Le prime testimonianze sulla carestia in Corea del Nord
Dalla redazione di Internazionale, io sono Claudio Rossi Marcelli.
Io sono Giulia Zoli e questo è Il Mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.
Oggi vi parleremo di un'inchiesta sulla Corea del Nord e dei Beatles, e poi di un video
sull'alluvione in Emilia Romagna e di un film appena uscito.
È venerdì 16 giugno 2023.
La Corea del Nord è in un periodo di isolamento imprecedentede.
È passato più di tre anni da quando si ha chiuso le frontiere in risposta alla pandemia
Covid-19 e non si sono riposati.
Questo ha probabilmente creato alcune delle condizioni più feroci che i nordichi hanno
mai avuto da vivere.
Tre persone che vivono in Corea del Nord hanno rischiato la loro vita per dire alla BBC
ciò che sta succedendo.
La BBC ha iniziato a comunicare con loro in secreto per mesi, con l'aiuto di un'organizzazione
in Corea del Nord chiamata Daily NK.
Da mesi la BBC, l'emittente radio televisiva pubblica britannica, è in contatto con due
donne e un uomo che vivono in Corea del Nord e che si sono fatti intervistare di nascosto
mettendo a rischio la loro vita.
Le loro testimonianze sono raccolte in una lunga inchiesta che la BBC ha pubblicato ieri
sul suo sito e in parte raccontato nel podcast che avete sentito.
Nel 2020, dopo che la chiusura delle frontiere è stata ulteriormente rafforzata per evitare
il diffondersi del Covid, la situazione in Corea del Nord è nettamente peggiorata.
Le tre persone contattate dalla BBC, a cui sono stati dati dei nomi di fantasia per proteggerle,
raccontano la loro vita di tutti i giorni tra fame, repressione brutale e nessuna possibilità
di uscire dal paese.
Ne parliamo con Junko Terao, editor di Asia di Internazionale.
Ieri la BBC ha pubblicato un'inchiesta sulla situazione in Corea del Nord, quel che rende
inedita questa inchiesta è il fatto che si basa sulle testimonianze di tre cittadini
nordcoreani, due donne e un uomo, che per mesi tramite il sito Daily NK, che è un sito
specializzato in notizia sulla Corea del Nord e che quindi ha contatti all'interno del
paese, hanno comunicato con la giornalista della BBC, Jean McKenzie, che firma l'inchiesta,
raccontando la situazione nel paese dopo che nel 2020 il regime ha sigillato i confini
del paese, impedendo quindi a qualsiasi tipo di notizia di uscire dalla Corea del Nord,
ma soprattutto impedendo l'ingresso, l'importazione di beni essenziali per la sopravvivenza della
popolazione, prima di tutto beni alimentari ma anche carburante.
Chi sono questi tre cittadini nordcoreani?
Dunque si tratta di una donna che vive vicino al confine con la Cina, confine che è storicamente
poroso e attraverso cui arrivavano, perlomeno fino a tre anni fa, beni di contrabbando che
erano essenziali alla sopravvivenza dei nordcoreani, soprattutto nella zona vicino al confine con
la Cina.
Questa donna aveva una bancarella al mercato dove vendeva medicinali contrabbandati dalla
Cina, che però racconta a lei che ormai sono spariti oppure che quei pochi che si trovano
sono troppo cari e nessuno può permetterseli.
Un altro nordcoreano che vive vicino al confine con la Cina è un manovale, un lavoratore nel
settore edile, la cui moglie anche lavora al mercato.
Questa è una situazione abbastanza comune nelle famiglie nordcoreane dove in genere
sono le mogli che lavorano e che portano a casa il pane da mettere in tavola perché
lavorano in un mercato nero tollerato, in particolare vicino al confine cinese, mentre
gli uomini sono costretti a lavorare per il regime dietro stipendi miseri.
La terza persona è una donna che lavora in un alimentare della capitale di Pyongyang.
Quello che tutti e tre raccontano è qualcosa che anche gli esperti di Corea del Nord non
si aspettavano, non avevano capito che la situazione era così grave perché raccontano
di gente che letteralmente muore di fame.
Si sapeva, si immaginava, perlomeno non si hanno i numeri, però si immaginava che la
situazione dal 2020, quindi dalla chiusura dei confini, fosse molto peggiorata, una situazione
in Corea del Nord già di partenza misera, però si immaginava che fosse peggiorata ma
non fino al punto di portare la gente a morire di fame.
Una dei tre testimoni parla per esempio di una famiglia di vicini di casa che si è lasciata
morire di fame, ma parla anche di persone che si suicidano pur di non morire di stenti
e gente che parte e va nella foresta per andare a morire.
Quindi sono racconti davvero drammatici, non si avevano notizie di gente che moriva di
fame perché non aveva da mangiare dagli anni 90, dal periodo della grande carestia.
Oltre a queste notizie che ci hai raccontato, il fatto stesso che sia uscito un'inchiesta
come questa è un po' una notizia?
Sì, una prima considerazione è che se tre persone hanno rischiato la vita per parlare
con un emittente televisiva straniera, come la BBC, letteralmente la vita perché il regime
vieta tassativamente ai nordcoreani di comunicare con il mondo esterno, tanto più con i giornalisti,
significa che la situazione è eccezionalmente grave.
Ben più grave probabilmente, o comunque grave, quanto la carestia degli anni 90 di
cui parlavamo prima.
All'epoca però il regime, sapendo che non avrebbe potuto sfamare la popolazione, reagì
in un altro modo?
Sì, negli anni 90 la carestia, che fu causata da politiche economiche sbagliate e dalla
caduta dell'Unione Sovietica, da cui la Corea del Nord dipendeva per la sua stessa
esistenza fino ad allora, aveva risposto con delle piccole aperture, delle piccole concessioni.
E' da allora che nacque il mercato nero tollerato, di cui parlavo all'inizio, e da allora la
frontiera con la Cina è diventata molto più facilmente attraversabile, quindi molti nordcoreani
sono stati lasciati fuggire in sostanza.
Con Kim Jong-un già erano diminuiti questi numeri, si parla di mille persone all'anno
che riuscivano a fuggire, ma dal 2020 appunto questo non è più stato possibile.
Per cui adesso il regime sta reagendo in una maniera totalmente suicida, perché non lascia
fuggire le persone che muoiono letteralmente di fame.
Altre due cose interessanti che raccontano i tre testimoni è che innanzitutto c'è stato
un giro di vite incredibile del regime nel controllo della popolazione e la repressione
delle minime libertà è diventata molto più dura.
Questo secondo un ex diplomatico nordcoreano fuggito all'estero e intervistato dalla BBC
potrebbe essere dovuto al fatto che il regime ha bisogno di tenere a bada i giovani, cioè
le giovani generazioni che sono nate e cresciute sotto Kim Jong-un, leader che al contrario
del padre e del nonno non ha dato nulla alla popolazione, mentre fino a prima del suo arrivo
al governo la gente non moriva di fama.
Dopo la grande carestia degli anni 90 non c'era più stata una situazione così grave.
L'altra cosa drammatica, l'ha sottolineata Andrej Lankov, che è un esperto di Corea
del Nord, è il fatto che ci sia molta paura dei vicini di casa, molta paura dei colleghi,
paura di tutti.
Quindi i nordcoreani non si confidano più, tengono per sé i loro pensieri sulla situazione
e questo, dice Lankov, allontana ulteriormente la speranza che possa nascere un minimo di
resistenza contro il regime.
Tu sei stata in Corea del Nord nel 2016, un'esperienza davvero riservata a pochi e soprattutto a
pochi giornalisti.
Cosa hai pensato leggendo questa inchiesta?
La cosa che mi ha colpito molto è che anche a Pyongyang si parli appunto di famiglie che
muoiono perché non hanno da mangiare.
A Pyongyang tradizionalmente vive la parte di popolazione più fortunata del paese.
Sono stata sia a Pyongyang sia ho attraversato le campagne, le zone rurali e diciamo le differenze
saltavano agli occhi.
Che la situazione sia così drammatica anche nella capitale veramente è molto molto preoccupante.
Oggi ci sono dei segnali che potrebbero far pensare che le cose cambieranno?
La situazione del paese è così difficile che il regime potrebbe essere costretto a
fare delle aperture?
Già ci sono dei segnali che dicono che dal confine cinese hanno ricominciato, anche se
con il contagocce, in maniera minima ad entrare delle merci.
Questo appunto non è evidentemente risolutivo, non per il momento, però probabilmente quello
che sarà costretto a fare il regime è, visto che ha dichiarato ufficialmente di aver sconfitto
la pandemia, anche se insomma nulla è verificabile, dovrà per forza di cose far ricominciare
i flussi di merci perlomeno attraverso il confine cinese.
Grazie a Junko Terao.
Grazie a voi.
Il regista Davide Preti racconta il videoreportage che è realizzato per il sito di Internazionale.
Tutti sanno quanto le api siano importanti per il nostro ecosistema, per la tutela della
biodiversità.
Meno persone conoscono la profonda vocazione ortofrutticola e sementiera della Romagna.
Per questo motivo ho deciso, insieme al fotografo cesenate Alessandro Mazza, di concentrare il
nostro lavoro sui danni prodotti dall'alluvione sull'apicoltura.
Siamo stati a Russi, in provincia di Ravenna, per incontrare Franco, un apicoltore che ha
perso tutte le sue arnie.
Il terreno era ancora coperto di uno spesso strato di fango, dal quale proveniva un forte
odore putrescente.
Siamo andati ad Ovadola, sulle colline forlivesi, insieme a Raffaella.
La strada era appena stata liberata da una frana e per la prima volta lei ha potuto vedere
uno dei suoi apiari, o meglio, quello che è sopravvissuto all'alluvione.
Fortunatamente qualche arnia conteneva ancora delle api e Raffaella è riuscita a salvarle,
nonostante più di mezzo metro di fango.
Gli apicoltori e le apicoltrici romagnole stanno provando a salvare quante più api possibili,
perché questo piccolo e prezioso insetto è fondamentale non solo per la produzione
del miele, ma per tutta la catena alimentare.
Quindi ha molti usi.
Quando siamo arrivati a realizzare quello che sarà il prossimo record di The Beatles,
una demo che John ha fatto, che abbiamo lavorato su, e abbiamo appena finito di realizzarla,
che sarà rilassata quest'anno, siamo stati in grado di prendere la voce di John e farla
essere puramente di una canzone, una canzone che non è una canzone, ma una canzone che
si può fare in modo che si possa mescolare il record come si fa normalmente.
Quindi ciò ci dà un po' di ruolo.
Quindi c'è un buon lato e un lato spaventoso.
L'annuncio di Paul McCartney che entro l'anno sarebbe uscito una nuova canzone dei Beatles
ha stupito molti, ma non è stata proprio una sorpresa.
Si sa che ci sono dei fan che hanno fatto un'esigenza,
ma non è stato proprio una sorpresa.
E' stato un'esperienza che è stata fatta in un'esperienza di un'esperienza,
che è stata fatta in un'esperienza di un'esperienza,
ma non è stata proprio una sorpresa.
Si sa che ci sono dei demo con la voce di John Lennon,
alcuni non ancora usati nelle varie ristampe dei Beatles,
anche se Paul McCartney non ha dato il titolo della nuova canzone dei Beatles che uscirà.
Si sa che esiste un pezzo intitolato Now and Then,
di cui già si è a conoscenza.
Più che un pezzo è un abbozzo di un pezzo,
più che un demo è una registrazione fatta da John Lennon col pianoforte,
a casa sua è registrata con un boombox,
quindi con un radione di quelli della fine degli anni 70.
Come entra l'intelligenza artificiale in questa operazione?
Il regista Peter Jackson aveva lavorato con Paul McCartney
a un lungo documentario chiamato Get Back,
che rimetteva insieme moltissime ore di filmato, otto ore,
dei Beatles che cantano insieme e provano in studio.
L'intelligenza artificiale sarà fondamentale per Peter Jackson
nel dividere e isolare le voci dei vari protagonisti
dai rumori di fondo e dai suoni.
L'intelligenza artificiale riconosce le frequenze tipiche
delle voci di Paul, di John, di Ringo e di George
e li separa dalla colonna sonora esterna.
È un'operazione di lettura dei dati
che solo una macchina sofisticata e un'intelligenza artificiale sofisticata
riesce a fare.
In questo modo, quindi, probabilmente anche quel poco che c'è
nella cassetta che contiene Now and Then
potrebbe diventare la materia prima
per avere una nuova canzone dei Beatles.
Ci parli di questa cassetta da cui è tratto questo brano
o questa parte di brano che uscirà presto?
È una cassetta che John Lennon nel 1979
aveva inciso a casa sua con degli abbozzi di canzone
e proprio c'era scritto sulla cassetta
4 Paul per Paul.
Quando nel 1980 è morto, John Lennon è stato ucciso
Yoko Ono, la moglie di Lennon, ha consegnato a Paul McCartney
questa cassetta che conteneva appunto del materiale
sul quale avrebbero potuto lavorare insieme
se John fosse rimasto in vita.
Tra il materiale contenuto in questa cassetta
c'erano anche due canzoni che invece poi sono state realizzate
sono state rimesse insieme, sono uscite nel 1995
che erano Real Love e Free As A Bird
che erano delle canzoni di John Lennon inedite
che sono state tirate fuori postume
fu considerata un'operazione abbastanza discutibile
non tutti apprezzarono
è sempre abbastanza delicato far uscire qualcosa
quando chi l'ha scritta o chi l'ha realizzata
non è più in vita
però fu un grande successo
e i fan dei Beatles furono poi tutto sommato molto contenti
di poter sentire ancora la voce di John Lennon
su delle canzoni inedite
Quello dei Beatles però non è l'unico caso di musica uscita postuma, giusto?
Assolutamente no
per esempio fece molto rumore
prima del ritorno di John Lennon del 1995 e del 1991
il duetto di Natalie Cole con suo padre Nat King Cole
che era morto addirittura nel 1965
Unforgettable fu uno dei singoli più fortunati del 1991
e con la tecnologia digitale
ha permesso alla figlia
che aveva solo 15 anni quando il padre era morto
di duettare con il padre
che ricordiamolo era stato proprio
una figura fondamentale del passaggio tra
il jazz e il pop
nell'immediato dopoguerra
Nat King Cole è stato un grandissimo cantante
e la figlia ha potuto prendere un suo pezzo molto popolare
registrato nel 51
e unire la sua voce a quella del padre
questo fu diciamo
il caso più eclatante di
duetto addirittura con un defunto
poi ci sono stati ovviamente
i dischi postumi di Michael Jackson
ce n'è stato uno intitolato
Michael che era uscito nel 2010
un anno dopo la morte di Jackson
che usava dei demo
che Michael Jackson aveva lasciato incompleti
dalle ultime sessioni del suo ultimo album
che si chiamava Invincible
questo materiale non si sa quanto fosse grezzo
probabilmente era molto grezzo
Michael Jackson vivo non l'avrebbe mai fatto uscire
è stato lavorato
prodotto
ed è venuto fuori un album che fece molto discutere
anche perché sfiorava proprio il falso
è venuto fuori che alcuni pezzi
non erano neanche cantati
da Michael Jackson
le parti diciamo incomplete delle canzoni
erano state interpolate
con la voce di un altro cantante
nel 2014 ne uscì un altro
che si chiamava Xscape
che era ancora più delicata come operazione
usava dei demo
che andavano dal 1983
praticamente alla fine degli anni 90
veramente canzoni molto incomplete
pezzettini che sono state proprio
tecnologicamente
rimesse in piedi, rimontate
da produttori che avevano anche lavorato
con Michael Jackson quando era vivo
in particolare il singolo Love Never Felt So Good
che Michael Jackson morto
ha ricantato in duetto con Justin Timberlake
era un demo del 1983
di una canzone che Jackson aveva composto
con Polanca
niente meno
era veramente un abbozzo di canzone
che se l'ho trasformato in una canzone completa
in un duetto con la popstar del momento
sono tutte operazioni
estremamente discutibili
se parlassimo di opere d'arte
o di arti visive
parleremmo di falso o di pasticcio
di cose messe insieme preesistenti
e non con la volontà dell'artista
Ted Gioia
che è un importante critico musicale
jazz e l'autore di una monumentale
storia del jazz
nella sua newsletter ha recentemente parlato
di zombie music
ovvero di musica fatta da morti viventi
che interessa molto
all'industria discografica
perché immaginare di avere i Beatles che tornano
Jimi Hendrix che torna a suonare la chitarra
Amy Winehouse che torni a cantare
fa molta gola
a un'industria discografica sempre più
dipendente
sia dal blockbuster
da una parte e dalla retromania
questo concetto di zombie music fa abbastanza pensare
quello della zombie music
è un fenomeno che riguarda anche la musica dal vivo
giusto?
beh si, la riguarda in varie forme
c'è stato per esempio
un ritorno virtuale di Whitney Houston
abbastanza impressionante
con un ologramma
che non era perfetto
dal punto di vista della resa
fa molto impressione rivedere Whitney Houston cantare
ed è un fenomeno però
che comincia a riguardare anche artisti vivi
gli ABBA stanno facendo
un tour enorme
usando una band dal vivo
e usando i loro avatar
che loro chiamano ABBA-tar
che sono proprio delle proiezioni
in 3D degli ABBA giovani
quindi gli ABBA sono vivi
sono anziani, preferiscono non lavorare più
e mandano in tour i loro ologrammi
chi c'è stato la descrive con
un'esperienza abbastanza lunare
il pubblico è immerso
in una specie di installazione
video in cui però
la musica dal vivo c'è ed è molto forte
è fatta dalla band
e in cui questi avatar addirittura parlano
col pubblico, pubblico che è tenuto
a debita distanza in un teatro
speciale fatto apposta per ospitare questo tipo
di eventi e che non ha proprio
il senso che la star la puoi toccare
tutti sanno che sono delle proiezioni
ma sono estremamente realistiche
e hanno proprio quell'effetto di uncanny valley
come si dice in gergo tecnologico
cioè di stupore
davanti a una manifestazione
che tu non capisci se è umana o se è una macchina
secondo te c'è il rischio che
l'uso così massiccio della tecnologia
potrebbe finire per disumanizzare
la musica e l'esperienza musicale?
allora disumanizzare non so
perché in realtà
l'ascolto della musica e il fare musica
da sempre è dipendente
dalla tecnologia
la musica è diventata umana
più o meno da più di 100 anni
cioè prima che noi ci abituassimo
alla musica registrata
la musica l'unico modo di sentirla
era farla dal vivo
eseguirla in casa
eseguirla in chiesa
o per strada
con strumenti e cantanti che venivano suonati
e la cui vibrazione arrivava direttamente all'orecchio
senza intermediazioni tecnologiche
di alcun tipo
quando abbiamo cominciato a registrare
nel secolo XXI dell'Ottocento
mezzi di riproduzione meccanica
della voce e della musica
hanno cominciato a diventare popolari
e diffusi
abbiamo fatto un patto con la tecnologia
abbiamo permesso che la musica arrivasse a noi
in un modo diverso
e c'è stata un'evoluzione lunga
l'uso dell'intelligenza artificiale
nella creazione di nuova musica
alla fine non è altro che una tappa
di un percorso lungo
che abbiamo cominciato tanto tempo fa
forse addirittura prima
della riproduzione meccanica
della voce e della musica
addirittura quando abbiamo scoperto che la musica
poteva essere scritta e stampata
e distribuita sotto forma di spartiti
è solo una delle tante tappe
della tecnologia legata alla musica
grazie a Daniele Cassandro
grazie a voi
In Polarit Society di Nida Manzur
Ria è una liceale un po' ribelle
che sogna di diventare una stuntwoman
ha una sorella maggiore, Elena
un po' depressa
che ha appena lasciato la scuola d'arte
e che per la sua famiglia anglo-pakistana
una famiglia apparentemente ordinaria
è un motivo un po' di imbarazzo
le due sorelle sono molto legate
complici tra loro
quindi Ria non prende assolutamente bene
il fatto che la madre
vuole sistemare la sua famiglia
Elena con Salim
che è un giovane medico
rampollo di una famiglia ricca
della comunità anglo-pakistana
che è espressione di tutto quello
che le due sorelle in qualche modo rifuggono
quando viene annunciato
il finanziamento
Ria decide che il matrimonio
non si deve fare in nessun caso
a raccontarla così la trama sembra quella
di una commedia come ce ne sono tante
ma in questo momento il film sale
letteralmente sulle montagne russe
Nida Manzur che è il suo primo lungometraggio
prende spunti da ogni parte
dagli action thriller
dai film di James Bond, dai film di arti marziali
di supereroi
per realizzare qualcosa che è tutt'altro che una parodia
ma è una commedia al femminile
molto divertente, molto intelligente
che quasi in ogni momento
spesso anche in maniera piuttosto geniale
riesce a dare una stoccata al patriarcato
il tutto tra l'altro con un ritmo sostenutissimo
in un film che dura solo 100 minuti
da cui si esce senza dubbio
con il sorriso sulle labbra
Polite Society di Nida Manzur
Nelle sale
Sottotitoli e revisione a cura di QTSS