×

我們使用cookies幫助改善LingQ。通過流覽本網站,表示你同意我們的 cookie 政策.

image

Conversazioni d'autore, Combattere la povertà L'Italia dalla Social card al Covid-19

Combattere la povertà L'Italia dalla Social card al Covid-19

la

buongiorno buongiorno a tutti

saluto subito Cristiano Gori con

di nuovo a tutti noi che ci da

la la terza, la casa editrice

La Terza che ringrazio per

questa occasione Cristiano Gori

è professore ordinario di

politica sociale presso

l'Università di Trento ed è

stato l'ideatore dell'Alleanza

contro la povertà eh in Italia

di cui è stato coordinatore eh

scientifico eh fino all'anno

scorso, fino al duemila e

cinquecento e due. E voglio

partire da questo libro che la

terza appena pubblicato eh

la povertà l'Italia dalla social

card al covid eh diciannove e

buongiorno Cristiano ci diamo

del tuo per una golsuetudine.

Certo buongiorno a te e agli

ascoltatori. Allora il primo

il primo punto su questo su

questa lotta alla povertà eh è

che mh il tuo libro lo lo

racconta molto bene eh non

ostante sia considerato uno dei

dei problemi del nostro tempo

anche in Italia in realtà eh la

questione povertà sul piano

politico squisitamente politico

ehm che eh mirano a ridurre la

povertà qualcuno infelicemente

disse abbiamo eliminato la

povertà l'anno scorso diciamo a

ridurre la povertà ecco in

realtà questa questa lotta che

si muove su un piano legislativo

dei strumenti è piuttosto

recente nel nostro paese c'è

una storia che parte dagli anni

eh che sono presiedute da

personaggi importanti del del

della nostra società civile e

della politica eh della della

Repubblica da Ermanno Corrieri

a Pier Carniti ma ehm solo

recentemente si è messo a tema

la priorità come anche azione

politica di combattere la

povertà perché le culture

politiche tradizionali da quella

socialista a anche quella

cattolica ehm avevano un'idea

diversa la povertà si limita e

si combatte ad esempio non nella

sfera politica cultura

cattolica o addirittura veniva

negata come problema perché

dentro una più generale

ehm si ha deciso innanzitutto

eh di fare con con noi questo

excursus anche storico per poi

arrivare a chiederti perché

invece dopo eh il duemila e

otto, duemila e nove anche in

Italia finalmente diventa eh

questione ehm realizzare degli

strumenti che limitino e

combattano la povertà. Beh,

come tu hai detto le diciamo di

una serie di commissioni

governative che si sono

realizzate negli anni ottanta.

Quindi è un cammino molto lungo

ci sono commissioni governative

una via l'altra, una serie e

però c'è un solo momento della

politica prima di questa fase

nella quale la povertà ottiene

un po' di attenzione che è il

primo governo Prodi dal novantasei

al duemilauno e segnatamente

grazie all'opera del ministro

di politica per far passare una

sperimentazione di una politica

contro la povertà però eh anche

in quel momento la povertà era

la priorità di una personalità

politica non del governo e

quindi anche questa stagione è

passata senza lasciare diciamo

risultati duraturi per quanto

abbia aperto delle strade e

questi risultati duratori eh li

abbiamo solo a partire dal

millenovecentodiciassette

mille dal duemiladiciassette

mille dal rei reddito di

inclusione da centro sinistra e

poi sostituito nel duemiladiciannove

dal reto di cittadinanza. Ora

bisogna dire che l'Italia è

stata l'ultimo paese in Europa

insieme alla Grecia a introdurre

una misura nazionale contro la

povertà. In Spagna è stata

introdotta negli anni novanta per

dire un paese simile al nostro.

In Francia negli anni ottanta. E

secondo me dobbiamo anche

ricordarci che molti dei problemi

che viviamo oggi con sul reto di

cittadinanza e sul rei prima sono

riferiti solo al fatto che

abbiamo realizzato la cosa

giusta al momento sbagliato. E

l'ora che c'è un capitolo che si

intitola. Eh sì perché questo è

fondamentale perché se tu

introduci una misura contro la

povertà quando la povertà sta

esplodendo tu non sei per niente

pronto vuoi rispondere a tutti

è chiaro che è anche nel migliore

dei mondi possibili è

complicato. Sospetto che questa

cosa delle cose giuste nel

momento sbagliato valga anche

per altri aspetti delle politiche

pubbliche italiane però per

capire le difficoltà di oggi

uno si può chiedere ma perché

fino al 2017 no? Io vedrei alcuni

motivi. Ok uno può dire dagli anni

80 fino alla grande crisi del 2007

2008 il tema della disuguaglianza

della redistribuzione era

marginale a livello internazionale.

Questo è vero però non mi basta

perché negli altri paesi si era

agito quindi non era solo questo.

Io vedo tre motivi legati alla

realtà italiana. Il primo che mi

intrestisce molto ma è così è che

la povertà dalla fine della seconda

guerra mondiale fino all'inizio

della grande crisi del 2007 2008 è

stata al di là della sua quantità le

persone colpite erano i soliti noti

erano famiglie numerose meridionali

senza lavoro. Non era un fenomeno come

diventato dopo trasversale a tutta la

società. Questo è un punto fondamentale

era rivolta ai soliti noti e quindi

anche fare una politica contro la

povertà non voleva dire fare una

politica nazionale, voleva dire fare una

politica territoriale su un territorio

che io purtroppo evidentemente molte

delle classi dirigenti pensavano che in

qualche modo queste famiglie se la

cavavano lo stesso. Quindi questo è un

aspetto la povertà dei soliti noti. Il

secondo aspetto tu l'hai già accennato

sono le culture politiche. Non

dimentichiamoci che qua metto insieme

le due culture politiche diciamo

tradizionalmente più sensibili al welfare

che sono la cattolica e la sinistra. I

cattolici fino all'arrivo di Papa

Francesco 2013 a livello nazionale fanno

politica solo sui temi così detti

eticamente sensibili. Nascita, morte e

configurazione giuridica della famiglia.

Questo è un input della conferenza

episcopale cioè a livello di

territorio e poi della povertà si

occuperà la cosiddetta assistenza

privata di cui la carita se vuoi è il

baluardo fuori dal perimetro pubblico.

Sotto questo profilo Papa Francesco è

stato dirompente perché ha come dire

ridisegnato l'agenda ha detto da adesso

si fa politica, le questioni etiche

rimangono ma da adesso i cattolici a

livello nazionale fanno politica sulla

giustizia sociale.

E l'altro aspetto è la cultura di

sinistra che fino a poco tempo fa era

una cultura che secondo la quale valeva

l'equivalenza cittadinanza sociale uguale

cittadinanza lavoristica. Quindi il

perimetro del welfare era ridotto ai

lavoratori. I lavoratori di oggi quindi

gli interventi appunto le cassa

integrazione, tutti gli interventi a

tutela dei lavoratori e i lavoratori di

ieri i pensionati. E qui però così

vediamo anche come mai sia passati, come

mai il tema acquista ad un certo punto

interessa. Cambia la cultura politica

cattolica. La sinistra e anche i sindacati

sviluppano una riflessione per cui

molto banalmente questo approccio è

sempre meno aderente alla realtà della

società. Perché proteggendo chi ha un

lavoro, tipicamente poi la sinistra

proteggeva chi ha un insider, chi ha un

lavoro un po' più stabile, proteggeva

effette sempre più piccole della società.

E quindi se tu vuoi dare voce alla

società devi allargare lo sguardo.

Questo è la più distante delle culture

politiche. L'altro aspetto che secondo me

è stato decisivo.

Ah sì scusami, la terza cosa è stata la

mancanza delle lobby dei poveri. Ma perché

è questo? Perché è questo? Perché io la

dico così. L'Italia è notoriamente un

paese dove i decisori sono

particolarmente sensibili ai gruppi di

pressione. Che siano di destra o di

sinistra, cioè io dico sempre ai miei

studenti che un presidente del consiglio

in Gran Bretagna ha la possibilità di

vedere le sue decisioni attuate molto

più facilmente di un presidente del

consiglio in Italia. Questa è storia. E

allora nel paese dei gruppi di

pressione è bene che anche i poveri

abbiano un gruppo di pressione.

Sembra quasi un paradosso. E però per

definizione i poveri stessi hanno

difficoltà a organizzarsi perché non

sono i pensionati, perché hanno bassi

livelli culturali quindi non votano, poi

la povertà è un fenomeno temporaneo.

Quindi i poveri al massimo protestano ma

non riescono e quindi ci vuole qualcuno

che lo organizzi per loro. Quindi le

cause erano povertà dei soliti noti,

culture politiche che non

prendevano in considerazione il tema e

assenza di lobby dei poveri.

Molto interessante.

Aggiungerei su quel primo governo Prodi

sicuramente la commissione presieduta da

Fabrizio Nofri sulla riforma del welfare

che aveva dato già delle chiavi

interessanti inattuate per due decenni

anche questo va detto e rispetto a

quanto dicevi adesso sulla questione

dei poveri

diciamo che credo che

l'inizio del secolo scorso era

cominciato con l'idea che la

democrazia fosse quello strumento che

avrebbe permesso a tutti di andare verso

l'uguaglianza ed è stato anche così

perché è esattamente quello che è

successo nel nostro paese sicuramente

nella prima fase della storia

repubblicana. Poi negli anni ottanta

questa regola della democrazia si è

quasi invertita quando si cominciò a

parlare di società dei due terzi, il

terzo escluso e il terzo escluso non

aveva appunto più lo strumento del

welfare e delle istituzioni

democratiche per far sentire la sua voce

quindi oggi veniamo oggi cosa

intendiamo per povertà? Ecco questa dal

punto di vista anche economico ma anche

sociale e ti chiederei di sviluppare

questo ragionamento non soltanto su una

questione diciamo quantitativa cioè le

soglie di reddito ma anche qualitativa

cioè il genere eh la le generazioni eh i

nuovi italiani che non hanno

cittadinanza e soltanto per accennare

alcune questioni e per per dire come da

questo punto si parte e si va ad

affrontare tutte le le più gravi

disparità del nostro paese che che non

è più soltanto quella classica

tradizionale territoriale nord-sud

allora noi con povertà intendiamo quella

che l'istat definisce povertà assoluta

vuol dire l'istat calcola dei panieri

cioè un insieme di beni che tu devi

avere per campare decentemente cioè un

un'alimentazione con un certo tasso

di prodotto boteico poterti comprare

due vestiti all'anno poter i biglietti

dei mezzi pubblici ovviamente la casa e

in base a questo stabilisce delle soglie

che cambiano nei diversi territori di

povertà e oggi sono in povertà assoluta

il sette virgola sette per cento degli

individui italiani ora il punto tu dici

eh non è solo una questione di qualità

ed è vero perché nel duemila nel

duemila sette i poveri assoluti erano

il tre virgola tre per cento quindi

siamo comunque a più del doppio dal tre

virgola tre per cento al sette virgola

sette per cento ma la novità di questo

decennio rispetto a tutto il periodo

post seconda guerra mondiale è stata

che la povertà ha rotto gli argini cioè

se prima era limitata ad alcuni segmenti

sociali oggi rimane in quei segmenti

ma diventa numericamente significativa

anche negli altri in quelli che una volta

non è sicuro e ti faccio qualche esempio

uno l'abbiamo detto nord nord sud è vero

che la povertà è ancora maggiore al sud

ma la maggiore crescita di povertà si è

avuta nel nord e sai inizia a passare da

percentuali finché i poveri sono il due

per cento della popolazione sono gli

ultimi se iniziano a diventare il sei e

mezzo per cento non sono più gli ultimi

l'altra è tutto questo sistema

istenziale garantito dal volontariato

dalla caritas e da altre associazioni

perché l'AI che non regge più un numero

ma infatti ma infatti questo è anche uno

dei motivi del perché sono cambiate le

cose perché a tutti i vertici nazionali

dai territori sono arrivati dei segnali

noi non ce la facciamo più a tutte le

associazioni

l'altra cosa che mi colpisce sempre sai

qual è è che fino al 2008 se tu avevi un

occupato in famiglia risalvo oggi la

metà delle famiglie povere ha una persona

occupata al suo interno

dopodiché è chiaro che le famiglie di

nuovo le famiglie senza occupati sono

ancora hanno ancora dei tassi di povertà

più alte ma lo sfondamento è tra quelle

con occupati e questo ti dice qualcosa

sulla precarizzazione del mercato del

lavoro eccetera

il terzo aspetto è la famosa soglia la

regola dei due figli

cioè tu fino storicamente in italia fino

al secondo figlio hai un tasso la tua

famiglia un tasso di povertà inferiore

alla media nazionale

il passaggio al terzo ti incrementa

nettamente le probabilità di essere

povero

questa regola è saltata oggi già le

famiglie con un figlio hanno una

probabilità di essere povere superiore

alla media nazionale

dopodiché di nuovo quelle con tre figli

ce l'hanno ancora maggiore però

e dentro questo c'è dentro questa

rottura dell'argine c'è un elemento

trasversale che sono le generazioni

e per quanto oggi sembra incredibile

fino ad ancora nel 2008 gli anziani erano

la parte della popolazione con maggiori

tassi di povertà

oggi gli anziani sono l'unico gruppo

sociale che non ha avuto un incremento di

tassi di povertà negli ultimi 15 anni

quindi mentre la povertà è

cresciuta a dismisura in tutte le altre

fasce di età sino ad arrivare

a questa famosa regola inversa che è un

po' inquietante che è minore la tua età

maggiore la probabilità di essere povero

cioè il tasso di povertà è il più alto

possibile tra i 0-17 anni cioè i minori

poi diminuisce sino ad arrivare a essere

il più basso tra i 65 più

però quindi tu oggi metti insieme tutto

tu oggi hai una società dove se escludi

gli ultra 65 anni o le famiglie con almeno

un ultra 65 anni

la povertà arriva trasversalmente ovunque

quindi questo non è un problema

e a livello percettivo devi anche contare

un altro elemento che negli ultimi 15 anni

c'è stata una diminuzione del reddito

medio italiano

quindi da una parte tu hai la povertà

che taglia trasversalmente quindi io che

vivo nel nord mi inizia a venire l'ansia

perché persone che io conosco intorno a me

stanno crollando in povertà per corsi

di impoverimento strano da una parte

quindi povertà trasversale

dall'altra parte tante persone che sono

poco sopra la soglia vedono le loro

condizioni peggiorare

e questo crea un'ansia sociale

e quindi questi elementi al di là

diciamo della dimensione quantitativa

e questa è la dimensione qualitativa

collocata nel contesto sociale

che secondo me è fondamentale per spiegare

anche la rilevanza politica

ottenuta dalla povertà

e naturalmente il contesto di questo

drammatico anno 2020

sul quale poi arriviamo

perché stiamo vivendo

stiamo vivendo un anno di parti acque

e quindi ovviamente vorrei chiederti

come tutto questo si abbatterà

su questi numeri che sono sconcertanti

e sconvolgenti

è un'altra piramide sociale rovesciata

un paese in cui gli anziani

vedono comunque salvaguardata

il loro reddito

il loro ruolo

e quindi non ci mancherebbe

ma la parte dinamica della società

invece rischia addirittura di arretrare

quello che si è detto anche

a volte come stereotipo

come luogo comune

cioè la generazione successiva

sarà la prima che non ha

gli stessi livelli di attesa

di miglioramento della vita

delle generazioni precedenti

ecco che tu l'hai

in poche sintetiche

osservazioni

hai dimostrato

quanto sia vero

anche questo luogo comune

vorrei arrivare

sempre seguendo un filo

quasi cronologico

che è anche un po' il tuo libro

alla nascita dell'alleanza

contro la povertà

di cui sei stato uno dei protagonisti

ma più in generale

a questa

che tu chiamavi

l'idea di organizzazione di lobby

dei poveri

che sono due termini

quasi uno simulo

perché le lobby sono sempre ricche

potenti

molto influenti

fanno campagne comunicative

entrano nei ministeri indisturbate

nelle commissioni parlamentari

mentre invece sappiamo

che i poveri sono esattamente

nella situazione opposta

quindi perché fare una lobby dei poveri

e poi come è stata costruita

l'alleanza che è un'altra parola

importante perché

le alleanze e l'alleanza

sono

le forme anche organizzative

che si sono date le reti

di associazioni che si occupavano

di esclusione sociale

di disuguaglianza e di povertà

come nasce

io intorno al 2009

mi facevo una semplice domanda

ma come mai se tutti

da 30 anni sono d'accordo

su cosa fare contro la povertà

perché ormai era chiaro

che ci voleva un cosiddetto reddito minimo

come mai se tutti sono d'accordo

su cosa fare contro la povertà

questo non viene fatto

la domanda era semplicemente questa

e ho pensato che uno strumento

per cambiare questo potesse essere

migliorare la pressione politica

a favore dei poveri

o costruire una coalizione larga

che includesse le principali associazioni

comuni, regioni e sindacali

ovviamente poi

le idee devono trovare delle persone

sulle cui gambe camminare

e io ho avuto la fortuna di trovare

i vertici di allora

della Caritas e delle Acli

che l'hanno costruita con me

qual era il punto fondante

il punto fondante

era

competenze e pressione

pressione

era fare

la Danza contro la povertà ha fatto

advocacy paccata

ma dura come dico io, paccati nei toni

e affilati nei contenuti

insistente

infatti alle volte la gente

diceva ma questi cosa vogliono

questi per che credono di essere

quindi da una parte

fare lobby

insistente, dall'altra parte

i contenuti

non è un pallino da professore, le tecniche

come leva per rendere

gli ideali concreti

e mi ha fatto una proposta dettagliatissima

che si chiamava RAIS, Reddito di Inclusione Sociale

che poi in gran parte è stata ripresa nel

RAI come dice il nome stesso

ci avevo messo anni

a costruirla

e alla fine ha svolto la funzione

di quella che in Inghilterra, nei paesi anglosassoni

si chiama il libro bianco

cioè il documento di partenza dal quale

cominciano di solito le discussioni parlamentari

su una legge

quindi i due assi sono

unire le forze

e usare

le tecniche

e la tecnica, la competenza

come strumento di potere

poi ovviamente

devi anche trovare qualcuno che ti riconosce

e noi abbiamo avuto la fortuna di trovarlo

però insomma i punti focali sono stati questi due

Ecco, poi c'è stato

è una storia

ne parlavamo prima

di cominciare il nostro collegamento

è una storia

la storia del rapporto col mondo della politica

perché chiamiamolo con il suo nome

il mondo della politica, le politiche pubbliche

quindi il governo, i partiti

il Parlamento

è una storia non lineare

è una storia

che prevede momenti

di ascolto

e momenti di chiusura

momenti diciamolo pure

di vittorie

la conquista del re

e la vittoria

e momenti di sconfitte

o momenti in cui

invece viene meno l'interlocuzione

nel tuo libro

racconti come

quando nel 2018

il primo governo Conte

la maggioranza giallo-verde

il Movimento 5 Stelle Lega

accelera

su un punto fondamentale del programma

elettorale del Movimento 5 Stelle

cioè il reddito di cittadinanza

c'è una fortissima accelerazione

quindi una spinta politica

notevole

non è un punto qualsiasi del programma

ma è il primo punto

ma a questo non corrisponde

un'interlocuzione

con quelle forze

a partire dall'alleanza

che avevano speso

gli anni precedenti proprio in tecniche

competenze e anche nella costruzione

di un'interlocuzione positiva

col mondo della politica

ci puoi raccontare questo passaggio

e poi cos'è successo

in che situazione ci troviamo oggi

poi arriveremo

agli strumenti

il dibattito di queste ore

guarda io questo passaggio

te lo sintetizzo c'è nel libro

è una mattinata

in cui sono stato raggelato

perché io stavo parlando con un autorevolissimo

consulente di Di Maio

che stava costruendo il reddito di cittadinanza

gli raccontavo la nostra storia

e io gli dissi

noi siamo la lobby dei poveri

in Italia

e lui mi rispose

sì voi siete la lobby dei poveri

ma noi siamo il partito dei poveri

e io pensai colpito e affondato

e questo è vero

cioè tecnicamente

è il punto della politica

non un settore

poi diciamo perché

però insomma tecnicamente

il Movimento 5 Stelle

è stato il primo partito che ha messo

la povertà come priorità

quindi era vero

e poi

però se vuoi spieghiamo

perché c'è qualcosa sotto questo

loro sono partiti

velo molto velocemente per fare questa misura

e formalmente

non hanno ascoltato nessuno

e questo se vuoi

è da classico, è da manuale

di forza populista dove io

uso populismo in senso tecnico

non affatto negativo

la forza populista per definizione ha un rapporto

diretto col popolo

come sempre

poi però le cose accadono nel mondo reale

e quindi per esempio

mentre i vertici politici

del Movimento 5 Stelle

tenevano questa linea

quindi non si parla con nessuno

noi siamo i tecnici del Movimento 5 Stelle

invece hanno rivelato su alcuni temi

una capacità d'ascolto interessante

sia nei confronti dell'alleanza

che nei confronti dei dirigenti del ministero

eccetera

quindi poi se tu guardi c'è tutta una parte

la cosiddetta parte sociale

del REI che all'inizio loro volevano

smontare nel dichiarato

tutta la parte dei servizi sociali

perché volevano concentrare solo sulle politiche

del lavoro e che invece è stata

mantenuta intatta

quindi questo è... ma la domanda è

ma come mai

questa è una domanda che mi ha sempre ci ha messo un po' a capire

come mai il Movimento 5 Stelle

dava così forza al reddito di cittadinanza

questo spiega anche perché dopo è diventato

un problema, perché nella loro proposta

il reddito di cittadinanza

non era solo una misura contro la povertà

erano tre cose

era una misura

contro il rischio di povertà

perché era una misura che non era rivolta solo

al 7,5% dei poveri

ma al 15% della popolazione

quindi e poi

era una misura anche per i poveri

e poi era una misura che risolveva i problemi

occupazionali

perché diceva voi con questa misura

non troverete lavoro

capisci che è potentissimo

perché a questo punto

in un colpo solo

questo diventa l'elemento salvifico

per tutta

appunto il terzo, quasi il terzo

la parte debole della società

e secondo me

se tu guardi il reddito di cittadinanza

solo come la misura per gli ultimi non ti spieghi

il rilievo ma loro

e loro questa roba io parlando con loro ce l'avranno proprio

se la vedi così come una misura

di risolvere sia povertà che disoccupazione

capisci che è la cosa

che salva la società italiana

ecco

vai

no

sono assolutamente d'accordo

sicuramente è stata la leva

anche del successo

elettorale 2018

un 32%

con punte elevatissime

nelle regioni

per molti paesi

ad esempio

quelle che l'Istat ci dice sono le zone

più povere ma anche

una risposta

a un impoverimento o una sensazione

di impoverimento di un ceto medio

più vasto, più ampio

ma adesso la domanda è

insomma che giudizio

si può dare sul reddito di cittadinanza

a questo punto a quasi due anni

dall'approvazione

e

nel mezzo di un dibattito

politico che riguarda anche

una sua riforma

è un dibattito

che in questa maggioranza

dove il PD ha il posto

della Lega

è in pieno svolgimento

io prima ti propongo

una chiave che è quella che usa nel libro

dichiarando che io ho un conflitto di interesse

perché per quanto sempre coinvolto

sono stato più coinvolto nel REI

diciamo, diciamo

il giudizio di tutti gli studiosi

è che il reddito di cittadinanza

finalmente ha un finanziamento adeguato

quindi

molto più adeguato del REI

per dare un'idea il reddito di cittadinanza

prevede a regime 8 miliardi

il REI del centrosinistra 2.7

però il REI è meglio disegnato

disegna le risposte

meglio del reddito di cittadinanza

e quindi sembrerebbe che

non c'è alternativa in Italia

o hai una misura

molto finanziata

e non ben disegnata

oppure hai una misura

ben disegnata ma poco finanziata

e questo

dove ti porta?

è il conflitto tra riformisti e populisti

perché secondo me

il reddito di cittadinanza è la vera politica

populista introdotta in Italia

ed è da manuale questo

il populista

non sa leggere meglio degli altri

il sentire popolare

ma poi

di solito non ha gli strumenti

per rispondere in maniera adeguata

quindi raccoglie tutti i soldi

ma poi disegna male le risposte

il riformista

avrebbe le competenze per rispondere in maniera adeguata

in questo caso il centrosinistra

ma non sa leggere le esigenze sociali

e quindi finanzia il REI meno

e per arrivare a quei 2 miliardi

e 7 non ti dico

quindi se questa secondo me è la chiave

che però

però sai

questa distinzione che fai

è anche molto

giusta

ma adesso che diciamo le 2 forze

stanno insieme

non so se si può

definire il PD compiutamente riformista

e il Movimento 5 Stelle

tutto populista

prendiamolo con grande schematismo

adesso quindi cosa dovrebbero fare?

beh adesso intanto sono chiamati

a fare due cose che proprio esistenzialmente

hanno difficoltà a fare

cioè il PD dovrebbe riconoscere

che è la verità che per quanto mal disegnato

per fortuna che durante il COVID

c'era il reto di cittadinanza

perché per quanto fatto male

il reto di cittadinanza raggiunge

1.100.000 famiglie

il REI nel momento migliore 350.000

quindi questo

io lo dico sempre, disegnato male

tutto quello che vuoi ma per fortuna che c'era

quindi il PD dovrebbe riconoscere

che per fortuna

c'è stato questo stanziamento

e il 5 Stelle dovrebbe riconoscere

che il reto di cittadinanza ha alcuni evidenti

limiti di disegno

al momento mi pare che né l'uno né l'altro

riescano a fare

questo passaggio anche perché

questo è

insomma

e questo qua parlo anche come tecnico

la speranza di noi tecnici è che nei prossimi mesi ci possa essere

un momento diciamo

di riflessione tecnica

che non sia troppo contaminato dalle scorie

politiche perché adesso

tutto il dibattito sulla povertà

è tutto minato da questo

sovraccarico di tematiche

di aspettative che è stato

fatto sul reto di cittadinanza

che da lì in avanti

ha reso questo dibattito

complicatissimo, secondo me qui se

devo dire i 5 Stelle

hanno fatto

due cose che oggi non aiutano

ma capiscono

e allora dovevano dire che il re era al male

perché il re era

dell'elite precedente quindi dell'elite

che certo che stanno governando insieme ma

il 5 Stelle quando è arrivato il mondo si divideva

prima del governo Conte

e a partire dal governo Conte

quindi il re era fatto

da quella che i studiosi dell'elite chiamano

tecnicamente l'elite corrotta

secondo i populisti e quindi bisognava

raderlo, quindi tutta una comunicazione

anche se non l'hai raso al suolo

tu comunichi che lo radi al suolo perché

è il male, questo lo posso capire

però ha creato delle scorie

quello che non posso capire che però

si spiega con loro, con quello che

diciamo prima della loro stessa aspettative

è che loro hanno

promosso il reto di cittadinanza

innanzitutto per quello che non è

cioè una misura che crea lavoro

e questo oggi

paradossalmente è un boomerang dal quale loro

non escono perché oggi

tutti gli dicono sì ma scusa mi avevi promesso

che il lavoro con il reto di cittadinanza non c'è

che il reto di cittadinanza non c'è

in assoluto

pensa se loro l'avessero

funzionato il sistema di navigator

sì ma adesso ci arriviamo

ma politicamente pensa se loro l'avessero

promosso per quello che è innanzitutto

una misura contro la povertà

una misura che garantisce i diritti sociali

e permette alle persone di campare decentemente

oggi potrebbero dire

avete visto? Grazie alla nostra misura

contro la povertà

ma la gente ha campato decentemente durante il covid

quindi tutta questa impostazione di dibattito

la paghiamo

e però

nei prossimi mesi bisognerà mettere mano

al reddito ma non solo perché ha

dei problemi di disegno

ma anche perché intanto

c'è stato il covid

ecco appunto arriviamo al covid

quindi la domanda che ti facevo

prima cioè

come si abbatte

la crisi della produzione

la crisi dei consumi

sulla povertà in Italia

e l'introduzione di questo strumento

che è stato definito

reddito di emergenza

nei mesi del lockdown

e quale sviluppo potrebbe avere

nelle prossime settimane

nei prossimi mesi

in presenza

oggi 16 ottobre

siamo

discutendo

di una possibile

seconda chiusura

per quanto parziale

per quanto limitata

senza altro c'è un effetto depressivo

su tutto

siamo

nelle ore in cui stiamo

affrontando questa percezione

prima psicologica prima ancora che economica

allora

prima sul REM e poi sull'Ogi

il REM

diciamo si collega bene alla storia

che stiamo raccontando

perché

io nel dicembre del 2019

ho detto concludo la mia esperienza

con l'Alleanza contro la povertà

perché si era conclusa una fase storica

e poi non è mai sano che l'ideatore

di qualcosa ci rimanga troppo attaccato

negli anni, questo dal puntista

dei percorsi individuali credo che non sia mai sano

e avevo detto ma adesso mi riposo

un po' dall'advocacy

mi ha chiamato Fabrizio Barca

leader del forum insieme a Enrico Giovannini

e hanno detto

di suballeanze e diversità ricordiamo

e ASBIS, Alleanza per lo sviluppo sostenibile

hanno detto facciamo delle proposte

perché qua c'è la pandemia

e non si poteva star fermi

e quindi abbiamo fatto delle proposte

tra cui il cuore è stato questo reddito di emergenza

che

sostanzialmente l'idea era

una misura che permetta di

raggiungere coloro i quali

non sono raggiunti dal reddito di cittadinanza

secondo la logica di tutti i paesi

che le misure di povertà pensate

per condizioni normali

non sono in grado di agire

in situazioni eccezionali

primo perché bisogna

arrivare a persone

che non sono previste nel targhet del reddito

di cittadinanza, secondo

perché bisogna inventare misure molto facili

e veloci da ricevere perché è la situazione

che lo richiede. Noi abbiamo

proposto il reddito di emergenza

abbiamo fatto advocacy

spinta anche questa volta

ed è stato introdotto

senza tediare gli ascoltatori

purtroppo non è stato introdotto

con la forma che volevamo noi ma questo

fa parte del gioco.

Io cosa ho imparato?

Ho imparato una cosa

ho imparato nella mia esperienza

qualcosa che poi

si vede molto anche socialmente

nella politica che è il diffondersi

di queste diciamo coalizioni sociali

in fondo

cos'era questa coalizione

temporanea forum

asbis cristiano gori

era una cosa che nelle sue

logiche era la stessa dell'alleanza contro la

povertà e di tanti altri

diverse organizzazioni

competenze pratiche

di queste organizzazioni e competenze accademiche

proposte precise

advocacy

ora io per te che segui

molto la politica alcuni sono un po' tristi

per il diffondersi di queste cose

perché le vivono come un sintomo

del fatto che ormai le proposte per la politica

non arrivano più dai partiti

e dalle istituzioni. L'hai detto tu

fino al 2013

tutte le proposte contro la povertà sono

arrivate da commissioni governative

quindi tu puoi leggere l'evoluzione

di queste coalizioni in due sensi

uno negativo a dire ah ma

non arrivano più dalla politica

l'altro però positivo perché comunque intanto c'è questo

contributo e queste coalizioni hanno

alcune particolarità

quando sono brave

anche di aderenza con la società che le rendono

utili. Quindi

diciamo da un punto di vista del metodo

credo che la vicenda del REM

segnali questo, peraltro appunto ce ne sono

svariate altre

dal punto di vista dei contenuti

il REM è stata una misura transitoria

per tre mensilità

che col 15 ottobre cioè con ieri

è stata interrotta

il problema è che noi adesso a questo punto

abbiamo 3 milioni di persone che ricevono

il REM di cittadinanza

e 650 mila che hanno ricevuto

il REM

quindi tu come dire hai un bacino potenziale

di 3 milioni e 650 mila

e la questione è

che tipo di risposte dare a queste persone

e questa questione però

ti si intreccia inevitabilmente

con diciamo con la necessità

di affrontare gli elementi

le criticità strutturali

del REM

e vi dico qualche

punto

uno è sul chi

tu devi fare due operazioni

devi da una parte allargare

perché il REM vabbè

è fortemente discriminatorio verso gli stranieri

che lo possono ricevere solo dopo 10 anni

di residenza in Italia

rispetto al REI

erano 5

la metà del tempo

ha raddoppiato il tempo

però anche simbolicamente

non è un caso perché tu

dopo 10 anni puoi fare domande per diventare cittadino

italiano è come dire

devi allargarlo

rispetto alle famiglie numerose

che oggi sono svantaggiate

e devi allargarlo

rispetto al nord che oggi è svantaggiato

poi se vuoi su questo torniamo

però qual è il problema?

quindi tu devi allargare i target

e così raggiunge tutta la popolazione

e trasplicabilmente

tenendo dentro tutta la popolazione interessata

anche quella del REM

il problema è che per come è stato fatto

il regno di cittadinanza

viene erogato anche a quote non indifferenti

di persone che non ne avrebbero bisogno

perché in particolare tra i nuclei di uno e di due

poiché il regno di cittadinanza privilegia molto

i nuclei di uno e di due

ci sono persone che

che non ne avrebbero bisogno

quindi tu oggi sei chiamato a un'operazione

complicatissima che è

di estensione da una parte e di riduzione

dall'altra e in Italia ridurre

è sempre difficile

quindi sul chi devi fare queste due cose

estendere e ridurre

sul cosa

di fatto qua

è tutto il dibattito

sul sovraccarico

diciamo di obiettivi

occupazionali sul regno di cittadinanza

di fatto i risultati non sono

stati granché in termini di inserimento

lavorativo, ci vorrebbero comunque

anni però

però in qualche modo

questo obiettivo è anche adesso

un po'

eliminato dalla storia perché se già era difficile

dare lavoro agli utenti

per fare l'elettricità di nazza in condizioni standard

figurati oggi

quindi la questione

è che chiaramente sarà una misura

che tenderà a riassumere

maggiormente la sua natura

base, quella è una politica contro la povertà

e quindi una misura

di intervento sociale

quindi questi sono i due assi

il chi e il cosa

una polemica

non solo culturale perché poi a ogni

polemica corrispondono delle

scelte politiche

e quella che vede contrapposti

lo dico con un personaggio

il presidente di Confindustria

Bonomi ha parlato

della necessità di evitare che l'Italia diventi

il sussidistan

cioè il paese che si

regge sui sussidi

e quando tu dicevi

3 milioni e 650 mila

persone hanno

o il reddito di cittadinanza o il

REEM

penso

che lì c'è oltre

ovviamente il presidente di Confindustria parla

anche del blocco dei licenziamenti

della cassa integrazione

ovviamente poi ci sono altre

questioni però è un'immagine

particolare

sul fronte opposto

un effetto del covid

è stato far tornare

di moda

lo stato

il grande

bersaglio del neoliberismo

dagli ultimi 40 anni

da Reagan, Thatcher e poi

lo stato è il problema

non è la soluzione

e così via

anche in modo accentuato

e a volte anche lì

in modo

da un eccesso

all'altro

come se adesso fosse

solo lo stato la sfera

in cui si devono

fare le scelte

ecco da questo punto di vista

come ti poni

e

ancora una volta quali sono le

misure poi pragmaticamente più

utili per

arginare una povertà in crescita

intanto devo dirti

sulla questione dello stato

noi diciamo

il timore è uno

che la nuova legittimazione

dello stato venga utilizzata

per riproporre le vecchie modalità

di intervento

è semplicemente

l'altra mia grande passione sono le assistenze agli anziani

non autosufficienti che per altri motivi

hanno avuto una rilegittimazione

col covid e lì si vede benissimo

è chiaro che arriveranno dei fondi anche lì

però

il rischio è che

è molto italiano

metterla tutto sul

quanto senza discutere il disegno

degli interventi, il rischio è altissimo

quindi su questo

questo rischio è altissimo

e rispetto al subsidista per quello

che io credo che oggi tu non possa

sviluppare

un

ragionamento sulla revisione

del reddito di cittadinanza

senza pensare anche a

sistemare

il suo utilizzo improprio

ma non dico quello

delle fraudiche pure

ma quello di sapere che alcune persone

ricevono troppo

alcune persone dovrebbero ricevere

proprio per disegno

questo è anche proprio

il modo di porsi al dibattito

se no se tutto è

vogliamo più risorse senza

ragionare e questo è l'unico modo perché

tu al presidente di Confindustria

non credo che possa

negare che c'è bisogno di una forte tutela

pubblica

il punto è come la fai

e quindi

ed è una questione di

non

evitare di ridurla

solo a più fondi

e sapere che non è solo questione

di aggiungere ma anche questione di togliere e pulire

in prospettiva

sai qual è il problema?

per questo ci vorranno anni

sempre di più

occuparsi di lotta alla povertà

vorrà dire occuparsi di lotta

all'impoverimento

cioè noi siamo una società nella quale

i percorsi di impoverimento sono sempre

i rischi di impoverimento sono sempre più diffusi

tutti gli studi ci dimostrano che per quanto

con le migliori intenzioni insomma comunque

intervenire quando

uno ormai è precipitato, è disoccupato

la famiglia è spasciata

aiutarlo a rimettere in pista è complicato

sei molto più efficace

se agisci prima

quindi vuol dire

per esempio politica per il lavoro

e politica per la famiglia

diciamo come messaggio

e però come messaggio

il messaggio è nel futuro

ci saranno elevati

rischi contro l'impoverimento

e sarà fondamentale

lavorare sempre di più

su evitare che le persone

cadano in povertà non solo su aiutarle

a rialzare e peraltro su questo

mi collego a quello che dicevo prima facci caso

quali sono i

grandi gruppi sociali che sono

caduti in povertà negli ultimi dieci anni

sono le famiglie con figli

e i giovani cioè esattamente

quei gruppi che sono poco sostenuti

sono stati poco sostenuti

negli ultimi decenni dal welfare pubblico

cioè in realtà tu se vai

a vedere oggi chi sono

il profilo della nuova povertà italiana

ci ritrovi a specchio

i limiti del welfare pubblico

degli ultimi trent'anni

e così è

e quindi

già si vede

diventerà sempre più importante che

la battaglia deve essere

sia per tutelare i poveri

che sempre di più per evitare

che si diventi poveri

e così

lotta alla povertà e lotta all'impoverimento

mi sembra

il gancio

io credo che siamo

arrivati quasi in conclusione

della nostra conversazione

del nostro dialogo

quindi l'ultima domanda che ti faccio

è più di breve

e di brevissimo periodo

cioè cosa potrebbe succedere

nelle prossime settimane

nei prossimi mesi

e quale impatto

e se ad esempio

il REM

deve essere riproposto

o rafforzato

allora io credo che

chiunque persona

ti possa dare è non lo so

cioè ti può dare

ti può dire sappiamo che

da un punto di vista sociale le cose peggioreranno

perché semplicemente

questa cosa molto strana

di bloccare

i licenziamenti per quasi un anno

fa sì che non potendoli tu bloccare

a oltranza a un certo punto hai l'effetto

per cui salta il tappo e il salto del tappo è a gennaio

tutti insieme

cosa?

tutti insieme

quindi metti questo

almeno quello del rischio

rischio maggiore

quindi metti insieme

metti questo insieme al

al dipararsi del covid

di nuovo

quello che tu puoi dire è che

ci sarà molta esigenza di

lavorare nei prossimi mesi ma non solo

sulle politiche contro la povertà

anche sugli ammortizzatori sociali

perché c'è anche tutta

e non

cassa integrazione ma anche Nasti

quindi bisognerà molto

lavorarci e di nuovo io ho paura

che saremo stretti

cioè mentre adesso noi stiamo

dicendo la riforma strutturale del registro

della cittadinanza potrebbe

essere che tra due mesi siamo di nuovo stretti a

parlare di misure emergenziali di breve periodo

cioè io ho sempre dato per scontato

ho sempre detto ok ai miei amici

guardate che poi dall'autunno

si apre il tema riforma

strutturale delle misure

invece no può essere che tra poco di nuovo

stiamo parlando stiamo

ragionando di misure emergenziali

e a quel punto io spero per esempio

che per il REM

come per altri

spero veramente che si possa imparare perché sono

state messe in campo delle misure emergenziali

che hanno avuto alcuni punti di forza alcuni punti di debolezza

paradossalmente su questo

adesso siamo molto più strutturati per rispondere

In conclusione

ma è la stessa casaedrice

quindi mi sento di farlo c'è in uscita

anche questo libro, li abbiamo nominati

Fabrizio Barca, Enrico Giovannini

Quel mondo diverso, sempre pubblicato

dalla casaedrice la terza

che affronta uno dei punti

di cui abbiamo parlato prima con Cristiano Gori

cioè il rapporto

tra le reti

della società civile

chiamiamole così, tra le coalizioni

sociali

mi piace molto questa definizione

con il mondo della politica istituzionale

degli strumenti

come i partiti

sindacati

un'organizzazione che non abbiamo nominato

ma che forse

però

aleggiava in alcune

descrizioni

e naturalmente

il libro di Cristiano Gori

Combattere la povertà

di cui abbiamo conversato

questa mattina

molto interessante

sia per il carico di dati

sia per le proposte

e sia anche per un racconto

dall'interno

di come si fa organizzazione

di una lobby

molto particolare

come si fa organizzazione sociale

e quindi permettimi di dirlo

anche come si fa politica

pur essendo

rigorosamente nel proprio

ruolo di accademico

e di

attivista sociale

ti

definisco così

e quindi anche come

possibile

rinnovare e cambiare

anche fuori

dalle istituzioni

ma certamente non

contro le istituzioni

con le istituzioni

terreni di collaborazione

e di sintesi nuove

io ringrazio

Cristiano Gori

ringrazio te

e tutti voi che ci avete seguito

e buona giornata e buon fine settimana

grazie

grazie

Learn languages from TV shows, movies, news, articles and more! Try LingQ for FREE

Combattere la povertà L'Italia dalla Social card al Covid-19 Fighting poverty Italy from social card to Covid-19 Lucha contra la pobreza Italia: de la tarjeta social a Covid-19

la

buongiorno buongiorno a tutti

saluto subito Cristiano Gori con

di nuovo a tutti noi che ci da

la la terza, la casa editrice

La Terza che ringrazio per

questa occasione Cristiano Gori

è professore ordinario di

politica sociale presso

l'Università di Trento ed è

stato l'ideatore dell'Alleanza

contro la povertà eh in Italia

di cui è stato coordinatore eh

scientifico eh fino all'anno

scorso, fino al duemila e

cinquecento e due. E voglio

partire da questo libro che la

terza appena pubblicato eh

la povertà l'Italia dalla social

card al covid eh diciannove e

buongiorno Cristiano ci diamo

del tuo per una golsuetudine.

Certo buongiorno a te e agli

ascoltatori. Allora il primo

il primo punto su questo su

questa lotta alla povertà eh è

che mh il tuo libro lo lo

racconta molto bene eh non

ostante sia considerato uno dei

dei problemi del nostro tempo

anche in Italia in realtà eh la

questione povertà sul piano

politico squisitamente politico

ehm che eh mirano a ridurre la

povertà qualcuno infelicemente

disse abbiamo eliminato la

povertà l'anno scorso diciamo a

ridurre la povertà ecco in

realtà questa questa lotta che

si muove su un piano legislativo

dei strumenti è piuttosto

recente nel nostro paese c'è

una storia che parte dagli anni

eh che sono presiedute da

personaggi importanti del del

della nostra società civile e

della politica eh della della

Repubblica da Ermanno Corrieri

a Pier Carniti ma ehm solo

recentemente si è messo a tema

la priorità come anche azione

politica di combattere la

povertà perché le culture

politiche tradizionali da quella

socialista a anche quella

cattolica ehm avevano un'idea

diversa la povertà si limita e

si combatte ad esempio non nella

sfera politica cultura

cattolica o addirittura veniva

negata come problema perché

dentro una più generale

ehm si ha deciso innanzitutto

eh di fare con con noi questo

excursus anche storico per poi

arrivare a chiederti perché

invece dopo eh il duemila e

otto, duemila e nove anche in

Italia finalmente diventa eh

questione ehm realizzare degli

strumenti che limitino e

combattano la povertà. Beh,

come tu hai detto le diciamo di

una serie di commissioni

governative che si sono

realizzate negli anni ottanta.

Quindi è un cammino molto lungo

ci sono commissioni governative

una via l'altra, una serie e

però c'è un solo momento della

politica prima di questa fase

nella quale la povertà ottiene

un po' di attenzione che è il

primo governo Prodi dal novantasei

al duemilauno e segnatamente

grazie all'opera del ministro

di politica per far passare una

sperimentazione di una politica

contro la povertà però eh anche

in quel momento la povertà era

la priorità di una personalità

politica non del governo e

quindi anche questa stagione è

passata senza lasciare diciamo

risultati duraturi per quanto

abbia aperto delle strade e

questi risultati duratori eh li

abbiamo solo a partire dal

millenovecentodiciassette

mille dal duemiladiciassette

mille dal rei reddito di

inclusione da centro sinistra e

poi sostituito nel duemiladiciannove

dal reto di cittadinanza. Ora

bisogna dire che l'Italia è

stata l'ultimo paese in Europa

insieme alla Grecia a introdurre

una misura nazionale contro la

povertà. In Spagna è stata

introdotta negli anni novanta per

dire un paese simile al nostro.

In Francia negli anni ottanta. E

secondo me dobbiamo anche

ricordarci che molti dei problemi

che viviamo oggi con sul reto di

cittadinanza e sul rei prima sono

riferiti solo al fatto che

abbiamo realizzato la cosa

giusta al momento sbagliato. E

l'ora che c'è un capitolo che si

intitola. Eh sì perché questo è

fondamentale perché se tu

introduci una misura contro la

povertà quando la povertà sta

esplodendo tu non sei per niente

pronto vuoi rispondere a tutti

è chiaro che è anche nel migliore

dei mondi possibili è

complicato. Sospetto che questa

cosa delle cose giuste nel

momento sbagliato valga anche

per altri aspetti delle politiche

pubbliche italiane però per

capire le difficoltà di oggi

uno si può chiedere ma perché

fino al 2017 no? Io vedrei alcuni

motivi. Ok uno può dire dagli anni

80 fino alla grande crisi del 2007

2008 il tema della disuguaglianza

della redistribuzione era

marginale a livello internazionale.

Questo è vero però non mi basta

perché negli altri paesi si era

agito quindi non era solo questo.

Io vedo tre motivi legati alla

realtà italiana. Il primo che mi

intrestisce molto ma è così è che

la povertà dalla fine della seconda

guerra mondiale fino all'inizio

della grande crisi del 2007 2008 è

stata al di là della sua quantità le

persone colpite erano i soliti noti

erano famiglie numerose meridionali

senza lavoro. Non era un fenomeno come

diventato dopo trasversale a tutta la

società. Questo è un punto fondamentale

era rivolta ai soliti noti e quindi

anche fare una politica contro la

povertà non voleva dire fare una

politica nazionale, voleva dire fare una

politica territoriale su un territorio

che io purtroppo evidentemente molte

delle classi dirigenti pensavano che in

qualche modo queste famiglie se la

cavavano lo stesso. Quindi questo è un

aspetto la povertà dei soliti noti. Il

secondo aspetto tu l'hai già accennato

sono le culture politiche. Non

dimentichiamoci che qua metto insieme

le due culture politiche diciamo

tradizionalmente più sensibili al welfare

che sono la cattolica e la sinistra. I

cattolici fino all'arrivo di Papa

Francesco 2013 a livello nazionale fanno

politica solo sui temi così detti

eticamente sensibili. Nascita, morte e

configurazione giuridica della famiglia.

Questo è un input della conferenza

episcopale cioè a livello di

territorio e poi della povertà si

occuperà la cosiddetta assistenza

privata di cui la carita se vuoi è il

baluardo fuori dal perimetro pubblico.

Sotto questo profilo Papa Francesco è

stato dirompente perché ha come dire

ridisegnato l'agenda ha detto da adesso

si fa politica, le questioni etiche

rimangono ma da adesso i cattolici a

livello nazionale fanno politica sulla

giustizia sociale.

E l'altro aspetto è la cultura di

sinistra che fino a poco tempo fa era

una cultura che secondo la quale valeva

l'equivalenza cittadinanza sociale uguale

cittadinanza lavoristica. Quindi il

perimetro del welfare era ridotto ai

lavoratori. I lavoratori di oggi quindi

gli interventi appunto le cassa

integrazione, tutti gli interventi a

tutela dei lavoratori e i lavoratori di

ieri i pensionati. E qui però così

vediamo anche come mai sia passati, come

mai il tema acquista ad un certo punto

interessa. Cambia la cultura politica

cattolica. La sinistra e anche i sindacati

sviluppano una riflessione per cui

molto banalmente questo approccio è

sempre meno aderente alla realtà della

società. Perché proteggendo chi ha un

lavoro, tipicamente poi la sinistra

proteggeva chi ha un insider, chi ha un

lavoro un po' più stabile, proteggeva

effette sempre più piccole della società.

E quindi se tu vuoi dare voce alla

società devi allargare lo sguardo.

Questo è la più distante delle culture

politiche. L'altro aspetto che secondo me

è stato decisivo.

Ah sì scusami, la terza cosa è stata la

mancanza delle lobby dei poveri. Ma perché

è questo? Perché è questo? Perché io la

dico così. L'Italia è notoriamente un

paese dove i decisori sono

particolarmente sensibili ai gruppi di

pressione. Che siano di destra o di

sinistra, cioè io dico sempre ai miei

studenti che un presidente del consiglio

in Gran Bretagna ha la possibilità di

vedere le sue decisioni attuate molto

più facilmente di un presidente del

consiglio in Italia. Questa è storia. E

allora nel paese dei gruppi di

pressione è bene che anche i poveri

abbiano un gruppo di pressione.

Sembra quasi un paradosso. E però per

definizione i poveri stessi hanno

difficoltà a organizzarsi perché non

sono i pensionati, perché hanno bassi

livelli culturali quindi non votano, poi

la povertà è un fenomeno temporaneo.

Quindi i poveri al massimo protestano ma

non riescono e quindi ci vuole qualcuno

che lo organizzi per loro. Quindi le

cause erano povertà dei soliti noti,

culture politiche che non

prendevano in considerazione il tema e

assenza di lobby dei poveri.

Molto interessante.

Aggiungerei su quel primo governo Prodi

sicuramente la commissione presieduta da

Fabrizio Nofri sulla riforma del welfare

che aveva dato già delle chiavi

interessanti inattuate per due decenni

anche questo va detto e rispetto a

quanto dicevi adesso sulla questione

dei poveri

diciamo che credo che

l'inizio del secolo scorso era

cominciato con l'idea che la

democrazia fosse quello strumento che

avrebbe permesso a tutti di andare verso

l'uguaglianza ed è stato anche così

perché è esattamente quello che è

successo nel nostro paese sicuramente

nella prima fase della storia

repubblicana. Poi negli anni ottanta

questa regola della democrazia si è

quasi invertita quando si cominciò a

parlare di società dei due terzi, il

terzo escluso e il terzo escluso non

aveva appunto più lo strumento del

welfare e delle istituzioni

democratiche per far sentire la sua voce

quindi oggi veniamo oggi cosa

intendiamo per povertà? Ecco questa dal

punto di vista anche economico ma anche

sociale e ti chiederei di sviluppare

questo ragionamento non soltanto su una

questione diciamo quantitativa cioè le

soglie di reddito ma anche qualitativa

cioè il genere eh la le generazioni eh i

nuovi italiani che non hanno

cittadinanza e soltanto per accennare

alcune questioni e per per dire come da

questo punto si parte e si va ad

affrontare tutte le le più gravi

disparità del nostro paese che che non

è più soltanto quella classica

tradizionale territoriale nord-sud

allora noi con povertà intendiamo quella

che l'istat definisce povertà assoluta

vuol dire l'istat calcola dei panieri

cioè un insieme di beni che tu devi

avere per campare decentemente cioè un

un'alimentazione con un certo tasso

di prodotto boteico poterti comprare

due vestiti all'anno poter i biglietti

dei mezzi pubblici ovviamente la casa e

in base a questo stabilisce delle soglie

che cambiano nei diversi territori di

povertà e oggi sono in povertà assoluta

il sette virgola sette per cento degli

individui italiani ora il punto tu dici

eh non è solo una questione di qualità

ed è vero perché nel duemila nel

duemila sette i poveri assoluti erano

il tre virgola tre per cento quindi

siamo comunque a più del doppio dal tre

virgola tre per cento al sette virgola

sette per cento ma la novità di questo

decennio rispetto a tutto il periodo

post seconda guerra mondiale è stata

che la povertà ha rotto gli argini cioè

se prima era limitata ad alcuni segmenti

sociali oggi rimane in quei segmenti

ma diventa numericamente significativa

anche negli altri in quelli che una volta

non è sicuro e ti faccio qualche esempio

uno l'abbiamo detto nord nord sud è vero

che la povertà è ancora maggiore al sud

ma la maggiore crescita di povertà si è

avuta nel nord e sai inizia a passare da

percentuali finché i poveri sono il due

per cento della popolazione sono gli

ultimi se iniziano a diventare il sei e

mezzo per cento non sono più gli ultimi

l'altra è tutto questo sistema

istenziale garantito dal volontariato

dalla caritas e da altre associazioni

perché l'AI che non regge più un numero

ma infatti ma infatti questo è anche uno

dei motivi del perché sono cambiate le

cose perché a tutti i vertici nazionali

dai territori sono arrivati dei segnali

noi non ce la facciamo più a tutte le

associazioni

l'altra cosa che mi colpisce sempre sai

qual è è che fino al 2008 se tu avevi un

occupato in famiglia risalvo oggi la

metà delle famiglie povere ha una persona

occupata al suo interno

dopodiché è chiaro che le famiglie di

nuovo le famiglie senza occupati sono

ancora hanno ancora dei tassi di povertà

più alte ma lo sfondamento è tra quelle

con occupati e questo ti dice qualcosa

sulla precarizzazione del mercato del

lavoro eccetera

il terzo aspetto è la famosa soglia la

regola dei due figli

cioè tu fino storicamente in italia fino

al secondo figlio hai un tasso la tua

famiglia un tasso di povertà inferiore

alla media nazionale

il passaggio al terzo ti incrementa

nettamente le probabilità di essere

povero

questa regola è saltata oggi già le

famiglie con un figlio hanno una

probabilità di essere povere superiore

alla media nazionale

dopodiché di nuovo quelle con tre figli

ce l'hanno ancora maggiore però

e dentro questo c'è dentro questa

rottura dell'argine c'è un elemento

trasversale che sono le generazioni

e per quanto oggi sembra incredibile

fino ad ancora nel 2008 gli anziani erano

la parte della popolazione con maggiori

tassi di povertà

oggi gli anziani sono l'unico gruppo

sociale che non ha avuto un incremento di

tassi di povertà negli ultimi 15 anni

quindi mentre la povertà è

cresciuta a dismisura in tutte le altre

fasce di età sino ad arrivare

a questa famosa regola inversa che è un

po' inquietante che è minore la tua età

maggiore la probabilità di essere povero

cioè il tasso di povertà è il più alto

possibile tra i 0-17 anni cioè i minori

poi diminuisce sino ad arrivare a essere

il più basso tra i 65 più

però quindi tu oggi metti insieme tutto

tu oggi hai una società dove se escludi

gli ultra 65 anni o le famiglie con almeno

un ultra 65 anni

la povertà arriva trasversalmente ovunque

quindi questo non è un problema

e a livello percettivo devi anche contare

un altro elemento che negli ultimi 15 anni

c'è stata una diminuzione del reddito

medio italiano

quindi da una parte tu hai la povertà

che taglia trasversalmente quindi io che

vivo nel nord mi inizia a venire l'ansia

perché persone che io conosco intorno a me

stanno crollando in povertà per corsi

di impoverimento strano da una parte

quindi povertà trasversale

dall'altra parte tante persone che sono

poco sopra la soglia vedono le loro

condizioni peggiorare

e questo crea un'ansia sociale

e quindi questi elementi al di là

diciamo della dimensione quantitativa

e questa è la dimensione qualitativa

collocata nel contesto sociale

che secondo me è fondamentale per spiegare

anche la rilevanza politica

ottenuta dalla povertà

e naturalmente il contesto di questo

drammatico anno 2020

sul quale poi arriviamo

perché stiamo vivendo

stiamo vivendo un anno di parti acque

e quindi ovviamente vorrei chiederti

come tutto questo si abbatterà

su questi numeri che sono sconcertanti

e sconvolgenti

è un'altra piramide sociale rovesciata

un paese in cui gli anziani

vedono comunque salvaguardata

il loro reddito

il loro ruolo

e quindi non ci mancherebbe

ma la parte dinamica della società

invece rischia addirittura di arretrare

quello che si è detto anche

a volte come stereotipo

come luogo comune

cioè la generazione successiva

sarà la prima che non ha

gli stessi livelli di attesa

di miglioramento della vita

delle generazioni precedenti

ecco che tu l'hai

in poche sintetiche

osservazioni

hai dimostrato

quanto sia vero

anche questo luogo comune

vorrei arrivare

sempre seguendo un filo

quasi cronologico

che è anche un po' il tuo libro

alla nascita dell'alleanza

contro la povertà

di cui sei stato uno dei protagonisti

ma più in generale

a questa

che tu chiamavi

l'idea di organizzazione di lobby

dei poveri

che sono due termini

quasi uno simulo

perché le lobby sono sempre ricche

potenti

molto influenti

fanno campagne comunicative

entrano nei ministeri indisturbate

nelle commissioni parlamentari

mentre invece sappiamo

che i poveri sono esattamente

nella situazione opposta

quindi perché fare una lobby dei poveri

e poi come è stata costruita

l'alleanza che è un'altra parola

importante perché

le alleanze e l'alleanza

sono

le forme anche organizzative

che si sono date le reti

di associazioni che si occupavano

di esclusione sociale

di disuguaglianza e di povertà

come nasce

io intorno al 2009

mi facevo una semplice domanda

ma come mai se tutti

da 30 anni sono d'accordo

su cosa fare contro la povertà

perché ormai era chiaro

che ci voleva un cosiddetto reddito minimo

come mai se tutti sono d'accordo

su cosa fare contro la povertà

questo non viene fatto

la domanda era semplicemente questa

e ho pensato che uno strumento

per cambiare questo potesse essere

migliorare la pressione politica

a favore dei poveri

o costruire una coalizione larga

che includesse le principali associazioni

comuni, regioni e sindacali

ovviamente poi

le idee devono trovare delle persone

sulle cui gambe camminare

e io ho avuto la fortuna di trovare

i vertici di allora

della Caritas e delle Acli

che l'hanno costruita con me

qual era il punto fondante

il punto fondante

era

competenze e pressione

pressione

era fare

la Danza contro la povertà ha fatto

advocacy paccata

ma dura come dico io, paccati nei toni

e affilati nei contenuti

insistente

infatti alle volte la gente

diceva ma questi cosa vogliono

questi per che credono di essere

quindi da una parte

fare lobby

insistente, dall'altra parte

i contenuti

non è un pallino da professore, le tecniche

come leva per rendere

gli ideali concreti

e mi ha fatto una proposta dettagliatissima

che si chiamava RAIS, Reddito di Inclusione Sociale

che poi in gran parte è stata ripresa nel

RAI come dice il nome stesso

ci avevo messo anni

a costruirla

e alla fine ha svolto la funzione

di quella che in Inghilterra, nei paesi anglosassoni

si chiama il libro bianco

cioè il documento di partenza dal quale

cominciano di solito le discussioni parlamentari

su una legge

quindi i due assi sono

unire le forze

e usare

le tecniche

e la tecnica, la competenza

come strumento di potere

poi ovviamente

devi anche trovare qualcuno che ti riconosce

e noi abbiamo avuto la fortuna di trovarlo

però insomma i punti focali sono stati questi due

Ecco, poi c'è stato

è una storia

ne parlavamo prima

di cominciare il nostro collegamento

è una storia

la storia del rapporto col mondo della politica

perché chiamiamolo con il suo nome

il mondo della politica, le politiche pubbliche

quindi il governo, i partiti

il Parlamento

è una storia non lineare

è una storia

che prevede momenti

di ascolto

e momenti di chiusura

momenti diciamolo pure

di vittorie

la conquista del re

e la vittoria

e momenti di sconfitte

o momenti in cui

invece viene meno l'interlocuzione

nel tuo libro

racconti come

quando nel 2018

il primo governo Conte

la maggioranza giallo-verde

il Movimento 5 Stelle Lega

accelera

su un punto fondamentale del programma

elettorale del Movimento 5 Stelle

cioè il reddito di cittadinanza

c'è una fortissima accelerazione

quindi una spinta politica

notevole

non è un punto qualsiasi del programma

ma è il primo punto

ma a questo non corrisponde

un'interlocuzione

con quelle forze

a partire dall'alleanza

che avevano speso

gli anni precedenti proprio in tecniche

competenze e anche nella costruzione

di un'interlocuzione positiva

col mondo della politica

ci puoi raccontare questo passaggio

e poi cos'è successo

in che situazione ci troviamo oggi

poi arriveremo

agli strumenti

il dibattito di queste ore

guarda io questo passaggio

te lo sintetizzo c'è nel libro

è una mattinata

in cui sono stato raggelato

perché io stavo parlando con un autorevolissimo

consulente di Di Maio

che stava costruendo il reddito di cittadinanza

gli raccontavo la nostra storia

e io gli dissi

noi siamo la lobby dei poveri

in Italia

e lui mi rispose

sì voi siete la lobby dei poveri

ma noi siamo il partito dei poveri

e io pensai colpito e affondato

e questo è vero

cioè tecnicamente

è il punto della politica

non un settore

poi diciamo perché

però insomma tecnicamente

il Movimento 5 Stelle

è stato il primo partito che ha messo

la povertà come priorità

quindi era vero

e poi

però se vuoi spieghiamo

perché c'è qualcosa sotto questo

loro sono partiti

velo molto velocemente per fare questa misura

e formalmente

non hanno ascoltato nessuno

e questo se vuoi

è da classico, è da manuale

di forza populista dove io

uso populismo in senso tecnico

non affatto negativo

la forza populista per definizione ha un rapporto

diretto col popolo

come sempre

poi però le cose accadono nel mondo reale

e quindi per esempio

mentre i vertici politici

del Movimento 5 Stelle

tenevano questa linea

quindi non si parla con nessuno

noi siamo i tecnici del Movimento 5 Stelle

invece hanno rivelato su alcuni temi

una capacità d'ascolto interessante

sia nei confronti dell'alleanza

che nei confronti dei dirigenti del ministero

eccetera

quindi poi se tu guardi c'è tutta una parte

la cosiddetta parte sociale

del REI che all'inizio loro volevano

smontare nel dichiarato

tutta la parte dei servizi sociali

perché volevano concentrare solo sulle politiche

del lavoro e che invece è stata

mantenuta intatta

quindi questo è... ma la domanda è

ma come mai

questa è una domanda che mi ha sempre ci ha messo un po' a capire

come mai il Movimento 5 Stelle

dava così forza al reddito di cittadinanza

questo spiega anche perché dopo è diventato

un problema, perché nella loro proposta

il reddito di cittadinanza

non era solo una misura contro la povertà

erano tre cose

era una misura

contro il rischio di povertà

perché era una misura che non era rivolta solo

al 7,5% dei poveri

ma al 15% della popolazione

quindi e poi

era una misura anche per i poveri

e poi era una misura che risolveva i problemi

occupazionali

perché diceva voi con questa misura

non troverete lavoro

capisci che è potentissimo

perché a questo punto

in un colpo solo

questo diventa l'elemento salvifico

per tutta

appunto il terzo, quasi il terzo

la parte debole della società

e secondo me

se tu guardi il reddito di cittadinanza

solo come la misura per gli ultimi non ti spieghi

il rilievo ma loro

e loro questa roba io parlando con loro ce l'avranno proprio

se la vedi così come una misura

di risolvere sia povertà che disoccupazione

capisci che è la cosa

che salva la società italiana

ecco

vai

no

sono assolutamente d'accordo

sicuramente è stata la leva

anche del successo

elettorale 2018

un 32%

con punte elevatissime

nelle regioni

per molti paesi

ad esempio

quelle che l'Istat ci dice sono le zone

più povere ma anche

una risposta

a un impoverimento o una sensazione

di impoverimento di un ceto medio

più vasto, più ampio

ma adesso la domanda è

insomma che giudizio

si può dare sul reddito di cittadinanza

a questo punto a quasi due anni

dall'approvazione

e

nel mezzo di un dibattito

politico che riguarda anche

una sua riforma

è un dibattito

che in questa maggioranza

dove il PD ha il posto

della Lega

è in pieno svolgimento

io prima ti propongo

una chiave che è quella che usa nel libro

dichiarando che io ho un conflitto di interesse

perché per quanto sempre coinvolto

sono stato più coinvolto nel REI

diciamo, diciamo

il giudizio di tutti gli studiosi

è che il reddito di cittadinanza

finalmente ha un finanziamento adeguato

quindi

molto più adeguato del REI

per dare un'idea il reddito di cittadinanza

prevede a regime 8 miliardi

il REI del centrosinistra 2.7

però il REI è meglio disegnato

disegna le risposte

meglio del reddito di cittadinanza

e quindi sembrerebbe che

non c'è alternativa in Italia

o hai una misura

molto finanziata

e non ben disegnata

oppure hai una misura

ben disegnata ma poco finanziata

e questo

dove ti porta?

è il conflitto tra riformisti e populisti

perché secondo me

il reddito di cittadinanza è la vera politica

populista introdotta in Italia

ed è da manuale questo

il populista

non sa leggere meglio degli altri

il sentire popolare

ma poi

di solito non ha gli strumenti

per rispondere in maniera adeguata

quindi raccoglie tutti i soldi

ma poi disegna male le risposte

il riformista

avrebbe le competenze per rispondere in maniera adeguata

in questo caso il centrosinistra

ma non sa leggere le esigenze sociali

e quindi finanzia il REI meno

e per arrivare a quei 2 miliardi

e 7 non ti dico

quindi se questa secondo me è la chiave

che però

però sai

questa distinzione che fai

è anche molto

giusta

ma adesso che diciamo le 2 forze

stanno insieme

non so se si può

definire il PD compiutamente riformista

e il Movimento 5 Stelle

tutto populista

prendiamolo con grande schematismo

adesso quindi cosa dovrebbero fare?

beh adesso intanto sono chiamati

a fare due cose che proprio esistenzialmente

hanno difficoltà a fare

cioè il PD dovrebbe riconoscere

che è la verità che per quanto mal disegnato

per fortuna che durante il COVID

c'era il reto di cittadinanza

perché per quanto fatto male

il reto di cittadinanza raggiunge

1.100.000 famiglie

il REI nel momento migliore 350.000

quindi questo

io lo dico sempre, disegnato male

tutto quello che vuoi ma per fortuna che c'era

quindi il PD dovrebbe riconoscere

che per fortuna

c'è stato questo stanziamento

e il 5 Stelle dovrebbe riconoscere

che il reto di cittadinanza ha alcuni evidenti

limiti di disegno

al momento mi pare che né l'uno né l'altro

riescano a fare

questo passaggio anche perché

questo è

insomma

e questo qua parlo anche come tecnico

la speranza di noi tecnici è che nei prossimi mesi ci possa essere

un momento diciamo

di riflessione tecnica

che non sia troppo contaminato dalle scorie

politiche perché adesso

tutto il dibattito sulla povertà

è tutto minato da questo

sovraccarico di tematiche

di aspettative che è stato

fatto sul reto di cittadinanza

che da lì in avanti

ha reso questo dibattito

complicatissimo, secondo me qui se

devo dire i 5 Stelle

hanno fatto

due cose che oggi non aiutano

ma capiscono

e allora dovevano dire che il re era al male

perché il re era

dell'elite precedente quindi dell'elite

che certo che stanno governando insieme ma

il 5 Stelle quando è arrivato il mondo si divideva

prima del governo Conte

e a partire dal governo Conte

quindi il re era fatto

da quella che i studiosi dell'elite chiamano

tecnicamente l'elite corrotta

secondo i populisti e quindi bisognava

raderlo, quindi tutta una comunicazione

anche se non l'hai raso al suolo

tu comunichi che lo radi al suolo perché

è il male, questo lo posso capire

però ha creato delle scorie

quello che non posso capire che però

si spiega con loro, con quello che

diciamo prima della loro stessa aspettative

è che loro hanno

promosso il reto di cittadinanza

innanzitutto per quello che non è

cioè una misura che crea lavoro

e questo oggi

paradossalmente è un boomerang dal quale loro

non escono perché oggi

tutti gli dicono sì ma scusa mi avevi promesso

che il lavoro con il reto di cittadinanza non c'è

che il reto di cittadinanza non c'è

in assoluto

pensa se loro l'avessero

funzionato il sistema di navigator

sì ma adesso ci arriviamo

ma politicamente pensa se loro l'avessero

promosso per quello che è innanzitutto

una misura contro la povertà

una misura che garantisce i diritti sociali

e permette alle persone di campare decentemente

oggi potrebbero dire

avete visto? Grazie alla nostra misura

contro la povertà

ma la gente ha campato decentemente durante il covid

quindi tutta questa impostazione di dibattito

la paghiamo

e però

nei prossimi mesi bisognerà mettere mano

al reddito ma non solo perché ha

dei problemi di disegno

ma anche perché intanto

c'è stato il covid

ecco appunto arriviamo al covid

quindi la domanda che ti facevo

prima cioè

come si abbatte

la crisi della produzione

la crisi dei consumi

sulla povertà in Italia

e l'introduzione di questo strumento

che è stato definito

reddito di emergenza

nei mesi del lockdown

e quale sviluppo potrebbe avere

nelle prossime settimane

nei prossimi mesi

in presenza

oggi 16 ottobre

siamo

discutendo

di una possibile

seconda chiusura

per quanto parziale

per quanto limitata

senza altro c'è un effetto depressivo

su tutto

siamo

nelle ore in cui stiamo

affrontando questa percezione

prima psicologica prima ancora che economica

allora

prima sul REM e poi sull'Ogi

il REM

diciamo si collega bene alla storia

che stiamo raccontando

perché

io nel dicembre del 2019

ho detto concludo la mia esperienza

con l'Alleanza contro la povertà

perché si era conclusa una fase storica

e poi non è mai sano che l'ideatore

di qualcosa ci rimanga troppo attaccato

negli anni, questo dal puntista

dei percorsi individuali credo che non sia mai sano

e avevo detto ma adesso mi riposo

un po' dall'advocacy

mi ha chiamato Fabrizio Barca

leader del forum insieme a Enrico Giovannini

e hanno detto

di suballeanze e diversità ricordiamo

e ASBIS, Alleanza per lo sviluppo sostenibile

hanno detto facciamo delle proposte

perché qua c'è la pandemia

e non si poteva star fermi

e quindi abbiamo fatto delle proposte

tra cui il cuore è stato questo reddito di emergenza

che

sostanzialmente l'idea era

una misura che permetta di

raggiungere coloro i quali

non sono raggiunti dal reddito di cittadinanza

secondo la logica di tutti i paesi

che le misure di povertà pensate

per condizioni normali

non sono in grado di agire

in situazioni eccezionali

primo perché bisogna

arrivare a persone

che non sono previste nel targhet del reddito

di cittadinanza, secondo

perché bisogna inventare misure molto facili

e veloci da ricevere perché è la situazione

che lo richiede. Noi abbiamo

proposto il reddito di emergenza

abbiamo fatto advocacy

spinta anche questa volta

ed è stato introdotto

senza tediare gli ascoltatori

purtroppo non è stato introdotto

con la forma che volevamo noi ma questo

fa parte del gioco.

Io cosa ho imparato?

Ho imparato una cosa

ho imparato nella mia esperienza

qualcosa che poi

si vede molto anche socialmente

nella politica che è il diffondersi

di queste diciamo coalizioni sociali

in fondo

cos'era questa coalizione

temporanea forum

asbis cristiano gori

era una cosa che nelle sue

logiche era la stessa dell'alleanza contro la

povertà e di tanti altri

diverse organizzazioni

competenze pratiche

di queste organizzazioni e competenze accademiche

proposte precise

advocacy

ora io per te che segui

molto la politica alcuni sono un po' tristi

per il diffondersi di queste cose

perché le vivono come un sintomo

del fatto che ormai le proposte per la politica

non arrivano più dai partiti

e dalle istituzioni. L'hai detto tu

fino al 2013

tutte le proposte contro la povertà sono

arrivate da commissioni governative

quindi tu puoi leggere l'evoluzione

di queste coalizioni in due sensi

uno negativo a dire ah ma

non arrivano più dalla politica

l'altro però positivo perché comunque intanto c'è questo

contributo e queste coalizioni hanno

alcune particolarità

quando sono brave

anche di aderenza con la società che le rendono

utili. Quindi

diciamo da un punto di vista del metodo

credo che la vicenda del REM

segnali questo, peraltro appunto ce ne sono

svariate altre

dal punto di vista dei contenuti

il REM è stata una misura transitoria

per tre mensilità

che col 15 ottobre cioè con ieri

è stata interrotta

il problema è che noi adesso a questo punto

abbiamo 3 milioni di persone che ricevono

il REM di cittadinanza

e 650 mila che hanno ricevuto

il REM

quindi tu come dire hai un bacino potenziale

di 3 milioni e 650 mila

e la questione è

che tipo di risposte dare a queste persone

e questa questione però

ti si intreccia inevitabilmente

con diciamo con la necessità

di affrontare gli elementi

le criticità strutturali

del REM

e vi dico qualche

punto

uno è sul chi

tu devi fare due operazioni

devi da una parte allargare

perché il REM vabbè

è fortemente discriminatorio verso gli stranieri

che lo possono ricevere solo dopo 10 anni

di residenza in Italia

rispetto al REI

erano 5

la metà del tempo

ha raddoppiato il tempo

però anche simbolicamente

non è un caso perché tu

dopo 10 anni puoi fare domande per diventare cittadino

italiano è come dire

devi allargarlo

rispetto alle famiglie numerose

che oggi sono svantaggiate

e devi allargarlo

rispetto al nord che oggi è svantaggiato

poi se vuoi su questo torniamo

però qual è il problema?

quindi tu devi allargare i target

e così raggiunge tutta la popolazione

e trasplicabilmente

tenendo dentro tutta la popolazione interessata

anche quella del REM

il problema è che per come è stato fatto

il regno di cittadinanza

viene erogato anche a quote non indifferenti

di persone che non ne avrebbero bisogno

perché in particolare tra i nuclei di uno e di due

poiché il regno di cittadinanza privilegia molto

i nuclei di uno e di due

ci sono persone che

che non ne avrebbero bisogno

quindi tu oggi sei chiamato a un'operazione

complicatissima che è

di estensione da una parte e di riduzione

dall'altra e in Italia ridurre

è sempre difficile

quindi sul chi devi fare queste due cose

estendere e ridurre

sul cosa

di fatto qua

è tutto il dibattito

sul sovraccarico

diciamo di obiettivi

occupazionali sul regno di cittadinanza

di fatto i risultati non sono

stati granché in termini di inserimento

lavorativo, ci vorrebbero comunque

anni però

però in qualche modo

questo obiettivo è anche adesso

un po'

eliminato dalla storia perché se già era difficile

dare lavoro agli utenti

per fare l'elettricità di nazza in condizioni standard

figurati oggi

quindi la questione

è che chiaramente sarà una misura

che tenderà a riassumere

maggiormente la sua natura

base, quella è una politica contro la povertà

e quindi una misura

di intervento sociale

quindi questi sono i due assi

il chi e il cosa

una polemica

non solo culturale perché poi a ogni

polemica corrispondono delle

scelte politiche

e quella che vede contrapposti

lo dico con un personaggio

il presidente di Confindustria

Bonomi ha parlato

della necessità di evitare che l'Italia diventi

il sussidistan

cioè il paese che si

regge sui sussidi

e quando tu dicevi

3 milioni e 650 mila

persone hanno

o il reddito di cittadinanza o il

REEM

penso

che lì c'è oltre

ovviamente il presidente di Confindustria parla

anche del blocco dei licenziamenti

della cassa integrazione

ovviamente poi ci sono altre

questioni però è un'immagine

particolare

sul fronte opposto

un effetto del covid

è stato far tornare

di moda

lo stato

il grande

bersaglio del neoliberismo

dagli ultimi 40 anni

da Reagan, Thatcher e poi

lo stato è il problema

non è la soluzione

e così via

anche in modo accentuato

e a volte anche lì

in modo

da un eccesso

all'altro

come se adesso fosse

solo lo stato la sfera

in cui si devono

fare le scelte

ecco da questo punto di vista

come ti poni

e

ancora una volta quali sono le

misure poi pragmaticamente più

utili per

arginare una povertà in crescita

intanto devo dirti

sulla questione dello stato

noi diciamo

il timore è uno

che la nuova legittimazione

dello stato venga utilizzata

per riproporre le vecchie modalità

di intervento

è semplicemente

l'altra mia grande passione sono le assistenze agli anziani

non autosufficienti che per altri motivi

hanno avuto una rilegittimazione

col covid e lì si vede benissimo

è chiaro che arriveranno dei fondi anche lì

però

il rischio è che

è molto italiano

metterla tutto sul

quanto senza discutere il disegno

degli interventi, il rischio è altissimo

quindi su questo

questo rischio è altissimo

e rispetto al subsidista per quello

che io credo che oggi tu non possa

sviluppare

un

ragionamento sulla revisione

del reddito di cittadinanza

senza pensare anche a

sistemare

il suo utilizzo improprio

ma non dico quello

delle fraudiche pure

ma quello di sapere che alcune persone

ricevono troppo

alcune persone dovrebbero ricevere

proprio per disegno

questo è anche proprio

il modo di porsi al dibattito

se no se tutto è

vogliamo più risorse senza

ragionare e questo è l'unico modo perché

tu al presidente di Confindustria

non credo che possa

negare che c'è bisogno di una forte tutela

pubblica

il punto è come la fai

e quindi

ed è una questione di

non

evitare di ridurla

solo a più fondi

e sapere che non è solo questione

di aggiungere ma anche questione di togliere e pulire

in prospettiva

sai qual è il problema?

per questo ci vorranno anni

sempre di più

occuparsi di lotta alla povertà

vorrà dire occuparsi di lotta

all'impoverimento

cioè noi siamo una società nella quale

i percorsi di impoverimento sono sempre

i rischi di impoverimento sono sempre più diffusi

tutti gli studi ci dimostrano che per quanto

con le migliori intenzioni insomma comunque

intervenire quando

uno ormai è precipitato, è disoccupato

la famiglia è spasciata

aiutarlo a rimettere in pista è complicato

sei molto più efficace

se agisci prima

quindi vuol dire

per esempio politica per il lavoro

e politica per la famiglia

diciamo come messaggio

e però come messaggio

il messaggio è nel futuro

ci saranno elevati

rischi contro l'impoverimento

e sarà fondamentale

lavorare sempre di più

su evitare che le persone

cadano in povertà non solo su aiutarle

a rialzare e peraltro su questo

mi collego a quello che dicevo prima facci caso

quali sono i

grandi gruppi sociali che sono

caduti in povertà negli ultimi dieci anni

sono le famiglie con figli

e i giovani cioè esattamente

quei gruppi che sono poco sostenuti

sono stati poco sostenuti

negli ultimi decenni dal welfare pubblico

cioè in realtà tu se vai

a vedere oggi chi sono

il profilo della nuova povertà italiana

ci ritrovi a specchio

i limiti del welfare pubblico

degli ultimi trent'anni

e così è

e quindi

già si vede

diventerà sempre più importante che

la battaglia deve essere

sia per tutelare i poveri

che sempre di più per evitare

che si diventi poveri

e così

lotta alla povertà e lotta all'impoverimento

mi sembra

il gancio

io credo che siamo

arrivati quasi in conclusione

della nostra conversazione

del nostro dialogo

quindi l'ultima domanda che ti faccio

è più di breve

e di brevissimo periodo

cioè cosa potrebbe succedere

nelle prossime settimane

nei prossimi mesi

e quale impatto

e se ad esempio

il REM

deve essere riproposto

o rafforzato

allora io credo che

chiunque persona

ti possa dare è non lo so

cioè ti può dare

ti può dire sappiamo che

da un punto di vista sociale le cose peggioreranno

perché semplicemente

questa cosa molto strana

di bloccare

i licenziamenti per quasi un anno

fa sì che non potendoli tu bloccare

a oltranza a un certo punto hai l'effetto

per cui salta il tappo e il salto del tappo è a gennaio

tutti insieme

cosa?

tutti insieme

quindi metti questo

almeno quello del rischio

rischio maggiore

quindi metti insieme

metti questo insieme al

al dipararsi del covid

di nuovo

quello che tu puoi dire è che

ci sarà molta esigenza di

lavorare nei prossimi mesi ma non solo

sulle politiche contro la povertà

anche sugli ammortizzatori sociali

perché c'è anche tutta

e non

cassa integrazione ma anche Nasti

quindi bisognerà molto

lavorarci e di nuovo io ho paura

che saremo stretti

cioè mentre adesso noi stiamo

dicendo la riforma strutturale del registro

della cittadinanza potrebbe

essere che tra due mesi siamo di nuovo stretti a

parlare di misure emergenziali di breve periodo

cioè io ho sempre dato per scontato

ho sempre detto ok ai miei amici

guardate che poi dall'autunno

si apre il tema riforma

strutturale delle misure

invece no può essere che tra poco di nuovo

stiamo parlando stiamo

ragionando di misure emergenziali

e a quel punto io spero per esempio

che per il REM

come per altri

spero veramente che si possa imparare perché sono

state messe in campo delle misure emergenziali

che hanno avuto alcuni punti di forza alcuni punti di debolezza

paradossalmente su questo

adesso siamo molto più strutturati per rispondere

In conclusione

ma è la stessa casaedrice

quindi mi sento di farlo c'è in uscita

anche questo libro, li abbiamo nominati

Fabrizio Barca, Enrico Giovannini

Quel mondo diverso, sempre pubblicato

dalla casaedrice la terza

che affronta uno dei punti

di cui abbiamo parlato prima con Cristiano Gori

cioè il rapporto

tra le reti

della società civile

chiamiamole così, tra le coalizioni

sociali

mi piace molto questa definizione

con il mondo della politica istituzionale

degli strumenti

come i partiti

sindacati

un'organizzazione che non abbiamo nominato

ma che forse

però

aleggiava in alcune

descrizioni

e naturalmente

il libro di Cristiano Gori

Combattere la povertà

di cui abbiamo conversato

questa mattina

molto interessante

sia per il carico di dati

sia per le proposte

e sia anche per un racconto

dall'interno

di come si fa organizzazione

di una lobby

molto particolare

come si fa organizzazione sociale

e quindi permettimi di dirlo

anche come si fa politica

pur essendo

rigorosamente nel proprio

ruolo di accademico

e di

attivista sociale

ti

definisco così

e quindi anche come

possibile

rinnovare e cambiare

anche fuori

dalle istituzioni

ma certamente non

contro le istituzioni

con le istituzioni

terreni di collaborazione

e di sintesi nuove

io ringrazio

Cristiano Gori

ringrazio te

e tutti voi che ci avete seguito

e buona giornata e buon fine settimana

grazie

grazie