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La coscienza di Zeno - Italo Svevo (Zeno's Conscience), 3.1 La Storia del Mio Matrimonio

3.1 La Storia del Mio Matrimonio

La storia del mio matrimonio

Nella mente di un giovine di famiglia borghese il concetto di vita umana s'associa a quello della carriera e nella prima gioventù la carriera è quella di Napoleone I. Senza che perciò si sogni di diventare imperatore perché si può somigliare a Napoleone restando molto ma molto più in basso. La vita più intensa è raccontata in sintesi dal suono più rudimentale, quello dell'onda del mare, che, dacché si forma, muta ad ogni istante finché non muore! M'aspettavo perciò anch'io di divenire e disfarmi come Napoleone e l'onda.

La mia vita non sapeva fornire che una nota sola senz'alcuna variazione, abbastanza alta e che taluni m'invidiano, ma orribilmente tediosa. I miei amici mi conservarono durante tutta la mia vita la stessa stima e credo che neppur io, dacché son giunto all'età della ragione, abbia mutato di molto il concetto che feci di me stesso.

Può perciò essere che l'idea di sposarmi mi sia venuta per la stanchezza di emettere e sentire quell'unica nota. Chi non l'ha ancora sperimentato crede il matrimonio più importante di quanto non sia. La compagna che si sceglie rinnoverà, peggiorando o migliorando, la propria razza nei figli, ma madre natura che questo vuole e che per via diretta non saprebbe dirigerci, perché in allora ai figli non pensiamo affatto, ci dà a credere che dalla moglie risulterà anche un rinnovamento nostro, ciò ch'è un'illusione curiosa non autorizzata da alcun testo. Infatti si vive poi uno accanto all'altro, immutati, salvo che per una nuova antipatia per chi è tanto dissimile da noi o per un'invidia per chi a noi è superiore.

Il bello si è che la mia avventura matrimoniale esordì con la conoscenza del mio futuro suocero e con l'amicizia e l'ammirazione che gli dedicai prima che avessi saputo ch'egli era il padre di ragazze da marito. Perciò è evidente che non fu una risoluzione quella che mi fece procedere verso la mèta ch'io ignoravo. Trascurai una fanciulla che per un momento avrei creduto facesse al caso mio e restai attaccato al mio futuro suocero. Mi verrebbe voglia di credere anche nel destino.

Il desiderio di novità che c'era nel mio animo veniva soddisfatto da Giovanni Malfenti ch'era tanto differente da me e da tutte le persone di cui io fino ad allora avevo ricercato la compagnia e l'amicizia. Io ero abbastanza còlto essendo passato attraverso due facoltà universitarie eppoi per la mia lunga inerzia, ch'io credo molto istruttiva. Lui, invece, era un grande negoziante, ignorante ed attivo. Ma dalla sua ignoranza gli risultava forza e serenità ed io m'incantavo a guardarlo, invidiandolo.

Il Malfenti aveva allora circa cinquant'anni, una salute ferrea, un corpo enorme alto e grosso del peso di un quintale e più. Le poche idee che gli si movevano nella grossa testa erano svolte da lui con tanta chiarezza, sviscerate con tale assiduità, applicate evolvendole ai tanti nuovi affari di ogni giorno, da divenire sue parti, sue membra, suo carattere. Di tali idee io ero ben povero e m'attaccai a lui per arricchire.

Ero venuto al Tergesteo per consiglio dell'Olivi che mi diceva sarebbe stato un buon esordio alla mia attività commerciale frequentare la Borsa e che da quel luogo avrei anche potuto procurargli delle utili notizie. M'assisi a quel tavolo al quale troneggiava il mio futuro suocero e di là non mi mossi più, sembrandomi di essere arrivato ad una vera cattedra commerciale, quale la cercavo da tanto tempo.

Egli presto s'accorse della mia ammirazione e vi corrispose con un'amicizia che subito mi parve paterna. Che egli avesse saputo subito come le cose sarebbero andate a finire? Quando, entusiasmato dall'esempio della sua grande attività, una sera dichiarai di voler liberarmi dall'Olivi e dirigere io stesso i miei affari, egli me ne sconsigliò e parve persino allarmato dal mio proposito. Potevo dedicarmi al commercio, ma dovevo tenermi sempre solidamente legato all'Olivi ch'egli conosceva.

Era dispostissimo ad istruirmi, ed anzi annotò di propria mano nel mio libretto tre comandamenti ch'egli riteneva bastassero per far prosperare qualunque ditta: 1. Non occorre saper lavorare, ma chi non sa far lavorare gli altri perisce. 2. Non c'è che un solo grande rimorso, quello di non aver saputo fare il proprio interesse. 3. In affari la teoria è utilissima, ma è adoperabile solo quando l'affare è stato liquidato.

Io so questi e tanti altri teoremi a mente, ma a me non giovarono.

Quando io ammiro qualcuno, tento immediatamente di somigliargli. Copiai anche il Malfenti. Volli essere e mi sentii molto astuto. Una volta anzi sognai d'essere più furbo di lui. Mi pareva di aver scoperto un errore nella sua organizzazione commerciale: volli dirglielo subito per conquistarmi la sua stima. Un giorno al tavolo del Tergesteo l'arrestai quando, discutendo di un affare, stava dando della bestia ad un suo interlocutore. L'avvertii ch'io trovavo ch'egli sbagliava di proclamare con tutti la sua furberia. Il vero furbo, in commercio, secondo me, doveva fare in modo di apparire melenso.

Egli mi derise. La fama di furberia era utilissima. Intanto molti venivano a prender consiglio da lui e gli portavano delle notizie fresche mentre lui dava loro dei consigli utilissimi confermati da un'esperienza raccolta dal Medio Evo in poi. Talvolta egli aveva l'opportunità di aver insieme alle notizie anche la possibilità di vendere delle merci. Infine - e qui si mise ad urlare perché gli parve d'aver trovato finalmente l'argomento che doveva convincermi - per vendere o per comperare vantaggiosamente, tutti si rivolgevano al più furbo. Dal melenso non potevano sperare altro fuorché indurlo a sacrificare ogni suo beneficio, ma la sua merce era sempre più cara di quella del furbo, perché egli era stato già truffato al momento dell'acquisto.

Io ero la persona più importante per lui a quel tavolo. Mi confidò suoi segreti commerciali ch'io mai tradii. La sua fiducia era messa benissimo, tant'è vero che poté ingannarmi due volte, quand'ero già divenuto suo genero. La prima volta la sua accortezza mi costò bensì del denaro, ma fu l'Olivi ad esser l'ingannato e perciò io non mi dolsi troppo. L'Olivi m'aveva mandato da lui per averne accortamente delle notizie e le ebbe. Le ebbe tali che non me la perdonò più e quando aprivo la bocca per dargli un'informazione, mi domandava: «Da chi l'avete avuta? Da vostro suocero?». Per difendermi dovetti difendere Giovanni e finii col sentirmi piuttosto l'imbroglione che l'imbrogliato. Un sentimento gradevolissimo.

Ma un'altra volta feci proprio io la parte dell'imbecille, ma neppure allora seppi nutrire del rancore per mio suocero. Egli provocava ora la mia invidia ed ora la mia ilarità. Vedevo nella mia disgrazia l'esatta applicazione dei suoi principii ch'egli giammai m'aveva spiegati tanto bene. Trovò anche il modo di riderne con me, mai confessando di avermi ingannato e asserendo di dover ridere dell'aspetto comico della mia disdetta. Una sola volta egli confessò di avermi giocato quel tiro e ciò fu alle nozze di sua figlia Ada (non con me) dopo di aver bevuto dello sciampagna che turbò quel grosso corpo abbeverato di solito da acqua pura.

Allora egli raccontò il fatto, urlando per vincere l'ilarità che gl'impediva la parola:

— Capita dunque quel decreto! Abbattuto sto facendo il calcolo di quanto mi costi. In quel momento entra mio genero. Mi dichiara che vuol dedicarsi al commercio. «Ecco una bella occasione», gli dico. Egli si precipita sul documento per firmare temendo che l'Olivi potesse arrivare in tempo per impedirglielo e l'affare è fatto. - Poi mi faceva delle grandi lodi: - Conosce i classici a mente. Sa chi ha detto questo e chi ha detto quello. Non sa però leggere un giornale!

Era vero! Se avessi visto quel decreto apparso in luogo poco vistoso dei cinque giornali ch'io giornalmente leggo, non sarei caduto in trappola. Avrei dovuto anche subito intendere quel decreto e vederne le conseguenze ciò che non era tanto facile perché con esso si riduceva il tasso di un dazio per cui la merce di cui si trattava veniva deprezzata.

Il giorno dopo mio suocero smentì le sue confessioni. L'affare in bocca sua riacquistava la fisonomia che aveva avuta prima di quella cena. - Il vino inventa, - diceva egli serenamente e restava acquisito che il decreto in questione era stato pubblicato due giorni dopo la conclusione di quell'affare. Mai egli emise la supposizione che se avessi visto quel decreto avrei potuto fraintenderlo. Io ne fui lusingato, ma non era per gentilezza, ch'egli mi risparmiasse, ma perché pensava che tutti leggendo i giornali ricordino i proprii interessi. Invece io, quando leggo un giornale, mi sento trasformato in opinione pubblica e vedendo la riduzione di un dazio ricordo Cobden e il liberismo. È un pensiero tanto importante che non resta altro posto per ricordare la mia merce.

Una volta però m'avvenne di conquistare la sua ammirazione e proprio per me, come sono e giaccio, ed anzi proprio per le mie qualità peggiori. Possedevamo io e lui da vario tempo delle azioni di una fabbrica di zucchero dalla quale si attendevano miracoli. Invece le azioni ribassavano, tenuemente, ma ogni giorno, e Giovanni, che non intendeva di nuotare contro corrente, si disfece delle sue e mi convinse di vendere le mie. Perfettamente d'accordo, mi proposi di dare quell'ordine di vendita al mio agente e intanto ne presi nota in un libretto che in quel torno di tempo avevo di nuovo istituito. Ma si sa che la tasca non si vede durante il giorno e così per varie sere ebbi la sorpresa di ritrovare nella mia quell'annotazione al momento di coricarmi e troppo tardi perché mi servisse. Una volta gridai dal dispiacere e, per non dover dare troppe spiegazioni a mia moglie le dissi che m'ero morsa la lingua. Un'altra volta, stupito di tanta sbadataggine, mi morsi le mani. «Occhio ai piedi, ora!» disse mia moglie ridendo. Poi non vi furono altri malanni perché vi ero abituato. Guardavo istupidito quel maledetto libretto troppo sottile per farsi percepire durante il giorno con la sua pressione e non ci pensavo più sino alla sera appresso.

Un giorno un improvviso acquazzone mi costrinse di rifugiarmi al Tergesteo. Colà trovai per caso il mio agente il quale mi raccontò che negli ultimi otto giorni il prezzo di quelle azioni s'era quasi raddoppiato.

— Ed io ora vendo! - esclamai trionfalmente. Corsi da mio suocero il quale già sapeva dell'aumento di prezzo di quelle azioni e si doleva di aver vendute le sue e un po' meno di avermi indotto a vendere le mie.

— Abbi pazienza! - disse ridendo. - È la prima volta che perdi per aver seguito un mio consiglio.

L'altro affare non era risultato da un suo consiglio ma da una sua proposta ciò che, secondo lui, era molto differente.

Io mi misi a ridere di gusto.

— Ma io non ho mica seguito quel consiglio! - Non mi bastava la fortuna e tentai di farmene un merito. Gli raccontai che le azioni sarebbero state vendute solo la dimane e, assumendo un'aria d'importanza, volli fargli credere che io avessi avuto delle notizie che avevo dimenticato di dargli e che m'avevano indotto a non tener conto del suo consiglio.

Torvo e offeso mi parlò senza guardarmi in faccia. - Quando si ha una mente come la tua non ci si occupa di affari. E quando capita di aver commessa una tale malvagità, non la si confessa. Hai da imparare ancora parecchie cose, tu.

Mi spiacque d'irritarlo. Era tanto più divertente quand'egli danneggiava me. Gli raccontai sinceramente com'erano andate le cose.

— Come vedi è proprio con una mente come la mia che bisogna dedicarsi agli affari.

Subito rabbonito, rise con me:

— Non è un utile quello che ricavi da tale affare; è un indenizzo. Quella tua testa ti costò già tanto, ch'è giusto ti rimborsi di una parte della tua perdita!

Non so perché mi fermai tanto a raccontare dei dissidi ch'ebbi con lui e che sono tanto pochi. Io gli volli veramente bene, tant'è vero che ricercai la sua compagnia ad onta che avesse l'abitudine di urlare per pensare più chiaramente. Il mio timpano sapeva sopportare le sue urla. Se le avesse gridate meno, quelle sue teorie immorali sarebbero state più offensive e, se egli fosse stato educato meglio, la sua forza sarebbe sembrata meno importante. E ad onta ch'io fossi tanto differente da lui, credo ch'egli abbia corrisposto al mio con un affetto simile. Lo saprei con maggiore sicurezza se egli non fosse morto tanto presto. Continuò a darmi assiduamente delle lezioni dopo il mio matrimonio e le condì spesso di urla ed insolenze che io accettavo convinto di meritarle.

Sposai sua figlia. Madre natura misteriosa mi diresse e si vedrà con quale violenza imperativa. Adesso io talvolta scruto le faccie dei miei figliuoli e indago se accanto al mento sottile mio, indizio di debolezza, accanto agli occhi di sogno miei, ch'io loro tramandai, non vi sia in loro almeno qualche tratto della forza brutale del nonno ch'io loro elessi.

E alla tomba di mio suocero io piansi ad onta che anche l'ultimo addio che mi diede non sia stato troppo affettuoso. Dal suo letto di morte mi disse che ammirava la mia sfacciata fortuna che mi permetteva di movermi liberamente mentre lui era crocifisso su quel letto. Io, stupito, gli domandai che cosa gli avessi fatto per fargli desiderare di vedermi malato. Ed egli mi rispose proprio così:

— Se dando a te la mia malattia io potessi liberarmene, te la darei subito, magari raddoppiata! Non ho mica le ubbie umanitarie che hai tu!

Non v'era niente di offensivo: egli avrebbe voluto ripetere quell'altro affare col quale gli era riuscito di caricarmi di una merce deprezzata. Poi anche qui c'era stata la carezza perché a me non spiaceva di veder spiegata la mia debolezza con le ubbie umanitarie ch'egli mi attribuiva.

Alla sua tomba come a tutte quelle su cui piansi, il mio dolore fu dedicato anche a quella parte di me stesso che vi era sepolta. Quale diminuzione per me venir privato di quel mio secondo padre, ordinario, ignorante, feroce lottatore che dava risalto alla mia debolezza, la mia cultura, la mia timidezza. Questa è la verità: io sono un timido! Non l'avrei scoperto se non avessi qui studiato Giovanni. Chissà come mi sarei conosciuto meglio se egli avesse continuato a starmi accanto!

Presto m'accorsi che al tavolo del Tergesteo, dove si divertiva a rivelarsi quale era e anche un poco peggiore, Giovanni s'imponeva una riserva: non parlava mai di casa sua o soltanto quando vi era costretto, compostamente e con voce un poco più dolce del solito. Portava un grande rispetto alla sua casa e forse non tutti coloro che sedevano a quel tavolo gli sembravano degni di saperne qualche cosa. Colà appresi soltanto che le sue quattro figliuole avevano tutti i nomi dall'iniziale in a, una cosa praticissima, secondo lui, perché le cose su cui era impressa quell'iniziale potevano passare dall'una all'altra, senz'aver da subire dei mutamenti. Si chiamavano (seppi subito a mente quei nomi): Ada, Augusta, Alberta e Anna. A quel tavolo si disse anche che tutt'e quattro erano belle. Quell'iniziale mi colpì molto più di quanto meritasse. Sognai di quelle quattro fanciulle legate tanto bene insieme dal loro nome. Pareva fossero da consegnarsi in fascio. L'iniziale diceva anche qualche cosa d'altro. Io mi chiamo Zeno ed avevo perciò il sentimento che stessi per prendere moglie lontano dal mio paese.

Fu forse un caso che prima di presentarmi in casa Malfenti io mi fossi liberato da un legame abbastanza antico con una donna che forse avrebbe meritato un trattamento migliore. Ma un caso che dà da pensare. La decisione a tale distacco fu presa per ragione ben lieve. Alla poverina era parso un bel sistema di legarmi meglio a lei, quello di rendermi geloso. Il sospetto invece bastò per indurmi ad abbandonarla definitivamente. Essa non poteva sapere che io allora ero invaso dall'idea del matrimonio e che credevo di non poter contrarlo con lei, solo perché con lei la novità non mi sarebbe sembrata abbastanza grande. Il sospetto ch'essa aveva fatto nascere in me ad arte era una dimostrazione della superiorità del matrimonio nel quale tali sospetti non devono sorgere. Quando quel sospetto di cui sentii presto l'inconsistenza dileguò, ricordai anche ch'essa spendeva troppo. Oggidì, dopo ventiquattr'anni di onesto matrimonio, non sono più di quel parere.

Per essa fu una vera fortuna perché, pochi mesi dopo, fu sposata da persona molto abbiente ed ottenne l'ambito mutamento prima di me. Non appena sposato, me la trovai in casa perché il marito era un amico di mio suocero. C'incontrammo spesso, ma, per molti anni, finché fummo giovani, fra noi regnò il massimo riserbo e mai si fece allusione al passato. L'altro giorno ella mi domandò a bruciapelo, con la sua faccia incorniciata da capelli grigi giovanilmente arrossata:

— Perché mi abbandonaste?

Io fui sincero perché non ebbi il tempo necessario per confezionare una bugia:

— Non lo so più, ma ignoro anche tante altre cose della mia vita.

— A me dispiace, - ella disse e già m'inchinavo al complimento che così mi prometteva. - Nella vecchiaia mi sembrate un uomo molto divertente. - Mi rizzai con uno sforzo. Non era il caso di ringraziare.

Un giorno appresi che la famiglia Malfenti era ritornata in città da un viaggio di piacere abbastanza prolungato seguito al soggiorno estivo in campagna. Non arrivai a fare alcun passo per essere introdotto in quella casa perché Giovanni mi prevenne.

Mi fece vedere la lettera di un suo amico intimo che domandava mie nuove: Era stato mio compagno di studii costui e gli avevo voluto molto bene finché l'avevo creduto destinato a divenire un grande chimico. Ora, invece, di lui non m'importava proprio niente perché s'era trasformato in un grande commerciante in concimi ed io come tale non lo conoscevo affatto. Giovanni m'invitò a casa sua proprio perché ero l'amico di quel suo amico e, - si capisce, - io non protestai affatto.

Quella prima visita io la ricordo come se l'avessi fatta ieri. Era un pomeriggio fosco e freddo d'autunno; e ricordo persino il sollievo che mi derivò dal liberarmi del soprabito nel tepore di quella casa. Stavo proprio per arrivare in porto. Ancora adesso sto ammirando tanta cecità che allora mi pareva chiaroveggenza. Correvo dietro alla salute, alla legittimità. Sta bene che in quell'iniziale a erano racchiuse quattro fanciulle, ma tre di loro sarebbero state eliminate subito e in quanto alla quarta anch'essa avrebbe subito un esame severo. Giudice severissimo sarei stato. Ma intanto non avrei saputo dire le qualità che avrei domandate da lei e quelle che avrei abbominate.

Nel salotto elegante e vasto fornito di mobili in due stili differenti, di cui uno Luigi XIV e l'altro veneziano ricco di oro impresso anche sui cuoi, diviso dai mobili in due parti, come allora si usava, trovai la sola Augusta che leggeva accanto ad una finestra. Mi diede la mano, sapeva il mio nome e arrivò a dirmi ch'ero atteso perché il suo babbo aveva preavvisata la mia visita. Poi corse via a chiamare la madre.

Ecco che delle quattro fanciulle dalla stessa iniziale una ne moriva in quanto mi riguardava. Come avevano fatto a dirla bella? La prima cosa che in lei si osservava era lo strabismo tanto forte che, ripensando a lei dopo di non averla vista per qualche tempo, la personificava tutta. Aveva poi dei capelli non molto abbondanti, biondi, ma di un colore fosco privo di luce e la figura intera non disgraziata, pure un po' grossa per quell'età. Nei pochi istanti in cui restai solo pensai: «Se le altre tre somigliano a questa!.. » Poco dopo il gruppo delle fanciulle si ridusse a due. Una di esse, ch'entrò con la mamma, non aveva che otto anni. Carina quella bambina dai capelli inanellati, luminosi, lunghi e sciolti sulle spalle! Per la sua faccia pienotta e dolce pareva un'angioletta pensierosa (finché stava zitta) di quel pensiero come se lo figurava Raffaello Sanzio.

Mia suocera... Ecco! Anch'io provo un certo ritegno a parlarne con troppa libertà! Da molti anni io le voglio bene perché è mia madre, ma sto raccontando una vecchia storia nella quale essa non figurò quale mia amica e intendo di non rivolgerle neppure in questo fascicolo, ch'essa mai vedrà, delle parole meno che rispettose. Del resto il suo intervento fu tanto breve che avrei potuto anche dimenticarlo: Un colpetto al momento giusto, non più forte di quanto occorse per farmi perdere il mio equilibrio labile. Forse l'avrei perduto anche senza il suo intervento, eppoi chissà se essa volle proprio quello che avvenne? È tanto bene educata che non può capitarle come al marito di bere troppo per rivelarmi i miei affari. Infatti mai le accadde nulla di simile e perciò io sto raccontando una storia che non conosco bene; non so cioè se sia dovuta alla sua furberia o alla mia bestialità ch'io abbia sposata quella delle sue figliuole ch'io non volevo.

Intanto posso dire che all'epoca di quella mia prima visita mia suocera era tuttavia una bella donna. Era elegante anche per il suo modo di vestire di un lusso poco appariscente. Tutto in lei era mite e intonato.

Avevo così nei miei stessi suoceri un esempio d'integrazione fra marito e moglie quale io la sognavo. Erano stati felicissimi insieme, lui sempre vociando e lei sorridendo di un sorriso che nello stesso tempo voleva dire consenso e compatimento. Essa amava il suo grosso uomo ed egli deve averla conquistata e conservata a furia di buoni affari. Non l'interesse, ma una vera ammirazione la legava a lui, un'ammirazione cui io partecipavo e che perciò facilmente intendevo. Tanta vivacità messa da lui in un ambito tanto ristretto, una gabbia in cui non v'era altro che una merce e due nemici (i due contraenti) ove nascevano e si scoprivano sempre delle nuove combinazioni e relazioni, animava meravigliosamente la vita. Egli le raccontava tutti i suoi affari e lei era tanto bene educata da non dare mai dei consigli perché avrebbe temuto di fuorviarlo. Egli sentiva il bisogno di tale muta assistenza e talvolta correva a casa a monologare nella convinzione di andar a prendere consiglio dalla moglie.

Non fu una sorpresa per me quando appresi ch'egli la tradiva, ch'essa lo sapeva e che non gliene serbava rancore. Io ero sposato da un anno allorché un giorno Giovanni, turbatissimo, mi raccontò che aveva smarrita una lettera di cui molto gl'importava e volle rivedere delle carte che m'aveva consegnate sperando di ritrovarla fra quelle. Invece, pochi giorni appresso, tutto lieto, mi raccontò che l'aveva ritrovata nel proprio portafogli. «Era di una donna?» domandai io, e lui accennò di sì con la testa, vantandosi della sua buona fortuna. Poi io, per difendermi, un giorno in cui m'accusavano di aver perdute delle carte, dissi a mia moglie e a mia suocera che non potevo avere la fortuna del babbo cui le carte ritornavano da sole al portafogli. Mia suocera si mise a ridere tanto di gusto ch'io non dubitai che quella carta non fosse stata rimessa a posto proprio da lei. Evidentemente nella loro relazione ciò non aveva importanza. Ognuno fa all'amore come sa e il loro, secondo me, non ne era il modo più stupido.

La signora m'accolse con grande gentilezza. Si scusò di dover tenere con sé la piccola Anna che aveva il suo quarto d'ora in cui non si poteva lasciarla con altri. La bambina mi guardava studiandomi con gli occhi serii. Quando Augusta ritornò e s'assise su un piccolo sofà posto dirimpetto a quello su cui eravamo io e la signora Malfenti, la piccina andò a coricarsi in grembo alla sorella donde m'osservò per tutto il tempo con una perseveranza che mi divertì finché non seppi quali pensieri si movessero in quella piccola testa.

La conversazione non fu subito molto divertente. La signora, come tutte le persone bene educate, era abbastanza noiosa ad un primo incontro. Mi domandava anche troppe notizie dell'amico che si fingeva m'avesse introdotto in quella casa e di cui io non ricordavo neppure il nome di battesimo.

Entrarono finalmente Ada e Alberta. Respirai: erano belle ambedue e portavano in quel salotto la luce che fino ad allora vi aveva mancato. Ambedue brune e alte e slanciate, ma molto differenti l'una dall'altra. Non era una scelta difficile quella che avevo da fare. Alberta aveva allora non più di diciasett'anni. Come la madre essa aveva - benché bruna - la pelle rosea e trasparente, ciò che aumentava l'infantilità del suo aspetto. Ada, invece, era già una donna con i suoi occhi serii in una faccia che per essere meglio nivea era un poco azzurra e la sua capigliatura ricca, ricciuta, ma accomodata con grazia e severità.

3.1 La Storia del Mio Matrimonio |||mein| 3.1 Die Geschichte meiner Ehe 3.1 Η ιστορία του γάμου μου 3.1 The Story of My Marriage 3.1 La historia de mi matrimonio 3.1 L'histoire de mon mariage 3.1 私の結婚の歴史 3.1 A história do meu casamento 3.1 Historien om mitt äktenskap

La storia del mio matrimonio

Nella mente di un giovine di famiglia borghese il concetto di vita umana s'associa a quello della carriera e nella prima gioventù la carriera è quella di Napoleone I. Senza che perciò si sogni di diventare imperatore perché si può somigliare a Napoleone restando molto ma molto più in basso. |||||||||||||sich verbindet||||||||Jugend||||||||||deshalb||||||||||||bleibend|||||| In der Vorstellung eines jungen Mannes aus einer bürgerlichen Familie ist das Konzept des menschlichen Lebens mit dem einer Karriere verbunden, und in der frühen Jugend ist die Karriere die von Napoleon I., ohne deshalb davon zu träumen, Kaiser zu werden, denn man kann wie Napoleon aussehen, wenn man sich weit, weit unten aufhält. In the mind of a young man from a bourgeois family the concept of human life is associated with that of a career, and in early youth the career is that of Napoleon I. Without therefore dreaming of becoming emperor because one can resemble Napoleon by staying much but much lower. La vita più intensa è raccontata in sintesi dal suono più rudimentale, quello dell'onda del mare, che, dacché si forma, muta ad ogni istante finché non muore! ||||ist|||||Geräusch||||||||seit||||||||| Das intensivste Leben wird in der Synthese durch den rudimentärsten Klang erzählt, den der Meereswelle, die sich von dem Moment an, in dem sie entsteht, jeden Moment verändert, bis sie stirbt! The most intense life is told in synthesis by the most rudimentary sound, that of the wave of the sea, which, from the moment it is formed, changes at every moment until it dies! M'aspettavo perciò anch'io di divenire e disfarmi come Napoleone e l'onda. Ich erwartete||||||mich auflösen|||| Daher erwartete auch ich, wie Napoleon und die Welle zu werden und nicht zu werden. I therefore expected myself too to become and unbecome like Napoleon and the wave.

La mia vita non sapeva fornire che una nota sola senz'alcuna variazione, abbastanza alta e che taluni m'invidiano, ma orribilmente tediosa. |||||providing||||||||||||||| Mein Leben konnte nur eine einzige Note ohne jegliche Variation bieten, hoch genug und von einigen beneidet, aber schrecklich langweilig. My life could only provide one note without any variation, high enough and which some envy me, but horribly tedious. I miei amici mi conservarono durante tutta la mia vita la stessa stima e credo che neppur io, dacché son giunto all'età della ragione, abbia mutato di molto il concetto che feci di me stesso. ||||bewahrten||||||||Achtung||||nicht||da|||||||||||Konzept||machte||| Meine Freunde schätzten mich mein ganzes Leben lang, und ich glaube nicht, dass sich mein Selbstverständnis seit meinem Eintritt in das Alter der Vernunft wesentlich verändert hat. My friends held me in the same esteem throughout my life, and I do not think that even I, since I came to the age of reason, have changed my concept of myself much.

Può perciò essere che l'idea di sposarmi mi sia venuta per la stanchezza di emettere e sentire quell'unica nota. |deshalb||||||||||||||||| Es kann also sein, dass ich auf die Idee kam, zu heiraten, weil ich es leid war, diesen einen Ton auszustrahlen und zu hören. Therefore, it may be that the idea of getting married came to me because I was tired of emitting and hearing that one note. Chi non l'ha ancora sperimentato crede il matrimonio più importante di quanto non sia. Wer|||||glaubt|||||||| Diejenigen, die sie noch nicht erlebt haben, glauben, dass die Ehe wichtiger ist, als sie ist. Those who have not yet experienced it believe marriage is more important than it is. La compagna che si sceglie rinnoverà, peggiorando o migliorando, la propria razza nei figli, ma madre natura che questo vuole e che per via diretta non saprebbe dirigerci, perché in allora ai figli non pensiamo affatto, ci dà a credere che dalla moglie risulterà anche un rinnovamento nostro, ciò ch'è un'illusione curiosa non autorizzata da alcun testo. die|||||erneuern||||die|||||||||||||||||wüsste es||||||||||wir|||||||||||||||||||| Der Partner, den man wählt, wird die eigene Ethnie in den Kindern erneuern, verschlimmern oder verbessern, aber Mutter Natur, die dies will und die nicht weiß, wie sie uns lenken soll, indem sie uns lenkt, weil wir zu diesem Zeitpunkt überhaupt nicht an Kinder denken, lässt uns glauben, dass die Frau auch unsere eigene Erneuerung zur Folge haben wird, was eine seltsame Illusion ist, die von keinem Text zugelassen wird. The mate one chooses will renew, worsening or improving, one's race in the children, but Mother Nature who wants this and who by direct way would not know how to direct us, because in then we do not think of children at all, gives us to believe that from the wife will result also a renewal of our own, what is a curious illusion not authorized by any text. Infatti si vive poi uno accanto all'altro, immutati, salvo che per una nuova antipatia per chi è tanto dissimile da noi o per un'invidia per chi a noi è superiore. |||||||unverändert|||||||||||unähnlich|||oder||Neid|||||| In der Tat leben wir dann unverändert nebeneinander her, bis auf eine neue Abneigung gegen diejenigen, die uns so unähnlich sind, oder Neid auf diejenigen, die uns überlegen sind. In fact we then live side by side, unchanged, except for a new dislike for those who are so dissimilar to us or an envy for those who are superior to us.

Il bello si è che la mia avventura matrimoniale esordì con la conoscenza del mio futuro suocero e con l'amicizia e l'ammirazione che gli dedicai prima che avessi saputo ch'egli era il padre di ragazze da marito. |||||||||begann|||||||Schwiegervater||||||||widely dedicated|||||||||||| Das Gute daran war, dass mein Heiratsabenteuer mit der Bekanntschaft meines zukünftigen Schwiegervaters und der Freundschaft und Bewunderung, die ich ihm entgegenbrachte, begann, bevor ich wusste, dass er der Vater der zu verheiratenden Mädchen war. The good thing was that my marital adventure began with the acquaintance of my future father-in-law and the friendship and admiration I devoted to him before I had learned that he was the father of girls to be married. Perciò è evidente che non fu una risoluzione quella che mi fece procedere verso la mèta ch'io ignoravo. deshalb|||||||||||||||||ignorierte Daher ist es offensichtlich, dass es kein Vorsatz war, der mich dazu gebracht hat, auf das Ziel zuzugehen, das ich nicht kannte. Therefore, it is evident that it was not a resolution that made me proceed to the goal I ignored. Trascurai una fanciulla che per un momento avrei creduto facesse al caso mio e restai attaccato al mio futuro suocero. ||Mädchen|||||||||||||angeklebt|||| Ich habe ein junges Mädchen vernachlässigt, von dem ich einen Moment lang dachte, es sei das Richtige für mich, und bin meinem zukünftigen Schwiegervater treu geblieben. I neglected a maiden who for a moment I would have thought was right for me and remained attached to my future father-in-law. Mi verrebbe voglia di credere anche nel destino. Ich|würde mir einfallen|||||| Ich würde auch gerne an das Schicksal glauben. I would feel like believing in fate as well.

Il desiderio di novità che c'era nel mio animo veniva soddisfatto da Giovanni Malfenti ch'era tanto differente da me e da tutte le persone di cui io fino ad allora avevo ricercato la compagnia e l'amicizia. Die Sehnsucht nach Neuem in meiner Seele wurde von Giovanni Malfenti gestillt, der so anders war als ich und als all die Menschen, deren Gesellschaft und Freundschaft ich bisher gesucht hatte. The desire for novelty that was in my soul was being satisfied by John Malfenti who was so different from me and from all the people whose company and friendship I had hitherto sought. Io ero abbastanza còlto essendo passato attraverso due facoltà universitarie eppoi per la mia lunga inerzia, ch'io credo molto istruttiva. |||gebildet|||||||und dann||||lange||||| Ich war ziemlich gut informiert, nachdem ich zwei Universitätsfakultäten durchlaufen hatte, und dann für meine lange Trägheit, die, wie ich glaube, sehr lehrreich war. I was quite còlected having gone through two university faculties and then for my long inertia, which I think was very instructive. Lui, invece, era un grande negoziante, ignorante ed attivo. He, on the other hand, was a great shopkeeper, ignorant and active. Ma dalla sua ignoranza gli risultava forza e serenità ed io m'incantavo a guardarlo, invidiandolo. |von der|||||||Gelassenheit||||||ihn beneiden But from his ignorance came strength and serenity, and I was enchanted looking at him, envying him.

Il Malfenti aveva allora circa cinquant'anni, una salute ferrea, un corpo enorme alto e grosso del peso di un quintale e più. ||||||||eisen|||||||||||100 Kilogramm|| Malfenti was then in his mid-fifties, with iron health and a huge, tall body weighing a quintal or more. Le poche idee che gli si movevano nella grossa testa erano svolte da lui con tanta chiarezza, sviscerate con tale assiduità, applicate evolvendole ai tanti nuovi affari di ogni giorno, da divenire sue parti, sue membra, suo carattere. |||||||||||entfaltet||||||sorgfältig analysiert|||||sie weiterentwickelnd|||||||||||||seine Teile|| The few ideas that moved in his big head were carried out by him with such clarity, dissected with such assiduity, applied by evolving them to the many new affairs of each day, that they became his parts, his limbs, his character. Di tali idee io ero ben povero e m'attaccai a lui per arricchire. ||||||||ich klammerte mich|||| Of such ideas I was well poor and attached myself to him for enrichment.

Ero venuto al Tergesteo per consiglio dell'Olivi che mi diceva sarebbe stato un buon esordio alla mia attività commerciale frequentare la Borsa e che da quel luogo avrei anche potuto procurargli delle utili notizie. ||||||des Olivi||||||||Debüt|||||||||der||||would have|||beschaffen||| Ich war auf Anraten von Olivi nach Tergesteo gekommen, der mir sagte, dass es ein guter Start für mein Geschäft wäre, die Börse zu besuchen und dass ich dort auch einige nützliche Neuigkeiten erfahren könnte. I had come to the Tergesteo on the advice of Olivi, who told me it would be a good start to my business to attend the Exchange and that from that place I could also get him some useful news. M'assisi a quel tavolo al quale troneggiava il mio futuro suocero e di là non mi mossi più, sembrandomi di essere arrivato ad una vera cattedra commerciale, quale la cercavo da tanto tempo. setzte mich||||||throned||||||||||bewegte|||||||||||||||| Ich setzte mich an den Tisch, an dem mein zukünftiger Schwiegervater thronte, und rührte mich nicht von der Stelle, denn ich hatte das Gefühl, dass ich an einem echten kaufmännischen Stuhl angekommen war, nach dem ich schon so lange gesucht hatte.

Egli presto s'accorse della mia ammirazione e vi corrispose con un'amicizia che subito mi parve paterna. ||wurde sich bewusst|||||dort|entsprach||||||| Er erkannte bald meine Bewunderung und erwiderte sie mit einer Freundschaft, die mir sofort väterlich vorkam. He soon noticed my admiration and corresponded to it with a friendship that immediately seemed paternal. Che egli avesse saputo subito come le cose sarebbero andate a finire? ||hätte||||||||| Dass er sofort wusste, wie sich die Dinge entwickeln würden? Quando, entusiasmato dall'esempio della sua grande attività, una sera dichiarai di voler liberarmi dall'Olivi e dirigere io stesso i miei affari, egli me ne sconsigliò e parve persino allarmato dal mio proposito. ||vom Beispiel|||||||ich erklärte|||||||||||||||||schien||||| Als ich eines Abends, begeistert vom Beispiel seiner großen Aktivität, erklärte, ich wolle Olivi loswerden und mein eigenes Unternehmen führen, riet er mir davon ab und schien sogar beunruhigt über mein Vorhaben. Potevo dedicarmi al commercio, ma dovevo tenermi sempre solidamente legato all'Olivi ch'egli conosceva. |||||||||||that he|kannte

Era dispostissimo ad istruirmi, ed anzi annotò di propria mano nel mio libretto tre comandamenti ch'egli riteneva bastassero per far prosperare qualunque ditta: 1. |||||sondern||||||||||||||||| Er war sehr bereit, mich zu unterrichten, und schrieb mir sogar eigenhändig drei Gebote in mein Heft, die seiner Meinung nach ausreichen, um jedes Unternehmen zum Erfolg zu führen: 1. Non occorre saper lavorare, ma chi non sa far lavorare gli altri perisce. ||||||||||||verliert Man muss nicht wissen, wie man arbeitet, aber wer nicht weiß, wie man andere zum Arbeiten bringt, geht zugrunde. 2. 2. Non c'è che un solo grande rimorso, quello di non aver saputo fare il proprio interesse. Nicht||||||Reue||||||||| Es gibt nur ein großes Bedauern, nämlich das, nicht in seinem eigenen Interesse handeln zu können. 3. 3. In affari la teoria è utilissima, ma è adoperabile solo quando l'affare è stato liquidato. ||||||||anwendbar|||||| Im Geschäftsleben ist die Theorie sehr nützlich, aber sie kann nur angewendet werden, wenn das Geschäft abgeschlossen ist.

Io so questi e tanti altri teoremi a mente, ma a me non giovarono. |||||||||||||nützten I know these and many other theorems in my head, but they did not help me.

Quando io ammiro qualcuno, tento immediatamente di somigliargli. ||bewundere||||| Copiai anche il Malfenti. ich kopierte||| Volli essere e mi sentii molto astuto. vollständig|||||| Una volta anzi sognai d'essere più furbo di lui. |||träumte ich|zu sein||schlau|| Mi pareva di aver scoperto un errore nella sua organizzazione commerciale: volli dirglielo subito per conquistarmi la sua stima. Un giorno al tavolo del Tergesteo l'arrestai quando, discutendo di un affare, stava dando della bestia ad un suo interlocutore. One day at the Tergesteo table I arrested him when, discussing a business deal, he was calling one of his interlocutors a beast. L'avvertii ch'io trovavo ch'egli sbagliava di proclamare con tutti la sua furberia. |||||||||||Schlauheit I warned him that I found that he was wrong to proclaim his cleverness with everyone. Il vero furbo, in commercio, secondo me, doveva fare in modo di apparire melenso. |||||||||in||||sentimentalisch Der wirklich kluge, kommerziell denkende Mensch musste sich meiner Meinung nach melancholisch geben.

Egli mi derise. ||verspottete Er hat mich ausgelacht. La fama di furberia era utilissima. Der Ruf der Klugheit war sehr nützlich. Intanto molti venivano a prender consiglio da lui e gli portavano delle notizie fresche mentre lui dava loro dei consigli utilissimi confermati da un'esperienza raccolta dal Medio Evo in poi. |||||||||||||||||||||bestätigt von|||gesammelten Erfahrungen|||Mittelalter|| Talvolta egli aveva l'opportunità di aver insieme alle notizie anche la possibilità di vendere delle merci. |||||||||||||||Waren Sometimes he had the opportunity to have along with the news also the opportunity to sell goods. Infine - e qui si mise ad urlare perché gli parve d'aver trovato finalmente l'argomento che doveva convincermi - per vendere o per comperare vantaggiosamente, tutti si rivolgevano al più furbo. |||||||||schien|||||||||||||vorteilhaft|||||| Finally-and here he shouted because it seemed to him that he had finally found the argument he had to convince me-to sell or to buy advantageously, everyone turned to the smartest. Dal melenso non potevano sperare altro fuorché indurlo a sacrificare ogni suo beneficio, ma la sua merce era sempre più cara di quella del furbo, perché egli era stato già truffato al momento dell'acquisto. |Schwächling|||||außer für|zu zwingen|||||||||Ware||||||||schlauen|weil|||||betrogen||| Vom Melancholiker konnten sie sich nichts anderes erhoffen, als ihn dazu zu bringen, auf alle seine Vorteile zu verzichten, aber seine Waren waren immer teurer als die der Klugen, weil er schon beim Kauf betrogen worden war. From the mellifluous they could hope for nothing else except to induce him to sacrifice all his benefits, but his goods were always more expensive than those of the clever, because he had already been swindled at the time of purchase.

Io ero la persona più importante per lui a quel tavolo. Ich war für ihn die wichtigste Person an diesem Tisch. Mi confidò suoi segreti commerciali ch'io mai tradii. |||||||verraten Er vertraute mir seine Geschäftsgeheimnisse an, die ich nie verriet. La sua fiducia era messa benissimo, tant'è vero che poté ingannarmi due volte, quand'ero già divenuto suo genero. ||||||||||deceive me|||||||Schwiegersohn La prima volta la sua accortezza mi costò bensì del denaro, ma fu l'Olivi ad esser l'ingannato e perciò io non mi dolsi troppo. |||||Vorsicht|||sondern||||||||der Betrogene||||||beschwerten mich| The first time his shrewdness did indeed cost me money, but it was Olivi who was the deceived, and therefore I did not grieve too much. L'Olivi m'aveva mandato da lui per averne accortamente delle notizie e le ebbe. ||||||||||||hat Olivi had sent me to him to have been aware of the news and he had it. Le ebbe tali che non me la perdonò più e quando aprivo la bocca per dargli un'informazione, mi domandava: «Da chi l'avete avuta? He had them such that he never forgave me again, and when I opened my mouth to give him a piece of information, he would ask me, "Who did you get it from? Da vostro suocero?». Per difendermi dovetti difendere Giovanni e finii col sentirmi piuttosto l'imbroglione che l'imbrogliato. ||||||endete|||eher||| In order to defend myself I had to defend John and ended up feeling more like the cheater than the cheated. Un sentimento gradevolissimo. ||sehr angenehm A most pleasant feeling.

Ma un'altra volta feci proprio io la parte dell'imbecille, ma neppure allora seppi nutrire del rancore per mio suocero. |||machte|||||||||wusste|||Groll||| Egli provocava ora la mia invidia ed ora la mia ilarità. ||||||||||Heiterkeit Vedevo nella mia disgrazia l'esatta applicazione dei suoi principii ch'egli giammai m'aveva spiegati tanto bene. |||Unglück|||||||niemals|||| Trovò anche il modo di riderne con me, mai confessando di avermi ingannato e asserendo di dover ridere dell'aspetto comico della mia disdetta. ||||||||||||getäuscht||||||||der||Widerruf He also found a way to laugh with me about it, never confessing that he had deceived me and asserting that he had to laugh at the comic aspect of my disdain. Una sola volta egli confessò di avermi giocato quel tiro e ciò fu alle nozze di sua figlia Ada (non con me) dopo di aver bevuto dello sciampagna che turbò quel grosso corpo abbeverato di solito da acqua pura. |||||||||||||||||||||||||||Sekt||störte||||tränken||||| Only once did he confess that he had played that trick on me and that was at the wedding of his daughter Ada (not with me) after having drunk the champagne that troubled that big body usually watered by pure water.

Allora egli raccontò il fatto, urlando per vincere l'ilarità che gl'impediva la parola: ||||||||Heiterkeit||||

— Capita dunque quel decreto! also||| Abbattuto sto facendo il calcolo di quanto mi costi. Knocked down||||||||kosten In quel momento entra mio genero. |||||Schwiegersohn Mi dichiara che vuol dedicarsi al commercio. «Ecco una bella occasione», gli dico. Egli si precipita sul documento per firmare temendo che l'Olivi potesse arrivare in tempo per impedirglielo e l'affare è fatto. ||stürzt sich|||||aus Angst|||||||||||| Er eilt zu dem Dokument, um es zu unterschreiben, da er befürchtet, dass Olivi rechtzeitig eintreffen könnte, um ihn daran zu hindern, und der Vertrag ist abgeschlossen. He rushes to the document to sign fearing that Olivi might arrive in time to prevent him from doing so, and the deal is done. - Poi mi faceva delle grandi lodi: - Conosce i classici a mente. |||||Lobeshymnen||||| - Dann lobte er mich in den höchsten Tönen: - Er kennt die Klassiker in- und auswendig. Sa chi ha detto questo e chi ha detto quello. Er weiß, wer dies und wer das gesagt hat. Non sa però leggere un giornale!

Era vero! Se avessi visto quel decreto apparso in luogo poco vistoso dei cinque giornali ch'io giornalmente leggo, non sarei caduto in trappola. |||||appeared||||auffällig||||||||wäre ich|||Falle Avrei dovuto anche subito intendere quel decreto e vederne le conseguenze ciò che non era tanto facile perché con esso si riduceva il tasso di un dazio per cui la merce di cui si trattava veniva deprezzata. ||||||||||||||||||||||||||Zoll||||||||||depreziert

Il giorno dopo mio suocero smentì le sue confessioni. |||||widerrief||| L'affare in bocca sua riacquistava la fisonomia che aveva avuta prima di quella cena. ||||wiedererlangte||||||||| Das Ding in seinem Mund bekam wieder die Physiognomie, die es vor dem Essen gehabt hatte. - Il vino inventa, - diceva egli serenamente e restava acquisito che il decreto in questione era stato pubblicato due giorni dopo la conclusione di quell'affare. - Der Wein erfindet", sagte er gelassen, und es wurde davon ausgegangen, dass das betreffende Dekret zwei Tage nach Abschluss dieser Angelegenheit veröffentlicht wurde. Mai egli emise la supposizione che se avessi visto quel decreto avrei potuto fraintenderlo. ||emitted|||||||||||es falsch verstehen Niemals hat er die Vermutung geäußert, dass ich den Erlass, wenn ich ihn gesehen hätte, falsch interpretiert haben könnte. Io ne fui lusingato, ma non era per gentilezza, ch'egli mi risparmiasse, ma perché pensava che tutti leggendo i giornali ricordino i proprii interessi. ||war||||||||||||||||||Erinnerung||| Ich fühlte mich geschmeichelt, aber er verschonte mich nicht aus Freundlichkeit, sondern weil er der Meinung war, dass jeder, der die Zeitung liest, an seine eigenen Interessen denkt. Invece io, quando leggo un giornale, mi sento trasformato in opinione pubblica e vedendo la riduzione di un dazio ricordo Cobden e il liberismo. ||||||||||||||||||Zollgebühr||||| Wenn ich stattdessen eine Zeitung lese, verwandle ich mich in die öffentliche Meinung, und wenn ich sehe, wie die Pflichten reduziert werden, erinnert mich das an Cobden und den Liberalismus. È un pensiero tanto importante che non resta altro posto per ricordare la mia merce. ||||||||||||||Waren Es ist ein so wichtiger Gedanke, dass es keinen anderen Ort mehr gibt, an dem ich mich an meine Waren erinnern kann.

Una volta però m'avvenne di conquistare la sua ammirazione e proprio per me, come sono e giaccio, ed anzi proprio per le mie qualità peggiori. |||es geschah mir||||||||||wie|||lie|und||||||| ||||||||||||||||lie|||||||| Einmal jedoch habe ich zufällig seine Bewunderung gewonnen, und zwar gerade wegen mir, wie ich bin und lüge, und auch wegen meiner schlechtesten Eigenschaften. Possedevamo io e lui da vario tempo delle azioni di una fabbrica di zucchero dalla quale si attendevano miracoli. Wir besaßen|||||||||||||||||| Er und ich besaßen seit einiger Zeit Anteile an einer Zuckerfabrik, von der man Wunder erwartete. Invece le azioni ribassavano, tenuemente, ma ogni giorno, e Giovanni, che non intendeva di nuotare contro corrente, si disfece delle sue e mi convinse di vendere le mie. ||||zart||||||||||||||veräußerte||||||||| Stattdessen fielen die Aktien, zwar nur zaghaft, aber jeden Tag, und John, der nicht vorhatte, gegen den Strom zu schwimmen, verkaufte seine und überzeugte mich, meine zu verkaufen. Perfettamente d'accordo, mi proposi di dare quell'ordine di vendita al mio agente e intanto ne presi nota in un libretto che in quel torno di tempo avevo di nuovo istituito. |||||||||||||||||||||||||||||eingeführt Ma si sa che la tasca non si vede durante il giorno e così per varie sere ebbi la sorpresa di ritrovare nella mia quell'annotazione al momento di coricarmi e troppo tardi perché mi servisse. ||||||||||||||||||||||||diese Notiz||||ins Bett gehen|||||| Una volta gridai dal dispiacere e, per non dover dare troppe spiegazioni a mia moglie le dissi che m'ero morsa la lingua. ||schrie||||||||||||||||||| Un'altra volta, stupito di tanta sbadataggine, mi morsi le mani. |||||Vergesslichkeit|||| «Occhio ai piedi, ora!» disse mia moglie ridendo. Poi non vi furono altri malanni perché vi ero abituato. |||||ailments|||| Guardavo istupidito quel maledetto libretto troppo sottile per farsi percepire durante il giorno con la sua pressione e non ci pensavo più sino alla sera appresso. |istupidiert||||||||||||||||||||||||später

Un giorno un improvviso acquazzone mi costrinse di rifugiarmi al Tergesteo. ||||Regenschauer|||||| Colà trovai per caso il mio agente il quale mi raccontò che negli ultimi otto giorni il prezzo di quelle azioni s'era quasi raddoppiato.

— Ed io ora vendo! - esclamai trionfalmente. rief ich aus| Corsi da mio suocero il quale già sapeva dell'aumento di prezzo di quelle azioni e si doleva di aver vendute le sue e un po' meno di avermi indotto a vendere le mie. ||||||||||||||||||||||||||||veranlasst||||

— Abbi pazienza! - disse ridendo. - È la prima volta che perdi per aver seguito un mio consiglio.

L'altro affare non era risultato da un suo consiglio ma da una sua proposta ciò che, secondo lui, era molto differente.

Io mi misi a ridere di gusto.

— Ma io non ho mica seguito quel consiglio! - Non mi bastava la fortuna e tentai di farmene un merito. ||||||versuchte|||| - Ich hatte nicht genug Glück und versuchte, die Lorbeeren dafür zu ernten. Gli raccontai che le azioni sarebbero state vendute solo la dimane e, assumendo un'aria d'importanza, volli fargli credere che io avessi avuto delle notizie che avevo dimenticato di dargli e che m'avevano indotto a non tener conto del suo consiglio. ||||||||||||||||||||||||||||||||induced||||||| Ich teilte ihm mit, dass die Aktien erst am nächsten Tag verkauft würden, und wollte ihm mit einem Anflug von Wichtigkeit weismachen, dass ich eine Neuigkeit habe, die ich vergessen hatte, ihm mitzuteilen, und die mich veranlasst hatte, seinen Rat zu missachten.

Torvo e offeso mi parlò senza guardarmi in faccia. Grimmig und beleidigt sprach er zu mir, ohne mir ins Gesicht zu sehen. - Quando si ha una mente come la tua non ci si occupa di affari. E quando capita di aver commessa una tale malvagità, non la si confessa. ||||||||Bösartigkeit|||| Und wenn man zufällig ein solches Übel begangen hat, gesteht man es nicht. And when it happens to have committed such wickedness, it is not confessed. Hai da imparare ancora parecchie cose, tu. Du hast noch viel zu lernen, du. You still have a lot to learn, you.

Mi spiacque d'irritarlo. Es tat mir leid, dass ich ihn verärgert habe. Era tanto più divertente quand'egli danneggiava me. Umso amüsanter war es, als er mich beschädigte. Gli raccontai sinceramente com'erano andate le cose. |ich erzählte ihm||||| Ich erzählte ihm wahrheitsgemäß, wie die Dinge gelaufen waren.

— Come vedi è proprio con una mente come la mia che bisogna dedicarsi agli affari. - Wie Sie sehen, muss man gerade mit einer Meinung wie der meinen zur Sache kommen.

Subito rabbonito, rise con me: |kleiner Rabbi||| Sofort besänftigt, lachte er mit mir:

— Non è un utile quello che ricavi da tale affare; è un indenizzo. ||||||Einnahmen||||nicht|| - Es handelt sich nicht um einen Gewinn, den Sie aus diesem Geschäft ziehen, sondern um eine Entschädigung. Quella tua testa ti costò già tanto, ch'è giusto ti rimborsi di una parte della tua perdita! Ihr Kopf hat Sie schon so viel gekostet, dass es nur fair ist, dass Sie für einen Teil Ihres Verlustes entschädigt werden!

Non so perché mi fermai tanto a raccontare dei dissidi ch'ebbi con lui e che sono tanto pochi. Io gli volli veramente bene, tant'è vero che ricercai la sua compagnia ad onta che avesse l'abitudine di urlare per pensare più chiaramente. |||||||||||||trotz||||||||| Il mio timpano sapeva sopportare le sue urla. Se le avesse gridate meno, quelle sue teorie immorali sarebbero state più offensive e, se egli fosse stato educato meglio, la sua forza sarebbe sembrata meno importante. E ad onta ch'io fossi tanto differente da lui, credo ch'egli abbia corrisposto al mio con un affetto simile. ||aufgrund|||||||||||||||| Lo saprei con maggiore sicurezza se egli non fosse morto tanto presto. Continuò a darmi assiduamente delle lezioni dopo il mio matrimonio e le condì spesso di urla ed insolenze che io accettavo convinto di meritarle. |||beharrlich|||||||||conditierte|||||||||||

Sposai sua figlia. Madre natura misteriosa mi diresse e si vedrà con quale violenza imperativa. Adesso io talvolta scruto le faccie dei miei figliuoli e indago se accanto al mento sottile mio, indizio di debolezza, accanto agli occhi di sogno miei, ch'io loro tramandai, non vi sia in loro almeno qualche tratto della forza brutale del nonno ch'io loro elessi. ||||||||||untersuche||||||||||||||||||vererbt habe||||||||||||||||gewählt

E alla tomba di mio suocero io piansi ad onta che anche l'ultimo addio che mi diede non sia stato troppo affettuoso. Dal suo letto di morte mi disse che ammirava la mia sfacciata fortuna che mi permetteva di movermi liberamente mentre lui era crocifisso su quel letto. |||||||||||unverschämte|||||||||||||| Io, stupito, gli domandai che cosa gli avessi fatto per fargli desiderare di vedermi malato. Ed egli mi rispose proprio così:

— Se dando a te la mia malattia io potessi liberarmene, te la darei subito, magari raddoppiata! Non ho mica le ubbie umanitarie che hai tu! ||||Macken||||

Non v'era niente di offensivo: egli avrebbe voluto ripetere quell'altro affare col quale gli era riuscito di caricarmi di una merce deprezzata. |||||||||||||||||||||abgewertete Ware Poi anche qui c'era stata la carezza perché a me non spiaceva di veder spiegata la mia debolezza con le ubbie umanitarie ch'egli mi attribuiva. ||||||Streicheln|||||nicht leid tat|||||||||Schwächen||||

Alla sua tomba come a tutte quelle su cui piansi, il mio dolore fu dedicato anche a quella parte di me stesso che vi era sepolta. Quale diminuzione per me venir privato di quel mio secondo padre, ordinario, ignorante, feroce lottatore che dava risalto alla mia debolezza, la mia cultura, la mia timidezza. Questa è la verità: io sono un timido! Non l'avrei scoperto se non avessi qui studiato Giovanni. Chissà come mi sarei conosciuto meglio se egli avesse continuato a starmi accanto! |||||||||||bei mir zu sein|

Presto m'accorsi che al tavolo del Tergesteo, dove si divertiva a rivelarsi quale era e anche un poco peggiore, Giovanni s'imponeva una riserva: non parlava mai di casa sua o soltanto quando vi era costretto, compostamente e con voce un poco più dolce del solito. Portava un grande rispetto alla sua casa e forse non tutti coloro che sedevano a quel tavolo gli sembravano degni di saperne qualche cosa. Colà appresi soltanto che le sue quattro figliuole avevano tutti i nomi dall'iniziale in a, una cosa praticissima, secondo lui, perché le cose su cui era impressa quell'iniziale potevano passare dall'una all'altra, senz'aver da subire dei mutamenti. Si chiamavano (seppi subito a mente quei nomi): Ada, Augusta, Alberta e Anna. A quel tavolo si disse anche che tutt'e quattro erano belle. Quell'iniziale mi colpì molto più di quanto meritasse. Sognai di quelle quattro fanciulle legate tanto bene insieme dal loro nome. ||||Mädchen||||||| Pareva fossero da consegnarsi in fascio. |||||Bündel L'iniziale diceva anche qualche cosa d'altro. Io mi chiamo Zeno ed avevo perciò il sentimento che stessi per prendere moglie lontano dal mio paese.

Fu forse un caso che prima di presentarmi in casa Malfenti io mi fossi liberato da un legame abbastanza antico con una donna che forse avrebbe meritato un trattamento migliore. Ma un caso che dà da pensare. La decisione a tale distacco fu presa per ragione ben lieve. Alla poverina era parso un bel sistema di legarmi meglio a lei, quello di rendermi geloso. Il sospetto invece bastò per indurmi ad abbandonarla definitivamente. |||||veranlassen||| Essa non poteva sapere che io allora ero invaso dall'idea del matrimonio e che credevo di non poter contrarlo con lei, solo perché con lei la novità non mi sarebbe sembrata abbastanza grande. Il sospetto ch'essa aveva fatto nascere in me ad arte era una dimostrazione della superiorità del matrimonio nel quale tali sospetti non devono sorgere. Quando quel sospetto di cui sentii presto l'inconsistenza dileguò, ricordai anche ch'essa spendeva troppo. ||||||||verblasste||||| Oggidì, dopo ventiquattr'anni di onesto matrimonio, non sono più di quel parere.

Per essa fu una vera fortuna perché, pochi mesi dopo, fu sposata da persona molto abbiente ed ottenne l'ambito mutamento prima di me. Non appena sposato, me la trovai in casa perché il marito era un amico di mio suocero. C'incontrammo spesso, ma, per molti anni, finché fummo giovani, fra noi regnò il massimo riserbo e mai si fece allusione al passato. |||||||waren|||||||Verschwiegenheit||||||| L'altro giorno ella mi domandò a bruciapelo, con la sua faccia incorniciata da capelli grigi giovanilmente arrossata:

— Perché mi abbandonaste?

Io fui sincero perché non ebbi il tempo necessario per confezionare una bugia:

— Non lo so più, ma ignoro anche tante altre cose della mia vita.

— A me dispiace, - ella disse e già m'inchinavo al complimento che così mi prometteva. |||||||ich verbeugte mich|||||| - Nella vecchiaia mi sembrate un uomo molto divertente. - Mi rizzai con uno sforzo. Non era il caso di ringraziare.

Un giorno appresi che la famiglia Malfenti era ritornata in città da un viaggio di piacere abbastanza prolungato seguito al soggiorno estivo in campagna. Non arrivai a fare alcun passo per essere introdotto in quella casa perché Giovanni mi prevenne.

Mi fece vedere la lettera di un suo amico intimo che domandava mie nuove: Era stato mio compagno di studii costui e gli avevo voluto molto bene finché l'avevo creduto destinato a divenire un grande chimico. Ora, invece, di lui non m'importava proprio niente perché s'era trasformato in un grande commerciante in concimi ed io come tale non lo conoscevo affatto. ||||||||||||||||Dünger|||||||| Giovanni m'invitò a casa sua proprio perché ero l'amico di quel suo amico e, - si capisce, - io non protestai affatto.

Quella prima visita io la ricordo come se l'avessi fatta ieri. Era un pomeriggio fosco e freddo d'autunno; e ricordo persino il sollievo che mi derivò dal liberarmi del soprabito nel tepore di quella casa. |||dunkel und trüb|||||||||||kam von||||Übermantel||Wärme||| Stavo proprio per arrivare in porto. Ancora adesso sto ammirando tanta cecità che allora mi pareva chiaroveggenza. ||||||||||Klarheit Correvo dietro alla salute, alla legittimità. Sta bene che in quell'iniziale a erano racchiuse quattro fanciulle, ma tre di loro sarebbero state eliminate subito e in quanto alla quarta anch'essa avrebbe subito un esame severo. Giudice severissimo sarei stato. Ma intanto non avrei saputo dire le qualità che avrei domandate da lei e quelle che avrei abbominate. |||||||||||||||||verabscheuen

Nel salotto elegante e vasto fornito di mobili in due stili differenti, di cui uno Luigi XIV e l'altro veneziano ricco di oro impresso anche sui cuoi, diviso dai mobili in due parti, come allora si usava, trovai la sola Augusta che leggeva accanto ad una finestra. Mi diede la mano, sapeva il mio nome e arrivò a dirmi ch'ero atteso perché il suo babbo aveva preavvisata la mia visita. |gab||||||||||||||||||||| Poi corse via a chiamare la madre.

Ecco che delle quattro fanciulle dalla stessa iniziale una ne moriva in quanto mi riguardava. Come avevano fatto a dirla bella? La prima cosa che in lei si osservava era lo strabismo tanto forte che, ripensando a lei dopo di non averla vista per qualche tempo, la personificava tutta. Aveva poi dei capelli non molto abbondanti, biondi, ma di un colore fosco privo di luce e la figura intera non disgraziata, pure un po' grossa per quell'età. ||||||||||||dunkelblond|||||||||nicht unattraktiv|||||| Nei pochi istanti in cui restai solo pensai: «Se le altre tre somigliano a questa!.. » Poco dopo il gruppo delle fanciulle si ridusse a due. |||||||verringern sich|| Una di esse, ch'entrò con la mamma, non aveva che otto anni. Carina quella bambina dai capelli inanellati, luminosi, lunghi e sciolti sulle spalle! |||||ringförmig|||||| Per la sua faccia pienotta e dolce pareva un'angioletta pensierosa (finché stava zitta) di quel pensiero come se lo figurava Raffaello Sanzio. ||||rundlich voll||||ein Engelchen|||||||||||||

Mia suocera... Ecco! Anch'io provo un certo ritegno a parlarne con troppa libertà! Da molti anni io le voglio bene perché è mia madre, ma sto raccontando una vecchia storia nella quale essa non figurò quale mia amica e intendo di non rivolgerle neppure in questo fascicolo, ch'essa mai vedrà, delle parole meno che rispettose. |||||||||||||||||||||spielte eine Rolle||||||||||||Aktenstück|||||||| Del resto il suo intervento fu tanto breve che avrei potuto anche dimenticarlo: Un colpetto al momento giusto, non più forte di quanto occorse per farmi perdere il mio equilibrio labile. ||||||||||||||ein kleiner Stoß|||||||||notwendig war||||||| Forse l'avrei perduto anche senza il suo intervento, eppoi chissà se essa volle proprio quello che avvenne? ||||||||und dann|||||||| È tanto bene educata che non può capitarle come al marito di bere troppo per rivelarmi i miei affari. |||||||passieren||||||||||| Infatti mai le accadde nulla di simile e perciò io sto raccontando una storia che non conosco bene; non so cioè se sia dovuta alla sua furberia o alla mia bestialità ch'io abbia sposata quella delle sue figliuole ch'io non volevo. |||passierte|||||||||||||||||||||||||||Bestialität|||||||Töchter|||

Intanto posso dire che all'epoca di quella mia prima visita mia suocera era tuttavia una bella donna. Era elegante anche per il suo modo di vestire di un lusso poco appariscente. Tutto in lei era mite e intonato.

Avevo così nei miei stessi suoceri un esempio d'integrazione fra marito e moglie quale io la sognavo. Erano stati felicissimi insieme, lui sempre vociando e lei sorridendo di un sorriso che nello stesso tempo voleva dire consenso e compatimento. ||||||laut reden|||||||||||||||Mitleid Essa amava il suo grosso uomo ed egli deve averla conquistata e conservata a furia di buoni affari. Non l'interesse, ma una vera ammirazione la legava a lui, un'ammirazione cui io partecipavo e che perciò facilmente intendevo. Tanta vivacità messa da lui in un ambito tanto ristretto, una gabbia in cui non v'era altro che una merce e due nemici (i due contraenti) ove nascevano e si scoprivano sempre delle nuove combinazioni e relazioni, animava meravigliosamente la vita. |Lebhaftigkeit||||||||||Käfig|||||||||||||||wo||||entdeckten|||||||||| Egli le raccontava tutti i suoi affari e lei era tanto bene educata da non dare mai dei consigli perché avrebbe temuto di fuorviarlo. |||||||||||||||||||||||irreführen Egli sentiva il bisogno di tale muta assistenza e talvolta correva a casa a monologare nella convinzione di andar a prendere consiglio dalla moglie.

Non fu una sorpresa per me quando appresi ch'egli la tradiva, ch'essa lo sapeva e che non gliene serbava rancore. ||||||||||||||||||bewahrte keinen| Io ero sposato da un anno allorché un giorno Giovanni, turbatissimo, mi raccontò che aveva smarrita una lettera di cui molto gl'importava e volle rivedere delle carte che m'aveva consegnate sperando di ritrovarla fra quelle. ||||||als||||sehr aufgeregt|||||verloren||||||||wollte||||||||||| Invece, pochi giorni appresso, tutto lieto, mi raccontò che l'aveva ritrovata nel proprio portafogli. |||||froh|||||||| «Era di una donna?» domandai io, e lui accennò di sì con la testa, vantandosi della sua buona fortuna. ||||||||||||||prahend|||| Poi io, per difendermi, un giorno in cui m'accusavano di aver perdute delle carte, dissi a mia moglie e a mia suocera che non potevo avere la fortuna del babbo cui le carte ritornavano da sole al portafogli. ||||||||beschuldigten mich||||||sagte||||||||||||||||||||||| Mia suocera si mise a ridere tanto di gusto ch'io non dubitai che quella carta non fosse stata rimessa a posto proprio da lei. |||||||||||zweifelte|||||||||||| Meine Schwiegermutter lachte so herzhaft, dass ich keinen Zweifel daran hatte, dass das Papier nicht von ihr zurückgelegt worden war. Evidentemente nella loro relazione ciò non aveva importanza. In ihrer Beziehung spielte dies offensichtlich keine Rolle. Ognuno fa all'amore come sa e il loro, secondo me, non ne era il modo più stupido. Jeder macht Liebe, wie er kann, und ihre war meiner Meinung nach nicht die dümmste Art.

La signora m'accolse con grande gentilezza. ||empfing mich||| Die Dame empfing mich mit großer Freundlichkeit. Si scusò di dover tenere con sé la piccola Anna che aveva il suo quarto d'ora in cui non si poteva lasciarla con altri. Er entschuldigte sich dafür, dass er die kleine Anna bei sich behalten musste, die ihre Viertelstunde hatte, in der sie nicht bei anderen bleiben konnte. La bambina mi guardava studiandomi con gli occhi serii. ||||||||ernsthaft Das kleine Mädchen sah mich an und musterte mich mit ernsten Augen. Quando Augusta ritornò e s'assise su un piccolo sofà posto dirimpetto a quello su cui eravamo io e la signora Malfenti, la piccina andò a coricarsi in grembo alla sorella donde m'osservò per tutto il tempo con una perseveranza che mi divertì finché non seppi quali pensieri si movessero in quella piccola testa. ||||||||||||||||||||||kleine Mädchen|||sich legen|||||||||||||||||||kleine||||||||

La conversazione non fu subito molto divertente. La signora, come tutte le persone bene educate, era abbastanza noiosa ad un primo incontro. Mi domandava anche troppe notizie dell'amico che si fingeva m'avesse introdotto in quella casa e di cui io non ricordavo neppure il nome di battesimo.

Entrarono finalmente Ada e Alberta. Respirai: erano belle ambedue e portavano in quel salotto la luce che fino ad allora vi aveva mancato. Ambedue brune e alte e slanciate, ma molto differenti l'una dall'altra. |||||schlank||||| Non era una scelta difficile quella che avevo da fare. Alberta aveva allora non più di diciasett'anni. Come la madre essa aveva - benché bruna - la pelle rosea e trasparente, ciò che aumentava l'infantilità del suo aspetto. Ada, invece, era già una donna con i suoi occhi serii in una faccia che per essere meglio nivea era un poco azzurra e la sua capigliatura ricca, ricciuta, ma accomodata con grazia e severità. ||||||||||||||||||cremig weiß||||||||Haarpracht||lockig||gestylt frisiert|||| Ada hingegen war bereits eine Frau mit ihren ernsten Augen in einem Gesicht, das ein wenig blau war, um mehr Nivea zu sein, und ihrem reichen, lockigen Haar, das jedoch mit Anmut und Strenge geordnet war.