Episodio 7 - Il mare si allontana (3)
È successo anche ai due figli di una donna che non vi abbiamo mai nominato, poi anche lei assolta.
Ed è successo ai tre bambini di Federico Scotta: Elisa, Nick e Stella.
Flashback
Live Scotta: Quando siamo scesi giù nella saletta d'attesa non c'era più nulla. La macchina dell'Asl era già passata a portarseli via.
Live Pablo: E non li hai mai più visti?
Live Scotta: Da allora, no.
Live Elisa Scotta
Live Pablo: Tu da quant'è che non vedi tuo padre?
Live Elisa: Io mio padre non lo vedo da quando avevo tre anni...
Questa è Elisa Scotta.
Live Elisa: Allora, io mi ricordo benissimo la casa dove stavo, me la ricordo benissimo. E poi dopo… mi ricordo mio fratello, me lo ricordo… e poi… basta!
Elisa oggi ha 23 anni, i suoi occhi sono proprio come li descrivono i verbali, verdi e leggermente a mandorla.
Ci ha chiesto di non dire altro su di lei.
Possiamo solo aggiungere che è una ragazza molto in gamba e molto matura per la sua età.
L'abbiamo trovata su Facebook, e fin da subito si è mostrata molto interessata a ricostruire la sua storia, di cui non ha ricordi, perché quando sono stati allontanati lei e il suo fratellino erano troppo piccoli.
Di suo padre Federico non sa, e non vuole sapere nulla.
Live Elisa: … per me è indifferente, cioè a me non mi cambia… io indietro non ci torno, e avanti non lo voglio. Per me rimane lì… non posso dire di ritenerlo tra virgolette ‘padre'… perché non lo è stato. Io non ho avuto niente, e niente voglio! Cioè... può essere innocente come non lo può essere… ci ha fatto dividere, dopo tutto quello che è successo siamo stati divisi tutti… io non ho più un rapporto né con mio fratello, né con mia sorella… sei stato tu!
Elisa però non prova rancore solo nei confronti del padre, ma è anche profondamente arrabbiata con il Tribunale dei Minori e con i Servizi Sociali.
Live Elisa: Io vorrei sapere il perché, dopo che ci hanno allontanati, i fratelli, non ci hanno mai tenuto in contatto… Non ho mai avuto un contatto, per esempio, con mio fratello, con mia sorella...
Elisa ha cercato per tutta la vita Nick e Stella, ma non li hai mai trovati, non conosceva i loro nuovi nomi, né le città in cui sono stati trasferiti. Abbiamo voluto aiutarla. Non possiamo raccontarvi i dettagli, ma dopo molte ricerche, in un paese poco lontano abbiamo trovato un ragazzo, con la stessa data di nascita e gli stessi occhi a mandorla che dovrebbe avere suo fratello Nick.
Appena ha visto una sua foto, Elisa non ha avuto dubbi. Un istinto quasi primordiale le ha detto che era proprio lui.
Live Elisa: È una cosa strana che si prova eh… tanta gioia!
Elisa ha subito contattato Nick.
Live Elisa: E lui mi ha risposto “Guarda, mi fa piacere aver trovato la mia sorella di sangue… però io la mia vita ce l'ho, i miei genitori ce li ho, le mie sorelle ce le ho… e non voglio trasformare la mia vita, cambiarla, perchè adesso entri tu.” (piange)... Non mi mancano i genitori, a me mancano loro, cioè non me ne frega niente dei genitori, io voglio avere un rapporto con loro, e basta...
Live Pablo: Con i tuoi fratelli?
Live Elisa: Sì… perché comunque noi non abbiamo fatto niente per meritarci questo...
Le stesse paure e gli stessi rancori che tengono lontani i figli dai loro genitori, creano un abisso anche fra fratelli e sorelle, separati da bambini, senza motivo.
Nessuno vuole più soffrire per questa storia... è un capitolo chiuso.
Live Lorena/Scotta
Live Pablo: Lorena, perché non vai tu dai tuoi figli? Che cos'è che ti frena?
Live Lorena: Bhe… non voglio procurare loro delle altre sofferenze ecco… Io mi chiedo: ma loro hanno bisogno di vedermi, hanno bisogno di incontrarmi?
Live Pablo: Ma ti viene ogni tanto la tentazione?
Live Scotta: Ebbè sì... L'avrei voluto fare ma… non... la paura di essere, come posso dire, giudicato per la quindicesima volta, m'ha fermato parecchio… perché comunque, sai, è brutto sentirsi dire da un figlio “non ti voglio più vedere”… o “chi sei… non sei mio padre, sei quello che mi ha fatto del male, quello che mi doveva proteggere e tu non c'eri”. Ma lei non sa gli sforzi che sono stati fatti...
Abbiamo chiamato il PM incaricato dell'epoca, Andrea Claudiani. Volevamo sentire la versione dell'accusa su questa storia. Ma ci ha detto che non parla con la stampa.
Purtroppo, anche la maggior parte dei professionisti dell'ASL di Mirandola che in quegli anni hanno lavorato al caso, non ci ha voluto parlare.
Ma uno di loro, inaspettatamente, ci ha aperto la porta di casa.
Si tratta di Marcello Burgoni, all'epoca a capo dei Servizi Sociali. Burgoni era il responsabile di Valeria Donati e delle sue colleghe, ed è stato proprio lui a validare tutte le loro relazioni riguardanti i bambini.
Live Pablo: Come mai tutti i bambini che sono passati dal vostro servizio sociale hanno fatto questi racconti così strani?
Live Burgoni: È una domanda a cui ho pensato tante volte, e a cui non sono mai riuscito a dare una risposta…
Live Pablo: Come non è mai riusc… cioè… Lei crede veramente che ci siano stati questi rituali nei cimiteri? Lei crede che siano avvenuti?
Live Burgoni: Non lo so… io non lo so… non ho idea, ecco...
Live Pablo: Avete portato via i figli a una donna, 4 bambini, perché un'altra bambina diceva che venivano portati nei cimiteri, e lei oggi, a distanza di vent'anni, mi dice “non lo so”?
Live Burgoni: No, attenzione, il bambino diceva di avere avuto degli abusi in ambito familiare, e successivamente veniva allontanato, non prima...
Live Pablo: No, questo no, Burgoni, mi scusi, io le carte le ho lette e non è andata assolutamente così. I bambini venivano portati via, e in seguito
affermavano di essere stati abusati...
Live Burgoni: No… no, no, no...
Live Pablo: Ma come no? Lei sa benissimo che non è così, succedeva l'esatto opposto!
Burgoni, visibilmente a disagio, comincia a tirarsi indietro. Non vuole continuare l'intervista.
Live Burgoni: Chiudiamo… la chiudiamo perché non... mi sembra che non ci siano le condizioni per potere… la storia è stata costruita e ricostruita dai processi ed è quella, e non può essere diversamente, perché la verità è quella lì.
Live Pablo: Lei crede che la metodologia che i suoi psicologi hanno applicato fosse una metodologia corretta?
Live Burgoni: Per i tempi di allora era una metodologia corretta… nel senso che erano le prime esperienze...
Live Pablo: E quindi potreste aver sbagliato?
Live Burgoni: Nessuno è infallibile… Nessuno è infallibile…
Live Pablo: Qui ci sono delle famiglie che sono state disgregate. Ci sono dei bambini, dei fratellini, i fratelli Scotta, le faccio un esempio su tutti, che non si sono mai più rivisti… la stessa cosa è successa in altri casi. Come mai è successo questo, Burgoni?
Live Burgoni: Non… non sono disponibile ad andare avanti…
Live Pablo: Ci sono dei genitori che non hanno più rivisto i loro figli...
Live Burgoni: Questa non è mica una minaccia, un ricatto nei miei confronti?
Live Pablo: Che cosa?
Live Burgoni: Quello che lei mi ha detto adesso...
Live Pablo: Che ci sono dei genitori che non hanno più rivisto i figli?
Live Burgoni: Sì
L'ex responsabile dei Servizi Sociali di Mirandola non dice più nulla, e mi accompagna alla porta.
Live Pablo: Le chiedo l'ultima cosa, e poi me ne vado. Lei è sicuro, in cuor suo, di non avere rovinato dei bambini?
Silenzio…
… serratura che si chiude
Dario li ricorda gli incontri presso i Servizi Sociali, quando a sette anni lo tenevano in una stanza per ore, mentre veniva tartassato di domande anche quando non rispondeva e continuava a giocare.
Live Dario: E comunque quella gente lì dopo… non gli va mica bene che tu ti fai i cazzi tuoi… “Che è successo, racconta, torna indietro, cerca di ricordare”... Magari, capito, hanno veramente messo dentro della gente di cui nessuno
ha mai parlato. Solo perché magari uno ti dice “uno pelato, con i baffi” così, cioè lo vai a prendere e lo sbatti dentro.
Ammette che alla fine dei colloqui era disposto a raccontare qualsiasi cosa, a tirare fuori qualsiasi nome, pur di andare via da lì. Avremmo voluto chiedergli molte altre cose, ma non ci è stato possibile.
Dopo il nostro incontro, su quella stradina sterrata, ha passato una notte intera a mandarci mail e messaggi su Whatsapp. Voleva capire di più. Era quasi euforico.
Finalmente aveva trovato qualcuno a cui sottoporre i dubbi che lo assillavano.
Sembrava sollevato di non doversi sentire più in colpa per crimini che non aveva mai commesso.
Ma poi, per un giorno intero, è sparito.
Ed è ricomparso con un messaggio dal tono completamente diverso: “Prova ad avvicinarti ancora a casa mia e a rompere il cazzo ai miei familiari, e vedi cosa ti aspetta… sta fuori dalla mia vita e da quella delle persone che mi stanno attorno, se non vuoi problemi con i carabinieri”. Si era convinto, all'improvviso, che Alessia ed io fossimo fantasmi provenienti dal passato. Persone che lo volevano perseguitare. Che volevano fargli del male.
Abbiamo provato a farlo ragionare, ma non c'è stato verso.
Era meglio lasciarlo in pace.
Siamo poi stati contattati da suo fratello Matteo, che ci ha spiegato come fosse stata la loro madre affidataria a terrorizzare Dario, una volta venuta a conoscenza del nostro incontro.
Questo atteggiamento paranoico e iper-protettivo, che la signora Tonini sembra aver avuto fin da quando le è stato affidato, è uno degli elementi ricorrenti nei casi simili a questo in tutto il mondo.
Una madre iper apprensiva…
Live Tonini: Chiamo le forze dell'ordine… non aggiunga niente… davvero… Che interpreta in maniera negativa i racconti del bambino, anche quando si tratta di scherzi che suo fratello naturale Igor fa alla sorella Barbara sotto le coperte.
Flashback
Live Barbara: … ma non è mai successo che lui abusasse di me, assolutamente no.
Igor: … io a mia sorella ho fatto solo il solletico...
E delle psicologhe che credono alla donna e iniziano a scavare.
Tra i video che abbiamo trovato nella soffitta di Oddina ce n'era anche uno di Dario. Il suo primo colloquio con il Giudice per le Indagini Preliminari.
In questo incontro il bambino ha pronunciato le parole che diventeranno le fondamenta di tutti i processi che hanno segnato questa storia.
L'audio di questo VHS è molto rovinato, perciò vi aiuteremo noi.
11 luglio 1997.
Dario dice: “Domani vado al mare”
Live Dario: Domani vado al mare…
“Dove vai al mare?”
Live giudice: Dove vai la mare?
“Sul Gargano”
Live Dario: Sul Gargano...
Il bambino è contento, perché sta per partire per le vacanze.
Il giudice gli chiede: “Ci siamo? Possiamo cominciare?”
Live giudice: Ci siamo? Possiamo cominciare?
E la psicologa aggiunge: “C'hai il mare in testa?”
Live psicologa: … c'hai il mare in testa?
Dario è piccolo, si distrae molto facilmente e ha la mente altrove. Parla dei
cuccioli che ha appena partorito la sua gatta.
Live Dario: Sai che la mia gatta che si chiama Luna, ha fatto dei cuccioli...
Live giudice: Ma va?
Live Dario: … che ha portato via...
Per i giudici e le psicologhe è difficile riportare la sua attenzione sul tema del colloquio. Perciò gli ricordano che più perde tempo, e più “il mare si allontana”.
Live giudice: Guarda che il mare si allontana, eh…
Dario chiede: “Quando ho finito tutto, vado subito via?” E il giudice e la
psicologa: “subito via!”
Dario: Quando ho finito tutto, vado subito via?
Live giudice / psicologa: Subito via, vai al mare...
Ma il giudice lo incalza. Prima deve parlare.
“Più sei veloce a raccontare, più il mare si avvicina, sai?”
Live giudice: Più sei veloce a raccontare, più il mare si avvicina, sai?
Dario però mostra segni di stanchezza, loro cercano di incoraggiarlo facendogli delle carezze sulla schiena, e il giudice gli chiede se voglia stare un po' in braccio a Valeria Donati: “Vuoi stare in braccio alla Valeria?”.