his mouth before Israel's victory could be seen on earth. Ma preferivo ancora i falsi profeti a quegli uomini d'ordine, che ci disprezzavano pur contando su di noi per proteggere dalle esazioni di Simone l'oro che avevano investito presso banchieri siriaci, o le loro tenute in Galilea. But I still preferred the false prophets to those men of order, who despised us while counting on us to protect from Simon's exactions the gold they had invested with Syriac bankers, or their estates in Galilee. Pensavo ai disertori che, poche ore prima, s'erano seduti sotto la mia tenda, umili, dimessi, servili, ma sempre disposti in modo da voltar la schiena alla immagine del mio Genio. I thought of the deserters who, a few hours earlier, had sat under my tent, humble, resigned, subservient, but always willing to turn their backs on the image of my Genius. Il nostro miglior agente, Elia Ben-Abayad, il quale faceva l'informatore e la spia a favore di Roma, era giustamente disprezzato da entrambi i contendenti; era tuttavia l'uomo più intelligente del gruppo, uno spirito liberale, un cuore offeso, dilaniato tra l'amore per il suo popolo e la passione per la nostra letteratura e per noi; lui pure, in fondo, non pensava che a Israele. Our best agent, Elijah Ben-Abayad, who was an informer and spy for the benefit of Rome, was rightly despised by both contenders; he was, however, the most intelligent man in the group, a liberal spirit, an offended heart, torn between his love for his people and his passion for our literature and for us; he, too, after all, thought of nothing but Israel. Giosuè Ben Kisma, che predicava la pacificazione, non era che un Akiba più pavido o più ipocrita; persino presso il rabbino Giosuè, che per tanto tempo era stato mio consigliere nelle faccende ebraiche, avevo sentito, sotto la versatilità e il desiderio di piacere, le differenze insormontabili, il punto ove due pensieri di specie diversa non s'incontrano se non per combattersi. Joshua Ben Kisma, who preached appeasement, was but a more fearful or more hypocritical Akiba; even with Rabbi Joshua, who had been my advisor in Jewish affairs for so long, I had felt, underneath the versatility and desire to please, the insurmountable differences, the point where two thoughts of different species do not meet except to fight each other. I nostri territori si estendevano su centinaia di leghe, migliaia di stadi, al di là di quell'orizzonte arido di colline, ma la roccia di Betar costituiva la nostra frontiera; potevamo ben radere al suolo le mura massicce di quella cittadella dove Simone commetteva con frenesia il suicidio, ma non potevamo impedire a quella razza di dirci di no. Our territories stretched over hundreds of leagues, thousands of stadia, beyond that barren horizon of hills, but the rock of Betar constituted our frontier; we could well raze the massive walls of that citadel where Simon frantically committed suicide, but we could not stop that race from saying no to us. **

Una zanzara ronzava: Euforione, che si faceva vecchio, aveva trascurato di chiudere con attenzione le sottili tende di velo; libri, fogli gettati a terra frusciavano al vento basso che s'insinuava sotto la parete di tela. A mosquito was buzzing: Euphorion, who was getting old, had neglected to carefully close the thin veil curtains; books, papers thrown on the floor rustled in the low wind that crept under the canvas wall. Mi sedevo sul letto, infilavo i calzari, cercavo a tastoni la tunica, il cinturone, la daga; uscivo per respirare l'aria della notte. I would sit on the bed, put on my shoes, grope for my tunic, my belt, my dagger; I would go out to breathe in the night air. Percorrevo le grandi strade regolari del campo, deserte nell'ora tarda, rischiarate come quelle delle città; alcune scolte mi salutavano solennemente al passaggio; costeggiando la baracca che serviva da ospedale, respiravo il lezzo dolciastro dei malati di dissenteria. I walked along the large regular streets of the camp, deserted in the late hour, brightly lit like those in the cities; a few scullions greeted me solemnly as I passed; skirting the shack that served as a hospital, I breathed the sweetish stench of dysentery sufferers. Mi dirigevo verso la scarpata di terra che ci separava dal precipizio e dal nemico. I headed toward the escarpment of land that separated us from the precipice and the enemy. Una sentinella marciava a lunghi passi regolari su quel sentiero di ronda, pericolosamente stagliata al lume di luna; in quell'andare su e giù, ravvisavo il moto d'un ingranaggio della macchina immensa di cui ero io il perno; mi commoveva un istante lo spettacolo di quella forma solitaria, di quella fiamma breve che ardeva nel petto d'un uomo, in mezzo a un mondo di pericoli. A sentinel marched with long even steps on that patrol path, dangerously silhouetted in the moonlight; in that going up and down, I discerned the motion of a cog in the immense machine of which I was the pivot; I was moved for a moment by the spectacle of that solitary form, of that brief flame burning in a man's breast, in the midst of a world of danger. Una freccia sibilava, appena più importuna della zanzara che m'aveva disturbato sotto la tenda; appoggiavo i gomiti ai sacchi di sabbia del muro di cinta. An arrow hissed, barely more importunate than the mosquito that had disturbed me under the tent; I rested my elbows on the sandbags of the curtain wall. Da qualche anno, mi si suppone in possesso di singolare chiaroveggenza, di sublimi segreti. For some years now, I have been supposedly in possession of singular clairvoyance, of sublime secrets. E' tutto falso, non so nulla. It's all false, I don't know anything. Ma è pur vero che durante le notti di Betar ho visto sfilare sotto i miei occhi fantasmi inquietanti: le prospettive che si affacciavano allo spirito dall'alto di quelle colline spoglie erano meno maestose di quella del Gianicolo, meno dorate di quelle del Sunio; ne costituivano il rovescio, il nadir. But it is also true that during the nights of Betar I saw disturbing ghosts parading before my eyes: the perspectives that faced the spirit from the heights of those bare hills were less majestic than that of the Janiculum, less golden than those of the Sunio; they constituted its reverse, its nadir. Mi dicevo che è vano sperare, per Atene e per Roma, quell'eternità che non è accordata né agli uomini né alle cose, e che i più saggi tra noi negano persino agli déi. I told myself that it is vain to hope, for Athens and for Rome, that eternity which is accorded neither to men nor to things, and which the wisest among us deny even to the gods. Quelle forme di vita complicate e sapienti, quelle civiltà adagiate nelle loro raffinatezze d'arte e di piacere, quella libertà dello spirito che s'informa e che giudica, dipendevano da circostanze innumerevoli e rare, da condizioni che era quasi impossibile provocare tutte simultaneamente e che non bisognava aspettarsi di vedere durare. Those complicated and sapient forms of life, those civilizations resting in their refinements of art and pleasure, that freedom of the spirit that informs and judges, depended on innumerable and rare circumstances, on conditions that it was almost impossible to provoke all simultaneously and that one should not expect to see last. Simone, lo avremmo annientato, Arriano avrebbe saputo proteggere la Siria dalle invasioni degli Alani. Simon, we would have annihilated him, Arrian would have known how to protect Syria from the invasions of the Alans. Ma altre orde sarebbero venute, altri falsi profeti, i nostri deboli sforzi per migliorare la condizione umana saranno continuati con scarso impegno dai nostri successori; il seme di errore e di morte che anche il bene contiene in sé crescerà mostruosamente nel corso dei secoli. But other hordes would come, other false prophets, our feeble efforts to improve the human condition will be continued with little effort by our successors; the seed of error and death that even the good contains within itself will grow monstrously over the centuries. Il mondo, stanco di noi, si cercherà nuovi padroni; quel che ci era parso saggio apparirà vano, quel che ci era parso bello apparirà orribile. The world, tired of us, will seek new masters; what had seemed wise to us will appear vain, what had seemed beautiful will appear horrible. Come l'iniziato mitriaco, forse anche l'umanità ha bisogno del bagno di sangue e di passare periodicamente nella fossa funebre. Like the Mithriac initiate, perhaps humanity also needs the bloodbath and to periodically pass through the burial pit. Vedevo tornare i codici feroci, gli déi implacabili, il dispotismo incontestato dei principi barbari, il mondo frantumato in Stati nemici, eternamente in preda al terrore. I saw the fierce codes returning, the implacable gods, the uncontested despotism of barbaric princes, the world shattered into enemy states, eternally in the grip of terror. Altre sentinelle, minacciate da altri dardi, andranno su e giù di ronda nelle città future; il gioco stupido, osceno e crudele continuerà, e la specie umana invecchiando vi aggiungerà senza dubbio nuove raffinatezze d'orrore. More sentries, threatened by more darts, will go up and down on patrol in future cities; the stupid, obscene and cruel game will continue, and the aging human species will no doubt add new refinements of horror to it. La nostra epoca, di cui conoscevo meglio di chiunque altro le insufficienze e le tare, forse un giorno sarà considerata, per contrasto, come una delle età dell'oro dell'umanità. Our age, whose inadequacies and tares I knew better than anyone else, will perhaps one day be regarded, by contrast, as one of humanity's golden ages. **

«Natura deficit, fortuna mutatur, deus omnia cernit». "Natura deficit, fortuna mutatur, deus omnia cernit." La natura ci tradisce, la fortuna muta, un dio dall'alto guarda ogni cosa. Nature betrays us, fortune changes, a god from above watches everything. Giocherellavo con un anello che avevo al dito, sul castone del quale, un giorno di sconforto, avevo fatto incidere queste poche, tristi parole; mi spingevo più oltre nella delusione, forse nella bestemmia: finivo per trovar naturale, se non giusto, dover perire. I fiddled with a ring on my finger, on the bezel of which, one day of despondency, I had these few, sad words engraved; I went further into disappointment, perhaps into blasphemy: I ended up finding it natural, if not right, to have to perish. Le nostre lettere si esauriscono, le nostre arti cadono in letargo, Pancrate non è Omero, Arriano non è Senofonte; quando ho cercato d'immortalare nella pietra la forma di Antinoo, non ho trovato Prassitele. Our letters are exhausted, our arts fall into hibernation, Pancrates is not Homer, Arrian is not Xenophon; when I tried to immortalize in stone the form of Antinous, I did not find Praxiteles. Dopo Aristotele e Archimede, le scienze segnano il passo; i nostri progressi tecnici non resisterebbero all'usura d'una lunga guerra; persino i gaudenti, da noi, si tediano della felicità. After Aristotle and Archimedes, the sciences are marking time; our technical advances would not withstand the wear and tear of a long war; even the gaiety-minded, by us, are tedious about happiness. L'incivilimento dei costumi, il progresso delle idee durante l'ultimo secolo è opera d'una minoranza esigua di spiriti illuminati; la massa resta ignara, feroce quando può, sempre egoista e gretta, e si può scommettere fondatamente che tale resterà sempre. The civilization of customs, the progress of ideas during the last century is the work of a tiny minority of enlightened spirits; the mass remains oblivious, fierce when it can, always selfish and narrow-minded, and it can be fairly bet that it will always remain so. Troppi procuratori o pubblicani avidi, troppi senatori diffidenti, troppi centurioni brutali hanno compromesso in anticipo l'opera nostra; e agli imperi non è concesso più tempo che agli uomini per imparare, a spese dei propri errori. Too many greedy prosecutors or publicans, too many distrustful senators, too many brutal centurions have compromised our work in advance; and empires are given no more time than men to learn, at the expense of their own mistakes. Là dove un tessitore rattopperebbe la sua tela, dove un calcolatore abile correggerebbe i suoi errori, dove l'artista ritoccherebbe il suo capolavoro ancora imperfetto o appena danneggiato, la natura preferisce ricominciare dall'argilla, dal caos; e questo sperpero è ciò che si chiama l'«ordine delle cose». Where a weaver would patch his canvas, where a skilled calculator would correct his mistakes, where the artist would touch up his still imperfect or barely damaged masterpiece, nature prefers to start again from clay, from chaos; and this squandering is what is called the "order of things." Sollevai il capo; mi mossi per togliermi di dosso il torpore. I lifted my head; I moved to shake off the numbness. Bagliori indefiniti arrossavano il cielo sopra la cittadella di Simone, manifestazioni inesplicate della vita notturna del nemico. Indefinite glows reddened the sky above Simon's citadel, unexplained manifestations of the enemy's night life. Soffiava il vento dall'Egitto; una tromba di polvere passava, simile a uno spettro; i profili piatti delle colline mi ricordavano la catena arabica sotto la luna. The wind blew from Egypt; a trumpet of dust passed by, spectre-like; the flat contours of the hills reminded me of the Arabian chain under the moon. Rientrai lentamente, coprendomi la bocca con un lembo del mantello, irritato contro me stesso per aver dedicato a sterili meditazioni sull'avvenire una notte che avrei potuto impiegare a predisporre i piani per l'indomani, o a dormire. I reentered slowly, covering my mouth with a flap of my cloak, irritated against myself for devoting to sterile meditations on the future a night that I could have spent making plans for the next day, or sleeping. Il crollo di Roma, se doveva avvenire, avrebbe interessato i miei successori; in quell'anno ottocentottantasette dell'era romana, il mio compito consisteva nel reprimere la rivolta in Giudea, nel far tornare dall'Oriente, senza troppe perdite, un esercito deluso. The collapse of Rome, if it was to take place, would affect my successors; in that year eight hundred and eighty-seven of the Roman era, my task was to suppress the revolt in Judea, to bring back from the East, without too many losses, a disappointed army. Nel traversare lo spiazzo, sdrucciolavo, a volte, nel sangue d'un ribelle giustiziato la sera innanzi. In crossing the clearing, I would sometimes slip in the blood of a rebel executed the night before. Mi coricai tutto vestito sul mio letto; due ore dopo, le trombe dell'alba mi destarono. I lay down all dressed on my bed; two hours later, the trumpets of dawn aroused me. **Tutta la vita, ero vissuto d'amore e d'accordo col mio corpo; avevo implicitamente contato sulla sua docilità, sulla sua forza. All my life, I had lived in love and agreement with my body; I had implicitly counted on its docility, its strength. Quest'intima alleanza cominciava ad allentarsi; il mio corpo cessava d'operare d'accordo con la mia volontà, col mio spirito, con quella che bisogna pure ch'io chiami, goffamente, la mia anima; il compagno intelligente d'un tempo, ormai non era più che uno schiavo riluttante alla fatica. This intimate alliance was beginning to loosen; my body ceased to operate in accord with my will, with my spirit, with what I must also awkwardly call my soul; the once intelligent companion was now no more than a reluctant slave to toil. Il mio corpo aveva paura di me: sentivo continuamente nel petto la presenza oscura della paura, una morsa che non era ancora dolore, ma il primo passo in quel senso. My body was afraid of me: I continually felt the dark presence of fear in my chest, a grip that was not yet pain, but the first step in that direction. **